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L’elegante ed umanissima pièce “Il cappello di carta” di Gianni Clementi, autore  contemporaneo romano, tra i più interessanti e rappresentati del momento, ha inaugurato a Catania la nuova stagione teatrale (la quinta) del Teatro  Vitaliano Brancati, diretto dall’attore Tuccio Musumeci. L’allestimento del “Brancati”,  per la produzione del Teatro della Città, nei due atti diretti da Giuseppe Romani,

si avvale della suggestiva scenografia disegnata da Riccardo Perricone che immortala la vicenda nel povero interno di una famiglia siculo - romana degli anni Quaranta e dei costumi delle sorelle Rinaldi. “Il Cappello di carta”, che non è altro che il classico cappello dei muratori, è ambientato  tra l’estate e l’inizio dell’inverno del 1943 e narra la storia, in un modesto interno della periferia romana, di una famiglia operaia, immigrata dalla Sicilia da anni. La vicenda, con un dialetto siculo - romano, vede protagonisti Carlo, un nonno autoritario, muratore in pensione ed un pò svanito, il figlio Leone che ha ereditato da lui il mestiere di muratore, la nuora Camilla che non sopporta più le stranezze del vecchio, la figlia Anna, vedova e in cerca di sistemazione, il nipote Candido che vorrebbe far altro invece che sporcarsi con la calce, la nipote Bianca alle prese con la stagione dell’amore ed il suo pretendente Remo, amico a sua volta del fratello.  Battute esilaranti, di estrema semplicità e tanto realismo caratterizzano la prima parte dello spettacolo, che presenta il nucleo familiare che convive nel modesto interno della Roma degli anni Quaranta. Nel primo atto si definiscono i caratteri, le attese, le tipologie di uomini e donne diverse e legati ognuno alla propria generazione, si scontrano e si mettono a confronto, condividono o contrappongono i loro piccoli “drammi” e il loro sogni, semplici ma importanti e motivo di discussione o di svago diventa anche come si costruisce col giornale un cappello da muratore. Nella seconda parte cambia il ritmo ed il tono della vicenda e si passa ad una fase di “immobilità” in cui si percepisce l’impotenza dei protagonisti di fronte ai fatti che accadono fuori dallo loro vita domestica, ai quali assistono e che riportano nei loro drammatici racconti, sino al finale che lascia attoniti, che commuove. La regia di Giuseppe Romani, che si avvale di accattivanti musiche e motivetti degli anni Quaranta, preferisce le luci soffuse e basse per la maggior parte delle scene (le notturne, di sofferenza ed attesa, i monologhi) e illumina la scena solo nei momenti di affetto, romanticismo o allegria. Molto curata nei particolari la scenografia di Riccardo Perricone che, nello spazio abitativo della povera famiglia siculo - romana, si sofferma sui dettagli, evidenziando così, in ogni aspetto, la condizione d’indigenza dei protagonisti della vicenda. Cast all’altezza della situazione, cominciando dall’eclettico Tuccio Musumeci, divertente e commovente, nel finale, con il suo nonno Carlo, per poi continuare con Massimo Leggio nel convincente figlio Leone, con Olivia Spigarelli nei panni della moglie Camilla e Loredana Marino, la vedova Anna in cerca di sistemazione. Completano poi il cast Claudio Musumeci e Laura Tornambene nei panni dei nipoti di Carlo (Candido e Bianca), alle prese con le aspettative nel lavoro e nell’amore, Josefia Forlì, nel ruolo di Remo, l’amico di Candido e innamorato della sorella Bianca. Altro testo di grande umanità per Gianni Clementi, che anche stavolta regala momenti di risate, sempre eleganti e soprattutto tanti spunti di riflessione e di commozione. Applausi convinti alla fine da parte del pubblico per l’apprezzato testo, per la messinscena  e per l’intero cast.

Foto di Giuseppe Messina

“Il cappello di carta”
di Gianni Clementi
con Tuccio Musumeci,  Loredana Marino,  Massimo Leggio,  Olivia Spigarelli,
Laura Tornambene,  Claudio Musumeci,  Josefia Forlì
regia Giuseppe Romani
scene Riccardo Perricone
costumi Sorelle Rinaldi
foto Giuseppe Messina
produzione Teatro della Città
Teatro Vitaliano Brancati di Catania - 25 Ottobre - 11 Novembre 2012