Ansie del novecento

di

Gianfranco Frelli

 

Buio


Introduzione
Ho messo la tv per la sua grande presenza e importanza nella vita degli uomini dagli anni 60 ad oggi. Anche se secondo me in questi ultimi anni ha perso molto della capacità di diffondere e commentare i fatti. Comunque, spesso quando si tornava a casa dalle manifestazioni si accendeva la tv e anche la radio per vedere e sentire ciò che i giornalisti dicevano, sempre poco, su ciò che in quella giornata era accaduto. A noi interessavano più i quotidiani. Però la televisione c’era, la sera si ascoltava e si vedeva. Nel video appare una persona di spalle e in canottiera attillata, come quella che portava mio padre da giovane nei giorni d’estate, quando la mattina appena alzato andava in bagno.
In un angolo a sx di spalle troviamo la stessa persona che vediamo in tv… la tv svela prima che avvengano in scena, le azioni, almeno per questa prima parte. Questo per ribaltare la realtà. La tv, che ha avuto negli anni il compito di differire il presente, diventa la realtà, mentre il teatro diventa tv in quanto differisce la realtà. e diventa finzione, anche se vissuto in maniera reale. Tra quello che si vede in tv e quello che si vede in teatro, chi è reale e chi no? (questo è ciò che si dovrebbe chiedere lo spettatore)

“Prologo”

Video Simone

1) Nick Dreake Five leaves Left Dais is Done (35” 29 - dissolvenza 10”)

Luce 15” (sx) 4 al 65%

Simone di spalle
Siamo uomini qualsiasi. Facciamo tutti le stesse cose, dando però delle motivazioni diverse.

2) Mi ritorni in mente (33”)

(si gira) Non siamo Einstein. Per salvare il mondo non basta che sia esistito Einstein, Gandy, Martin Luther King! Ne servono milioni di Einstein, nati nello stesso momento e in tante parti del mondo. La natura è avida anche in questo. Sparge i suoi semi migliori lontani tra loro. Nascono delle belle piante ma raramente finiscono per incontrarsi, il bosco non si crea e l'esistenza di queste buone piante risulta vana. Noi esseri qualsiasi volevamo cambiare il mondo in meglio, stabilire l’uguaglianza, l’equità, trasformare la ricchezza individuale in ricchezza collettiva, non tenere niente per noi, dare tutto agli altri, dare spazio ai senza voce, fare la rivoluzione, con tutti i mezzi. Siamo stati solidali con tutti quelli che soffrivano, e dove c’era il comunismo per noi non si poteva soffrire. Dei piccoli mondi, oggi, con duemila/tremila persone al massimo, dove si è tutti uguali, sono possibili. Lontano dalla civiltà, dal denaro, dalle religioni….

Buio su Simone che esce a sx

“La strage”

3) Ma che freddo fa ( 44”)

Video

Luce 10” – 7 al 50%

Manola entra da sx e si mette al cx
…. come tutti gli anni si va in vacanza, lasciamo la città... si sta tutti insieme. (guarda verso una parte diversa) Bambini dobbiamo andare a prendere il treno. Smettetela di giocare. (guarda da un'altra parte) Il treno ti permette di vedere il mondo. Il treno è un luogo magico. C'è il mondo dentro, tanta gente diversa, tante parole, uguali ma dette in lingue differenti. Eppoi tanti odori: Odori di formaggio, di vino, di salami, di dolci mischiati ai profumi dei pedalini col buco, troppo tempo tenuti nelle scarpe, da sembrare caciotte stagionate e preziose. Uomini sudati per il gran caldo. Ma non importa perché quello vero è il mondo del treno. Sugli aerei di mondo ce n'é poco, o nelle auto, c'è solo il mondo mio e quello dei miei familiari, al massimo c'è la nonna. Dal treno si vede il mondo, dal treno tutto sembra bello, anche Falconara con la sua raffineria. No, bambini quest’anno non andiamo in corriera! Andremo in treno! Perché se andiamo in treno arriveremo in tempo per vedere l’alba delle Dolomiti. Ti svegli e di fronte a te vedrai questo spettacolo della natura. Tutto rosa!… Siete pronti? Dai, che poi vostro padre si arrabbia! Tutti gli anni la stessa storia.... Quando era bambina me ne fregavo della mamma. Le dicevo sempre che era una gran rompipalle... e lei mi diceva: “guarda che penti sta dietro l'uscio”. Adesso capisco quale era il suo compito, il suo dovere, quello di farmi crescere serena e questo è quello che devo fare per i miei bambini, anche a costo di qualche capello bianco. Dai bambini, dobbiamo anche passare a salutare la nonna. E spicciatevi che si fa tardi. Avete preso la settimana enigmistica?...(si blocca)
I miei figli dove si saranno cacciati? … Oddio! Oddio mi sono dimenticata di comprare il regalo alla nonna. Domani è il suo compleanno.. accidenti, andiamo sbrigatevi… le regalerò la settimana enigmistica… non è vero che non le piace… eppoi è sempre meglio di niente. (esce sx)


Video “14.590”___________________________________________________________________

Luce 8”

Luigi entra con Emanuele, si mettono cx avanti

Emanuele
Il tempo esiste solo se faccio qualcosa di brutto, quando faccio ciò che mi piace il tempo mica esiste. E' una cosa che sento dentro. Sono io che do valore alle cose, non sono gli altri che mi dicono quello che è importante fare e quello che non è. E quando il tempo non esiste non diventi neanche vecchio.

Luigi
Da piccolo mi sembrava che i vecchi non potessero mai essere stati bambini. Che fossero nati così. Eppure anche loro hanno corso, giocato, si sono sbucciati le ginocchia. Ma di tutto questo nei vecchi non c’è traccia. Io non sono ancora vecchio e quando non lavoro...

Emanuele
...Quando non avevo un lavoro mi affannavo a cercarne uno. Ora che ce l'ho, non vedo l'ora che arrivi il sabato, la domenica.

Luigi
Nei giorni di festa passo il tenpo a farmi la doccia, non sono un buon esempio di ecologista. Esco se sono costretto ma rientro subito. Non parlo e non guardo in faccia a nessuno, tanto so che gli altri non mi guardano. Non faccio sorrisi inutili a persone che se le guardi pensano che vuoi rubargli qualcosa. Guardo per terra e vedo tantissimi stronzi di cane, e allora capisco quanto erano grossi i cani che li hanno mollati e quanto erano stronzi i loro padroni. Vado a fare la spesa al centro commerciale e penso che era meglio se ci facevano un bordello. Ci sarebbe stato meno sfruttamento in tutti i sensi, terra, aria, acqua, fuoco. Sarebbe stato un luogo a misura d'uomo e di donna. Accogliente, meno dispersivo e sopratutto più divertente. Al centro commerciale compro qualcosa da mangiare. Poi, torno a casa. Mi metto seduto su di una sedia e aspetto, aspetto il meteorite pur sapendo che non ci sarò quando arriverà. Eppure la mia vita ha avuto qualche momento di vivacità ma ci hanno pensato i miei genitori a rendermi infelice. Per loro contavano poche cose. Per mia madre il lavoro e i soldi. Per mio padre le donne. Sono nato in un silenzio totale, da piccolo pensavo che la vita fosse un travaglio, avevo sempre paura: a 13 anni credevo che il mondo si potesse cambiare; a 14 dicevo che i buoni erano tutti dalla stessa parte e io ero uno di loro; a 15 ho provato a cambiarlo, il mondo, avrei preso anche il fucile; a 17 mi sono innamorato, ma non ci capivo niente e le ragazze si mettevano con me perché dovevano far colpo su qualche amico mio, oppure credevano che ero migliore di quel che sembravo, comunque dopo tre giorni mi lasciavano. A 20 anni sarei voluto scappare.

Emanuele
Per andare dove?

Luigi
Non l'ho mai saputo!

“Gli altri”

Emanuele
I miei genitori dicono che ai loro tempi i giovani sapevano quello che volevano. Mio padre scriveva sui muri: “35 ore per l'occupazione, facciamo pagare la crisi al padrone”, oggi sui muri c'è scritto: “Kebab puzza”, “ho sbagliato, perdonami”, “Piccolina sei la mia grande topolina”, “Se volete fare l'amore telefonate a mia sorella, è sposata ma fa gratis i.....”, robe del genere. Mio padre quando tornava a casa dopo le manifestazioni accendeva la tele per vedere se dicevano qualcosa di quello che era successo.

Luigi
Oggi alla televisione fanno vedere delle ragazze quasi nude che ballano sopra un tavolo, l'amplesso di due o tre coglioni, spiati giorno e notte da una telecamera, oppure ci raccontano storie oscene come quella del prete che violenta una ragazza e le dice: “prendi questo fallo e diventerai santa”, o di bambini uccisi, o di padre pio santo.

Emanuele
Alla televisione ci sono anche altre cose: c'è beautiful che dura da più di 5.000 giorni, tutti i giorni, sono queste le trasmissioni che ci ricordiamo meglio. E ci dimentichiamo che esistono le onde elettromagnetiche che ci fanno male alla salute, i gas di scarico, la diossina, la radioattivita che dopo Cernobil ha visto aumentare i tumori anche da noi a Jesi!

Luigi
Quando ero piccolo alla televisione c'era carosello, una cosa sulla pubblicità, che poi si sono accorti che la pubblicità era solo alla fine e per due minuti si parlava d'altro, ci si divertiva anche, e che molto spesso non ci si ricordava la casa pubblicitaria a cui si riferiva tutta la storia. Quand'ero piccolo la televisione serviva per educare la massa ignorante che non sapeva né leggere né scrivere, ma oggi che la massa ignorante ha imparato a leggere e a scrivere la televisione fa schifo, e peggiora di giorno in giorno.

Emanule
Come la realtà: Quelli di destra, quelli che ieri tenevano al duce, quelli che ammazzavano i partigiani, oggi dicono che la resistenza non si tocca e vanno a celebrare i caduti per la libertà. Ai fascisti sono sempre piaciuti i partigiani morti. Oggi invocano la sicurezza dai marocchini, dagli zingari... che puzzano, che insozzano le strade, che rubano e violentano e non c'hanno voglia di fare un cazzo.

Luigi
Se tra tanti stronzi bianchi ce ne sono 100, 1000 negri, zingari, cinesi, rumeni, che si mettono a violentare le donne perché il loro cazzo di cervello non funziona, vanno messi in galera.

Emanuele
Ma le minoranze contano diversamente.

Luigi
Questa è la strategia politica oggi. Tolleranza zero. Ma come?! Questi che comandano c'hanno uno che si è fatto delle leggi per proteggere se stesso, i suoi interessi e quelli della sua famiglia. I fascisti di oggi dicono che è meno grave ammazzare che bruciare una bandiera, per loro la vita, degli altri, non conta. Ma poi non si ricordano loro che nelle piazze bruciavano la bandiera italiana e issavano quella verde? Dietro il rispetto per Israele non ci sono gli interessi del popolo ma quelli economici delle lobbies che stanno tutte a destra. E intanto i Palestinesi muoiono sotto le bombe più degli Israeliani. Non potrebbe essere altrimenti Israele ha l'esercito più organizzato ed armato del mondo. Eppure nel '95 il primo ministro Israeliano, Rabin cercava la pace con i palestinesi: “un popolo che abbiamo trovato in queste terre”, e un ragazzo sionista un giorno l'uccise.

Emanuele
In Italia il 9 maggio si sta un minuto in silenzio per ricordare Aldo Moro ucciso dalle brigate rosse. Però... ce ne sono ancora altri, morti ammazzati perché credevano nella libertà. Quelli di Portella della Ginestra, quelli dell'Italicus; quelli di piazza della Loggia a Brescia; Giorgiana Masi, Francesco Lorusso, uccisi dalla polizia durante le manifestazioni. Quelli uccisi negli anni 70 dalla polizia per l'effetto psicologico del: ogni cittadino può essere un terrorista, come a Torino dove un ragazzo fermato con la sua macchina al posto di blocco aveva messo la mano al cruscotto per prendere gli occhiali da vista; ed un altro, sempre a Torino, bruciato vivo in un bar durante una manifestazione antifascista solo perché si chiamava “l'angelo azzurro”, e quest'altri ancora: Pietro Scaglione procuratore della repubblica di Palermo, ucciso dalla mafia, Giorgio Ambrosoli, uno dei grandi rimorsi dell'Italia, liqudatore della banca privata italiana di Sindona. Peppino Impastato ucciso dalla mafia e fatto saltare in aria sulla ferrovia per dare l'idea che stesse preparando un attentato. Che c'è stata a fare la resistenza, che sono morti a fare se non abbiamo fatto tesoro del sacrificio di tanta gente? Non si ricorda nessuno, non si fanno minuti di silenzio. Gente diversa, scopi diversi, ma pur sempre morti ammazzati, senza colpa.

Luigi
Il silenzio non cancella la colpa, il silenzio uccide. Si fa silenzio perché non siamo più capaci di reagire. Non siamo capaci di disarmare la mano assassina, perché quello che fa, ci fa comodo. Oggi: 40 anni dal sessantotto, 64 dalla resistenza. Numeri! Solo numeri? Allora vi do un altro numero: dal 69 all'87 ci sono stati 14.590 atti di violenza politica, due volte al giorno...

Emanuele
Quasi. Come una guerra.

Luigi
Volevo parlarti della mia infanzia. A casa avevamo una stanza: il salotto, dove non si entrava quasi mai, c'era un divano nel salotto dove non mi sono mai seduto; c'era un lampadario con 8 lampadine ma noi ne accendevamo una o due; c'era anche un termosifone sempre spento: “siamo poveri” diceva mia madre. e allora nel salotto ci metteva ad asciugare i panni. Era la stanza delle cose importanti. Ci sedevamo sul divano solo quando venivano a trovarci i parenti la domenica d'inverno, quelle domeniche fredde, in tutti i sensi. L'unica cosa calda, anzi bollente, era il termosifone. Era così bollente che pareva collegato direttamente con l'inferno. Se provavi ad appoggiarci il sedere scattavi come una molla. In queste giornate la mamma sfoderava un bel telo che metteva sopra il divano. Un telo orrendo, con delle donne vestite da contadine, con una brocca in testa, con la faccia da cretine che ridevano e con degli uomini con una faccia da idioti che suonavano un tamburello, e tutti insieme ballano ai piedi del Vesuvio. Io ancora mi chiedo dove l'avesse comprato un telo così brutto. Nel salotto avevamo una libreria senza libri, mia madre aveva fatto la terza elementare e mio padre la seconda, e dietro uno sportello avevano un liquorino da bere che mio padre aveva avuto in regalo dal padrone della ditta dove lavorava come imbianchino e tutte le volte che arrivavano i parenti mio padre tentava di aprire la bottiglia e non ci riusciva, e allora che faceva? bestemmiava. perché lo zucchero si era talmente seccato e aveva saldato tappo e bottiglia. Risultato: il salotto è freddo, il termosifone scotta, il liquorino non si beve e io nascosto sotto il letto perché qualsiasi cosa accadeva a casa la colpa era mia, sempre. Così si torna in cucina e il divano resta immacolato. E più a lungo dura, più ci sembra che duri la nostra vita. Attraverso il divano diventiamo immortali. Ma un giorno il divano si butta perché la mamma è morta, dobbiamo lasciare la nostra casa per trasferirci in un posto più piccolo e il divano nella nuova casa non c'entra. Come per magia il divano verrà buttato come se fosse vecchio, è diventato vecchio da giovane, da nuovo, senza essere stato mai usato. E io un giorno per seguire quelli della mia età e un po' per contrastare questo spirito di conservazione della mia famiglia per le cose inutili, io mi sono ribellato: al divano, al liquorino, a carosello, all'allegria di Mike Bongiorno.

Emanuele
Dovremmo provarci ancora! Rincorre il “sol dell'avvenir”

Luigi
I vestiti firmati e le scritte sui muri delle strade: marocchini raus; passerotta volami vicino; Antonio è gay e mia sorella continua a fare gratis i... scritte da stronzi pari a quelli lasciati per terra dai cani.

“Guerra”

4) Synaulia 1 (31” 57)

Video Ungaretti

Luce 20” (sx) Luigi esce al buio dx 2 al 40%

Ulisse_ Jacopo entra al buio
Ma la verità è che erano giovani, e i giovani hanno un’idea vecchia della guerra. Onore, bellezza, eroismo. Quella guerra la vincemmo con un cavallo di legno, immane, riempito di soldati. La vincemmo con l’inganno, non con la lotta a viso aperto, leale, cavalleresca. E questo a loro, ai giovani non piacque mai. Ma io ero vecchio. Ulisse un vecchio. Noi sapevamo che vecchia era la lunga guerra che stavamo combattendo, e che in un giorno l’avrebbe vinta chi sarebbe stato capace di combatterla in modo nuovo. (esce sx)

5) Le storie di ieri De Andrè (1’ 06’’)


Luce 45” (sx muro) 4 al 20%,

Giorgia entra dx seguita da Daniel
Per trovare una risposta alle mie domande mio padre mi leggeva i testi antichi. Loro ci sono già passati. Nella vita è importante agire. Le cose non devono passarti sopra senza lasciare traccia. Ho visto la grandezza degli eroi ed io ho cercato la bellezza nell'azione. Vorrei essere anch'io un'eroina. Essere ricordata da tutti per ciò che avrò fatto! Senza sbagliare, perché combatti per un giusto generale. L'antifascismo è un giusto generale. E' un principio per il quale dobbiamo combattere anche a distanza di 60 anni. Il fascismo ha distribuito olio di ricino, ha ucciso i suoi oppositori, li ha mandati al confino quando non poteva ammazzarli. Ha mandato milioni di giovani in guerra e li ha fatti tornare morti, ha condiviso la follia assassina di Hitler. I miei sono di Apiro. Nella famiglia di mio padre né lui né i suoi fratelli sono andati in guerra, il fascismo non gli ha dato niente, non avevano neanche un paio di scarpe fra tutti, andavano scalzi, erano sempre raffreddati, dormivano tutti insieme, erano 11 fratelli. Erano contadini poverissimi, lavoravano la terra degli altri e guadagnavano appena per non morire. Tre dei fratelli di mia madre invece sono stati in guerra. Uno in guerra c'è morto, due sono tornati. Uno di questi si è fatto cinque anni di guerra in Abissinia. L'avevano messo in prima linea. La guerra l'ha fatta col suo corpo di ragazzo per cinque anni, trecentosessantacinque giorni all'anno, trecentosessantasi negli anni bisestili, ventiquattro ore al giorno contro gli Abissini che con il cuore e coi denti hanno difeso la propria terra. Del suo battaglione si sono salvati in due. Di notte vedeva la Madonna che gli diceva: te ti salverai. Una volta si è nascosto sotto una catasta di corpi morti per sfuggire alla morte. Gli Abissini infilzavano con la baionetta quei corpi per vedere se c'era qualcuno vivo. Quando è finita la guerra ha fatto quattro anni di prigionia in un campo di concentramento Inglese in Africa. E' tornato a casa nel 49 e da quel momento ha avuto un atteggiamento profondamente xenofobo, odiava i negri. I suoi fratelli lo davano per morto, è tornato a casa pelle e ossa e quasi cieco. La madre non è riuscita a rivederlo era già morta. Quando l'hanno visto sono scappati tutti. Nessuno lo riconosceva più. All'altro mio zio è andata meglio. Voi ora ditemi come posso essere io favorevole agli armamenti, alla guerra, agli eserciti, dopo che ho passato la mia adolescenza a sentire queste storie e tante altre. Signori non è un film di Oliver Stone, di Eastwood, o di qualcun'altro. E' la realtà di chi c'è stato, di chi non ha mai avuto voglia di andarci e di inventarsi niente. Di chi avrebbe voluto fare il contadino, stare con i suoi fratelli, cantare e amare. Dio perché non fai qualcosa? Non c'è poesia nella guerra, no non c'è. E a questi che vanno in giro orgogliosi del saluto romano, a questi che vogliono il ritorno di Mussolini dico: andate alle Fosse Ardeatine, andate a Dacau, alla risiera di san Sabba e chiudetevici dentro per un anno. Andate in Africa nel mezzo del deserto, andate in Siberia, e stateci come hanno fatto i soldati italiani, e fatevi riprendere dal grande fratello e dall'isola dei famosi. Vi assicuro che non vedrete né Dio né la Madonna. Morirete prima. E a coloro che vogliono cambiare i libri di storia voglio dire che non ci provino perché mi troveranno sotto casa loro a protestare. Sarò l'incubo, della loro vita.

“Infanzia”

Luce cx 60%

Video_ piedi che salgono le scale

Daniel
Ho fatto le elementari in cima ad una scalinata. Dovevo entrare prima da un portone alto e grosso, percorrere un corridoio lungo e salire per la scalinata grande, alta, da non vedersi il soffitto e larga. Larga come quella delle case dei signori. Per me tutto era troppo grande. Per me era Dio che costruiva le scale e i palazzi, per farci sentire piccoli. Sopra la scalinata, Dio aveva costruito anche un arco aperto, dentro al quale pensavo che un giorno o l’altro sarebbe apparso lui. Dio. Alto, tutto vestito di nero. Ma io Dio non lo volevo vedere. Allora camminavo radente al muro, ma sempre con la paura che Dio quel giorno era lì e mi diceva: “lo vedo che la sera ti tocchi”. E io avevo già pronta la risposta: “Dio! Non lo dire a nessuno. Ti regalo tutta la collezione di figurine Panini”. Io la collezione non ce l'avevo ma sapevo che gli interessava, me l’aveva detto mio cugino, che faceva il chierichetto ed era esperto di cose divine. “Te la vado a prendere a casa”. E se quando tornavo Dio era ancora lì gli avrei detto che ero stato assalito da un gruppo di ribelli del Milan che mi aveva rubato tutte le carte, pure quelle che non vuole nessuno. “E se non ci credi vieni a casa mia, così vedi anche in che casa malandata viviamo, visto che da noi l’assistente sociale non ci viene mai. Almeno ci dai una mano per avere la casa popolare”. Ero sempre solo quando salivo le scale e mi sembrava di salire in paradiso. Il paradiso per me è un luogo grande come la mia scuola, con tante vetrate che danno all’esterno, così non puoi cadere. D’inverno fa freddo e devi correre in fretta per attraversarlo se vuoi andare dove devi andare senza ghiacciarti. D’estate no, il paradiso è chiuso, e così puoi restare a casa, giocare con Roberto Spaccia, o metterti la canottiera e andare al mare con la seicento multipla, piena di mutande, perché il mio babbo c’aveva la bancarella. Da piccolo, questo pensavo della mia scuola. Dei maestri non pensavo niente, mi facevano un po’ paura e poi ne ho cambiati troppi, dei compagni pure. Mi ricordo solo che entravo in classe da solo e sempre per ultimo perché non mi svegliavo mai in tempo, i miei genitori partivano presto per andare a vendere le mutande, pure la domenica. Quando arrivavo a scuola, la porta della classe era già chiusa, a volte era anche chiuso il portone, e mi toccava suonare il campanello oltre che bussare alla porta della classe. Quella di bussare alla porta della mia classe era una delle ansie più grandi, insieme a quella di andare a comprare la mortadella nel piccolo negozio della cooperativa che c’era vicino casa mia, perché io non volevo mai parlare, mai. Arrivato davanti alla porta della classe bussavo, non mi ricordo neanche se qualcuno diceva: “avanti”. Ricordo solo che entravo in silenzio e mi sarei nascosto volentieri da qualche parte, ma tutti mi guardavano! E poi non mi ricordo niente. Non mi ricordo di essermi mai seduto al banco, di aver seguito una lezione. Mi ricordo di essere stato mandato dal direttore diverse volte ma non mi ricordo mai il perché. Entravo dal direttore e stavo zitto, parlavano gli altri per me. Io al massimo dicevo: “Mi dispiace”. Adesso ho vinto un po' delle mie ansie e sono felice perché quello che mi serve ce l'ho tutto qui con me… È una bomba di quelle che esplodono e tutto si scompone e devi cercarti i pezzi dappertutto per ricomporti...
(Si sposta a sx)


“Amore”

Luce (cx) 5” 7 al 60%

Daniel
....Sai questa notte non ho dormito e ho scritto queste righe. S'intitola: sei una bomba.
Sei una bomba.
La prima volta che mi hai sorriso non ci ho capito più niente
il mio corpo è esploso e ha invaso il mondo intero
si è ricomposto cento volte nel mio cuore, ora dammi mille baci ed altri cento
e insieme libriamoci nel vento.
Come Marx, Marcuse, Lenin, Trostky e Mao ti amo,
ti amo più di Stalin, più della Juve
ti amo come un sogno.
Vorrei far con te la rivoluzione, e salire sulle barricate e cacciare i padroni
se sei con me non cambierei niente della mia vita
se te ne vuoi andare vattene ma sappi che ti rincorrerò per tutto il mondo (escono sx)

“Femminismo”

6) I Clowns io cerco la Titina (40” 49)

Video animali che sbranano

Luce 15” dx 13 al 50%, 20 al 90%

Milena entra dx sulla luce, ballando
È un porco mondo… Bisogna costruire una società dove i due sessi abbiano pari dignità. Basta con i tabù sessuali. Una donna deve poter fare l’amore senza sposarsi anche con un’altra donna. Vogliamo l’aborto gratuito per tutte. Io desidero possedere ciò che è mio, il mio corpo. Voglio decidere da me cosa ne voglio fare! Buttiamo via i trucchi, nella spazzatura. Io sono così e così tutti mi devono accettare. Se vuoi un manichino, vai ai grandi magazzini. Siamo capaci di badare a noi stesse, non ci serve un maschio che ci accompagni, che ci tratti come un cagnolino: un po’ di coccole, un po’ di cibo con quelle frasi: “lascia fare a me, tu stai a casa, tu sei una donna, certe cose non le puoi fare”. E devi essere contenta che lui pensa per te, agisce per te, sogna per te, lavora per te e quando si è stancato di te si riprende tutto. Il divorzio, vogliamo il divorzio. Se non vuoi divorziare, non farlo, ma voglio che ci sia la possibilità di farlo, anche se a qualcuno questo non va giù. Vogliamo la parità giuridica tra i due coniugi. Non voglio essere costretta a lavorare per un padre, un fratello o marito, padroni di te e dei tuoi pensieri, dei tuoi vestiti, delle tue parole, di tutto insomma, trattate e votate al silenzio come bestie che a testa bassa lavorano per i maschi. Voglio vestirmi come dico io. Mamma vieni con me, facciamo anche noi la nostra rivoluzione. Non mi interessa Cenerentola, sempre in cucina, a pulire, a fare la spesa e dopo che ha incontrato il principe azzurro, costretta ad allargare le gambe per fare figli. Se continuiamo a dar ascolto ai maschi, ci resta solo la disperazione e allora a Natale ficchi la testa dentro il forno e apri il gas e insieme alle bistecche, al tacchino, alle animelle, cuoci il tuo cervello. O peggio ancora, a Natale neanche ci arrivi, esplodi, perché ti è venuto un fegato grosso così per tutte le volte che ti è toccato ingoiare il rospo, chinare la testa, pulire i pavimenti, No, oggi Cenerentola si è stancata, ha detto stop! Niente trattative. Cenerentola non aspetta e non ha bisogno del principe. Cappuccetto Rosso non porta le ciambelle alla nonna e non finisce neanche dentro la pancia del lupo. Cappuccetto non aspetta il cacciatore con quel simbolo fallico che viene a salvarla. Si salva da sola, non ha paura e bada a se stessa, da sola. La bella addormentata non dorme più. Biancaneve non ci va più in casa dei nani a lavare i calzini. Fine delle trasmissioni, fine delle favole. Maschi del cazzo guardatevi dentro e troverete tanta merda. Noi abbiamo un cervello e siamo capaci di usarlo. (resta dx)

7) Synaulia 15 (25” 55)

Luce sx 10” 1 al 70%

Silva Sbarbati entra sulla musica sx
La tristezza è il nostro destino. Ma è per questo che le nostre vite saranno cantate per sempre, da tutti gli uomini che verranno.

Luce dx (5”) esce Silvia al buio 10 e 13 al 60%

Gioia entra dx al buio
Sai ti ho sentito parlare e sono d'accordo con te. Mi hanno presa a sassate tante volte. Uomini, bambini e anche le donne. Andiamo nei quartieri dove ci sono le persone più ignoranti e diamo dei consigli su come emanciparsi. Non piacciamo agli ex missini, ex rautiani ma sempre stronzi. Avranno conquistato anche Roma ma la loro pappa è sempre quella: Mussolini e il pallone. Le donne le vogliono con le minogonne, calde e sottomesse che abbiano sempre voglia di ciucciarglielo all'ora che dicono loro, in ginocchio come davanti alla Madonna, col compito ingrato di farglielo venire duro, in onore del duce, che da cielo osserva e approva. Io non ci sto: fateveli voi i figli. Tra camerati la sera. Donne, individui pensanti, purtroppo sposate a questi ominidi, con le trippe sfatte, non date ascolto ai vostri ammassi di grasso. Pigliate la pillola, non fatevi fregare da questa massa di stronzi che è capace solo di mettere al mondo teste rasate prive di identità e bisognose di rifarsi ad un idolo assassino come il duce, che non hai mai avuto un gran rispetto per le donne: Oggettini, graziosi giocattoli. Basta con le falsità maschiliste. Donne dobbiamo pensare a noi. Sul lavoro ci devono trattare come trattano gli uomini. Uomini io non sono un cesso dove scaricare i rifiuti del tuo corpo. Un cesso sei te energumeno che per anni mi hai soffocata, mi hai fatto piangere perché andavi con le mignotte, povere donne anche loro, il sesso deve essere gratis, tutta colpa del maschio che con i soldi può coprarsi tutto. Anche l'amore, che cazzata. Tutta colpa di questo mondo diseguale che vede le brasiliane succhiare cazzi sfatti per 200 euro perché al loro paese con 200 euro ci vai avanti 4 mesi. E io a casa per anni sempre zitta, a piangere, così tanto che con le lacrime ci lavavo i pedalini. Ad ascoltare il tuo fiato puzzolente e il tuo russare di tuono, a sentire quel profumo nauseante che lasciavano le donne sui tuoi vestiti. Perché i figli erano piccoli, perché abbandonare un marito non si può! Adesso basta, piangerai te e tutte le teste vuote come la tua. Siamo un gruppo di donne, ce ne andiamo di casa. Me ne vado, cucinati te, i figli sono grandi e mi fanno schifo come il padre! Carichi d'odio e di ideali repressivi. Perché non ho deciso prima! Mi sarei risparmiata molti dolori, ansie e frustrazioni. Mio fratello se n'è andato di casa a 18 anni io non ho potuto, ho dato retta ai miei genitori! Per non far soffrire il babbo. Ma basta, ci ho pensato per troppi anni. Voglio rappresentare la differenza, voglio farmi notare. Voglio essere, voglio fare. Siamo tante, tutte diverse. Siamo le donne chiuse in casa da mariti fascisti e pure comunisti. Mi dispiace dirlo ma devo dirlo, devo. Siamo le subordinate, quelle dietro al ciclostile. Siamo quelle che lavano e stirano, quelle che puliscono la cacca dei piccoli. Siamo le donne ignote del milite ignoto e non vogliamo più essere ignorate. Ci prendiamo quello che ci spetta. Andiamo a vivere insieme nella casa delle donne. Dividiamo l'affitto, poi si vedrà. Per tutte la vita sarà migliore. E questo è solo il primo passo.
(Esce con Milena a dx)

“Guerra”

8) Bennato 5 Dotti medici (29” 62) alzare


Luce sx dietro (15”) 6 al 65%

entra sx Silvia Sbarbati

Silvia Sbarbati
Voglio una scuola che sia libera dal valore dei soldi, non dove i ricchi vanno avanti ed i poveri rimangono indietro a fare i lavapiatti o i benzinai. Perché alle superiori pochi sono i poveri che fanno il classico, all'istituto professionale è pieno. Già in famiglia il tuo destino è segnato. Si vede di cosa si parla intorno a te. Si capisce dagli sguardi dei tuoi genitori: non cosa diventerai ma ciò che potrai diventare. Non tutto ti è concesso. Ancora oggi non si può salire tutti in cima se si è all'ultimo scalino. Perché se non c'hai i soldi l'Università non te la passa nessuno. Nella casa dello studente ci vanno i figli dei ricchi, quelli che possono dichiarare di non avere nessun reddito perché i miliardi li guadagnano in nero. Non voglio che le differenze si vedano solo dal conto in banca ma da quello che hai dentro.
Non voglio morire sul lavoro. Mio padre è caduto da un impalcatura e si è salvato. Ha avuto fortuna, ha avuto l'assistenza e tutto il resto. Era in regola. E tutti gli altri? Quelli che in regola vengono messi il giorno in cui muoiono? Non voglio essere presa in giro.
Voglio una sanita vera. E' inutile avere una legge sull'aborto e non poter abortire se non c'è un medico che lo fa.
Voglio che il lavoro te lo diano per concorso, per meritocrazia e non per conoscenza.
Voglio che quelli che ti mettono le mani addosso vadano in galera. perché se non c'è punizione la vittima non è più in grado di capire, finisce col divantere la causa scatenante della violenza che ha subito. Quel: “l'ho voluto io, l'ho fatto io”. “Ne ero consapevole”, piano piano si inietta come una droga, fino a farti credere di essere stata l'adescatrice, e col tempo ti fa diventare carnefice.
Voglio, voglio che tutti sianio felici. Voglio che se ti senti sola c'è sempre qualcuno che ti ascolta.
esce dx

“Guerra”


9) Bennato 5 – (9’’ 49)


Video Pinocchio

entrano sx Luigi e Emanuele

Emanuele
Voglio un mondo senza eserciti, tutti a casa, niente divisa e niente moschetto e mandiamoli ad aiutare i poveri.

10) Bennato 5 (19’’ 28)

Emanuele
Siamo di fronte a un sistema che produce viti, tubi, ruote dentate che vengono usati sia per fare trattori, che cannoni. Ma che stronzata è! Luigi: Mettiamo le mine e poi le togliamo, e chi le mette e chi le toglie usa la stessa tecnologia italiana. perché gli italiani se ne intendono di mine. Ema: Aboliamo l'esercito. Mandiamo i soldati a zappare la terra, fioriranno milioni di piante di grano per sfamare il popolo. Mandiamo i soldati a costruire case per i senza tetto, fioriranno migliaia di appartamenti, piazze, vicoli, dove vivere, incontrarsi, parlare, sognare. Luigi: Usiamo i soldi delle armi per la ricerca scientifica, così potremmo tentare di debellare tante malattie. Ema: Il mondo ha bisogno di sicurezza da chi costruisce, distribuisce, vende, fa usare e usa le armi. (Escono dx)

“Adulazione del potere”

11) Art Ensamble of Chicago – 3 Nonaah (37” 58)

Video uomini politici entrano dx, sx, fondo, platea, sono polverosi e dalle facce bianche, hanno fogli di carta, ridono, i fogli cadono in braccio al pubblico, ciascuno li riprende, litigano tra loro, poi vanno a braccetto, poi piangono, ridono, si muovono a tempo di musica, poi si posizionano in fondo sx, due ne entrano anche davvero

Luce dx e sx 10” 1 e 5 al 70%

Due Politici_ Jacopo e Gioia entrano dalla platea
Non è follia, non è follia, no! non è follia

Costanza entra sx
Mangia formaggio, pere ed uva.

Giorgia entra sx
Beve acqua, vino, birra.

Costanza
E a me lascia il bicchiere vuoto.

Giorgia
Riempie le strade di segni e simboli e viene a cercarmi.

Costanza
Mi manda biglietti d’amore.

Giorgia
Guarda cosa mi scrive: “Fai qualcosa per me, poi farò anch’io qualcosa per te”.

Costanza
Fa anche tu qualcosa.

Giorgia
No, devi dimostrare ciò…

Costanza
Lui mi corteggia spudoratamente, perché?

Giorgia
Perché vuole mantenere quello che ha!

Costanza
Ha bisogno di te.

Giorgia
Mentre tu invochi i santi.

Costanza
Lui invoca te!

Giorgia
Lui accumula.

Costanza
E tu diventi più povera.

Giorgia
Ma al momento, una croce e via.

Costanza
Poi di te più niente.

Giorgia
Niente più scritte sui muri.

Costanza
Niente biglietti d’amore.

Giorgia
Silenzio.

Costanza
Assoluto.

Giorgia
Nel segreto gli basta questo.

Costanza
Un voto.

Giorgia
E le promesse?

Costanza
“Lei faccia quello che le ho chiesto, dopo le elezioni ci rivedremo”, detto con un misto di eloquenza, affetto, cordialità, familiarità.

Giorgia
Ci siamo rivisti.

Costanza
Ma non mi ama più.

Giorgia
E ora mi parla con un misto di viscidume putrido. E allora mi sento coinvolta in qualcosa dal quale vorrei venir fuori e non so come fare. E mi dice: “Venga da me lunedì”.

Costanza
Ma oggi è lunedì.

Giorgia
E di lunedì in lunedì speri che la tua vita cambi.

Costanza
Non hai una casa, un lavoro.

Giorgia
Ma lui mi aveva promesso che…

Costanza
Il potere è vecchio e pazzo.

Giorgia
Per un attimo pensa a te poi, ti dimentica.

Costanza
Ti tratta come un suo figlio, poi ti allontana.

Giorgia
Poi si ricorda di te, poi ti dimentica di nuovo.

Costanza
È necessario cancellare il potere, il potere è povertà, ignoranza.

Giorgia
Colui che non sa niente, non ama niente.
Colui che non fa niente, non capisce niente.
Colui che non capisce niente è spregevole.

Costanza
Ma colui che capisce, ama, vede, osserva…
La maggior conoscenza
È congiunta indissolubilmente all’amore..
Chiunque creda che tutti i frutti
Maturino contemporaneamente come le fragole,
non sa niente dell’uva.

12) Art Ensemble 4 Fanfare for the warriors (37” 50) dissolvenza 5

Luce (5”) 1, 7, 10 al 100%

Le ragazze si riparano dai due politici che con confusione escono sx

Luce cx (15”) 7 al 60%

Chiara Entra dx, si mette al cx
Uno spirito di rivolta anima le masse. Prendiamo una nave, salviamo… salviamo l’amore. Viviamo una vita stretta all’osso, buttiamo a mare i soldi, le religioni, le classificazioni, perché oggi si è valutati nelle apparenze. Perché tutte queste cose sono contrarie all’amore. Facciamo nudo il nostro corpo, spogliamo i re, i preti, i militari, i professori, i presidenti, i politici, tutti insomma e tutti insieme.

Luce flash sx 1 (sole acceso)

Giorgia
Ci riusciremo.

Chiara
Togliamo a Cesare quello che è di Cesare.

Luce flash sx 1 (sole acceso)

Costanza
Chiediamo troppo?

Escono

“Denaro”

Chiara
Prendiamo alla chiesa quello che ha preso a noi. Perché la chiesa deve avere una banca, partecipazioni e tutto il resto se è più importante le vita nell'aldilà? Perché la chiesa non deve pagare le tasse? Non deve pagare l'ICI? perché lo stato italiano con il concordato dà i soldi alla chiesa? Perché la chiesa chiede anche il cinque per mille, se poi il prete della mia parrocchia non c'ha mai un soldo e li viene a chiedere a me che sono disoccupata? Che il papa i vescovi e cardinali si vestano come i preti, e vivano in case di 80 metri quadri. Perché il vescovo del mio paese sta in una casa di 300/400 metri quadri? Che ci fa dello spazio di città del Vaticano la chiesa se il suo compito principale è quello di pregare? Investimento si chiama, affari. Perché nello stato italiano ci devono essere altri due stati diversi che vivono di privilegi? Uno è il Vaticano, l'altro è la Repubblica di San Marino. Cancelliamoli. Eppoi le regioni a statuto speciale, le zone franche, le provincie, le comunità montane! Servono solo a consumare soldi, a trovare centri di potere e garantire voti. Che schifo. Perché lo scopo di chi comanda è assicurarsi il potere attraverso un numero minimo di persone che fanno il loro interesse, e degli altri anche se non votano chi se ne frega. Tanti dipendenti in provincia tanti voti, tanti in comunità montana idem, eppoi asl, Aziende speciali, regioni... Perché al mondo aumentano i poveri che non si possono comprare niente e aumentano anche i ricchissimi, quelli che si comprano orologi da 20/30 mila euro, e auto e aerei, e case, e piscine, e ville, e yacth? Già negli anni 70 si diceva che con le risorse che c'erano al mondo si potrebbe vivere senza fare niente, tutti. Allora: Prendiamo il tutto e distribuiamolo, con uno spirito di uguaglianza, secondo le necessità e i bisogni di ciascuno. Educhiamo il popolo a sconfiggere l’ignoranza, l’analfabetismo, la povertà. Reddito per tutti uguale a parità di ore lavorate che abbiano come base i voti e i titoli di studio. Bisogna dare ai popoli la possibilità di uscire dalle dittature, dallo sfruttamento, per poter andare avanti da soli, senza elemosine. Scrolliamo gli uomini dal giogo e dal gioco mafioso che privilegia pochi a danno di molti, che crea odio, paura e morte e ti inserisce nel meccanismo: del ti do se tu mi dai. C'è qualcuno che lo fa, se non ci credete guardate su internet. Liberiamoci dal male, non aspettiamo dio che lo faccia per noi. Tendiamo la mano al povero. Siamo solidali. Liberiamoci dalle clientele, dalle mazzette, dal lucro e da tutto ciò che ci impedisce di aumentare le nostre conoscenze e la nostra cultura. La cosa non è nostra ma di tutti. Non siamo numeri né cose.
Esce sul buio a sx

Luce dx (10”) 10 al 50%

Milena entra al buio dx
Io sono una cosa, n. 416. Un’operaia massa, immigrata, mal pagata, faccio un lavoro faticoso che quelli del posto non vogliono fare, nocivo e ripetitivo. Vengo da un qualsiasi posto del mondo, non fa’ differenze se sei siciliano o romeno. Al mio paese non posso stare altrimenti svengo dalla fame o peggio ancora muoio. Eppoi al mio paese sì sente dire che qui da voi si sta bene, c’è la ricchezza. Allora veniamo qui in massa. Perché un po’ di questa ricchezza non deve spettare anche a me? Ma posto non ce n’è per tutti. Ricchezza neanche. Viviamo in mezzo alla strada. Sotto i ponti. Io non voglio niente gratis, un lavoro, quello sì lo voglio. Una casa, anche quella. Per il resto faccio da me. Anche mio padre ha fatto così, ha pagato una tangente per lavorare, l’ha pagata ad una vecchia, nera e curva e se n’è andato a lavorare fuori, non è più tornato, non so dov’è!

Luce sx (1”) 4 al 50%

“Rivoluzione”

Federica entra al buio sx
Dov’è la rivoluzione più grande? È nel piccolo, tra noi. Nei nostri rapporti. È lì che dobbiamo cambiare, è lì che dobbiamo combattere, evitare la subalternità. Tra noi che ci consideriamo persone diverse, persone che hanno maturato una migliore sensibilità. Dobbiamo mettere in pratica questa sensibilità. Partiamo con il rispettare gli altri e rispettare ciò che è di tutti. Nessuno deve essere portatore di una verità assoluta. La verità deve venire fuori dalla discussione ma non deve essere una verità assoluta, deve essere costantemente verificata, aggiornata e migliorata. Questo è cambiare il mondo.

Luce dx (1”) 9 al 60%

Emanuele entra al buio a dx
Il mondo non gira più. La storia deve insegnarci qualcosa.

Giorgia entra al buio a dx
Ma gli umani sono molto stupidi e commettono sempre gli stessi errori. Il potere logora e corrompe anche i politici migliori.

Emanuele
Ma oggi non ce ne sono

13) Daniele Sepe 18 Lavorare stanca (17”)

Escono al buio dx

Luce sx (2”) 1 al 50%, 15 al 20%

Federica
Noi siamo i nuovi partigiani, siamo quelli che dicono no, siamo quelli che si ribellano alla mafia che ha nomi e cognomi, indirizzi. Noi non paghiamo il pizzo, noi denunciamo chi ci taglieggia, non lavoriamo come pazzi rovinandoci il fegato per dare soldi a degli sfruttatori che a loro dire sono benedetti da dio e fanno ciò che è giusto. Io dico che non è giusto pagare il pizzo, non è giusto lavorare per chi non ha fatto niente per meritarsi il guadagno di ciò che faccio io. Sono venuti in casa gentilissimi e ci hanno chiesto il 3%, che per noi sono centinaia di milioni. Denuncio tutti, anche mio cugino. Il 70% dei commercianti paga il pizzo. Il potere scherza ma con lo scherzo riesce ad offenderci ancora di più. Non si rende conto che ne va della nostra vita, del nostro lavoro. Fa finta di non vedere. Il nemico è lì, vicino a te. Lo incontri spesso, la mattina ti sorride, poi il pomeriggio te lo trovi al lavoro; viene a chiederti i soldi per la protezione. Ma la resistenza è fatta così: tu non devi aver pietà, anche se ci sei cresciuto insieme, devi rifiutarti di pagare. Che vadano all’inferno. Non accetto, combatto. Bisogna aver coraggio, coraggio perché è giusto chiedere che venga applicata la legge e sia fatta giustizia, una cosa che in questo mondo ce n’è poca. Ma non importa, io faccio la mia parte.
Esce sx

“Clima”

15) D Siepe 17 Pollo e patatine L’uscita Gladiatori (15” 74)

Luce dx (8”) entrano dx e vanno al cx 7 al 70%, 16 e 19 al 40%

Emanuele
Oggi nel mio paese è piovuto.

Milena
Anche nel mio.

Chiara
Nel mio paese oggi non ha piovuto, non piove mai.

Silvia Sassaroli
Anche nel mio paese non piove mai. E anche oggi non ha piovuto. Ha diluviato. È stata una cosa tremenda. S'è allegato quasi tutto.

Margherita
Anche l’ospedale.

Silvia Sassaroli
È stato un disastro. Non si trova più la casa, la macchina. “La colpa è del tempo”

Margherita
La colpa è nostra.

16) Synaulia 14 (3’ 34”)

Luce sx (15”) 1 al 40%, 2 al 50%

Escono dx, mentre entra il toro_ Luigi sx, seguito da Jacopo che lotta con lui fino ad ucciderlo

Musica sfumare

entra sx Silvia Sbarbati
Silvia Sbarbati
Prima sollevarono all’indietro le teste degli animali e li sgozzarono e li scuoiarono e tagliarono le cosce e le avvolsero nel grasso, facendo un doppio strato, e sopra vi sparsero pezzi vari di carne; il vecchio le bruciava sulla legna e vi libava sopra vino scintillante; i giovani, accanto a lui reggevano le forche. Quando poi le cosce furono bruciate ed ebbero mangiato le viscere, tutto il resto divisero in pezzi ed infilarono sugli spiedi, ed arrostirono con cura, e tolsero poi dal fuoco. Quando poi ebbero terminato la fatica e preparato il banchetto, banchettavano, né all’appetito era negata la giusta porzione di cibo. Quando poi si furono tolta la voglia di bere e mangiare, i ragazzi riempirono di bevanda i crateri e distribuirono a tutti, libato nelle coppe il primo vino; per tutto il giorno quelli col canto placavano il dio, intonando un bel peana, i figli degli Achei, e celebravano il saettatore.

“Consumismo”

Luce dx (2”) 12 al 40%

Video oggetti

Silvia Sassaroli entra al buio a dx
Produciamo come saette. Per una cosa che ci serve ne abbiamo a disposizione quindici. Penso… alle forchette: d’argento, d’oro, d’acciaio, lunghe, corte, pesanti, leggere, con il manico e senza, verdi, gialle, in grande quantità, come se la forchetta fosse più importante degli spaghetti. Eppoi ci sono quelli che le forchette le fanno materialmente per quattro soldi, più ne fai più guadagni, e la legge degli investimenti prevede che chi investe dieci vuole, deve guadagnare 70/100. Il guadagno come unica meta, come l’Everest, e così il lavoro rende schiavi. Non abbiamo mai pensato ai danni che ciò che facciamo provoca. Vogliamo case sempre più grandi per contenere quello che produciamo, compriamo ma non usiamo. Le forchette per il giorno di festa, quelle per il compleanno, quelle per il battesimo e quelle per il funerale. Vogliamo strade sempre più grandi per trasportare le forchette. Autotreni percorrono il paese sempre più veloci. E da qualche parte c’è qualcuno che non ha neanche da mangiare. Oggi gli animali non fanno più l’amore. Ci pensa il veterinario. È come il mago della favola. Interviene e nascono tantissimi maialini. E il padrone dei maialini che è la vecchia strega di Hansel e Gretel, guadagna di più perché i prosciutti non sono cento ma molti di più. E sono buoni, profumano a centinaia di metri, hanno un buon sapore. Un sapore di carne vera dato con una sostanza finta.

“Natura”

17) Compay Secondo cd 1 - 3 Baya Y tapa la Olla (17” 48)

Luce cx (10”) 7 al 70%

Margherita entra sx sulla musica e si mette al cx
A mio nonno piacevano solo le cose vere. A cinque anni raccoglievo i funghi col nonno, li conosceva tutti, quando entrava nel bosco si sentiva come il Che! “Io del potere me ne frego, che fa mangiare solo porcherie coltivate a estrogeni! Io la roba buona me la trovo da solo”. Ci alzavamo presto la mattina, delle volte non andavo neanche a scuola, salivamo sulla 124, quattro porte, color verde cacca. Il colore non era originale, l’aveva fatto da solo una sera preso dalla rabbia dopo che aveva litigato con la nonna. Appena saliti metteva su delle scatole strane grosse come la scatole del purè, e arrivava la musica. A me mio nonno mi sembrava un mago prestigiatore. Più bravo del mago Silvan, perché era l’unico che conoscevo che dalle scatole di purè faceva uscire la musica. Dopo qualche tempo ho scoperto che erano delle cassette e si chiamavano stereo 8. Beh, metteva la musica e con questa musica partivamo per il bosco…

18) Company Secondo cd 1 - 11 Tente in Pie (30”)

Margherita
Entravamo nel bosco che aveva un profumo che porterò per sempre con me come il mio cuore. Aveva un profumo di fiaba, di quelle belle fiabe senza i cattivi, che conoscevo io sola perché le inventavo. Quelle fiabe dove non ci sono cattivi. E i vecchi sono buoni come mio nonno e fanno i vecchi e non vanno con le bambine com’è successo a mia cugina Elisa.

Video il Cile morte di Allende e Pinochet al potere

Margherita
E il nonno tutti i funghi che trovava li chiamava a modo suo: c’era il porcino grasso, protettore dei risotti. Il bolero aranciato, ovetto con l’ombrello. Le cappelline che vivete in branchi e chiacchierate all’ombra dei fili d’erba. Il candido prataiolo dalla sottoveste di seta viola. Mazza di tamburo, cazzaccio tutto bugni. Chiodini piantati ad uno ad uno dal martello degli gnomi. Galletto stortignaccolo e delizioso, vescia scorreggiona, fungacci sguinci attaccati agli alberi come malattie, e magari siete anche buoni. Amanita bella e traditrice che ti aspetta al varco e ti tira in fallo come una vampira, satanasso verdastro e bavoso, che annodi gli intestini e fai sudare bile. E prima di tornare a casa metteva su la musica degli Intillimani, che anche questi aveva conosciuto, in Italia, dopo che erano fuggiti dal Cile, quando Pinochet ha fatto fuori il presidente Allende e tutti i comunisti

19) Musica Allende 4 Daniele Sepe conosci Victor Jara (22” 32)

Tornavamo a casa sempre col cestino pieno di funghi buoni che il nonno faceva controllare perché come diceva il nonno: basta un bastardo nel cesto per rovinar tutto, proprio come gli uomini. Ecco questo: bastardo come gli uomini è la chiave di tutto.
Esce sx

Luce sx (10”) 6 al 70%

20) Colambito 5 Daniele Sepe Victor Jara (18”)

Video Nuvole, fiori mossi dal vento, alluvioni….

Silvia Sassaroli entra al buio sx (il 30 no)
Il nonno, adesso è gonfio d’acqua, galleggia, non si sa dove. “La colpa è dell’uomo che cementifica i torrenti, fa le esondazioni e gli scavi”. Nessuno gli credeva, sembrava che andasse raccontando una favola sghemba, eppure è la verità. Testimone è il carico di morti che non riceveranno baci dai principi, non si sveglieranno da un lungo sonno e non ritorneranno mai più a vivere. Il maltempo è ingiusto. Il maltempo colpisce quelli che da qualche parte non hanno nemmeno i soldi per nascere e se nascono sono colpiti dalle malattie, dalla siccità e dalle alluvioni, nel giro di poco tempo, e tutto quanto insieme. Eccolo il riscaldamento della terra. Sono i gas serra emessi negli ultimi 200 anni dai paesi ricchi. E i suoi effetti puniscono i poveri. Chi li ripagherà? E quanto pensi che ci vogliano bene i poveri ora che gli abbiamo fatto questo bel regalo? Che soffrono per colpa nostra? Forse non lo sanno che ogni tanto gli mandiamo questi bei regalini e non solo a Natale! E non è tutto: il riscaldamento globale peggiorerà anche se si dovessero fermare oggi stesso, adesso alle ore 22.10, tutte le emissioni d’anidride carbonica, le temperature saliranno per altri 25 anni. In Bangladesh, gli agricoltori fanno qualcosa per conto loro. IL mare invade i terreni e non si può più coltivare il riso, e allora gli agricoltori si sono dati alla coltivazione di gamberetti. Ma la povertà del Bangladesh preclude qualsiasi azione generale. Negli Stati Uniti il governo ha i mezzi ma non ha la volontà. Se ad esempio la corrente del golfo si chiudesse e gettasse sul nord Europa temperature polari, o se la coltre glaciale si sciogliesse così in fretta da causare un innalzamento dei livelli del mare, la partita si chiuderebbe. È difficile prevedere come la civiltà possa sopravvivere a tali cataclismi. L’amara verità è che la battaglia per prevenire il riscaldamento globale è finita. Ora è iniziata la corsa alla sopravvivenza. Non possiamo difendere tutte le persone e tutti i luoghi che vorremmo. Milioni di persone e di animali moriranno ma lo dobbiamo fare. Ma… lo vogliamo fare?!

“Orrori”

Luce dx (20”) 12 e 13 all’80%

21) Victor Jara 9 a Cochabamba

Video case, mondezza, ruspe che abbattono

entrano ballando Luce e Costanza da dx

Musica stop dopo che il piede ha battuto a terra

Costanza_ Luce
Luce: La guerra, quella sì la vogliamo. Il novecento è carico di morti, di orrori. Noi non ce ne ricordiamo mai. Rimoviamo il dolore e le sofferenze, e rimuoviamo anche i ricordi e lo facciamo come lo fa la ruspa quando toglie i rifiuti nelle strade. Il ricordo è come un rifiuto, vogliamo dimenticare e in fretta. Costanza: Seppellire tutto anche il ricordo. In 54 guerre ci sono stati 187 milioni di morti. Il novecento è un secolo solcato come una cicatrice dalle vicende belliche. Per quasi tutto il mondo la vita è stata scandita dalla guerra, dalle battaglie, dal sangue. Dal dolore. Luce: Ma allora perché continuiamo? Costanza: Perché le grida e il dolore di chi resta non superano il silenzio, questa tranquillità così palese? Perché non si leva il grido unanime: Luce: Basta guerre! Perché questa opposizione ai conflitti coinvolge solo una piccola parte della popolazione? Costanza: Perché ci piacciono le ruspe. La memoria è un rifiuto da rimuovere e cancellare, come lo è la mondezza in mezzo alla strada. Luce: E una volta che è pulito tutto, che l’impresa di pulizia ha fatto il suo dovere, possiamo ricominciare: Costanza: l’odio riaffiora e supera l’amore. Luce: C’è sempre un diverso da combattere, un mondo da colonizzare, da sfruttare. Le conseguenze delle nostre azioni non ci interessano: “se ne faranno carico quelli che verranno”. Costanza: La specie umana è persa dietro al valore dei soldi, non riuscirà a crescere, ad evolversi, troppo votata al conflitto, al dolore e al sangue.

Costanza e Luce escono dx

“Strage”

Luce cx (12”) 7 al 30%

Manola entra sx guardando fuori e si sposta al cx
Hanno messo una bomba sul treno e adesso io non trovo i miei bambini E non è stato un brutto sogno. Come si fa a fare una cosa del genere? A quale mente geniale viene in mente una cosa del genere? Vorrei averlo qui davanti per cacciargli gli occhi e darli in pasto ai cani. Voglio che li prendano al più presto e che paghino. Chi realizza disegni del genere? Vorrei svegliarmi e scoprire che è stato un sogno. Siamo in guerra. La mia vita non sarà più la stessa. Ma perché? Voglio che una cosa del genere capiti a chi l'ha fatta e quel giorno trovi me davanti. A chi chiedo giustizia? A chi? Non si capisce perché. Chi ci aiuta, chi ci protegge? Siamo in balia di uno qualsiasi che la mattina si alza e ci mette una bomba. E una vita, le sue esperienze, la sua sensibilità, il suo passato, il suo futuro, tutto finito. Ma dov'è che siamo? All'inferno, ancora prima di essere morti?

“Ricordo”

Luce dx (6”) 5 al 40%

Video candela

Silvia entra al buio dx
Questa è una fiamma, piccola. Ho pensato… è un simbolo! No?! Ecco, ogni volta che vedo una fiamma penso a mio figlio, al fuoco che lo ha travolto. Si sarà chiesto perché? Avrà maledetto me che l’ho messo al mondo, che in quel momento aveva bisogno di me e io non c’ero. Se soffrire così vuol dire salvarsi…. Per cinque anni non ho chiuso occhio. Non potete sapere. Quegli occhi che ti guardano: e quella voce che ti chiede: Ho fame! Ho… perduto lui per colpa di uno slogan: “colpirne uno per educarne cento”. Io ho perso la mia educazione, ho perso il rispetto…. Ho scritto, ho telefonato chiedendo: perché? “è la strategia della tensione, signora” ma non è una ragione sufficiente perché una donna debba perdere suo figlio. Che c’entra mio figlio con la strategia della tensione? Eppure tra i servizi segreti c’era chi sapeva e non ha detto niente. Servizi deviati, così li chiamano. Ma chi assume questa gente che sa e non ci protegge? Cosa ci resta? Solo il suicidio. (oppure) La vita di un figlio, forse, mio figlio, deturpata, azzannata, violentata, e ancora viva nel mio cuore, nel cuore di un mondo violentato.

Luce sx (3”) 3 al 30%

“..................”

Silvia Sbarbati sx entra al buio

Non c’è nulla sulla faccia della terra, nella che respiri o cammini, nulla di così infelice come l’uomo.

23) Nick Drake Five leaves left 4 Way to Blue


Buio 15%


Ciao Frelli,
ho letto il tuo testo.

Devo dire che è stato molto gustoso, soprattutto sapendo che ciò che raccontavi era in realtà la tua storia. Sei stato molto generoso nel dare al "pubblico" veri e propri "pezzi" della tua vita.

Ma, a dire il vero, proprio questo - penso - sia anche il difetto più grande...Mi hai chiesto di essere
sincera, e lo sarò...

Secondo me, il testo è troppo esplicito, soprattutto dal punto di vista delle idee politiche, per poter
funzionare bene. Può essere realizzato solo in piccoli contesti, davanti a un pubblico che condivida le idee così apertamente "dette", e c'è troppo poco spazio per la poesia (il "non-detto", o il "detto attraverso altre parole")...io l'ho avvertita solo nei momenti in cui scendi nella descrizione dei particolari dei racconti più attinenti alla vità quatidiana (il papà in canottiera è un'immagine che mi è rimasta impressa per giorni, forse perchè anche il mio d'estate gira per casa così..!).

Poi il problema dei personaggi: in realtà non ne esiste una pluralità, mi pare che ce ne sia sempre solo uno, TU. Credo ci sia un errore formale importante, che ne nasconde subito dietro uno sostanziale: non hai dato un nome ai persoggi, ma ci sono scritti solo quelli degli attori, che tu vedi (forse anche un po' incosciamente) come interpreti di te stesso, al mashile o al femminile. L'unica figura che si ricorda come un qualcosa di concluso, in qualche modo, è la donna rappresentata da Manola.

Penso che il testo tu lo possa senz'altro migliorare, tenendo i racconti (che possono servire da spunto per delineare personaggi credibili) e riassorbendo le parti di "comizio" in qualcosa che veicoli quei significati sottointendedoli.

Sono stata troppo crudele?? In ogni caso, prendi le mie parole nella giusta dimensione: non sono una drammaturga, e tantomeno una critica!

Ti saluto e ti abbraccio,

Rosa.