Apparenze

di

Gianluca Bondi


Personaggi: 

Primo attore
Secondo attore 
Terzo attore
Quarto attore
Attrice giovane
Barman
Cassiera
Comparsa
Direttore del teatro
Donna delle pulizie 
Regista
Scrittore 
Camerieri
Clown
Ombre



Per questo spettacolo sono necessari otto attori che si impegneranno in diversi ruoli cambiando postura, costume e timbro di voce. Siamo in un teatro. Il gruppo narrante interpreterà ora la compagnia stabile di attori che si sta sciogliendo, ora alcuni personaggi che lavorano in quel teatro, i quali anche loro dovranno trovare un’altra occupazione visto che quello spazio sta chiudendo. Contemporaneamente, sempre ruotando tra loro, gli attori interpreteranno personaggi classici ovvero le “apparenze”: in costume d’epoca si muoveranno e “appariranno” tra i tavoli, accenneranno qualche battuta per poi sparire come fantasmi dietro qualche separé o nel buio della sala ( La scelta dei personaggi classici è a discrezione della regia). Altre volte gli attori, lavorando sulle articolazioni, sul corpo e sull’immaginazione, si troveranno a fare i camerieri, i clown, o le ombre dietro il telo illuminato secondo le scene che si presenteranno. 




Scena 1 : Benvenuti!

Lo spettacolo si svilupperà in una sala con tavolini, sedie e un palco con luci bianche. (Si può allestire anche su un palcoscenico adattando la regia e il testo in uno spazio di almeno otto metri per sette). 
Gli attori nelle vesti di camerieri ricevono il pubblico, lo accolgono accompagnando gli spettatori ai tavoli. In tutta la sale si sente il profumo di alcuni incensi . Nell’accompagnare il pubblico, ciascun attore ripete più volte, cambiando tonalità, intenzione e ritmo, un verso di una poesia di Shakespeare. Lo spettacolo è già iniziato e si articolerà in modo abbastanza inconsueto con personaggi che durano il tempo di un intervento e attori che si trasformeranno continuamente. Qua e la, bagagli, scatoloni, costumi, pacchi da preparare e portar via durante tutto lo spettacolo.

Se considero che tutto ciò che nasce
E cresce
E vive
Per un istante
Un istante
Un solo istante
Non più lungo del battito di un ciglio
Giunga alla perfezione

Quando penso che su questo palcoscenico 
che è il mondo
vivono apparenze 
che nascono
e diventano perfette
perfette
solo per un istante, 
e poi svaniscono;

Mentre le stelle
Sopra di noi
Giovani attori
Attori
Vecchi attori
Strizzano l’occhio e commentano
E si dice che influiscano
anche 
su di noi 
attori

Quando penso a questo
allora penso anche a te
amore mio
e alla tua giovinezza
così breve

E ti amo
Ti amo
Ancora di più
Proprio perché
Tutto questo
Dura niente.

Le scene si ridurranno agli oggetti necessari per la comprensione della storia che andiamo raccontando (scatoloni, valige, costumi, vecchie locandine, ecc.) rispettando l’essenzialità e l’armonia tra le forme, i materiali usati e i colori (possibilmente pastello). I costumi saranno anch’essi poveri, tranne quando appariranno i personaggi classici per i quali sarebbero opportuni i costumi d’epoca. Brevi frasi estratte da monologhi o dialoghi classici del teatro rappresentano, oltre ai personaggi del testo da cui sono presi, anche le “…apparenze che poi scompaiono”, figure che si inseriranno come fantasmi affezionati al teatro che non sanno lasciare la scena. 


Scena 2 : E’ una festa?

Quando sono tutti seduti e in silenzio, si inizia.
Gli attori si disporranno al centro della sala, uno alla volta, lentamente, con disinvoltura, formando una scultura di corpi. Come se stessero raccontando una storia ad un bimbo poi, alternandosi tutti, inizieranno a ricomporre la poesia che prima a frammenti suggerivano alle orecchie del pubblico. L’attore che parla diventa figura stagliandosi sul gruppo, in un gioco di azioni e movimento che si contrappone agli altri fermi e in ascolto. Finita la poesia ogni attore a turno va dietro le quinte del palco. Intanto due attori, il secondo e l’attrice giovane, vestiti da clown, stanno giocando a comparire e scomparire dal sipario, facendosi dispetti e scherzi e rivolgendo al pubblico alcuni pensieri di benvenuto. 

- Salve, salve a tutti!
- La festa di addio a questo teatro ha inizio! 
- Benvenuti nella nostra casa. 
- Si, certo: qui viviamo, noi apparenze, 
- Noi attori. Musica! Accompagna il nostro viaggio, grazie (Musica).
- Sembra uno spazio vuoto e poi, d’improvviso….
- Ti prendiamo per mano, ti portiamo dentro una fiaba, una poesia, una storia… 
- Fino a che voi, con la vostra fantasia, credete di essere al nostro posto: 
- A quel punto i nostri muscoli sono i vostri muscoli, le nostre parole…le vostre anime che vogliono dire, piangere, urlare, ridere. 
- Siamo una compagnia di attori!
- Ma non vi stupite se qua e la, vedrete delle strane persone:
( Si apre il sipario lentamente e dietro compare un telo illuminato, in cui si vedono le ombre degli attori che passano da personaggi, sulle note di Chopin, come apparenze, con le loro posture ben delineate, i loro costumi e oggetti riconoscibili come dipinti in movimento dall’ombra).
- Tra noi si confondono anche dei personaggi, 
- Delle figure che rinascono in tutti i tempi, che prendono vita dalla carta. 
- Sono i personaggi
- Quelli che in questi anni abbiamo rappresentato
- Prima che ci cacciassero via di qui…
- Già, forse non è abbastanza chiaro, ma ci mandano via
- Metteranno una banca … mi sembra
- Si. Dicevo, alcuni personaggi appunto… 
- I nostri personaggi…
-Sono rimasti imprigionati nella condizione umana, che sempre si riconosce in loro
- Sono ben fatti e per questo…. 
- Sono veri da sempre…
- Per questo ancora riusciamo a vederli in noi….in voi… 
- Se avete l’impressione che i sensi si uniscano nel sogno che avete davanti… 
- Se vi sembra di ascoltare con gli occhi, di vedere con le orecchie, di sentire con la pelle e per un momento 
- Dimenticate la realtà di sempre…
- Vi state perdendo nei personaggi
- Vi state ritrovando nei personaggi 
- E nel buio (Si spegne la luce dietro il telo) della sala scomparirete con loro 
- Per rinascere in un altro mondo (Si riaccende il telo lentamente e gli attori sono tutti schierati, fermi dietro il telo)
- O nel vostro vero mondo
- In questo universo meraviglioso. Eccone uno, attenzione….

Si alza il telo bianco e dietro c’è una apparenza, circondata dagli altri attori che stupiti si allontanano verso i tavolini, si adagiano lentamente verso il basso, ad un livello intermedio, qualcuno a terra; Gli attori che parleranno nella prossima scena si dispongono seduti ai quattro tavolini, ai quattro angoli della sala, mentre gli altri rimangono immobili, con lo sguardo rivolto verso il personaggio che sta prendendo vita. Quest’ultimo inizialmente si muoverà come venisse da un sogno, come camminasse sulle nuvole: epico nel suo fare e nel suo dire, diverrà presente e concreto man mano che si inoltrerà nel testo e poi scomparirà dolcemente senza portare a termine la sua azione. Prima di ogni apparenza si sentiranno dei suoni che rimandano a dimensioni “altre” rispetto alla realtà quotidiana.

Apparenza



Scena 3 : Ma vuoi sapere il perché o il come?

La compagnia intraprende una discussione, come volesse far capire al pubblico il senso del loro fare teatro, cercando di trasmettere la loro passione senza però riuscirci tanto. In modo brillante e con energia, intorno a una o più sedie e tavolini, si alterneranno guardando a volte il pubblico, altre volte parlando tra loro. Ogni attore, all’inizio, prima di parlare, accende una candela. 

Primo attore: In principio fu il verbo, l’azione, ed è così che inizia l’attore: prende i verbi e li trasforma in azioni, gli aggettivi, i nomi, gli articoli e gli avverbi in sentimenti, le parole e le immagini le agisce, le reinventa sotto i vostri occhi e poi…..svanisce come le stelle al mattino.
Secondo attore: Voi vi chiederete perché mai una persona deve montare li sopra e sforzarsi di rifare un’altra persona che non conosce e tutto questo davanti ad altre persone, che spesso non ne sanno nulla di quello che accadrà. Di gente ce n’è fin troppa, per strada voglio dire, basterebbe guardare quella no?
Terzo attore: Smettila dai, di annoiare la gente, cosa vuoi che importi!
Quarto attore: Alla gente forse, ma questa non è gente, questi sono spettatori ed essere spettatori di qualcosa, vuol dire essere complici di quello che accade. Le vostre anime non sono capitate qui, sono state attratte da questo posto, dove sarebbe accaduto qualcosa, che intimamente vi riguarda, più dei vostri figli, dei vostri amici: è la vostra vita che cerca! (Spengono tutti le candele. Si accende una luce al centro della sala)

Apparenza 

Primo attore: Le emozioni sono come dei segnali, vogliono dire qualcosa a noi che le proviamo e agli altri: E’ il nostro corpo che parla.
Terzo attore: Ma basterebbe esprimerle nel momento in cui uno le vive! Perché rifarle a teatro? Per finta? Davanti a tanta gente? Non a tutti interessano! Voglio dire, perché a uno dovrebbe interessare l’emozione che prova un altro? Capite che intendo?
Quarto attore: Per noi altri, vedete, le emozioni…non basta comunicarle quando arrivano: alcune sono così difficili da afferrare, che una volta intrappolate dentro le parole che più si avvicinano a quello che abbiamo sentito, vogliamo renderle immortali, fermarle, raccontandole a tutti, a teatro, ogni volta, come se fosse l’ultima replica. 
Secondo attore: Perché dare un nome ad una emozione? Chiedetelo al primo che ha visto la luna piena o un incendio o un cigno! Gli ha dovuto dare per forza un nome se non voleva confonderla col sole, gli alberi e i topi, mentre provava a farsi capire dalla sua tribù che magari non aveva mai visto la luna piena, un incendio o un cigno e conosceva benissimo solamente il sole, gli alberi e i topi.
Quarto attore: Io non lo so amici, fatto sta che al mondo c’è un sacco di gente che si emoziona e lo vuole scrivere su carta, e sono gli scrittori; Tanti che invece vogliono giocare a fare altre persone davanti ad altre persone, e questi sono gli attori e tanti che pensano di non saper scrivere o recitare e si emozionano veramente guardando gli altri che si emozionano per finta, e questo è il pubblico.
Primo attore: Guardoni! Vi piace uno che soffre per amore, un altro che scivola e si fa male, uno che non ha un centesimo…. Bello è?! Tanto mica siete voi, tanto mica è vero…ne siete proprio sicuri? Quello che venite a vedere a teatro, per burla o per saperne di più o per passare una serata, nasce dalle strade che avete intorno la vostra casa, dove passeggiano tutti è vero, ma di sicuro ci passate anche voi! 
Terzo attore: Ne volete vedere una che si innamora come una pazza? presto fatto signori, siamo qui per questo noi, siamo….gli attori!

(Gli attori portano le candele verso l’apparenza seduta a un tavolo) 
Apparenza 


Scena 4 : Ma non era una festa?

Musica circense. Metà degli attori si posizionerà nella parte posteriore della sala e l’altra metà nella parte anteriore. Si incontreranno al centro facendo ruote, capriole, piramidi, acrobazie e giochi, in una coreografia frizzante e vivace. E’ festa, non mancheranno palloncini e costumi colorati, giochi di prestigio e lazzi d’ogni genere. Buio

Luce in un angolo
Apparenza 

Musica. Ora gli attori si schiereranno tutti accanto allo chef in atteggiamento da accademia militare: dritti, a testa alta e con passo deciso e molleggiato avanzano verso i tavoli, ma questo atteggiamento marziale deve fare i conti con il loro capo, un po’ goffo e buffo per essere un vero “generale”…

Barman: Salve (Con un gesto in apertura fa cadere tutte le bottiglie d’acqua e i camerieri corrono a raccoglierle e le usano per servire l’acqua) Salve a tutti, io sono il barman, in ogni teatro che si rispetti c’è un barman, magari non c’è il bar ma il barman c’è sempre, nei panni del bibitaro ma c’è. Ora stiamo chiudendo per l’appunto e il magazzino è vuoto, questo teatro come sapete…ma non ci pensiamo, ho io la soluzione! (Tira fuori un foglietto dalla tasca e lo fa vedere, la donna delle pulizie intanto sistema le sedie nella sala). Da questa compagnia ho imparato molto, soprattutto come valorizzare e rendere tutto straordinario e bello. Per l’occasione, avendo qui solo acqua di rubinetto, ho preparato qualcosa per renderla sfiziosa: dei versi, che vorrei anch’io… come dire… recitare! Dopo anni che vedo spettacoli da dietro un bancone, ora eccomi qui finalmente. Dunque un omaggio all’acqua potabile, l’unica risorsa che abbiamo qui oggi ma che saprò rendere fantastica come uno spettacolo
(Inizia a recitare in modo buffo, micro-imitando le parole)
Acqua, (I camerieri si dispongono tutti accanto ai tavoli con la bottiglia in mano, bene in vista e col sorriso stampato tra le labbra) 
ora è lei che ci vuole , (Bacia la bottiglia)
noi che abbiamo avuto sete possiamo dirlo: (Contemporaneamente tutti i camerieri baciano la bottiglia) 
grazie che grazia, come sei graziosa, grazie! 
A cosa mi fa pensare, questa 
liquida trasparenza…(Nell’alzare la bottiglia l’acqua gli cade in testa) 
e già rinfresco 
che appena si sente passare, se è un fiume. 

Pioggia che bagna, lava, sciacqua, quando scende
tintinneggiando su tetti, strade, vetri, case 
e brilla di lontano l’estate se è mare,
ma l’inverno, se è neve, s’avvalanga, slavina; 

Sbuca da ogni cosa, è parte d’ogni cosa. 
C’é chi dice addirittura che è dentro al fuoco istesso,
mentre trasale da quanto in fiamme, 
come caldo fumo a scaldare l’aria: 
vapore, che non è che cielo sotto la doccia, 
non sarà che rugiada, nevischio, grandine, 
più intensa ... densa, 
e non sarà che fiume, se appena si sente, 
non sarà che mare che di lontano brilla, se è estate 
e s’avvalanga l’inverno, se è neve.

Grazie, grazie a tutti, 

Donna delle pulizie: (Che lo guarda interdetta, continuando a pulire la sala.) Finiscila scimunito! Che vuoi fare la fine di questi matti! Questi attori per un applauso si farebbero impiccare davanti a tutti!
Barman: No, facevo così, tanto per fare… Hei Gigia! E’ l’ultima volta che pulisci i camerini lo sai?! Non brontolare sempre, almeno oggi, i signori sono venuti ad una festa! (Esce, con la coda di camerieri che lo seguono e lo consolano mentre raccolgono le bottiglie che cadono)
Donna delle pulizie: Che festa? Non sapete che il teatro chiude? Volevate uno spettacolo? Volevate vedere gli attori che rifanno le vostre emozioni sul palcoscenico? Non avete capito che questi qua vi prendono in giro a tutti!? Vi rifanno il verso questi qua! Ora io mi chiedo: già emozionarsi costa fatica, via, ci si stanca; Perché mai l’attore gode ad emozionarsi sul palco? Butta un sacco di energie!! Voglio dire, alcune emozioni sfiancano più di lavare i pavimenti. Ci si stanca ad essere lasciati da un uomo una volta, figuriamoci tutte le sante sere, per far commuovere voi altri poi! A loro piace far vedere alla gente come riescono a giocare con i nostri sentimenti! E chi gioca coi sentimenti della vita finisce che si sente un Dio! Ma quando smetterà di divertirsi si ritroverà solo, arido e senza neppure il ricordo di quei sentimenti che mostrava tanto bene. E poi, si emoziona davvero quest’attore, mi chiedo? No, dico, se io vedo un cane che mi rincorre e muoio di paura, il sangue mi pulsa, la gamba mi trema, inizio a sudare, mi scappano i piedi, mi manca la voce! L’attore fa tutto questo secondo voi? Ogni sera? E’ un pazzo! Provare ‘sti spaventi veramente tutte le sere, gli piglia un colpo prima o poi! Quello ha mestiere, fa tutto un gran baccano di movimenti che sembran veri, per far cascar voi altri, ma in realtà pensa alle sue cose, è un bugiardo. (Vede a terra un copione, lo raccoglie, inizia a leggere ad alta voce le battute dell’apparenza che seguirà e si fa prendere dall’emozione; poi si accorge di essersi lasciata andare e lo mette via) Io per me non mi interesso di nulla, io son Gigia e pulisco i camerini, la sala, il foiet…arrivederci! Buio

Luce in un angolo
Apparenza 

Sullo stesso telo su cui si vedevano prima le ombre ora verranno proiettate alcune delle diapositive in bianco e nero rappresentanti gli spettacoli che la compagnia ha fatto in passato mentre in sottofondo si sente Duke Ellington. Gli attori servono ai tavoli in veste di camerieri mentre altri preparano le valige e sistemano i pacchi. 
Man mano la sala si svuota.
Luce bassa. 


Scena 5 : E il nostro sogno?

Musica. Continuano a fare i bagagli. Compare l’attrice giovane che recita la sua filastrocca. L’attenzione degli attori ora è su di lei.

Attrice giovane: 
(In una posizione da ballerina vestita da bambola. Intorno a lei si uniscono gli attori a formare una scultura tesa verso di lei)
Io sono la più piccola
Salve a tutti, si chiudono le porte 
a noi dalle gonne corte 
che non siam stati mai a Orte 
ma che amiamo le torte e fuggiamo la morte. 
(Gli attori fuggono dall’attrice giovane e ripetono l’ultima battuta che quest’ultima ha detto al pubblico poi, tornando da lei che intanto avrà cambiato posizione, formano un'altra scultura. L’attrice giovane ricomincia a parlare).
La lingua è il nostro forte 
ma solo per fare arte 
Si, ora si parte, finisce la nostra parte 
rimescoliamo le carte 
e giochiamo con la sorte.
(Gli attori fuggono verso i tavoli ripetendo l’ultima battuta e poi si rimetteranno intorno a lei che è già in un’altra posizione, formando ancora una nuova scultura) 
Era meglio fare le porche 
con produttori registi o altre 
ma preferisco mettermi da parte 
e aspettare qui in disparte: 
prima o poi si riapriranno le porte. 
(Anche ora gli attori gireranno fra i tavoli ma più lentamente, poi radunandosi intorno alla ballerina in un girotondo che va prima in senso antiorario e poi in senso orario, le rivolgono un applauso muto. Ad un certo punto uno di loro la prende e la porta in fondo alla sala e gli altri la seguono come in una processione, cercando di toccarla, di prenderla, baciarla, ma lei sembra irraggiungibile).
Primo attore: (Staccandosi dalla processione e urlando) Auguri e gioia a tutti quanti! (Gli altri attori lo seguono si trasformano in camerieri. La musica cambia, l’atmosfera si fa’ più briosa. Servono ai tavoli torte e bevande. Poi la musica che li accompagna sarà ancora più dimessa e malinconica mentre le atmosfere circensi si faranno più lente e commosse. In fine, tutti si raduneranno intorno all’attrice giovane, che già da un po’ è seduta ai bordi del palco con lo sguardo perso nei suoi pensieri)

Attrice giovane: Amo uno spazio di luce dove d’un tratto appaio come un’altra e tutto sembra inutile e bellissimo: gioire, piangere, combattere, solo perché c’è scritto su un copione, così, all’infinito. Qualcuno lo chiama teatro questo, teatro perché c’è un pubblico che guarda…. sarei felice di vivere nei personaggi ogni sera anche se fossi in una sala vuota. Fuori vedo la morte, la morte del pensiero. Fuori c’è l’unico copione che non so recitare, la vita, un trascinarsi quotidiano misero e meschino. Fuori l’ignoranza mi svilisce, la falsità mi opprime, la solitudine porta il mio nome quando incrocio gli sguardi della gente. Fuori c’è proprio quella vita che rappresento tutti i giorni a teatro. Che artista sono io che non amo la vita, io che non amo! Datemi uno spazio di luce che non sia il sole e vedrete la vostra ombra muoversi… è solo un ombra ma è tutta la mia vita. 

Secondo attore: (Dopo un attimo di silenzio uno di loro si alza e urla al pubblico) Ognuno di noi si sta preparando per dei provini! La compagnia si scioglie, il teatro è in venditaaaa!!!!
(Corrono tutti verso il fondo della sala passando per i tavoli e le sedie a tutta velocità, urlando l’ultima battuta dell’attore, poi si fermano alla voce del direttore e rimangono fermi, immobili)

Direttore del teatro: (Ironico) Ascoltate signore e signori, è il direttore di questo teatro che vi parla. Il dramma è in disuso, il pubblico fa il muso, la gente è ormai stufa e ci vuole una scusa, per mettere al posto di questa arte ormai stanca, una…meravigliosa banca! Venite signori, che oggi si festeggia, è morta la finzione, è nata un’altra reggia! Non fate quelle facce, non siamo mica scemi, noi tutti festeggiamo l’ascesa dei denari. Perché, che c’è di meglio che andare fino in fondo a questo nostro sbaglio?Lo sbaglio di non essere un teatro compiacente, lo sbaglio di non fare compromessi con la gente. Ma noi siam quelli strani, non stiamo tra i normali. Avevamo questo spazio per alleggerire lo strazio, di stare in un mondo che rinuncia alla mente, non ci restava allora che svegliare la gente, usare parole per le vostre coscienze e non eran certo mitra, cannoni, o sentenze…a noi dopotutto ci trovi dappertutto, ci piace essere veri coi bianchi, i rossi e i neri (Gli attori iniziano a prendere i copioni e ripassano la parte in modo frenetico). Ascoltate signore e signori, il teatro è in disuso, il pubblico fa il muso, la gente è ormai stufa e ci vuole una scusa per mettere al posto di questa arte ormai stanca una splendida banca! (Scopia a piangere entra il regista)

Regista: Gliela do io una scusa, signor direttore (Gli attori si adagiano a leggere il copione e a sfogliarlo più lentamente e con attenzione mentre parla il loro regista). Ogni uomo si merita la vita che fa, ogni società si merita la storia che scrive e se ci sarà una banca al posto di un teatro, allora vuol dire che è questo che la gente vuole!! Non voglio sentire lamentele, non servono! Se non si è fatta la rivoluzione, non si voleva fare! Evidentemente va bene così ai signori. (Rivolgendosi al pubblico) Ma quando vi accorgerete che i teatri sono come gli alberi e le foreste, sarà troppo tardi: non ci sarà più ossigeno neppure per pensare! Salve io sono il regista, ex, ora mi rimetterò a fare animazione per bambini. Il più grande problema dei registi è che si sentono stretti in una parte sola, le vorrebbero fare tutte loro. Ho visto grandi spettacoli, di grandi registi che erano pure dei grandi artisti ma ne ho visti pochi, due. Il resto è costretto a “rimasticare le parole dei morti” come dice Pirandello o a fare il verso al cinema, alla televisione, imitare i grandi del passato….(Buio)

(Luce sul personaggio che appare)
Apparenza 

Regista: (Agli attori) Forza, mettete nei bauli la roba che andiamo via…(Li guarda, nessuno si muove, si altera) e smettetela di ripassare! (Si alzano in piedi di colpo) Lo sapete bene che questi provini sono una farsa! Vere buffonate per allocchi e narcisi. Agli attori per non pagargli il loro lavoro gli dicono: “ …ma io ti do l’opportunità di fare un’ esperienza” e questi pur di farsi vedere qui sopra a sbraitare versi, senza un briciolo di poesia, sono disposti a farsi urlare nelle orecchie da degli incompetenti frustrati!! (Gettano tutti il copione a terra) Sbrighiamoci, non devo arrabbiarmi così, mi è venuta fame e da un po’ anche. Mi è preso un crampo qui, proprio qui, non c’è un medico in sala? Ho come un crampo alla mascella, che sarà? Non riesco a masticare…è la rabbia che mi prende.

Barman: Alziamoci in piedi signori, per favore. Un brindisi, un brindisi, alziamo i calici e beviamo ai vostri sogni, sperando che alcuni possiate rivederli in un teatro, come nella vostra fantasia. (Il pubblico viene invitato ad alzarsi e brindre. Buio)

(Luce sul personaggio che appare)
Apparenza 

La cassiera: (Con fare altezzoso da attrice fanatica) Siamo seri per favore! E’ possibile mai che siate venuti per star li, fermi!? Qualcosina vi si muoverà pure li dentro! Qualcosa nella testolina dovrà pur frullarvi…. a parte il chiedervi continuamente…. chi sarà questa adesso? Perché non ve lo siete chiesto? Male, malissimo, non siete curiosi! Io sono il personaggio più importante, quello senza il quale non va avanti nulla qui! E questo oltre a darmi un gran potere, mi fa stare in salute: sono la scrittrice, la drammaturga, la più grande attrice, la capocomica, nonchè la regista, la direttrice di tutte le scene, la burattinaia, l’acrobata…(Più dimessa e timida) la cassiera, si, faccio la cassiera, strappo i biglietti e poi corro a cambiarmi. Mi fanno fare anche piccoli ruoli, una volta comparivo nel coro, poi qualche battuta qua e la. Sono brava! Avete visto come ci siete cascati, sono brava no?! (Nessuno risponde e lei si indispettisce) Tutti omaggi oggi? Si vedono dalle facce, gli “omaggi”, sono più stanchi, snob…i “ridotti” hanno un’aria più vispa, sono ridotti, hanno paura di non bastare…gli “interi” sono seri, presuntuosi non ridono ne piangono, hanno il cappotto e la sciarpa di seta; Quelli che hanno gia visto lo spettacolo, possono entrare ma con degli amici paganti. Faccio anche la mascherina e mi occupo delle scene, se non ci fossi io insomma sarebbe un problema per tutti qui: tutti mi chiamano, tutti mi vogliono, soprattutto dopo lo spettacolo…vogliono sapere quant’è l’incasso. Lo so, ho sognato tanto nella mia vita, quello l’ho saputo fare veramente bene. In fondo mi sarebbe bastato credere a uno solo dei miei sogni, perché nessuno ha giocato con me? Avevate proprio bisogno di dirmela tutta la vostra verità?! Vabbè, vi lascio, dopotutto qualcosa farò, so fare tante cose, vuoi che un altro teatro non mi prenda!? Arrivederci…

Scena 6 : In quello spazio tutto mio

Mozart piano concerto N°23 .2 Adagio. Coreografia: Una sedia al centro e attori che preparano i bagagli, tolgono le ultime cose dal teatro mentre a turno si succedono ad ascoltare i pensieri e le immagini che la musica gli suggerisce. Cade qualcuno al primo levare della musica, si preoccupano, lo aiutano, lo portano, si rialza. Come riinizia il pianoforte ricominciano a lavorare, battute ai colpetti di pianoforte, su le mani tutti in alto ai fiati, movimenti più rapidi, rotondi e solari, collaborazione, complicità, come nei bei tempi, relazioni positive, abbracci e sorrisi riinizia il pianoforte, riiniziano a lavorare, battute :

- Ti prego non ce la faccio
- Ma queste palline da tennis
- Inizia a staccarle dal muro, le locandine, si
- Metto qui i costumi
- C’è un copione la sotto
- Volete una mano?
- Dietro lo specchio c’è un’altra scatola
- Non sono i costumi, hai scambiato le scatole
- E i trucchi ? Dove sono i trucchi?
- Che c’è li dietro?
- Una montagna di libri

Ripeteranno la sequenza di queste battute più volte e con diverse intenzioni. Ci sarà un crescendo finale e alla fine le diranno tutti insieme. Primi fiati, vanno a vedere che c’è, dove sono le palline, curiosi sorpresi cercano le palline. Lavorano, tolgono locandine, costumi, uno scoppia a piangere, qualcuno lo consola e qualcuno ride. Qualcuno scoppia a ridere. Una ragazza insegna a ballare il tango ad un ragazzo. Tutti insieme, quando riinizia il pianoforte srotolano un telo che agitano nella sa,a sopra le teste del pubblico; Quando rientrano gli archi si arrotolano dentro al telo e due di loro portano via il telo con dentro le persone arrotolate verso i pacchi. Buio 


(Luce sul personaggio che appare)
Apparenza 

Attrice giovane: 
(Mentre si muove lentamente come un albero che cresce e mette le foglie e i rami, sale, dal basso verso l’alto, sottovoce in un angolo mentre tutti fanno i bagagli, ripete la sua filastrocca)
Io sono la più piccola
Salve a tutti, si chiudono le porte 
a noi dalle gonne corte 
che non siam stati mai a Orte 
ma che amiamo le torte e fuggiamo la morte. 
La lingua è il nostro forte 
ma solo per fare arte 
Si, ora si parte, finisce la nostra parte 
rimescoliamo le carte 
e giochiamo con la sorte.
Era meglio fare le porche 
con produttori registi o altre 
ma preferisco mettermi da parte 
e aspettare qui in disparte: 
prima o poi si riapriranno le porte.

Quarto attore: (Rivolgendosi a uno del pubblico) Noi stavamo preparando Giulietta e Romeo sa signora, è una storia meravigliosa…

Terzo attore: (Tra tre candele accese) Sono le paure signori miei che ci fanno guardare con ansia al futuro; col nostro passato cerchiamo di leggere il presente, ma sia il nostro passato che le nostre paure non sono il nostro presente ne tantomeno il nostro futuro. Chi invece dimentica il passato e non ha paura, guarda alla vita. E il teatro, che cosa è? E’ passato (Spegne la prima candela) perché è una storia gia accaduta o gia scritta da qualcuno. E’ presente (Spegne la seconda candela) perché sta succedendo ora, davanti ai vostri occhi. E’ futuro, perché gia vi sta cambiando se è buon teatro! (Spegne la terza candela. Luce sul personaggi che appare)

Apparenza 

Scena 7 : Si, si, l’assertività di un maestro ci salverà, sicuro!

(Musica. Ora inizia una coreografia impostata sulla struttura del faro di luce: gli attori a turno saranno attratti da chi dirà la battuta si avvicineranno a lui avidamente come se avesse una risorsa vitale e cercheranno di seguirlo nelle sue fughe come i cuccioli di una lupa: affamati e competitivi si contendono la “luce” ma lui morirà e lo sconforto prenderà tutti, la delusione li separerà di nuovo )

- E Ora dove andremo?!
- Io so che cosa è l’arte del teatro
- Io ho trovato la verità dei personaggi
- Io ho il segreto della vita
- Io vi darò fortuna
- Io sono stato all’altro mondo, ho conosciuto Dio
- Io vi darò il successo, la fama
- Io vi amerò tutti
- (Musica. Con toni minacciosi e aggressivi) Io sono disoccupato, non ho certezze ho paura e sono fragile, tanto fragile (Si allontanano tutti rimane la comparsa al centro che ride)

Comparsa: La compagnia si scioglie, ora anche io andrò in qualche setta o gruppo spirituale, i partiti politici non li sopporto preferisco le cooperative ambientaliste o religiose, di questi che dicono che i tempi sono maturi, che è ora di fare qualcosa, che il mondo finirà, mi piace, mi fanno compagnia e che sto a fare qui sola? Vabbè che sono fidanzata…mica crederete che una bella signora come me stava zitella?! Infatti oggi, è qui che volevo arrivare, è un giorno speciale: oltre a festeggiare la vendita di questo teatrino…noi non l’abbiamo venduto, non prendiamo una lira, va tutto al proprietario, noi siamo ormai disoccupati, la compagnia stabile è ormai più che instabile, io faccio piccole parti per carità, sono una comparsa…(Pausa) siamo tutti comparse! o no? Che si sentono protagonisti! o no? Anche se poi mi occupo anche dei costumi, sono carini. O no?!



(Luce sul personaggio che appare)
Apparenza 

Comparsa: Dicevo oltre a festeggiare l’addio a questo spazio, festeggiamo il mio primo anno di fidanzamento con Bruno, ora non è qui perché lavora, è indaffarato e spesso è fuori: è uno importante, pieno di interessi, è un uomo libero e ricco di risorse, ci siamo visti….Dunque ci siamo conosciuti un anno fa, ci siamo detti ti amo, mettiamoci insieme, baci, carezze, coccole e progetti e… non l’ho più visto, no! Fantastico essere fidanzati con uno che ufficialmente non ti ha lasciato: noi non ci siamo mai detti “ti lascio” quindi, non abbiamo mai litigato, mai consumato, ci troviamo freschi freschi senza una abitudine, una scenata di gelosia, una lacrima che so… non ho speso un soldo per locali, ristoranti, ora lo chiamo per fargli gli auguri, è un anno che siamo insieme: Pronto, ciao Bruno, caro ti ricordi di me? E’ il nostro anniversario tesoro (La insulta e lei attacca) Meglio così, risparmio, non devo fargli neppure il regalo! (Gli altri attori sono pronti e si dirigono verso l’uscita) Stanno gia andando tutti via, vabbè, allora vi saluto anch’io, arrivederci, aspettatemi, un momento! (Va verso l’uscita e segue i suoi compagni con le valige in mano che stanno uscendo)


Scena 8 : Sono solo pagine di un copione?

(Inizia nel buio a sentirsi un carrion. Quando le luci si riaccenderanno gli attori come manichini si muoveranno nello spazio e andranno a formare una struttura meccanica che si ripeterà come un orologio in una sequenza di movimenti concatenati)

Scrittore: (Si inserisce orgoglioso, osservando i suoi personaggi e poi rivolgendosi al pubblico)Tutto quello che avete sentito fino ad ora l’ho inventato io, l’ho scritto io per la precisione. Ogni parola che avete udito, ogni virgola che avete danzato…quella l’ho messa io. Voi direte: anche quello che stai dicendo ora? Si, rispondo io, l’ho scritto giorni addietro ed ora lo recito come se mi stesse venendo in mente così d’un tratto. Chi meglio di chi la scrive le può cantare se oltre a dar di penna sa anche declamare? Ma allora è vero o non è vero quello che sta accadendo ora tra me e voi? E’ una realtà di certo che mentre io proferisco parole queste sembran vere. Punto. Si, punto… ed ora… mi tocca inventarne di nuove… (Pausa) vediamo un po’…(La struttura meccanica si sgretola e i personaggi si muovono liberi nello spazio, fino a lasciarsi andare a terra, ripetendo le frasi e i gesti della propria apparenza, intanto lo scrittore cercherà di muovere gambe, braccia e corpi dei suoi personaggi che però non rispondono alle sue sollecitazioni)…no è impossibile, non posso scrivere, ho gia i vostri sguardi nei miei occhi! Quando scrivo sono i miei occhi che cercano nei vostri sguardi. Per scrivere devo stare nel vuoto, dove la vita nasce dalla morte, dove non agisco che le fantasie di un uomo, dove quanto è prossimo all’anima si allontana parola per parola….ma siamo ancora a pagina venti, ce ne sono delle altre signori e di belle! Ah no, se ne stanno andando è vero, allora addio, alla prossima, se avremo ancora uno spazio e dei sogni da fare insieme addio

(Durante tutto lo spettacolo la compagnia ha fatto i bagagli, L’attrice giovane ripete la sua cantilena sembra impazzita; Gli altri finiscono di preparare le cose da portar via e a questo punto uno alla volta se ne vanno, salutando in silenzio, portando via qualcosa e passando dietro il telo illuminato di inizio spettacolo; due di loro si fermano sulle scale e poi tornano indietro di corsa. E’ l’attrice giovane insieme al quarto attore che montano sul palco mentre gli altri stanno gia andando via passando dietro il telo che all’inizio li faceva comparire come ombre. Con decisione e forza si rivolge a tutti gli invitati, In sottofondo la passione secondo Matteo di Bach; Come inizia la cantante lirica corre l’attrice giovane sul proscenio urlando con le lacrime agli occhi 

Attrice giovane: Fermi tutti! Volevo dire che sono felice, amo la vita, credo nel mio futuro e chi è riuscito a fermare questa forza oggi, non ci riuscirà domani ne domani ancora, perché veniamo dagli abissi è vero, ma andiamo verso il sole 

(La sua amica attrice urla verso il fondo mentre si chiude lentamente il sipario ) Romeo, Romeo!! (La prende e la porta via. Buio )

(Si sente la cantante lirica e il sipario si chiude. Come rientrano i violini si riapre il sipario per i saluti).