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Ci sono tre elementi in scena, illuminati da tre lampade, una lampada per ogni oggetto: a sinistra una culla bianca, al centro una sedia rovinata, a destra una tavola apparecchiata. Un uomo racconta quasi in modo epico, con enfasi, come se fosse un antico cantore, citando leggende e miti: “Cca na vota era tutta campagna”. Passato presente e futuro si mescolano nei ricordi, la culla diventa emblema delle nuove generazioni, figli di una terra contaminata dalla raffineria, figli nati malati. Le differenze sono importanti: noi ci siamo ammalati, ma i nostri figli, sono nati malati. Nel decennio tra il  1990 e il 2000, la percentuale dei danni sulla popolazione locale (Augusta Priolo e Melilli sono i comuni maggiormente interessati) aumenta fino ad una media dell’intero decennio del 3,18%, con un picco nell’anno 2000 con il 5,6% . Il territorio di Augusta, e con essa Priolo e Melilli non esiste più, è diventato un dato da analizzare, i figli dei contadini e dei pescatori, sono diventati operari impiegati e poi dottori ma il prezzo è stato alto. La nascita del polo petrolchimico più grande d'Europa, ha portato ricchezza e molti danni. L’assenza di sensibilità ecologica di leggi che tutelassero la salute delle popolazioni a contatto con le aree industriali, ha provocato lo squilibrio ecologico dell'intera area. Inquinamenti delle falde acquifere, incidenti sempre più frequenti, con incendi e esplosioni disastrose, emissioni improvvise di nubi maleodoranti e stranamente colorate. Il testo senza mai scadere nella retorica, racconta tutto questo. Ci invita a riflettere su i numerosi disastri ambientali del nostro Paese. Da Nord a Sud, l’elenco è lungo. Il Cineteatro Peppino Impastato di Cologno Monzese, sceglie una produzione del Teatro della Cooperativa per parlare di sicurezza dei luoghi di lavoro, per promuovere una raccolta fondi a favore dei lavoratori dell’Eureco, di Paderno Dugnano. Di recente il titolare dell’azienda Merlino è stato rinviato a giudizio per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose gravissime, incendio colposo, frode fiscale, stoccaggio, traffico e smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. In sala i parenti delle vittime, Mario Petazzini, presidente del comitato impegnato nella difesa dei lavoratori. Il sindaco e l’assessore al lavoro di Cologno Monzese ricordano i doveri delle istituzioni, il dovere al ricordo e all’indignazione. Renato Sarti del Teatro della Cooperativa, che ha prodotto lo spettacolo, interviene, poche parole per dire in poco tempo quello che va detto. “Mio padre si è ammalato di cancro a 48 anni. Lavorava con il catrame”. Non c’è più nulla da aggiungere. Solo una cosa, questa nostra terra, è come quella sedia in scena, sgangherata, rovinata, dobbiamo ancora imparare ad averne cura. Questo è il messaggio. Renato Sarti, regista, drammaturgo impegnato, attento alle problematiche civili e sociali, ha il dono della sintesi. Domenico Pugliares è anche autore del testo, ci coinvolge nella narrazione con vivacità e corpo che sa di terra e di mare, con toni attenti e misurati, scandisce una parola teatrale che scava nel dialetto siciliano, regalandoci freschezza ma anche qualche domanda: che cosa aspettiamo per cambiare, per fare quello che si deve fare? “Ju mi chiamo Tanino Giarrusso e aspettu un pisci... sugnu’n campagna e aspetto un pisci, picchi un pisci prima o poi arriva puru’ncampagna…” Uno spettacolo da vedere, per imparare a prendersi cura di ciò che veramente amiamo.

Produzione Teatro della Cooperativa
6% - Cca na vota era tutta campagna -
di e con Domenico Pugliares
regia di Marco Di Stefano
musiche di Fabio Pavan
disegno luci di Luca Grimaldi e Marco Mosca