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La compagnia Teatro Akropolis presenta per la prima volta in una unica occasione la sua trilogia su Nietzsche, in successione Amor Fati, L'anticristo e Morte di Zarathustra, una drammaturgia-studio intorno al pensiero del filosofo tedesco che da tempo è al centro del lavoro e dell'impegno di Clemente Tafuri e David Beronio, ideatori ed animatori della compagnia e della rassegna Testimonianze Ricerca e Azioni in corso

negli spazi di Genova Sestri Ponente. In scena, per la regia dei medesimi drammaturghi, Luca Donatiello, Giusi Lorelli e Felice Siciliano, che su questa azione stanno sin dall'inizio costruendo anche un loro interessante percorso di perfezionamento e sapienza recitativa. Averla definita drammaturgia-studio ne evidenzia le potenzialità intrinseche ed insieme le caratteristiche in continua evoluzione, frutto in sostanza di un rovello evidente che anima i drammaturghi nella ricerca di un continuo perfezionamento dei movimenti scenici nell'articolazione tra fisicità e amalgama con il testo, secco ed evocativo, che man mano decanta, sorta di residuo della distillazione sonora, alla fine delle singole performances. È d'altra parte un rovello che talora insidia la spontaneità e la sincerità della prestazione scenica quasi imprigionata nella esigenza ineludibile della significazione coerente, tanto coerente che fatica in certi momenti a traslare verso il pubblico. Del resto i due primi momenti della trilogia mostrano una evoluzione significativa verso una maggiore chiarezza sintattica che ha il suo centro nella spontaneità e nell'adesione con un sé diffuso che quasi in filigrana percorre, con tonalità talora tragiche, la drammaturgia. L'adesione allo spirito dell'antica tragedia, segno fondante dell'attività del teatro Akropolis come hanno sottolineato in una breve presentazione tra il secondo e il terzo momento della trilogia sia il filosofo Professor Angelino che il grecista Angelo Tonelli, emerge dunque nel tentativo di recuperare la spontaneità dello spirito dionisiaco nella danza dei corpi in scena. Spirito dionisiaco peraltro disperso da tempo e occultato nei meccanismi consueti e irrigiditi della prevalente rappresentazione contemporanea. E' una ricerca comunque interessante il cui fascino comincia ad essere percepito anche dal moderno spettatore se si considera che alla rappresentazione del 15 aprile seguiranno altre due repliche straordinarie ed inattese.