A.CH.A.B.
All CHihuahuas Are Bastards
di Aleksandros Memetaj
© 2019. Tutti i diritti sono riservati
PERSONAGGI
Luigi, 44 anni
Lorenzo, 27 anni
Eva, 30 anni
Maia, 29 anni
Nel corso della vicenda, al segnale sonoro di un nastro video che si riavvolge, tutti si muoveranno a ritroso nello spazio.
Così facendo, torneranno a un momento ed episodio del passato, di cui rappresenteranno l’accaduto oppure una delle possibili versioni alternative.
Ne succederanno diversi e, ogni volta, saranno indicati in didascalia con la parola Rewind.
… E casomai non vi rivedessi…
Un appartamento. Interno.
Luigi è in soggiorno, seduto su una sedia accanto a un tavolo. Da un lato, in piedi e con uno zaino in spalla, c’è Lorenzo: tornato appena adesso in quel luogo, dopo due anni dall’ultima volta in cui c’è stato e ha visto Luigi.
LUIGI ~ Buongiorno. (Pausa. Ammicca e cita allusivamente) «E casomai non vi rivedessi?»… (Pausa) È un piacere rivederti. Sei tornato? Certo che sei tornato. Ti vedo. Me lo dai un abbraccio?
Si abbracciano.
Credevo che sarei rimasto solo tutto il giorno. Sai che non mi piace stare da solo. Anche se mi ci sono un po’ abituato. Lei è sempre al lavoro. Sei fortunato però: questa settimana, è qui.
Lorenzo dà un’occhiata intorno girando per l’appartamento. Si ferma nei pressi del cucinotto e indica un punto.
Sì. Quello è elettrico, l’ho preso io. (Pausa. Poi, come rispondesse a una domanda attesa e che, tuttavia, non arriva) Sì, Maia sta bene. Anche io sto bene, sì, sì. Tu come stai, invece? (Pausa) Non è colpa tua. Non ha fatto altro che essere leale con se stessa. Ha fatto una scelta.
LORENZO ~ Lo so.
LUIGI ~ Mi sei mancato. (Pausa) C’è da mangiare in frigo. Maia non è ancora tornata… Magari puoi aspettare lei, così mangiate insieme. Le farà piacere. Ci vediamo dopo. (Mentre sta per uscire) Oh: (con fare ammiccante e allusivo come prima) «Buongiorno».
LORENZO ~ (ammicca e allude a sua volta) «E casomai non vi rivedessi?»
LUIGI ~ «Buon pomeriggio, buonasera e buonanotte.» (Esce)
Lorenzo si accomoda su un’altra sedia, estrae dallo zaino un computer portatile e lo sistema sul tavolo. Attiva lo schermo guardandolo per un istante e, indossato un paio di occhiali, si mette a digitare sulla tastiera.
Da direzioni opposte, entrano Eva e Maia.
EVA ~ Cosa?
MAIA ~ C’è il gran comizio del CHihuahua capo, oggi. L’ultima volta ha chiesto pieni poteri, chissà cosa chiederà…
EVA ~ Non puoi andare in piazza.
MAIA ~ Ci sarà il capo dei Barboncini, il generale dei Mastini. Magari arrivano anche…
EVA ~ Io non credo che sia una buona idea andare lì.
Rewind.
LUIGI ~ Io sono un esperto di CHihuahua.
MAIA ~ Davvero?
LUIGI ~ Sì, ho fatto l’autista per loro.
Rewind.
LORENZO ~ (A Luigi) Non abbiamo bisogno di un quarto coinquilino. Lei non è reale. È un’ipotesi.
Rewind.
LUIGI ~ Ci sono cani qui?
EVA ~ No.
LUIGI ~ Fumate?
EVA ~ Mangiamo cioccolata.
LUIGI ~ Ah…
Rewind.
Eva e Maia sole, ognuna rivolgendosi separatamente a un proprio distinto interlocutore che non si vede.
EVA ~ … E così alla fine, tra una bionda ai tavoli e un’amica che ti gira dei lavori, eccomi qui: di fronte a lei.
MAIA ~ … Fulvio.
EVA ~ Va bene.
MAIA ~ Sono qui…
MAIA ed EVA ~ … di fronte a te.
Rewind.
Eva e Lorenzo, soli. Lei ne sta usando il PC portatile, mentre lui aspetta con ansia che Maia ritorni.
LORENZO ~ Come facciamo con le stanze? Sono tre. Dove dorme?
EVA ~ C’è il divano.
LORENZO ~ Il divano non è un letto (indicandolo), è un di-va-no. Sono tre sillabe!
EVA ~ Smettila.
LORENZO ~ C’è il calco del mio deretano su questo divano. Non c’è spazio per un altro sedere oltre al mio qui. Dove si mette? Così? (E fa un esempio di dove e come può mettersi) Per non parlare della cucina, guarda, non c’è spazio, non c’è.
MAIA ~ (entra mentre sta leggendo un libro) Buongiorno.
EVA ~ Ciao.
LORENZO ~ Maia. Prima di tutto sei in ritardo. La riunione è già iniziata. Poi, scusa, secondo te in questa (indicandola) cucina noi ci possiamo entrare in quattro?
Le battute seguenti talvolta si intrecciano o sovrappongono.
MAIA ~ Oddio siamo in quel momento.
EVA ~ Siamo in quel momento.
LORENZO ~ (sempre indicando i diversi punti) Qui c’è il frigo, qui ci sono io, qui c’è Eva che cerca di cucinare e qui ci sei tu che la blocchi.
MAIA ~ (facendogli credere di assecondarlo, con tono affermativo) Mmh mh…
LORENZO ~ Maia, ascoltami: è semplice. (Ancora indicando) Un, due, tre: guarda un po’, finisce il muro; il quarto sta fuori.
EVA ~ (per l’ennesima volta costretta a sentire questi ragionamenti) … Sta fuori.
MAIA ~ Hai visto la mia cioccolata?
LORENZO ~ Capisci che sarebbe un crimine contro natura portare un’altra persona qui dentro?
MAIA~ Oddio…
LORENZO ~ Tu lo sai che dopo 18 ore la quantità di ossigeno in questa stanza diminuirebbe del 36%?
MAIA ~ Lorenzo.
LORENZO ~ Puoi vivere senza ossigeno? No, non puoi.
MAIA ~ Ne abbiamo già parlato.
LORENZO ~ Ascoltami!
MAIA ~ Lollo, ti prego. Lo vedi questo? È piscio. Bubi: il cagnolino di merda a cui do da mangiare, stamattina mi ha pisciato addosso. Vuoi sentire? Ho girato tutta la città a piedi con questa maglia. Sono andata a fare il servizio sulla messa del papa con questa maglia. Sono andata al bar, ho lavorato e – una volta finito – me la son pure rimessa questa maglia. Poi, con questa maglia pisciata, sono andata in ufficio da Fulvio e lui non c’era; anzi mi ha lasciato detto di trovare quante volte su questo libro di Elsa Morante, ambientato a Procida, c’è scritta la parola «Napoli». Sai, le cose nella vita non vanno sempre come speriamo. Quindi ora io tolgo questa maglia, prendo la mia cioccolata, e scrivo il mio bellissimo articolo sulla parola «Napoli». Poi quando tutto sarà finito faremo questa riunione. Ok?
LORENZO ~ Inizierà a mancarti l’ossigeno piano piano. Il respiro si farà pesante. La vista si offuscherà e cercherai disperatamente aria.
MAIA ~ Basta. Ho anche il ciclo, oggi.
LORENZO ~ No. Maia. Non dire quella parola!
MAIA ~ Ciclo! Ciclo! Ciclo! Ciclo! Ciclo!
Mentre ripete «quella parola», Maia va a prendere un assorbente tampax e – prima di uscire – lo lancia addosso a Lorenzo che, nel frattempo, si è rifugiato in bagno senza accorgersi di essere stato colpito.
LORENZO ~ (rivolto a dei suoi amici immaginari) Willifer, Watson: riunione!
Butrytis Cinerea is the Answer
Eva, rimasta sola, fa una telefonata.
Durante il mattino è stata in Piazza della Libertà dove, il 30 febbraio, si terrà il comizio del capo dei CHihuahua che parlerà da un palazzo.
EVA ~ (al telefono) Sto finendo la perlustrazione. C’erano troppi mastini. Ho controllato le uscite del giardino, sì. Sono sicura che è quello il luogo. Gli piacciono i castelli. Sì. Fammi lavorare. Ne parliamo dopo. Ok? (Chiude la chiamata)
LORENZO ~ (esce dal bagno con il tampax fra i piedi) Non si può fare. Nemmeno Watson è d’accordo. Questa casa non è divisibile per 4: il soggiorno è di 16 metri quadri. Il che, diviso per 3, equivale a 5 metri quadri a testa; più 1 metro per poter stare da soli con se stessi, che è lì (indica). Mi segui? Se dividiamo la stessa superficie per 4 persone, ci rimangono 4 metri quadri a testa e… puff! Addio bagno. Addio bolla del solipsismo. Addio privacy, addio riunioni con Watson.
EVA ~ (senza dargli importanza) Lorenzo, basta.
LORENZO ~ Stai usando il mio PC.
EVA ~ (per tutta risposta) Ciclo. Ciclo. Visciole. Marmellata.
Lorenzo, contrariato e tra conati di repulsione, esce. Eva ne continua a usare il computer e cerca delle immagini su Google Earth riguardanti il palazzo centrale di Piazza della Libertà. Le suona il telefono e risponde.
Sì. No che non l’ho trovato. Ho capito ma se mi chiami ogni due minuti io come faccio a controllare l’ingresso al canile?
Rientra Maia. Si è cambiata e sta facendo delle ricerche sul web attraverso il suo smartphone che, però, si sta scaricando.
MAIA ~ L’hai calmato?
EVA ~ Durerà poco. Hai trovato quante volte c’è scritto «Napoli» su quel libro?
MAIA ~ No e non lo farò. Ma devo trovare qualcosa per scrivere l’articolo di apertura di domattina. Quel “burlone” ha posticipato il rientro dalle vacanze. Torna la settimana prossima. Perché il capo è molto stressato. Io lavoro per 5,00 Euro ad articolo e lui è stressato. Mi faccio pisciare addosso da Bubi e lui è stressato… No, batteria del piffero, no… no… non morire… non morire. No, no, no! Perché?? Cioccolata… (La trova e la mangia. Si calma) Posso usare il PC di Lollo? Ti prego, devo trovare l’apertura di domani.
EVA ~ Sì, un secondo solo.
MAIA ~ Che guardi?
EVA ~ Niente.
MAIA ~ Perché guardi il palazzo di Piazza della Libertà?
EVA ~ Perché devo scovare tutti i punti di ingresso e uscita di questo posto. Il 30 febbraio ci sarà il gran comizio.
Rewind.
MAIA ~ Perché guardi il palazzo di Piazza della Libertà?
EVA ~ Le navate, vedi, sono mezze barocche e mezze rococò. Niente di interessante per la tua penna; solo masturbazione intellettuale da laureata disoccupata.
MAIA ~ Ah, ti è arrivato il messaggio?
EVA ~ Quale?
MAIA ~ Oggi è passato il capo della fabbrica chimica. Gli ho detto che volevi lavorare per loro. Lui mi ha chiesto se hai studiato e gli ho detto che sei una laureata in Scienze Politiche. Lui ha storto un po’ il naso, ha fatto ‘non so’ con la testa. A quel punto mi si è stretta all’improvviso la camicia del bar, (maliziosa) proprio qui, gli ho sorriso mentre servivo la birra e… ha detto che il tuo curriculum è perfetto per fare le pulizie part-time. Tra sette giorni hai un colloquio.
EVA ~ Grazie!
MAIA ~ Figurati. Basta che mi dai una mano con la notizia e siamo pari.
EVA ~ Sì. Che ore sono?
MAIA ~ Esci di nuovo?
EVA ~ Devo.
MAIA ~ Incontri clandestini, eh…
EVA ~ Che devo cercare?
MAIA ~ “Accade oggi”. “Incidente”. “Ultim’ora”.
LORENZO ~ (frattanto rientrato) Bene, congratulazioni Eva.
MAIA ~ (sempre concentrata con Eva a fare ricerche sul web) Prova con “Ultim’ora”.
LORENZO ~ Ho saputo che ti hanno preso all’Ossigeno Attivo.
EVA ~ È solo un colloquio.
LORENZO ~ Meglio! Hai un colloquio all’Ossigeno Attivo.
MAIA ~ (leggendo sullo schermo del PC) «Spacciavano libri rubati», no… «Adotta 20 koala», no…
LORENZO ~ Siamo a posto?
MAIA ~ … Che, poi, si stanno estinguendo, dico io. Non vogliono vivere. Lasciali morire.
LORENZO ~ Ragazze?
EVA ~ … Vediamo qui.
MAIA ~ (leggendo ancora) … «Gattino eroe salva la figlia della padrona», no…
LORENZO ~ Eh va bene! (Esce. Ma, a breve, lo si vedrà tornare, uscire e ritornare: secondo un viavai intervallato da diversi suoi tentativi di attirare, in maniere grottesche, l’attenzione delle ragazze)
MAIA ~ «Legalizziamo la cioccolata»… Ah, ah, ah! Magari… No, no, se faccio un articolo sulla legalizzazione poi… aspetta, aspetta… No, no, vai continua pure… esci, esci da lì… prova un altro sito…
EVA ~ «Ragazza arrestata per aver sequestrato una zucchina e averla impiccata davanti a un raduno di vegani.»
MAIA ~ «Oggi» … «alle ore 13:30» … «Luisa» … «gridando: “Morte alle zucchine”.»
EVA ~ Potresti usare questo.
MAIA ~ «La folla incredula ha avvisato le forze dell’ordine. Ora è in stato di fermo»… Sì, se non fosse l’apertura della concorrenza.
EVA ~ «Un anziano non dichiara la morte della moglie per continuare a ricevere la sua pensione.»
MAIA ~ Bleah! Che schifo. Vai su YouTube. Magari…
EVA ~ Questo.
Fa partire un video, di cui si sente l’audio: «Ma ti sei visto? Eh, ti guardano tutti. Te ancora a far il cojone. Così je faccio: “A mastino, a cane dei cani”. Così gli ho detto. E lui muto. Perché so ’r Sandokan e porcod…».
Be’, lui è interessante.
MAIA ~ No, lui è solo un imbecille che mostra quanto è imbecille. A ’sto punto meglio il libro su Procida. Serve qualcosa che abbia un contenuto, non so… Metti questo, prova.
Parte un altro video con il seguente audio: «Due gruppi di CHihuahua litigano tra di loro. Ma siccome nessuno vince, allora fanno pace e decidono di vivere nello stesso canile. Ma i due gruppi continuano ad attaccarsi, di notte, di nascosto. Alle spalle. Poco tempo dopo, un gruppo si rende conto di esser più forte. Allora il loro capo sale sulla casetta più alta e dice: “Datemi i pieni poteri”. La casetta crolla, il capo cade e muore. Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Che animali stupidi i CHihuahua. Vi troveremo. A.CH.A.B. is coming».
Attentatori di CHihuahua. (Inizia a ridere e, man mano, prosegue con maggiore intensità) Attentatori. Con i minimitra sui CHihuahua. (Ride ancora di più) Ce ne sono di matti, ma questi… Oddio che geni… Devo scrivere su di loro. (Immaginando di dare la notizia) Fulvio, ho l’articolo sui CHihuahua.
Le sue risate aumentano sino a contagiare Eva e, dopo poco, Lorenzo. Ridono in maniera crescente. A un tratto, le ragazze smettono e osservano lui che, invece, continua a ridere sino all’esagerazione. Finché si arresta e tace.
LORENZO ~ (ricomponendosi) Bene ora che ho la vostra attenzione possiamo parlare?
EVA ~ Lollo, ascoltami. Il quarto coinquilino…
LORENZO ~ Ci serve. Avete ragione. Allo stato attuale abbiamo bisogno di un quarto coinquilino. Abbiamo affitto da pagare e bollette scadute. Allo stato attuale siamo nella cacca. Allo stato attuale… Ma tutto nell’universo si può trasformare, basta un evento, singolo minimo per cambiare il destino del mondo intero. Signore chiudete gli occhi e preparatevi a questo viaggio nel sapore. Vi presento (mostrandolo) il panino con la Butrytis Cinerea, meglio noto come “Il panino con la muffetta”. Listen carefully, please: strato di pane, salsa al curry, veggie burger di alberi di noce, salsa agrodolce; ad accompagnare la friabilità della noce, insalata di coltivazione idroponica, pinoli, praline di cioccolato fondente al 75%, una spruzzata di olio al tartufo, 5 grammi di Butrytis Cinerea e pane di nuovo a chiudere. (Annusa l’aria) Al primo morso ti piace, al secondo lo ami, al terzo (breve pausa) sei suo. Il panino con la Butrytis Cinerea. E vediamo se serve ora un quarto coinquilino.
MAIA ~ A me piace.
LORENZO ~ Grazie Maia.
EVA ~ Ti apri una bancarella qua sotto, in strada, da domani?
LORENZO ~ Ah. Errore. Questa ricetta sta per essere comprata.
EVA ~ Quindi l’hai assaggiato il panino?
MAIA ~ Lo assaggio io.
LORENZO ~ Non ne ho bisogno. Ubi ratio gustus cessat.
MAIA ~ Bravo. Passamelo.
EVA ~ E come fai a sapere che il cioccolato con le noci e il tartufo non ucciderà qualcuno?
LORENZO ~ Tieni Maia, mangia.
MAIA ~ (addenta il panino) Al primo morso ti piace.
EVA ~ E chi sta comprando questa ricetta?
LORENZO ~ Io ho detto che la ricetta sta per esser comprata. Il compratore non sa ancora che comprerà.
MAIA ~ Al secondo lo ami.
LORENZO ~ Sto partecipando al concorso “Crea il panino perfetto per Ronnie”.
EVA ~ Quel Ronnie?
LORENZO ~ L’unico, Ronnie.
MAIA ~ Al terzo…
LORENZO ~ So che questo prodotto risulterà irresistibile per tutta quella fascia di persone un po’…
MAIA ~ Oddioooooo!!! (Cade a terra pressoché in delirio, conquistata dal gusto)
LORENZO ~ … come lei. Ad esempio, gli universitari. Già li vedo li affamati che si trascinano le scarpe e gli zaini e sfondano le porte del Mac al grido di…
MAIA ~ Muffettaaa!
LORENZO ~ Grazie Maia.
MAIA ~ Ti voglio bene. Mi piace il tartufo, da piccola non mi piaceva il tartufo. Ma il tuo è speciale. Oh, guarda il braccio. (Perde temporaneamente il controllo del corpo)
EVA ~ Cosa c’è lì dentro?
LORENZO ~ La magia della chimica.
EVA ~ Hai messo della droga dentro dei panini da fast food?
LORENZO ~ No, mai. Diciamo che i componenti chimici quando si legano alla saliva, causano dei lievi effetti stupefacenti. (Toglie la cioccolata dai pressi di Maia che, con la sua battuta a seguire, si sovrappone alla frase:) Mischiare, poi, non fa mai bene.
MAIA ~ Non lo vogliamo un quarto coinquilino. Ha ragione Lollo. No al quarto!
EVA ~ Potresti uccidere qualcuno…
LORENZO ~ Cambiando le dosi, sì. Basterebbe far incontrare l’azoto e il carbonio e… Baam! Lo stomaco ti esploderebbe, schizzando ovunque dentro il corpo.
EVA ~ C’è un genio del male lì dentro.
LORENZO ~ No. Non lo farei mai. Non sono attratto dal ‘lato oscuro della forza’. Mi impegno solo per la causa.
Maia, che nel frattempo ha ritrovato il tampax finito a terra, gli mette l’assorbente in mano e si sdraia da una parte, k.o.
(Cambiando registro) Lo sto facendo solo per noi. Per noi tre. Perché ce la possiamo fare anche da soli, Eva. Io posso vincere. Se vinco questo concorso siamo a posto. Poi, tu hai un colloquio di lavoro… Io ti posso aiutare.
EVA ~ Non credo.
LORENZO ~ Ci sarà qualcosa che posso fare per te!
EVA ~ Conosci un… modo… per avere le risposte a tutto?
LORENZO ~ Una sorta di lampada di Aladino?
EVA ~ No… qualcosa che… riesce a…
LORENZO ~ Una chiave che apre tutte le porte…
EVA ~ Più un… Problem Solver per la vita. (Sorride, ma come se le sfuggisse qualcosa)
LORENZO ~ Per fare le pulizie in una fabbrica?
Eva fa una faccia come se rispondesse: “Che c’è di strano?”
Ok. Per sviluppare un software quantico che scelga al posto tuo devo ancora studiare. Attualmente è impossibile. Quelle cose le vedi nei film…
Eva si alza.
Dammi qualche giorno. Io ti do una mano a passare il colloquio, in cambio qui non entra nessuno. Almeno fino all’esito del concorso.
Si stringono la mano.
Allora abbiamo un accordo.
EVA ~ Buonanotte. (Esce)
LORENZO ~ Buonanotte.
MAIA ~ Pss… Lollo… (riferendosi alla cioccolata) che, me la passi? Bravo Lollo. Così, fatti valere. Non lo vogliamo il quarto coinquilino. E chi se ne frega. Noi moriremo così, senza luce né acqua né cibo. Tanto da oggi abbiamo i panini di Lollo. Buono il tartufo. Da piccola non lo mangiavo. Mangiavo tanto, ma il tartufo no. Giocavo tutto il giorno, e la sera prima di andare a dormire…
LORENZO ~ (sovrapponendosi al racconto sognante di lei) Attivazione modalità pilota automatico. (Ed entra in questo tipo di stato, isolandosi)
MAIA ~ (sta per addormentarsi) … giocavo col mio mappamondo vicino al letto. Lo facevo girare col dito, chiudevo gli occhi e poi lo bloccavo. Li riaprivo e sognavo di fare l’inviata. C’erano altri bambini come me. Giocavano con me. Scappavano dalla guerra, dalle tempeste. Poi nuotavo da sola in mezzo all’oceano Pacifico meridionale e inquadravo i pinguini che si accoppiavano con gli orsi. Poi tornavo dai bambini e mostravo loro quanto era grande e strano il mondo.
Eva rientra da destra con una maschera addosso e attraversa lo spazio, che intanto si fa scuro, per uscire dall’ingresso dell’appartamento.
Io voglio puntare il ditino sul mappamondo! Non voglio contare le parole dentro un libro su Procida. Perché Eva? Perché non posso fare il mio lavoro… Eva… ’notte… ti voglio bene. (S’addormenta)
EVA ~ (appena uscita fuori di casa, su una musica molto bassa e cupa, chiama al telefono in un buio sempre più denso) Ho controllato tutte le uscite del castello. Si può fare. (Se ne va)
Una settimana dopo
In soggiorno.
Maia si è appena svegliata. Lorenzo è al computer.
MAIA ~ Buongiorno.
LORENZO ~ (distrattamente) «E casomai non vi rivedessi?»
MAIA ~ «Buon pomeriggio, buonasera e buonanotte.» Che ore sono?
LORENZO ~ (continuando a guardare lo schermo del portatile) Le 13:46 e 51 secondi.
MAIA ~ Cosa?
LORENZO ~ 13:46 e 54 secondi, 55, 56, 57, 58, 59… (Prosegue a contare fino a 100, sempre rivolto allo schermo)
MAIA ~ (incalzata dal conteggio, si attiva) Oddio: Fulvio. Fulvio arriva alle due. Ho quindici minuti. Ce la posso fare! Caffè. Caffè! È finita la bombola… perché non compriamo mai la bombola? … Vabbè, chissenefrega! Bagno! Sì… ce la farò, vero Lollo? Dimmi che ce la farò. Oddio. Non ce la farò mai! Non ce la farò mai! Ce la posso fare…! Lollo dimmi che ce la farò. Lollo. Ma perché non mi hai svegliato prima? Giubbotto. Il giubbotto! Ce la posso fare. Ce la posso fare… In bocca al Lupo? Grazie! Ciao. (Esce)
LORENZO ~ … 100. Download completato. Disattivazione pilota automatico. Uhhh! (Disinserisce dal computer un tampax cilindrico…) Bene! Ciao mio “piccolo me”. Come stai? (Lo stringe in un pugno) La radice quadrata di 6.520? (Pausa. Volto concentrato. Poi) Sì!!!!! Si può fare!!!! Ho sempre sognato di dirlo.
EVA ~ (entra) Buongiorno.
LORENZO ~ «E casomai non vi rivedessi?»
EVA ~ Allora, è pronto?
LORENZO ~ Sì.
EVA ~ Dov’è?
LORENZO ~ Eccolo!
EVA ~ Un tampax?
LORENZO ~ Un che?
EVA ~ Questo è…
LORENZO ~ … Un deposito temporaneo di dati neuronali. Una sorta di chiavetta USB che ha letto tutti i miei dati e li ha copiati. Riconosce il sudore con cui viene a contatto ed è settato sul tuo e su quello del suo creatore. Nelle mani di un qualsiasi estraneo risulterebbe solo un normale… oggetto… di plastica. (Pausa) In questo momento stai per ottenere una copia di una delle menti più brillanti del nuovo secolo. (Pausa) Ti vedo titubante, quindi passiamo subito alla dimostrazione. La capitale del Brunei?
EVA ~ Non la so.
LORENZO ~ Ma da ora sì. Prova.
Eva va verso il bagno.
Dove vai? Devi stringerlo in mano. La capitale del Brunei?
EVA ~ Bandar Seri Begawan.
LORENZO ~ Giusto.
EVA ~ Sì?
LORENZO ~ L’inventore della Coca Cola?
EVA ~ John Pemberton. Oddio. E chi è?
LORENZO ~ Farmacista…
EVA ~ Polacco naturalizzato statunitense… Ma come è…?
LORENZO ~ Aspetta, aspetta. Senti questa. La radice quadrata di 6.520?
EVA ~ 80,7465169527. Oddio Lollo, sei un genio!!!!
LORENZO ~ Lo so. Lo so.
EVA ~ Come hai fatto?
LORENZO ~ (alludendo al tampax) Chiedilo a lui. Ora detieni il sapere. My creature. Oddio, sono stanco, vado a riposare.
EVA ~ Lollo, grazie.
LORENZO ~ Eva, è finita la bombola. (Esce)
EVA ~ (mette il tampax dentro la borsa e fa una chiamata veloce) Sto andando a comprare i fuochi d’artificio.
Altrove. Nello stesso istante, Maia entra nell’ufficio di Fulvio mentre Eva in quello del suo colloquio di lavoro. Le persone a cui si rivolgono non si vedono né si sentono.
Piacere, Eva.
MAIA ~ Fulvio, ciao. Hai due minuti?
EVA ~ Abito a due chilometri da qui.
MAIA ~ No, no, aspetto. Fai pure.
EVA ~ Da giovane ho studiato Scienze Politiche.
MAIA ~ Fulvio.
EVA ~ Sono affascinata dall’ambiente di lavoro.
MAIA ~ Ascolta, perché non ho molto tempo.
EVA ~ … E così alla fine, tra una bionda ai tavoli e un’amica che ti gira dei lavori, eccomi qui: di fronte a lei.
MAIA ~ Fulvio… Sono qui… (sovrapponendosi con la battuta successiva di Eva) di fronte a te…
EVA ~ Vado matta per gli stracci umidi.
MAIA ~ … Oggi, perché noi ci conosciamo da un po’ ormai. Sono tre anni che lavoro con te, per te. Tu mi hai vista crescere. Mi hai insegnato molto. Potrei dire che per certe cose tu sia stato quasi un padre per me. Quindi, innanzitutto, grazie.
EVA ~ I detergenti. Come un liquido può intaccare la pelle, pulirla.
MAIA ~ Sì, Fulvio.
EVA ~ Come un liquido penetra la pelle.
MAIA ~ Sì, Fulvio, lo so che mi reputi una brava giornalista altrimenti starei perdendo il mio tempo qui.
EVA ~ Entra in ogni poro, intacca tutto il corpo…
MAIA ~ So che hai molta stima e fiducia in me…
EVA ~ È la magia della chimica, no?
MAIA ~ Ecco, vorrei solo che questa stima si riflettesse anche su altro…
EVA ~ Ho un’ossessione per la pulizia.
MAIA ~ Io… non ho un contratto, non percepisco contributi.
EVA ~ Il fatto è che a me scopare piace proprio tanto.
MAIA ~ Non ho la tredicesima, la quattordicesima e va bene! Non mi interessa. Solo che tu mi paghi 5,00 Euro ad articolo e io non ce la faccio più a scrivere 100 articoli al mese per 500,00 Euro in nero! Non so più che inventarmi.
EVA ~ Nel tempo libero?
MAIA ~ Sto scrivendo articoli su un gruppo di fanatici che vuole sterminare i CHihuahua.
EVA ~ CHihuahua. Ti confesso un segreto… raccolgo tutte le informazioni che riesco a trovare su di loro. Se posso alzarmi? (Si alza dalla sedia e ci gira attorno, durante la battuta seguente di Maia, finché si china e prende la borsa)
MAIA ~ Sì, grazie (fa per sedersi). Ok. Prima che… forse sto bene in piedi. Quello che ti vorrei chiedere è una mano a crescere ancora. A diventare una professionista. Vera. So che ti ricordi il nostro primo colloquio, era qui dentro. Io voglio fare l’inviata. Mandami in posti dove ci sia davvero bisogno di qualcuno che racconti cosa succede. Facciamo giornalismo vero. Insieme. Io e te, Fulvio. Andiamo a raccontare la verità. Andiamo in tutti quei paesi dove gli altri finti giornali hanno paura di mettere piede. Andiamo a denunciare tutte le finte democrazie di questo mondo. Il colonialismo che esiste ancora oggi!!! In Africa. In Medioriente!!! Dove miliardi di persone vivono oppresse da regimi dittatoriali, importati dai nostri cazzo di paesi occidentali di merda!!! Ci sono milioni di persone che muoiono nell’indifferenza. Che meritano di parlare! Non possiamo tenere sempre gli occhi chiusi. Le menti spente. Andiamo a scuotere quelle menti insieme… Fulvio… io e te, Fulvio. Fulvio mi stai ascoltando?
EVA ~ (appena raccolta la borsa) Mi chiami tu?
MAIA ~ Fulvio.
EVA ~ Entro tre giorni?
MAIA ~ Hai un po’ di bava.
EVA ~ Va bene.
MAIA ed EVA ~ Un caffè?
MAIA ~ Io e te, insieme? No, perché non ho molto tempo.
EVA ~ Arrivederci signore! (Esce dall’ufficio e rientra a casa)
MAIA ~ Ah… tu vuoi che io ti porti un caffè? No Fulvio. Non ti porterò il caffè. Non sono qui per questo. Perché sono qui? Per mandarti a ’fanculo. Sì. A ’fanculo Fulvio. Perché sei una brutta persona. Perché non ti voglio più vedere, Fulvio. Perché quei tuoi occhi laidi te li devi ficcare su per il buco del culo. Sì, sì. Hai capito bene. Poi prenditi i coglioni e strozzatici, Fulvio. Ah no. Non puoi farlo. Perché sei un senzapalle. Sai, Fulvio. Stanotte il mondo mi ha parlato nell’orecchio e mi ha mandato qui. Per mandarti a fare in culo. È l’ambasciatrice del mondo che ti manda a ’fanculo. L’ambasciatrice di tutte quelle giovani risorse che ogni giorno misurano quanto siano cresciute le loro occhiaie e, con dignità e impegno, cercano di farsi spazio e che tu schiacci con la suola della tua scarpa con cui hai appena pestato una merda. Una merda!!!! E un altro piccolo vaffanculo te lo manda Elsa Morante. Perché, nello stesso orecchio, mi ha sussurrato che non gliene frega un cazzo di quante volte ha scritto «Napoli» in un libro bellissimo su Procida come L’isola di Arturo! Devi morire male brutto schifoso grasso pezzo di merda ambulante! Vaffanculo! Vaffanculo Fulvio!! Vaffanculo!!! Vaffanculo!!!! (Si gira e si ritrova a casa, dove ci sono Luigi ed Eva seduti a guardarla. Ricomponendosi dopo lo sfogo, li saluta ed esce)
Piccoli attentati domestici
EVA ~ Piacere, Eva.
LUIGI ~ (ambiguamente ironico) Sicura? Non si può mai sapere… (Pausa) Carina la ragazza. Sembra dolce. Anche la casa è stupenda. Mi piace molto l’arredamento del bagno. I pomelli d’oro del lavandino. Ho visto che c’è l’idromassaggio. Comodo. Anche la cucina mi… Sono fornelli elettrici, vero? No, perché io non li ho mai usati, quindi… Magari me lo spiegate, domani… e… ma ci sono cani qui?
EVA ~ No.
LUIGI ~ Fumate?
EVA ~ Mangiamo cioccolata.
LUIGI ~ Quella piace anche a me. La prendete in piazza?
EVA ~ Maia ha un amico.
LUIGI ~ Maia? Ah. Ottimo. Mi piace questa casa. Sì. mi piace… molto. La prendo. (Facendo subito gesti di scuse) Scusa. Deformazione professionale.
EVA ~ Che lavoro fai?
LUIGI ~ Facevo. Compravo case all’asta. Le ristrutturavo e rivendevo ai privati. Ora (scherzando): vacations. Travels and sensations. Tu?
EVA ~ Organizzo attentati.
LUIGI ~ Sì? Da quando?
EVA ~ Un anno, ma è un segreto.
LUIGI ~ E perché lo fai?
EVA ~ Perché questa società mi fa schifo.
LUIGI ~ Bene.
EVA ~ Vuoi qualcosa da bere?
LUIGI ~ No. Grazie. Ho smesso. Ho dato da giovane.
EVA ~ (inizia a punzecchiarlo) Non sei vecchio. Qualche capello bianco.
LUIGI ~ (sta al gioco, è a proprio agio e comincia a risponderle per le rime) Anche tu però non scherzi coi capelli bianchi.
EVA ~ Ma io me li posso tingere.
LUIGI ~ Anche io.
EVA ~ Ma saresti ridicolo.
LUIGI ~ Mi piaci, sai.
EVA ~ Tu no. Sei basso e cicciottello. Nell’annuncio c’era scritto alto almeno 1.80.
LUIGI ~ Se è per questo sono pure divorziato e ho una figlia che non mi parla.
EVA ~ Sei un bugiardo!
LUIGI ~ Sono un cazzaro!
EVA ~ Che tipo di coinquilino sei?
LUIGI ~ Adorabile. Io mi sveglio tutte le mattine e come apro gli occhi inizio a cercare di incrociare gli sguardi delle persone solo per iniziare a dire buongiorno. Buongiorno. Buongiorno. Buongiorno. Buongiorno. Buongiorno. Buongiorno. Buongiorno. Buongiorno. Buongiorno. Buongiornobuongiornobuongiorno!
EVA ~ Sei un uomo di merda!
LUIGI ~ Sì! E tu sei una donna brutta.
EVA ~ Bruttissima.
LUIGI ~ Non ti scoperei neanche se mi prestassero l’uccello.
EVA ~ Anche perché il tuo è morto.
LUIGI ~ Sei acida.
EVA ~ Io ti ci sciolgo nell’acido.
LUIGI ~ Tranquilla che prima che succeda ho già sciolto te, Lorenzo e pure la piccoletta.
EVA ~ Io ti accoltello di notte mentre progetti il piano.
LUIGI ~ E io ti strozzo con queste mani mentre ti dirigi in cucina per prendere il coltello.
EVA ~ Ma io di coltelli ne ho due e con l’altro ti accoltello alla schiena prima che mi afferri il collo. E poi ti infilzo di nuovo e di nuovo. E di nuovo. Fino a vederti morire davanti a me in una pozza di sangue.
Silenzio.
LUIGI ~ (ammiccando) Piacere, Luigi.
EVA ~ Sicuro? Non si può mai sapere… (Pausa) Puoi restare. (Se ne va)
Lui rimane qualche istante da solo. Poco dopo, arriva Lorenzo.
LUIGI ~ Ciao. Tu devi essere Lorenzo!
LORENZO ~ Lei chi è?
LUIGI ~ Io sono Luigi. Il nuovo coinquilino.
LORENZO ~ No.
LUIGI ~ Sì.
LORENZO ~ No.
LUIGI ~ Sì.
LORENZO ~ Eva! Maia! Eva! C’è un uomo nel soggiorno!!! Eva!!! Maia. Aiuto! Aiuto! (Si precipita in bagno a parlare coi suoi amici immaginari) Willifer! Watson! Codice nero! Codice nero! Ragazzi! È arrivato! No che non me l’aspettavo! Chiama i rinforzi, chiama Tiger e Charlie. Dove? C’è un estraneo sulla mia sedia e loro sono in vacanza? Ok. Chiama Sakamoto! Utilizzeremo la tattica Hiroshima! (Esce dal bagno) Nani oh Hokoda!
LUIGI ~ Ho ko ta?
LORENZO ~ Nani oh Hokoda!!
LUIGI ~ (divertito) È un gioco!
LORENZO ~ Nani oh! Hokoda!! Baka iaro! Sinzu ku do pata’ suku iu do harakiri!!
LUIGI ~ Azuko sushi ah sashimi!!!
LORENZO ~ Bakaiaro! A zu zun feke too!
LUIGI ~ Aspetta come si chiama il fritto misto?
LORENZO ~ Zi kon to feiezu fucici!
LUIGI ~ Ai zun takesji!!! Tempura! Ohh! Ma io son cresciuto con i cartoni animati giapponesi! Mazinga Z, Jeeg Robot, Tetsuya… «Mila, lancia i componenti!»
LORENZO ~ Senta, lei se ne deve andare. Subito.
LUIGI ~ Questa è casa mia, bello.
LORENZO ~ Non diciamo corbellerie, signor Luigi.
LUIGI ~ Signore, chiamami Luigi.
LORENZO ~ Chi l’ha fatta entrare?
LUIGI ~ Eva!
LORENZO ~ Non può stare qui.
LUIGI ~ Perché non cerchiamo di stabilire subito un rapporto sano e amorevole, eh zio? … Com’è che dite voi giovani? ‘Bella zio, bello frate. Andiamo a chiavarci una roba da bere dai.’ (Va verso la cucina) Dove cazzo stanno i bicchieri qui? Non c’è un cazzo; dai, frate!
LORENZO ~ Signor Luigi. Che fa? Mi ha appena sfondato il muro! (Alludendo a chissà quale muro invisibile) Guardi che ha fatto!
LUIGI ~ Ma quale muro. Non ci sono muri tra di noi! Ma ci sarà un cazzo di succo in frigo!
LORENZO ~ Signor Luigi si fermi!
LUIGI ~ Dammi una cazzo di mano.
LORENZO ~ (gli corre contro come se fosse un samurai, immaginando di maneggiare una spada Katana) Kozuma Waikiriri!!
LUIGI ~ (come avesse la spada puntata addosso) Ohhhhhh!! Ok, ok, ok, mi fermo!
LORENZO ~ Questo qui (indica nel vuoto) è un muro! Se lei lo attraversa lo butta giù!
LUIGI ~ Questo qui…?
LORENZO ~ È un muro. E tolga i piedi dal cestino.
LUIGI ~ (lentamente, come se la spada si ritraesse) Va bene. Scusa. (Ride) Scusami ‘Takeshi’! (Se la ride) Sei proprio un grande!!! (Allusivo) Ehi, ma quanti cazzo siete lì dentro, oh?!
LORENZO ~ Ok, ora basta se ne vada!
LUIGI ~ E va bene, ok. La smetto. Su. Mi metto qui?
LORENZO ~ Quella è la mia sedia!
LUIGI ~ È la tua sedia?
LORENZO ~ Sì, è la mia sedia!
LUIGI ~ Ok, mi sposto subito. Anzi, Guarda. (Rimette a posto il muretto immaginato da Lorenzo e ci si appoggia con un avambraccio. Conciliante) Va bene così? Pace?
LORENZO ~ No, se ne deve andare, signore. Noi non cerchiamo un quarto coinquilino. Per qualche istante, forse, nella testa di qualcuno di noi è vagata la flebile ipotesi che ci potesse servire. Ma un’ipotesi deve sempre fare i conti con i fatti e i fatti sono che (scandendo) noi – non abbiamo – bisogno – di un quarto – coinquilino! Lei non è reale. È un’ipotesi! Quindi le chiedo cortesemente di uscire dalla mia realtà! Ora!
LUIGI ~ (serio) Stai scherzando, spero.
LORENZO ~ Lei non esiste.
LUIGI ~ Mi stai cacciando di casa? Cioè tu stai cacciando di casa me. (Quasi minaccioso) Dimmelo guardandomi in faccia, ragazzo, dai. No, eh? Guardami negli occhi e dimmelo.
Silenzio.
(Provocatorio con ironia) Aaahhh! Allora portami un tè, ragazzo. (Si siede con calma e aspetta)
Lorenzo, di nuovo con movenze e grida da samurai, lo avvicina ancora a spada tratta.
(Disperato, si inginocchia. Straparla in giapponese, ignorando il vero significato delle parole che dice. Quello che vuole davvero esprimere, però, è riportato di seguito tra parentesi quadre) Ningen no chie wo shinjiru. Kotoba non shinri, sogosoncho, junsuina ai wo shinjiru. Kono sakuhin ga boryoku no yuhatsu toshite dehanaku, hiniku tappuri no chohatsu toshite kioku. [Io non so dove andare. Ti prego. Voglio solo dell’acqua. Io sono solo un povero vecchio assetato che non sa dove andare. Ho paura. Aiutami, ragazzo! Sento le voci. Mi mangiano. Mi divorano il cervello. Aiuto. Sto morendo, sento il cuore che mi esplode, aiutami!]
LORENZO ~ E va bene va bene va bene! Può restare. Si calmi.
LUIGI ~ Sareru koto? [Davvero?]
LORENZO ~ Sì, davvero.
LUIGI ~ Wo negau Lolenzo! [Oh grazie Lorenzo!]
LORENZO ~ Sì, però si calmi. E la smetta. Quello non è nemmeno giapponese!
LUIGI ~ Grazie Lorenzo, grazie, grazie, grazie.
LORENZO ~ Signor Luigi non mi tocchi! Io e lei non siamo amici! Allora ci sono delle regole: non si sfonda il muretto in cucina; non si oltrepassa quella linea, quando qualcuno è già in bagno. La vede? Ecco. (Demarcando a gesti) Di qua, sì. Di là, no! E deve stare a 4 metri di distanza da me.
LUIGI ~ (si allontana di 4 metri) Va bene.
LORENZO ~ Vada un secondo in cucina, per favore. Non da lì! Lasci perdere. Si sieda pure. (Si rimette a lavorare al computer)
LUIGI ~ (seduto) Posso dare un’occhiata alle stanze?
LORENZO ~ No.
LUIGI ~ (ridà un’occhiata intorno e alludendo alla casa) Piccolina, eh… (Non ottiene risposta) Va bene. E dove dormo io?
LORENZO ~ Sul divano.
LUIGI ~ Il divano non è un letto, è un divano.
LORENZO ~ (per un istante è confuso, anche lui la pensa così. Poi) O lì o per terra. Scelga lei.
LUIGI ~ E per mangiare? A che ora mangiate di solito? Potrei cucinare qualcosa.
LORENZO ~ È finita la bombola.
LUIGI ~ Ma non era elettrico? È pericoloso tenere una bombola in casa, oggi.
LORENZO ~ Lo compri lei un forno elettrico, allora.
MAIA ~ (entra di corsa dalla sua stanza) Lollo!! Son tornati! Oh, salve.
LUIGI ~ Ciao.
LORENZO ~ Maia. Dov’eri?
MAIA ~ Senti ho bisogno di te. Assolutamente. Ora.
LORENZO ~ No, io voglio che tu mi spieghi questo! Chi è?
MAIA ~ Luigi.
LORENZO ~ Lo so! Ma come è entrato?
MAIA ~ Lorenzo, shh! Quelli che odiano i CHihuahua son tornati! (Fa partire sul PC un video caricato su YouTube, dal titolo A.CH.A.B. is coming!)
Eva rientra mentre si diffonde l’audio del filmato che dichiara: «Oggi il capo dei CHihuahua ha chiesto di diventare imperatore, con pieni poteri. Lui stava lì, in cima alla casetta più alta sventolando ciondoli rubati agli umani più poveri. Un cane che dà da mangiare al popolo è pericoloso. Non esiste libertà di pensiero, di parola, di azione dove regna l’ignoranza. Vi prenderemo CHihuahua. Staneremo le vostre cuccette e i buchi dove vi nascondete la notte. A.CH.A.B. is coming!»
LORENZO ~ Quindi?
MAIA ~ Eh, eh, eh. Questi fanno sul serio! Son tornati. Cioè: son matti! Questi davvero ce l’hanno con i CHihuahua! Non capite? Se questi fanno sul serio, vuol dire che io non ho perso tempo!! Che io ho ragione e Fulvio ha torto! ’Fanculo Fulvio!!! Io ora mi apro una pagina Instagram dedicata. Nessuno ha ancora scritto su di loro, tranne io: quindi sono la prima, la prima, la prima!!! Oddio sto male. (Va a inginocchiarsi accanto a Lorenzo) Dammi una mano. Ti prego, facciamo la pagina insieme, tu mi fai i video, poi mi aiuti nel montaggio. Poi dobbiamo raccogliere materiale, il più possibile e tu sei un cervellone quindi facciamo prima. Saremo una squadra. Dai. Io e te.
LORENZO ~ Sono impegnato, mi dispiace.
MAIA ~ Dai! Perché fai l’egoista? (Si solleva da terra indispettita. La discussione si scalda progressivamente)
LORENZO ~ L’egoista?
MAIA ~ Per una volta che ho un lavoro discreto!!!
LORENZO ~ Io sarei l’egoista?
MAIA ~ (all’apice della discussione) Vaffanculo!
Silenzio.
LUIGI ~ Ehi, se vuoi ti do una mano io. Io sono un esperto di CHihuahua.
MAIA ~ Davvero?
LUIGI ~ Sono stato un autista per loro. Ne avrò conosciuti bene almeno una trentina. E dico: bene.
MAIA ~ Cioè? (Si siede vicino a lui)
LUIGI ~ Quando li accompagni per i loro vizietti notturni conosci un po’ di segreti che nessuno conosce. Ascolti telefonate che nessuno ascolta… C’è un CHihuahua con cui ho fatto amicizia…
MAIA ~ Chi?
LUIGI ~ Te lo dico dopo… lui però era simpatico. Era sesso-dipendente. Un eiaculatore ossessivo-complusivo. Piccolino ma agguerritissimo. Che se non scopava stava male!
LORENZO ~ Maia, la smetti con queste stronzate da giornalista mediocre? Io sto cercando di lavorare!
Maia si alza e fa per rispondergli.
LUIGI ~ (dopo averla fermata) Andiamo in camera mia. (La conduce verso il divano, facendo cenno a Eva di spostarsi. Una volta seduti insieme, continuano a parlare a bassa voce)
Lorenzo stacca gli occhi dal PC e inizia a guardare Eva che lo ricambia. Una sfida di sguardi disturbata dal bisbigliare degli altri due.
… Ma sì… son pupazzi. Anche quelli che incontri, che abbaiano tantissimo, che fanno la bavetta… satanici… Anche loro comunque hanno sopra la testa la mano del padrone…
LORENZO ~ (si alza e va a isolare la zona del divano, mimando di chiuderla e silenziarla con una tenda immaginaria, così da restare solo con Eva) L’altro giorno, qui su questo tavolo, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo stretti la mano… «Fino all’esito del concorso!» Fino all’esito del concorso. Hanno un senso logico per te queste parole?
Nessuna risposta.
Ridammi il mio neurotrasmettitore. Non sei stata onesta con me…
Eva consegna il neurotrasmettitore a Lorenzo.
Grazie!
Rewind.
Ridammi il mio neurotrasmettitore. Non sei stata onesta con me…
EVA ~ L’ho buttato.
Intanto, in camera di Luigi.
MAIA ~ Però prima di cominciare a lavorare bisogna dare un assaggio a questa (cioccolata). A mente libera si lavora meglio.
LUIGI ~ Saranno anni che non mangio un po’ di ’sta roba.
MAIA ~ Allora vacci piano.
LUIGI ~ (tossisce. Poi) Ai miei tempi era molto più leggera.
Continua a tossire mentre, nel soggiorno, Lorenzo ed Eva chiedono silenzio.
MAIA ~ (si gira verso di loro) Scusate. Si è aperta la tenda. (La chiude)
LORENZO ~ Brava, non solo sei pessima nei rapporti umani ma getti la più grande innovazione dei prossimi trent’anni di scienza in un cestino qualsiasi. Complimenti!
EVA ~ Era solo un tampax.
LORENZO ~ Tu hai buttato nel cesso un Nobel!
EVA ~ Che cazzo vuoi da me? Ok. Ti ho mentito. Ho fatto entrare Luigi in casa. Ho fatto il colloquio, non mi serviva più e ho buttato il neurotrasmettitore. Quindi?
LORENZO ~ Tu ti rendi conto di quello che hai fatto?
EVA ~ E tu ti rendi conto di dove cazzo vivi? Ti rendi conto di dove sei? Che esisti, anche se ti ostini – come un coglione – a rimanere nascosto qui, al riparo, dentro i tuoi cazzo di occhiali? C’è un mondo fuori. Te ne rendi conto? Non è possibile che il tuo problema più grande sia perdere il tuo metro quadrato per parlare con i tuoi amici immaginari! Cresci.
LORENZO ~ Almeno io non pulisco i cessi.
EVA ~ (gli dà uno schiaffo) Potrebbe crollarti il mondo addosso e tu non te ne accorgeresti nemmeno.
Nel frattempo.
LUIGI ~ Secondo me si amano.
MAIA ~ Si vogliono bene.
LUIGI ~ Scopano.
MAIA ~ Si vogliono bene.
LUIGI ~ In un'altra vita avrebbero sicuramente scopato. Tu scopi? Oh, no… non lo prendere come… Io sono un padre di famiglia, giuro che… era per sapere… ma per te, non per… Buona ’sta cioccolata.
MAIA ~ Hai figli?
LUIGI ~ Una, si chiama Sara. Ha la tua età più o meno. Studia qui in questa città.
MAIA ~ Quindi, tu?
LUIGI ~ Sì, sono qui per lei.
MAIA ~ E come mai? Cioè come mai non sei con lei ma sei finito qui?
LUIGI ~ È una lunga storia.
MAIA ~ Sintetizza.
LUIGI ~ Vendevo case. Ero ricco, moglie e figlia… Ma bevevo. Troppo. Mi sono indebitato. Ho ipotecato la casa. Ho rapinato una banca mobile. Mi hanno arrestato. Sono stato per quattro anni in… Sono uscito. Mia moglie aveva un compagno. Io non avevo più una casa e Sara si era appena trasferita qui. Non bevo alcool e non parlo con mia figlia da 4 anni 10 mesi e 12 giorni.
MAIA ~ Troveremo Sara (Ha una sorta di crisi isterica, poiché inizia a ridere e non si controlla) … Tu hai rapinato una banca mobile! Che faccia che hai fatto. Quanto sei serio. Scusami, nei momenti così io... io… Oddio!!! (Ride)
LUIGI ~ Buonanotte Maia.
MAIA ~ No, Luigi scusa, è che… Oddio… Ok, scusami. Mi rendo conto che… aspetta. Uhhh. Ti darò una mano a trovarla, te lo prometto. Ora devo andare a dormire, però giuro che la ritroviamo presto… Ha rapinato una banca mobile.
A.CH.A.B. is coming
Momento di transizione.
Atmosfera buia e musica misteriosa.
Eva, in bagno, si cambia d’abito indossando una tuta nera.
La musica finisce al tornare diffuso della luce.
30 febbraio.
Nel soggiorno, Eva e Lorenzo.
Lei è agitata, controlla il telefonino costantemente e ha con sé una borsa da lavoro.
Entra Maia dalla propria stanza ed è di fretta.
MAIA ~ Dai, Luigi. Il comizio inizia tra 30 minuti. Ce ne vogliono 45 solo per arrivare.
LUIGI ~ Un secondo tesoro, arrivo. (Ed eccolo)
MAIA ~ Hai tutto? Macchina? Memoria? Memoria di riserva? Stativo? Microfono? Cavi?
LUIGI ~ Sì. Sì. Sì e sì. Microfono?
MAIA ~ Luigi saremo in mezzo a migliaia di persone. E se poi dopo il comizio riesco a intervistare uno dei CHihuahua? Come mi presento? “Ciao, sono una giornalista senza il microfono.” Un po’ di professionalità per favore.
Luigi si fionda in camera di Maia a cercare il microfono.
Come sto?
LORENZO ~ Sei molto gradevole alla vista.
MAIA ~ “Sei molto gradevole alla vista.” Perché parli sempre come un automa? Non puoi dire: “Sei molto bella, Maia?”.
LORENZO ~ Dove stai andando?
MAIA ~ In Piazza della Libertà.
EVA ~ Cosa?
MAIA ~ C’è il gran comizio del CHihuahua capo. Sarà l’ultimo oggi. L’ultima volta ha chiesto pieni poteri, chissà che…
EVA ~ Non puoi andare in piazza.
MAIA ~ Io devo andare in piazza. Ci saranno anche il capo dei Barboncini e il generale dei Mastini. È un evento pazzesco. Magari arrivano anche gli A.CH.A.B.
EVA ~ Non credo sia una buona idea andare lì.
MAIA ~ Io sono ‘la portavoce’ degli A.CH.A.B. È mio dovere andarci.
EVA ~ Ho detto che non credo sia una buona idea!
MAIA ~ Ma stai scherzando? Ehi, lasciami. Mi fai male.
LUIGI ~ (rientrando, ha appena ricevuto un messaggio) Ragazze…
MAIA ~ (a Eva) Ma cos’hai oggi?
Silenzio.
LUIGI ~ Tutto bene?
EVA ~ Ascolta… Ti prego ascoltami. (Piange) Non è una buona idea. Non ci devi andare in Piazza della Libertà. È pericoloso.
MAIA ~ Ma Eva.
EVA ~ Tu non sai cosa sta per accadere lì… Scusami. Scusami. Scusatemi. Scusatemi.
LORENZO ~ Eva. Tutto bene?
EVA ~ No. Lorenzo, non lo voglio fare più.
LORENZO ~ Ma di cosa stai parlando?
EVA ~ Abbiamo… abbiamo piazzato nei muri portanti del palazzo centrale della Butrytis Cinerea. Durante il comizio faremo passare dell’azoto dalle tubature dell’aria condizionata e… la magia della chimica, no?
Rewind.
EVA ~ Non credo sia una buona idea andare lì.
MAIA ~ Io sono ‘la portavoce’ degli A.CH.A.B. È mio dovere andarci.
EVA ~ Ho detto che non credo sia una buona idea!
MAIA ~ Ma stai scherzando? Ehi, lasciami. Mi fai male.
LUIGI ~ (rientrando, ha appena ricevuto un messaggio) Ragazze…
MAIA ~ (a Eva) Ma cos’hai oggi?
Silenzio.
LUIGI ~ Tutto bene?
EVA ~ Sì.
LUIGI ~ Maia? Mi ha scritto.
MAIA ~ Chi?
LUIGI ~ Sara… mi vuole vedere, stasera.
MAIA ~ Come stasera?
LUIGI ~ Sì. Non è fantastico?
MAIA ~ Certo! Non si è fatta viva per cinque anni e lei vuole vederti stasera? Sì. È bellissimo. È stupendo. Vado da sola.
LUIGI ~ Aspetta. Dove vai?
MAIA ~ Luigi, sono già in ritardo.
LUIGI ~ Ma io non posso farcela senza di te.
MAIA ~ Sì che ce la fai. Abbiamo fatto le prove.
LUIGI ~ Ma se sbaglio?
MAIA ~ È un mese che proviamo ogni sera la stessa scena.
LUIGI ~ Se mi scordo le parole?
MAIA ~ Non puoi scordarti le parole, sono quasi cinque anni che te le prepari. Vai lì e le dici quello che senti.
LUIGI ~ Possiamo fare un ripassino?
MAIA ~ Ma il comizio sta per iniziare.
LUIGI ~ Uno solo. Tesoro, ti prego. Cinque minuti.
LORENZO ~ Comunque, se vuoi, c’è la diretta streaming.
MAIA ~ Grazie, Lorenzo. Grazie. (Pausa) E va bene facciamo questo ripasso. Dove vuole vederti?
LUIGI ~ In un bar.
MAIA ~ Zona neutra. Comprensibile. Bene. Allora entri al bar, Sara è seduta di spalle, è impegnata a leggere il menù. Tu ti avvicini e…
Lorenzo si accorge che lo stanno usando come se fosse Sara.
LUIGI ~ Ciao. Ciao Sara. E dai, rispondimi. Dai.
LORENZO ~ (si alza dalla sedia) Non ci provare.
MAIA ~ Dai, dacci una mano.
LORENZO ~ Ma falla tu Sara.
MAIA ~ Ma io sono la regista, devo stare qui dietro e dargli una mano.
LUIGI ~ Lorenzo.
MAIA ~ Lollo, dai.
LUIGI ~ Aiutaci.
MAIA ~ Vabbè, prova con me.
I due continuano a provare da soli, mentre Lorenzo si allontana avvicinandosi a Eva.
LORENZO ~ Tu che vuoi?
EVA ~ Ho una cosa per te.
LORENZO ~ Lo so. Secondo te non metto un GPS in un neurotrasmettitore? Tienilo tu.
Silenzio.
Vi vestono così alla “Ossigeno Attivo”?… Non far tardi mi raccomando. Ehi: «Buongiorno».
EVA ~ «E casomai non vi rivedessi?»
LORENZO ~ Buon pomeriggio, buonasera…
EVA ~ E buonanotte.
LUIGI ~ Lorenzo, dacci una mano, ti prego.
LORENZO ~ E va bene! Volete Sara? Volete Sara? Vi darò Sara.
Eva si mette davanti al divano.
Lorenzo si siede dando le spalle a Maia e Luigi che ripete la scena.
LUIGI ~ Sara.
LORENZO ~ Sì.
LUIGI ~ Sara…
LORENZO ~ Papà. Oddio.
LUIGI ~ No, Sara non parla così.
LORENZO ~ Ma che ne sai? Son cinque anni che non la vedi.
Eva guarda ‘la sua famiglia’ per l’ultima volta. Si mette una maschera ed esce.
Due anni dopo
In soggiorno Maia, Lorenzo e Luigi stanno ridendo.
LUIGI ~ Va bene, dai. Vado a prepararmi.
LORENZO ~ Luigi, mi puoi portare lo zaino?
LUIGI ~ No! … Scherzo. Arrivo subito. (Esce)
MAIA ~ … Capisci? Era tutto pronto. Ho chiesto la diretta. Ci hanno messo in onda, e mentre stavamo commentando la prima storica stretta di mano tra un CHihuahua maschio americano e un Korean dal pelo lungo, mi sono accorta che quell’idiota del cameraman stava riprendendo in bianco e nero. Stavo andando in diretta mondiale con un’agenzia di stampa inglese, direttamente dagli anni ’40. Che c’è?
LORENZO ~ Perché continui?
Silenzio.
Non hai paura? Credevo avresti smesso… Gli attentati ai CHihuahua non si sono mai fermati da quel giorno.
MAIA ~ Lo so ma è il mio lavoro. È la mia missione. E poi… da quando lei non c’è più… ogni volta che gli A.CH.A.B. stanno per agire, mi arriva sempre la stessa segnalazione anonima: “Non è una buona idea”… È come se ci fosse un angelo custode che mi protegge e mi tiene lontana dai guai. Come se lei fosse ancora qui.
LORENZO ~ Sei diventata bella.
MAIA ~ … Grazie… Anche tu stai bene senza occhiali.
LORENZO ~ Dici? Eh, in effetti questo occhietto azzurro ha il suo perché.
MAIA ~ Ma tu invece? Com’è andata con Ronnie?
LORENZO ~ No, non ci sono più andato da Ronnie.
MAIA ~ E quindi che hai fatto? Dove sei stato? Oddio. Sono due anni che non ti vedo!
LUIGI ~ Tesoro?
LORENZO ~ Io…
LUIGI ~ Sei pronta?
LORENZO ~ Te lo dico dopo.
LUIGI ~ (rientra con lo zaino per lui) Sara è qui sotto che ci sta aspettando. Stai venendo?
MAIA ~ Sì.
LUIGI ~ E allora sbrigati che lo sai che non le piace aspettare.
MAIA ~ Va bene… andiamo… Vuoi venire?
LORENZO ~ Dove?
LUIGI ~ Al cinema con mia figlia. Ma tu non vuoi venire, vero? Perché tu non ci proverai con mia figlia, vero? Perché le braccia le vuoi tutte e due al loro posto, vero? Avanti, che sto scherzando! Vuoi venire?
LORENZO ~ Vi ringrazio ma ho un po’ di lavoro da sbrigare.
LUIGI ~ Peggio per te. Mia figlia è bellissima. Buona serata, a dopo. (a Maia) Sbrigati. (Esce)
MAIA ~ Ci vediamo dopo, no?
LORENZO ~ Certo.
MAIA ~ «E casomai non vi rivedessi?»
LORENZO ~ Mi rivedrai. A dopo.
Lei esce. Lui prepara il tavolo e accende il computer. Poi si china verso lo zaino ed estrae una maschera da CHihuahua. Se la mette e preme il tasto “play” sul PC.
Buio.
Credo nell’intelligenza dell’uomo.
Credo nella parola, nel rispetto reciproco, nell’amore.
Spero che quest’opera venga ricordata come una provocazione giocosa e non come un’istigazione alla violenza.
Ningen no chie wo shinjiru.
Kotoba non shinri, sogosoncho, junsuina ai wo shinjiru.
Kono sakuhin ga boryoku no yuhatsu toshite dehanaku, hiniku tappuri no chohatsu toshite kioku sareru koto wo negau.
(am)