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Achille Mango: il professore del Teatro
di Anna Maffei
Questa non vuole essere una commemorazione o un nostalgico ricordo. Achille Mango, il primo e più giovane docente di “Storia del teatro e dello spettacolo” in Campania, fu non solo un accademico dell’Università di Salerno ma anche e soprattutto il fautore del “decollo” della cultura teatrale d’avanguardia. Oggi, a distanza di circa tre anni dalla sua scomparsa, vorrei ,quale sua allieva prima e collaboratrice poi,diffondere la sua preziosa opera, per il mondo universitario ma soprattutto per il Teatro. Nato a San Chirico Raparo(Potenza), nel 1924, Mango viveva a Roma ma aveva come seconda patria Salerno. Qui giunse nel lontano 1968(dopo essere stato direttore della Biblioteca Nazionale di Roma), quale docente presso la Facoltà di Magistero di cui poi divenne Preside dal ’79 al 96. Trent’anni d’impegno, vivendo con pienezza tutti i movimenti ideologici di quegli anni. E ve ne furono..! Forse tanti giovani ( campani, calabresi, lucani) iscritti presso l’Università di Salerno tra gli anni Settanta e Novanta avranno avuto la fortuna di sostenere esami con lui, seguire i suoi corsi così vivi e stimolanti. Ricordo ancora una lezione “toccante”. Invitò tutti noi a rispettare 1 minuto di silenzio per l’allora improvvisa scomparsa del grande attore Romolo Valli e, subito dopo, da” vero teatrante”, lasciò che lo spettacolo continuasse...:la sua voce che spiegava e, di sottofondo, una musicassetta con il “Concerto di Colonia” di Keit Jarrett! Stare seduti ad ascoltare letture di brani teatrali, discutere di metateatralità, della dialettica tra realtà e finzione, erano momenti di grande coinvolgimento, era un “rito” che ogni volta si rinnovava.
Innegabile la capacità oratoria e il potere di fascinazione sugli ascoltatori che gli venivano dalla grande cultura ma anche dalla gran voglia di essere “ dentro” al tempo in cui viveva, attento alle novità , sensibile ai cambiamenti. Insieme a Filiberto Menna (allora docente di Storia dell’arte contemporanea e critico d’arte,attualmente anch’egli scomparso) e a Giuseppe Bartolucci , critico teatrale, fu il “padre” di tante rassegne d’avanguardia che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia culturale ed artistica di Salerno ,in particolare, ma in fondo della Campania tutta. Fu lui poi a diventare amico e, ancora una volta, “padre spirituale” di un’intera generazione di giovani artisti:Il Carrozzone, I Magazzini Criminali, Teatri Uniti, Leo De Berardinis, Falso Movimento( Mario Martone e Toni Servillo). In Achille Mango sembravano coesistere due anime contrapposte: la minuziosità dell’uomo “di lettere” e la creatività anarchica del contemporaneista.Tanti degli odierni attori e registi di teatro di ricerca devono a lui la spinta, l’incentivo. Il professor Mango aveva anche voluto e creato(tra mille difficoltà, considerando i già scarseggianti spazi dell’Ateneo…) un laboratorio presso l’Istituto di Storia dell’arte dove i” suoi” gruppi potessero lavorare e fare ricerca. Grande gentiluomo, dall’alto del suo metro e novanta, con il sorriso simpatico e sornione,appena celato dagli eterni baffi,Achille apriva le sue braccia, il suo cuore e soprattutto la sua “mente” a chiunque gli prospettasse il “nuovo”. Senza mai rinnegare tuttavia la storia del teatro, le origini che peraltro insegnava doviziosamente e pretendeva si sapessero alla perfezione. Esigente e liberale, aveva capito, che in quegli anni ( ma comunque sempre) il teatro e la vita erano più che mai uniti e non bisognava soccombere ad una sorta di “morte della partecipazione”( vedi un suo saggio) all’evento teatrale. Disse infatti che”La funzione pedagogica assegnata al teatro dalla classe dominante può essere esercitata unicamente se esiste una struttura fortemente predeterminata dentro la quale siano contenuti i discorsi ammessi e siano controllabili tutti i comportamenti potenzialmente eversivi”[cit].Come a dire che il teatro” doveva essere libero” da schemi; gli stessi testi potevano essere sottoposti a svariate operazioni di rimaneggiamento, se necessario, per la scena. E infatti”…autore non è soltanto Pirandello…i Viviani,i De Filippo, i Fo che scrivono testi sulle loro personali dimensioni di attori ;autori sono anche i Vasilicò, i Ricci, i Perlini che non compongono drammi ma scritture sceniche, ossia precisano e sottolineano l’autonomia dello spettacolo, non considerando il testo come elemento catartico dell’intero sistema rappresentativo”[cit]. Eravamo agli albori delle operazioni sul testo, dell’entrata della tecnologia sulla scena. .Forse del teatro di ricerca in senso stretto è rimasto poco. Forse mancano le grandi ideologie che sottendevano quelle operazioni innovative. Il teatro era allora una forma “alta” di contestazione e a quella contestazione Achille ha dato sempre una mano perché la riteneva giusta, sana, necessaria. Accanto ai giovani , giovane anche lui, contento anche di prendere insegnamenti dall’ormai cresciuto figlio Lorenzo. Mi disse un giorno:”Ad un certo punto, i genitori diventano figli dei propri figli, devono saper imparare da loro…..e devono anche obbedire..!!” Lo diceva con fierezza perché era quello che si aspettava. Ora Lorenzo Mango è docente di Storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Napoli:a guardarlo, quasi una clonazione.. Sicuramente in lui,oltre i tratti somatici molto simili, c’è tanto di Achille il quale gli ha lasciato un’enorme eredità scientifica tesa sempre e comunque al “ricercare”, a “studiare il tempo in cui si vive”. In fondo uno dei grandi insegnamenti del professor Achille Mango è proprio quello che”..noi non possiamo permetterci di interpretare l’insieme nel quale viviamo senza tener conto che le differenze esistono e che il cosiddetto vivere civile si basa proprio sulla consapevolezza della loro esistenza.”[cit]. Il teatro, i teatranti, gli autori possono e devono guardare il mondo da quest’ ottica per non diventare “….giullari del potere costituito e niente più di questo.”[ cit]. Completamente d’accordo! E grazie ancora di tutto, Achille!