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Preferirei di no
di Maurizio Giordano
Ha debuttato nella sala del Teatro Vitaliano Brancati di Catania la pièce in due tempi di Antonia Brancati, “Preferirei di no”, spettacolo proposto all’interno della stagione “La Memoria delle Radici - Le Radici della Memoria” della nuova struttura catanese diretta da Tuccio Musumeci. Lo spettacolo, con la regia di Romano Bernardi, è proposto dalla Compagnia delle Isole e vede sulla scena, nell’interno di una casa in un paesino di montagna, una madre ed una figlia, nella finzione scenica Teresa e Diana e nella realtà, rispettivamente, Alessandra Cacialli e Debora Bernardi. L’autrice, Antonia Brancati, figlia di Vitaliano ed Anna Proclemer, presente alla prima, in un quasi claustrofobico interno mette a confronto due donne, due modi diversi di sentire, vedere e vivere la propria esistenza. Teresa, resa con grande pathos e con la solita signorilità e padronanza scenica da Alessandra Cacialli, è una donna problematica, paurosa e chiusa, che vive fuggendo dalle proprie responsabilità e che si è allontanata dal marito. Diana, la figlia, è spregiudicata, opportunista e condivide la morale, le idee e i miti della nostra società. Le due si rivedono dopo vent’anni e la figlia cerca di ritrovare, per convenienza, un dialogo con la madre, arroccata nelle sue convinzioni di donna libera, mentre la figlia cerca di tirarle fuori delle dichiarazioni per una intervista da pubblicare su un importante rivista. L’incontro si mantiene sempre conflittuale, fra due modi di intendere l’essere femmina, tra due visioni morali e politiche dell’esistenza. Il maschio padre - marito è assente, ma viene evocato e rivissuto dalle due protagoniste. Nel testo non c’è ombra di femminismo né di autocommiserazione, bensì un lucido conflitto dalle venature ora autoironiche, ora drammatiche. Nei due atti, casa di Teresa, ora buia ora illuminata da luci che servono quasi a psicanalizzare le due donne, con i loro tic, le loro crisi, le loro false sicurezze, si consuma uno scontro durissimo che alla fine non ha vincitori. Rimane aperto uno spiraglio di avvicinamento tra madre e figlia, a dispetto di quel “preferirei di no” del titolo della pièce e non sempre chi non partecipa più alla vita sociale e quindi non la modifica o chi ne accetta totalmente la morale e i miti viene considerato matto. L’incontro fra le due donne che appare impossibile, forse è solo rimandato ad un altro luogo, ad un altro tempo e la soluzione finale rimane ambigua, fra un difficile altruismo della madre e una codarda fuga della figlia. Ragioni, caparbietà si bilanciano ed è il pubblico, dentro di sé, alla fine deve decidere se preferire di no. Il carattere, le debolezze, le paure, i bisogni di Teresa e Diana vengono vivisezionate dall’autrice attraverso un testo ed una pièce a sfondo socio - psicologico ed alla fine le due figure sembrano due aspetti diversi della stessa persona, due coscienze che lottano per ritrovarsi, anche se così diverse tra loro. Spettacolo ben diretto dall’esperto Romano Bernardi e che Alessandra Cacialli e Debora Bernardi, sulle scene di Cinzia Puglisi, riescono a rendere carico di pathos, di risvolti psicologici, quasi obbligando il pubblico a guardarsi dentro ed a riflettere su ciò che siamo e su come l’attuale società ci vuole ed a volte ci costringe ad essere.

Antonia Brancati, figlia del grande Vitaliano e di Anna Proclemer ha lavorato per anni in teatro, sul palcoscenico, dietro le scene, nel campo della produzione e organizzazione teatrale. Nel 1991, Laura Del Bono la convince che è nata per fare l'agente teatrale e le cede il 50% della sua agenzia letteraria per il teatro. Nel 1993 scrive la sua prima commedia. Dal 1998 crea una sua società per la compravendita di diritti teatrali. E' la rappresentante per l'Italia di importanti autori stranieri.