Data pubblicazione
22-02-2010 01:00:00
Sonata in do minore n 8 op. 13
Giancarlo Loffarelli
LUI, 70 anni circa, un professore in pensione. Ha insegnato storia della musica allUniversit ed stato un importante pianista. E separato dalla moglie, che non vede da molti anni, e ha una figlia, che non vede da quando aveva pochi mesi. Ora completamente solo, costretto su una sedia a rotelle. LEI, 30 anni circa, la badante che si occupa del professore. E scappata di casa a seguito di uno scontro con i genitori, una famiglia di modeste condizioni economiche, e ha una cultura molto limitata (avendo abbandonato presto la scuola), una cultura fatta esclusivamente di televisione. Il professore nella continua attesa che sua figlia venga a trovarlo; attesa peraltro accentuata da telefonate di lei che promette un suo imminente arrivo che, puntualmente, non si realizza. La ragazza in continuo scambio di SMS con il suo ragazzo con il quale ha un rapporto difficile. Fra i due emerge, progressivamente, un rapporto fatto di reciproca dipendenza; economica, certamente, ma anche affettiva: lui vede in lei la figlia da cui avrebbe voluto avere quelle cure, lei vede in lui quel padre da cui avrebbe voluto avere una guida e un insegnamento. Costretti a una convivenza cos continuata, la loro giornata trascorre in unaltalena di tenerezza, scontro, freddezza, rottura e riappacificazione. Lentamente, comprendiamo che il professore s costruito una vita immaginaria, fatta di successi professionali e familiari, che nasconde un totale fallimento in entrambi i campi: non ha mai insegnato allUniversit ma semplicemente in una scuola media, la sua carriera pianistica stata estremamente mediocre, poco pi che amatoriale, e con la figlia non ha avuto alcun rapporto, neppure telefonico, avendo egli inventato totalmente le telefonate di lei che annunciavano una sua visita. Nel contempo, comprendiamo che anche la ragazza ha descritto al professore una vita che quella che avrebbe voluto avere pi che quella da lei realmente vissuta: non lei che cerca di troncare il rapporto con il ragazzo degli SMS ma, al contrario, lei sta cercando, con cupa disperazione, di riagganciare un rapporto che laltro rifiuta. Il progressivo palesamento di due personalit sostanzialmente bugiarde, conduce lo spettatore ad alternare sui due protagonisti giudizi opposti, essendo pressoch impossibile determinare se il loro rapporto fondato su un reciproco, cinico sfruttamento o su una, bench paradossale, pietas. Queste reciproche bugie, infatti, non sono volgari menzogne per ingannare laltro ma patetici tentativi per creare a se stessi mondi paralleli rispetto a un mondo reale da cui entrambi vorrebbero fuggire. E, in ultima analisi, ci che appare sempre pi che questo reciproco mentirsi produce nei due effetti benefici: aiuta lui ad affrontare meglio gli ultimi anni della vita e lossessiva paura della morte; aiuta lei ad acquistare una maggiore coscienza di s e del suo futuro. Soltanto nel finale, il pubblico, che ha assistito a tutta la vicenda con lo sguardo pietoso di un dio che osserva dallalto meschinit piccole e grandi, e soltanto il pubblico, non i due protagonisti, intuir che la ragazza era realmente la figlia di lui, tanto desiderata, e il professore il padre, mai conosciuto, da cui lei, mentendo, aveva detto di essere fuggita. Ignari di questa verit, sempre in attesa di qualcuno (il padre per lei, la figlia per lui) che, invece, gi arrivato, i due personaggi continuano una coesistenza ossessivamente ritmata sui consueti gesti quotidiani. Il testo strutturato secondo la tipica composizione musicale della forma sonata, che sempre bitematica e tripartita: due temi (uno detto maschile e uno femminile) vengono esposti (prima parte), sviluppati (seconda parte) e infine ripresi (terza parte). In particolare, il testo segue la struttura della Sonata in do minore n 8 op. 13 di Ludwig van Beethoven, meglio conosciuta come Patetica, che pi volte suonata dal protagonista maschile del testo nel corso della vicenda rappresentata.
dramma
italiano
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