Data pubblicazione
02-01-2002 01:00:00
Prolegomeni per una drammaturgia perfetta
Fabio Massimo Franceschelli
Nei "Prolegomeni per una drammaturgia perfetta" si affrontano situazioni care al Pirandello del periodo metateatrale utilizzando, nel contempo, un linguaggio drammaturgico abbastanza vicino al "teatro dell'assurdo". Un regista, che si auto-definisce "Teorico", decide di gettare le basi per una drammaturgia perfetta che superi e rinnovi tutto il teatro passato, da egli sentito come inattuale. Il Teorico connota in senso quasi messianico la sua "missione", dichiarandosi strumento della volont di un misterioso "Demiurgo". Per conto del Demiurgo, il Teorico vuole costruire un teatro ove la realt della vita quotidiana sia sublimata ed eternata dall'atto artistico; a tale fine utilizza una serie di personaggi che incontra casualmente, e gli fa recitare situazioni drammatiche tratte dalle loro vite. Di queste situazioni (che hanno come protagoniste due donne), una si modella sulla storia di Medea, tratta da Euripide, l'altra ricalca la vicenda di Fedra, anche questa da Euripide (Ippolito). La perfezione, si sa, non cosa umana, e il tentativo del Teorico di infrangere i confini che separano la vita vissuta dalla finzione scenica fallisce miseramente scatenando la rabbia del Demiurgo che travolger, tragicamente, tutti i personaggi. "Ubu", grave disabile impedito nei movimenti e nella parola, colui che il Teorico ritiene il pi inutile tra i personaggi che ha avuto a disposizione per costruire la sua drammaturgia perfetta, sar l'unico sopravvissuto alla strage finale.
dramma
italiano
2001
2
Da 61 a 90 minuti
4
4
2
2
no
si