Condominium

di

Sandro Arista


Il sipario si apre su un modesto monolocale in penombra dove, disteso su un letto, Antonio dorme russando rumorosamente… 
L’ambiente é semplice, con un arredo essenziale e senza pretese: pochi mobili e suppellettili (roba da poco prezzo, stile Ikea), più un angolo cottura. Ciò che in mezzo a tanta semplicità salta agli occhi è un computer corredato di una sofisticata apparecchiatura software e una telecamera digitale… 

La porta si apre all’improvviso. Nel monolocale irrompe Gloria che accende la luce assumendo un’aria decisamente contrariata…

GLORIA
Antonio!…

Strappato letteralmente da chissà quale beato sogno, Antonio fa una fatica bestiale a tirarsi su tra mugugni e lamenti.

ANTONIO (intontito)
Che c’è?.. Chi è?… A quest’ora…

Gloria lo guarda con disprezzo.

GLORIA
A quest’ora… é mezzogiorno, caro mio!.. Fuori il mondo corre, la società è iper-attiva, e tu ancora dormi!

Antonio ha capito che di dormire non se ne parla più. Si stiracchia sbuffando.

ANTONIO
Gloria, abbassa la voce, per favore, così mi uccidi i timpani… e poi… io mica dormivo…

GLORIA
No?… Ti trovo nel letto, con la luce spenta, che russi come un orso polare, e hai il coraggio di dirmi che non dormivi?… E cosa facevi, di grazia?… Meditavi?

ANTONIO
Ecco, brava, proprio così… meditavo… 

GLORIA
Certo, meditavi…

Antonio lancia un’occhiata alla sveglia poggiata vicino al letto.

ANTONIO
E comunque, se proprio vogliamo essere precisi, non è mezzogiorno, bensì mezzogiorno meno cinque…

GLORIA 
Ah, sai che differenza!… Senti, Antonio, io te lo devo dire, così non si può andare avanti!

ANTONIO
Aspetta, Gloria, per favore… non cominciare con le prediche che mi sono appena svegliato…

GLORIA
Allora lo vedi che dormivi!

ANTONIO
E va bene, dormivo!.. Ma cavolo, sto a casa mia, potrò fare quello che mi pare, no?.. Almeno a casa mia!

GLORIA
Il problema è proprio questo, Antonio, tu stai sempre chiuso dentro questa casa, non esci mai!.. Sembri un carcerato…

Gloria si mette a battere nervosamente il piede per terra, tesa ed esasperata.

GLORIA
Io vorrei sapere quand’è che ti deciderai a poggiare i piedi per terra!

Antonio si guarda intorno preoccupato.

ANTONIO
Quando avrò trovato le pantofole, Gloria… (le vede) Ah, eccole!

Antonio si alza e si infila le pantofole. Si avvia strascicando i piedi verso l’angolo cottura con l’aria da povera vittima.

GLORIA
Quello che non capisco di te è perché ti ostini a vivere come un immaturo. Perché sfuggi le responsabilità. Ti comporti come se la vita fosse tutto un gioco… Non sei neanche stato capace di aggiustare la porta di casa!

Con aria totalmente apatica, Antonio apre il frigorifero.

ANTONIO
L’aggiusterò… giuro che l’aggiusterò… (scruta sconsolato nel frigorifero) E’ finito tutto, domani devo fare scorte…

GLORIA
Che notizia, quindi domani metterai il naso fuori da questo buco!

Antonio tira fuori dal frigorifero una bottiglia di latte e un cornetto rinsecchito. Versa il latte in un bicchiere, mentre Gloria continua ad infierire.

GLORIA
Ti rendi conto dello scempio che stai facendo della tua vita?.. Non combini mai nulla di costruttivo…

ANTONIO
Sto in una fase creativa, Gloria, te l’ho detto mille volte, ma tu non vuoi capire…

GLORIA (con disprezzo)
Fase creativa… ti dovresti ascoltare quando parli…

Antonio dà un primo morso al cornetto.

ANTONIO (con la bocca piena e impastata)
Io snnrtst, mtldmntc smpr…

GLORIA
Che hai detto?

ANTONIO (manda giù il boccone)
Ho detto che sono un artista, ma tu lo dimentichi sempre…

GLORIA
Ah, certo, ecco il tuo alibi!.. Fa molto “artista” non fare un tubo dalla mattina alla sera, con la porta di casa rotta in modo che chiunque può entrare e rubare tutto mentre dormi, il che non sarebbe neanche così difficile, visto che dormi sempre!… Certo, noi poveri mortali non siamo in grado di apprezzare certe finezze da… “artista”!

ANTONIO
Non entra nessuno… e poi che ruba?

Gloria indica schifata il computer.

GLORIA
Ad esempio, quel tuo… “coso”, la!

Antonio segue con lo sguardo la traiettoria del dito della ragazza.

ANTONIO 
Quello non è un “coso”, ma un “signor” Pentium ultima generazione, 512 mega byte di RAM, 160 GB, mia cara!

Gloria non lo ascolta più. Ha preso a passeggiare nervosamente per la stanza.

GLORIA
E’ una vita che dici di voler fare l’attore, ma gli attori si danno da fare, Antonio, fanno la gavetta, si propongono alle compagnie teatrali, alle produzioni per ottenere delle parti, cercano di procurarsi un agente!… (si ferma) Tu ce l’hai un agente?

ANTONIO (serafico)
Io no… Tu ce l’hai un agente?


GLORIA
Io faccio l’avvocato…

ANTONIO
Bé, potresti fare l’avvocato con l’agente!

Gloria riprende a camminare, presa dalle sue elucubrazioni.

GLORIA
Tu non fai nulla, no!… Tu vivi chiuso qua dentro, beato sulla tua nuvoletta, a goderti la tua “fase creativa”… Certo, tanto che ti importa?… Tanto qui c’è sempre la cretina che aspetta!

ANTONIO (dà un altro morso al cornetto)
Come sei negativa…

GLORIA
Il tuo egoismo è così immensamente proporzionale alla tua totale mancanza di responsabilità da far rabbrividire, Antonio!… Non esiste al mondo un solo essere umano, dico uno solo, che non cerchi di fare qualcosa di costruttivo nella vita, di crescere, di migliorare, di andare avanti!… E tu invece?… Tu fai “l’artista”, il genio incompreso, l’intellettuale snob e radical chic che non scende a compromessi con il resto del mondo!… (con un gesto di stizza) Ma perché non vai a lavorare, come tutti gli esseri umani?!

Antonio appare imperturbabile. Da un ultimo morso al cornetto, scola il latte, posa il bicchiere.

ANTONIO
Hai finito?…

GLORIA
Ho finito…

ANTONIO
Bene, allora adesso vorrei dirti qualcosa io… Parliamo di te, Gloria, l’efficiente avvocato in carriera, la “superdonna” tutta cause e processi che fuori dal tribunale non vede ad un palmo dal proprio naso e che si permette di dare giudizi basandosi solo sull’effimera apparenza… la verità, Gloria, è che tu hai sempre guardato tutto in superficie, le tue considerazioni si basano su… é bianco o è nero, è bello o è brutto, é buono o è cattivo, punto!.. Tu non sei in grado di cogliere una sfumatura, di leggere tra le righe, di andare oltre. Per questo cominci a considerarmi una scommessa persa… Tu non credi nelle mie qualità, in quello che faccio, Gloria, E questa la verità!

GLORIA
Perché, scusa, che fai?… No, spiegamelo, perché io ancora non l’ho capito…

ANTONIO
Ecco la conferma, non sei in grado di capire.

GLORIA (insiste)
Ma dai, allora, spiegamelo… spiegamelo!

Antonio fa una pausa, poi con aria intellettuale.

ANTONIO
Io mi sto occupando di “arte interattiva”…

Gloria ostenta una risata.

GLORIA
“Arte interattiva”?… Saresti capace di spacciare una caciotta per un diamante…

ANTONIO
Meno male, almeno un pregio me l’hai trovato.

GLORIA
Antonio, hai trentacinque anni, non hai uno straccio di titolo di studio, hai una situazione economica disastrosa, non hai mai combinato niente di buono nella vita… Come puoi pensare che io possa credere in te?… Sei stato persino capace di spendere tremila euro per… (indica il computer con disgusto) quel “coso-ultima-generazione” che riesci a malapena ad accendere…

ANTONIO
Si chiama Pentium e grazie a lui sto costruendo le basi per il mio futuro, mia cara!

GLORIA
Certo, le basi… dormire fino a mezzogiorno…

Antonio comincia a spazientirsi.

ANTONIO
Senti, nessuno ti obbliga a stare con me… se pensi davvero che io sia questo essere così deplorevole, inconcludente e sfigato, allora cercatene un altro, la porta è quella!…

Gloria tira su col naso. Ora la sua aggressività lascia improvvisamente il posto alla malinconica. 

GLORIA
Per non parlare di quanto mi trascuri… Tu non hai mai fatto nulla per farmi sentire importante, Antonio… L’ultima volta che mi hai portato a cena fuori è stato un anno fa… Non mi hai mai neanche regalato un fiore…

Antonio si avvicina ad una mensola dove è poggiato un fiore secco e con un gesto brusco glielo piazza davanti agli occhi.

ANTONIO
Tieni, ecco il fiore!

Gloria lo afferra e glielo tira addosso.

GLORIA
Ma vai al diavolo!…

Gloria incrocia le braccia con l’aria di chiudersi in sé, mentre riprende a battere nervosamente il piede per terra. Ora c’è un attimo di totale distacco tra i due in cui sembra impossibile qualsiasi forma di comunicazione… Gloria comincia a singhiozzare.

GLORIA
Possibile che non capisci che sono esasperata?… Come posso andare avanti così?

ANTONIO (impietosito)
Senti Gloria, non drammatizziamo… in fondo, che ti chiedo?... Di avere solo un po’ di pazienza…

Antonio fa per darle una carezza, ma lei si scosta con aria isterica.

GLORIA
Non mi toccare!

Antonio si ritrae immediatamente.

GLORIA
Dio, perché mi sono innamorata di te?… (di nuovo, indicando il computer, con rabbia) Tu e quel maledetto coso!

ANTONIO (paziente)
E’ un Pentium ultima generazione…

Gloria afferra il soprabito. Se lo infila avviandosi verso la porta.

GLORIA
Non ne posso più… non ne posso veramente più… basta!

ANTONIO (la segue)
Gloria, aspetta… cerchiamo di essere ragionevoli…

Gloria si ferma davanti alla porta.

GLORIA
Oramai siamo grandi, Antonio… e io ho bisogno di avere al fianco… (plateale) un uomo!

Detto ciò, Gloria esce sbattendo la porta alle sue spalle. Antonio rimane qualche istante interdetto, poi scuote la testa. 

ANTONIO
Ma si, vai, vai, Gloria, torna per la tua strada!… (Verso la porta, con risentimento) Tu non hai bisogno di un uomo, Gloria, tu hai bisogno di un burattino da manovrare, ecco di cosa hai bisogno tu!… Vuoi il vincente di turno?… E allora cercatelo!… Mettiti in fila insieme a tutte le altre!… Poi, però, quando il vincente di turno sarò io, non ti lamentare se starò con un altra!.. (Torna verso il centro della stanza) Io resto me stesso, chi mi ama mi segua!..

Si sente il bip di un collegamento telefonico innescato, ma Antonio è così preso dal suo delirio che non se ne accorge. Nella stanza echeggia una voce dallo spiccato accento romanesco.

VOCE FC
Pronto?!

ANTONIO
Chi mi ama mi segua!

VOCE FC
Aò, pronto?!

ANTONIO
Chi mi ama mi segua!

VOCE FC
Oh, dacce n’tajo, sinnò qua famo notte!

Antonio finalmente si scuote e corre a piazzarsi di fronte alla web cam.

ANTONIO
Si, eccomi, pronto!… (si schiarisce la voce e assume un aria professionale) Ciao… come ti chiami?…

VOCE FC
So Nando…

ANTONIO
Ciao, Nando, benvenuto nel “l’angolo del profondo”, il sito di chi non ama restare in superficie…

VOCE FC
Eh, ‘nfatti, a me me piace annà ner profonno… io più vado ner profonno e più me diverto, me capisci, si?

ANTONIO
La pensiamo allo stesso modo, Nando, siamo perfettamente in sintonia, sei capitato nel luogo virtuale giusto…

VOCE FC
Vabbé, però nun perdemo tempo che qui er collegamento costa… che c’hai da famme vedé de bello?…

ANTONIO
Quello che vuoi, Nando… qui ogni necessità può trovare il giusto sfogo…

VOCE FC
Eh, bravo, io c’ho proprio bisogno de sfogamme… daje, sbrigamose!

ANTONIO
Ok, Nando, la tua animosità mi piace… ho quello che fa per te.

Antonio si concede un attimo di concentrazione. Ispira profondamente e parte con il suo “pezzo”: (dal Canto 1 de l’ “Inferno” di Dante).

ANTONIO
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
che la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual’era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinnova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte
ma per trattar del ben ch’i vi trovai…

Il coatto romano inizia a spazientirsi. La sua voce si inserisce nell’esibizione di Antonio.

VOCE FC
Senti, scusa, coso… aò, a coso, manca tanto?... Forse nun me so spiegato…

Antonio, però, tira avanti.

ANTONIO
…dirò de l’altra cosa ch’i v’ho scorta.
Io non so ben ridir com’i v’entrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai…

Nando non ne può più. Interviene di nuovo, in modo più prorompente.

VOCE FC
A cosoooooo!... Qui er tempo passa, la fai finita?!.. Io così quanno me sfogo?

Finalmente Antonio si interrompe.

ANTONIO
E’ un momento di grande pathos, Nando… ascolta…

VOCE FC
Ma pathos de che?… Senti, ma va a pià per culo tu sorella!

Si sente il segnale di interruzione del collegamento.

ANTONIO
Nando… Nando, ci sei?... (deluso) Accidenti, devo essere le linee difettose, è il caso che le faccia controllare…

Suona il campanello di casa. Convinto che si tratti ancora di un segnale del computer, Antonio si rivolge alla telecamera.

ANTONIO
Nando, sei sempre tu?…

Di nuovo il campanello.

ANTONIO
Ah, è la porta… questa di sicuro é Gloria che vuole fare la pace… (verso la porta) lo sai che è aperto, entra!…

Una musichetta alla Charly Chaplin accompagna l’entrata di un tipo impettito, i capelli fuori moda con riga da una parte, vistosi occhiali da vista e un aria piuttosto ebete: è il geometra Archetti. Antonio lo guarda perplesso.

ARCHETTI
Salve… immagino lei sia il signor Antonio…

ANTONIO
Si, ma io non immagino chi sia lei…

Archetti squadra Antonio dalla testa ai piedi, poi gli stringe la mano

ARCHETTI
Ragionier Girolamo Archetti, del quinto piano… Vede il paradosso di questa società consumistica e frettolosa?.. Abitiamo nello stesso stabile eppure siamo due estranei…

ANTONIO (seccato)
Magari fossero solo questi i paradossi…

Con movimenti a scatti e vari tic nervosi, Archetti estrae un foglio dalla giacca.

ARCHETTI
Mi perdoni l’intrusione, signor Antonio, vengo subito al punto… Sono qui in merito all’assemblea di condominio che si terrà oggi alle quattordici, (guarda l’ora) ovvero tra meno di un’ora… Questa è la convocazione, manca solo la sua firma…

Antonio fa per prendere il foglio, ma Archetti lo ritrae bruscamente.

ARCHETTI
Non c’è problema, tanto abbiamo ampiamente superato il numero di adesioni sufficiente…

ANTONIO 
Allora in cosa posso esserle utile, scusi?…

ARCHETTI 
Ecco, a dire il vero un problemino ci sarebbe…

ANTONIO 
Guardi, io ne ho già abbastanza di problemini…

ARCHETTI
Lei è informato riguardo la prevista ripulitura della facciata esterna dell’edificio?

ANTONIO
No.

ARCHETTI
Ecco, proprio di questo si tratta… Vede, signor Antonio, in seno all’assemblea si è creato una situazione un tantinello spiacevole… Lei naturalmente converrà con me che l’edificio merita un estetica di tutto riguardo e, in quest’ottica, il “grigio-azzurrino” è certamente il colore più idoneo per conferirvi eleganza e prestigio…

Antonio guarda l’ora ostentando nervosismo, ma Archetti continua imperterrito sempre più preso da quella che per lui sembra una ragione di vita.

ARCHETTI
Purtroppo, però, tra i nostri condomini c’è qualche irresponsabile che si ostina ad osteggiare la nostra mozione proponendo in alternativa l’orribile, pacchiano, disgustoso… (schifato) “rosa-violetto”!… Si rende conto?… Sarebbe un vero sacrilegio!

ANTONIO
Lei dice?

ARCHETTI
Ora, per un bizzarro scherzo del destino, nell’ultima votazione è emerso che le due fazioni, quella del grigio-azzurrino e quella del rosa-violetto, sono in assoluto equilibrio numerico… Ventotto voti, contro ventotto… identiche.

ANTONIO 
…e quindi?

ARCHETTI
Ma è chiarissimo, possibile che non ci sia ancora arrivato?... Lei, signor Antonio, era l’unico assente e di conseguenza é diventato l’ago della bilancia!… In altre parole, la decisione dell’intera assemblea sulla scelta del colore da dare al nostro edificio dipende esclusivamente da lei… é contento?

ANTONIO
Senta, guardi, non mi metta in mezzo a queste storie!.. A me non me ne frega niente di grigi, di violetti e di azzurrini… Per me il palazzo lo potete fare anche tutto nero, se volete…

Senza perdersi d’animo, Archetti tira fuori un altro foglio.

ARCHETTI
Capisco, lei deve essere molto preso dai suoi molteplici impegni, ma non c’è problema… io sono qui proprio per questo, per evitarle fastidiose grane… Voleva firmare un foglio?.. Ecco, firmi questo…

ANTONIO (sospettoso)
Cos’è?…

ARCHETTI
E’ una semplice, innocua sottoscrizione in cui lei dichiara di aver scelto il “grigio-azzurrino”… Al resto penserò io.

ANTONIO
Senta signor… violino… saxofono… pianoforte…

ARCHETTI
Archetti… ragionier Girolamo Archetti…

ANTONIO
Archetti… io non firmo un bel nulla, sia chiaro!

ARCHETTI
Suvvia, signor Antonio, non vorrà farmi credere che una persona della sua classe, del suo spessore, del suo… (lo guarda ma non gli vengono altri termini)… Insomma, un uomo di mondo come lei, dal gusto raffinato e sensibile, possa auspicare di vivere in un pacchiano edificio con la facciata “rosa-violetto”?… Ma andiamo…

ANTONIO
E’ proprio questo il punto, io non auspico un bel niente, è un problema che non mi interessa…

ARCHETTI (mettendogli il foglio in mano)
A maggior ragione; si fidi e firmi…

Antonio gli restituisce il foglio.

ANTONIO
Non firmo…

ARCHETTI (glielo porge)
Ma su, firmi…

ANTONIO (glielo restituisce, con più decisione)
Non firmo…

ARCHETTI (Insistente)
E firmi…

ANTONIO
Non firmo!

ARCHETTI
Firmi…

Esasperato da tanta insistenza, Antonio lancia il foglio in aria.

ANTONIO
Non firmo e basta!… E non insista, altrimenti la querelo per tentata corruzione!

Archetti si affretta a raccogliere il foglio.

ARCHETTI
Non si alteri, signor Antonio… io volevo solo agevolarla…

ANTONIO
Non mi agevoli!… Io non le ho chiesto niente, tanto più che dei suoi verdi-azzurrini non me ne frega niente!

ARCHETTI (precisa)
“Grigio-azzurrino”.

ANTONIO
Grigio-azzurrino, verde-azzurrino… Senta, mettiamola così, lei sta parlando con un daltonico che non distingue i colori, va bene?… (Lo prende sottobraccio trascinandolo verso la porta) E adesso, per favore, se ne vada che ho da fare…

ARCHETTI
Almeno, venga alla riunione…

ANTONIO
Non ci penso proprio.

Quando è vicino alla porta, Archetti poggia il foglio su un tavolino.


ARCHETTI
Senta, glielo lascio… magari può cambiare idea…

ANTONIO
Addio!

Antonio spinge Archetti fuori della porta. Tira un sospiro di sollievo, ma Archetti si riaffaccia.

ARCHETTI
Si ricordi, “grigio-azzurrino”…

Antonio chiude energicamente la porta.

ANTONIO
Ma è roba da matti!

Un segnale ad intermittenza del computer segnala che un nuovo cliente è in linea. Antonio si scuote.

ANTONIO
Un altro cliente… Antonio, concentrato!

Va a posizionarsi davanti alla telecamera.

ANTONIO
Ciao, benvenuto nel “l’angolo del profondo”, il sito di chi non ama rimanere in superficie… chi sei?

VOCE FC (In tono sospirato, da maniaco)
Sono Pierpaolo…

ANTONIO
Bene, Pierpaolo… hai una richiesta specifica o vuoi che faccia io?

VOCE FC
Che sai fare tu?

ANTONIO
Bé, ci sono varie possibilità: Shakespeare, Pirandello, Goldoni… ma se vuoi anche qualcosa di più…

VOCE FC
Li hai scelti tu questi nomi?

ANTONIO
Bé… sono i classici.

VOCE FC
Mi piace andare sul classico, non l’ho mai fatto, è trasgressivo…

ANTONIO
Ah, si?... Bene, allora… cosa scegli?

VOCE FC
Fai tu… fai tutto, tutto, tutto tu…

ANTONIO
Ok, sei in buone mani…

VOCE FC
Ecco si, comincia con le mani…

Antonio si posiziona di fronte alla telecamera. Ancora un breve momento di concentrazione e parte con un nuovo pezzo: (da “Ivanov” di A. Cechov).

ANTONIO
Sono un uomo cattivo, miserabile e insignificante.
Bisogna anche essere miserabili, logori, disfatti dall’alcool
per amarmi ancora e stimarmi.
Come mi disprezzo, Dio mio!
Come odio la mia voce, i miei passi, le mie mani,
questo vestito, i miei pensieri.
Non è una cosa ridicola e offensiva?
Sapevo che cosa vuol dire ispirazione,
conoscevo il fascino e la poesia delle quiete notti
quando dal tramonto all’alba siedi al tavolo di lavoro
oppure…

VOCE FC
Siiiiiii… mi piace…

ANTONIO (perplesso)
…oppure diletti la mente coi sogni…

VOCE FC
Mi piace… mi piace…

Antonio si interrompe.

ANTONIO 
Pierpaolo… tutto ok?

VOCE FC (tra i sospiri)
Siiiii, non ti preoccupare… continua… continua che mi piace…

ANTONIO
Veramente, ti sento strano… sei sicuro di sentirti bene?

VOCE FC
Siiii, ti ho detto… siiii, non ti fermare…

Non del tutto convinto, Antonio riprende. 

ANTONIO
Avevo fede, guardavo l’avvenire come negli occhi
di mia madre…

La voce di Pierpaolo si fa più incessante.

VOCE FC
Oooohhh, siiiiiiiiiiii… tua madre!!!…

Antonio si blocca di nuovo, innervosito.

ANTONIO
Scusa, ma si può sapere che cosa ti prende?.. Cechov ti fa questo effetto?.. Vuoi che passiamo a Shakespeare?

VOCE FC
Toccati…

ANTONIO
Come “toccati”?… Ma che dici?

VOCE FC
Toccati… è bello… io lo sto facendo…

Antonio é interdetto. Elabora quanto ha appena udito, poi ha uno scatto di rabbia.

ANTONIO
Eih, amico, mi sa che tu sei fuori strada!…

VOCE FC
Siii, bravo, così… arrabbiati…

ANTONIO
Oh, ma la fai finita?!… Vuoi che chiamo i carabinieri?

VOCE FC (sempre più ansimante)
Siiiiiii, i carabinieri… bravissimo!… I pompieri, chiama pure i pompieri!

ANTONIO
Guarda che io non ci metto niente a scoprire il tuo numero di telefono e informare tua madre di quello che fai, hai capito?… Di un po’, ce l’hai una madre?

Il segnale della comunicazione viene di colpo interrotto. 

ANTONIO (indignato)
Ma tu guarda che tipo!… Ma dove pensava di essere capitato?.. Qui si fa arte!

Il suono alla porta lo scuote.

ANTONIO
Ancora visite?… (innervosito) Ah, se è di nuovo quel rompiscatole di Archetti questa volta mi sente!

Antonio va ad aprire trovandosi di fronte un’avvenente donna sui trent’anni, sensuale e decisamente provocante: la signora Anna Maria Rita Pompinelli.

POMPINELLI
Salve, disturbo?…

Antonio appare decisamente turbato da quella inaspettata “apparizione".

ANTONIO
Si… cioè, no… prego…

POMPINELLI (entra porgendogli la mano)
Sono Anna Maria Rita Pompinelli, del terzo piano…

ANTONIO (confuso)
Piacere… Antonio... del primo piano…

POMPINELLI
Lo so, sono appena entrata in casa sua…

ANTONIO
Giusto… infatti.

POMPINELLI
Sbaglio o prima la sentivo parlare?... C’è qualcuno in casa?.. Non vorrei disturbarla…

ANTONIO
No, no.. sono solo… assolutamente solo… direi solissimo.

POMPINELLI
Meno male, detesto risultare invadente…

ANTONIO (galante)
Lei può invadere quanto vuole, signorina…

POMPINELLI
Signora… (ammiccando) anche se devo dire che mio marito mi trascura alquanto…

ANTONIO
Evidentemente non sa apprezzare le cose belle della vita…

Di fronte alle lusinghe di Antonio, la Pompinelli si fra sempre più civetta…

POMPINELLI
Che gentiluomo, signor Antonio, così lei mi fa arrossire…

ANTONIO (completamente inebetito)
Oh, arrossata è ancor più bella…

…poi assume un aria grave.

POMPINELLI
Ecco vede, signor Antonio, mi sono permessa di farle questa visita per una questione un po’ delicata… 

ANTONIO
Una donna della sua classe solo di questioni delicate può occuparsi…

POMPINELLI
Si tratta della riunione di condominio…

Quella affermazione scuote di colpo Antonio, strappandolo dal sogno.

ANTONIO
Ancora?!!!… Ma cos’è oggi un’epidemia?

La Pompinelli nota il foglio poggiato sul tavolo. Lo afferra e digrigna i denti.

POMPINELLI
Lo sapevo!.. Quel maledetto è già passato di qui!… Non deve fidarsi di lui… quel uomo è pericoloso, è una iena!

ANTONIO
Chi, il geometra?… Ma andiamo, quello più che una iena sembra una talpa.

POMPINELLI
Non c’è da scherzare, la questione è molto seria!

La Pompinelli comincia da avanzare verso Antonio, costretto ad indietreggiare.

POMPINELLI
Quell’uomo vuole trasformare il nostro allegro, candido, leggiadro edificio in uno squallido, tetro, angusto, macabro, spettrale, ostile angolo di desolazione, Si rende conto?… Ma noi non permetteremo che un destino tanto terribile si abbatta sulle nostre esistenze, vero?

ANTONIO (con le spalle al muro)
No… no… non credo…

POMPINELLI
Noi faremo di tutto per evitarlo, vero?… Proprio di tutto?

ANTONIO (sempre più inebetito)
Si… di tutto… e, se necessario, anche di più…

La Pompinelli inizia a volteggiare intonando una soave melodia.

POMPINELLI
Tutti noi meritiamo
di svegliarci al mattino
in un morbido letto
di piume disfatto
sapendo che fuori c’è
il rosa violetto!…

Antonio applaude entusiasta.

ANTONIO
Brava!

La Pompinelli tira fuori un foglio dalla sua borsetta.

POMPINELLI
Allora, mi sembra di capire che lei è dalla parte nostra, mio bel signor Antonio del primo piano… perché, del resto, qui non ci sono alternative: o si sta da una parte o dall’altra, giusto?

ANTONIO (completamente frastornato)
Si… o da una parte, o dall’altra…

POMPINELLI (gli avvicina il foglio)
Allora metta una bella firmetta qui così risolviamo tutti i problemi!

ANTONIO
Veramente, non ho la penna…

La Pompinelli si guarda intorno e si fruga addosso in preda ad una sorta di isteria.

POMPINELLI
Una penna?.. Manca una penna?… Possibile che qui non c’è una penna?!… Nessuno ha una penna, maledizione alle penne!

La Pompinelli inizia a tastare anche Antonio per il corpo alla ricerca della benedetta penna.

POMPINELLI
Eppure dovrà pur esserci una penna, no?!… Mi lasci controllare… sono certa che lei ha una penna da qualche parte!

ANTONIO (turbato dal palpeggiamento)
Per favore, la prego… così mi fa calore!

Proprio in quel momento entra Gloria che trova la Pompinelli avvinghiata ad Antonio.

GLORIA (sconcertata)
Antonio!

Antonio, nel vederla, impallidisce.

ANTONIO
Gloria!

Antonio svicola dalla “presa” della Pompinelli che non appare per nulla imbarazzata.

POMPINELLI
Bene, signor Antonio… come le dicevo, tra cinque minuti inizia la riunione di condominio, ci vediamo lì, la aspetto fiduciosa…

La signora Pompinelli passa ancheggiando vicino a Gloria, livida di rabbia. Quando è vicina alla porta lancia un ultima occhiata ammiccante ad Antonio. 

POMPINELLI
Ho capito che tra noi può esserci molto feeling… (lo saluta con la manina e gli lancia un bacio) By, by, mio bel Antonio!…

Gloria ha osservato attonita la scena. Appena la Pompinelli è uscita volge uno sguardo pieno di astio ad Antonio (che non sa dove guardare) incrociando le braccia e battendo, come sempre nervosa, il piede sul pavimento.

GLORIA
Chi è quella… “signorina”?

ANTONIO
Signora… è una signora…

GLORIA
Non mi hai risposto… chi è?

ANTONIO (minimizzando)
Ma niente, una scocciatrice…

GLORIA
Una scocciatrice, eh?…

ANTONIO
E’ passata per la riunione di condominio… questa volta credo che dovrò proprio andarci…

GLORIA
Tu alla riunione di condominio?… Ma che strano, sarebbe la prima volta in vita tua…

ANTONIO
Infatti… è ora che cominci a prendere coscienza dei miei doveri da inquilino, delle mie responsabilità…

GLORIA
Senti chi parla di responsabilità!… Di un po’, pensi proprio che io sia scema?

ANTONIO
No.

GLORIA
E pensare che ero tornata da te con tutte le migliori intenzioni, ma tu riesci sempre a rovinare tutto!

ANTONIO
Non capisco ora cosa fatto di male?

GLORIA
Passo a mezzogiorno e ti trovo che dormi… Ripasso dopo un’ora e ti trovo a fare il mollicone con una specie di sgualdrina… (fa il verso alla Pompinelli) “Ho capito che tra noi può esserci molto feeling...” E hai pure il coraggio di chiedermi cosa hai fatto di male?.. Oltre ad essere un irresponsabile, Antonio, sei anche un subdolo, viscido, falso, vigliacco, bugiardo, infido e mistificatore!

ANTONIO
Bastava un termine solo, capivo lo stesso…

Gloria ha un piccolo cedimento, la sua voce si incrina.

GLORIA
Io non so chi me la da ancora la pazienza di stare con te…

ANTONIO
Senti, Gloria, facciamo così: tu adesso ti siedi, ti rilassi e ti calmi… Io vado a questa benedetta riunione, così chiarisco una volta per tutte una faccenda con i condomini che ora non ti sto a spiegare… poi, quando torno, ce ne stiamo un po’ in pace io e te, va bene?

Gloria guarda altrove, con un’aria sostenuta.

GLORIA
Non so se mi troverai…

ANTONIO
Cinque minuti, Gloria, solo cinque minuti, te lo prometto… (si avvicina alla porta) Aspettami qui e fai la brava, ok?

GLORIA
Non ti sei neanche cambiato, datti una sistemata almeno…

ANTONIO
Sto benissimo!

Antonio esce e Gloria si lascia andare ad un piccolo sfogo personale. 

GLORIA
Uffa, ma perché non riesco a staccarmene?.. Mi sento così patetica… E’ inutile, non esistono più gli uomini di una volta… (sognante) quegli uomini sempre pieni di attenzioni con noi donne, quegli uomini che ti aprivano la portiera dell’auto con galanteria o che ti offrivano una rosa per dichiararti il loro amore… (guarda verso l’alto) Ma insomma, ci dovrà pur essere un vero uomo da qualche parte?

Nella stanza si ode una voce maschile, molto calda…

VOCE FC
Eccomi, baby…

Gloria ha un sussulto. Si guarda intorno intimorita, senza capire.

GLORIA
Oddio, chi è?..

VOCE FC
Cercavi un vero uomo e l’hai trovato…

Gloria continua a guardarsi intorno smarrita.

VOCE FC
Devi guardare la telecamera, baby…

GLORIA (confusa)
Qui?…

VOCE FC
Esatto, baby, mi hai trovato…

GLORIA
Ma lei chi è, scusi?

VOCE FC
Sono colui che hai sempre cercato nei tuoi sogni più intimi e segreti. Sono la trasgressione, sono il tuo “angolo di profondo”…

GLORIA
Oh, santo cielo!

VOCE FC
Per caso, é la tua “prima volta”?

GLORIA
La mia prima… in che senso…?

VOCE FC
Da come ti comporti, é come se fossi ancora “vergine”…

GLORIA (piccata)
No, guardi, le assicuro che…

VOCE FC
Questo renderebbe tutto più eccitante…

GLORIA (Incerta)
Senta, non vorrei deluderla, ma… credo che ci sia un equivoco… Antonio è appena uscito e…

VOCE FC
Antonio?… Non so chi sia questo Antonio e non ne sono interessato… A me piacciono le puledrone come te, baby...

GLORIA
Oh, santa Maria vergine!

VOCE FC
Se non sei pratica non è un problema, anzi è anche meglio… sarà un piacere per me prenderti per mano e farti da “maestro”…

Gloria è sempre più interdetta.

GLORIA
Maestro?… Ma… cosa vorrebbe insegnarmi, scusi?

VOCE FC
Ognuno di noi per diventare adulto ha bisogno di un maestro, baby…

GLORIA
Senta, intanto la smetta di chiamarmi “baby”, è un genere di confidenze che non gradisco…

VOCE FC
Dai, baby, non fare la preziosa, si capisce lontano un miglio che hai una gran voglia di mostrarti per quello che sei…

In effetti, per quanto faccia la sostenuta, in Gloria traspare una certa gratificazione per tutte quella attenzioni a cui non è certo abituata.

GLORIA
Guardi… veramente si sbaglia, io non ho un gran che da… mostrare…

VOCE FC
Non ti sottovalutare, baby, so quello che dico, il mio occhio è esperto…

GLORIA
La ringrazio per la fiducia…

VOCE FC
Ad esempio, sarei molto curioso di vedere la tua “pesciolina”…

GLORIA (esterrefatta)
La mia pescio-che????

VOCE FC
La tua pesciolina, baby… o, se preferisci, passerotta, patatina, morbidotta, cerbiattella, pelosetta, sorcettina… puoi cambiarla come vuoi, ma la sostanza rimane sempre la stessa…

Fuori di sè, Gloria punta un dito minaccioso verso la telecamera.

GLORIA
Ma come si permette, brutto cafone che non è altro?!… Guardi che io la denuncio, la querelo, la cito in giudizio per frasi oscene in luogo pubblico!… No, anzi, per violazione vocale di domicilio!… Nemmeno… per molestie sessuali telematiche!… Insomma, io sono un rispettabile avvocato, capito?

Il tono del cliente cambia: ora sembra aver perso la pazienza.

VOCE FC
Basta, mi hai stufato, baby… io una possibilità te l’ho data, mi dispiace per te!

La linea si interrompe. In quel momento echeggia la voce di Antonio.

VOCE ANTONIO FC
Ho detto che non firmo niente!.. Non firmo un bel niente, lasciatemi in pace!

Antonio irrompe in casa nervoso.

ANTONIO
Che pretese!… Chi mi tira da una parte, chi dall’altra… Ma con chi pensano di avere a che fare, con un burattino?… Io le decisioni le prendo da solo, per la miseria!

Nota Gloria che lo guarda con rimprovero, ma la previene.

ANTONIO
Gloria, per favore, non mi dire niente che non è il momento!

GLORIA
Tu mi hai ingannata… mi hai sempre ingannata…

Antonio si blocca interdetto.

ANTONIO
E adesso cos’è che ti frulla per la testa?

GLORIA
Mi avevi… mi avevi detto che il computer ti serviva per divulgare la tua arte…

ANTONIO
E infatti a questo mi serve…

Gloria gli molla un poderoso ceffone.

GLORIA
Bella arte la tua, porco!

ANTONIO
Ma che caspita ti prende?…Sei impazzita?

Gloria si infila il soprabito e si avvia verso l’uscita.

GLORIA
Sei solo un gran porco e non ti dico altro!

ANTONIO
Oh, questa si che è bella!… (Si guarda intorno, alzando le braccia con un atteggiamento plateale) Qualcuno può spiegarmi cosa sta succedendo nella mia vita?

GLORIA
Mascalzone e ipocrita!

Gloria esce di nuovo sbattendo la porta. 
Antonio si avvicina sconsolato al computer.

ANTONIO
Antonio, lascia perdere, tanto è inutile, devi stare concentrato sulle cose importanti… Piuttosto, vediamo quanto ho ricavato da queste due settimane di collegamenti… (spinge un tasto e osserva lo schermo avvilito) quattordici contatti, per un totale di ventuno euro e cinquanta, che desolazione!… Se va avanti così, Gloria avrà tutte le ragioni a sostenere che sono un fallito… (si scuote) Eh, no, Antonio, di quello che pensa Gloria non te ne deve importare un fico secco!

La porta si apre e si affaccia Gigetto, il giovane portiere dello stabile, l’aria da fricchettone dei Centri Sociali: capelli disordinati, barbetta, occhialetti, un foulard arcobaleno al collo, e “Il Manifesto” che fuoriesce dalla tasca dell’eskimo. Tiene in mano delle lettere.

GIGETTO
Posso?..

Antonio si volta verso la porta.

ANTONIO
Gigetto, ci mancavi tu oggi...

GIGETTO
Quindi… posso?

ANTONIO
Oramai sei entrato… potevi citofonare, i portieri generalmente citofonano…

GIGETTO
E i condomini “generalmente” escono di casa ogni tanto…

ANTONIO
Si, l’avrei fatto domani…

Gigetto si mette a sventolare le buste.

GIGETTO
E comunque “se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto”…

ANTONIO (preoccupato)
Sono quello che penso?

GIGETTO
Di sicuro, non sono lettere d’auguri…

Gigetto poggia ad una ad una le buste sul tavolo, come se fossero carte da gioco.

GIGETTO
Enel, Acea, Telecom, spese di condominio, tassa sulla mondezza, una multa… diciamo che non manca niente…

Antonio sbuffa sempre più avvilito.

ANTONIO
Ma perché la vita deve essere così complicata?

GIGETTO
Perché c’è ingiustizia sociale, perché i diritti dei cittadini non sono tutelati, perché nessuno pensa alle classi più deboli, perché questo governo...

Antonio gli fa cenno di smettere.

ANTONIO
Ok, basta, come non detto!.. Era solo una domanda tra me e me… grazie del servizio a domicilio, Gigetto!

GIGETTO
Prego, dovere di cittadino onesto e coscienzioso…

Antonio raccoglie le varie bollette notando con la coda dell’occhio nota che Gigetto è rimasto immobile e non accenna ad andarsene.

ANTONIO
Per ora non c’è altro, grazie ancora…

GIGETTO
Prego... prego…

Gigetto continua a restare immobile.

ANTONIO
Per caso, devi dirmi qualcos’altro?..

GIGETTO
Si, in effetti qualcos’altro ci sarebbe…

ANTONIO
Ok, sentiamo… che altro c’é?

GIGETTO
Bé, ecco… si tratta della riunione di condominio…

ANTONIO (esasperato)
Eh, noooo!.. Adesso non ti ci puoi mettere pure tu!.. Non ne posso più di questa storia della riunione di condominio, lasciatemi respirare!

Di fronte alla reazione stizzita di Antonio, il giovane portiere rimane calmo.

GIGETTO
In una sana società civile tutti dovrebbero fare il loro dovere di fronte ad un problema che riguarda la collettività… è un problema di etica morale, il senso di responsabilità é alla base di ogni sana democrazia.

ANTONIO
Per me possono fare come vogliono… più democratico di così?

GIGETTO
Tipico atteggiamento qualunquista…

ANTONIO
Che si scannassero tra loro!

GIGETTO
Tipico atteggiamento guerrafondaio…

Antonio sbuffa, al limite della sopportazione.

ANTONIO
Senti, a me il palazzo piace così com’é, lo trovo bellissimo, ne sono fiero e non voglio cambiarlo, ok?

GIGETTO
Tipico ragionamento da manipolato…

ANTONIO
Manipolato?... Che c’entra adesso “manipolato”?

GIGETTO
“Va tutto bene”, “è tutto a posto”, “mi sta bene così”… solo chi si rifiuta di vedere la realtà può fare delle simili superficiali affermazioni. Un manipolato, appunto, uno schiavo del sistema manovrato dal potere…

ANTONIO
Ma per favore!.. Roba che non guardo neanche la televisione…

GIGETTO
Non significa niente. La manipolazione è nell’aria, la respiri ogni momento… lo senti questo silenzio?.. Sembra silenzio, ma in realtà è un condensato di milioni e milioni di sussurri che si insinuano nel tuo cervello e lo manipolano…

ANTONIO
Nel mio?... E nel tuo scommetto di no, invece?

Gigetto passa un dito su un mobile impolverato.

GIGETTO
Persino un acaro ha una potenziale capacità manipolatoria…

ANTONIO
Persino un acaro…

GIGETTO
Sssssssss… ascolta.

Antonio si sforza di ascoltare.

ANTONIO
Mi dispiace, ma non sento niente…

Gigetto si avvia verso la porta.

GIGETTO
Ecco la prova: non senti niente, oramai sei assuefatto…

Nella casa echeggia nuovamente il suono del computer che avverte la presenza di un nuovo cliente in linea. Gigetto si blocca incuriosito.

GIGETTO
Cos’è stato?

ANTONIO
Sono i poteri occulti che mi chiamano, è l’ora della manipolazione… (accompagna Gigetto verso la porta) Quindi vai che ho da fare…

Gigetto appare piuttosto reticente ad uscire.

GIGETTO
Non scherzare su queste cose, Antonio, non farti offuscare la mente dal male…

Antonio spinge fuori Gigetto. 

ANTONIO
Sono un debole, Gigetto, che posso farci?

Rimasto solo, Antonio si piazza immediatamente di fronte alla videocamera.

ANTONIO
Ciao, benvenuto nel “l’angolo del profondo”.. chi sei?

Dall’altra parte la voce ha uno spiccato accento milanese.

VOCE FC
Sono Leonardo.

ANTONIO
Leonardo… complimenti per aver scelto questo sito.

VOCE FC
Dite tutti così…

ANTONIO
Qui il padrone sei tu… a cosa vuoi assistere?

VOCE FC
Qualunque cosa, purché sia donna…

ANTONIO (ci pensa un attimo)
Donna?... (ci pensa un attimo) Bene, so io cosa ci vuole per te…

VOCE FC
Dite tutti così…

ANTONIO
Resta in linea!

Antonio fa partire una musica. Poi esce dalla visuale della telecamera e si toglie rapidamente gli indumenti per indossare abiti femminili con tanto di parrucca.
La musica sfuma e Antonio può dare inizio alla sua nuova “performance” (tratto da “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare)…

ANTONIO (nella parte di Giulietta)
O Romeo, Romeo, perché sei Romeo?
Rinnega tuo padre, rifiuta il suo nome,
o, se vuoi, legati a me anche solo d’un giuramento,
e io non sarò più una Capuleti.
Solo il tuo nome è mio nemico,
ma tu sei tu, non un Montecchi.
Che è un Montecchi?
Non è né una mano, né un piede,
né una faccia, né un braccio: nessuna parte di un uomo.
O sii tu qualche altro nome!
E che è un nome?
Quella che noi chiamiamo rosa,
anche con un altro nome avrebbe il suo soave profumo.
Così Romeo, che se non si chiamasse Romeo,
conserverebbe quel fascino di perfezione che…

Antonio è costretto ad interrompersi per l’apparizione improvvisa di Gloria, rientrata con un’aria trafelata.

GLORIA
La borsa… Ho dimenticato la mia borsa…

Antonio è rimasto immobile, mentre Gloria cerca intorno a sé con aria preoccupata.

GLORIA
Dove l’ho messa, accidenti?.. Eppure ricordo di averla poggiata qui… (finalmente la vede) Ah, eccola!…

Recuperata la borsa, la ragazza passa davanti a Antonio, senza degnarlo di uno sguardo. 
Ma arrivata sulla porta si blocca: sembra essersi resa conto solo adesso che qualcosa non quadra. Si volta a guardarlo esterrefatta e scandalizzata:

GLORIA
Ma… come ti sei conciato?

Consapevole dell’equivoco, l’imbarazzato Antonio ostenta un sorriso ebete.

ANTONIO
Non lasciarti ingannare dalle apparenze, Gloria…

GLORIA (con plateale disgusto)
Sei proprio un degenerato, pervertito, depravato, lurido e vizioso maiale!

ANTONIO
Posso spiegarti tutto…

GLORIA
Non devi spiegarmi niente… che schifo!

Gloria esce di nuovo sbattendo la porta. 
La voce del cliente in linea si fa risentire:

VOCE FC
Eih, amico, io qui sto aspettando…

ANTONIO
Si, Leonardo, eccomi… perdona il contrattempo, riprendiamo subito…

VOCE FC
Senti, non ti offendere, ma preferirei quella ragazza. Sinceramente mi piace di più… 

ANTONIO (seccato)
E perché, scusa?… Non sa neanche recitare…

VOCE FC
Meglio, a me piacciono le donne spontanee…

ANTONIO
Oh, ma dove credi di stare?… Qui si fa spettacolo interattivo, non è mica una sfilata di moda!

VOCE FC
Infatti non mi interessano le sfilate di moda. Io pago quindi pretendo, e ho il diritto di scegliere!

ANTONIO
Tu non hai il diritto di scegliere un beneamato nulla!… Questa è casa mia e qui comando io!

VOCE FC
Senti, chiama subito la ragazza, io non butto al cesso i miei soldi per un pirla come te!

ANTONIO (nero di rabbia)
Ma come ti permetti, ignorante?

VOCE FC (provocatorio)
Perché tu invece sei un pozzo di cultura…

ANTONIO
Io per lo meno sono uno che legge, caro mio!

VOCE FC
Certo, e poi fai la checca davanti ad una telecamera!

Antonio fronteggia il computer con aria bellica, come se dovesse picchiarlo.

ANTONIO
Vieni a dirmelo in faccia se hai il coraggio!…

VOCE FC
Ti saluto!

La comunicazione viene interrotta.
Nervoso, Antonio continua a rivolgersi contro la telecamera.

ANTONIO
Che fai scappi?… Torna qua, vigliacco!.. Torna qua!

Si apre di nuovo la porta ed entra il rag. Archetti.

ARCHETTI
La porta era aperta e mi sono permesso…

Antonio si scuote.

ANTONIO 
Ma si… tanto, oggi peggio di così…

ARCHETTI
Mi scusi, il signor Antonio è in casa?

Antonio resta un attimo interdetto, poi realizza che evidentemente Archetti, nel vederlo travestito da donna, non l’ha riconosciuto. Questa può essere la sua via di salvezza. Antonio assume immediatamente degli atteggiamenti femminili.

ANTONIO
Eh, no… mio nipote è uscito proprio adesso…

ARCHETTI
Accidenti, che sfortuna… sta per iniziare la seconda parte della riunione e dobbiamo ancora risolvere il problema della votazione… Credo che mi toccherà proprio aspettarlo…

ANTONIO (nel panico)
“Aspettarlo”?… No, no, è impossibile!

ARCHETTI
E perché mai?

ANTONIO
Perché… perché… (illuminato) perché devo pulire tutti i pavimenti, quindi in casa non può starci nessuno!

ARCHETTI
Ah, la capisco… in effetti, sono piuttosto sporchi… (confidenziale) ho l’impressione che suo nipote non sia proprio un appassionato della pulizia, vero?…

ANTONIO (impermalito)
Mio nipote profuma che è una meraviglia!.. (Gli fa cenno di andarsene) Ora, se non le dispiace…

Archetti, però, non schioda.

ARCHETTI
Volevo rinnovargli l’invito a firmare la nostra petizione per il “grigio-azzurrino”… Vede, ho notato che il signor Antonio non si trova molto a suo agio nelle riunioni di condominio…

Antonio accompagna alla porta Archetti che tenta una vaga resistenza.

ANTONIO
Infatti, mio nipote si rompe proprio i co… (si corregge) ehm, si rompe l’equilibrio dei vari impegni che ha preso durante la giornata… e ne ha molti di impegni, sa…

ARCHETTI
Ah, si?.. E dire che mi sembrava piuttosto… nullafacente.

ANTONIO (di nuovo impermalito)
Mio nipote ha più impegni di tutto il condominio messo insieme, lei compreso.

ARCHETTI
Va bene, signora, io allora vado…

ANTONIO
Ecco bravo, vada, vada…

ARCHETTI
Magari ripasso tra cinque minuti per vedere se il signor Antonio è...

Antonio è riuscito a trascinare Archetti fuori della porta.

ANTONIO
Le dico che non c’è bisogno, gli riferisco tutto io…

ARCHETTI
Ma no, torno volentieri, mi sento più tranquillo…

Spazientito, Antonio spinge fuori Archetti.

ANTONIO
E allora torni, faccia come le pare, basta che adesso si tolga dalle pa… dal pavimento che lo devo lavare!

Archetti è fuori. Antonio sbuffa esausto.

ANTONIO
Mamma mia, che piattola quella specie di uomo!… Eh, ma questa volta col cavolo che mi faccio trovare quando torna!

Antonio si toglie frettolosamente il vestito, si infila un paio di pantaloni, un maglione e prende le scarpe in mano.

ANTONIO
La pazienza ha un limite e la mia lo ha ampiamente superato!

Antonio esce furtivamente.
La camera rimane vuota. Si sente la voce fuori campo della Pompinelli.

POMPINELLI
E’ permesso?… C’è nessuno?

La Pompinelli entra in scena.

POMPINELLI
Signor Antoniooooo!?... Dov’è il mio bel condomino del primo piano?… Strano, la porta é aperta, ma sembra che non c’è nessuno… (Si guarda intorno intrigata) Chissà che vita intensa deve fare per dimenticarsi di chiudere casa!? Una vita da artista, imprevedibile, misteriosa, piena di fascino… Ho sempre sognato un uomo così, un uomo con cui non ci si può mai annoiare. Beata la sua fidanzata, chissà quanto deve sentirsi appagata!… Come la invidio... Comunque, appena arriva lo seduco e gli faccio firmare la mozione rosa-violetto. Come dire, prendo due piccioni con una fava!

Si sente la voce fuori campo di Archetti.

ARCHETTI
E’ permesso?.. C’è nessuno?

La Pompinelli si incupisce immediatamente.

POMPINELLI
Oh, no, Archetti sta venendo qui, maledizione!… Questa proprio non ci voleva!

Entra Archetti.

ARCHETTI
I cinque minuti sono pass… 

Anche lui si incupisce nel rendersi conto della presenza della Pompinelli.

ARCHETTI
E lei che ci fa qui, signora Pompinelli?

POMPINELLI
Veramente, stavo per chiederle la stessa cosa…

ARCHETTI (celando l’imbarazzo)
Io… io volevo sincerarmi che il signor Antonio partecipasse alla seconda parte della riunione…

POMPINELLI
Anch’io sono qui per lo stesso motivo.

ARCHETTI
Che combinazione…

POMPINELLI
Già, che combinazione.

Si crea un attimo di disagio tra i due. Ognuno spera che l’altro se ne vada.

ARCHETTI
E così… siamo qui…

POMPINELLI
Scherzi del destino…

ARCHETTI
Per l’appunto…

POMPINELLI
Infatti…

ARCHETTI (divagando)
Però, che irresponsabile questo signor Antonio, non rendersi reperibile quando sa di essere indispensabile per la riunione…

POMPINELLI
In effetti, non è un comportamento molto corretto…

ARCHETTI
Per colpa della sua inettitudine non possiamo dare il via ai lavori di ripulitura…

POMPINELLI
Ci sta mettendo a tutti in una situazione di difficoltà…

ARCHETTI
Questa é negligenza bella e buona…

La Pompinelli ci pensa un attimo, poi assume un aria maliziosa.

POMPINELLI
A dire il vero, un modo per risolvere il problema ci sarebbe…

ARCHETTI
Non credo proprio… (poi curioso) e quale?

POMPINELLI
Basta che un elemento di una delle due fazioni si schieri con l’altro gruppo…

ARCHETTI
Ah, certo… peccato che non c’é nessuno nel mio gruppo che farebbe mai una simile sciocchezza… provi a chiedere nel suo!

La Pompinelli lancia un’occhiata ammaliatrice ad Archetti creando in lui un immediato imbarazzo.

POMPINELLI
Non l’ho mai vista senza occhiali, geometra, lo sa?

ARCHETTI
Neanche io l’ho mai vista senza occhiali… senza occhiali non ci vedo.

POMPINELLI
Se li tolga…

ARCHETTI
In che senso, scusi?

POMPINELLI (sensuale)
Si tolga gli occhiali…

ARCHETTI
Non… capisco il motivo…

La Pompinelli avanza provocante verso Archetti, sempre più imbarazzato.

POMPINELLI
Suvvia, Archetti, non faccia il timido… soddisfi la mia curiosità…

A quel punto, Archetti si sfila gli occhiali, meccanicamente, quasi timoroso..

ARCHETTI (con sguardo miope)
Ecco… è contenta?

POMPINELLI (sempre più vicina)
Ma lo sa che lei è proprio un bel uomo?!

ARCHETTI (impacciato)
Grazie… anche lei è… una donna… interessante.

La Pompinelli gli scompiglia i capelli.

POMPINELLI
Oh, così è anche meglio… senza quel aria da… professorino.

Oramai Archetti è completamente nel pallone.

ARCHETTI
La prego, dottoressa… signorina…

POMPINELLI
Signora.

La Pompinelli inizia a strofinarsi addosso al turbato Archetti.

ARCHETTI
Aih… signora… non… non mi metta in… difficoltà…

POMPINELLI
No?.. E dove vuole che la metto?

ARCHETTI
Guardi, dico sul serio… forse sarebbe il caso di…

Oramai lei si comporta come una gatta in calore. Gli snoda la cravatta.

POMPINELLI
Parli, Archetti, la ascolto…

ARCHETTI
…di comportarci da persone…

POMPINELLI
…da persone?

ARCHETTI
…da persone che…

Oramai Archetti non ce la fa più. E’ paonazzo dall’eccitazione, sembra non capirci più niente. Di colpo, libera i suoi istinti animaleschi e si avventa come un assatanato sulla Pompinelli…

ARCHETTI
Da persone che fanno sessoooooooooo!!!!

Parte una musica percussiva accompagnata da un ritmico gioco di luci: viene così rappresentato il frenetico atto sessuale tra Archetti e la Pompinelli.
Musica e luci vanno in crescendo mentre vediamo i loro corpi cambiare differenti posizioni…
Poi la musica cessa di colpo e le luci si bloccano.
I due restano qualche istante stremati a terra. La Pompinelli è la prima ad alzarsi faticosamente, sorreggendosi ad un mobile.

POMPINELLI (stremata)
Archetti… chi l’avrebbe mai detto… lei è un… tornado!

Anche Archetti appare piuttosto sconvolto. Si alza infilandosi di nuovo gli occhiali.

ARCHETTI
Mi scusi, forse sono stato un po’ brusco…

POMPINELLI
Ma no, anzi… é stato un vero piacere.

La Pompinelli si ricompone i vestiti, mentre Archetti si sistema la cravatta.

ARCHETTI
Spero che questo non crei un precedente imbarazzante, signora Pompinelli… viste le nostre reciproche posizioni…

POMPINELLI (entusiasta)
E che posizioni!

Nella casa entra inaspettatamente Gloria che, nel vedere i due, resta perplessa.

GLORIA
Salve… ma voi cosa…

Archetti e la Pompinelli si scambiano lo sguardo impacciato di due intrusi:

ARCHETTI E POMPINELLI (insieme)
La porta era aperta…

Poi si presentano.

ARCHETTI
Geometra Archetti, del quinto piano… comunque, ce ne stavamo andando…

POMPINELLI
Anna Maria Rita Pompinelli, del terzo piano… si, togliamo immediatamente il disturbo…

ARCHETTI
Se vede il signor Antonio…

POMPINELLI
…gli dica che l’abbiamo cercato…

ARCHETTI
…per la riunione…

POMPINELLI
…di condominio.

I due si avviano verso la porta salutando Gloria timidamente.

ARCHETTI
Salve…

POMPINELLI
Salve…

Gloria resta a guardarli uscire con la netta percezione che quei due hanno combinato qualcosa che non dovevano. Poi...

GLORIA
In questa casa continuano a succedere cose strane… Ma perché Antonio mi nasconde tutto?.. Eppure io con lui sono sempre stata un libro aperto, non gli ho mai nascosto nulla… Che stupida sono stata!.. Aveva ragione mia madre: “Tu sei sprecata per uno così..” mi diceva sempre e io non le ho dato retta… Ah, ma faccio sempre in tempo!.. Eh si, mica sono finita io, mica sono da buttare via!.. Anzi, mi verrebbe voglia di tradirlo col primo che mi capita a tiro, è quello che si meriterebbe!

La porta si apre ed entra Gigetto. Tiene in mano una busta da lettera.

GIGETTO
Posso?

Gloria assume un aria affranta.

GLORIA
Oh, no… Gigetto, no!..

GIGETTO
Quindi posso?

GLORIA
Il signor Antonio non c’é.

Gigetto entra.

GIGETTO
E’ arrivata questa… è della Findomestic, è un sollecito di pagamento per la quattordicesima rata del computer… (poggia busta su un ripiano) La metto qui, insieme alle altre bollette da pagare?

GLORIA
Certo, così si fanno compagnia mentre ammuffiscono…

GIGETTO
Quindi il signor Antonio non c’é?

La ragazza ignora la domanda. Si perde di nuovo nelle sue elucubrazioni.

GLORIA (tra sé)
C’è un limite a tutto… Gigetto è troppo...

Gigetto si schiarisce la voce per attirare l’attenzione della ragazza.

GIGETTO
Chiedevo… quindi il signor Antonio non è in casa?

GLORIA
No… ma non chiedermi dov’è andato, Gigetto, perché non ne ho la più pallida idea. Non so mai niente di quello che fa, lui non mi racconta nulla…

Gigetto assume immediatamente un aria insospettita.

GIGETTO
Evidentemente ha qualcosa da nascondere…

GLORIA
Comincio a pensarlo…

GIGETTO
Se mi posso permettere, signorina Gloria, io credo di sapere di cosa si tratti…

GLORIA
Ah, finalmente qualcuno disposto a raccontarmi qualcosa…

Gigetto abbassa la voce assumendo un aria da cospiratore.

GIGETTO
Ecco, io credo, temo, suppongo che il signor Antonio tenga dei contatti con persone collocate in ambiti molto elevati… diciamo con organi di potere…

Gloria si fa una gran risata.

GLORIA 
Chi, Antonio?.. Magari!

GIGETTO
Questo spiega certi suoi strani comportamenti… certi strani discorsi…

GLORIA
Diciamo che oramai non sa più quello che dice.

Gigetto si accosta ancor di più a Gloria che torna attenta.

GIGETTO
Mi rendo conto della delicatezza dell’argomento visto che si tratta del vostro fidanzato e quindi cerco di parlare con il massimo rispetto, ma è mio dovere metterla in guardia perché il signor Antonio non mi convince affatto…

GLORIA
Tu dici, Gigetto?... Ma… in che senso?

GIGETTO
Non mi sono fatto ancora un idea precisa, ma in questa casa ho notato “segnali” inquietanti…

GLORIA
Segnali?

GIGETTO
Segnali sovversivi di chiara matrice politica…

GLORIA
Vuoi dire… qualcosa che ha a che fare con il terrorismo?

GIGETTO
Della peggiore specie, quello finanziato dai governi!

In quel momento parte il solito suono del computer che segnala l’arrivo in linea di un nuovo cliente.
Condizionata dai discorsi di Gigetto, Gloria si stringe terrorizzata a lui.

GLORIA
Oddio, il segnale, eccolo!

GIGETTO (indica il computer)
Proviene da lì, non dobbiamo toccarlo!

GLORIA
E adesso che facciamo?.. Io ho paura!

Il giovane portiere appare turbato da quel frenetico contatto fisico.

GIGETTO
Dobbiamo restare calmi, signorina, Gloria… non farci prendere da… ehm, nessuna frenesia…

GLORIA (melodrammatica)
Se devo morire qui, voglio morire tra le tue braccia!

Gigetto vince ogni esitazione e, a sua volta, stringe la ragazza.

GIGETTO
Ma si, stringiamoci, per il bene del popolo e della libertà!

Una mano di Gigetto finisce sul sedere della ragazza che ha un leggero sobbalzo.

GLORIA
Ma… Gigetto!

GIGETTO
Signorina Gloria!

Parte di nuovo una musica percussiva e, come nel caso precedente, accompagna l’esplodere della passione tra i due personaggi in scena con il loro relativo atto sessuale.

Poi di nuovo tutto finisce e anche la musica si interrompe.
Gloria e Gigetto appaiono provati dalla loro frenetica performance amorosa.

GLORIA
Dio, che turbinio di sensazioni!.. Siamo ancora vivi?

GIGETTO (con un espressione beata e beota)
Non mi sono mai sentito tanto vivo come in questo momento, signora Gloria… (fa per porgerle la mano) anzi, volevo ringraziarla per questi magnifici momenti che…

Gloria lo scosta con un gesto.

GLORIA
Smettila, Gigetto, non mi sembra il momento di mettersi a fare i convenevoli!

Entra Antonio, finalmente di ritorno dalla sua fuga fuori casa. E’ talmente demoralizzato da non apparire nemmeno stupito di trovare in casa Gloria e Gigetto, quest’ultimo decisamente a disagio.

ANTONIO
Salve… non scomodatevi.

GIGETTO (a disagio)
Signor Antonio, ero passato a portarle un’altra…

ANTONIO
…bolletta da pagare, grazie.

Antonio si lascia cadere su una sedia, privo di energie, con un aria spenta.

ANTONIO
Se non vi dispiace, ho bisogno di restare un po’ da solo e in pace…

La richiesta di Antonio suscita un immediata irritazione in Gloria che recupera la sua borsa avviandosi fuori.

GLORIA
Certo che ti lasciamo solo, tanto tu è solo che devi finire!

ANTONIO
Si, solo… voglio stare solo, solissimo…

GLORIA
Andiamo, Gigetto!

Gigetto, timidamente, la segue.

GIGETTO
La bolletta è lì… buona giornata, signor Antonio.

Antonio risponde con uno stanco gesto di saluto.
I due escono.
Antonio appare un uomo logorato dagli eventi che continuano a non andare come dovrebbero. Un uomo invecchiato che non ha più nulla da chiedere alla vita.

ANTONIO
Io sto bene da solo…

Parte una malinconica musica che accompagna i suoi malinconici movimenti.

Antonio si alza e si accende una sigaretta.
Si riempie un bicchiere di whisky e se lo scola.
Fuma assorto nei suoi cupi pensieri.
Poi si mette a sfogliare qualche fotografia, ricordi di momenti lieti vissuti.
Torna a riempirsi un altro bicchiere di whisky che si scola di nuovo.
Si avvicina al computer. 
Digita qualche tasto e… assume un’espressione di sconcertato stupore!
Antonio dà un’ultima tirata alla sigaretta e la spegne nervosamente. 

La musica si interrompe. 

ANTONIO (attonito)
Ma… com’è possibile?…

Digita altri tasti.

ANTONIO
Ci deve essere un errore… per forza!
Numero contatti: centoventisette. Cifra raggiunta nell’ultima ora: quindicimila euro!.. Ma se fino ad un’ora fa… non capisco… non è possibile!… E poi io neanche ci sono stato nell’ultima ora!


SI SPENGONO LE LUCI. 



SALTO DI TEMPO…



SI RIACCENDONO LE LUCI…


Gloria indossa un elegante tailleur e conversa al cellulare con l’aria disinvolta e sicura della donna manager. Notiamo persino un’inflessione milanese nella sua voce…

GLORIA
…No, non si preoccupi, Martinelli, con noi va sul sicuro!… Guardi, nell’ultimo mese l’incremento di fatturato del nostro sito è stato del centocinquantotto per cento, una crescita esponenziale!... La concorrenza ci fa una sega, Martinelli, puntiamo alla leadership del mercato entro l’anno e non escludiamo di unirci a qualche join-venture americana… Senta, incontriamoci lunedì e vediamo di trovare un accordo, va bene?!… Stia tranquillo, Martinelli, abbiamo le spalle forti…

La telefonata si è conclusa. Gloria attacca il telefonino, sbuffando.

GLORIA
Uomo senza palle!

In quel momento entra Antonio, in giacca, cravatta e sigaro in bocca. Anche lui con un’aria da impresario navigato. Anche in lui si percepisce un vago accento milanese.

ANTONIO
Allora, che ha detto il Martinelli?…

GLORIA
Prende tempo, fa il prudente… è chiaro che ha paura di noi, teme che gli portiamo via qualche attore...

Antonio si fa una risata.

ANTONIO
Ma se li tenga pure i suoi attori!… Povero idiota, non ha capito che é lui ad avere bisogno di noi...

GLORIA
Lo mando a cagare?

ANTONIO
Aspettiamo lunedì, vediamo che dice…

GLORIA
Ok..

ANTONIO
In ogni caso, è finita l’era degli attori professionisti, il pubblico vuole gente vera, credibile: la casalinga, la segretaria, la portinaia, la figlia del droghiere, è questo il porno business del futuro!

GLORIA
Ed é la nostra fortuna, visto i “pezzi forti” che abbiamo…

ANTONIO (guarda l’ora)
A proposito, dove sono?.. Non dovrebbero essere già qui?

Bussano alla porta.

GLORIA
Eccoli… puntuali come due orgasmi.

ANTONIO (verso la porta)
Avanti, é aperto!

Entrano Archetti e la Pompinelli, “vestiti” in pelle e borchie, come due pornodivi.

ARCHETTI
Salve…

POMPINELLI
By, by…

ANTONIO
Eccoli qua, i nostri cavalli vincenti… (Indica Archetti) Geo Tornado Archetti, (Indica la Pompinelli) e Rosa Violetto… Come vi sentite, ragazzi?

POMPINELLI
Calda come un forno a microonde…

ARCHETTI
Pieno come un vulcano…

POMPINELLI (sensuale ad Archetti)
Non si arrabbierà tua moglie se farai un po’ tardi stasera, tesoro?… Ho tante di quelle idee bizzarre in testa…

ARCHETTI (alla Pompinelli)
No problem, baby… da quando porto a casa dieci mila euro al mese, mia moglie non batte ciglio. E’ appagata…

ANTONIO
Bene, allora siamo tutti mi sembra…

ARCHETTI
Veramente, manca il nostro agente…

POMPINELLI
Deve rinnovarci il contratto…

Si apre la porta ed entra Gigetto il cui aspetto ha subito una totale metamorfosi. E’ in completo grigio, cravatta, capelli ben pettinati, l’aria elegante da uomo d’affari. Dalla tasca della sua giacca fuoriesce un quotidiano di destra (“Il Tempo” o “Il Giornale”).

GIGETTO
Eccomi, gente!.. Scusate il ritardo, ma stavo prendendo accordi con i signori De Paolis, del sesto piano…

ARCHETTI (stupito)
Chi, i farmacisti?

POMPINELLI
E che ci fai con quelli?

GIGETTO 
Ho scoperto che sono una coppia di scambisti… (si fa d’occhio con Gloria) carne da macello!

GLORIA
Gigetto ha un fiuto eccezionale, con il suo talento da impresario è il nostro fiore all’occhiello…

ANTONIO
Non esagerare, Gloria… diciamo che finora è stato fortunato…

GIGETTO (subito impermalito)
Se io sono fortunato, tu sei manipolato…

GLORIA
Smettetela di pungervi, voi due… (a Gigetto) sono pronti i contratti?

GIGETTO
Sono nel mio studio.

GLORIA
Bene, allora direi proprio che possiamo iniziare… Attiviamo il collegamento!

Antonio si avvicina al computer e digita alcuni tasti. 
Si accendono ad intermittenza delle luci rosse che creano un’atmosfera decisamente sexy. Parte una musica soft (tipo “Je t’aime”). Archetti e la Pompinelli si piazzano davanti alla telecamera e cominciano a toccarsi e a baciarsi, preludendo una focosa performance di puro sesso, osservati con soddisfazione da Gigetto…

Antonio e Gloria si avvicinano verso il pubblico mentre il sipario, alle loro spalle, si chiude. Il loro dialogo è accompagnato dalla musica di sottofondo…

GLORIA
Sai, non avrei mai immaginato di fare tanti soldi nella vita…

ANTONIO
Perché non avevi fiducia in me…

GLORIA
Devi ammettere che i presupposti lasciavano un po’ a desiderare…

ANTONIO
Se prendi la vita con estro, prima o poi ce la fai...

GLORIA
Ma tu esageravi… Eri troppo fuori dal mondo, Antonio… non sei stato neanche in grado di prendere una decisione riguardo la tinta da dare a questa palazzina… così ora ti ritrovi a vivere in un edificio giallo canarino.

ANTONIO
Almeno non ho fatto torto a nessuno…

GLORIA
O forse lo hai fatto a tutti…

ANTONIO
E poi a me il palazzo così piace, è originale…

GLORIA
A me sembra sempre di entrare in un grosso limone…

ANTONIO
Comunque alla fine si è sistemato tutto e questo è ciò che importa.

GLORIA
No, Antonio, non proprio tutto…

ANTONIO
Perché, cosa c’è ancora che non va?

Gloria fa una pausa voluta, poi sbotta.

GLORIA
La porta… devi ancora aggiustare la maledetta porta!… E’ un mese che te lo ripeto, ma tu niente, di coccio!

ANTONIO
Gloria, per favore, basta... l’aggiusterò, ti prometto che l’aggiusterò!

GLORIA (polemica)
Lo dicevi anche sei mesi fa, Antonio!.. Io vorrei sapere quand’è che ti deciderai a poggiare i piedi per terra…

Antonio annuisce con una certa rassegnazione.

ANTONIO
Gloria, posso dirti una cosa?.. Una cosa che in tutto questo tempo non ti ho mai detto?

GLORIA
Lo so quello che vuoi dirmi… che sono pesante, petulante e noiosa…

ANTONIO
No, Gloria, un’altra cosa…

GLORIA
Qualcosa di carino?

ANTONIO
Una cosa sincera… che parte direttamente dal cuore.

GLORIA
Oh bé, se parte dal cuore… sentiamo…

ANTONIO
Ecco, Gloria…

Antonio prende fiato. Poi, con il tipico gesto:

ANTONIO
Ma vaffanculo!

Antonio esce così di scena.
Interdetta, Gloria alza le braccia e, con aria demoralizzata, esce dalla parte opposta del palco.

Le note del brano soft proseguono fino a sfumare.

FINE