Data pubblicazione
18-08-2011 02:00:00
Beatrice Cenci
PierLuigi Licenziato
Una leggenda romana racconta che la notte fra il 10 e l’11 settembre il fantasma di una donna senza testa compare su ponte Sant’Angelo recando in mano una lanterna. Si tratta dell’anima di Beatrice Cenci, giovanissima nobildonna, che torna a cercare il proprio capo reciso in quel luogo l’11 di settembre del lontano 1599. L’accusa: essere l’assassina di suo padre Francesco. L’omicidio si è consumato in una località chiamata Rocca della Petrella, allora nei territori abruzzesi del Regno di Napoli, dove Francesco Cenci si era rifugiato per sfuggire alle congiure papali e dove da tre anni obbligava la figlia e la moglie Lucrezia (sposata in seconde nozze) a vivere segregate e prive di ogni decoro. In quel luogo dimenticato Francesco obbliga la figlia alla prigionia ed alle peggiori umiliazioni, arrivando forse anche ad abusarne sessualmente. E lei, fatta della stessa tempra del padre, reagisce facendo di Olimpio, il guardiano della Rocca, il suo amante e convincendolo ad assassinarlo. Dopo qualche tentativo andato a vuoto, dopo aver cercato di farlo rapire dai briganti che infestavano le campagne, dopo aver tentato inutilmente di avvelenarlo con del veleno fornito dal fratello Giacomo rimasto a vivere in città, la notte dell’otto settembre 1598 Olimpio con l’aiuto di Beatrice e Lucrezia si introduce nella Rocca e, complice Marzio Catalano un popolano della Petrella, uccide a bastonate Francesco Cenci addormentato. Poi gli assassini tentano di simulare un incidente sabotando il balcone dal quale la vittima era solita affacciarsi. Ma il sabotaggio è compiuto in maniera approssimativa, le lenzuola sporche del sangue della vittima nascoste malamente, le chiacchiere della matrigna con le serve poco prudenti e le voci della tresca fra Olimpio e Beatrice già diffusesi in paese da molto tempo. Così la macchina della giustizia si mette in moto spinta dai pettegolezzi di paese e dall’interesse del Papa di Roma che vedeva nella vicenda un ottima occasione per accaparrarsi le ricchezze dei Cenci. Le indagini partono in maniera lenta ed indolente, tanto che nessuno di loro si preoccupa di mettersi in salvo ma anzi, tornano a vivere a Roma come se nulla fosse accaduto. Tuttavia si era ormai messo in moto un meccanismo inesorabile che porterà tutti i Cenci e Marzio ad essere rinchiusi in carcere e torturati per estorcere loro una confessione. L’unico che fa in tempo a non essere arrestato è Olimpio, ma per eliminare uno scomodo testimone Giacomo Cenci lo fa assassinare sulla via di Anticoli, oltre il confine con il Regno. Nel frattempo Marzio muore in seguito ai tormenti che gli vengono inflitti e tanto Lucrezia quanto Giacomo scaricano su Beatrice ogni responsabilità nella speranza, vana, di salvarsi. A nulla valsero le testimonianze degli abusi e delle sevizie subite dal padre per salvare la vita della giovane, la “giustizia” papale trovò il suo compimento all’alba del 11 settembre 1599. Il dramma, terribile nella sua attualità, racconta la scelta di libertà e morte di una donna che si ribella alla condizione di figlia-serva. Uccide, ma con la morte riscatta se stessa consegnandosi alla leggenda ed al mito della città di Roma. Molte sono infatti ancora oggi le testimonianze della vicenda presenti e visibili nella città e grande fu l’impatto della sua vicenda sull’immaginario popolare. La rappresentazione si muove in un delirio onirico che, in un continuo salto in avanti ed indietro nel tempo mette in scena i fantasmi che agitarono la protagonista durante il suo ultimo giorno di vita, nel percorso dalla cella nel carcere di Corte Savella fino al patibolo davanti al Castel Sant’Angelo. Si disse di lei che fu vittima esemplare di una giustizia ingiusta , resta oggi la domanda che Beatrice stessa pose ai suoi aguzzini: aver voglia di togliersi dall’ingiustizia è delitto o giustizia?
dramma
italiano
2011
2
Da 61 a 90 minuti
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4
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no
si