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Appuntamento con la splendida Piazza San Matteo a Genova per i percorsi dell'identità del Festival Lunaria Teatro, giunto molto vitale alla quindicesima edizione. In scena, anzi sul sagrato dell'omonima chiesa, la Compagnia Teatro delle dieci-Envers teatro di Valeriano Gialli con una riscrittura drammaturgica e coreutica della famosissima fiaba di Charles Perrault. Protagonisti, anche delle coreografie di Michela Lucenti

ed Emanuela Serra, lo stesso Vlaeriano Gialli, che è anche regista, insieme a  Maria Paola Bardelli, Ivana Messina, Fulvia Roggero, Vincenzo Santagata e Giorgia Zago. Affronta, la drammaturgia, una identità dispersa e nascosta nella sintassi della fiaba, scrittura a più strati, che lo spettacolo riproduce nella reiterazione insistita degli eventi alla ricerca di una verità che forse non esiste, non è mai esistita e probabilmente mai esisterà.
Dispersione dell'identità che non riguarda solo i protagonisti ma gli stessi temi, essenziali all'umanità, sottesi, dalla guerra dei sessi, alle forme storiche e psicologiche dell'esercizio del potere, al rapporto tra rappresentazione e realtà e finanche a quello tra sadismo e misticismo di cui il riferimento a Giovanna d'Arco può essere indizio. Temi ed eventi che si affastellano scivolando talora un po' confusamente nei doppi o tripli fondi della trama scenica fino a tentare di raggrumarsi e solidificarsi in significazioni coerenti. Temi ed eventi in sé ponderosi e spesso angosciosamente elusi, che la drammaturgia di Gialli ripropone sul filo dell'ironia per recuperare ribaltando, come dal nome stesso della compagnia, nell'alienazione e nel distacco della pantomima la difficoltà del loro impatto deflagrante. La forza della trama scenica e della stessa sapienza attoriale dispiegata si mostra a volte fragile ed indifesa rispetto alla forza degli eventi affrontati, recuperando con difficoltà il proprio equilibrio. Nel complesso un tentativo autorevole e meritevole, ben apprezzato dal pubblico.