38 GIORNI PER CAMBIARE VITA

di

Giuseppe Della Misericordia

Menzione Speciale della Giuria
Premio Nazionale Teatrale Achille Campanile 2020


Personaggi: Lisa e Fabio

Scena: Casa di Lisa.



Scena 1

Lisa è frenetica: sta parlando al telefono e sta riempiendo una valigia straripante. Ci sono altre valigie chiuse in giro per la casa.

LISA: Sedici! Sì, sedici telefonate! Hanno cominciato stamattina! Ovvio, prima o poi dovevano accorgersene! Ma va benissimo così: sono tutti segnali! Quando la vita ti chiama o fai finta di niente o la segui! Non lo so dove sta andando. In fondo non sappiamo mai dove stiamo andando davvero, possiamo solo incamminarci… ma che filosofia Sonia, sto facendo training autogeno! Perché lo so che è una follia! Diciamo che penso di incamminarmi verso… le Maldive. Sì, imbarcarmi. Un piano semplice per una vita semplice: tutti i giorni dell’anno a piedi nudi sulla spiaggia...

Si sente suonare alla porta.

LISA: (a voce bassa, allarmata) Hanno suonato. Non so dove sto andando, figurati se so chi sta arrivando. (va a guardare dallo spioncino) Non lo conosco… io non apro.

Si sente suonare ancora, con insistenza.

LISA: (al telefono, a voce ancora più bassa) Se ne andrà prima o poi…
FABIO (da fuori): Sento la voce, vedo la luce sotto la porta. Mi apra, per favore, è importante!

Suona ancora, insistentemente.

LISA: (con voce tremula) Chi è?
FABIO: (da fuori) La banca.
LISA: (al telefono sottovoce) E’ la banca! Sono venuti a stanarmi in casa mia! (urlando) Arrivo! Un attimo! (chiude frettolosamente la valigia e la lancia insieme alle altre in un’altra stanza) Non lo so Sonia: mi inventerò qualcosa, ma io indietro non torno. Sì, a dopo, ciao, ciao.

Si ricompone, sfodera un sorriso fintamente tranquillo, prende uno straccio e un detergente e fa entrare Fabio, che ha una borsa da computer.

LISA: Buongiorno, desidera?
FABIO: La signorina Lisa?
LISA: La signorina Lisa non è in casa, mi spiace. Arrivederci.
FABIO: Ah, non è in casa… e quando torna?
LISA: Non lo so… stasera, credo. Devo dire qualcosa?
FABIO: Sì. Le dica che finirà in prigione!
LISA: Come in prigione?!
FABIO: Sì. E le dica anche che sono l’unico che può aiutarla!
LISA: Io non so niente: sto lavorando. Se mi lascia il numero la faccio richiamare.
FABIO: Ah, mi fa richiamare…
LISA: Sì.
FABIO: Secondo lei io vengo qui senza sapere che faccia abbia “la signorina Lisa”?
LISA: Come faccio a sapere cosa sa lei?
FABIO: Per favore la smetta perché la faccenda è molto seria!
LISA: Quale faccenda?
FABIO: Lo sa benissimo: il suo conto in banca!
LISA: Cosa succede al mio conto?
FABIO: Non cosa ma quanto. Quanto ha sul conto?
LISA: Quanto ho sul... non so, non lo controllo spesso… diciamo che di solito non ho grandi aspettative.
FABIO: Ah, ecco. Quindi diciamo che lei di solito non ha un milione di euro.
LISA: Un milione di euro?! Sul mio conto?! Guardi, se avessi un milione di euro non sarei qui…
FABIO: E dove sarebbe?
LISA: Non lo so, è un modo di dire… ma tanto non ho un milione di euro!
FABIO: In effetti non è vero che ha un milione di euro.
LISA: Ah, ecco! Vede?
FABIO: Non più. (tira fuori dalla borsa alcuni fogli e inizia a leggere) Allora… questi sono i suoi movimenti degli ultimi cinque anni, da quando ha il conto da noi: vediamo… meno cinquanta euro… più cento euro… meno duecento euro… più cinquecento… meno trecento euro… rata della macchina bloccata… meno cento euro...
LISA: Vede che sono una poveraccia?
FABIO: E poi improvvisamente… quindici giorni fa… ecco qui: cena duemila e cinquecento euro… cosa avete mangiato, a questa cena, i soldi?! Scarpe: quattromila euro, centro benessere mille euro, vestiti, scarpe, vestiti, cena, scarpe, centro estetico, scarpe...
LISA: Eredità.
FABIO: Come?
LISA: Povera zia Caterina… eravamo così legate...
FABIO: L’eredità… ne ho sentite in vita mia…
LISA. Di eredità?
FABIO: Di cazzate. Perché non ha risposto alle mie quindici telefonate?
LISA: Sedici.
FABIO: Perché non ha risposto alla mie sedici telefonate?
LISA: Davvero mi ha telefonato? Non le ho sentite, devo avere la suoneria bassa...

Fabio fa partire una telefonata dal cellulare e il telefono di Lisa squilla. Lei lo spegne impacciata.

FABIO: Sa cosa ho pensato? Ho pensato: questa non mi risponde perché è scappata.
LISA: Scappata? Io? E perché avrei dovuto?
FABIO: Quando la vita ti chiama o fai finta di niente o la segui!
LISA: Non capisco...
FABIO: Una vive in un sogno fastoso e luminescente per due settimane, un sogno dove può comprare tutto quello che vuole... poi si sveglia di colpo e si accorge che l’hanno scoperta… perde la testa e in fretta e furia scappa dall’altra parte del mondo… magari alle Maldive… a vivere a piedi nudi sulla spiaggia!
LISA: Ma no… sarebbe troppo scontato!
FABIO: Poi però mi sono detto: forse non è ancora partita e la trovo mentre riempie le valigie!
LISA: Valigie? Quali valigie?
FABIO: Ma per fortuna lei non ha mai pensato a niente di tutto questo…
LISA: Mai.
FABIO: Quindi adesso facciamo un’operazione molto semplice: spostiamo i soldi rimasti dal suo conto sul conto al quale erano destinati e pian piano rimettiamo anche i soldi che mancano… (tira fuori dalla borsa il computer, lo appoggia sul tavolo, lo accende)
LISA: E come li rimettiamo?
FABIO: A quello ci penso io. Un centesimo da un conto, due centesimi da un altro… di solito questo sistema viene usato… diciamo... per alcune faccende private degli amministratori...
LISA: Davvero fanno così?
FABIO: Quale crede che sia lo scopo di una banca?
LISA: Rubare i centesimi ai correntisti?
FABIO: No, ma aiuta a raggiungere lo scopo. Comunque questo ora non c’entra, ora è importante sapere che io posso farlo… Non potrei ma posso.
LISA: La ringrazio davvero tanto... lei è un angelo! Un angelo!
FABIO: Non esageriamo… lavoro pur sempre per un’associazione a delinquere.
LISA: Io mica voglio finire in prigione!
FABIO: Lo so. Si è solo fatta prendere dall’emozione, non ha capito che stava facendo una cosa davvero grave … credo che sarebbe successo a chiunque con tutti quei soldi sul conto.
LISA: Grazie, davvero grazie. Mi dia mezz’ora. Ci vediamo in banca tra mezz’ora. Grazie, a dopo.

Lisa raggiunge la porta d’ingresso e lo aspetta.
Fabio non si muove.

FABIO: Tra mezz’ora in banca?
LISA: Sì. Faccio un paio di telefonate di lavoro e la raggiungo…
FABIO: Non c’è bisogno di andare in banca. Ho portato il mio computer apposta.
LISA: Allora vada a bere un caffè e torni tra mezz’ora! Insomma, io ho delle cose da fare! Questa è casa mia! Lei non è che può venire qui all’improvviso e pretendere che io abbia tempo da dedicarle.
FABIO: Ma allora davvero vuole andare in prigione!
LISA: Per cosa? Per cosa dovrei andare in prigione? Avete messo voi i soldi sul mio conto, l’errore è vostro mica mio! Andateci voi in prigione, se proprio qualcuno ci deve andare!
FABIO: Un errore nostro, certo, ma se lei li spende l’errore è suo! Non può spendere dei soldi non suoi!
LISA: Se sono sul mio conto sono miei…
FABIO: No. Non funziona così.
LISA: E come funziona?
FABIO: Che finirà in prigione!
LISA: (dopo un attimo di riflessione) Se mi trovano.
FABIO: Se la trovano? Lei non sa di cosa sta parlando!
LISA: Certo che lo so.
FABIO: La cercheranno in tutti i modi! Dovrà cambiare nome, lo sa? Cambiare tutto: abitudini, pettinatura, cibo preferito, modo di vestire… dovrà tagliare ogni legame col passato, fidanzati, amici, amiche, parenti, conoscenti… e nonostante tutta questa fatica… verrà un momento in cui si tradirà, commetterà un errore, lascerà un traccia, piccola, piccolissima, e traccia dopo traccia… alla fine... la troveranno! Davvero vuole vivere come una fuggiasca? Come un animale braccato? Signorina Lisa, cerchi di ragionare!
LISA: Lei come si chiama?
FABIO: Fabio.
LISA: Senti, Fabio, posso chiamarti Fabio? Voglio essere sincera, ascoltami bene. Io non sopporto più niente della mia vita, hai capito? Non sopporto più i miei dieci lavori precari, dalla dog sitter all’insegnante di yoga alla promoter. Non sopporto più questo appartamento schifoso, non sopporto i miei vicini che litigano, che ascoltano musica di merda, che fanno l’amore urlando come gatti! Non sopporto il mio ex che mi ha lasciata un mese fa, da un momento all’altro, senza preavviso, perché una più figa [giovane] di me gli ha aperto le gambe! Hai capito?
FABIO: Mi spiace.
LISA: Non sopporto più niente… faccio una vita che mi fa schifo e credi che abbia paura di nascondermi? Dici che devo cambiare tutto? Bene, perfetto! Non vedo l’ora! Io voglio cambiare tutto, chiaro? Questa è l’occasione della mia vita e ti garantisco, sì te lo garantisco, che non sarai certo tu a fermarmi!
FABIO: Mi dispiace tanto, credimi. Ma purtroppo ti ho già fermata. Ti ho già trovata. Sono qui.
LISA: Non è vero!
FABIO: Cosa vuoi fare uccidermi?

Lisa rimane interdetta per un istante, come se davvero stesse valutando quella possibilità, poi crolla.

LISA: Ti prego, lasciami andare… ti prego… in fondo cosa te ne frega… non sono soldi tuoi… sono della banca… li usano per fare chissà cosa, me lo hai detto tu… facciamo finta che non mi hai trovata, che ero già partita… ti prego...
FABIO: Non so se ti rendi conto di quello che mi chiedi… anche se in effetti chi lo verrebbe mai a sapere? Forse si potrebbe fare...
LISA: Davvero?
FABIO: Posso chiamarti Lisa? Hai ragione Lisa, non sono soldi miei. Il mondo ha mille prospettive e noi ne guardiamo sempre una o al massimo due… potrebbe funzionare: io dico che in casa non c’era nessuno, tu ti vai a nascondere chissà dove e nessuno ti trova più, può essere. Ricca e felice. Chi sono io per impedirti di essere felice?
LISA: Ecco! Io voglio solo essere felice, nient’altro.
FABIO: Dovrai chiudere i tuoi profili Facebook, Instagram, Twitter…
LISA: Chiudere Instagram?
FABIO: Non vorrai mica essere beccata per una foto mentre bevi un mojito? Tra l’altro non so quanti mojito potrai bere… in due settimane hai speso… (controlla gli estratti conto) centocinquantatremila euro e ventidue centesimi… di questo passo quanto ci metti a spendere tutto? Un mese e mezzo? Due mesi? E poi cosa fai?
LISA: Risparmio. In questi giorni ho speso così tanto per l’euforia… poi mi organizzo.
FABIO: Certo, immagino che tu sia bravissima a risparmiare, magari anche a investire...
LISA: Imparo.
FABIO: Imparo, come no! Tu credi che basti cambiare città o cambiare pettinatura? Bisogna cambiare modo di ragionare… e tu come ragioni? Tu ragioni come una povera non come una milionaria.
LISA: Chi te lo dice?
FABIO: Perché non sei una milionaria. I milionari o lo sono di famiglia… o diventano ricchi lavorando giorno e notte per anni, ossessionati, ammalati, pronti a tutto… tu non sapresti neanche da dove cominciare. I ricchi… io ci lavoro con i ricchi, li vedo i loro conti in banca! Se anche perdono tutto sono capaci di ricominciare da capo e ridiventare milionari… se tu non lo sei diventata da sola vuol dire che non hai la testa…
LISA: La cambio. Cambio testa! Cambio modo di ragionare!
FABIO: In una notte?
LISA: In una notte, sì.
FABIO: Non sai di cosa stai parlando… quante volte in vita tua hai detto: “da domani”? Da domani faccio... da domani vado… da domani smetto... E poi com’è finita?
LISA: Tu non sai niente di me! Niente! Hai capito?
FABIO: Quindi sto sbagliando?
LISA: No che non stai sbagliando! No, maledizione! Forse... forse sto immaginando una cosa troppo grande… una cosa che non può esistere, non può realizzarsi.
FABIO: Lo so. Fidati di me.
LISA: Forse la soluzione è un’altra.
FABIO: Deve essere un’altra.
LISA: Facciamo così, Fabio: ti do centomila euro e dici che non mi hai trovata!
FABIO: Ma sei matta?
LISA: Duecentomila! Trecentomila!
FABIO: Ma hai capito tutto quello che ti ho detto?
LISA: Sì che ho capito! Infatti ho detto forse: forse sto immaginando una cosa più grande di me. O forse no. Ma se non ci provo non lo so se riesco a cambiare testa! Io ho capito e tu? Tu hai capito cosa sto dicendo o non vuoi neanche ascoltarmi? E’ vero, non sono mai riuscita a cambiare alcune cose di me, ma non voglio, non posso vivere nella convinzione che non cambierò mai! No, non voglio più vivere così. Io me ne vado!

Fabio rimane interdetto e Lisa va a prendere le valigie, poi torna e si avvia verso la porta. Fabio le sbarra la strada.

FABIO: Fermati! Lisa non puoi!
LISA: Cosa vuoi fare? Picchiarmi? Dai picchiami, vediamo come fai a fermarmi! Picchiami! Picchiami!

Lisa lo scansa picchiandolo e raggiunge la porta.

FABIO: Aspetta. Non è solo questo. Ascoltami, adesso sono io che ti prego. Poi se vorrai sarai libera di andartene, te lo prometto.

Lei si ferma.

FABIO: Vedi… hai ragione, dei soldi della banca non me ne frega niente. Ma non è di questo che voglio parlare... il vero problema… il vero motivo per cui sono venuto qui di persona è che… sono io che ho fatto l’errore. Mentre digitavo il bonifico di un’azienda verso un’altra… ho invertito una cifra. E’ un periodo… difficile. Come dire... sono un po’ stressato… è la quarta volta quest’anno che sbaglio a fare un bonifico. Non si deve sapere che l’ho rifatto, capisci? Non posso annullare anche questo bonifico... e neanche di cento euro, no, un bonifico di un milione di euro! Questa volta mi licenziano! Me l’hanno già detto! Mi licenziano! E’ questo il problema… hai capito adesso? Tu vuoi cambiare vita, e hai ragione, fai bene, chi sono io per giudicarti, per dirti di non farlo, per dirti che non ce la farai? Scusami se l’ho detto. Anzi, credimi, io ti auguro la felicità… io non voglio il male di nessuno! Ma se tu cambi la tua vita... cambi anche la mia! Forse la tua migliora, non lo so, ma la mia sarà sicuramente distrutta.
LISA: Ma io non voglio farti perdere il lavoro! Anche io non voglio il male di nessuno...
FABIO: Lo so…
LISA: Però voglio cambiare vita.
FABIO: Ma allora cosa stiamo dicendo? Non puoi fare entrambe le cose! Lo vuoi capire?
LISA: Devo scegliere tra me e te?
FABIO: Non vorrei proprio che fosse così…
LISA: Perché è tutto sempre così maledettamente difficile? E’ difficile provare a cambiare, è difficile non provarci…

Lisa diventa pensierosa. Apre un mobiletto, prende una bottiglia e un bicchiere.

FABIO: Cosa bevi?
LISA: Vodka.
FABIO: A quest’ora?
LISA: Sì, a quest’ora. Anzi, mi sto chiedendo perché non abbia iniziato prima!
FABIO: Posso averne anche io?

Lisa riempie due bicchieri, ne passa uno a Fabio poi tracanna il suo.

FABIO: Beh… non lo facciamo un brindisi?
LISA: Un brindisi, certo! A cosa vorresti brindare, al casino che abbiamo fatto?
FABIO: Perché no? (leva il bicchiere) Al casino che abbiamo fatto.

Lisa è stizzita, poi cede, sorride e brinda.

LISA: Al casino che abbiamo fatto.

Bevono e rimangono in silenzio qualche istante.

LISA: Davvero tu non ci hai mai pensato?
FABIO: Pensato cosa?
LISA: Mettere sul tuo conto un milione di euro e fuggire. Se per te è così facile come dici...
FABIO: Scherzi!? E’ illegale!
LISA: Che bravo ragazzo, che sei.
FABIO: Ma no… perché dovrei voler fuggire?
LISA: Tutti vogliono fuggire.
FABIO: Da cosa dovrei fuggire? Ho una casa mia. Ho il mio lavoro… quanti hanno un lavoro sicuro oggi? Scusa non intendevo…
LISA: Vai avanti.
FABIO: Ho le mie abitudini, le mie certezze… la vita è questo: solidità, costruzione, pianificazione, equilibrio… che senso ha scappare e distruggere tutto? Andare da un’altra parte e ricostruire quello che avevo già costruito qui in anni di fatica… una fatica che neanche immagini... no. E poi... nascondermi? Dove? In una masseria nei boschi del Gargano, a preparare il formaggio di capra insieme ad altri latitanti? Non fa per me… non fa per nessuno… non è quella la vita... prima o poi si fa un passo falso, si crolla… e tutto ricomincia peggio di prima. Perché mi guardi così?
LISA: Non lo so… forse ti ammiro… o forse ti invidio… o forse  ti temo. Mi è sempre mancato questo lato, questo modo di guardare la vita… ho sempre vissuto alla giornata… e come mi ritrovo? Con niente in mano. Con una vita che non mi piace… la mia unica possibilità è affidata a uno sconosciuto che sbaglia a digitare una cifra… e neanche vorrebbe averlo fatto! No, non può essere questa la mia vita, non mi appartiene, o io non le appartengo. Voglio scappare perché sono una fallita, ecco la verità. E hai ragione, ovunque andrò rimarrò una fallita. Scappo da me stessa, complimenti Lisa, complimenti! Sai chi è la prima persona che incontri quando arrivi? Te stessa.
FABIO: Non è vero, non dire così.
LISA: Per questo alla fine mi ritrovo sempre da sola! Chi vorrebbe stare con me? Chi vorrebbe condividere l’incertezza, il nulla, il provvisorio?
FABIO: Io.
LISA: Cosa hai detto?
FABIO: Se a te manca la solidità a me manca tutto il resto… mi manca la leggerezza, mi manca l’imprevisto, il rischio, la scommessa, l’avventura… e poi…
LISA: E poi?
FABIO: E poi... mi piaci.

Rimangono in silenzio per qualche istante.

LISA: Voglio farti vedere una cosa. E’ un segreto. Sei un privilegiato.
FABIO: Terrò il segreto.
LISA: Chiudi gli occhi.
FABIO: Se li chiudo come faccio a vederla?
LISA: Tu chiudili.

Fabio chiude gli occhi.

LISA: E’ la mia collezione di tramonti.
FABIO: Collezione? Sono fotografie?
LISA: No.
FABIO: Come no?
LISA: Devi anche stare zitto, non solo con gli occhi chiusi.
FABIO: Va bene.

Lisa lo guarda per qualche istante.

LISA: Ho cambiato idea, dei tramonti parliamo un’altra volta.

Si baciano.
Buio.


Scena 2

E’ mattina. Lisa entra in soggiorno: si è appena svegliata. Sta parlando al telefono e sta apparecchiando sul tavolo la colazione per due.

LISA: Invece è proprio così, Sonia, che senso ha vivere come una fuggitiva? Tanto prima o poi un passo falso lo fai… e allora che vita è? Come un animale braccato. Non fa per me. Dovrei pure chiudere Instagram. Non potremmo più sentirci, te lo immagini? Vivrei peggio di come ho sempre vissuto. E poi sai una cosa? Non ho la testa per essere milionaria… se no lo sarei diventata da sola, non grazie all’errore di uno sconosciuto. I colpi di culo non rimangono, il modo di pensare sì! Tu lo sapevi che se un milionario perde tutto è capace di tornare milionario? Perché ubriaca?! Sto solo dicendo che… Sono Lisa ma non sono più Lisa… non so come spiegare… te lo dico in maniera filosofica: mi sono innamorata. Come di chi? Del bancario. Sì, quello che ha suonato ieri, quanti bancari conosco? Quando la vita ti chiama o fai finta di niente o la segui! Tu mi conosci, Sonia: ho sempre cercato persone come me… e ho pure attirato persone come me… uomini improvvisati, disorientati, scombinati… Ma lui è diverso: non ho mai conosciuto un uomo così… Certo che è assurdo! Ma è la vita ad essere assurda: prima mi ritrovo un milione di euro sul conto, e tra l’altro compro ventidue paia di scarpe davvero deliziose, poi decido di andare alle Maldive, poi mi ritrovo in casa l’uomo della mia vita! Mi sento... completamente scardinata. Secondo te? Bello? E’ stato... non credevo neanche potesse esistere… sai un cosa? Non avevo mai davvero fatto l’amore prima di stanotte. Però se continui a chiedermi se sono ubriaca la smetto di raccontare... Ecco. Vuoi saperne un’altra? Ieri sera mi sono dimenticata di prendere la pastiglia e ho dormito benissimo! Capisci? Vuol dire che non ne ho bisogno! E’ tutto un mondo rivoluzionato. No, non sono confusa: sono determinata! Mi aiuta lui: fa una specie di magheggio coi soldi sul conto... e io ridivento la pezzente che ero prima... ma in realtà chi lo decide chi è pezzente? Dipende cosa ti fa sentire ricca. E fammi dire queste frasi scontate, cosa te ne frega, per una volta che non mi capita una cosa complicata... (si sentono dei rumori nell’altra stanza) Ti chiamo dopo! Sì è svegliato. Certo che ha dormito nel mio letto, dove volevi che dormisse, sul pianerottolo? Ciao Sonia, ciao, ciao.

Entra Fabio. Si danno un bacio.
Si siedono a fare colazione.

FABIO: Buongiorno Lisa!
LISA: Buongiorno! Hai dormito bene?
FABIO: Non ho dormito.
LISA: Come non hai dormito? Allora c’era qualcun altro nel letto che russava…
FABIO: Mi sono addormentato all’alba. Tutta la notte a pensare…
LISA: Mi spiace.
FABIO: No, è stato... bellissimo! Ho capito tante cose.
LISA: Anche per me è così!
FABIO: Posso fare una doccia? Poi andiamo. Non passo neanche da casa mia, non c’è bisogno.
LISA: Dove andiamo?
FABIO: Dovevo essere in ufficio due ore fa… non ho avvisato e non ho nessuna intenzione di accendere il telefono… saranno preoccupati:  sono sempre “puntuale e reperibile”, come gli piace definirmi.
LISA: Chiamo io, dico che sei malato, oggi stiamo insieme.
FABIO: Non c’è bisogno.
LISA: Non capisco cosa stai dicendo...
FABIO: Era una vita che non mi alzavo senza sveglia, sai Lisa? Ogni mattina! Ti-ti-ti-ti-ti! Sono le 6 e 30. Ti-ti-ti-ti-ti! Sono le 6 e 30. Ogni mattina. Sai cosa vuol dire? Ogni maledetta mattina! Io mica sono un gallo, che cazzo me ne frega se il sole è sorto! Vuoi sapere cosa farò il… il 24 ottobre del 2030? Mi alzerò alle 6 e 30. E il 25 marzo del… del… del 2037? Mi alzerò alle 6 e 30 se non mi esplode una vena prima! Potrei scrivere oggi il mio diario di tutta la mia vita futura giorno per giorno, minuto per minuto e non sbaglierei una parola! La mia vita... non è più mia! E non è più neanche vita. La mia vita è diventata la vita di qualcun altro! Di uno che neanche mi somiglia!
LISA: Cosa stai dicendo? La tua vita è perfetta, ordinata, programmata, pianificata...
FABIO: Sai a che ora mi alzerò il 12 giugno del…
LISA: Magari è domenica!
FABIO: E sai perché mi alzo alle 6:30?
LISA: Per andare in ufficio...
FABIO: E sai cosa succede in ufficio? No, tu non lo sai, tu insegni yoga, tu partecipi ai gruppi di meditazione, tu porti i cani a pisciare… te lo spiego come funziona: io entro, timbro, attraverso il corridoio, e appena vedo la mia sedia, la mia scrivania, il mio computer, i miei colleghi… qui! Vertebre L4-L5: pum! La mia ernia esplode come un plumcake nel microonde! A volte penso: e se succedesse il contrario? Se invece della mia schiena… pum! Esplodesse l'ufficio?
LISA: Mi fai paura!
FABIO: Anche io mi faccio paura quando penso queste cose! Due bombe dove dico io, nel locale caldaia…. Ma se faccio esplodere l'ufficio poi come lo pago il mutuo sulla casa? E Le tasse sul mutuo della casa? E le bollette di luce acqua e gas? E le tasse sulle bollette di luce acqua e gas? E la rata della macchina, la revisione della macchina, la benzina della macchina, l'olio della macchina! Vogliamo parlare degli alimenti alla mia ex moglie?
LISA: Eri sposato?!
FABIO: Non è stato un matrimonio è stato un esperimento sociale! Alimenti al gatto della mia ex moglie, al cane della mia ex moglie, al criceto della mia ex moglie! Quella sarebbe capace di mantenere un bue in salotto pur di chiedermi i soldi! Vuoi sapere una cosa? Io le odio le persone della mia vita, le odio tutte! E vuoi saperne un'altra? Anche loro mi odiano! Tutti! Colleghi, capoufficio, ex moglie! Ci odiamo! Ci odiamo tutti ma siamo costretti a frequentarci! Non è assurdo?
LISA: Ma la tua vita è bellissima! Me lo hai detto tu!
FABIO: Me ne voglio andare! Me ne devo andare! Sono pronto! Adesso! Non faccio neanche la doccia, la faccio quando arriviamo! Gli lascio tutto, non mi interessa più di niente: casa, macchina… qualunque cosa... pur di non farmi più cercare… pur di farmi dimenticare... ho trovato te e non mi sembra vero...
LISA: Non capisco…
FABIO: E’ tutta la vita che ci penso: rubare i soldi alla banca non è un furto, rubare ai ladri è giusto!
LISA: Hai detto che non ci avevi mai pensato…
FABIO: Non ho mai avuto il coraggio di farlo! Ecco la verità. E non ho avuto neanche il coraggio di ammetterlo davanti a te! E invece adesso… proprio grazie a te… grazie a te… sì, andiamo via insieme! Cambiamo tutto!
LISA: Cosa stai dicendo Fabio? E’ il contrario: adesso che ci siamo conosciuti che senso ha partire?
FABIO: Aspetta un attimo. Lisa stai dicendo che non vuoi più partire?
LISA: Mi hai convinta tu! E avevi ragione! Non basta cambiare città, bisogna cambiare testa… i milionari quando perdono tutto ridiventano milionari… se noi non lo siamo diventati da soli vuol dire che non abbiamo la testa…
FABIO: La cambio. Cambio modo di ragionare! Anche tu! Impariamo!
LISA: In una notte?
FABIO: Sì, in una notte!
LISA: Ma la vita non è fuggire! La vita è quello che hai costruito: certezze, costruzione, equilibrio… se scappiamo cosa facciamo? Dovrai ricostruire quello che hai creato qui in anni di fatica… dovrai vivere come un fuggitivo e fare il formaggio di capra… non fa per te, non fa per me… non fa per nessuno… verrà un momento in cui ti tradirai, commetterai un errore, lascerai un traccia, piccola, piccolissima, e traccia dopo traccia… alla fine... ti troveranno! E tutto ricomincia peggio di prima.
FABIO: Peggio di così? Qualunque cosa è peggio di così!
LISA: Non è giusto! Non è giusto! Perché non riesco a far funzionare niente nella mia vita? Credevo di aver trovato un uomo affidabile, concreto, che sa quello che vuole e sa come ottenerlo... e invece non sai niente, non sei niente! Cambi idea dalla sera alla mattina! Non sai neanche tu quello che vuoi!
FABIO: Io lo so benissimo quello che voglio! Sei tu che non lo sai! Credevo fossi una donna capace di sorprendere… di sorprendersi… capace di osare... e invece… hai l’occasione di cambiare… e la vuoi buttare via!
LISA: Sei tu che stai buttando via l’occasione! Sai cosa ti dico? Fai quello che vuoi! Vai dove vuoi! Io adesso vado in banca, chiedo scusa e faccio quello che devo fare! Mi riprendo la mia vita! Non sarà la vita migliore del mondo, ma almeno non devo scappare da nessuno!
FABIO: Pensaci. Stai perdendo una possibilità.
LISA: Possibilità? Perché insisti così tanto? A cosa sei interessato, a me o ai miei soldi?
FABIO: Ai tuoi soldi?! Cosa stai dicendo? E tu a cosa sei interessata? Se decido di cambiare la mia vita non ti interesso più?

Fabio si prepara per andarsene. Col computer in mano, si ferma sulla porta.

FABIO: E per tua informazione io adesso potrei mettermi un milione di euro sul mio di conto e andarmene! Anzi intendo proprio farlo! Vado a vivere sulla spiaggia! A piedi nudi! Anzi me ne metto due di milioni! Anzi, me ne metto anche cento se voglio! Tanto mica sono soldi miei!
LISA: Non è vero!
FABIO: Certo che è vero!
LISA: Se tu ti prendi cento milioni…. potresti darmene uno! Me lo metti sul conto!
FABIO: Cosa? E perché dovrei darti un milione?
LISA: Perché il mio è quasi finito!
FABIO: Te lo sei bruciato? Brava! Potevi fuggire subito e invece no… hai speso a destra e a manca fino a farti beccare! Potevi sparire prima che arrivassi io!
LISA: Tu mi devi tutto!
FABIO: Io non ti devo niente!
LISA: Io ti ho permesso di trovare il coraggio… senza di me tu adesso saresti nel tuo ufficio con la schiena spezzata! Com’era la storia? Vertebra L4-L5 pum! Svegliaaa ti-ti-ti-ti-ti sono le sei e trenta! Capoufficio, colleghi, ex moglie! Io ti ho dato uno scossone, io ti ho fatto guardare allo specchio! Se prendi cento milioni e me ne dai uno, non ti cambia niente! Me lo merito!
FABIO: Cosa te ne fai di un milione? Lo sprechi in un mese!
LISA: No: ho cambiato testa, ho cambiato modo di ragionare! In una notte!
FABIO: Non mi interessa!
LISA: Allora telefono alla banca! Ti faccio bloccare il conto!
FABIO: Lisa...
LISA: Adesso me la paghi! Ti rovino! Io ti rovino!

Lisa prende il telefono, inizia a comporre il numero, ma alla fine non ha il coraggio.

LISA: No! Maledizione! Non ci riesco! Non ci riesco!
FABIO: E io non riuscirei a lasciarti qui così senza soldi…
LISA: Io volevo solo migliorare la mia vita...
FABIO: Lo so. Dovremmo farlo tutti... Sai cosa ti dico? Te ne do due di milioni, anzi tre!
LISA: Davvero?
FABIO: Non sono soldi miei, non mi interessa, non cambia nulla né per me né per la banca. Hai ragione, ti devo tanto. Lo faccio subito!
LISA: Non so cosa dire…
FABIO: Non devi dire niente.

Fabio si mette sul computer e trascorre qualche istante digitando. Poi si blocca.

FABIO: Non ci riesco, non posso, mi spiace.
LISA: Cosa vuol dire che non ci riesci?
FABIO: Non posso… se davvero avessi il coraggio… lo avrei fatto tanti anni fa… mi dispiace. Sarebbe bello cambiare il proprio cervello in una notte… forse qualcuno ci riesce… io no. Io no, mi dispiace. Scusami.
LISA: Lo capisco. Non ti devi scusare.
FABIO: Mi spiace.
LISA: Non importa.
FABIO: E adesso?
LISA: E adesso… se mi… togliessi i soldi dal conto e rimettessimo le cose a posto? Oddio l’ho detto davvero.
FABIO: In fondo ero venuto apposta. Siamo sicuri? Lo faccio?
LISA: Sì.
FABIO: Allora… per prima cosa devi fare un bonifico… è importante che parta dal tuo conto… poi al resto ci penso io.
LISA: Fai tutto tu, io non ce la posso fare.
FABIO: Allora… mi serve la tua password…
LISA: Dantealighieri188.
FABIO: Appassionata di Dante?
LISA: Via Dante Alighieri 188.  E’ l’indirizzo della mia estetista.
FABIO: Adesso che me l’hai detto sarà meglio cambiarla.
LISA: Non ci penso neanche, la mia estetista è bravissima.
FABIO: Non devi cambiare estetista! Devi cambiare la password!
LISA: Ma perché devo cambiare la password? Hai in mente di rubarmi i soldi dal conto?
FABIO: Certo, sono qui apposta.

Fabio digita per qualche istante, mentre Lisa passeggia nervosamente.

FABIO: Fatto. Sei pulita. Non è mai successo niente.
LISA: Niente?
FABIO: Qualcosina sì, ma non credo ci saranno conseguenze.
LISA: Quanto ho sul conto?
FABIO: Quello che avevi prima: trentadue euro e settantatré centesimi.
LISA: Non ci credo... l’ho fatto veramente. Ero ricca.
FABIO: E’ la scelta migliore.
LISA: Lo so.

Rimangono in silenzio qualche istante.

LISA: E adesso?

Fabio rimette in computer nella borsa, si prepara ad andarsene.

FABIO: Io devo andare in ufficio… dovrò giustificare il mio ritardo… e da domani tutto sarà come prima… come sempre…
LISA: Mi dispiace…
FABIO: Anche a me. Tu cosa farai?
LISA: Oggi pomeriggio ho una lezione di yoga… non l’ho neanche disdetta. Forse non ci credevo neanche io a quello che stavo per fare… da domani tutto sarà come prima.

Fabio si ferma sulla porta.

FABIO: E’ stato bello, stanotte.
LISA: Sì.
FABIO: Molto.
LISA: Sì.
FABIO: Ci sentiamo?
LISA: Non lo so. Sono confusa.
FABIO: Anch’io.
LISA: Ciao Fabio.
FABIO: Ciao Lisa.


Scena 3

Sono passati trentotto giorni.
Lisa sta parlando al telefono.

LISA: Certo Sonia, ma avevo detto di sì perché tu avevi detto che saremmo state solo noi due! Una cenetta tra amiche! No che non ci vengo! Quante volte te lo devo ripetere? E poi io li ho sempre odiati gli appuntamenti al buio! Va bene, non li ho sempre odiati ma stasera li odio! Anche domani sera li odio. Perché sì. Chi? Io? Figurati, com’è che si chiamava? Ma che finta, l’ho visto una sola volta, è passato più di un mese, come faccio a ricordarmi il suo nome? Fabio? Forse. Puoi pensare quello che vuoi, tanto non vengo lo stesso! Chiama qualcun’altra, cosa vuoi che ti dica?

Suonano alla porta.

LISA: Aspetta, hanno suonato… Non lo so, non aspetto nessuno… davvero Sonia non mi va… (alla porta) Chi è?
FABIO: (da fuori) La banca.
LISA: (al telefono): Ti richiamo. Banca? No ha detto... Franca. La mia vicina. Fa delle torte buonissime. Voce di uomo, certo, è il marito di Franca, va bene? Ciao Sonia, ciao, ciao.

Fabio suona ancora.

LISA: Arrivo.

Lisa si cambia di corsa, si specchia, si dà una veloce sistemata generale, infine apre.

FABIO: Ciao Lisa.
LISA: Ciao Fabio. Ho quindici euro sul conto.
FABIO: Non sono qui per questo. (dà a Lisa una bottiglia che era nascosta dietro la schiena) Sono qui per brindare.

Si guardano per qualche istante poi si abbracciano.

FABIO: Posso entrare?
LISA: Certo! Allora… a cosa brindiamo...?

Fabio entra, si vede che porta un grosso trolley. Lisa rimane sorpresa, la sua gioia si trasforma in sospetto.

FABIO: Non so da dove cominciare… se non ti avessi conosciuta non avrei trovato il coraggio di fare quello che ho fatto….
LISA: Cosa… cosa hai fatto?
FABIO: Ho una sola vita, giusto?
LISA: Non lo so è la seconda volta che ti vedo. E ti presenti qui con una valigia...
FABIO: Perché devo passarla insoddisfatto?
LISA: Non lo so… non capisco cosa stai dicendo.
FABIO: Infatti non ha senso! Non è che posso rimandare alla prossima, o che ne so… consolarmi con chissà quali meravigliose vite passate… io neanche me le ricordo le vite passate.
LISA: Conosco una che ti ipnotizza e te le fa rivivere.
FABIO: Funziona?
LISA: Duecento euro a seduta… per fare soldi funziona!
FABIO: Allora devo tenerlo presente: mi sono licenziato.
LISA: Come hai fatto?
FABIO: Con una lettera.
LISA: Intendevo dire… davvero ti sei licenziato?
FABIO: Sì. Ho pure venduto la macchina, ho venduto la casa… ho un nuovo numero di telefono… (mostra il telefono) è intestato a un pakistano, ho barattato la mia libertà con cinquanta rose.
LISA: Non so cosa dire…
FABIO: Non c’è niente da dire.
LISA: Dove l’hai trovato tutto questo coraggio?
FABIO: Non lo so.
LISA: Ok, quanti soldi hai preso?
FABIO: Soldi? Ho solo qualche risparmio per le emergenze.
LISA: Ti sei licenziato senza rubare nulla?
FABIO: Beh... è vietato?
LISA: Dovrebbe esserlo!
FABIO: Comunque Parigi. Vado a Parigi.
LISA: Ah. Non ci sono mai stata...
FABIO: Albergo prenotato per quindici giorni, biglietto per il teatro domani sera, tre visite di appartamenti in affitto e due colloqui di lavoro.
LISA: Quando si dice partire all’avventura...
FABIO: Al quarto giorno prendo un treno per Amsterdam.
LISA: Non capisco. Quindi non rimani a Parigi...
FABIO: Io rimango a Parigi. Le mie tracce si fermano a Parigi. E sono tantissime tracce. Ma in realtà io sono ad Amsterdam: nella cantina di una persona di fiducia conosciuta su Facebook. Ci sto per quattro notti, poi trovo una macchina ad aspettarmi sul retro della casa, a fari spenti. Mi infilo nel baule e dopo qualche ora di buio e sussulti riemergo in un misterioso porto del nord. All’alba mi imbarco. Lavapiatti su una piattaforma petrolifera, località: Stavanger.
LISA: Dove?!
FABIO: Stavanger. In mezzo al Mare del Nord, a soli trecentoventi km dalla costa norvegese. Si guadagna bene: quattromila euro al mese per dodici ore di lavoro al giorno. C'è il wi-fi e dall’oblò del cesso si vedono pure le balene! Cosa vuoi di più?
LISA: Ma… perché in Norvegia?
FABIO: Ero indeciso tra la piattaforma norvegese e la periferia sud di Bogotà... ma siccome non so usare le armi...
LISA: Stai scherzando, vero?
FABIO: Certo che sto scherzando! Ti pare che il mio numero è intestato a un pakistano? E’ intestato a un cinese.
LISA: (dopo un attimo di indecisione) Idiota!
FABIO: Vado alle Hawaii.

Fabio inizia ad aprire la bottiglia, Lisa prende due bicchieri.

LISA: Ah. Alle Hawaii.
FABIO: Sì.
LISA: Quindi è lì che hai colloqui di lavoro, visite di case...
FABIO: No. Non ho organizzato nulla. Voglio andare lì e rischiare. Non ho mai rischiato in vita mia. Voglio rischiare.

Fabio riempie i bicchieri.

LISA: Quindi stai partendo.
FABIO: Sì.
LISA: Alle Hawaii.
FABIO: Sì.

Passa il bicchiere a Lisa che lo tracanna.

FABIO: Non facciamo un brindisi?
LISA: (contrariata) Un brindisi? Come no! Certo! Allora… un brindisi alle Hawaii.
FABIO: Non è proprio un tono da brindisi…
LISA: Che tono vuoi che abbia? Sono contenta per te. Va meglio così?

Fabio beve in silenzio.

FABIO: E tu cosa hai fatto in questo mese?
LISA: Cos’ho fatto… ho fatto... appuntamenti. Sì, molti appuntamenti.
FABIO: Ah. Di lavoro?
LISA: Anche.
FABIO: Quindi… stai bene?
LISA: Benissimo.
FABIO: Sono contento.
LISA: Allora buon viaggio.

Lisa va davanti alla porta e lo aspetta.

FABIO: Ma… sono appena arrivato, stavamo parlando...
LISA: Sono impegnata, sto per uscire: un appuntamento. Con altre persone.
FABIO: Ah, va bene...
LISA: Sei venuto a salutarmi, no? Mi hai salutata.
FABIO: Non sono venuto solo a salutarti… volevo anche ringraziarti per il coraggio che…
LISA: Anche questo lo hai fatto.
FABIO: Cosa c’è che non va?
LISA: E me lo chiedi pure?
FABIO: Certo che te lo chiedo, non lo so.
LISA: Non ci vediamo da un mese.
FABIO: Trentotto giorni.
LISA: Li hai contati?
FABIO: Sì.
LISA: Ecco! Non ci vediamo da trentotto giorni e adesso vieni qui come se niente fosse a dirmi che parti.
FABIO: Non dovevo? Preferivi che partissi in silenzio?
LISA: Perché non mi hai mai telefonato in questi… trentotto giorni?
FABIO: Come perché? Me lo hai detto tu!
LISA: Solo per questo?
FABIO: Sì.
LISA: E ti sembra una buona ragione?
FABIO: Mi sembrava una forma di rispetto…
LISA: Quindi non avevi voglia di chiamarmi.
FABIO: Certo che avevo voglia!
LISA: Tu fai quello che dico io o quello che vuoi tu?
FABIO: Io faccio… faccio quello che voglio io, va bene? Infatti sono qui.
LISA: Infatti te ne stai andando alle Hawaii.
FABIO: Infatti non sono venuto né a salutarti né a ringraziarti!
LISA: Ah, no?
FABIO: No. Sono venuto a dirti… a chiederti…
LISA: Sì…?
FABIO: Vieni con me. Andiamo insieme.
LISA: Dove?
FABIO: Come dove? Alle Hawaii.
LISA: Per un secondo appuntamento, mi sembra una richiesta un po’ pressante.
FABIO: Non è che il primo appuntamento sia stato all’insegna del relax.
LISA: Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Partire insieme noi due.
FABIO: Sì.
LISA: E’ assurdo: io non so niente di te e tu non sai niente di me.
FABIO: Cosa vuoi sapere? Chiedimi quello che vuoi.
LISA: Tutto! Dovrei chiederti tutto!
FABIO: Iniziamo. Abbiamo quindici ore prima che parta l’aereo.
LISA: Ma io non ho neanche il biglietto.

Fabio consegna due biglietti a Lisa che li guarda incredula.

LISA: Hai due biglietti?
FABIO: Certo, uno per me e uno per il mio pesce rosso… ma siccome il pesce rosso alla fine viaggia nella stiva, c’è un posto libero… preferisci centrale o vicino al finestrino?
LISA: Non è solo questo: l’unica volta che ci siamo visti abbiamo pure litigato.
FABIO: Adesso non stiamo litigando.
LISA: Non ne sarei così sicura.

Squilla il telefono di Lisa, lei guarda chi è e non risponde.

FABIO: Non rispondi?
LISA: No.
FABIO: E’ il tuo fidanzato?
LISA: No.
FABIO: Come vuoi.
LISA: Non è una cosa importante.

Il telefono smette di squillare.

LISA: Visto?

Il telefono riprende a squillare.

FABIO: Visto?

Lisa risponde.

LISA: Ciao Sonia. Come perché? Te l’ho già detto perché non vengo. E comunque ho un altro impegno. Sì, all’ultimo momento, come la tua idea geniale. Un mio… un… (si allontana e abbassa la voce per non farsi sentire da Fabio) Sonia vado alle Hawaii! Sì, alle Hawaii! Non sto scherzando. Ma quale scusa, ne inventerei una più credibile, no? Che da sola! Vado con… se te lo dico non ci credi… non ci credo io! Ti chiamo dopo, va bene? Poi ti spiego tutto! (torna a parlare con volume normale) Allora buona serata! Salutameli! (riaggancia) Stavamo dicendo?
FABIO: Proviamo Lisa. Lo so che può sembrare un’idea folle… ma proviamo.
LISA: Chiudi gli occhi.
FABIO: Perché?
LISA: Chiudi gli occhi. Voglio farti vedere una cosa.
FABIO: La famosa collezione?
LISA: Silenzio.

Fabio esegue.
Lisa chiude i palmi delle mani come a contenere qualcosa.

LISA: E’ una collezione segreta. Ci sono i tramonti più belli che ho preso nella mia vita. Sei pronto?
FABIO: Sì.
LISA: (spia tra le mani) Questo… questo l’ho preso a Ischia. Spiaggia. Odore di salsedine, odore di vulcano, odore di zolfo. Sabbia tiepida sotto i piedi. Ho diciassette anni, sono in vacanza, il mio primo fidanzatino mi tiene la mano. Un po’ più lontana una comitiva di turisti, forse tedeschi. Ce ne stiamo tutti seduti sulle asciugamani, allineati come al cinema. In silenzio, a osservare il sole che lentamente si appoggia sul mare, poi ci scivola dentro. E’ un attimo. Pure l’applauso gli abbiamo fatto, tutti insieme, e il mare si è increspato come in un inchino verso di noi, il suo pubblico sorpreso.
FABIO: Mi sembra di essere lì.
LISA: “L’ora del tramonto” è un’ora speciale, il tramonto ferma l’attimo. Tutto è sospeso e dobbiamo guardare lo spettacolo. Un tramonto può racchiudere il senso di una giornata. Vuoi vederne un altro?
FABIO: Sì.
LISA: Allora… questo l’ho preso sul Monte Bianco. Eravamo sedute fuori, sui gradini del rifugio, ero con la mia amica Sonia. Gli scarponi scricchiolavano mentre si immergevano nella neve. Il cielo era un incendio di nuvole, la montagna un profilo nero, sempre più nero, sempre più nero. Quella luce incredibile si posava lentamente dappertutto, sugli alberi, sulla neve, sulle rocce. Siamo rimaste così, in silenzio, non ci bastavano gli occhi.
FABIO: Bellissimo.
LISA: E tu? Vuoi mettere un tuo tramonto nella collezione?
FABIO: Tramonti? Non ci faccio molto caso…
LISA: Non hai mai visto un tramonto?
FABIO: Sì, sicuramente sì… fammi pensare… allora… stazione Centrale di Milano. Novembre. No questo fa schifo…
LISA: Non rovinarmi la collezione!
FABIO: Aspetta ce l’ho. Ho il tramonto. Chiudi gli occhi.

Lisa esegue.

FABIO: Hawaii. Palme che raggiungono il cielo. Il fruscìo delle onde che rassicura il corpo e il cuore. La pelle ancora calda di sole. Tu e io che… che...

Si baciano.
Buio.

Scena 4

E’ mattina.
Lisa sta riempiendo una valigia e sta parlando al telefono. La stanza è ingombra di abiti e oggetti pronti per essere selezionati.
Sul tavolo è apparecchiata la colazione per Fabio.

LISA: Lo so che è assurdo, Sonia, ma quando la vita ti chiama o fai finta di niente o la segui! Certo che la seguo! Che ne so dove sta andando? In fondo non sappiamo mai dove stiamo andando davvero, possiamo solo incamminarci… o imbarcarci per le Hawaii! Alla fine sono tornata al piano iniziale: vivere sulla spiaggia. Ma no, ma certo che ci sentiamo, mica è la fuga di una pazza come l’altra volta! Certo che devi venire a trovarci!

Si sentono dei rumori nell’altra stanza ed entra Fabio. Si danno un bacio, lui si siede e fa colazione.

LISA: Si è svegliato! A dopo! (riaggancia) Buon giorno Fabio.
FABIO: Buongiorno Lisa.
LISA: Hai dormito bene?
FABIO: Benissimo.
LISA: Sono contenta: l’altra volta non hai dormito ed è finita malissimo.
FABIO: Non c’è nessun collegamento tra le due cose…

Lei smette di riempire la valigia.

LISA: Quindi anche stavolta devi dirmi qualcosa...
FABIO: Ma no, cosa dovrei dirti?
LISA: Non lo so, era per dire..
FABIO: Ah, se era per dire...
LISA: Allora io tra mezz’ora sono pronta! Se penso che domani siamo con le chiappe a mollo dentro un atollo…

Si ferma un attimo, con una confezione di medicinali in mano.

LISA: Sai cosa ti dico? Io le pillole per dormire quasi quasi non me le porto!
FABIO: Hai deciso di rimanere sveglia per sempre?
LISA: Le prendo da anni.
FABIO: Un lato oscuro tutto da scoprire...
LISA: Come sta la tua schiena?
FABIO: Dal momento in cui ho consegnato la lettera di licenziamento… sbloccata. Zero dolore. Zero.
LISA: A me lo stress esplode tutto la notte. Appena qualcosa non funziona come vorrei… trac, non dormo. E siccome le cose non vanno mai come vorrei… prendo queste: le pastiglie del potere. Quando abbiamo dormito insieme… trentotto giorni fa mi sono dimenticata di prenderla… e ho dormito come un principessa. Poi chissà davvero come dormono queste principesse… Comunque dalla notte dopo ho ricominciato a prenderle. E ieri sera… ieri sera mi sono dimenticata. E ho dormito benissimo! Siamo davvero misteriosi...
FABIO: Stai dicendo che ti tranquillizzo?
LISA: Sto dicendo che mi fai venire i vuoti di memoria.
FABIO: Ah ecco. Comunque se vuoi un mio parere quelle pastiglie lasciale qui, non ti serviranno. E se proprio dovessero servire… ti presto le mie.
LISA: Come le tue? Anche tu prendi questa roba?
FABIO: Il mio lato oscuro...
LISA: Ieri sera l’hai presa?
FABIO: Sì.
LISA: E l’altra volta?
FABIO: No… non ne avevo...
LISA: Ecco perché ti eri svegliato già arrabbiato.
FABIO: Non ero arrabbiato!
LISA: Però non hai dormito!
FABIO: L’altra volta era diverso: una casa sconosciuta, una sconosciuta nel letto…
LISA: Io abito qui: eri tu lo sconosciuto nel letto!
FABIO: Avevo dei pensieri.
LISA: Io quindi non ti faccio lo stesso effetto. Non ti tranquillizzo.

Torna a riempire la valigia.

FABIO: Magari ci vuole solo più tempo.
LISA: Magari.

Fabio la guarda, cerca il coraggio di parlare.

FABIO: In realtà... una cosa ci sarebbe.
LISA: Una cosa di cosa?
FABIO: Una cosa che dovrei dirti...
LISA: Io ce l’avevo una brutta sensazione…

Smette di riempire la valigia.

FABIO: Non ti ho detto la verità… cioè non tutta.
LISA: Tanto lo avevo capito.
FABIO: Davvero?

Ricomincia a riempire la valigia.

LISA: Non si cambia in una notte, e neanche in un mese. Non si può mollare il lavoro da un momento all’altro. Questo viaggio possiamo considerarlo come una vacanza, diciamo… esplorativa. Va bene, e vediamo cosa succede. Anzi, così mi sembra tutto più razionale.
FABIO: No, il lavoro l’ho mollato davvero.

Smette di riempire la valigia.

LISA: Sei ancora sposato! E’ ovvio, se uno ha tutta questa fretta di scappare… è perché scappa da qualcuno!
FABIO: Non sono più sposato.
LISA: Io sulla piattaforma petrolifera in Norvegia non ci vengo!
FABIO: Infatti andiamo alle Hawaii.
LISA: Dimmi quello che mi devi dire e facciamola finita.
FABIO: Ecco… allora… non è vero che ho qualche risparmio.
LISA: E’ solo questo? Mi hai fatto montare un’ansia per niente! Anche io ho riflettuto tanto in questo mese. Anche io voglio provare a cavarmela da sola.
FABIO: Davvero non ti interessa?
LISA: Ho pensato molto alla storia della mentalità da ricchi… forse è vero che noi non ce l’abbiamo… o forse è solo una scusa per non fare, per non osare… forse è solo paura. Non lo so. Ma so sicuramente che tu sei bravo a organizzare e io a improvvisare… quindi qualcosa ci inventeremo...
FABIO: Intendevo dire… non ho qualche risparmio perché… come spiegare...
LISA: Mi stai facendo tornare l’ansia.
FABIO: Ho un milione di euro.
LISA: Cosa hai detto?
FABIO: Un milione.
LISA: E dove lo hai preso?
FABIO: Come dove? In banca. C’è un fondo speciale… un centesimo qui, un centesimo lì… non mi possono denunciare… o dovrebbero denunciare anche se stessi…
LISA: Perché non me lo hai detto subito?
FABIO: Non lo so! Perché… perché ho avuto paura. Hai ragione non sappiamo niente di noi…
LISA: Paura di cosa?
FABIO: Paura che io… che tu… senti ho avuto paura che tu volessi partire con me solo per i soldi. Ma è un problema mio, tu non c’entri niente!
LISA: Tu hai pensato che io…
FABIO: Non ho pensato niente, ho solo avuto paura.
LISA: Ma che razza di donna credi che io sia?
FABIO: Sei quella con cui voglio partire! In vita mia ho incontrato solo donne che avevano secondi fini: i soldi, la carriera, la sicurezza…
LISA: Tu mi hai mentito!
FABIO: Sì, ma per vedere se eri sincera! Lo so che detto così...
LISA: Tu non sei stato sincero! Hai tradito la mia fiducia!
FABIO: Non volevo… sto cercando di rimediare, di spiegarti, ti sto aprendo il mio cuore, confessando le mie paure... cosa stai facendo?

Lisa inizia a disfare la valigia freneticamente.

LISA: Ci vai da solo alle Hawaii, hai capito? Da solo!
FABIO: Ma Lisa, era una bugia a fin di bene… non sapevo…
LISA: Mi hai mentito! Vuoi che ti apra anche il mio di cuore? Ecco: sono stufa di uomini che mentono. Hai pure il coraggio di dire che avevi una buona ragione… avete sempre una buona ragione per mentire, certo! Mi hai messa alla prova!
FABIO: Non è così…
LISA: Io la prova l’ho superata, ma anche tu eri messo alla prova e tu non l’hai superata, tu mi hai mentito!
FABIO: Anche tu mi hai mentito!
LISA: Io? Quando ti avrei mentito?!
FABIO: Quando hai fatto finta di non essere tu. Poi quando hai detto di non sapere niente dei soldi, poi quando hai detto che non stavi per scappare… ah, poi anche quando...
LISA: Vattene! Vai fuori! Fuori!
FABIO: Per favore, aspetta! Non volevo dire che...
LISA: Vai via!
FABIO: Parliamone, cerchiamo di capirci…
LISA: No!
FABIO: Va bene, come vuoi!

Fabio esce. Lisa continua a vuotare rabbiosamente la valigia. Squilla il telefono, Lisa vede chi è e lo lancia via.
Suona il campanello, più volte, Lisa lo ignora.

FABIO: (da fuori) Lo so che sei in casa. Rispondimi al telefono.
LISA: No!
FABIO: Devo solo dirti una cosa.

Lisa apre, lui entra.

LISA: Cosa vuoi ancora?
FABIO: Non sei tu a cacciarmi, va bene? Sono io che me ne vado.

Fabio si precipita verso la valigia di Lisa e si mette a disfarla rabbiosamente.

LISA: Cosa stai facendo?
FABIO: Ti aiuto, non vedi?
LISA: Non toccare la mia roba.
FABIO: Un attimo, ho quasi finito.
LISA: Smettila!
FABIO: Che non si dica che non sono gentile.
LISA: Lascia stare le mie valigie!

Lisa cerca di fermarlo, rimette in valigia le cose che lui toglie.

LISA: Smettila!
FABIO: Smettila tu! Perché stai riempiendo la valigia?
LISA: Per impedire a te di vuotarla!
FABIO: Ma cosa te ne fai di una valigia piena se rimani qui?
LISA: Io mica rimango qui! Non toccare la mia roba!
FABIO: Cosa vuol dire che non rimani qui?
LISA: Secondo te? Andiamo alle Hawaii!
FABIO: E allora muoviamoci o perdiamo l’aereo!

Prendono la valigia ed escono.

FINE