COME NON FARE L'AMORE

Una commedia in 5 quadri di

Giuseppe Della Misericordia


In ogni quadro compaiono:
Lui e Lei: una coppia esemplare
Il cameriere

Le coppie protagoniste dei quadri possono essere interpretate dagli stessi attori o da più attori, mentre il cameriere è interpretato sempre dallo stesso attore.

Scena:  Cinque differenti stanze dello stesso albergo, durante la stessa festa di matrimonio.

Nel caso si vogliano rappresentare 4 quadri suggerisco di tralasciare il quadro 2.


I – IL FRATELLO DELLO SPOSO

Un uomo e una donna, in abiti da cerimonia di matrimonio. È la prima volta che sono da soli insieme. Lui è sicuro si sé, ha l’aria di chi l’ha corteggiata tutta la sera e sente di aver raggiunto l’obiettivo. Lei invece è combattuta: è affascinata, lo ha seguito in camera, ma forse vorrebbe andarsene.

LUI: Se lo chef non sa fare lo chef, che faccia il bagnino! Vuole insegnare a me come si fanno le mazzancolle alla catalana!
LEI: (in ammirazione) Sei catalano?
LUI: No!
LEI: Ah, allora sei uno chef anche tu! Ecco perché lo hai insultato...
LUI: Non c'è bisogno di essere uno chef per insultare uno chef! Io volevo solo sapere  cosa ci ha messo in quelle mazzancolle! Aceto di riso? Sciroppo di more? Calcestruzzo?
LEI: Secondo me ci ha solo sputato dentro …
LUI: Ormai non si trova più uno che sa fare bene il suo lavoro! Vuoi cucinare per un matrimonio, va bene, ma cucina giusto almeno! Se sul menù c'è scritto “alla catalana”, quelle mazzancolle le devi fare “alla catalana!” Se no scrivi “mazzancolle fantasia” e ne esci pulito!
LEI: Io non ho capito una cosa… ma perché le chiamate mazzancolle se sono gamberi, alla fine?
LUI: Gamberi?! Gamberi?! Allora... innanzitutto la mazzancolla mi può arrivare a venti centimetri di lunghezza e cento grammi di peso, quindi mi è grande come o più del gamberone ma meno del gambero e del gamberetto... ma a differenza del gambero e del gamberetto che mi è di colore rosa o bianco, e a differenza del gamberone che mi è rosso o viola, la mazzancolla è di color avana. Quindi la mazzancolla ha le dimensioni del gamberone ma il gusto delicato del gambero e del gamberetto, quindi...
LEI: … mi gira un po' la testa…
LUI: … ci credo: vogliamo parlare della carta dei vini?
LEI: Ti intendi anche di vini?
LUI: Quando ho preso il diploma ho litigato con il somelier!
LEI: Hai il diploma da somelier?
LUI: Ragioniere. Quando ho preso il diploma da ragioniere, ho litigato con il somelier del ristorante! Se non sai neanche distinguere i vini…
LEI: ...vai a fare il bagnino!
LUI: Bagnino? Perché? No! Devi studiare! Se vuoi fare il somelier devi studiare i vini!
Lui prende il telefono della camera.
LEI: (lo dice ma non lo fa) Forse è meglio se torno giù alla festa…
LUI: Una bottiglia di champagne con due bicchieri… stanza 101… Di quale annata è? Come il mese scorso? Sì me lo porti lo stesso… tanto ormai la recensione che vi farò su Facebook non la potete peggiorare!  (riaggancia)
LEI: (sedendosi) Sì, io vado…
LUI: Me lo dicono tutti che di champagne me ne intendo!
LEI: E di scarpe? Ho le scarpe più brutte di tutto il matrimonio!
LUI: Ma no… quelle della testimone erano più brutte...
LEI: Io li odio i tacchi! Li odio! Per fortuna mi fanno così male gli alluci che non sento più il dolore alla cervicale!
LUI: (lascivo, si siede vicino) Perché non te le togli? Te le tolgo io, se vuoi... Ti faccio un massaggino ai piedi, dicono che sono bravissimo...
LEI: Mi servono: devo tornare giù…
LUI: Se le togliamo possiamo usarle per bere lo champagne...

Lei improvvisamente sta per baciarlo, ma subito si scosta.

LEI: No, aspetta.
LUI: Che c'è?
LEI: Niente.
LUI: Allora, se non c'è niente…

Lui cerca di baciarla, ma lei si scosta.

LEI: Aspetta.
LUI: Ho capito... ti piace giocare…  cosa vuoi fare? Vuoi che ti rincorro sulla scala antincendio?
LEI: No, non sto giocando… sto… scusami, è che... devo dirti una cosa…
LUI: La frase che ogni uomo vorrebbe sentirsi dire in questa circostanza!
LEI: Io…
LUI: Tu?
LEI: Io...
LUI: Me lo dici dopo!

Cerca ancora di baciarla, lei si scosta.

LEI: Tanto lo sai già, vero?
LUI: Io? Cosa? Cosa devo sapere?
LEI: So che non vi parlate molto, ma magari di questo…
LUI: Ma chi? Cosa stai dicendo?
LEI: Allora… tuo fratello…
LUI: Mio fratello?!
LEI: Occavolo… lo sapevo!
LUI: Mio fratello cosa?
LEI: Niente. Torno giù alla festa.
LUI: Mio fratello cosa?!
LEI: Una volta…
LUI: Un volta?
LEI: Una sola…
LUI: Una sola cosa? Ma di che stai parlando?
LEI: Ecco, lo sapevo, ho sbagliato! Non dovevo dire niente…
LUI: Dire cosa?
LEI: Io… e lui… ma una sola volta!
LUI: Tu… e… mio fratello?
LEI: Sì…
LUI: Quello che si è appena sposato? Quello che sta facendo il karaoke con la cravatta mozzata e il cartello sulla schiena con scritto: “aiutatemi”?!
LEI: L'anno scorso... ero single! Anche lui era single! E i single sono fatti apposta per…
LUI: Per…?!
LEI: … per incontrarsi e…
LUI: … e…?!
LEI: … come i panda, no? Ma una sola volta!
LUI: Non capisco...
LEI: È successo! Una sera. Siamo rimasti solo noi in ufficio. Poi si è rotta la fotocopiatrice. Poi siamo andati a mangiare una pizza. Poi abbiamo bevuto un bicchiere di vino. Poi ho bucato una gomma.
LUI: Che vino era?
LEI: Poi ho perso le chiavi di casa. Poi ho perso il telefono e… ho dormito da lui. Ma io non… io non… non sono una che…

Silenzio. Lui la guarda muto.

LEI: Lo so cosa pensi di me! Lo sapevo che non dovevo dirtelo! Cioè dovevo dirtelo ma non potevo… cioè potevo ma non dovevo… cioè… lo so cosa pensi… pensi che io sono una… una… una...

Lui improvvisamente si avvicina, sembra stia per dirle qualcosa, poi esce, va in bagno.

LEI: …una cretina! Sono una cretina! Neanche con uno qualunque! No! Il fratello! Con il fratello! Con i due fratelli! La vita è una soap opera girata senza soldi e con attori di merda!

Lei si rassegna, sta per uscire dalla stanza, mentre raggiunge la porta bussano.

CAMERIERE: (da fuori) Champagne signori!

Lei apre la porta per uscire e contemporaneamente entra il cameriere che la spinge dentro.

CAMERIERE: Champagne, signora!
LEI: Sono una cretina! Una cretina!
CAMERIERE: Il cliente ha sempre ragione...
LEI: Dovevo dirglielo prima, vero? Durante la cena? Vero? Perché è tutta la sera che parliamo ed è tutta la sera che ci penso! Tutta la sera! Eravamo allo stesso tavolo! E sono anche passati a salutarci! Suo fratello e la moglie, intendo... cosa gli dicevo? Suo fratello mi ha sorriso, ma è normale, lavoriamo insieme… un sorriso normale: non era quel tipo di sorriso… anche la sposa mi ha sorriso... Come glielo dicevo? E poi… lui me lo ha chiesto? No! Mica me lo ha chiesto! “A proposito, come informazione, non è che tu e mio fratello, una volta… l'anno scorso...?” No! Come facevo… così dal nulla? “Davvero non è questa la ricetta originale delle mazzancolle alla catalana? Ah, a proposito: l'anno scorso io e tuo fratello...” Non lo sapevo che sarebbe finita così stasera, che saremmo venuti qui nella sua camera e che… cioè io lo speravo, lo sentivo che stava succedendo, ma… se lo dicevo prima chissà cosa pensava di me… allora ho deciso: glielo devo dire dopo! Ma poi mi sono detta: chissà cosa penserà di me se glielo dirò dopo: mi dirà: “dovevi dirmelo prima”! Quindi gliel'ho detto durante! Durante! Sono una cretina, vero?
CAMERIERE: Il cliente ha sempre ragione.
LEI: Perché non sono rimasta a casa con le mie pantofole di Hallo Kitty, a mangiare marshmallow e guardare Cucine da incubo?

Lei esce.

CAMERIERE: Come se fosse l'unica ad avere le pantofole di Hallo Kitty…

Torna lui.

LUI: Eccomi!
CAMERIERE: Champagne, signore!
LEI: Dov'è?
CAMERIERE: La cretina? Cioè la signora? È andata via…
LUI: Andata via? Sono stato un cretino… un cretino!
CAMERIERE: E tutti in questo albergo vengono…
LUI: Perché lo sapevo! Quelle mazzancolle non dovevo finirle! Non le ha finite nessuno! Ma io no, io dovevo capire cosa ci aveva messo dentro lo chef! Io dovevo spiegargli la ricetta originale! Dovevo dimostrare che la colorazione non era uniforme! Lo sapevo che poi stavo male! Lo sapevo! Quegli occhi neri nel piatto… che mi fissavano come per dire: “mangiaci mangiaci... poi vedi cosa ti combiniamo!” Per forza lei se ne va… se sul più bello corro in bagno! Magari sono ancora in tempo…
CAMERIERE: Come no!

Esce.
Il cameriere si versa da bere.

CAMERIERE: In quest'albergo, qualunque cosa succeda, è sempre colpa delle mazzancolle!

FINE


II – IL CONTRATTO

Una donna che indossa abiti e accessori costosissimi, entra agitata e circospetta: non vuole essere vista. Non è la sua stanza ma si muove con disinvoltura. Aspetta qualcuno: si sistema il trucco e i capelli: vuole apparire sexy. Prende il telefono della camera e compone il numero.

LEI: Una bottiglia di champagne… la 102. Grazie.

Dopo qualche istante bussano alla porta.

LEI: (a bassa voce) Chi è?
LUI (da fuori): Sono io!
LEI: (a bassa voce) Sei sicuro?
LUI (da fuori): Che domanda è? Fammi entrare!
LEI: Abbassa la voce!
LUI: (da fuori, abbassando la voce) È la mia stanza! Mi fai entrare?!

Gli apre circospetta e lo fa entrare.

LEI: (facendogli il verso) “ È la mia stanza! Mi fai entrare?” come se fosse questa la cosa importante...
LUI: (si avvicina malizioso) No, infatti è un'altra la cosa importante!

Lui cerca di baciarla, lei si scosta.

LEI: Non ti ha visto nessuno?
LUI: Ma chi vuoi che mi abbia visto? Metà degli invitati sta litigando per il microfono del karaoke, l'altra metà sta digerendo le mazzancolle…
LEI: Hai fatto come ti ho detto?
LUI: Ho preso l'ascensore fino al quinto piano poi sono sceso con le scale fino al terzo, poi ho ripreso l’ascensore fino al secondo, poi sono risalito a piedi!
LEI: Quante volte?
LUI: Abbastanza! L’ho fatto un numero di volte sufficiente! Va bene? Non mi ha visto nessuno… vieni qui… sono 181 giorni che ti conosco… e che ti corteggio… 181!
LEI: Tu hai contato i giorni che noi due…?
LUI: Certo!
LEI: Beh hai contato male! Sono 182.
LUI: Come 182?
LEI: Il funerale del nonno?
LUI: Ah, già… il funerale del nonno…
LEI: Forse non ti piaccio così tanto…
LUI: Ma quello era un giorno particolare… mi è venuto un crampo qui al polpaccio mentre trasportavo la bara…
LEI: Il crampo però te lo ricordi! Se non ti piaccio più ammettilo!
LUI: Ma se è tutta la cena che ti guardo!
LEI: Non mi sembrava…
LUI: Come no? Tre tavoli dopo il mio, in fondo a destra… sono stato così tutto il tempo… dopo il tris di primi avevo il collo completamente bloccato! (poi malizioso) Vediamo se così riesco a muoverlo...

Lui cerca di baciarla lei si scosta.

LEI: Aspetta… calma…
LUI: Calma? Non resisto più...
LEI: Aspetta… conosci la mia situazione…
LUI: Ancora? Certo che la conosco! Sono 181 giorni che… cioè 182...
LEI: Le aziende di famiglia…
LUI: Certo…
LEI: Mio marito…
LUI: Lo so...
LEI: … se si venisse a sapere che io… io e te…
LUI: Sempre la stessa storia! Ma chi lo deve sapere? Chi?!
LEI: Non lo so… nessuno… chiunque!
LUI: A parte te e gli sposi chi mi conosce qui? Io sono acquisito e i parenti acquisiti contano meno delle bomboniere!
LEI: Quindi mi prometti che non lo dirai a nessuno?
LUI: Ma sì, ti ho detto di sì…
LEI: Sai cosa vuol dire promettere?
LUI: Prometto, certo!
LEI: Nessuno-nessuno-nessuno?
LUI: (improvvisamente serio) Ma intendi nessuno che ti conosce, no? Se per ipotesi lo dicessi… chessò... a un mio cugino di secondo grado che vive in Argentina...
LEI: Ecco, lo sapevo! Vedi? Lasciamo perdere! Non dovrei neanche essere qui io! Facciamo finta di niente: torno giù ad attaccare sulla schiena dello sposo cartelli con scritto: “aiutatemi”!
LUI: Ma no, dove vai? Dicevo per dire…
LEI: Ormai l'hai detto!
LUI: Lo prometto: sarà… il nostro segreto.
LEI: Davvero?
LUI: Sì.
LEI: Allora se siamo d'accordo... (tira fuori un foglio e una penna e glieli consegna) una firmetta qui e siamo apposto.
LUI: Firmetta? Cos'è questo?
LEI: Niente. Cioè un… contrattino.
LUI: Contrattino?
LEI: Una cosuccia… l' ha preparata il mio avvocato…
LUI: Avvocato?
LEI: E allora? Se tanto non lo dirai a nessuno…
LUI: Ma infatti, se non lo dirò a nessuno... che motivo c'è di mettersi qui con un contratto…
LEI: C'è, c'è: leggi!
LUI: (legge) “Le parti convengono… obbligato a non divulgare ed a mantenere riservate tutte le informazioni relative al presente accordo, inclusi i termini dell'accordo, le clausole d’uso e i dati personali… in caso di inadempienza... un milione di euro”! Qui c'è una penale di un milione di euro se lo dico a qualcuno!
LEI: E allora? Tanto non lo dirai a nessuno...
LUI: Ma chi ce l' ha un milione di euro?!
LEI: Ho capito lasciamo perdere! Vado a rifarmi il trucco e torno giù alla festa!

Lei fa per andare in bagno.

LUI: No! Aspetta! Fammi pensare…
LEI: Pensare? A cosa devi pensare? Ai soldi? Mi sembra chiaro cosa significa...
LUI: Sì, infatti: sono proprio i soldi: i soldi! Sai perché? Un milione di euro o cinquanta centesimi sarebbe la stessa cosa!
LEI: Non capisco cosa intendi dire!
LUI: Così stiamo perdendo tutta la spontaneità… tutto il romanticismo…
LEI: Siamo a un matrimonio: cosa c'entra il romanticismo? Si tratta di businness! Senti mi sono stufata: è più divertente fare il karaoke stonando apposta per vedere le facce degli altri.
LUI: Aspetta...

Lei va in bagno.
Lui passeggia nervosamente, rilegge il contratto, non sa cosa fare.

LUI: Un milione di euro…

Bussano alla porta.

CAMERIERE: (da fuori) Champagne, signori.

Fa entrare il cameriere.

CAMERIERE: Buonasera: lo champagne, signore.
LUI: Un milione di euro...
CAMERIERE: Accetto qualunque mancia!
LUI: Sono io che non posso accettare!
CAMERIERE: Neanche lei ha digerito le Mazzancolle alla Catalana?
LUI: Digerite? Le ho buttate nel vaso del ficus benjamina! Le avrà digerite lui!
CAMERIERE: Ecco perché a ogni matrimonio dobbiamo comprare un ficus nuovo...
LUI: Posso farle una domanda?
CAMERIERE: Glielo dico subito: quei film particolari si pagano a parte…
LUI: Ma quali film! Ascolti... se ci fosse una donna che lei corteggia da anni e adesso finalmente questa persona è disponibile…
CAMERIERE: Impossibile! La mia situazione è complicata... se ha tempo gliela racconto…
LUI: No che non ho tempo! È un esempio! Un esempio! Un'ipotesi! Riesce a immaginarlo?
CAMERIERE: No.
LUI: Allora… facciamolo su di me l'esempio: riguarda me: io corteggio una donna da anni: così ci riesce a immaginarlo?
CAMERIERE: No: non la conosco abbastanza.
LUI: Facciamo così: un ragionamento teorico, generale. Andare a letto con una persona e non poterlo dirlo a nessuno è come non andarci, vero?
CAMERIERE: Beh, tecnicamente…
LUI: E io dovrei promettere di mantenere il segreto, firmare un contratto di riservatezza, pagare una penale se lo dico a qualcuno… adesso lei è in bagno… e io… come farò a mantenere il segreto? Riuscirò a non dirlo a nessuno? Non è ancora successo e ho già voglia di dirlo…
CAMERIERE: Sono sicuro che saprà mantenere il segreto.
LUI: Davvero?
CAMERIERE: Certo! Si vede che è un persona riservata. Come tutti gli ospiti di quest'albergo. Arrivederci.

Il cameriere esce.

LUI: Mi sento meglio… leggero… svuotato… forse avevo solo bisogno di parlare… di sfogarmi… di buttare fuori tutto...
CAMERIERE (da fuori): Giuseppe! Riccardo! Correte! Indovinate che stanno combinando nella 102?

Lei torna dal bagno e fa per uscire dalla stanza.

LEI: Sei ancora qui?
LUI: Ho riflettuto.
LEI: Troppo tardi. Ci si vede in giro!
LUI: No, aspetta! Firmo! Firmo!
LEI: Davvero?
LUI: Sì.
LEI: Hai uno sguardo strano...

Lui prende il foglio, sta per firmare.

LUI: Sai perché voglio firmarlo questo contratto? Sai cosa ho capito? Che dopo di questo... mi farai firmare un altro contratto! Sì un contratto per farlo tutti i mesi… anzi tutte le settimane… anzi tutti i giorni… anzi… anzi… anzi... (si blocca mentre sta firmando) anzi io non firmo!

All'improvviso diventa consapevole e strappa il foglio.

LEI: Cosa fai!?
LUI: Stavo firmando! Ti rendi conto? Io stavo davvero firmando questo contratto!
LEI: Ma devi firmarlo!
LUI: No! Non lo firmo! Adesso ho capito tutto, ho capito davvero.
LEI: Non hai capito niente…. niente! Sei uno stupido!
LUI: Meglio poter raccontare mille volte di non averlo fatto, che farlo una volta e non poterlo raccontare mai!
LEI: Ah, è così?! Ma a te chi ti vuole?! Vattene! Vattene! Non mi sei mai piaciuto! Vattene! Vattene via!
LUI: Ma questa è la mia stanza!
LEI: Ho detto vattene!
LUI: Va bene, va bene me ne vado: sarà rimasta una camera libera in questo maledetto albergo!

Lui esce.

Lei prende il suo telefono.

LEI: Bastardo… bastardo… (poi alla risposta si ricompone) Pronto? Sabri! Non ci crederai, allora… ti ho detto che sono al matrimonio, no? Ecco: ascolta, indovina chi c'era tre tavoli dopo il mio?

FINE


III – SONO SOLO PENSIERI

Un uomo e una donna entrano cantando e ballando una canzone da “ballo di gruppo”. Probabilmente, da sobri, erano vestiti elegantemente. Lei è scalza e indossa la cravatta di lui. Lui ha la camicia slacciata e indossa la sciarpa di lei. Bicchieri di vino in mano, sono brilli, complici e affettuosi.
Lei si ferma e fa il verso ridendo al cameriere che li ha serviti a tavola.

LEI: “Il signore gradisce un'altra porzione di mazzancolle alla catalana?”
LUI: “No grazie: davvero buonissime ma sono allergico…”
LEI: “… il signore è allergico ai molluschi?”
LUI: “No: il signore è allergico alle schifezze!”

Ridono complici.

LEI: Dovremmo ringraziarle quelle mazzancolle... senza le urla dello chef e le eruzioni cutanee della nonna sarebbe stato proprio un matrimonio di m…
LUI: (interrompendola) … mia cugina. Il matrimonio di mia cugina…
LEI: Paola!
LUI: Federica!
LEI: Comunque, da quando esiste Facebook andare ai matrimoni è completamente inutile: sai già tutto della vita degli altri!
LUI: Io di Claudia non lo sapevo!
LEI: Non lo sapevi? Ma come fai a non sapere mai niente?
LUI: Se nessuno mi racconta le cose…
LEI: Se non ascolti quando “qualcuno” racconta…
LUI: Ma non stavamo parlando di Claudia?
LEI: Appunto.
LUI: Una ragazza così… dolce… non l'ho mai vista arrabbiarsi, mai sentita alzare la voce, mai sentita parlare male di qualcuno...
LEI: È sempre così: quelli che non si arrabbiano mai quando si arrabbiano esplodono improvvisamente… come gli stitici...
LUI: Che bella immagine… Ma un conto è arrabbiarsi, un conto è prendere il fucile da caccia di tuo marito, aspettarlo fuori dalla doccia…
LEI: Dici che ha esagerato?
LUI: Esagerato? Gliel'ha dato in testa dodici volte!
LEI: Non sapeva sparare, poverina! Come altro poteva fare?
LUI: Sembravano davvero uniti, affiati…
LEI: È sempre così…
LUI: In che senso?
LEI: (si accorge che il bicchiere è vuoto e prende il telefono della camera) Ciao caro, una bottiglia di champagne e due bicchieri… stanza 103… grazie, caro. Ciaociaociao.
LUI: Non hai bevuto abbastanza?
LEI: Ai matrimoni degli altri non si beve mai abbastanza!
LUI: Invece ai propri…

Silenzio.

LEI: E noi?
LUI: Come?
LEI: E noi? Siamo uniti? Affiatati?
LUI: Cosa? Noi? Che domanda è? Certo che siamo affiatati!
LEI: Ma secondo te… così per dire… siamo più o meno affiatati di Claudia e Lorenzo?
LUI: Molto più affiatati... soprattutto perché io non ho un fucile da caccia! Vado a lavarmi i denti!

Lui fa per uscire.

LEI: E… ehm… a te... non è mai venuto in mente?
LUI: Venuto in mente cosa?
LEI: Non so… diciamo… di… uccidermi.
LUI: Ucciderti?! Ma cosa stai dicendo?!
LEI: Ma niente, niente… era solo per dire…
LUI: Solo per dire? Certo! Un discorso come un altro!

Lui sta per uscire.

LEI: Ma sì, ma sì, come non detto…

Lui ci ripensa, torna indietro.

LUI: Ma perché... a te... è venuto in mente?
LEI: Cosa?
LUI: Di uccidermi.
LEI: A me? Ma scherzi! Era solo per dire… forse ho bevuto davvero troppo…
LUI: (sarcastico) Tu bevuto troppo? Ma no…

Lui fa per uscire.

LEI: Cioè… magari una volta…

Lui si blocca, torna indietro.

LUI: Cosa?! Una volta cosa?
LEI: Una volta…
LUI: Stai dicendo che tu una volta avresti pensato di…
LEI: ... lavarmi i denti!

Lei fa per uscire.

LUI: Eh, no! Adesso lo voglio sapere! Adesso mi devi spiegare: quand'è che avresti pensato di uccidermi?
LEI: Ma niente… sono solo pensieri… così… che si fanno… lasciamo perdere… sono stanca…
LUI: Tu adesso mi spieghi cosa intendi dire!
LEI: E va bene! Va bene! Pensieri...
LUI: Che pensieri?
LEI: Pensieri… tipo… i peli nella doccia.
LUI: I peli nella doccia?
LEI: I peli nella doccia. Te l'ho detto mille volte: io odio trovare i tuoi peli raggrumati nella doccia! Ma tu niente! Cosa ti ci vuole a pulirli? Passi il getto d'acqua un secondo e hai finito!
LUI: E tu mi ammazzeresti per i peli nella doccia?!
LEI: … solo un pensiero, ieri mattina… solo un attimo… un pensiero, un'immagine: ti afferro i capelli… così… ti apro la bocca... e ti infilo in gola quel gomitolo viscoso… tu dimeni le braccia e le gambe come una marionetta…
LUI: Marionetta?
LEI: (trasognata) Marionetta. Poi all'improvviso... la smetti. Mai più peli nella doccia.
LUI: Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?!
LEI: Sì… cioè no… cioè scusa… sarà lo champagne… saranno le mazzancolle… sarà la stanchezza… sono solo pensieri... vado a lavarmi i denti.

Lei fa per uscire.

LEI: In realtà anche io.
LEI: Anche tu cosa?
LUI: Pensieri… così per dire… pensieri...
LEI: Che pensieri?
LUI: Domenica.
LEI: Domenica?
LUI: Lo sapevi che avevo il calcetto alle 17, no? Ma certo per te non è importante... quindi mi hai tenuto al centro commerciale fino alle sedici e cinquantacinque! E cinquantacinque! È stato solo un attimo, solo un pensiero... sulla scala mobile… una spinta piccola, leggera, quasi distratta… e tu che rotoli giù come una scatola di scarpe, il tuo cappello nuovo che volteggia cangiante sotto i neon e si unisce al vorticoso turbinio dei tuoi sacchetti che ho trasportato per ore come uno sherpa tibetano… è tutto un volare di colori, tessuti e materiali: i coriandoli della vendetta… il tempo si dilata, scorre lentissimo e intanto io corro, corro fuori… sì, corro... verso la libertà… Adesso vado a lavarmi i denti.
LEI: Un attimo. Sai quando hai deciso di riparare il lavandino da solo e siamo rimasti una settimana con il bagno allagato e io: “chiamiamo un idraulico” e tu “no ormai è una sfida” e io “chiamiamo un idraulico” e tu “no ormai è una sfida”…?
LUI: Beh…
LEI: Ecco: quando ti vedevo inginocchiato in mezzo a quei tubi gocciolanti, infagottato nella tua squallida tuta da casa, bucata e infeltrita, lì a borbottare da solo e intorno a te un pavimento di cacciavite, brugole e chiavi inglesi che neanche un ferramenta durante l'inventario di fine esercizio… vederti lì: con il naso e le gengive a dieci centimetri dal marmo… un attimo, un pensiero: un calcione! Pum! Di punta!
LUI: Eh no, di punta no!
LEI: Sì, di punta: io mica sono un calciatore! Punizione! Pum! Spigolo! Tanto il bagno lo pulisco io. Adesso puoi andare a lavarti i denti.
LUI: Lunedì. Hai bloccato il traffico per 17 minuti per entrare in un parcheggio dove ci sarebbe stato un Boeing 747! Io: “avanti!” e tu andavi indietro. Io: “ destra” e tu andavi a sinistra! Da quanti anni guidi? E ancora non hai capito quando devi raddrizzarti!? È stato solo un attimo, un pensiero di un attimo: urlarti: “tutto a sinistra e accelera!” E la macchina giù nella scarpata con un pirotecnico, indimenticabile, rimbombante schianto di lamiere…
LEI: I duecento pentolini che consumi per fare un uovo! Chi ti credi di essere, Benedetta Parodi?
LUI: Se siamo in ritardo di un'ora tu stai in bagno a truccarti due ore! Ma invece, se siamo in ritardo di due ore... tu in bagno ce ne stai quattro!
LEI: Ti butterei dentro un lago con i tuoi pentolini legati al collo!

Bussano alla porta.

CAMERIERE (da fuori): Champagne, signori.
LUI: (facendo entrare il cameriere con un gesto automatico) Sarebbe da chiamare un paio di muratori, fargli tirare su un bel muro e lasciarti a morire di fame lì dentro!
CAMERIERE: I signori desiderano la colazione in camera?
LEI: Le lamette da barba usate sul lavandino! Quanti secoli ci vogliono prima che una lametta si decomponga da sola? Lo sai? Quanti secoli?
CAMERIERE: Il bagno non è di vostro gradimento?
LUI: Le briciole di biscotti dentro il letto! Lo sai che non le sopporto! Mi sembra di dormire sulla ghiaia del vialetto qui fuori!
CAMERIERE: Il materasso non è di vostro gradimento?
LEI: Almeno le usassi per tagliarti le vene quelle lamette!
CAMERIERE: Le pulizie extra vanno pagate a parte...
LUI: Te le infilerei a manciate quelle briciole, fino a riempirti il naso e la bocca mentre dormi, così almeno se smetti di respirare smetti anche di russare!
LEI: Russo? Io russo?
CAMERIERE: Sì.
LUI: Sembri una pentola a pressione con una lenticchia incastrata dentro la valvola di sfogo!
CAMERIERE: I signori desiderano dei tappi per le orecchie?
LEI: E il tuo risucchio mentre mangi? Prima con quelle mazzancolle volevo sprofondare!
CAMERIERE: I signori desiderano un'altra porzione di mazzancolle?
LEI: (al cameriere) No! Tutto il tavolo ti guardava! E anche gli altri tavoli! Sembrava un richiamo per procioni!
LUI: Vado al bar! Voglio bere ancora!
CAMERIERE: Champagne, signore?
LEI: No! Sono io che me ne vado giù a bere! Sono io!
CAMERIERE: Champagne, signora?
LUI: L’ho detto prima io!
LEI: Non mi interessa! Me ne vado prima io!

Escono sgomitando. Forse fanno questa scena ogni sera.

Il cameriere si versa un bicchiere di champagne, li guarda allontanarsi.

CAMERIERE: E poi mi chiedono perché non mi sposo.

Beve.

FINE


IV – LA VERITÀ

Un uomo entra assicurandosi che nessuno l’abbia visto.  È la sua stanza e si prepara per un incontro amoroso: si specchia, si sistema gli abiti,  si spruzza del profumo. Assume un posa di finta naturalezza e attende. Dopo qualche istante entra lei.

LEI: Amore!
LUI: Eccoti finalmente…

Lui cerca di baciarla, ma lei si scosta.

LEI: Quanta fretta!
LUI: Certo che ho fretta!

Cerca di baciarla di nuovo.

LEI: Prima devo dirti una cosa!
LUI: Non ci siamo nascosti qui per parlare!
LEI: Guarda che è una bella notizia!
LUI: (malizioso) Te la do io la bella notizia, vieni qui...
LEI: Sì, ma aspetta! Prima ti voglio raccontare tutto!
LUI: Tutto?
LEI: Certo! Tutto. Partiamo dalle mazzancolle…
LUI: … non mi ci far pensare! Ma dove le hanno pescate, nel Naviglio Pavese?
LEI: È proprio questo il punto! Quando ho visto questo coso di quindici centimetri, più o meno cotto nel mio piatto… ho visto… come dire... me lo sono immaginato che esce dal suo ovetto, sbatte le antennucce, nuoticchia in giro, mangia, cresce, si accoppia…
LUI: … beato lui…
LEI: … poi lo pescano con una rete, lo infilano dentro un furgone, lo portano in una cucina, lo saltano in un padella bollente, poi lo sbattono in un piatto e ce lo mettono davanti… secondo te come è morto?
LUI: Ma che ne so, come è morto! Gli avranno sparato! Perché stiamo parlando della mazzancolla adesso?
LEI: Perché è morta per niente! Hai capito? L'ho lasciata nel piatto e l'hanno buttata nella spazzatura… è morta per niente...
LUI: Certo! Se invece l'avessi masticata tu, quella mazzancolla sarebbe stata contentissima!
LEI: La vita è una sola e non sappiamo come finisce! Non voglio più sprecare un solo istante!
LUI: È quello che penso anche io!

Cerca di baciarla.

LEI: Quindi ho lasciato mio marito.
LUI: (incredulo, si allontana) Cosa?!
LEI: Ho lasciato mio marito.

Silenzio.

LEI: Non dici niente?
LUI: E… quando avresti lasciato tuo marito?
LEI: Esattamente… 12 minuti fa. Dopo i balli di gruppo. Gli ho detto che non lo amo più, che ormai il nostro rapporto è solo abitudine, che ho scoperto degli aspetti della mia personalità che con lui non posso esprimere… le solite cose, insomma. Quindi l'ho lasciato.
LUI: E lui?
LEI: Avresti dovuto vederlo! Mentre correva fuori dal salone è inciampato nel filo del microfono e si è tirato dietro una cassa… fine della musica. Meglio così: io il karaoke non lo sopporto. Poi si è infilato in macchina ed è partito sgommando! Non ha neanche preso la bomboniera. Però ha preso il cancello dell’hotel… lui che tiene più alla macchina che alla virilità...
LUI: Forse non ho capito. Tu stasera hai lasciato tuo marito?
LEI: Certo!
LUI: Ma quanto hai bevuto?
LEI: Il giusto: i matrimoni sono fatti apposta. Sia gli altri sia i propri.
LUI: Lo so che matrimoni sono fatti apposta per bere, ma sto dicendo un’altra cosa!
LEI: Ma no! Per lasciarsi! I matrimoni sono fatti apposta per lasciarsi! E io ho lasciato mio marito.
LUI: Ma… così... all'improvviso? Senza una preparazione, senza...
LEI: I colpi di testa non si preparano, se no che colpi di testa sono?! Da oggi voglio vivere così! Andava fatto e lo sapevamo tutti… io, lui, tu, le mazzancolle...
LUI: Non gli hai mica detto di noi?!
LEI: Ovviamente no! Ma perché hai quel tono?
LUI: Quale tono?
LEI: Non lo so… non mi sembri così contento... vieni qui…

Lei cerca di baciarla, lui si scosta.

LUI: Sì, certo che sono contento…
LEI: E allora perché fai così? Ho ordinato una bottiglia di champagne! Dovrebbe arrivare tra poco...
LUI: Qui? Adesso?!
LEI: Sì! Dobbiamo festeggiare! Ti rendi conto? Adesso anche tu puoi scendere a testa alta, tornare al tuo tavolo, guardare tua moglie negli occhi e dirle la verità!
LUI: La verità?
LEI: La verità! Siamo liberi.
LUI: Mia moglie?
LEI: Quante volte abbiamo sognato tutto questo? Cento? Mille? Ma mi stai ascoltando? Cos'hai? Sei strano...
LUI: Io? Ma no… è che… come dire... adesso tutto cambia…
LEI: Certo, tutto cambia… ma in fondo non cambia niente: siamo sempre noi due! Siamo ancora noi due! Sono anni che aspettiamo, che diciamo, che pensiamo…
LUI: Hai ragione amore! È meraviglioso! Meraviglioso! Se ti sembro strano è perché… è così tanta la felicità che…
LEI: Che…?
LUI: Aspetta: mi fa male il braccio…
LEI: Il braccio?!
LUI: Non è niente, ora mi passa… vieni qui, dammi un ba... ahia il petto… ahi...
LEI: Amore che succede?
LUI: Niente, niente, è già passat… ahi! (si accascia) Le mie pillole… le mie pillole...
LEI: Dove sono?! Dove sono le tue pillole?!
LUI: Lì n-nel… n-n-nel…

Lui stramazza per terra, lei si avvicina: lo tocca, lo scuote.

LEI: Amore! Amore cos'hai?! Rispondimi! Non farmi questo proprio adesso… cosa faccio io? Come faccio? Amore! Amore mi senti?!

Non sa cosa fare. Infine prende il suo cellulare, compone un numero freneticamente, sembra chiamare i soccorsi. Nessuno risponde: l’attesa è angosciante.  Dopo qualche istante finalmente la risposta e lei cambia completamente atteggiamento.

LEI: (al telefono) Amore! Cosa?! Ma lo sai che ti amo! Certo! Davvero ho detto così?  Non mi ricordo… ho bevuto tanto viso e poi… ho dei ricordi confusi… Davvero ho detto così? Ma no che non lo penso, amore, ma figurati… ma certo che ti amo… davvero ho detto così? Fa quasi ridere, vero? Chissà cosa intendevo dire veramente … d'altronde i matrimoni sono fatti apposta per esagerare, no? Stai tornando vero? Ti aspetto al karaoke allora, così cantiamo ancora insieme! Arrivo amore!

Lei esce parlando al telefono.

Dopo qualche istante entra il cameriere portando lo chmapagne.

CAMERIERE: Champagne,  signori!

Si accorge dell’uomo per terra.

CAMERIERE: Tutto bene signore? Gradisce un digestivo?

Lui solleva la testa lentamente per assicurarsi che lei sia uscita, poi si alza e si ricompone.

LUI: (fa il verso a lei) “Scendi e dì a tua moglie la verità”… la verità… la verità è come la carta igienica: per restare pulita non deve uscire dall'armadio.

Esce.

CAMERIERE: Tutti poeti i clienti di quest’albergo!

Si versa da bere.

FINE


V – GLI SPOSI

Gli sposi entrano nella loro camera: la festa è finita.
Lui è teso, nervoso, pensieroso.
Lei è stanca e contenta, si disfa i capelli guardandosi allo specchio.

LEI: È stato tutto perfetto… esattamente come lo immaginavo… eh amore?
LUI: Sì.
LEI: E poi oggi mi sento così bella, ma così bella...
LUI: Sì.
LEI: Sono in pedi dalle 5 e non ho il minimo sonno… tu?
LUI: No.
LEI: Abbiamo 6 ore prima che parta l'aereo…
LUI: Sì.
LEI: Possiamo usarle per dormire o per… (si avvicina maliziosamente)
LUI: Sì.
LEI: Amore, cos'è questa faccia? C'è qualcosa che ti ha contrariato?
LUI: Lo sai benissimo!
LEI: Io? No… cosa?
LUI: Fai anche finta di niente!
LEI: Non capisco cosa stai dicendo… ho capito: le mazzancolle alla catalana! Ma te l'ho già detto che avevi ragione tu, ho sbagliato io, dovevo scegliere il branzino, ma lo chef ha tanto insistito...
LUI: Ti piaceva eh?
LEI: Il branzino?
LUI: Il cameriere! Il cameriere!
LEI: Quale cameriere?
LUI: Lo sai benissimo! Tutta la sera a fissarti… e ti piaceva! Ammettilo!
LEI: Fissarmi? Ma no, amore ti stai sbagliando...
LUI: Se li è consumati quegli occhi a furia di guardarti… sempre… mentre ridevi, mentre ballavi, mentre brindavi...
LEI: Ma nessuno mi guardava!
LUI: Stai dicendo che sono un bugiardo? È così? Mi stai accusando?
LEI: Ma no, io… se ho fatto qualcosa di male mi spiace...
LUI: Ah lo ammetti allora!
LEI: Perché non ci rilassiamo un po'? Tra sei ore partiamo per le Maldive...
LUI: Si va alle Maldive, certo! A farti guardare dal pilota, dal facchino, dal tassista, dal direttore dell'albergo, dall'istruttore di sub, dal poliziotto alla dogana!
LEI: Ma il poliziotto deve guardami per vedere se sono io...
LUI: Nessuno ti deve guardare! Nessuno! La prossima volta mi faccio sposare da una suora mica da un prete!
LEI: Ma il prete doveva guardarmi per forza, come faceva a sposarci…
LUI: E il fotografo? Ti piaceva stare in posa, eh? Ti piaceva farti fotografare eh? La prossima volta che mi sposo lo prendo cieco il fotografo! (prendendo il telefono dell'albergo) Pronto? Una bottiglia di champagne… stanza 105… sì sono lo sposo...
LEI: Questa sì che è un'idea romantica...
LUI: Mi mandate quel cameriere (descrive il cameriere) perfetto! (riaggancia)
LEI: Non vorrai mica…
LUI: Certo che voglio! Adesso vediamo chi guarda chi!
LEI: Amore, è la nostra prima notte di nozze… non mi sembra il caso di… proprio oggi che mi sento così bella...
LUI: Appunto! Perché ti sei fatta così bella? Per farti guardare?
LEI: Ma oggi mi sono sposata!
LUI: E ti sembra un buon motivo per farti bella?

Bussano alla porta.

CAMERIERE: (da fuori) Campagne, signori!
LUI: Visto che velocità? Non aspettava altro!
LEI: Amore per favore non fare una delle tue solite scenate… almeno oggi...

Lui fa entrare il cameriere con lo champagne.

CAMERIERE: Buonasera signori…  lo champagne!

Silenzio imbarazzato.

CAMERIERE: Congratulazioni: siete proprio una coppia stupenda!
LUI: Ah, davvero?
LEI: Visto, amore? Arrivederci e grazie...
LUI: Quindi è per questo?
LEI: Amore, ti prego…
LUI: È tutta la sera che guardi! C'è un limite, lo sai?! Sì! Tutta la sera che guardi! Al nostro matrimonio! Ti rendi conto?
LEI: Lo scusi, è un po' teso per via del...
CAMERIERE: Si vedeva tanto?
LEI: Occavolo!
LUI: Ecco! Hai visto? Avevo ragione! Avevo ragione!
CAMERIERE: Non sono proprio riuscito a nasconderlo...
LUI: Hai visto? Mi tratti come un pazzo, e invece…
LEI: Amore ascoltami, io non...
LUI: Zitta tu! Dovete solo vergognarvi...
CAMERIERE: La signora non c'entra: è solo colpa mia…
LUI: Certe cose si fanno in due!
CAMERIERE: ... sapete a quanti innamorati ho servito da bere in questo albergo? Quante briciole ho raccolto dai tavoli degli altri?
LUI: (sarcastico) No: quante esattamente?
CAMERIERE: Sapete quante torte nuziali ho tagliato? E per me… mai una fetta, mai un brindisi, mai una briciola. Niente. Io… da solo.
LEI: Poverino…
LUI: Poverino? Poverino?! Ma poverino cosa?!
LEI: Mi fa pena… hai sentito cosa ha detto?
LUI: No! Non ho sentito e non me ne frega niente!
LEI: Ma come fai essere così… così… insensibile.
LUI: Io? Adesso sarei io l'insensibile? Ecco, sei brava a ribaltare le cose: appena sposati sembri già tua madre!
LEI: Mia madre? Cosa c'entra mia madre?
LUI: Infatti! Cosa c'entra tua madre? Perché è sempre in mezzo?
LEI: Ma se è morta l’anno scorso!
CAMERIERE: Non litigate proprio oggi… perché non facciamo un brindisi tutti insieme?
LUI: Un brindisi?! Questo vuole fare un brindisi!
LEI: Si sente solo, hai capito?
LUI: Davvero la nostra prima notte tu pensi a lui?
LEI: Ma no! Io voglio stare con te… ma quando vedo una persona così triste, io...
LUI: Sai cosa ti dico? Me ne vado! Me ne vado!
LEI: Amore ti prego non fare così!
LUI: Ci vai da sola alle Maldive! Anzi, sai cosa? Ci andate voi due ecco!
LEI: Ma che dici, amore?
LUI: Addio!

Esce.

CAMERIERE: Ho combinato un casino.
LEI: Ma no... tra poco ritorna… fa sempre così… è colpa mia… sono una cretina…
CAMERIERE: Il cliente ha sempre ragione!
LEI: Forse a volte esagera, ma se solo io fossi diversa... e io che ho occhi solo per lui… forse non dovrei… forse dovrei imparare a pensare di più a me stessa… a volte mi sembra di non vivere la mia vera vita... perché non beviamo?
CAMERIERE: Sono in servizio.
LEI: Cosa importa? La vita è una sola…
CAMERIERE: Anche il posto di lavoro. Credo ci sia un equivoco…
LEI: Ma no, quale equivoco… se ha passato tutta la sera a guardare…
CAMERIERE: Non guardavo lei.
LEI: E allora se ha passato tutta la serata a guardarmi ci sarà un motivo, no? infatti oggi mi sento così bella, ma così bella...
CAMERIERE: Ho detto che non guardavo lei!
LEI: Come?
CAMERIERE: Suo marito è davvero un uomo interessante, sa?
LEI: Uomo interessante?! Sta parlando sul serio?! Lei ha fissato mio marito per tutta la sera?
CAMERIERE: È sempre così… sempre così! Chi mi piacciono? Quelli sposati… quelli misteriosi, quelli impossibili, quelli irraggiungibili… non ne uscirò mai...
LEI: Non ne uscirò mai…

Pausa.

CAMERIERE: Ho un’idea: perché non diventiamo amiche?
LEI: Amiche? Noi due?
CAMERIERE: Sì! Le migliori amiche!
LEI: Fuori! Fuori! Vai fuori! Io ti ammazzo! Ti ammazzo! Hai capito? Ti ammazzo!
CAMERIERE: Vado, vado! Magari suo marito è al bar…

Esce.

LEI: (tra sé) Proprio oggi che mi sento così brutta… ma così brutta…

Squilla il telefono della stanza.

LEI: Pronto? Come? Davvero? (nasconde il suo stupore) Ma sì, certo che mi sono accorta che mi guardavi… come? Tavolo in fondo a destra? Certo… certo… in fondo a destra… ah, mio marito è al bar? Nella tua stanza dici? Fare l’amore? Adesso? Sì… arrivo… sì… sì... (sta per riagganciare poi si ferma) ah aspetta…  prima però… parliamo un po’.

FINE