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Su uno schermo cinematografico scorrono bozzetti animati, rigorosamente in bianco e nero, proprio come i disegni che i bambini fanno sulla lavagna a scuola. Disegni che raccontano storie di soprusi, nei confronti del mondo innocente dell’infanzia che, per le grandi multinazionali, innocente non lo è per niente, anzi, è un mondo appetibile e commerciabile, una fonte ricca di guadagno. “ I bambini sono una categoria sociale potente: non solo portano altissimi fatturati ma influenzano il comportamento d’acquisto degli adulti”, afferma cinicamente una manager rampante. Da qualche anno il capitalismo ha scoperto una miniera d’oro, è cominciato così l’assalto ai bambini… lo spettacolo di Corrado Accordino, in prima nazionale, denuncia le forme d’invasione che i bambini subiscono da parte degli adulti. L’età dell’infanzia, che dovrebbe essere l’età della spensieratezza, del gioco, della creatività, dello sviluppo armonico della personalità, diventa oggetto di controllo del potere. Ricorrendo a formule innovative, disegno animato, musica, un grande schermo che costituisce quasi una barriera fra ciò che accade in scena e ciò che vive lo spettatore ( gli attori recitano dietro lo schermo), lo spettacolo, vuole provocare, sensibilizzare e ricordare che il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza dovrebbe restare un luogo inviolato e immune alle nostre cattive abitudini, quali? Quelle di certi adulti, consumatori più o meno coscienti, di certi genitori assenti, madri in carriera, padri irresponsabili, adulti da evitare che raccontano dei loro figli; raccontano  dei bambini che in scena non compaiono mai, vivono solo nel nostro immaginario, magari chiusi a chiave in una stanza perché hanno paura dei genitori. Si esce da teatro con la convinzione che i bambini che non c’erano, rappresentano la parte più sana della nostra società. Tre personaggi in cerca di una ragione: una giornalista che indaga sulla morte di un bambino per abuso di psicofarmaci, una donna in carriera spietata e pessima madre, un segretario tutto fare. Il grande schermo regala frasi scritte dai bambini e immagini animate che scorrono veloci a ritmo di disco dance. Dietro lo schermo gli attori raccontano l’assalto ai bambini, con gesti volutamente lenti, l’azione scenica è ridotta al minimo. Tuttavia i personaggi sono eccessivamente stereotipati, e la parola “teatrale” molto costruita, “Siamo a teatro o in aula ? Una messa in scena  quasi cattedratica…”, dichiara un’amica che mi accompagna. E qui s’introduce  un tema su cui ci sarebbe molto da discutere: dove nasce il piacere dello spettatore? Ha una sua oggettività?  Perché in certe rappresentazioni si avverte una mancanza, un’assenza? Perché si avverte in sala una freddezza? Eppure gli attori sono bravi, eppure il regista ha una buona esperienza alle spalle. Forse una risposta più o meno condivisibile c’è, anche se nessuno ha la verità in tasca.  Il lavoro della regia deve comunque tenere conto di due elementi importanti il ritmo e la dialettica, che inevitabilmente si crea fra molteplicità dei segni in scena e possibilità percettive dello spettatore, se lo spettatore è saturo, il suo piacere si arresta. Il godimento viene meno e l’emozione non si scatena. Il teatro è azione e relegare il ritmo e l’azione scenica esclusivamente all’animazione sia pure avvincente di Microfilm Studio è una bella sfida. Una scelta coraggiosa. Gli argomenti sono comunque molto significativi: bambini che trascorrono lunghe ore prigionieri di software potenti, di esperienze sempre più competitive, bambini che non possono annoiarsi… RL Stevenson in “Elogio dell’ozio” scrive “i giovani dovrebbero restare in ozio, l’ozio è creativo”… che cosa abbiamo fatto ai nostri bambini?  Le luci si spengono la quarta parete lascia la sala, la domanda resta sospesa nel vuoto.

PRIMA NAZIONALE
08 / 27 gennaio 2013
uno spettacolo di Corrado Accordino
con Corrado Accordino, Silvia Ferretti, Silvia Giulia Mendola
scene e costumi MariaChiara Vitalianimazione Microfilm Studioassistente alla regia Valentina Paiano, regia Corrado Accordino,produzione La Danza Immobile