La versione italiana e la scorrevole regia di Sergio Fantoni guidano Andrea Jonasson e Massimo Venturiello nell'adattamento teatrale di “Piccoli crimini coniugali”, testo di Eric Emmanuel Schmitt, considerato uno degli autori di maggior successo nel panorama della drammaturgia francese contemporanea. Un menage coniugale all'apparenza perfetto e poi un banale incidente domestico a sconvolgere il tran tran quotidiano e da questo spunto prende avvio la riuscita macchina scenica di “Piccoli crimini coniugali”, proposto al “Verga” di Catania, nell’ambito del cartellone 2005/2006 dello “Stabile” etneo, in una coproduzione La Contemporanea-Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
Gilles, uno scrittore di gialli che vive tra contraddizioni e confusione, viene colto da amnesia per aver ricevuto un colpo in testa e non sa più chi è. Si ostina a dare del lei alla dolce, bella e devota signora che lo assedia con le sue attenzioni, non riconoscendo in lei sua moglie Lisa. Attraverso un percorso difficile ma appassionante, fatto di scoperte continue e di un confronto incessante, a volte doloroso, Gilles e Lisa ricostruiranno il loro rapporto e lo vivranno con un nuovo, più consapevole, entusiasmo.
La pièce in un solo atto, con la piacevole e mai banale scrittura dell’autore, non ha mai cedimenti e quindi non annoia, insegue battute a doppio senso, strane e misteriose allusioni, in una atmosfera che da serena si fa, poi, misteriosamente incerta e inquietante, fino a mettere a nudo tutte le diversità, le ambiguità, i tanti aspetti del carattere, le debolezze e le contraddizioni della vita di coppia di Gilles e Lisa. Schmitt utilizza il pretesto dell'amnesia di Gilles per svelare i meccanismi profondi e misteriosi della coppia, osservandone le dinamiche, i limiti, le fissazioni, in un gioco di calma e di violenza, di buona educazione e di istinti bestiali, parlandoci della coppia. E lo spettatore viene spinto, come in una seduta psicanalitica, con dei continui colpi di teatro, ad una riflessione sui rapporti umani che si sgretolano, giorno dopo giorno, attaccati dall’abitudine, dallo scemare del desiderio e che possono rinascere solo attraverso una crisi.
Le musiche dello spettacolo sono di Cesare Picco, l’elegante scena (lo studio-salotto, con tanto di libreria, della coppia protagonista) ed il disegno luci di Nicolas Bovey.
Straordinari ed estremamente a loro agio i due interpreti sulla scena: la bellissima e sensuale Andrea Jonasson che nei momenti più vivi dello spettacolo, tira fuori la sua lingua madre e Massimo Venturiello, capace di alternare il comico e l’ironico con l’aspetto più sofferente e drammatico dell’uomo innamorato che vuole salvare ad ogni costo il suo rapporto, anche riconoscendo i suoi errori. Consensi del pubblico per la messinscena, per gli interpreti e per un testo davvero raffinato e che ogni coppia che si rispetti dovrebbe vedere e rivedere, per riflettere sui vari aspetti (l’amore, la gelosia, l’attaccamento, l’abitudine, il perdono e la voglia di restare insieme, nonostante le insidie e le difficoltà) del proprio menage.
L’AUTORE
Eric-Emmanuel Schmitt è nato a St. Foy Les Lyon nel 1960; figlio di due sportivi, ha preferito da subito gli studi letterari e si è diplomato al Conservatorio di Lione. Laureato all’Ecole Normale Supérieure d’Ulm a Parigi ed aggregato di Filosofia nel 1983, appassionato di letteratura e di musica, Schmitt divideva il suo tempo fra i suoi corsi di filosofia e numerose letture.
È dopo un viaggio nel deserto di Hoggar, dove l’autore racconta di aver vissuto un’esperienza unica, che decide di mettersi a scrivere. Nel 1991, il suo primo lavoro, La Nuit des Valognes, incontra un successo immediato. Schmitt s’impone come autore di successo nel 1993 con Le Visiteur, incontro improbabile fra Freud e Dio. Questa opera ottiene tre Molières nel 1994. Da allora ha scritto otto opere, tutte di grande successo, come Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano e Piccoli crimini coniugali. La maggior parte delle opere sono tradotte all’estero e l’autore ha una fama internazionale. Molti suoi libri sono poi stati oggetto di trasposizioni cinematografiche. Jean-Paul Belmondo, Alain Delon, Omar Sharif, tra gli altri, hanno accettato con piacere di recitare nei ruoli dei suoi personaggi. Sono del 1997 un ritratto di Diderot e i romanzi “La Secte des Egoistes” e “L’Evangile selon Pilate”. Schmitt ha anche tradotto delle opere liriche. Premiato dall’Académie Française nel luglio 2001 con il Grand Prix du théâtre per l’insieme del suo lavoro, Schmitt è l’autore di teatro contemporaneo più rappresentato del momento. Per le edizioni e/o sono in preparazione i romanzi “Milarepa”, “La part de l’autre” e “Lorsque j’étais une oeuvre d’art”.
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