Data pubblicazione
17-08-2004 02:00:00
Il viaggio
Nini Ferrara
Tratto dall'omonimo racconto di Nini Ferrara ed edito nel giugno 2003 per i tipi della prestigiosa rivista "Aperture - Punti di vista a tema", Il Viaggio la storia di una donna - una donna troppo giovane per essere madre - che rivive in un'immaginifica dimensione il dramma di una maternit, a lei da altri negata. Un viaggio senza inizio, senza una meta, che pare snodarsi ritualmente, intimamente perpetuarsi nella mai sopita ricerca di una risposta semplice. Di un perch che appare essere presso, tangibilmente intuibile, ma che si dissolve innanzi ad altri "perch". Quelli che non invocano alcuna risposta. Quelli che sono genesi improvvisa d'emozioni, sentimenti, passioni. Quelli che indissolubilmente legano. O recidono. E che pi sovente conducono i nostri passi.I nostri "veri" passi. Felpati e volitivi insieme, passi che incidono cammini. Ne sopravvivono orme. Indelebili orme. Orme come immagini, attimi, incontri. Che determinano i nostri istanti di oggi. E quelli a venire. Di queste immagini, reali, o sole verit di un inconsistente quotidiano, si anima Il Viaggio. E sono immagini che si forgiano naturalmente e con inusitata immediatezza gi tra le pagine del racconto, ove le stesse parole sembrano smettere la loro forma e prendono a plasmarsi intorno a voci, rumori, vicoli. Occhi. Aspira al teatro, Il Viaggio. Senza forzature. Come se i personaggi - pirandellianamente - vogliano sfuggire le maglie del racconto e consegnarsi al pubblico senza altra mediazione se non quella dell'emozione che ambiscono lasciare affiorare in ogni spettatore. Lievemente. Si svela lentamente la vicenda; si sgrana il ritmico eterogeneo incedere di una storia che "appartiene" ad ognuno di noi e che nel suo rinnovarsi pare anelare ad una sorta di purificazione. Ed in essa ritrovare i perduti "frammenti" di una donna che vivono soltanto negli occhi vagheggiati di un bimbo mai stato vivo. Di un bimbo mai nato. E' un "giorno di luna" il tempo de Il Viaggio. Ed in esso si animano ombre che scivolano lungo le strette vie di una citt senza nome che muta al mutare d'ogni pensiero. Come se non altrove, se non dentro s stessi, si intrecciassero strade di pietra che potranno essere percorse una seconda volta. Identica la vita. Nell'imminente messa in scena, accanto alla sobriet di un impianto scenico che vuole trascinare ogni spettatore, e rendere anch'esso protagonista della pice, in un teatro ove nulla semplice elemento decorativo fine a s stesso, la scelta di un rigore registico ed interpretativo che nella nudit della propria "arte" vuole riconsegnare al pubblico l'Eduardiano significato di un'emozione. Un significato che vive in noi e nel nostro "essere" teatro.
dramma
italiano
2004
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Da 31 a 60 minuti
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