Un angolo di
romanità di Anna Maffei |
L’ultima opera rappresentata al Rossini sarà “L’elisir d’amore” di Donizetti, il 20 aprile 1896. Dopo 24 anni di “affitto” e d’attività ininterrotta, il Teatro fu restituito alla Congregazione di Carità. Lo spazio lasciato dal teatro divenne prima sede della Libreria Desclèe e poi un archivio. Non più canti e suoni, battimani e risate: solo silenzi ricoprivano i documenti ecclesiastici chiusi in anonimi raccoglitori. Più avanti, neanche più l’archivio: un magazzino scomposto e polveroso. Alla metà del ‘900, Checco Durante riapre il “Rossini”, grazie al sostegno di due funzionari dell’Ente Comunale di Assistenza(ECA). Il bel teatrino riapre così i battenti, ospitando testi romaneschi o riduzioni in dialetto di commedie nate in altra lingua. Checco Durante e sua moglie Anita attirano attorno a sé altri attori dialettali che accompagneranno negli anni l’attività del Teatro: Enzo Liberti, Alfredo Paliani(cioè Alfiero Alfieri), Renato Merlino, Gianfranco Funari. Alla morte di Checco Durante, nel 1974, le sorti del teatro sembrano volgere nuovamente al peggioma sua moglie Anita, prende il timone della Compagnia e coraggiosamente affida il ruolo di capocomico ad Enzo Liberti. Il gruppo si associa in cooperativa e prende il nome di “Compagnia Stabile del Teatro di Roma “Checco Durante”. La sua programmazione è molto apprezzata dalla stampa perché coerente portavoce di un teatro dialettale anacronistico e arcadico ma ancora funzionale ad un “suo” pubblico tradizionalista. Per 10 anni continua con successo malgrado i ripetuti problemi di salute di Liberti che costringono la Compagnia ad interrompere spesso le rappresentazioni. Liberti muore nel maggio 1986. La Compagnia comincia a perdere pubblico e consenso della stampa fino a quando non si pensa di chiamare un “certo” Alfiero Alfieri che faceva consuetamente il “tutto esaurito” con le sue performance d’attore-animatore ovunque lo ospitassero. La stagione 1990/91, con questo nuovo attore e la sua Compagnia che affianca la novantenne ma energica Anita Durante, incuriosisce pubblico e giornalisti. Il Rossini torna agli antichi fasti gremito di un pubblico informale, convinto, che si diverte e ride di cuore. Anche quando per motivi tecnici e burocratici il Rossini deve interrompere la sua programmazione, la Compagnia continua la sua attività nelle feste di Capodanno o, in estate, sulle coste calabre con spettacoli all’aperto. Con tenacia e caparbia, memore delle passate “grandezze” di questo Teatro dove è nato lo spettacolo in “romanesco”, Alfiero Alfieri e la sua Cooperativa ha da sempre profuso impegno e sostenuto spese onerose pur di ridarlo ai Romani. Nella stagione 95/96 viene rappresentato“Il malato immaginario” di Molière, riduzione comica in vernacolo. Altro lavoro interessante e di buona “presa” “Er marito de mi moje”, ricca saga degli equivoci, delle caricature, più volte rappresentato ed adattato dai maggiori vernacolieri. Nel teatro di Alfieri non mancano certamente alcune forme di “trasgressione”...verbale ma non più di quelle che giornalmente vengono propinate da televisione e cinema o, magari, sono abitudine comune anche in ambienti “bene”…! In fondo il teatro “deve” essere un po’ trasgressivo: poi si può scegliere di assistervi o meno. Pian piano anche i copioni curati da Alfiero Alfieri crescono in arguzie e nuove idee: non solo sono fabbrica di risate ma anche testi ricchi di riferimenti a modelli nobili quali Sordi, Fabrizi, Rascel. In omaggio all’attore Aldo Fabrizi la Compagnia,dal 1999, consegna in una speciale serata, alla presenza di illustri personaggi dello spettacolo e della politica, il “Premio Aldo Fabrizi: un Impegno per Roma”. Non solo spettacolo, dunque, ma anche impegno culturale che mantiene sempre vivo il legame di questi bravi attori con la loro amata città. A tutt’oggi la Compagnia Stabile del teatro dialettale romano continua ad alternare commedie classiche ad affreschi di vita romana in rigoroso dialetto, e copioni nuovi che sanno d’avanspettacolo, sempre molto curati nei ritmi e nelle invenzioni sceniche. D’altra parte Alfieri è”vero” sulla scena:scanzonato, provocatorio, innocentemente “volgare” per spingere alla risata… Un angolo, il “Rossini” che, con i suoi bravi attori tra cui Monica Paliani, regala momenti di sana euforia, grazie ad una colorita comicità .Una tradizione che va gelosamente conservata e “tenuta” con cura,lasciando che il “nuovo” avanzi senza, però, travolgere questo prezioso passato. TEATRO ROSSINI- STAGIONE TEATRALE 2003-2004 fino al 14 marzo:”Doppo tanta fame…tanta fama!!!” dal 18 marzo al 20 giugno: “Mamma non lo sa! E papà?” dal 24 giugno al 12 settembre:”L’avaro” di Molière ALFIERO ALFIERI: |