Bassa marea
Roberto Russo
Uno spazio chiuso. Due persone. Due donne. “Bassa Marea” è il dramma – commedia sull’alienazione di due donne, madre e figlia, che limitano la propria vita e i propri sogni a poche decine di metri quadrati di abitazione. In questo spazio si verificano piccoli, minimi eventi (discussioni, ripicche, litigi) che paiono sempre a metà strada fra la commedia umoristica, il dramma personale e la tragedia familiare. Tragedia della follia potenzialmente imminente. A dominare la scena non c’è un personaggio, ma una cosa: l’abitazione. E’ lei che forma ed incide sui caratteri e sulle sensazioni di disagio delle donne. Un mondo, quindi, composto da quattro mura. Un mondo di gesti ripetitivi, di antichi rancori, di ripicche continuamente replicate che possono stemperarsi nella rassegnazione e nell’accettazione ma che, al contrario, possono anche esplodere nell’insofferenza e nella violenza. Tutto questo, attraverso due prove da attrici, accade in “Bassa Marea” e si concretizza in un finale imprevedibile ed emblematico. Tutto ciò che appare nella storia delle due donne e nella vicenda che raccontano è innaturalmente “basso”: basse le aspirazioni, i pensieri, i discorsi. “Basso”, bassissimo, quasi inesistente, è il rumore dell’esterno. E’ come se le due donne si trovassero in un’affollatissima strada lungo la quale, però, nessuno parla e nessuno le guarda. E, come a volte accade nella realtà e, soprattutto, nella cronaca che conosciamo tramite tv e giornali, può verificarsi che un qualsiasi accadimento minimo, che in un ambito più ampio sarebbe stato appena avvertito, in uno spazio più piccolo e soffocante, produca un’eco amplificata, insopportabile e reazioni imprevedibili.
L’aspirazione alla fuga, che nelle due donne apparentemente esiste, si evidenzierà solo come teorica e mai veramente “sentita” perché la casa è il rifugio, la tana, l’unico orizzonte, il tempo che non scorre a pochi passi da un disagio psicologico vicino alla schizofrenia.
L’aspirazione alla fuga, che nelle due donne apparentemente esiste, si evidenzierà solo come teorica e mai veramente “sentita” perché la casa è il rifugio, la tana, l’unico orizzonte, il tempo che non scorre a pochi passi da un disagio psicologico vicino alla schizofrenia.
dramma
italiano
1994
1
Da 31 a 60 minuti
0
0
2
2
no
si