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Che cos’è l’Europa? Il vecchio continente disteso tra Gibilterra e i monti Urali è davvero casa nostra o è soltanto… una carta geografica: ricordo ingiallito riaffiorante dal nostro più o meno remoto passato di studenti? Esiste per davvero un’identità europea? E quali sarebbero le sue specificità culturali, sociali, economiche e... politiche? Quali i confini?
In un presente tormentato in cui ciascuno di noi è costretto quotidianamente a fare i conti con le durissime conseguenze pratiche dell’approssimatività con cui simili questioni sono state affrontate dalle passate generazioni (o peggio ancora non sono state affrontate affatto) e in cui l’incubo stagnante della crisi mette continuamente a repentaglio la possibilità stessa di sopravvivenza della vita culturale del nostro Paese, la gran kermesse del Ratto d’Europa propone alla città di Modena un’avvincente inchiesta interdisciplinare intorno alle possibili radici della nostra identità europea sviluppata attraverso il linguaggio del teatro, ma nutrita di tutte le possibili linfe che la vita all’interno di una comunità può distillare – da quella politica a quella religiosa, da quella civile a quella economico-finanziaria, da quella artistica a quella produttiva, o assistenziale, o sportiva… Non un semplice spettacolo, dunque, ma un articolato percorso mediante il quale l’intera città, per il tramite delle sue varie aggregazioni (scuole, biblioteche, università, comunità religiose, gruppi musicali, associazioni culturali, case protette, mondo dell’impresa…), sarà chiamata, idealmente e letteralmente, in scena per raccontare il suo rapporto con l’Europa utilizzando lo strumento vivido e prezioso della comunicazione teatrale in presenza, come sottolinea lo stesso Roberto Alperoli, Assessore alle Politiche Culturali, Turismo e Promozione della città di Modena: ”Un progetto  in cui la messinscena è importante ma è ma solo marginale rispetto a tutto il percorso e il lavoro che si nasconde dietro. Un progetto che suscita forte entusiasmo per la scelta di coinvolgere soggetti diversi uniti in una creatività sociale che va sottolineata”.

L’avventura prenderà il via a Modena in autunno: una settimana, dal 20 al 27 ottobre, per conoscersi, per divertirsi, per raccontarsi storie ed opinioni, pensieri ed emozioni, per cominciare a riflettere insieme su cosa sia l’Europa per ognuno di noi, come sottolinea Claudio Longhi, regista e curatore del progetto: “Durante questa settimana ci concentreremo su che cos’è l’Europa. Parlando con le persone e incontrando gli enti e le associazioni coinvolte nel progetto la mia stessa idea di Europa è già cambiata. Questo progetto vuole annodare diversi fili attorno all’idea di Europa coinvolgendo realtà diverse e l’intera città. Mi auspico che questo avvenga su più livelli e a più titoli facendo nascere diversi gruppi drammaturgici“. Una settimana perché il teatro invada la città e la città si raccolga intorno al suo teatro, sottolineandone la forte presenza come afferma Pietro Valenti, direttore di Emilia Romagna Teatro: “Per lavorare a questo progetto abbiamo pensato a questa città e a questo territorio: esiste un insieme di cittadini, come esiste una struttura che decide di lavorare su un progetto che richiede molte energie non soltanto dal punto di vista economico“. Una settimana per viaggiare attraverso libri, pagine di giornale, ricordi, suggestioni, utopie, suoni e colori, paure e speranze, lungo il labirinto della rete o per le suggestive vie di Modena e dei suoi dintorni, a piedi, in bicicletta, on line… Una settimana per scoprire un nuovo affiatato gruppo di lavoro teatrale: un ensemble di otto attori e una musicista in gran parte provenienti dalla recente fortunata esperienza della messa in scena de La resistibile ascesa di Arturo Ui, raccolti (come nel caso dello spettacolo brechtiano) sotto l’egida produttiva di Emilia Romagna Teatro Fondazione e Associazione Teatro di Roma e coordinati dal regista Claudio Longhi. Una settimana di appuntamenti con la compagnia del Ratto d’Europa per costruire una fitta rete di complicità e amicizie. Al centro degli incontri un mito antico: il rapimento di Europa, la bella figlia di Fenice, ad opera di Zeus trasformatosi in toro, e di lì la ricerca vertiginosa del destino del nostro vecchio mondo sul filo delle sue mille peripezie, dalle terramara dell’età del bronzo alle abazie medioevali, dalla stagione del “grand tour” alla seconda guerra mondiale, dalla CECA alla guerra degli spread.
A partire dal mese di novembre, di concerto con i partner locali coinvolti nel progetto e in stretto contatto con la compagnia, i temi proposti nella prima settimana di lavoro diventeranno oggetto di una composita geografia di ricognizioni critiche proposte alla città: laboratori di scrittura condotti sotto la guida degli otto attori della compagnia, gruppi di lettura e di discussione, concerti, mostre, presentazioni di libri e conferenze, rassegne cinematografiche, giochi e momenti di confronto: tante piccole tappe di un viaggio lungo otto mesi per portare Modena a raccontare le sue visioni del vecchio mondo.
L’arrivo? A fine primavera. Per celebrare insieme la festa d’Europa con uno spettacolo (Il ratto d’Europa appunto) costruito con la partecipazione, a doppio titolo, di tutta la comunità cittadina. Per un verso il copione presentato al Teatro Storchi dal 9 al 19 maggio sarà infatti il frutto del montaggio di materiali e suggestioni di scrittura mutuati dagli esiti degli atélier drammaturgici nati all’interno delle molte realtà modenesi coinvolte nel progetto; per l’altro la drammaturgia – frutto di una crezione collettiva – sarà sì rappresentata dalla compagnia, ma col concorso di drappelli di amici modenesi che, di volta in volta, vorranno avvicendarsi in palco nell’arco delle diverse serate. Un campione della città, dunque, portato in scena per oggettivare il rapporto di Modena con il vecchio continente. E intorno allo spettacolo un’ultima girandola di appuntamenti: la pubblica presentazione dei risultati dei laboratori di scrittura per le parti non confluite nella drammaturgia del Ratto d’Europa e l’esposizione dei lavori dei giovani artisti modenesi che avranno accettato di essere compagni di viaggio degli attori lungo tutta l’evoluzione del progetto.

Frutto di un rapporto di coproduzione tra Emilia Romagna Teatro Fondazione e l’Associazione Teatro di Roma, Il ratto d’Europa sfugge alle regole della distribuzione teatrale ordinaria. Trattandosi di un progetto/spettacolo che nasce e si sviluppa a stretto contatto con un territorio di riferimento esso non punta a produrre un allestimento da circuitare in tournée, ma mira a definire un modello di rappresentazione, che, in ogni città in cui arriva, rinasce sotto nuove forme a partire dagli apporti delle diverse comunità che vi partecipano. A Roma, seconda piazza visitata dal Ratto dopo la prima nazionale modenese, il lancio dell’operazione avrà luogo tra il 5 e il 14 dicembre 2012. Lo spettacolo, nella sua nuova versione capitolina, debutterà invece presso il Teatro India nella prossima stagione, a novembre 2013.

Enti coproduttori: Emilia Romagna Teatro Fondazione / Associazione Teatro di Roma

Gruppo di lavoro: Donatella Allegro (attrice), Nicola Bortolotti (attore), Michele Dell’Utri (attore), Simone Francia (attore), Olimpia Greco (fisarmonicista), Lino Guanciale (attore e curatore del progetto didattico), Claudio Longhi (ideatore e regista), Diana Manea (attrice), Giacomo Pedini (assistente alla regia e coordinatore), Marco Rossi (responsabile dello spazio scenico), Gianluca Sbicca (costumista), Simone Tangolo (attore), Antonio Tintis (attore)

Con la collaborazione di: Eugenia Caputo, Sara Colciago, Mattia De Luca, Valentina Fiori, Magda Gandini, Gianluca Latino, Andrea Massironi, Giulia Maurigh, Vincenzo Picone, Valeria Sacco, Riccardo Tabilio, Vittorio Taboga, Silvia Turrin.

Per informazioni:

Emilia Romagna Teatro Fondazione
059 2136011
http://www.emiliaromagnateatro.com
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