Data pubblicazione
27-12-2010 01:00:00
Il cavaliere della carretta
Roberta Rizzato
Ginevra chiama il suo bambino, suo figlio, Ancillotto (chissà perché non Lancillotto). Lui è il cavaliere designato a difenderla dai malvagi. Sarà l’“imperfezione” di questo nome leggendario oppure più semplicemente che la violenza che si scatena tra le mura domestiche è una forza troppo grande da affrontare per un bambino, ma le vite di Ginevra e di suo figlio Ancillotto si consumeranno in un’atmosfera di ordinaria ferocia casalinga. Ancillotto non riuscirà a salvare Ginevra e nemmeno se stesso. La carretta (quella della leggenda narrata da Chrétien de Troyes) scorrerà davanti agli occhi di Ancillotto ma lui non vi salirà, per paura o per vigliaccheria. O forse per una subdola complicità con il padre. Un testo in cui la veglia e il sonno si confondono e si sovrappongono, e gli incubi, in un incessante riproponimento degli avvenimenti, sono la pena da scontare per la colpa. La violenza domestica, quella che segna tragicamente le vite di molte donne e dei loro figli, accomuna i destini di persone appartenenti a culture diverse e provenienti dalle più disparate latitudini. Vi possono essere vie di riscatto, come testimonia la storia suggerita pudicamente da Fatima, oppure vicoli ciechi che non lasciano scampo di sopravvivenza ai protagonisti. Come per Ginevra e il suo Ancillotto, cavaliere senza carretta.
dramma
italiano
2008
3
Da 61 a 90 minuti
1
1
1
1
si
Premio San Vitale, sezione teatro - testo vincitore
si