Data pubblicazione
29-02-2012 01:00:00
Le mani aperte
Roberto Russo
“Le Mani Aperte” è un viaggio all’inferno e ritorno attraverso i ricordi, o meglio, i fantasmi della memoria di Paolo Rocca. L’inferno, per il protagonista, è una situazione permanente ed ha i connotati di una persistente negazione di sé e della propria omosessualità. Ambientato a Napoli, all’inizio degli anni ’60, il lavoro inizia dalla fine e cioè dal ritorno di Paolo Rocca nella casa di famiglia, ormai deserta, che conserva intatte, per lui, tutte le presenze e le sensazioni che avevano condizionato la sua vita sin da bambino. Nato in una famiglia piccolo borghese negli anni ’30, Paolo ha dovuto subire tutte le convenzioni del vivere “medio”: il decoro, la rispettabilità, la tradizione, veli leggeri ma occultanti che, a mò di simbolo, sono anche presenti nella progettazione scenica.
Attraverso vari episodi (la guerra, il dopoguerra, il trasferimento a Milano, l’incontro con la nuova realtà economica e sociale che nasceva alla fine degli anni ’50) Paolo acquisisce, non tanto la consapevolezza, quanto, “il coraggio di sé”. Ombre, a tratti rassicuranti e a volte insidiose, popolano sia la casa che la memoria di Paolo Rocca e sollecitano, in alcuni casi, la tenerezza del suo ricordo e, in altri, sussurrano malevole reminescenze per evidenziare quel suo senso del peccato, vera causa del dolore (“nocciolo della ciliegia”) che è alla base della tormentata personalità del personaggio. Paolo riuscirà ad acquisire il controllo della casa e della propria vita non prima, però, di avere affrontato il suo unico, vero, nemico... “Le Mani Aperte” è un monologo scritto da Roberto Russo e (molto) liberamente ispirato ad “Alexis” di Marguerite Yourcenar. Di questo famoso romanzo si è teso conservare il dolente senso di ricerca da parte del protagonista ma, “mediterranizzandolo” e, cioè, rendendo Paolo Rocca capace di reazioni e di un approccio alla vita molto più viscerale che intellettuale.
dramma
italiano
2002
1
Da 31 a 60 minuti
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