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La sala Verga di Catania, nell’ambito del cartellone 2011-2012 del Teatro Stabile etneo, interamente dedicato all’universo femminile e intitolato “Donne. L’altra metà del cielo”, sta ospitando la novità assoluta “La nave delle spose”, progetto drammaturgico di Lucia Sardo ed Elvira Fusto, con la regia di Giuseppe Dipasquale. Lo spettacolo, in un solo atto di circa 1’20”, si avvale di una scenografia visionaria, ammaliante, che ingloba tante storie in una sola storia, che fa tornare in mente il nostro passato di emigranti, fa riflettere sul presente, ovvero sulle drammatiche situazioni dei deportati del mare, degli immigrati dei nostri giorni, nonché sul difficile cammino verso l’emancipazione della donna. Tema drammaturgico dello spettacolo è quindi il dramma di donne accomunate da un unico destino, protagoniste di un viaggio collettivo metafora di altri viaggi. L’impianto scenico, curato dallo stesso regista Giuseppe Dipasquale, colloca la vicenda tra l’Oceano e l’interno di una nave dove si muovono donne e uomini. La piecè narra dei matrimoni per procura per cui le donne, tra gli anni Trenta e Quaranta, erano costrette a sposare uomini conosciuti soltanto attraverso le foto (spesso non veritiere) ed a raggiungerli affrontando un lungo e rischioso viaggio transoceanico. Inseguendo il cosiddetto sogno americano, fuggendo da una realtà che spesso le vedeva vittime in famiglia, succubi di mariti, fratelli o padri, le donne ed alcune ancora ragazzine, erano spesso obbligate dalle famiglie a lasciare la Sicilia e partivano con un bagaglio essenziale (spesso solo l'abito nuziale) e con un cuore carico di speranza ma anche di paura dell'ignoto, tra la malinconia dei paesaggi abbandonati. Una sorta di viaggio verso un mondo nuovo, sperando di trovare fortuna e soprattutto il compagno per una nuova e più fortunata esistenza.  Sulla scena e sulla “nave delle spose”, diretta verso la lontana America, trovano posto il burbero traghettatore Giovanni Capra ed Annaluna, narratrice e spirito vagante della stessa nave che segue i percorsi delle donne imbarcate dalla Sicilia. Sulla nave c’è Rosa, 12 anni, che quando non aveva ancora il ciclo mestruale riceve dal suo promesso sposo un pacco che contiene il vestito per maritarsi, Maria, sedici anni, muta e che viene scelta proprio perchè porta in dote il silenzio, Iolanda, la trentenne che fugge da un marito mafioso. Ci sono poi Giulia, ventenne aristocratica, figlia di un astronomo di Taormina che per scelta vuole viaggiare, Gina, l'orfana, cresciuta in un convento di suore, Concetta la suicida ed Emma, la prostituta. A bordo, oltre a Giovanni Capra, ci sono anche altri uomini partiti con la speranza di far fortuna in America: il mafioso Peppe Arena e Ninuzzu, il campagnolo bonaccione ed amante del pugilato e dei galli. Di particolare interesse, nello spettacolo e nella vicenda, la figura del traghettatore Giovanni Capra, cinico affarista senza scrupoli, che registra, detta i tempi dei passeggeri, li consiglia sulle prove che dovranno sostenere e che ha un rapporto particolare con Iolanda la fuggitiva. Intrigante poi il personaggio sfuggente di Annaluna, la divinità protettrice della nave, una sorta di Lare, che segue, comprende, le donne sulla nave attraverso la via della riflessione spirituale. La novità assoluta di Lucia Sardo ed Elvira Fusto, coinvolge per l’impianto scenografico e la dinamica ed accorta regia di Giuseppe Dipasquale, proponendo storie di donne che fuggono da un'ancestrale sottomissione, da soprusi, sopraffazione, inganni e vanno incontro, con paura, coraggio, ad un mondo che non conoscono e che sfocia il più delle volte in illusioni-disillusioni. In scena, tutto è amalgamato con grande professionalità e la vicenda viene narrata attraverso una intensa e drammatica narrazione che si fonde poi con la musica di forte impatto di Mario Incudine, i costumi intriganti di Marella Ferrera, i movimenti coreografici di Donatella Capraro ed il gioco luci di Franco Buzzanca. Coinvolgente e di particolare presa sul pubblico le scene del bagno igienico delle donne e del naufragio finale in cui l’inclemenza del tempo fa naufragare nave e sogni. Oltre a Lucia Sardo nei panni di una visionaria Annaluna e di Miko Magistro nel ruolo del cinico traghettatore, da segnalare il Ninuzzu campagnolo di Rosario Minardi e il mafioso di Enzo Gambino. Il resto del cast, assortito e pulsante, è formato da Ornella Brunetto, Annalisa Canfora, Giada Colonna, Valeria Sara Costantin, Federica Sandrini, Luana Toscano, Lucia Fossi, Luca Iacono, Marina La Placa, Liliana Lo Furno, Alberto Mica, Viviana Militello, Nicola Notaro, Ramona Polizzi, Lucia Portale, Francesco Russo, Clio Scirà Saccà, Giorgia Sunseri, Irene Tetto. Spettacolo d’effetto, con al centro la figura della donna alla ricerca della sua emancipazione e che, alla fine, raccoglie i consensi e gli applausi del pubblico in sala. ”In questo viaggio – spiegano le autrici, Lucia Sardo ed Elvira Fusto – si compie e si consuma una metafora: è il percorso di trasformazione e speranza di un’anima femminile, proiettata al futuro per lasciare il passato, ma con la consapevole certezza di un salto nel buio. È questo che fa grandi quelle otto donne, che le rende moderne eroine che lottano per l’ennesima emancipazione”.

LA NAVE DELLE SPOSE
di Lucia Sardo ed Elvira Fusto
Produzione Teatro Stabile di Catania
impianto scenico e regia di Giuseppe Dipasquale
costumi  di Marella Ferrera
musiche di Mario Incudine
movimenti coreografici di Donatella Capraro
luci di Franco Buzzanca
con Lucia Sardo, Miko Magistro, Ornella Brunetto, Annalisa Canfora, Giada Colonna, Valeria Sara Costantin, Enzo Gambino, Rosario Minardi, Federica Sandrini, Luana Toscano e con Lucia Fossi, Luca Iacono, Marina La Placa, Liliana Lo Furno, Alberto Mica, Viviana Militello, Nicola Notaro, Ramona Polizzi, Lucia Portale, Francesco Russo, Clio Scirà Saccà, Giorgia Sunseri, Irene Tetto.
Foto di Antonio Parrinello
Teatro Verga di Catania