Data pubblicazione
29-02-2012 01:00:00
Quattro di maggio
Roberto Russo
Siamo a Napoli, all’inizio degli anni ’60. Titina, la capera, (capera era l’acconciatrice di capelli che girava per le case e sapeva tutto di tutti, mestiere che si è perso) è molto risentita con il suo Mito, il suo Santo preferito, il Padre per antonomasia, San Gennaro, non solo perché non ha impedito, nonostante le sue preghiere, la tresca fra suo marito ed un’altra donna, ma anche perché, compiendo comunque il Miracolo, non ha fatto sentire la sua riprovazione alla città per il grave torto che, a causa di oscure manovre politiche, ha subito il secondo Padre putativo di Titina e, cioè, il Comandante Achille Lauro, destituito da coloro che la donna considera “infami”. San Gennaro e il Comandante Lauro rappresentano per Titina il desiderio di affidarsi a qualcuno per vedere risolti i propri problemi e, in qualche modo, entrambi, secondo la donna, hanno compiuto dei miracoli. Certo, il Comandante, regalando prima delle elezioni a molti napoletani, una sola scarpa, e rinviando la consegna della seconda all’esito della consultazione elettorale, si è, per ora, limitato ad un miracolo al 50%, ma il problema è che San Gennaro non l’ha adeguatamente protetto. Al termine, Titina, riceverà il miracolo dal Santo, la tanto agognata “seconda scarpa”, ma in una forma non prevista… Grottesca parabola sulla Napoli di ogni tempo, sempre alla ricerca di qualche “Padre”, “ Quattro di Maggio ” (che per i napoletani è la data degli sfratti di casa e, qui, appunto, la donna ha intenzione di dare lo sfratto al Santo che l’ha delusa) è stato scritto nel ’98 e nel ’99 è stato finalista del Premio Studio 12 di Roma.
commedia
dialetto
1998
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Fino a 30 minuti
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