In controtendenza rispetto all’accentramento delle proprietà e dei poteri che in Italia si sta attuando, nel corso degli ultimi dieci anni, l’editoria teatrale si è ben sviluppata. Se soltanto alcuni anni fa poche erano le collane che si impegnavano nel teatro, in quanto volumi destinati a vendere poco, oggi esiste una pluralità che può far ben sperare. In questo arco di tempo gli editori hanno adottato diverse soluzioni per riuscire a rendere più interessanti - e vendibili - i libri editi.
Lo stesso mercato editoriale sta cambiando radicalmente, e le librerie - tranne eccezioni - si stanno sempre più tramutando in vetrine del nuovo, store eleganti e affascinanti dove il libro viene offerto all’acquirente come un bel soprammobile, come un profumo: basti pensare alle Feltrinelli e alla Fnac. Anche le case editrici, quelle maggiori che negli anni hanno inglobato altre case minori - il connubio Mondadori Einaudi, La Rcs Libri che ha acquisito Bompiani, Sonzogno e altre - ritirano i libri dagli scaffali, lasciandone poche copie per le librerie e rimpiazzandoli con i nuovi. A parte la saggistica, è ben difficile trovare tra gli scaffali un romanzo uscito due anni prima, a meno che non si tratti di un autore best seller.
L’editoria teatrale, e più nello specifico quella parte di editoria teatrale specializzata nella pubblicazione di testi di autori contemporanei invece vive secondo ritmi ben diversi, e punta a mantenere i volumi negli scaffali per lungo tempo. E’ la politica adottata dalla Ubulibri, dalla Gremese, dalla Costa & Nolan, le case editrici che negli ultimi due decenni hanno prodotto di più e ottenendo maggiori risultati.
La Ubulibri guidata da Franco Quadri ha oramai assunto il ruolo di capofila, con pubblicazioni che vanno dal cinema di Takeshi Kitano e Marco Bechis fino alla storia del teatro napoletano e ai testi del giovane Fausto Paravidino. E’ senza dubbio la casa editrice di riferimento per il teatro. E nelle diverse collane vengono presentati testi meravigliosi come le opere di Tadeusz Kantor, Thomas Bernhard, Rainer Werner Fassbinder, Botho Strass, Heiner Müller, Hermann Broch, Copi, Giuliano Scabia, Arno Holz, Pablo Picasso, Rainer Maria Rilke, Spiro Scimone, Arthur Schnitzler, Werner Schwab, Lars Noren, Biljana Srbljanovic, il volume raccolta sui nuovi arrabbiati inglesi (Kane, Ravenhill, Crimp) a cura di Barbara Nativi e Luca Scarlini, il volume raccolta sulla drammaturgia canadese (Bouchard, Tremblay, Dubois, Chaurette), e ancora Federico Tiezzi, Franco Brusati, Franco Scaldati, Antonio Tarantino, Antonio Syxty, Edoardo Erba, Enzo Moscato, Bernard-Marie Koltès, Angels in America di Tony Kushner. E poi i volumi sui registi e le compagnie: Castri, Trionfo, Richards, Barba, Ronconi, Wilson, Stanislavskij, Strehler, Vasil’ev, Kantor, Mejerchol’d, Delbono, Raffaello Sanzio, Albe, Brook. E non vanno dimenticati i meravigliosi volumi sulla danza contemporanea - Pina Bausch, Virgilio Sieni - e i resoconti di esperienze formative come l’Ecole des Maîtres, e i ventiquattro
Pataloghi.
La Gremese, gestita in maniera differente e attenta a diversi campi oltre a quello del teatro e dello spettacolo, presenta due collane: Quaderni di Teatro, che raccoglie diversi testi di singoli autori, e Teatro, in cui vengono pubblicate singole pièce. Entrambe sono sotto la cura di Rodolfo di Giammarco. Molto interessanti sono le raccolte dei testi di Alan Bennett, Claire Dowie, Conor McPherson, Ugo Chiti, Giuseppe Manfridi. Tra i testi della collana Teatro spiccano Skylight di David Hare, Simpatico di Sam Shapard, La notte poco prima della foresta di Koltés, Das Kaffeehaus di Fassbinder, Sotto lo stesso letto di Ljudmila Razumovskaja, Soli con tutti di Alexandr Gilman, ben tre edizioni di Ruggero Cappuccio , cinque drammi di Steven
Berkoff.
La Costa & Nolan presentava - la casa editrice è stata portata con una certa abilità al fallimento - molte pubblicazioni di altissimo profilo editoriale, come i due volumi collettivi dedicati a David Mamet, nei quali figuravano testi essenziali come Perversioni sessuali a Chicago e Glengarry Glen Ross. Di Mamet è stato infine pubblicato Oleanna, uno degli ultimi lavori teatrali da lui firmati. Ma la drammaturgia statunitense - dopo il grande lavoro svolto dall’Einaudi che nel corso degli anni Sessanta Settanta e Ottanta aveva introdotto in Italia le opere dei quattro grandi autori americani novecenteschi, ovvero Eugene O’Neill, Arthur Miller, Tennessee Williams e Edward Albee, oltre a testi evento come The brig di Brown portato in scena dal Living Theatre - è stata uno dei punti focali dell’attività editoriale della casa editrice genovese. Di fatti, oltre a Mamet, sono stati pubblicati i volumi Scene americane, contenente tre capolavori di Sam Shepard, e Nuovo Teatro d’America, a cura di Mario Maffi, con il quale si traducevano in Italia testi poi diventati basilari come La trasfigurazione di Benno il ciccione di Albert Innaurato, Hurlyburly di David Rabe, Mezzanotte al Greasy Spoon di Miguel Piñero. E come non ricordare il piccolo ma più volte ripreso Line di Israel Horovitz, testo portato in scena per la prima volta nel 1971 e diventata in seguito la più lunga produzione off-Broadway. Altro volume collettivo di grande interesse è stato il Teatro della Perestrojka, a cura di Gaimpaolo Gandolfo, che ha introdotto quattro autori tra i più interessanti dell’età gorbacioviana: Aleksandr Gelman (poi pubblicato anche da Gremese), Nicolaj Koliada con La fionda, uno dei testi di maggiore successo, e due drammaturghe, Ljudmila Petrusevskaja (poi pubblicata anche da Ricordi Teatro) e Ljudmila Razumovskaja (poi pubblicata anche da Gremese). Non va dimenticata la pubblicazione di autori come Herbert Achternbush, il cui Ella ha portato molta fortuna a Walter Malosti e a Lady Godiva, Bernard-Marie Koltés con Lotta fra negro e cani, Michel Vinaver, Valere Novarina, Jan
Fabre.
Tra le grandi case editrici, quelle con alle spalle decenni di attività, e i cui volumi si trovano in tutte o quasi le librerie - oggi costosissima è la distribuzione, forse il vero scoglio per una nascente casa editrice - vanno rimarcate l’attività della Mondadori, che ha pubblicato ad esempio un volume antologico sulle commedie di Giuseppe Patroni Griffi, la Bompiani che ha edito la raccolta Opere dei testi di Carmelo Bene, la Sellerio con una collana diretta da Michele Perriera, e che vede ad oggi una dozzina di volumi pubblicati tra i quali il Trittico dell’obbedienza di Biancamaria Frabotta, il Mistero del mazzo di rose di Manuel Puig, Agata di Marguerite Duras. Inoltre, l’Adelphi pubblica talvolta nella sua Piccola Biblioteca testi teatrali, come Jacques e il suo padrone di Milan Kundera e i tre radiodrammi di Ingeborg
Bachmann.
Un discorso a parte merita l’Einaudi, che ha creduto nel teatro dedicandogli una apposita collana. In essa sono apparsi testi come Aspettando Godot, Giorni felici e Finale di partita di Samuel Beckett, Yerma di Federico Garcia Lorca, Lunga giornata verso la notte di Eugene O’Neill, tutto Bertold Brecht, tutto Harold Pinter, tutto Luigi Pirandello, Il legno dei violini di Ingmar Bergman, i testi teatrali di Massimo Bontempelli, Morte di un commesso viaggiatore e Sono tutti miei figli di Arthur Miller, Chi ha paura di Virginia Wolf di Edward Albee, Lo zoo di vetro e Un tram che si chiama desiderio di Tenneesee Williams, Girotondo di Arthur Schnitzler, La cantatrice calva di Eugene Ionesco, Era glaciale di Tankred Dorst, La macchina infernale e La voce umana di Jean Cocteau, Molti amori di William Carlos Williams, La deposizione di Emilio Tadini, testi della Maraini (poi editi in quattro volumi da Bompiani), Commedia armoniosa del cielo e dell’inferno e Scontri generali di Giuliano Scabia, tutto Shakespeare, tutto Ibsen, tutto De Filippo, tutto Cechov, Splendore e morte di Joaquin Murieta di Pablo Neruda, Eschilo, Seneca, Plauto, Carlo Goldoni, Arnold Wesker, La commedia delle vanità di Elias Canetti, Jean Genet, Ubu Re di Alfred Jarry, Boris Vian, I Cenci di Antonin Artaud, Molière, I fisici di Friedrich Dürrenmatt, La presa di potere di Ivan lo sciocco di Antonio Porta, Una candela al vento di Aleksandr Solzenicyn, L’uomo disabitato di Rafael Alberti, Prometeo incatenato di Robert Lowell, Ruzante, Max Aub, Roger Vitrac, Rose rosse per me di Sean O’Casey, Witold Gombrowicz, Doring Lessing, La commedia degli straccioni di Annibale Caro, L’istruttoria e La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat rappresentati dai filo-drammatici di Charenton, sotto la guida del Marchese di Sade di Robert Weiss, Esseri irragionevoli in via di estinzione di Peter Handke, Il fu Mattia Pascal di Tullio Kezich, Emigranti di Mrozek, La cosa in sé di Fruttero e Lucentini, La gatta cenerentola di Roberto De Simone, fino alle cinque pièces di Sarah Kane. Un patrimonio enorme, inestimabile.
Altre case editrici sono da anni attente soprattutto alla saggistica e agli studi teatrali, senza però rinunciare alla pubblicazione di testi. E’ il caso della romana
Bulzoni, che ha pubblicato strumenti critici quali Teatro di Poesia di Lorenzo Mango, Per un teatro povero di Jerzy
Grotowski, Diario teatrale di Jann Kott, Mahabharata. L’epica indiana e lo spettacolo di Peter Brook di Valerio Di
Bernardi, Lo spazio vuoto di Peter Brook, Le mille notti del critico di Roberto De
Monticelli, accanto a drammaturgie di Rosso di San Secondo, di
Witkiewicz, di Brian Friel , uno dei maggiori drammaturghi irlandesi viventi e autore del celebre Ballando a
Lughnasa, l’ottimo volume antologico curato da Sebastiana Fadda Teatro Portoghese del XX Secolo contenente ben diciassette pièces in formato integrale corredato da accurate schede biografiche e da una doppia introduzione. E non va dimenticata la recente collana teatrale
Bettiana, sostenuta dal Comune e dall’Università di Camerino in nome della memoria dello scrittore e drammaturgo Ugo Betti, in cui è apparso
Pesach/Passaggio di Laura Forti, testo intenso vincitore del premio Ugo Betti 2001.
Un collana che ha editato ottimi volumi ma che è andata in fallimento
è stata la fiorentina La Casa Usher, che si è mossa negli anni
Ottanta, dando alle stampe testi come Trilogia del rivedersi e Visi
noti, sentimenti confusi di Botho Strauss, Uscita di emergenza di Manlio
Santanelli, Katzelmacher e Libertà a Brema di Fassbinder. Il meglio
però questa casa editrice l’ha dato in un’altra collana, Oggi, del
teatro a cura di Fabrizio Cruciani, che ha pubblicato volumi come Il
teatro dei sogni materializzati di Sergio Secci sul Bread and Puppet
Theatre, Il luogo del teatro di Jacques Copeau, Jerzy Grotowski di
Jennifer Kumiega. Recenti voci sembrano dare per certa una ripresa delle
attività editoriali sia per La Casa Usher che per la Costa & Nolan.
Interessanti sono le pubblicazioni del Teatro di Genova, in stretta
collaborazione ora con con il Melangolo ora con la Marietti. Fino ad
oggi sono stati pubblicati poco meno di un centinaio di volumi, tra i
quali vanno segnalati La donna seduta di Copi, Lo storpio di Inishmaan e
La bella regina di Leenane di Martin McDonagh, Rosales di Mario Luzi,
Suzanne Andler di Margherite Duras, Glengarry Glen Ross di Mamet,
Giacomo, il prepotente di Giuseppe Manfridi, I serpenti della pioggia di
Per Olov Enqvist, Roberto Zucco di Koltés, Tuttosà e Che bestia e
Lapin Lapin di Coline Serreau, L’affare Makropulos di Karel Capek, e
vari classici. Altra casa editrice scomparsa è la Ricordi Teatro,
divorata dalle acquisizioni incrociate dei grandi gruppi finanziari agli
inizi degli anni Novanta. Angela Lucrezio Cavicchio, dopo il naufragio,
è riuscita a mantenere il fondo dei volumi che ancora oggi distribuisce
attraverso Outis - Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea con
sede a Milano. Diversi drammaturghi italiani hanno visto le loro prime
pubblicazioni in questa collana, tra i quali Raffaella Battaglini con il
suo Conversazione per passare la notte, Giuseppe Manfridi con Stringiti
a me stringimi a te e una trilogia di drammi in versi , Alberto Bassetti
con La Tana, Rocco D’Onghia con Lezioni di cucina di un frequentatore
di cessi pubblici ed in seguito Tango americano. Spazio venne dato anche
alla drammaturgia internazionale: figurano infatti nella collana testi
come Non c’è domani di Julien Green, La seconda vita di Francesco d’Assisi
di José Saramago, il bellissimo Tre ragazze vestite d’azzurro di
Ljudmila Petrusevskaja. I volumi sono tutti reperibili presso Outis, che
l’anno scorso ha ricominciato a pubblicare in un nuova collana, il cui
primo numero ha visto l’uscita di Bambole di Pia Fontana. La Rubettino,
casa editrice cosentina, presenta una collana dedicata al teatro
contemporaneo curata dalla studiosa Valentina Valentini, che ad oggi
presenta sei volumi, l’ultimo dei quali (in uscita) dedicato al Teatro
Valdoca. Si tratta di volumi di ricognizione su esperienze teatrali
della recente ricerca italiana, che però non rinuncia a pubblicare
drammaturgie, come nel caso di Lucio di Franco Scaldati. Una casa
editrice davvero interessante, che pubblica romanzi e racconti di
personaggi come Massimo Bontempelli, ma che resta invisibile è la CRT
di Pistoia, casa editrice che presenta anche una collana di
drammaturgia. Questa collana ha all’attivo ben nove libretti, tra i
quali figurano Eraclito di Maura Del Serra, La stanza di sopra di Ricci
& Forte, La neve in cambio (trilogia) di Chiara Guarducci, Eldorado
di Renato Giordano, L’amore con Erode di Costanza Caglià, incredibile
diario di una donna che ha vissuto tutta la vita in manicomio e in un
pensionato a Firenze. Edizioni che andrebbero riproposte anche ad un
grande pubblico, che di certo saprebbe apprezzare. Vi sono poi teatri e
compagnie che editano collane di drammaturgia a margine di premi,
festival o delle proprie produzioni. E’ il caso di Intercity Plays,
volumi antologici curati da Luca Scarlini e Barbara Nativi a margine del
lavoro svolto attorno al festival Intercity che ogni hanno ha luogo a
Sesto Fiorentino; è il caso della collana x il teatro, a cura del Css
di Udine, nel quale vengono pubblicati i testi vincitori del Premio
Candoni - Arta Terme; è il caso della Collana del Bambino Vispo,
edizioni del Teatro della Valdoca; è il caso della collana Simulazioni
di Clueb Edizioni / Teatro delle Moline, Bologna.
Intercity Plays è una pubblicazione giunta nel 2000 al quarto quaderno:
il festival autunnale ogni anno è dedicato ad una capitale: Londra,
Parigi, New York, Berlino, Lisbona. I registi del Teatro della Limonaia
e i ragazzi della scuola teatrale Laboratorio Nove scelgono dei testi
dell’ultima generazione, li traducono e li mettono in scena, invitando
gli autori stessi, i registi che li hanno rappresentati nei diversi
paesi, e pubblicando parte dei testi tradotti in questi volumi. E’ in
questo modo che in Italia sono circolati pièces come Morire e Carezze
di Sergi Belbel, Disco Pigs e Bedbound di Enda Walsh, Sarah Kane,
Shopping & Fucking di Mark Ravenhill, Perché John Lennon porta la
gonna e Colando da ogni orifizio di Claire Dowie, Il banco sceglie di
Patrick Marber, Natacha de Pontcharra, Dog House di Gina Moxley, Le muse
orfane e Il cammino dei Passi Pericolosi di Miche Marc Bouchard, Marcus
von Meyenburg, La masticazione dei morti di Patrick Kermann, Ero in casa
e aspettavo la pioggia e Le regole del saper vivere nella società
moderna di Jean-Luc Lagarce, tanta giovane drammaturgia europea emersa
negli anni Novanta. Un lavoro che è poi approdato alla pubblicazione di
volumi ad opera di case editrici come Einaudi, Gremese e Ubulibri. Il
festival del 2002 è dedicato ad Atene e alla Grecia. Questo operare con
giovani drammaturghi internazionali viene portato avanti anche in
provincia di Viterbo, ad opera di un gruppo di teatranti guidati dal
drammaturgo Gian Maria Cervo, che da alcuni anni organizza il festival
Quartieri dell’Arte, manifestazione che ha portato in Italia autori
come Roland Schimmelpfennig, Tony Kushner, Dejan Dukovski. La collana x
il teatro, curata del Centro Servizi e Spettacolo di Udine, sotto l’egida
di Rita Maffei e l’attenta vigilanza di Franco Quadri, presidente del
premio Candoni - Arta Terme, pubblica i testi che più si
contraddistinguono durante il premio. Il Candoni si caratterizza per
essere in fondo l’unico riconoscimento che commissiona i testi agli
autori contemporanei (viventi!) italiani, scegliendo alla fine (e
sottolineo alla fine) un vincitore. Tra i volumetti pubblicati figurano
Gloria del teatro immaginario di Giuliano Scabia, Stranieri di Antonio
Tarantino, La festa di Spiro Scimone, Nel tempo insolito di Sonia
Antinori, La caduta di Massimo Bavastro, Popul Vuh di Antonio Syxty, Per
il bene di tutti di Francesco Randazzo, Dejavu di Edoardo Erba, 5 x 1 di
Ebraico Luttamann, Betty di Remo Binosi. Ma è interessante sottolineare
come dal Candoni siano passati autori appartenenti a diverse
generazioni. Peccato che la collana non goda di maggiore diffusione. La
Collana del Bambino Vispo è un caso di “editoria forzata”
esemplare: forzata non perché vi sia stata una imposizione esterna,
bensì perché i testi messi in scena da una compagnia non trovavano
ascolto (il giusto ascolto) da parte delle case editrici di cui si sta
parlando in questa panoramica. Così, la stessa compagnia si è fatta
anche casa editrice. E’ un’operazione che non ha coinvolto
esclusivamente il Teatro della Valdoca, ma che si è era già vista con
la Raffaello Sanzio e la sua casa editrice del Bello Estremo, Marco
Martinelli del Teatro delle Albe che ha trovato nella concittadina
Danilo Montanari l’editore di buona parte dei suoi testi . E l’essere
parte di una città e quindi il diventare un riferimento per il panorama
culturale locale o cittadino o regionale ha permesso ad autori come Enzo
Moscato, Manlio Santanelli e Annibale Ruccello di trovare un sostegno
negli editori locali, come è il caso di Guida, attivissimo editore
napoletano, che ha in Guido Baffi e in Luciana Libero due intellettuali
voraci e prolifici. Guida ha pubblicato l’opera omnia di Cesare
Viviani e di Annibale Ruccello, diversi testi di Moscato, e tanti altri
testi e saggi sulla drammaturgia partenopea. Proprio con questa casa
editrice la Libero ha pubblicato Dopo Eduardo. Nuova drammaturgia a
Napoli , testo basilare unitamente al recentissimo Il rito, l’esilio e
la peste di Enrico Fiore per orientarsi nell’abbondante produzione
teatrale campana degli ultimi tre decenni. Anche in questo caso un
infelice rapporto - non so se si tratti di una politica errata o al
contrario di un disinteresse intenzionale - con la distribuzione rende
questi volumi di difficile reperimento.
La collana Simulazioni, diretta da Luigi Gozzi e da Marinella Manicardi
ed edita dalla Clueb di Bologna, si è specializzata su testi costruiti
attorno ad un canone di semplicità, ed una parte dei testi è ispirato
allo schema “tre” ideato da Gozzi. Nella collana figurano: Via delle
oche di Carlo Lucarelli, L’impero dei sensi di colpa di Duccio
Camerini, Binomio di Luigi Gozzi, Venire, a Venezia di Paolo Puppa,
Cerimonia di Marcello Fois, 2 fratelli di Fausto Paravidino. Negli
ultimi due anni Teatro Nuova Edizione e Teatro delle Moline hanno
promosso il convegno Scrivere per il Teatro, che nel marzo 2001 e 2002
ha raccolto in quel di Bologna molti drammaturghi, critici e operatori
italiani, riconducendo di fatto i teatranti a discutere apertamente
dello stato della drammaturgia contemporanea e a riflettere sulle
eventuali misure da adottare per sostenere la scrittura e la sua
rappresentazione.
La distribuzione e la visibilità sono dunque due elementi centrali,
problematiche che ritornano ogni volta si intenda costruire un progetto
editoriale e/o culturale che presenti un certo grado di serietà e di
passione - mi paiono due aspetti oramai inscindibili. Come è dunque
possibile rendere visibile una buona casa editrice oggi senza inseguire
la distribuzione capillare in tutte le città della penisola? Internet,
senza alcun dubbio, sta consentendo a diverse esperienze di raggiungere
un pubblico dapprima specifico, mirato, di probabili interessati, e
lentamente anche ad un pubblico più variegato. E questo
indipendentemente dal gruppo in questione: si tratti di una rivista, si
tratti di un gruppo di web designers, si tratti di una neonata casa
editrice le opportunità e l’iter da seguire attraverso internet e i
nuovi media sono le stesse. E questo percorso è quello che in parte
intende seguire anche il giovane editore Maximilian La Monica, curatore
per anni dell’Agenda Teatrale, nel 2001 di Theatralia - guida che in
seguito è passata di mano in mano terminando a quanto pare la sua
esistenza proprio quest’anno - e da due anni direttore responsabile
della nuova guida Teatro e Dintorni . La guida rappresenta il nucleo di
una casa editrice, Editoria & Spettacolo, la quale presenta due
collane: Visioni, in cui figurano libri sulla storia e l’analisi del
teatro contemporaneo (Perla Peragallo, Isadora Duncan, da Stanislavskij
a Brando) e Percorsi, che ad oggi ha pubblicato la commedia in due atti
Il lungo cammino degli elefanti di Gaspare Dori. Ed è insieme a questa
esperienza che ManifatturAE sta dando vita a due volumi, Lo spazio
aperto - il teatro ad uso delle giovani generazioni (13 interviste
esclusive a formazioni della ricerca) e l’antologia Un albero in scena
- l’arte dei versi nella drammaturgia italiana contemporanea.
Esistono poi diverse altre collane, come quella del Fondo Carlo Terron,
e i molti testi editi nelle riviste specializzate, quali Hystrio e
Sipario.
C’è quindi una attività variegata nel campo della drammaturgia
italiana, sebbene poche siano le case editrici che sono state in grado
di darsi una struttura adeguata per sostenere una distribuzione
capillare e per resistere alle inevitabili flessioni di vendita che il
mercato editoriale ripropone da molte stagioni. Forse, proprio come nel
teatro, la resistenza è il primo scoglio da superare. Di certo,
allungare l’occhio oltre le Alpi può lasciare esterrefatti: la
quantità di case editrici che pubblicano e che nascono in Francia e in
altri paesi d’Europa è ragguardevole, rispetto a questo - seppur
limitato - sguardo nel mercato editoriale italiano.
Articolo pubblicato su http://www.manifatturae.it
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