Visite: 3711

“O’ frà” è un’espressione che  a Napoli indica non solo un legame di sangue e di parentela, ma anche un legame di amicizia, di compagnia, di clan. Una sottile corda che lega e che nello stesso tempo costringe a dei legami e comportamenti dettati da una stessa cultura, da una stessa provenienza, da una stessa solidarietà e comunione d’intenti. Nello spettacolo FRATEME, in scena il 26 e 27 febbraio presso il Teatro Stabile  D’Innovazione Galleria Toledo di Napoli,  il titolo indica tutto questo. Si parte da un legame familiare, un microcosmo ambientato nel quartiere popolare di Forcella, a Napoli ovviamente, famiglia in cui i legami e i ruoli sono ribaltati, con le relative conseguenze. Ambientazioni ed elementi della storia sono frequenti in molti spettacoli napoletani, ambientati a Napoli, così come la lingua, profondamente scavata, estrapolata da linguaggi stretti, gerghi, modi di dire. Ci appare però abbastanza deludente il modo in cui questi elementi che, presi singolarmente possono dare vita a tutta una serie di studi sul mondo partenopeo e sulla contemporaneità in generale, vengono inseriti nel testo. Per non parlare della spazzatura, dell’odore fetido, dell’omosessualità, dell’emigrazione, della non-speranza che vige a Napoli, dell’emigrazione obbligatoria, tutti elementi che confluiscono all’interno dello spettacolo. Ma poiché non vogliamo sembrare scettici o troppo severi, riportiamo la sinossi presentata sul programma di sala: “la storia di una famiglia di Forcella, in uno scenario desolato di immondizia. I tre figli, Primo, Secondo e Seconda sono tutti e tre omosessuali. In questa “famiglia tutt’ o ‘cuntrario” esplodono i meccanismi che covano in seno ad ogni nucleo sociale. Fino all’epilogo in cui i legami di sangue si trasformeranno in legami di clan senza più alcuna protezione dalla colpa di un oscuro silenzio lungo venti anni”. Aggiungiamo qualcosa: tre figli omosessuali, Primo Secondo e Seconda, con un padre invisibile che li violenta sin da piccoli, una madre che non parla e non fa nulla, uno dei figli impazzisce, un altro prova a studiare all’università, la secondogenita, gemella di Secondo ( ovviamente!), si innamora dell’insegnante di inglese anziana che morendo le lascia un’eredità. Morale della favola, Seconda fugge e va al nord, è ricca e cambia vita, torna dopo alcuni anni e viene a prendere il gemello, simbolo illusorio del cambiamento, il quale ucciderà, a fine spettacolo, il padre invisibile, mentre la madre urlerà ai figli di andare via accatastando sedie e tavoli, come un mucchio di immondizia che brucia. Di solito non ci soffermiamo tanto sulla trama ma il problema sta proprio lì. Attori bravissimi, che estrapolati da questo testo, conosciuti anche in altri spettacoli, dimostrano notevoli doti attoriali. Senza togliere nulla agli altri, emergono Paola Michelini e Francesco Vitiello. Ma ci chiediamo, nonostante il pubblico applauda giustamente i ragazzi in scena, dove ci vuole portare questo testo? Ci chiediamo anche, qualora si volesse mettere in scena FRATEME, su un altro palcoscenico d’Italia, che senso avrebbe? È vero che il legame tra la città e questo spettacolo è fondamentale, ma coronare il tutto con il peggior turpiloquio napoletano e nudi superflui in scena sembra davvero eccessivo. È anche vero che la contemporaneità dei temi trattati è attualissima, che la simbologia tra Napoli –la spazzatura e una vita che “puzza” potrebbe anche andare, ma far ripetere agli attori, più volte, che il caldo incombe, le montagne di spazzatura si alzano, la puzza riempie i vicoli, stanca. E se invece l’intento fosse quello di analizzare i legami malati di una famiglia e l’ipocrisia della gente, perché ambientare il tutto proprio a Forcella?  Restiamo con questi interrogativi che, purtroppo, non ci permettono di applaudire giustamente gli ottimi attori di questo spettacolo. Menzione a parte per la scenografia in cui sedie, tavoli e letti di metallo scorrono su binari fissi, come ad identificare delle scelte dovute e obbligate, senza possibilità di deviazione. Con questo espediente si riesce ad entrare ed uscire dalle stanze, case e luoghi, per lo più serrati, in cui si svolgono le vicende.

FRATEME
Galleria Toledo Napoli
26-27 febbraio 2012
INTERNO5/LUDWIG
Testo e regia Benedetto Sicca
Movimento Pablo Volo
Con Paola Michelini, Luca Saccoia, Giorgio Sorrentino, Emilio Vacca, Valentina Vacca, Francesco Vitiello, Camilla Zorzi.