Ci penserò domani
(Lui, lei, la moglie e la portiera)
un atto unico di
PierLuigi Licenziato
PERSONAGGI
Lui
Lei
La moglie
La portiera
“quello che conta non è l'idea, ma la capacità di crederci fino in fondo”
Musica.
Traccia 1: tema di “Ci penserò domani”
Sera di fine estate. Si apre la scena ed illumina il salone di un appartamento
spartanamente arredato con un grande divano al centro e sui due lati una
scrivania ed una dispensa. Questo ambiente ha due vie di fuga: posteriore
sinistra verso l’ingresso e la porta dell’appartamento, posteriore destra verso
la camera da letto ed il bagno. Dietro il divano un’ampia porta-finestra dà su
un balcone. In scena una donna che entra ed esce portando varie cose: cerca il
suo cappotto e lo indossa, porta una valigia e la lascia momentaneamente vicino
all’uscita. Da qualche parte c’è anche un ombrello. E’ una donna sui 25-30 anni.
In scena c’è anche un uomo, almeno una decina di anni di più, che però è al
telefono ed ha un piccolo depliant pubblicitario in mano. Un tuono ed i primi
rumori di pioggia interrompono la musica.
Traccia 2: tuono e pioggia.
LUI …si verso le 9…la solita certo…ehm, magari stavolta ci puoi mettere su la
rughetta?...e una birra grazie…si, quella va bene…d’accordo a dopo. Grazie ciao.
Allora sei pronta?
LA MOGLIE Quasi, non trovo più la mia sciarpa.
LUI Quale?
LA MOGLIE Quella bianca…che fine gli hai fatto fare?
LUI Scherzi? Che vado in giro con i tuoi vestiti ora?
LA MOGLIE E ci mancherebbe solo…a chi l’hai regalato?
LUI (biblico) “sono forse io il guardiano della tua sciarpa?
LA MOGLIE Sei irritante…come si fa per sopportarti?
LUI Grazie alla tua enorme faccia di bronzo.
LA MOGLIE Allora. Io vengo qui una volta ogni tanto, l’ultima due settimane fa…
LUI …tre…
LA MOGLIE ...tre settimane fa, è lo stesso.
LUI Mica tanto, sono tre settimane tua figlia non ti vede.
LA MOGLIE Certo. Adesso è “mia figlia”…ipocrita…e non cambiare discorso.
LUI Non ho bisogno di cambiare discorso, è un fatto che sono tre settimane che
sei scomparsa e non le hai fatto nemmeno una telefonata.
LA MOGLIE Io lavoro ricordi?
LUI Ed io invece gioco a carte...
LA MOGLIE (smettendo di fare ciò che stava facendo e guardandolo fisso negli
occhi) Lo sai? Certe volte penso proprio che sia così, che butti il tempo a
giocarci con le tue carte! E che diamine! Ognuno di noi ha un sogno nel cassetto
ma tu il tuo ce lo tieni chiuso a chiave! Che cosa aspetti ancora?
LUI Senti io risposte non ne ho, domande quante ne vuoi ma risposte niente.
LA MOGLIE Tu le risposte non le cerchi proprio, anzi, non vuoi nemmeno che te le
diano. Sei…sei…inerte! Due…tre settimane fa c’era…l’ho lasciato nella tua
camera. Va beh ho capito lasciamo stare. Allora io vado…tutto a posto?
LUI Si. Come al solito.
LA MOGLIE Bene. Ci vediamo dopodomani…che ti mangi stasera?
LUI Ho chiamato quelli della pizza express...
LA MOGLIE Solita margherita del sabato sera?
LUI Solita margherita…con la rughetta.
LA MOGLIE Ma oggi è martedì…woow, una botta di vita, come mai?
LUI Piantala…
LA MOGLIE Ehh piantala…si va beh piantiamola. Sei sempre il solito.
LUI “se campar più a lungo vuoi…”
LA MOGLIE “…devi farti i cazzi tuoi…”Ho capito. La pigrizia, Ecco qual’è il tuo
difetto.
LUI Come scongelo io non lo sa fare nessuno.
LA MOGLIE Battaglia persa…che fai domani?
LUI ...lavoro, (sarcastico) ogni tanto faccio una pausa e lavoro anch’io.
LA MOGLIE Già, che domanda scema… (continua a mugugnare sottovoce)
LUI Che c’è?
LA MOGLIE Niente, niente.
LUI E allora perché mugugni?
LA MOGLIE E me lo chiedi?…io non c’entro più con la tua vita, ma perché non ti
trovi una donna?
LUI Hai ragione: tu non c’entri più con la mia vita…
LA MOGLIE C’è bisogno di una donna in questa casa, a tua figlia non ci pensi?
LUI (tipo oracolo) Penso, penso…che sembri mia madre. L’hai lasciata in macchina
da sola e se non ti sbrighi te la portano via.
LA MOGLIE Tua madre o tua figlia?
LUI Sei diventata spiritosa, ecco qual è il tuo difetto.
LA MOGLIE Si, si cambia ancora discorso…
LUI Senti io non mi diverto, d’accordo?
LA MOGLIE Io invece faccio i salti di gioia non vedi?
Un tuono.
Traccia 3: tuono
Va bèh me ne vado, prima che scoppi un altro temporale.
LUI Non scordarti le chiavi.
LA MOGLIE Ah già…il tuo portone è rotto. Bacio.
LUI Bacio.
LEI esce .
LUI L’ombrello!
Raccoglie l’ombrello e la insegue all’esterno, poi rientra. A questo punto
inizia a mettere un po’ in ordine, alza una foto che stava giù, porta via degli
oggetti, ne sistema altri. Porta in scena una tazza fumante con del thè, avvia
il PC,
Traccia 4: avvio del PC
smorza le luci, si siede alla scrivania ed un tuono gli suggerisce la prima
frase.
Traccia 5: tuono
…Era una notte buia e tempestosa…
Fa per ricominciare ma si alza ancora per cercare gli occhiali, torna di corsa
al PC come preso dall’ispirazione lasciando la tazza fumante dove capita,
ricomincia a scrivere dettando a alta voce e con voce nasale (da narratore).
Era una notte buia e tempestosa. Una notte buona per le streghe e gli
incantesimi. Finalmente solo l’uomo si accingeva a compiere il suo sporco
lavoro. Aveva atteso pazientemente, ed ora finalmente la vittima era indifesa.
Il vento agitava le persiane…
Traccia 6: colpo di vento
…la pioggia incominciò a cadere…
Traccia 7: pioggia
…ed il campanile della cattedrale batté le…quattro del mattino!
Traccia 8: quattro rintocchi di un campanile
(perplesso) L’uomo si disse che era strano visto che erano appena le sette e
mezza della sera. Il temporale ormai paralizzava la città e poteva esserci il
rischio di un black out…
buio
(ad alta voce)…ma non poteva durare molto!!!!
La luce dal lampadario lampeggia una o due volte poi si stabilizza, LUI guarda
il lampadario.
(rassicurato)…ed infatti la luce tornò immediatamente. Si udirono dei passi sul
pianerottolo ed una mano misteriosa bussò alla porta…
Traccia 9: bussare alla porta
Visibilmente nervoso non si alza per aprire ma resta seduto e parla ad alta voce
per rassicurasi
…l’uomo però non si turbò più di tanto, in fondo si disse, sono grande,
grosso…(prende un oggetto qualsiasi e se lo mette accanto)…ed armato! Chi o cosa
poteva mai essere? Chi mai poteva andare in giro con questo tempo da lupi?
Traccia 10: ululato
Ci pensa, cerca qualcosa di inoffensivo.
Al massimo un gatto. Si!! Un povero, sperduto ed infreddolito micetto che cerca
riparo dalle intemperie…e di un gatto non c’è d’aver paura. Cosa può fare un
gatto di così pericoloso? Al massimo rubarsi le salcicce dal frigorifero.
Prende la tazza e beve.
Traccia 11 Ruggito spaventoso
Gli va di traverso il thè.
No, per l’uomo tutto questo non poteva essere un pericolo, si stava
suggestionando. Decise quindi di riprendere in mano la situazione prima che
fosse troppo tardi. (fa una pausa). Il telefono squillò.
Traccia 12: squillo ripetuto di telefono
Squilla il telefono, gli saltano le cose dalle mani, le raccoglie ed
agitatissimo va a rispondere.
Pronto? Pronto? Pronto?!
Dall’altra parte silenzio. Sta per riattaccare quando si sente una voce
femminile.
LEI (attraverso il telefono) Pronto…
LUI (perplesso) Ma chi è?
LEI …sono io…
LUI (dopo un attimo di silenzio) …dove sei?
LEI Nella cabina sotto casa tua…mi fai salire?
LUI Tu…tu…tu…
LEI Sei occupato?
Lui fa cenno di no con la testa, lei insiste perché non ha avuto risposta.
Pronto?
LUI No…no…
LEI Mi fai salire?
LUI Certo, ma come?...dove?
LEI Ascolta: possiamo rimandare a dopo le domande? Sono bagnata come un
pulcino…mi fai salire?
LUI Si hai ragione, sali…cioè no aspetta…scendo io ad aprirti.
Afferra le chiavi di casa e si avvia di corsa verso la porta, esce e rientra
portando uno zaino od una piccola borsa da viaggio, dietro di LUI appare una
ragazza molto bella sui 25-30 anni con un soprabito bagnato addosso. Ha i
capelli ed il viso completamente in disordine ed è inzuppata di pioggia. Lei
resta in piedi sulla porta a sgocciolare. Si guardano in silenzio per un attimo.
LEI Piove…
LUI Già…
LEI Sono bagnata.
LUI Quando piove capita…
LEI Mi fai accomodare?
LUI Certo, certo, scusami…accomodati, dammi l’impermeabile, lo appendo nella
doccia. (scompare nel bagno) Che ci fai qui? Da quando sei tornata?
LEI Da poco, sono rientrata da pochi giorni. Anzi, sono rientrata stasera.
LUI …e, come mai?
LUI Beh sai…con lui ci siamo lasciati e quindi…
LUI Chi è lui stavolta?
LEI Ce l’hai ancora con me vero?
LUI No…non ce l’ho con te. Davvero. Dove abiti ora? Dove alloggi?
LEI Veramente non ce l’ho un alloggio. Me ne sono andata armi e bagagli e
speravo di potermi appoggiare da te qualche giorno…il tempo di trovarmi una
sistemazione (abbassando lo sguardo) ...non so come uscirne fuori…proprio non lo
so.
LUI (porgendole un asciugamano) Tieni…intanto asciugati i capelli. La vuoi una
tazza di thè?
LEI Si…qualcosa di caldo (LUI esce a prendere un'altra tazza) Sono proprio zuppa
eh? Ti sto sgocciolando tutto il salotto.
LUI (rientra portandole una tazza vuota) Ora vedo se riesco a trovare qualcosa
da farti mettere addosso…(esce di nuovo)…vuoi farti una doccia?
LEI Magari! Si può?
LUI (da fuori, urlando) Ma sicuro che si può! (torna con un involto) Tieni…sono
miei ma almeno sono asciutti, dovrebbero andare bene…il bagno è sempre là, fai
come se fossi ancora a casa tua.
LEI Chi è la fortunata?
LUI Cosa?
LEI La padrona di casa.
LUI (tentando di fare lo spiritoso) Sono io la padrona di casa!
LEI Dai con chi ci vivi?
LUI Ci vivevo con…con quella con cui andavi tanto d’accordo dai…
LEI (come se fosse una rivelazione) Quella che gli fregavo sempre i
fidanzati??!!
LUI Proprio lei.
LEI Ma dai!! Si che me la ricordo, seguivamo gli stessi corsi! Non mi dirai che
ti sei preso quel cancello?
LUI Ehm…non volevi farti la doccia?
LEI Si sarebbe una buona idea, sono tutta infreddolita.
LUI la segue, LEI se ne accorge, si ferma e si volta.
Beh? Devi dirmi qualcosa?
LUI Io? No, niente…
LEI (mettendolo a sedere sul divano) E allora mettiti comodo e versati da bere.
(con tono scherzoso e malizioso insieme) Non pretenderai mica che mi spogli
davanti a te caro…è passato qualche anno dall’ultima volta che mi hai vista nuda
e potresti rimanere deluso…
Va nel bagno, si sente l’acqua della doccia che comincia a scorrere.
Traccia 13: doccia
LUI (parlando ad alta voce per superare il rumore della doccia).Dove sei stata
per tutto questo tempo?
LEI Cosa?!
LUI Dove sei stata per tutto questo tempo?
LEI spunta dalla porta del bagno con addosso la sola biancheria intima, regge in
mano i suoi abiti zuppi.
LEI Mah…un po’ qui ed un po’ lì…in giro insomma poi ti racconto. Li appoggio qui
questi? Ci pensi tu?
Li lascia sul pavimento accanto alla porta del bagno e si richiude dentro.
Suonano alla porta.
Traccia 14: campanello di casa
LUI si alza e va ad aprire uscendo dalla scena. Da fuori si sente una voce
femminile.
LA PORTIERA Buonasera Professore, come sta?
LUI (rientrando) Fino a due secondi fa stavo benissimo.
LA PORTIERA (apparendo in scena) Uuuhh…e che è successo poi?
LUI E’ arrivata lei signora cara.
LA PORTIERA Ehhh…beato lei che ha sempre voglia di scherzare Professore, alla
mia età lo spirito passa facilmente.
LUI Ma non la curiosità vedo…a che cosa debbo l’onore della sua visita?
LA PORTIERA Buonasera Professore, che cosa le serve?
LUI Buonasera a lei. A me nulla signora e a lei?
LA PORTIERA A me? Oh Cielo no! Perché sarei passata da lei altrimenti?
LUI Appunto. Perché è passata?
LA PORTIERA Per vedere se aveva bisogno di qualcosa Professore, …ha bisogno di
niente?
LUI No signora grazie
LA PORTIERA Ne è sicuro? Un uomo che vive da solo ha sempre bisogno di qualcosa.
LUI Si grazie, ne sono sicuro. Non mi serve proprio nulla.
LA PORTIERA Ma lei non si ricorda mai di fare la spesa
LUI Però questa volta però me ne sono ricordato ed ho il frigorifero pieno
LA PORTIERA (rimproverandolo) Secondo me la spesa glie l’ha fatta sua moglie che
la conosce molto bene
LUI No signora cara, la spesa me la sono fatta tutta da me.
LA PORTIERA Ma io ho visto sua moglie venire a prendere la bambina. Le serve
dello zucchero? E del latte?
LUI Non c’è bisogno che si disturbi davvero, ho tutto ciò che mi serve.
LA PORTIERA E allora perché ha chiamato il fattorino della pizza?
LUI Forse ho voglia di mangiare una pizza?
LA PORTIERA Ma lei cucina così bene Professore…
LUI …e se stasera non mi va di cucinare devo spiegarlo a lei?
LA PORTIERA Oh cielo Professore, no. La carta igienica ce l’ha?
LUI (esasperato) Siii!!!
LA PORTIERA Posso far portare su ogni cosa da mio marito, lui ce la fa, mica è
pieno di acciacchi come me.
LUI Sono veramente felice per suo marito Signora…ma come le ho detto il mio
frigorifero è pieno e non c’è bisogno che nessuno dei due si disturbi.
LA PORTIERA Ma non è un disturbo Professore.
LUI (fra i denti) dipende dai punti di vista…
LA PORTIERA Come dice?
LUI Nulla, nulla…lei è molto cortese, ma come le dicevo non ho bisogno di niente
e quindi lasci perdere.
LA PORTIERA Cosa devo lasciar perdere Professore?
LUI Le mie cose, deve lasciar perdere le mie cose.
LA PORTIERA Professore io devo sapere chi entra e chi esce dal mio palazzo no? E
se vedo uno sconosciuto entrare…devo sapere dove và (cospirando) è pieno
di…(cerca la parola giusta)…di…piedofili in giro ormai. Per esempio, lo sa che è
entrata una ragazza? Tutta bagnata…tutta vestita strana…io devo sapere dove va
non crede?
LUI Ohh, ma io sono sicuro che lei lo sa benissimo dove andava.
LA PORTIERA La volevo fermare ma che vuole…non sono più molto svelta…
LUI Ha fatto malissimo! Poteva essere un corriere della droga in incognito.
LA PORTIERA Ehh…si mi prenda in giro, ma poi quando si ritrova uno di questi
SPIACCIATORI dentro casa non venga a cercare aiuto da me.
LUI Stia tranquilla, non ho “spiacciatori” fra i miei studenti…solo tossici.
LA PORTIERA Oh Gesùmmaria che dice?! Lei mi prende ancora in giro.
LUI Io? Ho la faccia di quello che la prenderebbe mai in giro? Ma come è
ingiusta con me!
LA PORTIERA Comunque non apra a nessuno mi raccomando. Una brava ragazza non
andrebbe mai in giro da sola con questo tempo.
LUI Si mamma...
LA PORTIERA (si accorge degli abiti bagnati di LEI) E questi? Ma com’è
disordinato Professore mio…guardi qui (indica il pavimento sgocciolato). Se
vuole uscire con questa pioggia almeno faccia attenzione a cosa combina dentro
casa…
LUI Cosa le fa pensare che io sia uscito?
LA PORTIERA Perché poco fa le ho bussato e lei non c’era Professore.
LEI esce ora dal bagno. Indossa solo un asciugamano legato sotto le ascelle e
con un altro si asciuga i capelli. E’ scalza e bagna ancora il pavimento. Non si
è accorta della visita.
LEI Si può avere quella tazza di thé?
LA PORTIERA Ohh, mi scusi tanto Professore, non sapevo che avesse ospiti.
LUI Come no. Le presento la donna misteriosa e sconosciuta che è entrata nel suo
portone quindici minuti fa. Ti presento la portiera…come dire un “pilastro” di
questo condominio
LEI Salve.
LA PORTIERA Buonasera a signorina. Vi conoscete da tanto?
LEI Abbastanza.
LA PORTIERA Si tratterà molto dal Professore? Siete parenti? Lo sa che è
sposato? (rivolgendosi a LUI) Glielo ha detto che è sposato vero? Non vorrà
ingannarla povera figliola…tutti uguali gli uomini. Le pare questo il modo di
accogliere una signorina in casa? Le porti una tazza di thé non vorrà che si
raffreddi e si sbrighi ad asciugare tutto. (rivolgendosi a LEI) Lo sa che mi ha
sgocciolato tutto il corridoio?
LUI interviene a soccorrere LEI.
LUI Signora…lei svolge la sua mansione con una scrupolosità che le fa onore, ma
ora che ha scoperto chi è la donna misteriosa perché non se ne torna da suo
marito al piano di sotto?
LA PORTIERA Vado, vado. Stia tranquillo che la lascio da solo. Allora le faccio
portare su lo zucchero e il caffè. La carta igienica ce l’ha?
LUI Signora…ma le pare che mi faccio mancare la carta igienica?
LA PORTIERA Un uomo che vive da solo dimentica sempre di fare la spesa, e si
ritrova sempre senza cena.
LUI Ma io no, io mi ricordo sempre di fare la spesa e sono pieno di zucchero,
caffè e carta igienica.
LA PORTIERA Se le dovesse finire può sempre venire a chiederla giù da me, mio
marito ed io saremmo felici di prestagliene un pochino se le dovesse servire.
LUI (mettendola alla porta) Ne terrò conto lo prometto, ma per ora non ne ho
bisogno.
LA PORTIERA (dalle scale) Se lo faccia dire che è sposato mi raccomando. Ce l’ha
il caffè per domani mattina?
LUI Uff...!!!
La portiera viene messa alla porta e LUI rientra.
LEI (ridendo) Ma chi è ‘sta pazza?
LUI La portiera.
LEI Che ti ha adottato?
LUI (fa un gesto come per dire “due palle!”). Non me lo dire, è alleata di mia
moglie. Una sta sempre a dirmi fai questo e fai quello e l'altra ci sguazza! Ti
pare che ho bisogno della badante?
LEI Chi tu? Per carità sei così precisetto. Ma quella storia della spesa?
LUI E' che ogni tanto me ne dimentico.
LEI (ridacchiando) Devi essere proprio diventato uno sciupa femmine, mai visto
nessuno preoccuparsi così tanto della mia virtù .
Fingendosi scandalizzata, alla “Eleonora Duse”
Ma davvero sei sposato? Fedifrago! Prendersi gioco dei sentimenti di una brava
ragazza.
LUI (serio) E chi sarebbe?
LEI Ma quanto sei cattivo!
LUI E cosa ti aspettavi scusa, il tappeto rosso e dei petali di rose?
LEI Vuoi che me ne vada via?
LUI Ma no dai…e poi dove vuoi andare con questa pioggia?
LEI Ha visto che notte Professore? Notte di streghe questa, non si dovrebbe
uscire in una notte così. Mio fratello mi raccontava sempre che nelle notti come
questa potevano succedere le cose più strane: miracoli e stregonerie.
LUI (divertito) Ed era bravo a raccontarti le favole?
LEI Lui si… (con rancore) …mai come mio padre!
LUI Esagerata…
LEI Con me non ha fatto altro…
LUI Aveva dei problemi…
LEI Non mi interessa. (bloccandolo) Ho detto che non mi interessa!
LUI (cambiando discorso) Non lo vuoi più il thé?
LEI Si grazie.
LUI Ecco qua (lo versa). Dov’è lo zucchero?
Lo cerca senza trovarlo, con una punta di imbarazzo, si gira e la guarda in
silenzio mentre il suo sguardo dice “finito”.
LEI (scoppia a ridere) Ma allora è proprio vero!!! Sciupa femmine !!!
LUI E piantala dai…
LEI E su che scherzo! Ce l’hai il miele almeno?
LUI Si ci dovrebbe essere (glielo porta)
LEI (mescolando e sorseggiando) Parlami di tua moglie.
LUI Che cosa vorresti sapere?
LEI Beh…come è cominciata, come sta andando. Tutto insomma.
LUI Com’è cominciata…come cominciano tutte le storie…per caso. Tu eri andata
via, intorno avevo solo lei. Magari ha creduto che per una volta poteva essere
lei a fregare il fidanzato a te.
LEI Ma mica eravamo fidanzati io e te.
LUI Lo pensavano in molti però.
LEI Ma dai? In molti? Quindi non sapevano che noi…
LUI Nessuno in tutta la Facoltà credo…ma che te ne importa? Ormai è acqua
passata.
LEI Mica tanto. Io che figura ci ho fatto?
LUI E lo dici a me?
LEI Certo che te le dico. Chi doveva essere quello responsabile? Ora ci ho fatto
la figura della zoccola.
LUI E’ passato tanto tempo ormai, non se lo ricorda più nessuno. E poi le ho
raccontato tutto comunque…
LEI Questo non mi consola.
LUI (porgendole il cambio d’abiti) Ora vestiti però. Hai fame?
LEI Da morire, che mi prepari?
LUI (trionfante) Ho ordinato una pizza.
LEI (inizia a vestirsi) Ah…no è che…sto mangiando solo pizza da un po’ di
tempo…(da micetta ruffiana) perché non mi prepari qualcosina tu?
LUI Non puoi andare di la per favore? E' passato molto tempo dall'ultima volta
che ti ho vista nuda, e non vorrei rimanere deluso.
LEI Ti metto in imbarazzo? (maliziosa) Una volta non eri così pudico sai?
LUI Una volta eri una bambina…più o meno.
LEI Non cambiare mai! Girati dall’altra parte e non rompere dai.
LUI Sei sempre la solita.
LEI Che ti stavo dicendo?
LUI Che non mi va di cucinare.
LEI Ma che cafone…non mi vedi da quanto?
LUI Quattro anni.
LEI Non mi vedi addirittura da quattro anni e mi fai mangiare una banalissima
pizza?
LUI (sospiro) Vediamo…vediamo cosa c’è nella dispensa.
LEI Fatto! Puoi girarti. Non avevi appena fatto la spesa?
LUI No, l’ho detto solo per liberarmi della Signora.
Da ora LUI farà avanti ed indietro fra il divano e la dispensa portando cibo,
vassoi, posate e tutto quello che servirà per apparecchiare la tavola, LEI lo
aiuterà il minimo indispensabile restando in attesa di essere servita.
Continuerà così finché ce ne sarà bisogno ed alla fine si siederanno a tavola
insieme. Le battute che seguono saranno recitate mangiando almeno fino al
monologo di LEI.
LEI Mmmmhh….quante cose buone… ciccia ne hai?
LUI Avevo preso dei salamini ma ora non li trovo…
LEI Li avrai messi accanto allo zucchero ah! Ah! Ah!. Allora? Mi racconti di te
e del cancello o no?
LUI Smettila di chiamarla così.
LEI Ok, ok scusa…mi racconti di te e di lei per favore? Come avete cominciato?
LUI Come cominciano tutte le convivenze: dalle mutande. Sissignore…un bel giorno
mi chiama “caro” e mi dice che ha con se un paio di slip in più e che vuole
lasciarli a casa mia. Ma che girate sempre con le mutande in borsa voi altre?
LEI Per le emergenze…
LUI Poi è toccato allo spazzolino, una gonna…
LEI Mi pare giusto, così se deve cambiarsi in fretta ed uscire non ha bisogno di
passare da casa sua.
LUI …ed in men che non si dica si è trasferita qui. (LEI ridacchia) Ne sai
qualcosa anche tu eh?...subdola…
LEI Io la chiamo legittima difesa.
LUI E da cosa di grazia?
LEI Dalla solitudine e dagli anni.
LUI Tutti ci difendiamo dalla solitudine.
LEI Ma per un uomo è diverso. Voi con i capelli bianchi diventate più
affascinanti noi solo più vecchie. E allora cerchiamo di aggiustarci la vita
meglio che possiamo. Chi con le medicine, chi con i soldi e chi con gli amori.
LUI E chi con gli amori pieni di soldi…
LEI (piccata) No scusa, voi non vi comprate la moto e fate finta di avere ancora
vent’anni? Quanti se ne vedono con le lonze sui fianchi e tre capelli in testa
che vanno in giro su questi mostri tutti cromati a fare i fighetti con le
ragazzine. Se la qualità dell’amore difetta, si punta sulla quantità.
LUI Ma a voi quelle moto piacciono.
LEI Che stronzo…
LUI E’ un dato di fatto, perché ti arrabbi?
LEI Non cambiare mai mi raccomando! Gli esseri umani hanno paura di due sole
cose in realtà: del tempo che passa e della solitudine. Sai perché da bambini
aspettiamo con ansia il giorno del compleanno e da grandi invece non lo
festeggiamo quasi più? Perché quel giorno sei al centro dell’attenzione, tutti
ti cercano, ti coccolano, ti fanno i regali…dopo però diventa soltanto il giorno
in cui sei un anno più grande e al massimo offri l’aperitivo a quelle due o tre
amiche più strette che hai…e se non c’è chi ti fa sentire amata sei solo un anno
più sola. E allora pensi di dover correre ai ripari e ti viene fretta di vivere.
Come quando chiudi una storia di anni, come reagisci? Ti scateni. Ti dai alla
vita sfrenata, ti stordisci, decidi di chiudere con le storie serie, di
divertirti e basta anche con gli uomini. Vita, vita, mondanità! Diventa un credo
per te. In realtà vuoi solo dimenticarti che sei sola…una sera poi ti ritrovi
fuori da un locale e ti chiedi che cosa ci fai lì. Pensi che hai “x” anni e non
hai ancora una vita stabile, magari le tue amiche sono pure mamme, magari
rabbrividisci al pensiero ma ti rendi conto che loro almeno uno scopo ce
l’hanno. Sei sola e sei stanca di sentirti sola.
LUI Ma non po’ andare bene uno qualsiasi però, oppure ti ritrovi a suonare al
primo portone che capita.
LEI Con il tempo si diventa egoisti...
LUI Lo sei sempre stata.
LEI …si muore dentro se non si fa finta di essere ancora vivi; è solo la tua
testa che ti autorizza a credere che esisti davvero.
LUI Tu egoista lo sei sempre stata.
LEI Neanche tu sei mai stato un santo sai?
LUI Però non ti ho mai mentito. Io.
LEI Forse è meglio che io vada via.
LUI Ma che cosa ti aspetti scusa? Che stiamo tutti a tua disposizione? Chi ti
credi di essere? Arrivi, travolgi tutti, quando hai finito riparti e te ne
freghi delle macerie che ti lasci dietro. Dove sei stata tutto questo tempo
ancora non me lo hai detto.
LEI Mah…un po’ qui e un po’ lì, sai io vado in giro…vedo gente…
LUI Mi prendi anche per il culo?
LEI Ok, scusa. Avevo un aereo da prendere.
LUI E per andare dove?
LEI Ma non me lo ricordo! Sono stata in tanto posti in questi tre anni.
LUI Quattro!
LEI Caspita come vola il tempo…
LUI Da non credere vero? Quattro anni eppure mi ricordo perfettamente come te ne
sei andata. Eri qui (la mette nella posizione), avevi la tua borsa ed il tuo
cappello, arrivò un tassì e “bye bye” Prof. E per tutto questo tempo nemmeno una
parola.
LEI Non è vero! Qualche telefonata l’ho fatta… (LUI la guarda con sarcasmo) Dai
qualcuna si. Ce l’hai ancora con me vero?
LUI (aggressivo) Non dovrei? (dispiaciuto) Scusa…non ce l’ho con te, ma mi
dispiace perché ti sei comportata in maniera infantile. Ed ora vieni anche a
raccontarmi che non ti ricordi dove sei stata.
LEI Ma è la verità! Sono stata in tanti di quei posti. Andammo ad Amsterdam
forse che ne so. Non puoi non andare ad Amsterdam almeno una volta nella vita. E
poi anche a Lisbona.
LUI “Andammo” chi?
LEI Amici. Uno.
LUI Io mai stato ad Amsterdam, eppure vivo benissimo.
LEI Già, tu niente sigarette e nemmeno alcool, sempre il solito noioso…e il
sesso? No (sorridendo sorniona) …con quella lì il sesso non può esserti mancato…
LUI E dai…perché dici queste cose?
LEI In Facoltà…fra di noi…si diceva che fosse un tipino sveglio, mi spiego?
Allora?
LUI Allora cosa?
LEI E’ sveglia?
LUI Ma che te ne importa a te?
LEI Ma si che è sveglia…si raccontavano certe cose su di lei…si diceva che con i
Prof… (gli fa l’occhiolino).
LUI Con i Prof…?
LEI (allusiva) Si dai…che insomma…dai…
LUI (incalzante) Con i Prof…?!
LEI Beh se ne è sposato uno del resto…
LUI Tu dovresti stare zitta!
LEI Io non sono mai stata con il mio Prof. Ho avuto tanti fidanzati ma non sono
mai andata con il mio Professore!
LUI E vorrei ben vedere…ero io.
LEI Eri carino con la barba ma non te l’avrei mai data…a proposito, la tua barba
che fine ha fatto?
LUI L’ho tolta quando è nata mia figlia.
LEI Ci hai fatto anche una figlia? Ma sei proprio incorreggibile! E io che sono?
Una specie di zia? E dov’è ora tua figlia?
LUI In questo momento è con la madre.
LEI Non è che ora arriva, mi trova qui e s’incazza?
LUI Lei non abita più qui ricordi?
LEI (finta dispiaciuta, sorridendo)Azzo mi dispiace, e da quando?
LUI Sei mesi, circa. Non andavamo più molto d’accordo e così se n’è andata. Le
ho lasciato la custodia della bambina ma tutti i fine settimana sta con me. E’
venuta a riprendersela poco prima che arrivassi tu.
LEI E come si chiama?
LUI E questo non lo so se te lo posso dire…
LEI Dai! Dai! Dai! Dimmelo in un orecchio!
LUI si avvicina e le sussurra il nome in un orecchio, lei esclama incredula
LEI Hai dato a tua figlia il nome di quel film?
LUI Che male c’è?
LEI Di male niente, ma non credevo che fossi così in fissa. Chiamarla Rita
sarebbe stato più normale, o Margherita.
LUI (sognante, come se vedesse la Madonna) Si chiamava Margherita Carmen
Cansino…
LEI E la madre?
LUI (ancora sognante) la madre no…
LEI Sveglia! Volevo sapere che ne pensa tua moglie!
LUI Ah! Non ha avuto obiezioni, e comunque è un bel nome non credi?
LEI Certo, certo. Ma oggi ai bambini si danno i nomi dei calciatori ed alle
bambine quelli delle attrici o delle rock star…che ne so, Veronica come Veronica
Lario oppure Britney come Britney Spears…o Sharon.
LUI Ma chi è che chiama sua figlia Britney?
LEI Una mia amica lo ha fatto.
LUI Appunto, solamente una tua amica può fare una cosa così.
LEI Quante volte l’abbiamo visto quel film?
LUI (ridacchiando) Troppe!
LEI Io mi sento come lei a volte. Diceva che quel personaggio le aveva rovinato
la vita perché gli uomini si addormentavano con Gilda e si risvegliavano con
Margherita.
LUI A te capita lo stesso?
LEI A me capitano sempre maschietti qualunque. Gente senza spina dorsale.
Burattini tanti, uomini veri niente.
LUI Guarda che l’uomo non si giudica solo a letto, non basta mica.
LEI Appunto. Non basta mica. A me invece capitano solo mezze figure convinte che
basta scopare bene. Ti conoscono, ti squadrano, gli piaci e fanno di tutto per
portarti a letto. Poi si addormentano con un sogno e si risvegliano accanto a
te. Sono “maschietti qualunque”, gente che puoi solo usare quando ti serve…ah!
ah! ah! Te la ricordi la storia del bacio? (LUI fa cenno col viso di non capire)
Ti ricordi solo quello che ti fa comodo, non cambiare mai. Ma si dai…”quanti
baci conosci?” Te lo ricordi? Allora…c’era il bacio alla francese, quello
sensuale, quello erotico, quello fraterno e c’era quello fritto!
LUI Li sai tutti?
LEI Ho avuto un ottimo insegnante (linguaccia). Me ne ero inventate un’infinità
di queste stupidate. (ridendo) Cazzatelle che racconto ai maschietti per fargli
fare quello che voglio io. E’ incredibile, avete un solo neurone e lo
tenete...lo so io dove lo tenete. Il pezzo forte sono le varianti però: quando
parlo della variante “polipone” non capite più niente. Siete tutti dei giovani
esploratori figli di buona donna.
LUI Ma senti questa…giovani esploratori…
LEI …si, si, siete tutti bravi ragazzi ma al momento giusto vi spuntano sempre
un paio di braccia in più che si muovono indipendentemente dalla vostra volontà.
Sai che mi dicono ogni volta? “In che rapporto sei con le maniglie dell’amore?”
Per mettere le mani avanti capito? (ride).
LUI No non ho capito.
LEI Per prepararmi alla loro pancetta da impiegato mediocre. Io allora rispondo
che l’uomo con la pancetta è più affascinante, che da sicurezza…e voi fate tutto
quello che dico senza nemmeno bisogno di chiedere. Sai quanti ne incontro di
servi della gleba che si fanno in quattro convinti che poi glie la do?
LUI Sei odiosa quando fai così .
LEI Ma che te ne frega scusa, perché te la prendi così tanto.
LUI Perché per te è tutto soltanto un gioco. Un corteggiatore è solo una
figurina da collezionare. Ci pensi mai che qualcuno possa magari innamorarsi?
LEI Tutti che s’innamorano di me. Ma che bella fantasia che tenete voi maschi!
LUI Eri una bella figliola.
LEI (apprensiva) Perché ora che mi manca ora? (si mette in mostra) Ho qualche
anno in più ma sono sempre io. Non mi trovi attraente? Ci sono in giro ragazzine
che un fisico come il mio se lo sognano caro! (gonfia il seno) Porto la terza di
reggiseno e la terza pure di mutandine…insomma fisico asciutto e seno quasi
perfetto, ho tutte le cosine giuste al posto giusto che ti credi? Magari più
avanti potrei aver bisogno di un ritocchino, ma per ora vado bene così.
LUI Allora prima non sarei rimasto deluso.
LEI (linguaccia) Non ci sperare! E poi anche tu mi bocciavi sempre.
LUI Io ormai ho piantato i broccoli, non il grano.
LEI Fanculo te e i tuoi modi di dire. Che vuol dire questo?
LUI Che sono troppo grande per te bambina.
LEI Ecco, che ti dicevo? Ora non mi vuoi più nemmeno tu. Come Rita Hayworth,
tempo una dozzina d’anni non la voleva più nessuno. Ma non cambiare discorso:
oggi è martedì, dov’è tua figlia e perché è stata qui fino ad oggi.
LUI In realtà è stata con me per quasi tre settimane perché la madre era fuori.
E poi perché dovrebbe incazzarsi?
LEI (ovvio) Perché io le fregavo sempre i fidanzati no? Ma mica per qualche
cosa, per sfizio: mi stava antipatica. Ho baciato addirittura te!
LUI Me lo ricordo…t’avrei uccisa…
LEI E’ stato solo per fare rabbia a quella caro Prof.
LUI Io ti bocciavo perché non studiavi.
LEI E come facevo? Non me ne lasciavi mai il tempo: e andiamo di qua, e andiamo
di là. Sempre appresso a te dovevo stare. Che ridere!!! Si è arrabbiata così
tanto che a momenti le scoppia la faccia!!!
LUI Con chi sei stata in giro tutto questo tempo?
LEI Con un maschietto qualsiasi. C’è sempre un maschietto qualsiasi nella mia
vita. Anche lui.
LUI Sei sicura che sia finita fra Voi?
LEI (sorridendo amaro). Vorrei che non fosse così…lo sai, io le strade per farmi
del male non le sbaglio mai.
LUI Non vuoi dirmi chi è?
LEI Sei sicuro che non ce l’hai con me?
LUI No te l’ho detto. Sono passati quattro anni. Anche se non so dove sei stata,
perché sei andata via, anche se sei ricomparsa all’improvviso e mi hai
sgocciolato tutto il pavimento e la portiera per questo mi darà il tormento per
tutta la vita no! Non ce l’ho con te. Mi spiace perché ti sei comportata da
bambina questo si, ma non ce l’ho con te.
LEI Mi dispiace.
LUI Ora non prendermi in giro però, d’accordo?
LEI Però ti pensavo spesso.
LUI Io pure, ogni giorno. A proposito dov’eri? Dipingevi ritratti nei bistrò di
Parigi, vendevi tappeti a Marrakech o facevi la fotografa free lance in Medio
Oriente? Pensa che una volta ti ho pure sognata.
LEI Si?
LUI Mentre attraversavi non so che posto di frontiera. Ammiccavi e quelli non
capivano più niente
LEI Forte! Mostro le tette e mi fotto le guardie.
LUI Mi sa che con loro la storia del bacio non bastava!!
LEI (ridendo entrambi) Che stupido! Sai qual è il mio problema? Ho troppa
fantasia. E quindi mi stufo presto o vengo mollata. Tu invece sei fatto per
mettere su famiglia.
LUI Tanto poi mollano anche me.
LEI Perché confondi il sesso con l’amore.
LUI Punti sempre dritto al cuore tu?
LEI A proposito che ci fai a casa da solo?
LUI Sono rimasto per lavorare. Sto scrivendo un libro.
LEI Sai che l’ho fatto per davvero? Dipingere ritratti. Ma non a Parigi, a Roma
in Piazza Navona.
LUI Sei stata a Roma?
LEI Ci ho vissuto per sei mesi, stavo con uno che leggeva le carte, solo che poi
l’hanno arrestato.
LUI Ma te li cerchi con la lanterna?
LEI Ma non vuoi sapere come ci sono arrivata? Non puoi non volerlo sapere!!
Allora, era ferragosto…ero rimasta a casa mia per studiare un po’ quando un
tizio si ferma con la macchina sotto le mie finestre e mi chiede di poter salire
a fare una telefonata…capirai, figurati se ti faccio salire, chi ti conosce?
Però aveva una macchina di quelle anni 60, sportiva, tutta bianca…e tu sai
quanto mi piacciano le macchine sportive…(LUI la guarda perplesso)…Vabbè: ho
sempre avuto un debole per gli uomini che guidano macchine sportive, contento?
LUI Così va già meglio…
LEI Insomma il tipo sale, telefona e poi per ringraziarmi mi invita a pranzo. Te
la faccio breve: siamo arrivati fino a Civitavecchia a mangiare il pesce. (LUI
nel frattempo ha preso una videocassetta ed a questo punto legge dalla
custodia).
LUI (solenne)…e tutt’a un tratto quello spider bianco, da simbolico oggetto del
desiderio di un’intera generazione, si trasformava in una mitologia “machine a
vivre” capostipite di tutta una serie di bolidi personificazioni del destino…
LEI Uffa che noioso che sei!! Non si può mai scherzare con te!
LUI (sfottendola) Tu chi eri dei due?
LEI Dovevo saperlo che l’avevi visto quel filmetto.
LUI Se permetti non è un filmetto.
LEI mmmhhh…i film italiani sono tutti un po’ filmetti…
LUI Solo per chi è superficiale. Questo è un capolavoro. Quella macchina è stato
l’oggetto del desiderio per tutta una generazione. Come il famoso chopper di
“Easy rider”, ma con sette anni di ritardo.
LEI Scommetto che adesso mi farai tutta la critica e l’analisi del film, della
regia e delle interpretazioni degli attori.
LUI Sei sempre la solita.
LEI Anche tu! Ecco perché me ne sono andata. Sei troppo statico e io ho bisogno
di movimento, novità…te l’ho detto: ho troppa fantasia.
LUI (fra se per non farsi sentire) E poco sale in zucca…
LEI Come dici?
LUI Niente, non ho detto niente.
LEI Eh no! Qualcosa hai detto. Sicuramente una delle tue solite cattiverie da
intellettuale sfigato. Quando la smetti?
LUI E tu quando la smetti? Vabbè sorvoliamo…hai ancora fame?
LEI Magari!! Che altro mi dai da mangiare?
LUI (porta in tavola l’ultimo vassoio) Sono qui per questo.
LEI Fame! Fame! Che c’è da bere?
LUI Guarda in cucina, c’è il frigorifero: saccheggialo.
LEI (da fuori) Ce l’hai altro vino?
LUI Non Credo. Io bevo quasi solo acqua.
LEI (rientrando con un cartone di vino) Ma io trovato questo…
LUI (storcendo il naso) E' buono solo per cucinare.
LEI Ma non ce n’è di altro…Allora “pace” (alludendo al suo stomaco ormai
sazio)…Sai di cosa avrei bisogno ora? Di Alvaro.
LUI Di chi?
LEI Alvaro. Dai “Alvaro”. Ma che non ti ricordi? Quel mio vecchio “amico”…quello
dal carattere così evanescente, fumoso direi…Alvaro insomma!!
LUI Ahhh!!!! Chiamalo con il suo nome no?
LEI No… Alvaro è amico mio e lo chiamo come mi pare…
LUI Va beh. Qui comunque non è mai venuto.
LEI Non te le fai le canne? (LUI la guarda male) Che ti ho detto? Tutti quelli
di sinistra si fanno le canne tranne te!
LUI Ma che stupidaggine…e poi quando mai sono stato di sinistra?
LEI Di destra non eri di certo.
LUI Questi sono fatti miei.
LEI Permaloso. Come faccio io?
LUI Come fai? Non fai.
LEI Eh! Eh! Te lo credi tu. (cerca tra le sue cose e trova un piccolo involto)
Alvaro viene sempre con me. Ahh…così va meglio…una canna dopo cena è…come si
dice? La morte sua…
LUI (allontanandosi e tossendo) No, la morte mia!
LEI Un tiro?
LUI Parlami dei tuoi viaggi.
LEI Ci sono stata in quei posti che hai detto…
LUI Tutti?
LEI Beh no, tutti no.
LUI Come sono?
LEI Non credere a quello che leggi sui libri o nei giornali, forse una
volta…oggi questi posti esotici oggi assomigliano tutti a dei supermercati a
cielo aperto. La parte romantica della storia (se c’era) si è persa per strada.
LUI (sconsolato)…con chi ci sei stata?
LEI Con un maschietto qualunque.
LUI Ma quand'è che trovi terra ferma?
LEI Ogni tanto ci penso sai? Magari dovrei avere una vita normale, cercarmi un
lavoro normale, farmi una famiglia normale con un ragazzo normale che si prenda
cura di me e che mi faccia fare un figlio…io lo vorrei maschio, le femmine danno
troppe preoccupazioni. Chissà che nome gli darei? Il nome lo lascerei scegliere
a lui, forse gli darebbe quello di suo padre. Io mi occuperei della casa, della
spesa, lo porterei in piscina, andrebbe all’Università e diventerebbe un grande
avvocato così potrebbe farsi la segretaria. Nel frattempo mio marito si farebbe
la sua di segretaria, la metterebbe incinta, le pagherebbe le spese per abortire
e prima o poi mi lascerebbe per una ragazzina con venti anni meno di me. Sto
meglio così.
LUI Non credevo fossi così cinica.
LEI Non è cinismo, gli uomini non sono mica tutti come te.
LUI Perché io come sono?
LEI Tu sei dolce, gentile, disponibile, sembri quasi finto per quanto sei
perfetto…
LUI In una sola parola sono un cretino.
LEI E poi sono io quella cinica. Perché dici queste cose, io parlo sul serio.
LUI Perché l’unico modo per non essere calpestati è calpestarvi. E tu ne sei la
prova vivente.
LEI E’ per questo che mi calpestano tutti?
LUI Raccogli il vento che semini mia cara.
LEI Io mi sento sola e non voglio sentirmi sola. Odio quelle serate che si esce
solo per non restare a casa. Odio quando devi fermarti a parlare con una che non
te ne frega niente, una che non vedi da una vita e che magari incontri per
strada per caso. La vedi, la riconosci e preghi che lei non ti abbia
riconosciuta! Poi se ti ferma non sai che cosa dire: “come stai”, “che cosa
fai”, “tutto bene?”, “si come no, e tu?”, “tutto bene anche io”, “sai che ho
avuto un guaio?”, “davvero? Io anche e più grosso del tuo”, perché qualunque
cosa ti sia capitata a lei è successa dieci volte più grande, e te ne vuoi
andare. Come ti sganci? “Scusa ma ho un impegno”, “anch’io scusami”, “sono
sull’elenco chiamami”, “anch’io sentiamoci dai”…e scappa via anche lei perché
non ne può più. E per i successivi dieci anni siete a posto entrambi. Non voglio
più sentirmi sola. (scandendo le parole) Io non voglio più sentirmi sola!
LUI Hai un sacco di gente che ti gira intorno, come fai a sentirti sola.
LEI Burattini. Che vogliono solo una cosa. Voglio un uomo vero. Uno che mi
faccia sentire amata, che mi stringa forte se ho paura, che mi incoraggi se ho
tutti contro, che mi voglia bene e mi mantenga. Se fossi una che torna, forse
tornerei qui...
Si guardano in silenzio per un attimo.
LUI Domani che farai?
Un forte tuono li sovrasta, seguito dal rumore della pioggia contro i vetri.
Traccia 15: tuono forte e pioggia scrosciante
Si girano a guardare verso la finestra e quando il rumore scema LEI parla.
LEI (facendo spallucce) Non lo so, ci penserò domani.
LUI E l’università?
LEI Ci ho rinunciato, troppo complicato. Preferisco vivere. E viaggiare.
LUI Giusto, parlami dei tuoi viaggi. Amsterdam e poi?
LEI Ad Amsterdam ci sono stata pochissimo. Lisbona.
LUI Si?
LEI Si, ci sono stata due anni con…va beh tanto non lo conosci.
LUI Hai vissuto due anni a Lisbona, parli il portoghese ora?
LEI Neanche una parola. Stavamo sempre con i suoi amici, tutti italiani.
LUI E che lavoro hai fatto?
LEI Mai lavorato.
LUI Dove vivevi?
LEI Vicino a…conosci Lisbona?
LUI No.
LEI E allora che te lo dico a fare?
LUI Beh racconta…
LEI E’ come tutte le città: quando ci arrivi la prima volta sembra fatta solo da
serie infinita di palazzi senza senso. Poi ci fai l’abitudine. Per esempio noi
stavamo dietro un grande giardino. Uno dei più grandi e belli che c’è a Lisbona,
c’era anche un enorme cedro che risale ai primi del novecento, pensa che ha dei
rami così grandi che hanno dovuto appoggiarli ad una grande armatura di ferro…lì
vicino c’è anche il giardino botanico, ci sono laghetti, cascatelle, ponti,
labirinti di siepi. Anche una bella serra.
LUI Lo conosci bene, parli come una guida turistica.
LEI Ci andavo a dipingere. E’ la cosa che so fare meglio no?
LUI Certo.
LEI Ne ho anche venduto qualcuno. Poi mi sono scocciata e me ne andavo nei musei
a copiare i “cosi”…i pittori portoghesi. Però di quelli non ne davo via mai ed
ho smesso.
LUI …e ti sei fatta mantenere….
LEI (facendo il verso a Mina)… “caramelle non ne voglio più”…
LUI I quadri dove sono?
LEI Boh. Li avrà buttati quando me ne sono andata.
LUI E non ti importa?
LEI No, ne farò altri più belli. E quando sarò morta varranno un capitale.
LUI Allora diamoci da fare, affrettiamo i tempi.
LEI Guarda che tu muori prima di me vecchietto.
LUI E te ne sei andata.
LEI Si. Era finita e me ne sono andata via. I rami secchi vanno potati,
altrimenti seccano tutta la pianta.
LUI E dopo Lisbona?
LEI Dopo Lisbona…Roma. Roma è come Samarcanda baby! Ci credi solo quando arrivi.
Ha certe giornate che non te le so spiegare. Ci trovi tutti i colori del mondo.
A febbraio, dopo la tramontana, l’aria è fredda e asciutta ed il cielo è così
brillante che a guardarlo troppo ti fa male agli occhi. Sai che anticamente la
chiamavano “la città azzurra”?
LUI E sai il perché?
LEI No, ma scommetto che ora me lo dirai tu (linguaccia).
LUI Perché le case erano tutte di quel colore.
LEI Davvero?
LUI No, me lo sono inventato adesso!
LEI Ma vattene va! Ci sei stato?
LUI Qualche volta.
LEI Vuoi sapere come ci sono arrivata?
LUI (prendendola in giro) Non ne sono sicuro.
LEI Ma guarda che è una bella storia sai?
LUI Oh questo lo so, ma è che secondo me mi rifilerai una enorme serie di
cavolate.
LEI (offesa) Cafone!
LUI Dai raccontamelo.
LEI No così mi fai un favore, non te lo racconto più.
LUI E non raccontarla allora.
LEI (col muso) In treno.
LUI E il cartomante l’hai incontrato sul treno?
LEI Mi è passato accanto e mi ha lanciato un biglietto con il suo nome e numero
di telefono, poi è sparito.
LUI E tu che hai fatto?
LEI L’ho chiamato.
LUI Subito??!!
LEI E certo, non sapevo dove andare a dormire.
LUI Aspetta che non ho capito. Hai telefonato ad un tale che hai conosciuto in
treno…anzi, che non hai nemmeno conosciuto, e sei andata a dormire a casa sua?
(lei annuisce). Tu sei pazza. Poteva essere chiunque. Anzi, poteva essere
qualunque cosa.
LEI E come la fai lunga perché sono stata da un affittacamere!
LUI Il foglietto era un volantino?
LEI E certo.
LUI Mavaffanculova! Spiegati subito. Non te le far tirare fuori con le tenaglie
le cose.
LEI Ohh!! Ma che hai capito? Non faccio mica le marchette sai?
LUI Continua…
LEI Niente…mi sono sistemata lì e abbiamo fatto amicizia. Lui aveva un banchetto
a Piazza Navona e ci leggeva le carte. Io mi sono messa lì accanto e facevo i
ritratti ai turisti.
LUI Questi almeno li vendevi?
LEI Non immagini nemmeno quanti! E poi lui mi portava in giro, mi faceva vedere
le piazzette, le fontane, i mercati rionali…mi ha insegnato anche a fare le
carte!
LUI (si alza per andarle a prendere e tornando le consegna a LEI) Anche mia
figlia sa fare i tarocchi. Glie ne ho regalate un mazzo con un libretto ed ha
imparato subito. Mi predice sempre che diventerò uno scrittore di successo e che
la sua mamma vorrà tornare con me.
LEI Ed ha ragione?
LUI Su sua madre? Assolutamente no!!
LEI E sul resto?
LUI E chi lo sa? Ho questo sogno nel cassetto.
LEI Ma non basta tenerlo lì, bisogna tirarlo fuori e crederci. Tu ci credi?
LUI Beh…so che è difficile, ma ci provo. Sono rimasto qui apposta per lavorare
stasera.
LEI Allora ti ho interrotto.
LUI Si ma non preoccuparti.
Ora LEI si avvicina ed inizia ad incalzarlo maliziosamente, LUI si ritrae.
LEI Non mi preoccupo, fammelo leggere.
LUI No.
LEI Ma perché no? Dai fammelo leggere.
LUI Ho detto no!
LEI Se tu me lo farai leggere…io posso essere molto generosa con te…
LUI …“sarò”…
LEI Cosa?
LUI Se “me lo farai leggere”... “sarò molto generosa” , non “posso”…
LEI Noioso…non cambiare mai. Se me lo “farai” leggere, sarò molto generosa…
LUI Non mi interessa…
LEI Ma potrei essere molto, molto generosa…
LUI Non mi interessa neanche se tu fossi molto, molto, molto generosa.
LEI Non mi “interesserebbe”…
LUI Giusto. Non mi interesserebbe nemmeno se tu fossi…eccetera.
LEI Dai che ti spiego il bacio sensuale…lo soffri ancora il solletico?
LUI Smettila…
LEI La vuoi vedere la variante polipone?
LUI Smettila!
LEI Si che lo soffri ancora!! Ah! Ah! Ah!
LUI Piantala!
LEI Preferisci il bacio romantico?
LUI Con te solo quello fraterno.
LEI Bugiardo…ti credi che non mi sono accorta come mi guardavi prima?
LUI Non ti guardavo affatto.
LEI Oh si che mi guardavi…mi guardavi le tette. Tutti gli uomini mi guardano le
tette, ti piacciono? E dai che ti piacciono…
LUI Non mi interessano!
LEI Come se non ti conoscessi…
LUI Le tue, non mi interessano…
LEI Non vorrai fare la lotta…
LUI …ci rimetti…
LEI …ti battevo sempre…
LUI …ti lasciavo vincere…
Alla fine di questo scambio finiscono per terra avvinghiati facendo molto
rumore, nel frattempo sono cadute in terra anche tutte le suppellettili e
troveranno la sciarpa di LA MOGLIE che LEI userà più avanti per giocare a fare
la zingara. Si guardano in faccia e si fermano a rifiatare. Sembra quasi che LEI
stia per baciarlo. Suonano alla porta.
LUI (senza muoversi da terra) Chi è !?
LA PORTIERA Professore sono io! Va tutto bene?
LUI (rivolto a LEI) Se ora non se ne va subito la uccido. Che cosa desidera
Signora?
LA PORTIERA Ho sentito dei rumori Professore. Va tutto bene?
LUI Va tutto a meraviglia Signora, perché non è a letto a dormire?
LA PORTIERA Perché ho sentito dei rumori da casa sua che mi hanno svegliata. Le
serve qualcosa?
LEI Va tutto bene Signora. Stavamo solo trombando.
LUI Smettila!
LEI Ci scusi ma il Professore è un po’ rumoroso, non lo faceva da tanto tempo
ormai!!
LUI Torni a letto!
LA PORTIERA Ha bisogno della carta igienica?
LUI E LEI Viaaaaaa!!!
LEI Domani tutto il condominio saprà che non l’hai fatta dormire con i tuoi
“ardori”…
LUI Da domani non avrò più pace.
LEI …e tutte le signore ti verranno a cercare.
LUI Si, per portarmi lo zucchero…
LEI (cospiratrice) O magari viene lei di persona, di nascosto.
LUI (cospiratore) Come no, mi fa la spesa di nascosto.
LEI Viene di notte, mentre dormi...con le scarpe tutte rotte.
Ridono.
LUI Ci credi ancora? (LEI lo guarda interrogativa) Nei tuoi sogni. Una volta
sognavi così tanto…
LEI Chi lo sa? Per ora devo fare un po’ d’ordine nella mia vita. Ci penserò
domani.
LUI Com’è finita col cartomante?
LEI Te l'ho detto, l’hanno arrestato. Pare che le carte fossero tutto un trucco.
LUI Un mago da strapazzo in meno.
LEI Io però sono rimasta senza casa…ed ho ricominciato a girare.
LUI Giusto. Due anni a Lisbona, sei mesi a Roma. Manca un anno e mezzo
all’appello ancora.
LEI Basta parlare di me. Ti faccio le carte. Ti dico subito se diventi uno
stramiliardario o se resti lo sfigato di sempre.
Sparecchieranno, una volta terminato LUI tornerà a sederle accanto e LEI
disporrà le carte. LEI avrà indossato la sciarpa tipo turbante arabo.
LUI Anche tu? E’ un vizio allora. Attenta che è gelosissima dei suoi giocattoli.
LEI Ignoranti che siete. I tarocchi non sono giocattoli.
LUI (sarcastico) Scusami hai ragione, sono i ferri del mestiere di truffatori e
magonzoli da strada.
LEI L’esperienza lo dimostra: i tarocchi non sbagliano praticamente mai e danno
risposte precise alle domande che gli vengono poste. I tarocchi caro mio ci
arrivano direttamente da Atlantide.
LUI Senti, senti questa non la sapevo…
LEI Vero. Pare che nelle figure c’è nascosta la storia del continente perduto e
che è in funzione di questo che ogni figura ha un suo valore (LUI la guarda
interrogativo). Per esempio questa carta (gli mostra la torre): la torre, indica
“disgrazia” perché racconta l’attimo in cui sprofonda tutto quanto. Mentre
quest’altra (ne mostra una seconda) significa “fortuna”, perché simboleggia i
superstiti che si mettono in salvo.
LUI Ma non hanno un valore diverso anche a seconda della carta che li precede?
LEI Anche. Allora cosa preferisci? Denaro, amore o successo.
LUI Fa un po’ tu.
LEI Allora cominciamo dal tuo sogno...perché tu si che sogni ancora. Hai
pubblicato qualcosa?
LUI Qualcosa si. Più che altro saggi, biografie, racconti.
LEI Letteratura sfigata quindi. Taglia il mazzo (LUI porta avanti la mano
destra)…con la sinistra! Ci credo che non hai ancora fatto i soldi.
LUI Veramente non me la passo così male.
LEI (interessata) Davvero?
LUI Cosa dovrei scrivere signora maestra?
LEI Romanzi. (come se fosse una ricetta di cucina). Prendi un po’ di sesso, ci
mescoli violenza nella giusta misura, aggiungi un pizzico di sentimento, azione
e suspence…et-voilà! Il successo è servito.
LUI Guarda che non è mica così semplice.
LEI Perché cosa ti manca scusa?
LUI Tu mi hai preso per Dante…
LEI Buono quello, cosa ti manca?
LUI (ridacchiando) Cosa mi manca per essere come Dante Alighieri?
LEI Senti: ha scritto la storia di uno che si perde in un bosco, incontra tanti
personaggi strani, sbava per una che non lo guarda nemmeno ed alla fine esce a
riveder le stelle e vede pure la Madonna. Secondo me è solo uno che si è fatto
un viaggio…
LUI Ah! Ah! Ah! Ed io che ti do retta. “Lo Duca ed io per quel cammino ascoso
salimmo a ritrovar lo chiaro mondo. E senza cura d’aver alcun riposo salimmo su,
ei primo ed io secondo. Tanto ch’io vidi delle cose belle, che porta l’ciel per
un pertugio tondo…
LEI …”e quindi uscimmo a rivedere le stelle…”, si la so anch’io!
LUI Ma ti rendi conto? Tutta una Commedia mi manca…
LEI Shhh che devo concentrarmi.
LUI Ok, ok. Ti ascolto.
LEI Allora ascolta bene, la prima carta sei tu, cioè non è che sei tu…questa
carta gioca a favore tuo. La seconda invece gioca contro di te, come se la prima
fosse il tuo avvocato e la seconda un Pubblico Ministero.
LUI Una specie di processo?
LEI Bravo. La terza carta infatti fa da giudice e la quarta da giuria.
LUI Una specie di processo!
LEI Che giorno è oggi? Non è che sabato vero? Bene perché di sabato le carte non
si devono fare, è il giorno di Saturno il sabato.
LUI E che c’entra?
LEI Saturno è un pianeta un po’ fetente e le carte di sabato non si devono mai
fare perché vengono peggio di come dovrebbero essere. In realtà neanche di
domenica si dovrebbero fare però, perché vengono meglio ma tanto oggi è
martedì…allora le carte, le carte ci dicono che sei dotato di molta sensibilità
ed inventiva…vedi che non ti manca niente?
LUI Scrivere un trattato accademico è diverso, un romanzo richiede troppo
impegno.
LEI Ma sentilo, se avessi un soldo per ogni sciocchezza che racconti diventerei
io stramiliardaria….bisogna che ti dai da fare sai? Sopra c’è la ruota, sai che
significa?
LUI Ovviamente no.
LEI Significa che devi darti da fare perché il momento è favorevole.
LUI Sembri mia figlia. Anche lei me lo dice sempre…
LEI Si, si me lo hai già detto. Ora guarda è uscito il bagatto ed è capovolto.
Espressività e talento dicevamo no? Ma al contrario. Appunto: il primo che non
ci crede sei tu.
LUI Ma pensi che sia semplice? Nel mio campo sono un esperto, ho già tutte le
basi che mi servono. Per una storia diversa dovrei…impegnarmi, perderci del
tempo, troppo tempo.
LEI Ma scusa, i tuoi saggi, i libri che hai scritto finora, ti hanno impegnato
molto no?
LUI Beh…si…abbastanza…
LEI E allora come sei riuscito a scrivere “quelli”, puoi arrivare a scrivere
“questi”.
LUI Ma poi per pubblicare devi conoscere, mica fanno pubblicare al primo che
capita.
LEI E come hai fatto finora?
LUI Beh…devi conoscere le persone giuste.
LEI Ma tu le conosci.
LUI Qualcuna si, ma hanno tutti già il loro giro. Non lo so se vale la pena
tentare di intrufolarsi.
LEI E chi te lo ha detto?
LUI Ma perché è così…ciascuno ha il suo orto e se lo coltiva da se.
LEI (facendogli il verso) “ciascuno ha il suo orto e se lo coltiva da se”…e che
non lo sapevo che dicevi così?
LUI Anche questo lo leggi lì?
LEI Lo so da sola ma lo dicono anche le carte: nella posizione del giudice è
uscito il matto.
LUI Embè?
LEI Embè il matto è l’arcano che ci sfida ad osare, e siccome è uscito pure lui
capovolto vuol dire che sei un coniglio. Siamo sempre lì lo vedi? Non hai
fiducia in te stesso.
LUI (protesta) Io non ho scarsa fiducia in me.
LEI Stai zitto bugiardo! Ti caghi sotto! Hai poca autostima. E la poca autostima
porta ad avere scarsa fiducia nei proprio mezzi. Da quanto tempo non fai sesso?
LUI Ma che te ne importa a te?
LEI Mi importa perché ti voglio bene. Fare sesso aiuta. Tu non ti stimi e perciò
vuol dire che non fai sesso.
LUI Ma tu guarda se devo renderti conto della mia vita sessuale.
LEI Fai come ti pare io ti ho avvertito. Ora scopriamo il verdetto?
LUI Mi daranno l’ergastolo?
LEI Magari! Te lo meriteresti, così potresti scrivere “Le mie prigioni” faresti
un sacco di soldi. E se scrivessi un bel thriller sulla storia dell’arte? Non ti
piace come idea? Pensa ad un giallo sulla Gioconda.
LUI L’hanno già fatto.
LEI Dunque, c’è un Professore che ha passato la vita a cercare di svelare il
mistero del sorriso della Gioconda che all’improvviso diventa pazzo uccide tutti
quelli che si interessano del quadro.
LUI Come se fosse un amante geloso?
LEI Bravo! E’ innamorato di Monna Lisa ed è così geloso di lei che si è convinto
che il dipinto sia roba sua e tutti quelli che si avvicinano…zac!
LUI Dovrebbe fare un’ecatombe ogni giorno.
LEI Mmmhhh…troppo complicato è vero…allora uno su…dai come si chiama…quello che
dipinge le facce con la frutta.
LUI Le facce con la frutta…c’era un motivo se non passavi gli esami.
LEI Uffaaa!!! Immagina che un tale decide di capire perché quel tipo faceva le
persone con la frutta sul viso, però c’è un’organizzazione segreta che non vuole
che si sappia perché la verità diffonderebbe il panico fra la gente.
LUI E sovvertirebbe l’ordine costituito. E magari il tizio in questione è
aiutato da una ragazza bellissima. Non svelano il mistero, però scopano come
ricci e alla fine vanno a vivere felici e contenti in un’isola dei Caraibi.
LEI O su una barca a vela! L’organizzazione segreta li vuole morti ma loro
sono più furbi e gli fanno credere che i documenti segreti resteranno segreti
solo se a loro non capiterà niente, altrimenti un avvocato di Parigi li regala
alle televisioni ed ai giornali di tutto il mondo.
LUI Perché di Parigi?
LEI Perché fa fico.
LUI (sarcastico) Geniale.
LEI No dozzinale. E la gente va matta per le cose dozzinali. Faresti un sacco di
soldi. Insomma non riesci a scrivere un bel giallo intricato?
LUI Non ne ho il tempo!!!
LEI Trovalo!! Guarda che è la strada giusta per te: nella posizione della
sentenza è uscita la giustizia! E che cosa simboleggia la giustizia?
LUI Che cosa simboleggia?
LEI Il karma, l’ordine, l’equilibrio ma soprattutto l’arrivo di una ricompensa
(fa il gesto dei soldi con le dita).
LUI Sesso, violenza ed azione…viene fuori una cosa dozzinale ma che vende
però…(storcendo la bocca) No, non è per me. Preferisco qualcosa di più leggero.
Racconti.
LEI E guadagni?
LUI Abbastanza per mantenere una ex moglie ed una figlia.
LEI Ho capito, roba sfigata lo dicevo prima.
LUI Io voglio fare la satira ai libri seri e impegnati. Proprio quelli pieni di
sesso, violenza e azione.
LEI E sei capace?
LUI Beh, ci provo…
LEI Provarci non basta! Quello che conta non è l’idea, ma la capacità di
crederci fino in fondo. Hai già scritto qualcosa? Mi fai leggere? E dai fammi
leggere qualcosa…
LUI Non lo so se è il caso dai…
LEI Ma che ti vergogni?
LUI No, ma sai, sono cose mie. E poi sono scaramantico.
LEI Ma così non diventerai mai ricco e famoso e non mi regalerai mai un
appartamento tutto per me.
LUI CHE DEVO FARE SCUSAAAAA?!!!
LEI Io non ho più una casa, non vorrai che rimanga per sempre bloccata qui con
te! Che direbbe tua moglie se sapesse che mi lasci in mezzo ad una strada?
LUI Probabilmente che te lo meriti.
LEI La verità è che hai paura di non avere successo.
LUI Ma chi ti credi di essere per giudicarmi tu?
LEI Una che ha più coraggio di te. La vita è un gioco caro mio e tu non giochi
mai. Mentre a me esce sempre la papessa.
LUI Ed un bel “chissenefrega”?
LEI La papessa “carino” è il lato ricettivo e femminile di ogni persona.
Rappresenta l’intuizione. Ora. Siccome io sono femmina a tutti gli effetti ed a
me la papessa esce sempre, tira tu le conclusioni.
LUI Nel PC. Guarda nel PC.
Lei va al PC, si siede e legge.
LEI Ma dai!! Ma copi Snoopy?!
LUI Ma che vai dicendo.
LEI Ma come no, tutti i romanzi di Snoopy cominciano così.
LUI E’ una citazione.
LEI Sta sul tetto della cuccia e scrive “era una notte buia e tempestosa”.
LUI E’ un racconto umoristico. Prendo in giro i libri seri. Quelli da cui poi
fanno i film.
LEI (leggendo)Davvero?
LUI Si.
LEI (sempre leggendo) Un libro comico?
LUI “Racconto umoristico”.
LEI (polemica) E quando si comincia a ridere qui?
LUI Non si ride ma si riflette. Prendo spunto da una cosa seria per far
sorridere. Si chiama satira.
LEI Va bè! Di che parla il tuo racconto umoristico?
LUI Di carte da giuoco.
LEI Maddai?
LUI Tu lo sapevi che le carte da poker sono un calendario lunare? (LEI lo guarda
perplessa). Ogni mazzo contiene cinquantadue carte, divise in quattro segni, ed
ogni segno contiene tredici figure.
LEI Embè?
LUI Cinquantadue sono le settimane dell’anno, quattro le stagioni e tredici i
cicli che la luna descrive ogni anno cioè i mesi. Ogni ciclo dura 28 giorni per
un totale di 364 giorni!
LEI Ne manca uno.
LUI I due Jolly, uno copre il giorno che rimane e l’altro rappresenta quello
bisestile.
LEI E che c’entrano la notte buia e tempestosa, il campanile e tutto il resto?
LUI Ma nulla in verità…quello è lo spunto per cominciare a raccontare la storia.
LEI Hai ragione, non te lo pubblicherà nessuno.
Traccia 16: chiavi e porta di casa
Entra LA MOGLIE.
LA MOGLIE Permesso? (la frase resta a metà perché si accorge che c’è
LEI)…guarda, guarda…
LEI (come il canarino Titti) Oh, oh…ti è semblato di vedele un gatto…
LUI E’ arrivata all’improvviso
LEI Sono arrivata all’improvviso.
LA MOGLIE Coincidenza fortunata.
LUI (a LA MOGLIE) Come mai sei tornata?
LEI (Come mai sei tornata?
LA MOGLIE Beh…questa è ancora casa mia…
LEI Non ci vieni molto spesso però.
LA MOGLIE Che vuoi, avevo nostalgia.
LUI (rivolto alla MOGLIE) Che cosa hai dimenticato?
LA MOGLIE Sono tornata per…le carte di tua figlia.
LEI Le stavamo usando.
LA MOGLIE Vedo. (ha visto la sua sciarpa) E’ tua quella?
LEI No, l’ho trovata lì sotto.
LA MOGLIE (allusiva) E che cosa ci facevi “lì sotto”.
LUI (indagatore) Sei tornata per prendere le carte?
LA MOGLIE (vaga) Forse…
LEI Ehi! Fate capire anche me?
LUI Stavamo giocando.
LA MOGLIE Dovevano essere giochi molto affettuosi.
LEI Ma devo starla ad ascoltare per forza?
LA MOGLIE Assolutamente no, la porta è lì...
LUI Smettila, non è il caso.
LA MOGLIE Stai tranquillo…“uccello che ha beccato vola via” e volerà via da sola
quando avrà finito di beccare.
LEI No. Credo che mi tratterrò qualche giorno.
LUI La portiera! Ti ha avvisata la portiera!
LA MOGLIE Bravo. Continuava a sentire “strani rumori” da questo appartamento e
mi ha chiesto di venire a dare un’occhiata.
LEI Spiona…
LA MOGLIE E’ un condominio serio questo.
LUI Domani mi sente.
LA MOGLIE Lasciala perdere è innocua. Come può sapere “chi” ti è venuta a
trovare? Per lei c’è solo una donna giovane e misteriosa nel tuo appartamento.
Ma come mai si è fatta viva? Aspetta che indovino, le serve sicuramente qualche
cosa.
LEI Non mi serve niente.
LUI E' rimasta sola.
LEI Ma stai zitto?!?
LA MOGLIE E’ sempre in difficoltà se si fa viva con il suo servo della gleba.
LUI Dovevo chiuderle la porta in faccia scusa?
LA MOGLIE Oh no davvero, è sangue del tuo sangue. E gli hai aperto anche quella
del frigorifero vedo, ma non avevi ordinato una pizza?
LEI Non arrivava mai.
LUI Non arrivava mai.
LEI Non giustificarti!
LA MOGLIE Mi aspettavo di trovare proprio te qui stasera.
LEI Ah si?
LA MOGLIE Quanti anni sono che manchi?
LEI (provocatoria) Non me lo ricordo…
LA MOGLIE Io invece scommetto di si. Ma avevi sicuramente dei nobili motivi...
LEI Infatti!
LA MOGLIE ...e ti sei già assolta.
LEI (ancora provocatoria) Devo rendere conto a te?
LA MOGLIE Qui a sopportare l’angoscia di tuo fratello c’ero io. Tu l'hai messo
su una croce e lui ci ha inchiodato anche me.
LUI Finché non te ne sei andata…
LA MOGLIE ...ma lo sapevo, lo sapevo! Appena ne avessi avuto bisogno saresti
ricomparsa.
LEI Ce l’hai con me perché arrivavi sempre seconda. Ecco!
LA MOGLIE Ce l'ho con te perché sei la persona più egoista, superficiale e
vigliacca che conosco.
LEI Ma se non ci sono mai...
LA MOGLIE Ci sei sempre invece! Insinuante! Come il tarlo che rode il legno,
l’angoscia che scava lo stomaco! Oggi come quattro anni fa, oggi come ogni altra
volta.
LUI E' mia sorella.
LA MOGLIE Si certo. E suo padre la trascurava e aveva solo te e vostra madre
abita in un'altra città e hai dovuto farle da secondo padre e blà, blà blà.
Conosco questa storia a memoria. Tua sorella non vive, sopravvive! Come un
parassita alle spalle di chi le vuole bene, non sei stanco di farti usare?
LUI Sei ingiusta.
LA MOGLIE Sono ingiusta? Dimmi una volta, una sola volta nella quale ti abbia
detto almeno grazie e non sia poi sparita all’improvviso. (LUI non sa
rispondere, LA MOGLIE continua) Perché sforzarsi se c'è sempre chi lo fa al
posto suo? Un volontario lo trova sempre. E con te non è diverso.
LUI E' mia sorella.
LEI Sono sua sorella.
LA MOGLIE E quando se ne andrà resterai da solo con la tua angoscia. Perché se
ne andrà, stai tranquillo che se ne andrà.
LUI Spiegami per favore.
LA MOGLIE Ti ha raccontato che è capitata all’improvviso?
LUI Beh..si…
LA MOGLIE Magari è vero, però…
LUI Però?
LA MOGLIE Però la portiera questo pomeriggio mi ha fermata per parlarmi di una
ragazza giovane e carina che da stamattina girava intorno al portone del
palazzo. E me l’ha descritta.
LEI Non sfugge nulla a quella donna…
LUI E come faceva a sapere che era lei?
LA MOGLIE Non lo sapeva infatti, ma quando “poi” mi ha chiamata per dirmi che la
ragazza misteriosa era qui con te, chi altri poteva essere?
Da qui in avanti LUI dirà le battute guardando sempre fisso LEI e rispondendole
in maniera gelida.
LUI E’ vero? (LEI annuisce a testa bassa). E le cose che mi hai raccontato?
Tutte bugie?
LEI (tenera, da gattina) Tutte, tutte no…
LUI Perché?
LEI Beh…perché ho bisogno di te, quello lì mi ha mollata così…
LA MOGLIE (sarcastica) Stai tranquilla, non ti lascerà in mezzo alla strada.
LUI Non sottovalutarmi.
LA MOGLIE No che non lo farai, siete sempre (fatale) sangue dello stesso sangue.
LUI L’hai già detto.
LA MOGLIE L’ho voluto ripetere. Beh, io vi lascio alle vostre “cosette”, in
bocca al lupo.
LUI Non ti servivano le carte?
LA MOGLIE Ovviamente no. (rivolta a LEI) E tieni anche la mia sciarpa, te la
regalo.
Suona il citofono.
Traccia 17: citofono
LUI E’ arrivata la mia pizza.
LEI Se l’è presa comoda il tipo.
LUI Scendo a prenderla.
LA MOGLIE Lascia stare che ci penso io, voi avete cose più importanti da
discutere. E poi per correre qui non ho cenato mentre voi due...non vi dispiace
vero?
LUI Buon appetito.
LEI (con la manina)Bye, bye…
LA MOGLIE esce. Musica.
Traccia 18: tema di “Ci penserò domani”
Buio.
Epilogo.
La mattina del giorno dopo: nel salone la finestra ha le tende semiaperte. Fuori
è una bellissima giornata e la pioggia del giorno prima ormai è solo un ricordo.
Traccia 19: cinguettio di uccellini
LEI è in piedi al centro del salone ed ha in mano una tazzina di caffè,
contemporaneamente parla al telefono conversando in imglese con un tono che
esprime sicurezza ed allegria. Indossa il soprabito ed il suo bagaglio è su una
sedia. Tutto lascia intuire che sta partendo di nuovo. Anche LUI ha in mano la
tazzina da caffè ed assiste con l’aria di chi sta guardando una scena già vista.
Al suono di un clacson LEI conclude al volo la conversazione.
Traccia 20: clackson
LEI E’ arrivato il mio taxi…scappo…
LUI (deluso) Non ti fermavi per qualche giorno?
LEI (facendo cenno di no) L’ho detto solo per fare rabbia a quella.
LUI annuisce. LEI si avvicina e lo bacia e scappa verso la porta, poi si ferma.
LEI Ciao.
LUI Ciao.
LEI Allora…ci vediamo presto…
LUI (annuendo) Presto. Dove andrai ora?
LEI Qualche giorno dalla Mamma credo…
LUI Non ti rimetti a viaggiare? Non vuoi andare da tuo padre?
LEI (facendo cenno di “no” con la testa) Non so nemmeno dove sia. E poi ho
voglia di rimettermi a dipingere.
LUI (sorridendo) Te l’ho insegnato io.
LEI (sorridendo) E’ l’unica cosa che so fare bene infatti…
LUI E di te? Che ne farai di te?
LEI Di me?…(alza le spalle come a dire “chi lo sa?”)
Silenzio.
LEI (sottovoce) Grazie...
LUI Cosa?
LEI No dicevo, grazie.
LUI Per cosa?
LEI Per essere mio fratello.
Pausa, LEI abbassa lo sguardo.
LUI …dimmi...
LEI Se puoi non cambiare mai da come sei…
LUI (sorridendo) Magari un po’ si dai...
LEI (sorridendo anche LEI) …solo un pochino però…
LUI Domani. Ci penserò domani.
LEI annuisce ed esce.
LUI (con un sospiro) Abbi cura di te…
LUI resta lì immobile per qualche attimo. Si sente una macchina partire.
Traccia 21: automobile che parte
Sempre in silenzio raccoglie le tazzina e le porta via.
Traccia 22: saxofono solo sul tema di “Ci penserò domani”
Esce, la musica sale, si chiude il sipario.
FINE