Dramma.it è un 'sito' ed è, credo, sin dalla sua costituzione il blog che più ha saputo armonizzare la sua forte caratterizzazione con l'apertura intrinseca al medium che ha scelto di utilizzare, la “rete” appunto. In un certo senso ha

saputo affiancare nel suo specifico, anticipandolo, un processo di trasferimento dalla comunicazione tradizionale, la carta stampata, o moderna, la televisione, verso la contemporaneità di internet, cui man mano si sono rivolti o stanno inevitabilmente per rivolgersi molti dei luoghi fisici o virtuali dove il teatro si crea e dove il teatro si giudica, dalle riviste di drammaturgia agli stessi drammaturghi e ai loro editori spesso in difficoltà.
Di una tale situazione in evoluzione ha peraltro saputo percepire le opportunità, la possibilità cioè di  concedere con la pagina elettronica più spazio all'elaborazione estetica ed artistica e insieme di raggiungere più persone soprattutto in quella fascia generazionale che su internet si informa, senza però nascondersi le insidie.
Tra queste in particolare il rischio di perdere un approccio rigorso e una onestà intelletuale che il sovrapporsi talora incontrollato di suggerimenti e stimoli avrebbe potuto incrinare.
È in questo la necessità di elaborare e consolidare gli elementi positivi già delle riviste di critica teatrale  di derivazione accademica, in particolare una linea editoriale chiara ed anche rigorosa che concilii la più ampia apertura nei confronti degli apporti che possono venire dall'essere all'interno di una rete di comunicazione non 'filtrata', con la necessità di selezionare e collegare i messaggi in un quadro di riferimento, citico appunto ed estetico, libero ma anche autorevole per strumentazione intellettuale e credibilità conseguente.
Da qui la necessità che la nostra redazione ha ravvisato e sempre perseguio di mantenere forti contatti e legami con l'accademia ovvero con la critica più istituzionale, detto senza alcun accento critico, per favorirne anche, a partire da una iniziale diffidenza ed anche supponenza, un approccio più positivo e reciprocamente collaborativo nei riguardi degli stimoli, artistici e di struttura di comunicazione, che la rete consente e instancabilmente suggerisce.
D'altra parte il sempre maggiore trasferimento di riviste, giornali e bollettini sulla rete non è solo conseguenza di problemi economici, ma anche della percezione che la diversa organizzazione della comunicazione che la rete consente è produttiva di innovazione anche dal punto di vista artistico ed estetico, stante che come noto il mezzo non è quasi mai neutrale rispetto al fine.
Non si tratta peraltro solo del maggior spazio che la comunicazione virtuale consente a ciascuno, ma anche dell'essere ogni operatore e collaboratore immediatamente esposto ad una platea vasta e variegata di lettori, ascoltatori, spettatori.
Questo come detto e per concludere non deresponsabilizza ma impone al contrario un rigore ancora maggiore, rigore che una redazione omogenea e in reciproco ascolto può e deve produrre, ed insieme pone il problema di un collegamento e coordinamento migliore tra blog e riviste on-line da cui può nascere la capacità di meglio selezionare e quindi promuovere e sostenere gli apporti più innovativi tra quelli che, in misura quasi illimitata, la rete può consentire.
Noi ne abbiamo esperienza diretta, per la progressiva e quasi esponenziale crescita dei 'contatti' in questi oltre 10 anni di vita, “Rete Critica” ed il suo premio possono essere uno scalino importante verso l'obiettivo di dare coerenza alla presenza del teatro nel suo complesso, dalla drammaturgia alla critica e anche all'accademia, sulla rete.