L’AMICO MIO GESU’
Commedia in due atti di:
Rocco Chinnici
La commedia in due atti di R.C. è ambientata nella realtà belmontese dei nostri
giorni. Pur tuttavia, per i temi in essa trattati ritengo si possa dire che
purtroppo la realtà che essa ritrae è tipica non solo di Belmonte. Alla base
della commedia infatti è possibile rintracciare, al di là della marcata ironia e
della spiccata comicità, un’eloquente denuncia di carattere sociale, denuncia
che vede protagonisti proprio i bambini. Infatti quando mamma Berta si lamenta
delle continue monellerie e delle trovate del figlio, Felice, gli amici di
quest’ultimo rispondono che quelle trovate sono l’unico espediente per potersi
divertire visto che al paese non c’è nessuna struttura creata per i bambini:
Come mostra il titolo, la commedia ruota attorno ad un equivoco centrale
determinato dall’absoleto nome di un compagno di scuola di Felice, che appunto
si chiama Gesù. Da questo nascono una serie di malintesi che mettono bene in
evidenza un tipo di fede al quanto popolana basata sulla paura dell’aldilà e sul
desiderio di acquistare un “buon posto” anche in paradiso.
Patrizia Milici
(la scena si svolge in una stanza: un camino, accanto, appeso al muro, un imbuto
con un pezzo di gomma infilata. Delle cartelle di scuola buttate a destra e a
manca. Un tavolo con dei libri)
Personaggi in ordine di apparizione
Strinchiti Nonno (anni 70, mezzo tonto)
Ciccia Nipote (anni 11)
Lucia Nipote (anni 12)
Felice Nipote (anni 13)
Berta Figlia di Strinchiti e madre dei tre
Luigi Compagno di scuola
Gesù “ “
Salvatore “ “
Capitano ex compagno d’armi di Strinchiti
Balbuziente salumiere e vicino di casa
Sebastiana vicina
Carmelino figlio
(Accanto al camino acceso, il nonno canticchia una canzone patriottica; entra,
saltando, la nipotina Ciccia assieme a Lucia)
CICCIA
Ciao nonno! Sei allegro a quanto pare?
STRINCHITI
( E’ sordo non riesce a sentire bene ) Come?
LUCIA
Dice sei allegro?
STRINCHITI
Ah, e gia! Più tardi arriva l’amico mio… il capitano, quello con cui ho fatto la
guerra insieme. Quante volte scattavamo quando vedevamo un nostro superiore;
sai, proprio come quando gioco con Felice.
CICCIA
Anche a me nonno dovrebbero arrivare degli amici, compagni di scuola.
STRINCHITI
Come? Vai a scuola?
LUCIA
( S’indispone perché il nonno riesce a capire ) Si, si, ho capito ( poi a Ciccia
) Aspetta ( si avvia a prendere l’imbuto appeso con la gomma e glielo avvicina
all’orecchio del nonno ) A momenti arrivano i miei compagni di scuola!
STRINCHITI
Oooh! E non gridare che ti sento!
CICCIA
Dobbiamo fare le ricerche sulla storia; tu rimani qui così ci aiuti.
STRINCHITI
Come?
LUCIA
( A Ciccia ) Apposto siamo!
CICCIA
( Leggendo ) Lo conosci Mazzini?
STRINCHITI
Chi, mio zio?
CICCIA
Si, mio nonno! ( scandendo in sillabe ) Ma-zzi-ni!
STRINCHITI
Aaah! Mazzini! Certo che lo conosco, era un carbonaio, uno che vendeva carbone.
LUCIA
Ma no! Era uno dei moti carbonari, ( gridando ) no che vendeva carbone!
STRINCHITI
E si, si, non gridare anche tu! Sarà che non lo vendeva, ma sempre col carbone
aveva a che fare.
CICCIA
Va beh, ma cosa dici? E dimmi nonno, dell’antica Roma, cosa mi sai dire dei
Galli?
STRINCHITI
Ah? Chi?
CICCIA
I Galli! I Galli!
STRINCHITI
Aaah, i galli! Che han fatto, che han fatto? Si so mangiati le uova?
CICCIA
Si, si ho capito.
LUCIA
Senti, lascialo andare! E poi, dicono: ( ironica verso il pubblico )
“chiedeteglielo a quelli più grandi!” ( escono nell’altra stanza ).
FELICE
( Entra con la cartella a tracolla, mal vestito, con i capelli in disordine,
guarda dall’uscio, poi si avvicina pian piano al nonno, gli lega i piedi alla
sedia e ritorna sull’uscio gridando ) Maggiore Striiinchiti, aaattenti!!!
STRINCHITI
( Cade come un peso morto e leva un forte grido di dolore ) Ahi! Aaahi!
BERTA
( A quelle grida entrano Berta Ciccia e Lucia, mentre felice è già nascosto
sotto il tavolo ) Ma... papà! A quest’ora la ginnastica?
STRINCHITI
Ma quale ginnastica e ginnastica, Berta! E’ entrato il ciclone!
BERTA
( Capisce di che si tratta ) Felice! Felice!
FELICE
( Esce da sotto il tavolo mettendosi dalla parte opposta per non farsi prendere
dalla madre ) Mamma! Io gli ho detto di stare attento… (guarda il nonno che si
sta già rialzando e... ) Aaattenti!!!
STRINCHITI
( Che s’era quasi alzato, sentendo quella parola che lo legò per tant’anni al
servizio militare, ricade di botto ricominciando a gridare) Ahi! Aaahi! Muoio,
muoio!
BERTA
Ma, papà, devi stare attento a questa parola “attenti”. Su, alzati che ti
conduco nella stanza da letto, così ti riposi un po’. ( Lo alza con Ciccia e
Lucia ).
STRINCHITI
Ma deve arrivare l’amico mio, il capitano, ed io…
BERTA
Si, si, va bene, non stare a preoccuparti che quando arriva ti chiamiamo. ( A
Felice ) Siamo sempre alle solite con te; ma lo capisci…
FELICE
( Si va a sedere nella sedia dov’era seduto il nonno, si mette il suo scialle e
ne rifà i versi imitandone la voce. Bussano ) Avanti, avanti!
SALVATORE
( Entrano Salvatore, Luigi, e Gesù. Lo trovano con la coppola del nonno, la
giacca e il bastone ) Ciao Felice, ma cosa fai seduto lì e combinato in quel
modo?
FELICE
( Imitando sempre la voce del nonno ) Niente!
LUIGI
Ciao Felice ( entrano Berta e Ciccia ), ciao Ciccia; signora Berta!
BERTA
Ciao Luigi; Salvatore! E… questo bambino chi è?
FELICE
Ah, mamma! Questo è quel mio nuovo compagno di scuola: Gesù; sai, il figlio di
quella famiglia arrivata da poco dal continente.
BERTA
( Confusa ) Gesù! ( A Gesù ) E... tua madre… come si chiama tua madre?
GESU’
( Con voce dolce ) Mia madre si chiama Lucy
CICCIA
Mamma, pensavi si chiamasse Maria?
BERTA
Cosa c’entra Maria! Su, su, cominciamo col fare i compiti!
GESU’
Si, si cominciano a prendere quaderni e libri e per le ricerche; (s’accorge
d’avere dimenticato a casa qualcosa ) Scusate, ho dimenticato il quaderno delle
ricerche a casa, vado a prenderlo e ritorno. ( Non si accorge che dalla porta,
già aperta, stava entrando il capitano, e gli va a finire contro ).
CAPITANO
( Meravigliato, si tocca la parte indolenzita, mentre il bambino, sempre di
fretta esce per andare a prendere il quaderno ) Oh, Gesù! Ch’é distratto!
BERTA
Davvero distratto quel bambino! Buon giorno signor capitano
CAPITANO
Signora Berta!
BERTA
Ma lei lo conoscete quel bambino?
CAPITANO
( Non capisce ) No... perché?
BERTA
Ho sentito che lo ha chiamato per nome…
CAPITANO
(Sempre meravigliato) Per nome? Io... (cerca di levarsi dall’impaccio) Ma, papà
Strinchiti non c’è?
CICCIA E LUCIA
( Si portano sull’uscio della stanza del nonno ) Nonno, nonno! C’è l’amico tuo,
il capitano!
STRINCHITI
( Fuori scena ) Corro, arrivo, volo!
BERTA
Papà, che fai corri? Stai attento!
FELICE
( Alla parola “attenti” ) Aaattenti!
STRINCHITI
( Fuori scena si sente un trambusto; corrono tutti tranne Felice, e il capitano
che rimane dietro la porta ad origliare, mentre Strinchiti grida dal dolore per
la caduta. Felice strofina le mani dalla gioia e si avvia nella stanza accanto
). Ahi! Ahi! Stò morendo! Muoio! Muoio…
CAPITANO
(Essendosi accorto dell’improvviso silenzio, si convince, quasi, dell’avvenuta
morte dell’amico. Bussano alla porta, non risponde ed entra Gesù ) E tu, chi
sei?
GESU’
Io... sono Gesù!
CAPITANO
(Avendo sentito gridare da Strinchiti “muoio”, è più confuso che persuaso;
guarda verso la porta della stanza dove si trova Strinchiti, e poi osserva bene
Gesù ) Gesù! Ma... ma…Allora vero è morto Strinchiti! E… tu... sei… Gesù...
Gesù?
GESU’
Certo che sono Gesù! Non vede?
CAPITANO
E allora... senti Gesù, non lo abbandonare il mio amico Strinchiti, dagli un
posto accanto a te in paradiso, fa che...
GESU’
Ma quale paradiso e paradiso! Io...
CAPITANO
Perché, non lo merita il paradiso? Lo sai Gesù, abbiamo fatto la guerra assieme
col mio amico; tu forse non lo sai, ma qui nel nostro mondo si uccide per amore,
amore per la patria.
BERTA
( Entrano, tenendo Strinchiti come se fosse morto, Berta, Felice, Lucia,
Salvatori e Ciccia; il capitano interviene in loro aiuto ) Piano, adagiamolo
sulla sedia. Piano, piano!
CAPITANO
( Triste, si fa il segno della croce ) Povero amico mio Strinchiti! ( si asciuga
col fazzoletto gli occhi e si avvicina di nuovo a Gesù mettendoglisi in
ginocchio ) Ti prego, Gesù, fai qualcosa! ( Gesù guarda i suoi compagni come a
voler stare a significare che il capitano è matto ) E allora, che dici, glielo
dico io?
GESU’
( Spazientito ) E glielo dica!
CAPITANO
( Alludendo al miracolo di Lazzaro, si avvicina a Strinchiti e gli mette una
mano sulla testa ) Alzati, Strinchiti!!!
STRINCHITI
( Che si stava riprendendo, indolenzito… ) Ahi! Ahi!
CAPITANO
( A Gesù ) Grazie, grazie!
GESU’
( Già seccato ) Ma quale grazie e grazie! Vuole smetterla di rivolgersi sempre a
me?
CAPITANO
Ma io...
GESU’
Lei, è sicuramente uno che ha capito male, io, sono il compagno di scuola di
Felice Ciccia e Lucia, ( ai tre ) anzi, li vogliamo iniziare questi compiti che
la mamma mi aspetta!
CAPITANO
( Verso il pubblico ) Allora... mi sono preso una cantonata di petto! Ed io (
guardando Strinchiti ) che pensavo... ( facendo con le dita il segno di morire
).
STRINCHITI
Ahi! Ahi! Amico mio! Neanche in guerra ho sentito quello che sento ora in questa
casa!
CAPITANO
Caro Strinchiti, questi, sono proprio dolori causati dalla guerra, che con gli
anni si fanno sentire.
STRINCHITI
Che guerra e guerra! Quelli devono ancora arrivare! Questi sono dolori di quel
piccolo ciclone!
CAPITANO
( Fraintendendo ) Il ciclone? Ma fuori, quando sono arrivato, il tempo era
buono! Ho l’impressione, ( battendogli la mano sulla spalla ) caro amico mio,
che hai incominciato a dare i numeri!
BERTA
Su, ragazzi, ora fate i compiti in santa pace; e tu Felice mi raccomando! Io
vado di la, se dovessimo avere difficoltà chiamatemi.
STRINCHITI
( Che stava a sentire ) Quale difficoltà possono avere! Ci siamo qui due grandi
esperti di storia!
CAPITANO
Si, glielo diamo noialtri un aiuto ai ragazzi. ( Berta esce; poi ai ragazzi )
Su, cominciate a studiare; la prima difficoltà, noi vi aiuteremo a risolverla. (
A Strinchiti ) Intanto noi due facciamo una partita a scacchi.
FELICE
( I ragazzi cercano di prendere posto a tavola per studiare ) Tu, Gesù, siedi
accanto a me!
LUIGI
No, no! Accanto lo voglio io!
SALVATORE
No! Gesù vicino a me!
LUCIA
E no! Gesù lo voglio al mio fianco!
FELICE
( Dall’altra parte del tavolo, sfotte Lucia ) Bhi, bhi! Bhi, bhi!
STRINCHITI
( Strinchiti interviene per calmare la discordia e, non avendo ancora capito del
nome del ragazzo... ) Ma state zitti! Che bisogno c’è di fare così! Gesù, è
ovunque! E che maniere sono! E’ accanto ( indicando Felice ) a te, a te...
FELICE
A me! Cosa dici nonno? S’è dall’altra parte!
STRINCHITI
Come?
FELICE
( Gridando ) E’ dall’altra parte!
STRINCHITI
( Guarda l’amico ironizzando, poi a Felice ) E’ dall’altra parte! Cosa dici?
Ora, dopo tutto quello che combini vuoi darmi ad intendere che vedi anche Gesù?
LUCIA
Vede Gesù? Ma… nonno! Noi gli parliamo pure! Anzi, non vedi che stiamo facendo i
compiti insieme?
STRINCHITI
( All’amico, anch’egli meravigliato ) Ah, questi ragazzi d’oggi! Incominciano a
dare i numeri appena nati, cosa da diventar pazzi!
CAPITANO
Su, Strinchiti, che ho sistemato i pezzi e possiamo giocare.
LUIGI
Allora, oggi abbiamo ricerche di storia.
LUCIA
Incominciamo da Cavour?
SALVATORE
No, dal risorgimento no!
CICCIA
Io direi d’iniziare da Napoleone. Chi era Napoleone?
SALVATORE
Napoleone era uno dei più grandi uomini francesi.
FELICE
( Ridendo a crepapelle ) Ah! Ah! Ah! Il più grande uomo francese! Ah! Ah! Ah! Il
più piccolo vuoi dire? Era... ( Facendo segni con le mani ) così! No, così! O
forse... così! E quando parlava doveva per forza salire sulla sedia. ( Prende
una sedia e sale come se facesse un comizio ) “ Cari soldati, è il vostro
Napoleone che vi parla; oggi, combatteremo il nemico e...”
GESU’
( Lo interrompe seccato ) Ma dai, Felice, scendi! Se no, non riusciamo a far
niente
SALVATORE
Io dicevo… più grande, come personalità, non come altezza.
CICCIA
Chiediamoglielo al nonno o al capitano, loro sono stati in guerra e ci sapranno
aiutare.
LUCIA
Vero è!
GESU’
Giusto, chiediamolo a loro
LUIGI
Signor capitano, cosa ci sa dire su Napoleone?
CAPITANO
Certo! L’ho ancora davanti agli occhi; ti ricordi, Strinchiti?
STRINCHITI
( I ragazzi si guardano meravigliati ) Come?
CAPITANO
Na-po-le-o-ne! Un soldato in gamba; ( i ragazzi continuano a meravigliarsi )
ricordi quanto pianto ebbe a fare pensando alla sua capretta lasciata in paese!
TUTTI
( I ragazzi, in coro, meravigliati ) La capretta!
CAPITANO
La capretta, si! Chi sa che fine ha fatto!
CICCIA
Si, si, va bene, che bell’aiuto!
FELICE
Ve lo dico io chi era Napoleone!
SALVATORI
E dai, dillo tu che sai tutte cose!
FELICE
Napoleone, fu un uomo che c’è stato imposto dagli adulti, cominciando dai nostri
genitori per finire alla gran lagna dei nostri professori! Perché io domanderei
loro: Chi sono io? Noi, chi siamo? Siamo solo dei bambini, dei bambini che
vogliono studiare cose più allegre, e non di cose che rompono parlando solo di
guerra!
LUIGI
Va bene felice, ma noi dobbiamo studiare anche questo, è il nostro passato,
capisci?
FELICE
Domai arriva la professoressa e dice: ( imitando, anche nella voce, una vecchia
professoressa con gli occhiali ) “Felice, vieni qua! Hai fatto Napoleone?” Chi,
io? No, le rispondo, lo ha fatto suo padre e sua madre. “Fuori!!! Vai fuori!!! E
domani fai venire tua madre!” Mia madre? Ma mia madre non l’ha studiato
Napoleone, non ha fatto neanche la terza elementare! “Via, via!!! Ti caccio
fuoriii!!!” Avete visto a cosa è servito Napoleone? A farmi uscire dalla scuola
prima di voi! i
CAPITANO
( I due giocano a scacchi incuranti dei ragazzi che parlano fra di loro). Ora,
col re, cosa fai davanti la regina?
STRINCHITI
Come?
CAPITANO
Col re, col re! Cosa fai ora, messo davanti alla regina?
STRINCHITI
Boooh! Aspetta; ( a Felice ) Felice, Felice!
FELICE
Che c’è nonno!
STRINCHITI
Cosa fa il re davanti alla regina?
FELICE
S’inchina e le bacia la mano.
STRINCHITI
( Il capitano guarda meravigliato ) Che dici! Il re, il re! cosa fa davanti alla
regina, la mangia?
FELICE
La mangia! Cosa dici nonno? Male che dovesse andare, il re con la regina fanno
un principe, magari un principe azzurro.
STRINCHITI
Si, si va bene! ( Muovendo come se avesse avuto l’idea della giusta mossa )
Ecco, quello che fa! E... ora, tu, cosa fai col cavallo?
CAPITANO
( Confuso da quegli assurdi discorsi, si alza seccato ) Se avessi un cavallo te
lo farei vedere io cosa farei caro il mio amico Strinchiti! (Prende il bastone
che aveva accanto Strinchiti e lo cavalca ) Ecco, cosa faccio! Me ne vado
carissimi, mi state facendo rincitrullire (incomincia a fare giri attorno al
tavolo, mentre tutti salutano ) Addio, addio caro Strinchiti
STRINCHITI
( Sfila dalla tasca il fazzoletto e lo saluta commosso ) Addio capitano! Addio
amico mio!
FELICE
( Al secondo giro lo sgambetta e quello cade per terra lungo ) E’ arrivato!
( Entrano un gruppo di ragazzi; mentre i personaggi rimangono immobili, e si
siedono per terra davanti, verso il proscenio commentando un po' quanto è
accaduto nel primo atto ).
I°
Le ricerche, dice Ciccia, sulla storia...
II°
Sulla storia, si! Certo è che studiando e ricercando nel passato, si è perso
molto tempo a guardare il presente... voi, cosa ne dite?
III°
Si viene da un passato di guerre, odii, razzismi; e si pensa di costruire la
pace sui consumi, una pazza corsa all’avere di più...
IV°
Io, ho l’impressione che oggi più si ha, meno si è. A che serve avere: un’auto
nuova… le scarpe di marca e così via, se poi il tuo vicino di casa non ha
nemmeno i soldi per comprarsi il pane.
V°
Secondo mè, prima si uccideva coi cannoni, i fucili, giustificandone poi, con la
scusa dell’amore per la patria, come dice il capitano, la triste conseguenza dei
morti; ora... ora invece si uccidono i valori, la morale; e si diventa sempre
più razzisti verso il debole che non ha niente
VI°
Penso spesso di potere incontrare Gesù…( gli altri del gruppo lo guardano )
quello vero s’intende; per parlargli e dirgli quanto di ingiusto accade sulla
nostra terra.
VII°
Vi sembra giusto sapere che ci sono bambini che hanno la piscina privata, e c’è
chi invece non sa nemmeno cos’è?
VIII°
La piscina dici! E il verde attrezzato? E le strutture, quelle vere, dove poter
fare sport, e attività culturali? Sono queste le cose di cui si ha bisogno in
quanto ti aiutano a crescere nel civile, non si può vivere sempre e solo di
espedienti; la cultura nasce su basi concrete...
IX°
E questa falsa dei personaggi è un volere evidenziare, nel ridicolo delle
circostanze, nel gioco dei fraintesi, nel continuo vivere di espedienti, come fa
Felice, che... il gioco della falsa è bello quando dura poco, brutto sarebbe
invece se ne facessimo motivo di vita.
FINE PRIMO ATTO
SECONDO ATTO
( Scena medesima. Berta parla con il padre, mentre intenta a lavorare ai ferri
).
BERTA
Certo papà, che la scuola d’oggi… ai ragazzi…
STRINCHITI
Come?
BERTA
Dico, con questa scuola… i ragazzi...
STRINCHITI
Come, cosa da pazzi?
BERTA
Si, si, cosa da portarti al manicomio! Ma cos’hai capito? Vedi tu santa
giornata, quest’oggi; cominciamo bene. Che papisce?
STRINCHITI
Cosa, il pesce? Mangiamo pesce?
BERTA
Si, il baccalà! E’ possibile mai che sei così intontito? E che è!
STRINCHITI
( Pensa che qualcuno abbia bussato e si avvia verso la porta ) Chi è? Si
accomodi!
BERTA
( Lo va a prendere e lo fa sedere ) Chi è? Tua sorella è! Siediti, chi vuoi che
sia! ( Ed esce borbottando ).
STRINCHITI
( Si siede con le spalle alla comune e canta un motivo patriottico ) Il Piave
mormorava calmo e placido al passaggio, dei primi fanti il ventiquattro Maggio.
Muti passarono in quella notte i fanti; tacere bisognava andare avanti...
FELICE
( Come di sua consuetudine, entra in punta di piedi guardando un po' la
situazione e, vedendo il nonno seduto di spalle, gli si avvicina lentamente,
tira fuori dalla tasca una piroetta, la mette sotto la sedia del nonno,
l’accende e si nasconde sotto il tavolo ) Bum! Bum! Bum!
STRINCHITI
( Salta in aria con tutta la sedia e cade per terra a peso morto) Aiuto, aiuto!
Il nemico! Il nemico! Ahi! Ahi!
BERTA
( Sentendo quel rumore accorre di corsa, sta per alzare il padre, e, vedendo
Felice sotto il tavolo, lo rilascia cadere, cercando d’andare ad acchiappare
Felice, mentre Strinchiti si lamenta per tutte quelle cadute) Lo dicevo io!
STRINCHITI
Ahi! Ahi! Non gliela faccio più!
BERTA
( Con felice dalla parte opposta del tavolo ) Vieni qui!
FELICE
No, che tu mi picchi!
BERTA
Vieni t’ho detto!
FELICE
Nooo!
STRINCHITI
Ahi! Ahi! Berta!
BERTA
( Si ricorda del padre a terra e lo va ad aiutare ) Ah, papà! Cosa ti sei fatto?
( Felice, compiaciuto, esce di scena ).
STRINCHITI
Qui! ( Additando la testa; Berta gliela tocca e Strinchiti grida dal dolore )
Ahi! Che botta! Che botta, figlia mia! Vedo le stelle; ( guarda verso il cielo )
sono… verdi..., gialle... anzi no, rosse, rosse sono! (additando sempre in alto
) Toh, pure la luna vedo!
BERTA
( Spaventata ) Aspetta che t’aiuto a sederti in questa sedia e vado a chiamare
il dottore. ( Gli guarda ancora la testa ) Madonna che gran pezzo di bernoccolo!
( Lo sdraia e si avvia ).
STRINCHITI
( Quasi svenuto ) Ahi! Mi sembra di camminare sulla via lattea; quante stelle! (
Comincia a contare ) Una, due, tre, quattro, cinque… (bussano, non sente, entra
Gesù che, meravigliato, gli si pone davanti) sei, sette, otto... e tu... chi
sei?
GESU’
Sono io! Non mi riconoscete? Gesù!
STRINCHITI
( Facendosi il segno della croce ) Gesù? Gesù mio! Che botta! Mi ha fatto
proprio toccare il cielo! ( Lo osserva attentamente ) Sei proprio come ti
descrivono: biondo… capelli ricci...
GESU’
Ma come! Non vi ricordate di me? Sono l’amico di Felice!
STRINCHITI
No, no, no Gesù! Non parlarmi più di quello, portami in un altro posto; se vuoi
pure all’inferno, basta che mi tieni lontano da quello. O tu guarda! Pure qui!
GESU’
Ma io...
STRINCHITI
Senza ma! Anzi, se capisci che per è cosa difficile, fammi parlare con tuo
padre, lui è più grande e ci intendiamo meglio.
GESU’
( Verso il pubblico ) Anche questo è pazzo! ( Va per andarsene, incontra Felice
e gli racconta, portandoselo verso la ribalta, l’accaduto) Senti, Felice, tuo
nonno è diventato pazzo, crede di essere morto e di avermi incontrato in cielo,
pensa, ha detto che vorrebbe parlare con mio padre… con Dio, capisci? Purché
possa tenerti lontano da lui.
FELICE
Va bene, non ti preoccupare che adesso ci penso io. ( Gesù esce; Felice,
approfittando del frainteso, si nasconde sotto il tavolo e fa la voce grossa e
come se venisse dall’oltre tomba ). Striiinchiti! Mi hai chiamato? ( Strinchiti
cerca, spaventato e pieno di timore, di capire, guardando in alto, da dove possa
venire la voce ) Eccomi! Cosa vuoi? Parla!
STRINCHITI
( Spaventatissimo, si nasconde, col braccio, il volto per la vergogna di farsi
vedere dal supremo ) Io... veramente...
FELICE
Parla, non avere timore
STRINCHITI
Volevo solo… che mio nipote Felice, almeno qui sopra, non mi stesse accanto.
FELICE
( Rimproverandolo ) Come osi? Non ti vergogni alla tua età parlare male dei
bambini? O credi, forse, che Felice sia un adulto! Egli è un bambino allegro e
vivace
STRINCHITI
E’ un demonio! Ecco cos’è!
FELICE
Attento Strinchiti a quello che dici! Perchè tu ancora devi essere giudicato.
STRINCHITI
Io… veramente… Perdonami se ho sbagliato, non volevo…
FELICE
( Con severo rimprovero ) Zitto! Che tu volevi! Quindi... io...
STRINCHITI
No, ti prego!
FELICE
Vergogna! Parlare male di un bambino così... buono!
STRINCHITI
Buono? Buono perché non lo conosci!
FELICE
Come ti permetti! Sei tu, che dovresti conoscere più a fondo i bambini. Essi
riempiono di gioia i cuori di tutta la gente...
STRINCHITI
( Verso il pubblico ) Ma non il mio!
FELICE
Zitto! Essi sono la felicità della casa, sono l’amore dei propri genitori, il
simbolo della purezza
STRINCHITI
Si vede ch’egli è un’eccezione.
FELICE
Ecco! E’ proprio un’eccezione; è il migliore dei bambini.
STRINCHITI
Ma io... volevo...
FELICE
Si, lo so, io so tutto, volevi dire che hai sbagliato a giudicarlo; ma... a
tutto c’è rimedio, e lo troverai subito!
STRINCHITI
Subito? E come?
FELICE
Ora tu, al mio segnale, continuerai a contare le stelle e dormirai; poi, al tuo
risveglio, mi darai prova dimostrandomi d’avere sbagliato a giudicarlo male.
STRINCHITI
Si, si sono pronto!
FELICE
Allora, comincia a contare, e... ricordati ( Ed esce ).
CICCIA
( Dopo un po' entrano Ciccia e Lucia saltellando ) Ciao nonno, nonno!
LUCIA
( Gli si avvicina ) Dorme! ( Si siedono a fare i compiti ).
BERTA
( Non è riuscita a trovare un dottore; con lei è un salumiere, un vicino di casa
balbuziente ) S’accomodi, è li, guardi. Sta dormendo, poverino. Quel Felice
gliene sta facendo vedere di tutti i colori.
SALUMIERE
Eh, si-signora, ci-ci-cià...
CICCIA
Si?
SALUMIERE
No-no a te, di-di di-dico, cià-cià da di-dire a Fe-feli-lice che-che la smette,
pi-pi pi-pi…
LUCIA
Il gabinetto è dall’altra parte!
SALUMIERE
( A Ciccia ) No! Pi-pi pietà, no-no non ne po-posso pi-più! ca-ca ca-pisciu...
LUCIA
No, qui! Al gabinetto.
BERTA
La lasci, la lasci stare. Mi dica.
SALUMIERE
Di-dico, ca-capisco che è un ra-ra ra.ragazzino, ma-ma o-ora ba-basta!
BERTA
E cosa, cosa le dice per farlo arrabbiare?
SALUMIERE
Co-cosa mi-mi dice? Co-cosa mi-mi fa!
BERTA
( Tra se ) Come se oggi non avrei da far nulla. E cosa, cosa le fa?
SALUMIERE
Mi-mi fa pe-perdere tro-troppo te-tempo, e i cli-clienti se-se ne va-va va-vanno
qua-quasi tu-tutti.
BERTA
Ma sa, veramente…
SALUMIERE
Si-si lo so-so che pa-parla co-come me-me, ma-ma ma-ma che-che per di-dirmi
u-una co-cosa ci-ci sta me-me me-mezzora!
BERTA
( Meravigliata ) Come! Parla come lei?
SALUMIERE
Pe-pe pe-pe-peggio!
BERTA
Ah!
SALUMIERE
Pe-per esempio, vuo-vuole u-una co-cosa? Mi-mi dice: “vo-vo-vo vo-vo-vo ( Ciccia
che si trovava a passare accanto al salumiere, gli va di dietro ed inizia a
girare come se avesse in mano una manovella, come se desse la corda al salumiere
che poverino riesce a stento a farsi capire ) vo-vo-voglio un chi-chi-chi
chi-chilo di pa-pa-pa pa-pa-pa e qua-quasi non pa-parla più; allo-llora, io,
pe-per aiuta-tarlo pe-peso un chi-chilo di pa-pane, ma qua-quando e-egli ve-vede
che-che io fi-fi fi-finisco di-di pe-pesarlo, m-mi fa co-con la te-testa e il
di-diti-tino ( fa segno di no ) e di-dice: vo-vo-vo vo-vo-vo vo-vo-voglio un
chi-chilo di-di pa-pa-pasta. ( Arrabbiato ) Si-signora e si-siamo al pa-pane e
alla pa-pasta, lei lo pe-pensa ava-vanti che-che vuo-vuole tu-tutte cose! La-la
ge-gente se-se ne va-va ssstu-fa!
BERTA
( A Berta le arriva in faccia un po' di saliva del salumiere e si pulisce) Botta
dun demonio, la doccia mi sta facendo! Perciò! Allora, parla proprio così,
Felice! Bene, bene.
SALUMIERE
Mi-mi-mi di-dispiace, no-non vo-volevo offe-fenderla, è so-solo che-che mi fa-fa
fa-fa perdere tro-tro-troppo te-tempo, i-inso-somma su-suo fi-figlio pe-pe-perde
assai assai co-colpi! E di sa-sabato, mi-mi fa-facci i-il fa-favore, vi-visto
che-che la spe-spesa è di-di più, ve-venga le-lei a fa-farla, pe-perché
qua-quando vi-viene Fe-felice fi-finisce che è bu-buio e anco-ncora de-deve
di-dirmi ciò che-che vuo-vuole.
BERTA
Non si preoccupi che il sabato verrò a farla io personalmente, e per gli altri
giorni vuol dire che manderò Ciccia.
CICCIA
( Balbettando e aiutandosi sbattendo i piedi a terra ) Pa-pa-pa pa-pa-pare
che-che i-io no-no no-no lo-lo sa-sa sa-sape-pevo che-che ci-ci do-dove-vevo
anda-dare se-se se-sempre i-i-io!
BERTA
( Meravigliata, la rimprovera ) Ma guarda te, quest’altra! Dico!
SALUMIERE
La-la ri-ringrazio si-signora Be-berta e mi-mi-mi-mi scu-scusi se-se l’ho
di-disturba-bata. ( Si avvicina a guardare Strinchiti ) Me-me me-me me me...
BERTA
( Si avvicina, premurosa, a suo padre ) E’ morto?
SALUMIERE
No-no! Di-dico, me-me lo di-dica qua-quando si-si sve-sveglia se-se si-si-sente
me-meglio!
BERTA
Che le venga un colpo! Mi ha fatto spaventare! Grazie, grazie.
SALUMIERE
La-la la-la sa-saluto ( ed esce ).
LUCIA
Mamma, un colpo ci ha fatto prendere!
BERTA
( A Ciccia ) Sembra giusto anche a te prendere in giro quel signore?
CICCIA
Mamma, se è sua la colpa che ci insegna a parlare così!
BERTA
Ti faccio vedere io, s’è lui ad insegnarvi a parlare così! Aspetta che viene tuo
fratello e vedrai. Ora fa pure il balbuziente! Come ora arriva, lo faccio
balbettare io, lo faccio balbettare? ( Bussano ).
LUIGI
C’è’ permesso? ( Entrano Luigi e Salvatore ).
BERTA
Avanti!
LUIGI
Buon giorno signora Berta, ciao Lucia, Ciccia. Felice non c’è?
BERTA
Ciao Luigi, Salvatore. Quando si dice che “parli del diavolo e gli spuntano le
corna”, stavo proprio pensando a voi due; ditemi una cosa, l’avete mai sentito
parlare Felice così: “vo-vo-vo vo-vo-voglio”, cioè balbettare?
LUIGI
Ma veramente... che io sappia, mai, (a Salvatore ) e tu?
SALVATORE
Io neanche! Perché, cominciò a dare numeri?
BERTA
Quale numeri, caro Salvatore! Non ne posso più! Un momento fa è venuto il
salumiere, questo qui accanto per vedere mio padre ch’è caduto, e si lamentò di
Felice dicendomi che al negozio non vuole più vederlo. Insomma, no so se lo hai
capito, quando Felice incontra quel signore comincia a parlare come lui.
LUIGI
( I due ridono ) Vorrei proprio essere con lui! Mi perdoni signora, ma mi pare
già di vedere la scena ( all’amico ). Te lo immagini?
BERTA
Come! Ridete? Ma lo capite che non è giusto prendere in giro le persone, specie
quelle che non sanno esprimersi bene?
SALVATORE
Signora Berta, se lei anziché arrabbiarsi con Felice stesse calma, allora si che
riderebbe assieme a noi, e non per il salumiere, ma per la serietà di cui felice
esprime nel balbettare.
BERTA
( Rimane meravigliata e, per togliersi da quella situazione cambia discorso ) Va
beh, va beh, lasciamo perdere! Con i compiti com’è finita? Oggi niente ricerche?
LUIGI
Signora Berta, le ricerche noi sempre le facciamo
BERTA
Come sempre; Vuoi dire… tutti… i giorni?
LUIGI
Certo!
BERTA
Ma come, Felice dice che sono ogni tanto.
SALVATORE
( A Luigi ) Sicuramente la signora Berta si riferisce alle ricerche scolastiche.
BERTA
Perché, ce ne sono delle altre?
SALVATORE
Altre? Come altre? Lei dove crede che sia in questo momento Felice?
BERTA
Boooh!
LUIGI
E’ sicuramente con altri a cercare e ricercare come potersi divertite. Perché...
forse lei non ci ha mai fatto caso, quale strutture abbiamo in paese? Il parco
giochi?
SALVATORE
Si, in televisione queste cose!
LUIGI
La piscina?
SALVATORE
Nei sogni!
LUIGI
Il teatro?
SALVATORE
Signora, di questo forse è meglio non parlarne!
LUIGI
E poi vengono a parlarci di scuola a tempo pieno: noialtri vogliamo studiare ma
nello stesso tempo vogliamo anche giocare, impegnarci nella cultura... perchè...
questa scuola a tempo pieno, quasi che non ci convince, voglia servire per
tapparci la bocca e tenerci chiusi come i carcerati. Ecco, il balbettare…
certamente non giustificato, per carità, è una trovata di tante ricerche su come
poter impegnare il tempo in attesa d’altro
BERTA
A voi sembra che io non noto queste cose; ma… come dice Salvatore, forse è
meglio non parlarne. Però, potreste cercare qualcosa di meglio!
CAPITANO
( Entrando ) Di meglio? I bambini devono essere così! Mi scusi signora Berta, la
porta era aperta ho chiesto permesso, voi parlavate ed io…
BERTA
Non stia a preoccuparsi, si parlava appunto di bambini, questi figli che ne
combinano una ogni cinque minuti…
CAPITANO
( Preoccupato ) Cos’è successo signora?
BERTA
Felice è diventato un pericolo pubblico. ( Bussano, si sente parlare ad alta
voce e con rabbia. Si guardano meravigliati ) Avanti!
SEBASTIANA
E’ permesso? Salutiamo! ( Rivolgendosi a chi ancora si trova fuori ). Entra,
entra, e porta questo tegame! ( Entra un ragazzo con un tegame in mano ).
BERTA
( Si guardano tutti cercando di capire qualcosa ) Ma… cosa v’è successo, donna
Sebastiana?
SEBASTIANA
Suo figlio non c’è?
BERTA
( Imbarazzata, non sa cosa dire ) Fe...lice?
SEBASTIANA
Felice... lui! Non io!
BERTA
E lei perché no, mi scusi? Si può sapere cosa le è successo?
SEBASTIANA
Se non fosse stato per suo figlio, sicuramente non sarebbe successo niente;
invece… ( mostrando il tegame ) lo vede questo tegame, mi ha dato una di quelle
giornate che difficilmente potrò dimenticare. Due ore, due ore ha fatto
Carmelino di soffiare! ( Indicando il ragazzo ), e parla, parla pure tu!
CARMELINO
E cosa devo dire, mamma?
BERTA
Senta, vuol spiegarsi meglio di cosa c’entra mio figlio col suo tegame?
SEBASTIANA
Ieri è stato il compleanno di mio padre, e m’è sembrato giusto invitare i miei
parenti; mentre io ero indaffarata con la pentola, Carmelino, con la santa
pazienza col soffietto cercava di tenere viva la brace che serviva a far cuocere
la salsa del tegame…
CARMELINO
( Piagnucoloso ) Per quanto ho soffiato mi dolgono ancora le mani...
SEBASTIANA
E vostro figlio, ch’era messo li ad aspettare, ha dato il tempo a Carmelino di
entrar dentro e prendere le presine per non bruciarsi le mani… ( adirata, al
ragazzo ) Ma poi dico io… non potevi aspettare?
CARMELINO
Mamma, perché io lo sapevo?
SEBASTIANA
Zitto, zitto! Te lo farei vedere io se lo sapevi! ( Mette il tegame sotto il
naso di Berta ) Guardi un pò!
BERTA
Ohi! Schifo che puzza! E che cos’è?
SEBASTIANA
Che cos’è? Non vede cos’è! ( Esce, prendendolo dalla coda, un grosso topo
inzuppato di salsa ) Un topo che si prende mezzo tegame!
CAPITANO
Meschino!
SEBASTIANA
Meschino… chi, il topo? Meschino mio marito è stato! Ch’è dovuto andare a
cercare il condimento per la pasta. ( Al capitano ) Guardi, guardi anche lei!
CAPITANO
No, no! preferisco proprio di no, la puzza si sente già da qui
SEBASTIANA
Che figuraccia, che figuraccia! La giornata è andata proprio sottosopra!
BERTA
Signora mia, io non so proprio come scusarmi…
SEBASTIANA
Io delle sue scuse non so proprio cosa farmene. Intanto le lascio qui il tegame
( posandolo sul tavolo con violenza ); non pensi però che possa finire cosi! (
Al figlio, adirata ) E cammina gran pezzo di broccolo! ( Ed escono borbottando
).
BERTA
( A Ciccia, mentre i ragazzi ridono tutti ) Vai a buttare di corsa questo
tegame!E voialtri cosa ci trovate da ridere? Questi sono gli scherzi che andate
cercando per divertirvi?
CAPITANO
Su, signora Berta, sono solo dei ragazzi, e per loro è un modo come un altro per
passare allegra la giornata, ( a Salvatore ) E’ vero che per voi è un
passatempo?
SALVATORI
Un passatempo dice signor capitano? E’ una cosa emozionante! E’ cosa da grandi!
CAPITANO
( Meravigliato ) Da grandi? Da piccoli vuoi dire?
LUCIA
Mamma, ieri l’altro, mentre nevicava… però non dire niente a Felice! Sai che ha
fatto? Una vecchietta stava soffiando proprio come ha fatto Carmelino, e pure
questa il tempo d’entrare a prendere il tegame e metterlo sulla brace, e non
trovò la brace coperta da una grossa palla di neve!
SALVATORE
Lei sarebbe in grado di farlo, signor capitano?
CAPITANO
Veramente... io...
SALVATORE
Ecco, vede! Sicuramente già sta a pensare che gli altri, come lei grandi, lo
prendono per pazzo; noi ragazzi non stiamo a formalizzarci su queste cose…
BERTA
( Entra, piano piano, Felice, sporco e mal vestito, per andare verso il nonno )
Fermo! Dove pensavi d’andare?
FELICE
Chi, io? Veramente... a salutare il nonno volevo andare! ( Al capitano) Signor
capitano! Ciao Luigi, ciao Salvatore, mamma...
BERTA
Mamma? Ti farei vedere io mamma, ti farei vedere! Vai a cambiarti i vestiti che
dopo se ne parla! Si puo' sapere dove sei stato?
FELICE
Sono stato…
BERTA
Va beh! Ho capito, come al solito! ( Al capitano ) Sente? Ogni qualvolta gli
chiedo da dove viene, lui mi risponde sempre sono stato… Ora, come si sveglia
tuo nonno, dice che stavolta non vuol sentire niente!
FELICE
Come se altre volte abbia sentito qualcosa.
BERTA
Si, si, scherza! Io non mi riferivo all’udito ( indicando l’orecchio ) ma..., (
come per stare a significare legnate )
FELICE
Vado a cambiarmi e...
SALVATORE
Signora Berta, vedo che il tempo ( sottovoce agli amici spiega facendo il gesto
alludendo alle bastonate e quelli quasi ridono ) comincia ad annuvolarsi, e
prima che viene giù l’acqua noi ce ne andiamo (salutano ) arrivederci a tutti.
FELICE
Salvatore aspetta che vi accompagno! ( Tira a se Salvatore e a bassa voce... )
Salvatore, stai dietro la porta a sentire, e se vedi che che ho bisogno d’aiuto
fai la voce di Dio, mi raccomando falla bella grossa che dopo ti spiego. ( Si
ripetono i saluti ) Ciao Salvatore, ciao Luigi. (Alla mamma ) Io vado di là.
BERTA
No, tu stai qua!
FELICE
Ma vado a lavarmi...
STRINCHITI
Felice, Felice!
BERTA
( Pensando che il padre volesse rimproverare Felice ) Papà, lascialo perdere per
questa volta, vedrai che d’ora in avanti sarà più buono, e non farà più ciò che
faceva prima.
STRINCHITI
Quello che faceva? Ma signori miei, avete capito male! Felice non ha fatto
niente che possa avermi turbato, anzi sono io che devo farmi perdonare ( si
guardano tutti meravigliati ). Felice! Felice!
BERTA
( Si fa il segno della croce ) Oh, madonna! Allora la testa… la botta buona l’ha
presa!
CAPITANO
( Meravigliato ) Povero Strinchiti!
FELICE
Nonno, io... ( spaventato ).
STRINCHITI
Ma no, vieni qua! Dove sei nipote mio? Devi perdonarmi se ho pensato male di te
( Berta guarda il capitano meravigliata ); vieni qua, abbracciami! Le bastonate,
vero te le avevo promesse, ma ora basta, ti prometto che d’ora innanzi non ti
dirò più niente… dammi un bacione grosso grosso
FELICE
Nonno, d’ora in avanti giuro che farò il bravo! ( Entra il salumiere, Felice lo
guarda e gli corre incontro balbettando ) Be-be be-benvenuto, mi-mi mi-mio
no-nononno si-si è ri-ripre-preso...
SALUMIERE
Buo-buo buo-buo buongiorno a tu-tutti ( il capitano capisce del perchè di
balbettare di Felice e rimane meravigliato ) Co-come sta si-si si-signora;
Stri-stri stri-Strinchi-chiti? Ciù-ciù ciù-ciù ciù...
CICCIA
Ciù ciù ciù ciùìììì ( inizia a fare il treno e Lucia e Felice gli si mettono
dietro imitando ).
SALUMIERE
( Adirato, quasi non parla più e fa le corna ai tre ) Ciù-ciù ciù-ciù so-so
sta-stato a fa-fa fa-farla spa-spaventare; ha vi-visto che-che che-che no-no
no-neniente? Fo-forza allegri-gria ( bussano ).
BERTA
Chi è?
GESU’
( Entrando ) Io, Gesù!
BERTA
Entra, entra.
STRINCHITI
( A Berta ) Cu é?
CAPITANO
Gesù!
STRINCHITI
Chi?
CAPITANO
Gesù!
STRINCHITI
( Pian piano, Gesù, va avvicinandosi; Strinchiti comincia a ricordare) Ma... a
te, mi pare d’averti già visto; no... niente... non può essere, forse... forse
mi sbaglio.
BERTA
Papà, questo è quello che l’altro giorno ha fatto le ricerche con Felice,
Ciccia, Luigi, Lucia e Salvatore; hai dimenticato? Ricordi, lo volevano tutti
accanto a se!
STRINCHITI
Lo volevano tutti... accanto!
CICCIA
Gesù! Ricordi! S’è messo accanto a me dopo.
STRINCHITI
Aspetta... tu, non sei quello che poco fa era accanto a me?
GESU’
( Non sapendo più che cosa dire, imbarazzato, guarda Felice che gli lancia
sguardi d’intesa ) Veramente... io...
STRINCHITI
Come?
GESU’
Ecco..., si, sono quello!
STRINCHITI
Ora, comincio a capire tutto; e... tuo padre… dov’è?
GESU’
Mio padre? E’ a lavorare!
STRINCHITI
( Ironico, al capitano che guarda meravigliato Berta ) E’ a lavorare! Scommetto
che sta lavorando al purgatorio o in paradiso…
CAPITANO
Strinchiti, che fai? Cominci a prendere lucciole per lanterne?
STRINCHITI
Che cosa? ( poi a Gesù ) E scommetto pure di sapere, di chi era la voce di Dio (
guardando Felice ).
FELICI
(Verso il pubblico) Volete vedere che ora se la prende con me?
BERTA
Ma... papà...!
STRINCHITI
Sai cosa mi disse, che dovevo vergognare di parlar male dei bambini (a Felice,
ironizzando) così buoni, e se mi comportavo male con lui, mi faceva... (deciso)
Berta, acchiappalo!
BERTA
(Felice tenta di scappare sotto il tavolo) Signor capitano, di là!
LUCIA
Di qua, scappa di qua, Felice!!
SALVATORE
No, di là! Da questa parte!
LUIGI
(Strinchiti, si toglie la cinghia dei pantaloni e se li tiene con l’altra mano;
vorrebbe colpire Felice che continua a scappare; intanto si leva la voce di
Luigi che, nascosto, osservava, come da accordo preso prima con Felice)
Striiinchiti!!! (restano tutti immobili cercando, con lo sguardo in alto, di
intravedere da dove proviene la misteriosa voce) Che fai!!! Hai già dimenticato,
le promesse fattemi? Vergogna! Rimetti apposto la cinghia, e abbraccia tuo
nipote!!! (Strinchiti, lascia i pantaloni per abbracciare Felice ed essi se ne
scendono lasciando scoprire un paio di mutandoni vecchi e rattoppati. Mentre si
chiude lentamente il sipario)
F I N E