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La sala Musco di Catania ed il Teatro Stabile etneo hanno ospitato l’eclettico artista Simone Cristicchi, cantante, autore, attore, con il monologo “Li Romani in Russia” (Racconto di una Guerra a Millanta mila Miglia), tratto dall’omonimo poema in versi di Elia Marcelli, con la regia di Alessandro Benvenuti, che illustra l’orrore della guerra attraverso la voce di chi l'ha vissuta in prima persona. Il lavoro, che ha superato le 180 repliche, ha debuttato a Mosca il 31 ottobre 2010, nell’ambito di “Solo”, la rassegna internazionale del monologo tenutasi al Teatro Na Strastnom.  Si tratta di teatro civile che si presenta nuovo per la forma del testo, con l’utilizzo della metrica dell'ottava classica, quella dei grandi poemi epici e del dialetto romanesco, la lingua del Belli che rende la narrazione ancora più schietta e veritiera. La messinscena è un affresco epico che non omette particolari crudi, rimossi dalla storia ufficiale e che diviene quanto mai attuale in un’epoca di “bombe intelligenti” e “guerre umanitarie”.  In scena ed in sala tra il pubblico, stupore, commozione e interesse per un Simone Cristicchi che, nei panni di un soldato, narra le disavventure di Gigi, Mimmo, Peppe, Nino, Nicola e Remo, un gruppo di giovanissimi soldati della Divisione Torino, spediti a morire dal Duce nella nota campagna di Russia (1941-1943). L’autore del poema in versi portato in scena, Elia Marcelli, è tra i pochi reduci che hanno riportato a casa dolore, rabbia e dovere di testimoniare la scomoda verità, narrando così nei particolari la spedizione.  E su una scena vuota, minimalista, Cristicchi racconta di un esercito di straccioni e sbandati a cui rimangono solo fame, freddo, paura e il sapore di una disfatta: partono 220.000 ragazzi e sulla strada del ritorno dalla Russia ne resteranno circa 90.000. Nello spettacolo emerge la retorica religiosa della guerra giusta, l’addio a Roma, il lungo viaggio a piedi, i combattimenti, l’arrivo del Generale Inverno, il nemico, la solidarietà del popolo russo e l’egoismo assoluto dei soldati che rende l’uomo simile alla bestia, il rispetto del proprio dovere, la ritirata, la disfatta, la morte. Immancabile, quasi come una sottolineatura amara, tra un capitolo e l’altro, la voce fiera di Radio Balilla, quella dei proclami trionfalistici e dei bollettini di regime e simbolo di una disinformazione sulla quale anche all’epoca si fondava il consenso delle masse.  L’appassionante avventura di questi ragazzi, poco più che ventenni, dalla partenza dalla caserma della Cecchignola è raccontata in scena, da un superbo e commovente Cristicchi con passione, rispettando in maniera assoluta la verità della storia, passando, grazie alla scorrevole regia di Alessandro Benvenuti, con delicatezza e fluidità dal grottesco al lirico, dal narrativo al tragico.  L’adattamento teatrale è firmato da Marcello Teodonio, musiche e sonorizzazioni sono di Gabriele Ortenzi/Areamag, le luci di Danilo Facco, i costumi di Sara Quattrini. Alla fine Cristicchi viene più volte richiamato sul palco dagli applausi entusiasti del pubblico, per un testo ricco di pathos, emozionante, divertente ma soprattutto attuale.

Simone Cristicchi in
Li Romani in Russia
Racconto di una Guerra a Millanta mila Miglia
tratto dall’omonimo poema in versi di Elia Marcelli
Regia di Alessandro Benvenuti
Adattamento teatrale Marcello Teodonio
Musiche e sonorizzazioni Gabriele Ortenzi/Areamag
Disegno luci Danilo Facco
Datore luci e fonico Stefano Iacovitti
Costumi Sara Quattrini
Teatro Musco di Catania, 14 novembre 2012