Con La Memoria

di

Marco Stefanini





Personaggi

ELSA
ERMANNO
FIRULANDO
LINA
NESTORE
TERESA


Si apre la scena, siamo all’imbrunire. Vediamo un cumulo di macerie. Arriva, emozio-nato-trafelato, un giovane uomo che gli si ferma davanti. Inizialmente dà le spalle al pubblico, appoggia per terra lo zaino che aveva in spalla dal quale spunta una bottiglia di vino. Poi si siede sulla maceria più vicina al pubblico, non proprio girato verso le macerie ma di tre quarti. Ora vediamo la sua faccia che è molto turbata. Estrae la botti-glia di vino dallo zaino e di tanto in tanto ne beve alcuni sorsi. In sottofondo sentiamo una canzone. Durante tutta la scena c’è un gioco di luci e controluci che vanno a sup-porto del tramonto. L’uomo incomincia a piangere continuando a bere fino ad ubriacar-si. Poi si alza in piedi e barcollando se ne va. Buio. C’è un cambio spazio-temporale, durante il quale l’uomo, evidentemente camminando a lungo, raggiunge i lavatoi del pa-ese, lungo i fili ci sono dei panni stesi. Ha in mano solo la bottiglia ormai vuota. Tenta di bere ancora, ma non c’è più vino. Guarda un momento la bottiglia e la lascia cadere a terra, stanco. Dopo un momento di indecisione va verso un lavatoio, forse per bere, ci si stende sopra e si addormenta. Buio. Spostamento temporale, passa tutta la notte, du-rante la quale si sente la voce di un anziano che racconta.

ERMANNO Mi ricordo. Mi ricordo come fosse ieri. Era finita la guerra. Eravamo scesi dalla collina, contenti, con i compagni. Non ho più sparato, ma era solo un’altra guerra. La mia casa era stata bombardata. C’erano dentro tutti. Mia madre, mio padre, mio zio, i miei cu-gini... Si era salvato solo Gino, mio fratello, il più piccolo. L’hanno trovato tre giorni dopo, sotto le macerie. Non s’è mai più ripreso. Sono andato a trovarlo qualche volta al manico-mio. Non si è mai ricordato di niente. Io invece mi ricordo, mi ricordo tutto.

E’ mattino. Ai lavatoi si vedono arrivare tre donne con i cesti di panni da lavare. Stanno chiacchierando e smettono quando vedono Ermanno che sta ancora dormendo su un va-scone. Appoggiano i cesti avvicinandosi per osservarlo.

LINA (Ancora abbastanza da lontano). Sarà morto?

ELSA Chi sarà?

TERESA Ho paura ad avvicinarmi.

LINA (Avvicinandosi lentamente). Per me è morto.

TERESA Ma dai.

LINA Andiamo a chiamare qualcuno.

TERESA Sì, è meglio.

ELSA (Ora si è avvicinata). No è vivo. Respira.

TERESA Ma chi è?

LINA Andiamo a chiamare qualcuno?

TERESA Sembra il figlio di Aldo.

LINA Ma non era morto?

ELSA No. (Accorgendosi dello sguardo interrogativo delle altre). ...Non credo.

LINA Ma chi dici Luigi?

TERESA Luigi? Ma chi è Luigi?

LINA Il figlio di Aldo.

ELSA Luigi il figlio di Aldo?

TERESA Ma no. Non si chiama Luigi il figlio di Aldo.

LINA Per Dio, allora come si chiama?

TERESA Ermanno mi sembra.

LINA Ti sembra male.

ELSA No, ha ragione, è lui.

LINA Come si chiama il padre di Ermanno?

TERESA Aldo.

ELSA E il padre di Luigi?

LINA Aldo.

Ermanno emette un grugnito, le tre ragazze che gli stavano discutendo di fianco prendo-no paura e si allontanano corricchiando.

TERESA Mamma mia, che paura.

LINA E se sta male?

ELSA Non sembra ferito.

TERESA Certo che ha una faccia...

Ermanno fa un altro grugnito, tra lo stirarsi e il lamento.

TERESA (Incominciando prudentemente ad avvicinarsi). Vado a vedere.

LINA Stai attenta.

TERESA (Fermandosi un momento ascoltando Lisa e ripartendo dopo avere detto la sua bat-tuta). Sì, se chiamo aiuto, chiamate aiuto.

Lina ed Elsa si guardano. Teresa si avvicina timorosa ad Ermanno guardandolo. Gli ar-riva vicina ed Ermanno sembra completamente esanime. Dopo che Teresa lo scruta un po' Ermanno apre gli occhi e la guarda negli occhi.

ERMANNO A mor.

Teresa sbarra gli occhi perplessa, le altre due la prendono in giro.

LINA Amore.

ELSA Amore...

TERESA (Dopo essersi voltata un attimo verso Lina ed Elsa). Tacete sciocche. (Rivolgendosi ad Ermanno). Ma cosa dice?

ERMANNO A mor...

Lina ed Elsa ridacchiano tra di loro.

TERESA Deve essere ubriaco.

ERMANNO A mor ed fam... Muoio di fame. Datemi qualcosa da mangiare.

TERESA Non ho niente qui da mangiare.

LINA (Avvicinandosi e tirando fuori dalla tasca del grembiule una mela). Ho una mela se vi aggrada.

Ermanno le strappa dalle mani la mela ed incomincia a mangiarla voracemente.

ELSA Da dove vieni?

ERMANNO (Mangiando voracemente). Dalla montagna.

LINA E’ stato in guerra?

Ermanno sospettoso la guarda un momento e non risponde, tradisce il suo sospettare ri-prendendo a mangiare la mela con molta più calma rispetto a prima.

TERESA Voi siete Ermanno?

Ermanno continuando a mangiare annuisce.

LINA Ma allora siete di qui?

ERMANNO (Che ormai è troppo sospettoso per tutte quelle domande cerca di andarsene). Sì. Ma ora devo andarmene.

ELSA (Parandosi davanti ad Ermanno, sospettosa). Perché tanta fretta? Possiamo andarti a prendere qualcos’altro da mangiare se hai ancora fame.

Lina e Teresa guardano piuttosto sbigottite Elsa, che ha un atteggiamento che non riconosco-no.

ERMANNO (Guardando fissa negli occhi Elsa, sono in piedi faccia a faccia). Devo andare.

ELSA Perché tanta fretta?

Ermanno si sposta di lato e fa per andare via, urta Elsa che si gira guardandolo andare.

ELSA (A voce alta, rivolgendosi ad Ermanno). Alle cento croci c’è una stella splendente.

Ermanno si blocca. Si gira verso Elsa.

ELSA (Guardando Ermanno). Teresa, Lina. Andate a prendere qualcosa da mangiare per Er-manno.

Teresa e Lina si guardano, non capiscono cosa stia succedendo e fanno tutte due per di-re qualcosa ma vengono bloccate da Elsa.

ELSA (Imperiosa). Presto che il nostro amico ha fame.

Lina e Teresa se ne vanno parlottando acidamente tra loro.

ERMANNO E tu chi sei?

ELSA Elsa.

I due si abbracciano meccanicamente, si siedono sul bordo del lavatoio. Incominciano a parlare, Elsa offre una sigaretta ad Ermanno e si mettono a fumare.

ELSA Quando sei sceso giù?

ERMANNO Ieri. Ieri sera.

ELSA Su come va, tutto bene?

ERMANNO Sì, sono rimasti due compagni, presto dovrò tornare per dare il cambio. Tu quando sei scesa?

ELSA Io sono rimasta qui. Ho fatto la spola tra quelli qui giù e voi che stavate su, in bicicletta... Ne ho fatta di strada.

ERMANNO Adesso che è finita cosa succederà?

ELSA Finita? Finita? Che cosa è finita? Ci sono i feriti, bisogna ricostruire le case, non c’è lavo-ro, non ci sono soldi, ci sono i morti da piangere, gli orfani.

ERMANNO Quando hanno bombardato qua l’ultima volta?

ELSA Otto giorni fa, è stato orribile e inutile anche per questa guerra.

ERMANNO Hanno colpito anche la mia casa.

ELSA Mi dispiace.

ERMANNO (Scosso da un fremito si alza, le stringe la mano). Vado. Vado a cercare i miei.

ELSA Ma dove hai intenzione di andare?

ERMANNO Non lo so, vado a scavare tra le macerie, a chiedere in giro... Non lo so.

Ermanno se ne va in modo un po' delirante. Si sente una musica durante la quale Elsa continua pensosa a fumarsi la sigaretta. Forse le scende una lacrima. La sua espressio-ne è quasi ipnotizzata. Continua a fumare. Alla fine della sigaretta guarda il mozzicone, lo getta a terra e lo spegne con forza con il piede. Questo gesto la libera dall’ipnosi, si rimbocca le maniche e va a prendere la sua mastella di panni da lavare ed incomincia le operazioni di lavaggio.

FIRULANDO (Arriva ai lavatoi un signore più anziano, almeno d’aspetto. Ha un vestito ele-gante, liso ma elegante. Vede Elsa che lava i panni, si avvicina e le rivolge la parola). Buon giorno buona donna.

ELSA (Fermandosi di lavare senza togliere le mani dall’acqua con lo sguardo di chi si sente preso in giro). Dice a me?

FIRULANDO Vede qualcun altro qui oltre io e voi?

ELSA (Riprendendo a lavare). No.

FIRULANDO Bene, allora tutti gli indizi indicano che sto dicendo a voi donna...

ELSA Donna niente. Sono Elsa.

FIRULANDO Vorrebbe dirmi che voi non siete una donna?

ELSA (Sospirando). No.

FIRULANDO (Compiaciuto). Allora, donna Elsa.

Ritornano Teresa e Lina, hanno un tegame legato dentro ad uno straccio.

FIRULANDO E queste sublimi fanciulle sono amiche vostre?

TERESA (Rivolgendosi a Lina). Cosa vuol dire sublimi?

LINA (Sembra dare una risposta a Teresa, poi si rivolge a Firulando). Siete forestiero voi?

FIRULANDO (Con un leggero sorriso imbarazzato). Come?

TERESA (Rivolgendosi a Lina). Sì, è un forestiero.

ELSA (Rivolta a Firulando). Vorrebbe solo dirci da dove venite?

FIRULANDO Ma certo donna Elsa. (Rivolgendosi a Teresa e Lina). Era questa la curiosità che aleggiava nel vostro delicato animo? Oh, quale fortunata sorte mi ha fatto incontrare queste leggiadre creature.

TERESA Leggiadre?

LINA (Rivolgendosi a Teresa) Non è di queste parti.

FIRULANDO Mi piacerebbe dir “Io vengo di Parigi” ma non sono ahimè, un personaggio del caro Goldoni.

LINA (Prendendo la sua cesta di panni da lavare, andando verso un lavatoio e rivolgendosi ad Elsa). E da quand’è che ti chiami donna Elsa?

ELSA Da quando è arrivato lui.

TERESA E l’altro? Dov’è quell’altro?

FIRULANDO (Recitando). No, non ditemelo che c’è un altro uomo nel vostro cuore che non sia io, dolci creature. La guerra mi ha tenuto lontano ma ora sono tornato per voi. (Si ferma in un sorriso smaccatamente recitato).

LINA (Asciugandosi le mani nel grembiule che indossa ed andando incontro a Firulando tra-felata). Voi siete stato in guerra? Forse ha notizie di mio marito allora. Siete stato in Afri-ca anche voi?

FIRULANDO In Africa? No, no, niente Africa. A dire il vero niente guerra.

TERESA (Intanto che Lina torna al “suo” lavatoio). Elsa, quell’altro tipo dov’è che è andato. Gli ho portato un po' di pane fresco.

ELSA E’ andato via.

TERESA Non aveva fame?

ELSA Sì, ma è dovuto andare via.

LINA E’ strano però che quel tipo non fosse ancora via, sul fronte. Mi sento che presto Nestore sarà qui, e potrà conoscere sua figlia, la sua piccola bambina.

TERESA E a mia madre cosa dico, ho portato via una pagnotta per niente.

FIRULANDO Se non vi dispiace potrei aiutarvi a togliervi da questo impiccio con molto piace-re.

TERESA Ah si? E come fareste?

FIRULANDO Farei che mangerei la pagnotta.

LINA E’ molto gentile da parte vostra, ma se non le dispiace ce la mangiamo noi.

ELSA Non è molto gentile però da parte tua.

LINA Io ho già dato per la causa la mia mela e nessuno mi ha detto grazie, quando mi viene fa-me cosa mi mangio io?

FIRULANDO E visto che io ho già fame: cosa mi mangio io?

TERESA Quando ci viene fame ci dividiamo la pagnotta e non se ne parla più.

Tutte e tre le donne si rimettono a lavare i panni, Firulando si pulisce un momento gli occhiali ma si intuisce che sta pensando a qualche cosa.

FIRULANDO Voi siete del posto, no?

TERESA Siamo del posto sì.

FIRULANDO Potete indicarmi dove trovo la casa municipale?

LINA Salga su per questa via. (Asciugandosi le mani nel grembiule e indicandogli la via che accosta i lavatoi). Via della conciliazione si chiama, ad un certo punto diventa una salita prosegua fino a che non trova la chiesa sulla sua... (Fa un gesto che indica la destra).

FIRULANDO (Segnando come Lina la destra). Destra?

LINA Destra, sì. Prima o dopo della chiesa, è uguale, gira a destra e si trova in piazza, dietro al-la torre dell’orologio c’è la casa municipale.

TERESA Non c’era il municipio lì?

ELSA Sì, Teresa, è lo stesso di casa municipale.

FIRULANDO Siete state molto gentili, anche se me ne vado con la fame come compagna.

ELSA Guardi che è stata bombardata.

FIRULANDO Cosa?

LINA La casa municipale, è stata bombardata.

FIRULANDO Quando?

TERESA Otto giorni fa.

LINA Sì, il 17.

FIRULANDO Il 17 aprile? Ma c’erano già le colonne degli americani che arrivavano, dovevano essere oramai vicinissimi. Cosa hanno colpito?

ELSA Solo degli innocenti.

TERESA Qui è già abbastanza dura così. Tutti i giovani sono via.

LINA Ma torneranno, adesso torneranno.

ELSA E il 22... Il 22 sono arrivati gli alleati.

FIRULANDO E’ pazzesco ma è una fortuna che io sia arrivato qui. Me ne sono accorto subito, quando sono sceso dal treno in stazione che qui potevo essere utile.

ELSA Ma voi chi siete?

FIRULANDO Io? Ma che dire...

LINA E perché non siete stato in guerra?

FIRULANDO Beh, circostanze fortuite...

TERESA (Interrompendolo) Fortuite? Fortunate si dice.

LINA Speriamo che la fortuna abbia protetto Nestore.

ELSA Lina, senti devi sapere una cosa.

LINA Hai notizie di Nestore.

TERESA Sai dov’è?

ELSA No, però so che sono stati presi.

LINA Chi sono stati presi.

ELSA Lui e gli uomini che erano con lui.

TERESA E tu come lo sai?

ELSA (Fa una pausa, lunga un pensiero, e dopo un sospiro decide di parlare). Ormai posso dirvelo... (Si ferma come accorgendosi della presenza di Firulando).

TERESA (Accorgendosi che la causa della titubanza è Firulando). Voi non dovevate andare alla piazza municipale?

FIRULANDO Alla casa municipale.

TERESA Be, andate dove vi pare. Solo che ve ne andiate... (Capisce che Firulando non affer-ra). Coraggio salite fino alla chiesa e girate a destra. (Spingendo fuori verso la strada).

Firulando tenta di dire qualcosa ma non riesce che ad emettere che qualche intercalare. Se ne va.

LINA Allora?

ELSA Ti ho detto tutto quello che so.

LINA E’ morto?

ELSA Non lo so.

LINA Lo sai. Ma non hai il coraggio di dirmelo.

ELSA No davvero, però...

LINA (Gridando). Credi che stia meglio così, senza sapere niente?

ELSA (Rispondendogli a tono). Senti, cosa credi di essere l’unica a soffrire per Nestore? Ricor-dati che stiamo parlando di mio fratello!

C’è un momento di tensione, le due donne nel corso della conversazione si erano molto avvicinate. Dopo un momento nel quale si sono guardate in faccia si abbracciano con le lacrime agli occhi.

LINA (Ancora abbracciata ad Elsa). Dimmi tutto quello che sai, ti prego.

ELSA (Staccandosi). Nestore non è mai arrivato in Africa. Il battaglione dov’era è stato fatto prigioniero qui in Italia. I tedeschi li hanno presi.

LINA E dove li hanno portati.

ELSA In Polonia, credo.

LINA In Polonia.

ELSA In un campo di prigionia.

LINA Allora è vivo, forse è più al sicuro lì che non sul fronte. Dov’è la Polonia?

ELSA Lina, non devi perdere la speranza, però devi saperlo: Nestore potrebbe essere anche mor-to. Dalle poche notizie che abbiamo sembra che siano campi di prigionia molto duri.

TERESA Dalle poche notizie che abbiamo chi?

LINA Sì, com’è che sai queste cose?

ELSA Sono... Sono stata una staffetta.

TERESA Una staffetta?

ELSA Sì.

LINA Eri coi partigiani? Ma quando, come...

ELSA E’ una storia lunga.

TERESA Perché non ci hai mai detto niente?

ELSA Meno persone sanno queste cose e meno persone sono in pericolo.

LINA (Tra sé e sé). Nestore morto.

ELSA Non è detto Lina.

TERESA Non è detto.

Buio. Parte una musica. Si riaccendono le luci e vediamo che al lavatoio è rimasta solo Lina che sta lavando nervosamente dei panni. E’ visibilmente scossa. Ad un certo punto strizza quello che stava lavando, lo solleva verso la luce forse per guardare se è lavato bene. E’ l’indumento di un bambino.

LINA Nestore. Non conoscerai mai la tua... la nostra bambina. Chissà quante volte ci hai pensa-to. Chissà quante volte ti abbiamo avuto vicino senza saperlo. Ecco a chi sorride quando si addormenta. Forse sei tu che le racconti le favole per farla addormentare, vestito con la di-visa, dolce come sempre. E il tuo respiro affannato sul mio collo, di animale impaurito, il tuo corpo forte schiacciato contro il mio saranno i ricordi di una donna sola. Come farò senza un uomo vicino? C’è una bambina da crescere, come saranno i nostri giorni e le no-stre notti? Ah , potessi odiarti almeno, potessi avere una tomba sulla quale rovesciare tutto il mio... Proprio adesso che la guerra non fa più paura. Non significano più niente i giorni e le notti rinchiusi nei rifugi. Tutta la paura, lo scappare e il rincorrere. Com’è più grande il vuoto che mi hai lasciato... Insignificante. Le guerra è assolutamente insignificante. Il de-stino, il futuro non ha più importanza. Per me. Ora.

Arriva ai lavatoi Ermanno, sconvolto, coperto dalla polvere dei calcinacci che ha spo-stato fino allo sfinimento. Sembrano in un primo momento neppure accorgersi l’uno dell’altra. Poi si vedono, sono tutti e due con gli occhi gonfi di pianto. Si avvicinano. Li-na fa una carezza sulla testa ad Ermanno. Prende poi un fazzoletto, lo bagna in un rubi-netto e facendolo sedere accanto a se incomincia molto premurosamente a pulirlo dalla polvere. Prima dalla fronte, poi dalla faccia. Lui appoggia la testa teneramente sulla spalla di lei, che prima gli pulisce con il fazzoletto le mani, poi prende ad accarezzarlo sui capelli, cullandolo leggermente e baciandolo sulla fronte comincia a cantargli una ninna nanna.

LINA Stella stellina la notte si avvicina, la fiamma traballa, la mucca è nella stalla, la mucca e il vitello la pecora e l’agnello, la chioccia e il pulcino, ognuno ha il suo bambino, ognuno ha la sua mamma e tutti fan la nanna. Stella stellina la notte si avvicina, la fiamma traballa, la mucca è nella stalla, la mucca e il vitello la pecora e l’agnello, la chioccia e il pulcino, o-gnuno ha il suo bambino, ognuno ha la sua mamma e tutti fan la nanna...

Su questa ninna nanna parte una canzone sul partire del registrato Lina dovrà andare a scendere di volume fino al silenzio. Su questo pezzo rimangono per un po' abbracciati nella posizione precedente. Poi Ermanno alza la testa, si guardano profondamente negli occhi e anche lui le fa un carezza sulla fronte. Naturalmente si abbracciano e si baciano sulla bocca sul finire della canzone.

LINA (Arrossendo e girandosi di lato imbarazzata). Che cosa stiamo facendo?

ERMANNO (Fa spallucce per un momento poi distaccandosi da lei parla quasi a se stesso). Io non ci capisco più niente.

LINA Dove sei stato fino ad oggi?

ERMANNO Su, in montagna

LINA Cosa sei un partigiano anche tu?

ERMANNO Ero.

LINA E adesso?

ERMANNO Adesso cosa?

LINA Cosa sei.

ERMANNO Sono un uomo solo. (Lina fa una faccia interrogativa). Sai i gli ultimi bombarda-menti quelli del 17? (Lina annuisce). Hanno colpito la mia casa.

LINA Mi dispiace.

ERMANNO (Aggressivo). Intanto che noi eravamo lassù, a farci il culo, qua stavate a lavare i panni. Per i tedeschi magari! (Lina gli da uno schiaffo. Ermanno incassa senza fiatare). Scusa, per il bacio di prima.

LINA E’ stato bellissimo, non scusarti.

ERMANNO Sì è stato bellissimo, ma è stato sbagliato.

LINA Sbagliato. E cosa c’è di giusto oggi, dopo le bombe, i morti...

ERMANNO Ricominciare. Ricominciare da noi due.

LINA Non saremmo in due, ho una figlia.

ERMANNO E quindi un marito.

LINA No, non credo che tornerà più.

ERMANNO (Le prende la mano, gliela bacia una prima volta). Credi che potrà essere? (Lina fa un gesto forse possibilista. Ermanno le bacia nuovamente la mano mentre arriva Te-resa con una cesta per i panni vuota).

TERESA (Lina ed Ermanno fanno finta di niente, Teresa comunque ha intravisto qualcosa di “strano”).(Rivolgendosi ad Ermanno) Siete arrivato tardi. La pagnotta è già sparita.

LINA (Rivolta ad Ermanno). Hai mangiato qualcosa?

ERMANNO No.

TERESA (Sarcastica, incominciando a raccogliere i panni stesi). Si vede che ha avuto qual-cos’altro da fare.

Lina riprende a lavare i panni un po' imbarazzata, arriva Elsa con un po' di fiatone.

ELSA Ermanno, Lina Teresa. Venite qui. (Tutti si avvicinano). Vengo adesso dalla stazione. Li-na, forse non tutto è perduto hanno visto tornare Enea, Guglielmo e Giuseppe. Nessuno sa-peva niente, sono apparsi come dal nulla. Stanno bene.

TERESA Enea? E’ tornato Enea? Poveretto, si è salvato lui e i suoi qui...

LINA Non c’era Nestore?

ELSA No, però quei ragazzi erano partiti con lui. Forse è ancora vivo, forse sta venendo a casa.

ERMANNO Chi sono quelli che hanno preso a Bologna? Forse allora torna anche Bruno.

TERESA Bruno?

ERMANNO Il figlio di Aldo.

ELSA Di chi è figlio?

TERESA Di Aldo?

LINA Ma non si chiamava Luigi il figlio di Aldo?

TERESA Adesso ho capito. Sì, si chiama Luigi quello lì, ma è un altro

ELSA Il figlio o Aldo?

LINA Io non ci capisco più niente.

TERESA Hai presente Aldo?

LINA Il macellaio?

TERESA No, il lattoniere.

LINA Il lattoniere ha un figlio?

ELSA Bruno, brava.

LINA Ho capito adesso, il figlio della Carmen.

ERMANNO Dove sono andati, vado a chiedergli notizie degli altri.

ELSA Credo che si siano fermati al comando militare.

ERMANNO Vado a vedere, se ho notizie ve le porto. (Ermanno se ne va in tutta fretta).

LINA E’ meglio che vada anche io a sentire se c’è qualche novità. Ci vediamo dopo. (Lina se ne va).

TERESA (Con un tono acido). Va a vedere se ci sono delle novità.

ELSA Adesso tu cos’hai da fare così?

TERESA Lo so io cos’ho.

ELSA E a me non dici niente?

TERESA Non farmi parlare.

ELSA Chissà quali segreti conosci.

TERESA Ti ho detto che non posso dirtelo.

ELSA Fai come ti pare.

TERESA Prima, quando sono arrivata qui, c’era Lina...

ELSA E allora?

TERESA ...Con Ermanno.

FIRULANDO (Arriva con un giornale in mano fischiettando un’aria d’opera). Buongiorno buone donne.

TERESA (Guardando l’Elsa). Buone donne?

ELSA Buon giorno buon uomo.

TERESA Però, come siamo raffinati oggi.

FIRULANDO Ehm, c’è di che essere contente figliole, guardate un po' qua: “Modena è libera”.

ELSA (Avvicinandosi). Cos’è?

FIRULANDO L’unità democratica, anno uno, numero uno. Quotidiano del Comitato di Libera-zione Nazionale di Modena.

ELSA (Prendendo in mano il giornale e leggendolo). Forze armate alleate e nostro esercito re-golare hanno occupato la provincia. Bando alle popolazioni della Città e della Provincia. Uno, consegnare le armi; due, chi è a conoscenza dell’esistenza di armi ne faccia denuncia, tre... (Le prime cose che legge sono comprensibili, a mano a mano che va avanti legge sempre più in fretta e in maniera sempre più incomprensibile. Arrivata alla fine restitui-sce il giornale a Firulando, si toglie il grembiule, si tira giù le maniche e se ne va). Io adesso devo andare. (Rivolgendosi a Teresa). Per piacere mi stendi la roba che ho in acqua è solo da stendere.

TERESA (Guardando Elsa che se n’è già andata). Perbacco. Tanto sono qui con le mani in mano.

FIRULANDO E voi non avete da correre da nessuna parte sentite queste notizie?

TERESA Io ho sempre da correre da qualche parte senza bisogno di leggere il giornale.

FIRULANDO Ma questo momento... Oggi è un momento storico non vi rendete conto?

TERESA He. Ma che momento storico. Non mi fido mica io.

FIRULANDO Non si fida?

TERESA No che non mi fido. Chi l’ha stampato quel giornale lì, voi lo sapete?

FIRULANDO No, ma...

TERESA Mio caro, ma come fate ad essere così ingenuo? Dove siete stato fino adesso?

FIRULANDO Qua e là.

TERESA Mo caro mio, ce n’è di gente in questo periodo che è stata qua e là. Piuttosto è impor-tante sapere da che parte uno sta?

FIRULANDO Da che parte uno sta?!?

TERESA Sveglia. Non fate finta di non capire. Da che parte state voi, signore?

FIRULANDO Da nessuna.

TERESA (Sospettosa). Come da nessuna, da qualche parte uno deve stare.

FIRULANDO No guardate signora, un uomo d’affari come me non può essere schierato da una parte o dall’altra. Io concludo affari con chiunque li voglia concludere con me. Non ho pregiudizi, preconcetti, pretestuosità, preminenza...

TERESA (Interrompendolo). Lasciate stare con questa solfa.

FIRULANDO Scusatemi, non volevo predeterminare un preconcetto...

TERESA (Interrompendolo). Allora?

FIRULANDO (Un po' risentito). Allora che cosa, signora?

TERESA Che genere di affari fate?

FIRULANDO Affari?

TERESA Non avete detto che siete un uomo d’affari? (Firulando annuisce). Allora: che affari fate.

FIRULANDO Dunque, non ho un campo ben preciso, mi adopero laddove vi siano possibilità di concretizzare guadagni.

TERESA (Non capendo niente). Ahh. E qui cosa siete venuto a trattare?

FIRULANDO Ecco per esempio, bella domanda: non lo so ancora.

TERESA (Non capendo Niente). Ahh. Ho capito. (Tra sé e sé.) Ho capito che questo qui è un altro matto. E le piace la nostra ridente località?

FIRULANDO E’ senz’altro interessante.

TERESA Per i suoi affari?

FIRULANDO Sì, ma anche per gli indigeni.

TERESA E chi sono gli indigeni?

FIRULANDO Voi per esempio. Voi siete un bell’esempio di indigena qui.

TERESA Se lo dite voi.

FIRULANDO In realtà per gli affari forse sono arrivato un po' tardi. Non c’è più un tedesco in giro a quanto pare.

TERESA Voi facevate affari con quelli lì?

FIRULANDO Eh sì. Ho concluso i miei affari migliori con loro. Pensi a Pisa ad un ufficiale ho venduto la torre.

TERESA La torre?

FIRULANDO La torre di Pisa, sapete quella che pende?

TERESA Ad un tedesco?

FIRULANDO Sì. Per cinquantamila lire.

TERESA Orpo. Cinquantamilalire?

FIRULANDO Chiaramente lui crede d’avere fregato me perché è scappato dopo avermi dato so-lo l’acconto di cinquemila lire.

TERESA Adesso ho capito che affari trattate.

FIRULANDO Adesso non più. La guerra è finita, non si può continuare a vivere d’espedienti. Bisogna mettere le radici in qualche posto, sistemarsi. Non conoscete una ricca zitella che potrei fare felice?

TERESA E voi cosa avete da offrire per fare felice una zitella?

FIRULANDO Sono libero, non sono mai stato sposato. Non ho figli, almeno credo, sparsi in gi-ro per il mondo.

TERESA Sì, ma cosa avete da fare felice una donna?

FIRULANDO Eh, attenzione. Conosco i miei limiti, ho detto zitella, non donna.

TERESA Avete qualcosa che va bene per una zitella che per una donna non va bene?

FIRULANDO Una zitella ha la necessità di togliersi il marchio di dosso.

TERESA E una donna?

FIRULANDO Bisogna saper attendere, una volta zitella, tutto sarà più facile.

TERESA Non capisco se siete saggio o un po' matto.

FIRULANDO Scegliete voi, per me è lo stesso.

TERESA Anche per me.

FIRULANDO E voi siete maritata?

TERESA Mo io no.

FIRULANDO Fidanzata?

TERESA Ma che dite, no.

FIRULANDO Come è possibile che una deliziosa creatura come voi non si sia ancora accasata?

TERESA Siete matto.

FIRULANDO Non siete per caso anche ricca?

TERESA No.

FIRULANDO E beh... Peccato... Che io non sia proprio il suo tipo. (Se ne va).

TERESA (Luce tagliata sul Teresa). Il mio tipo, esisterà al mondo? Fino adesso la guerra ha nascosto molte cose, ma adesso tutti avranno il tempo di parlare della Teresa che non trova marito. Alla sua età? Ma non era fidanzata? Cosa vuoi che sia fidanzata alla sua età. La guerra cosa vuoi che sia. Io ho i miei problemi, io sto male, tutti dicono di preoccuparsi di quello che succederà, ma quello che succederà lo so io. Guerra o non guerra Teresa rimar-rà sempre signorina.
Buio.



FINE PRIMO TEMPO

INIZIO SECONDO TEMPO


Si riapre la scena, troviamo ai lavatoi Elsa e Firulando che stanno parlando da soli, leggermente appartati. Arrivano Teresa e Lina, Elsa le saluta e continua a parlottare con Firulando. Le due allora passano oltre e vanno a “sentire” se i panni stesi sono a-sciutti.

LINA Hai visto?

TERESA Non sono mica cieca.

LINA (Guarda Teresa aspettando una reazione. Teresa intanto controlla i panni e sembra non curarsi di Lina che, nel frattempo “spia” Elsa e Firulando. Poi si accorge che Lina la guarda come se si aspettasse qualcosa). Allora?

TERESA Cosa hai mangiato oggi. Si può sapere cos’hai da guardare?

LINA Stai male?

TERESA Io no.

LINA (Facendo un gesto in direzione di Elsa e Firulando). E non dici nulla?

TERESA Che cosa ho da dire?

LINA (Facendo spallucce impettita). Boh. (Va verso i lavatoi, dopo un paio di passi si ferma e ritorna verso Teresa). Non sarai per caso gelosa?

TERESA Ma di chi?

LINA Di Firulando.

TERESA Ma sei rincretinita?

LINA Perché non potrebbe essere?

TERESA Ma... Io... Sono cose che non mi interessano.

LINA Cosa vuoi dire, che vuoi rimanere zitella?

TERESA Tu taci.

LINA Perché?

TERESA Perché, perché... Lo so io il perché.

LINA Hai qualcosa da dire?

TERESA Io? No.

LINA (Quasi tra sé e sé). E’ proprio vero

TERESA Cosa?

LINA Quello che si dice in giro di te.

TERESA Di me? Perché cosa si dice: sentiamo.

LINA Che sei una pettegola...

TERESA A sì?

LINA Che non si fa mai gli affari suoi...

TERESA E poi?

LINA Che non troverai mai un matto che ti voglia sposare.

TERESA (Risentita). Questo e quello che in paese dicono di me?

LINA Sì!

TERESA (Urlando). Tu sei solo fortunata perché sono una signora.

LINA (Urlando). Ah, sì. Proprio una gran signora.

TERESA Non come qualcuno che conosco io.

LINA Vai ancora avanti?

Le due cominciano a litigare furiosamente, parlandosi una sopra all’altra con fare molto minaccioso. Sono quasi arrivate alle mani quando Elsa e Firulando, evidentemente at-tratti dagli urli, si sono avvicinati per capire cosa stia succedendo.

ELSA (Tra le grida di Lina e Teresa). Cosa siete impazzite tutto d’un colpo?

FIRULANDO Non credo di afferrare bene il concetto.

Lina e Teresa continuano concitatamente e contemporaneamente a spiegare le loro ra-gioni del contendere ad Elsa e Firulando. Dopo un crescendo del volume le due finisco-no di parlare improvvisamente contemporaneamente. Di colpo il silenzio cala sui quat-tro.

FIRULANDO Qualcuno vuole spiegarmi?

Le tre donne si guardano per un momento negli occhi e non spostando lo sguardo con-temporaneamente rispondono.

LINA ELSA & TERESA No! (Dopodiché ricominciano a lavorare).

FIRULANDO C’è una cosa che ancora non capisco. Ma qui...

ELSA (Interrompendolo).
No.

FIRULANDO Voglio dire: non è possibile che...

TERESA (Interrompendolo). No.

FIRULANDO Un momento però c’è sempre la possibilità...

LINA (Interrompendolo). No.

FIRULANDO Sì, però mi dovete lasciare...

LINA & ELSA (Interrompendolo). No.

FIRULANDO Ma non si spiega...

TERESA (Interrompendolo). No.

LINA No.

FIRULANDO Ma...

ELSA (Interrompendolo). No.

LINA No.

TERESA LINA & ELSA Noo. (Scoppiano tutte e tre in una risata, che alla fine contagia an-che Firulando).

FIRULANDO I negozi dovrebbero avere riaperto. Perché non andiamo a vedere?

ELSA Sì dovrebbero avere riaperto.

TERESA Dite che ci sarà qualcosa da comprare?

ELSA Andiamo a vedere com’è.

LINA Io non vengo devo lavare ancora tutta questa roba.

TERESA Per dieci minuti chi vuoi che ci faccia caso?

FIRULANDO E’ un momento storico: bisogna esserci.

LINA Andate voi, poi me lo raccontate.

Elsa, Teresa e Firulando se ne vanno. Rimane Lina che finge di mettersi a lavare mentre i tre si incamminano, poi si asciuga le mani, ha lo sguardo pensoso. Si appoggia ad una colonna con le mani dietro alla schiena, appoggiandoci anche la testa, rivolgendo il viso verso l’alto.

LINA Eccoci qui. Sul confine. Tra la guerra e la normalità. La normalità. Niente potrà essere normale come prima, eppure lo dovrà essere. E le persone, tante piccole tessere di un mo-saico, dovranno tornare dopo tutta questa confusione al loro posto. Cosa voglio? Cosa spe-ro? Comanderà mai il cuore?

Arriva Ermanno.

LINA Sei qui. Come mai ci hai messo tanto?

ERMANNO (Prendendole le mani). Sono stato a vedere come sta mio fratello, Gino. Non è ne-anche troppo ferito, ma non ha ancora detto niente.

LINA E gli altri? (Ermanno scuote la testa desolato volgendo lo sguardo a terra. Lina se lo ti-ra a se e lo abbraccia forte). Non ti preoccupare, ci sono io qui con te.

ERMANNO E la gente non ti preoccupa?

LINA La gente?

ERMANNO Qualcuno deve averci visto assieme qui.

LINA E allora?

ERMANNO Lina, tu sei una donna sposata.

LINA Ci sono buone possibilità che io sia una vedova. (Distogliendo lo sguardo, parlando tra sé e sé, prendendosi la faccia tra le mani). Dio che cosa orribile che ho detto.

ERMANNO Non devi sentirti in colpa.

LINA Non è questo. E’ che... Non so più...

ERMANNO Non facciamoci troppe domande.

LINA No. E’ troppo comodo non farsi domande quando non si hanno le risposte.

ERMANNO Quali risposte? Quali? Le mie? Le tue? Quelle della gente?

LINA E’ che non me la sento di sperare che non torni.

ERMANNO Allora non devi farlo. Non devi.

LINA E come vivrò intanto? Con te, senza te.

ERMANNO Finché potrai con me.

LINA Finché potrò?

ERMANNO Lui potrebbe tornare.

LINA E fino ad allora? (Ermanno fa un gesto “possibilista”). E la gente?

ERMANNO La gente non dovrà sapere niente.

LINA Oddio, non chiedermelo. Questo non puoi chiedermelo.

ERMANNO Non te lo chiedo: ti sto offrendo una possibilità.

LINA E se un giorno tornerà?

ERMANNO Dovremo rinunciare al nostro sogno.

LINA Ma potrà essere domani, tra un anno... E poi tu, che farai?

ERMANNO Mi chiedi troppe cose che non so. Succedono sempre tante cose, vediamo dove ci porta questa vita e cerchiamo nel frattempo di gustarci il paesaggio.

LINA Potremmo partire, scappare, far perdere le nostre tracce.

ERMANNO No, questo no. Ho lottato troppo duramente per difendere questa terra. E’ qui il mio posto, è qui che devo stare. Lo devo a tutti coloro che con il sangue hanno concimato que-sto suolo perché la vita potesse piantare nuovamente le sue radici.

LINA (Guardandolo seria, senza espressione nella voce). Non mi lasciare. (Lo abbraccia for-temente).

ERMANNO Credo che stia arrivando qualcuno. (Immediatamente si liberano dall’abbraccio e fanno finta di niente, Lina si rimette a lavare ed Ermanno estrae dalla tasca un coltellino e si mette a modellare un rametto. Dopo un attimo arrivano Firulando, Teresa ed Elsa).

ELSA Salve Ermanno, come va?

ERMANNO Insomma...

TERESA E tuo fratello come sta.

ERMANNO Abbastanza bene, non si riesce ancora a fargli dire niente. Deve essere stata la pau-ra.

FIRULANDO (Porgendogli la mano). Piacere Firulando.

ERMANNO (Porgendogli la mano a sua volta, con un fare un po' sospettoso). Ermanno.

ELSA Non ti preoccupare, è uno a posto.

TERESA (Rivolgendosi ad Elsa). Hai visto chi c’era qui? Sarà una coincidenza. Cosa ti avevo detto?

ELSA (Rivolgendosi a Lina). Lina, non sei curiosa di sapere cosa succede in paese?

LINA Sì. Ditemi che sta succedendo.

FIRULANDO C’è un grande fermento: molto, molto interessante.

TERESA Hanno riaperto quasi tutte i negozi. A dire il vero non è che ci sia molto da comprare

ELSA (Non parlando espressamente con Lina ma volendo fargli arrivare un messaggio). Per ogni treno che arriva c’è qualcuno che torna.

FIRULANDO Gli uomini stanno già lavorando per smobilitare le macerie dei bombardamenti. Per ricostruire ci sarà un bel po' di lavoro.

TERESA Siamo stati anche al comando per cercare notizie di Nestore.

LINA Si è saputo qualche cosa?

FIRULANDO No, però non si può dire, le notizie sono molto confuse.

ERMANNO Quelli che sono tornati con cui ho parlato mi hanno detto che era impossibile tenere la situazione sotto controllo.

ELSA Comunque, speriamo che Nestore stia bene e che presto sia di nuovo tra noi.

TERESA Sai Lina chi c’era in paese? Guido e Bruno, sono già al lavoro, stanno aggiustando delle biciclette.

LINA Della scuola si sa qualcosa?

ELSA Appena sarà pronta sarà riaperta. Fra un mese forse.

FIRULANDO Signore e signori ho deciso: io vado ad iscrivermi al “Corpo dei Lavoratori Vo-lontari”.

TERESA Cos’è??

FIRULANDO E’ un corpo di volontari che lavoreranno per la ricostruzione del paese.

ERMANNO Vengo anch’io.

FIRULANDO Prego?

ERMANNO Vengo anch’io, ci sono tutti i compagni, non posso mancare.

Ermanno e Firulando se ne vanno.

ELSA (Con fare indagatore). Lina, mi sembri strana.

LINA Chi io? Perché.

ELSA Ma. Mi sembri così pallida.

TERESA Sarà in pensiero per Nestore.

ELSA La bambina sta bene?

LINA Sì, sì. Va tutto bene, non preoccupatevi per me.

TERESA (Fa un respiro profondo). Si sente un aria nuova, cosa sarà la primavera o la pace?

ELSA Ci sono ancora troppe cose strane. Bisogna fare molta attenzione, ci vorrà ancora un po' perché tutto torni la normalità.

LINA Cosa vuoi dire?

ELSA Succedono ancora di quelle cose...

TERESA In paese non si parla d’altro...

LINA Cos’è successo ancora?

TERESA Ci sono dei misteri.

LINA Misteri?

ELSA Non si capisce ancora il bombardamento del 17 da che parte sia arrivato. E’ stato comple-tamente inutile. I tedeschi erano tutti ubriachi intenti a scappare, gli alleati stavano per ar-rivare.

TERESA E poi perché hanno colpito delle case, il municipio, la canonica.

LINA Par fortuna che i bambini erano già andati a casa.

TERESA Voi partigiani non sapete niente?

ELSA No.

TERESA Si dice che sono stati gli americani che volevano stanare i tedeschi.

ELSA C’è chi dice invece che sono stati i tedeschi per colpire chi collaborava con gli americani.

LINA La notte scorsa dietro casa mia si sono sentiti degli spari.

ELSA Sono scomparsi anche alcuni repubblichini. Sembra che li abbiano ammazzati e sepolti davanti al teatrino del prete

TERESA Ma no. In piazza?

ELSA Sì proprio in piazza.

TERESA E Ermanno cosa dice?

LINA Ermanno?

TERESA Ermanno, non era qui a parlare con te?

LINA (Facendo finta di niente). Niente. Era appena arrivato

ELSA Teresa, per piacere.

TERESA Cos’ho detto?

LINA Questi panni si sono già asciugati. Li pieghiamo così stendiamo dell’altra roba? (Conti-nuando a parlare, subito raccolgono i panni “piccoli”, poi passano alle lenzuola. Lina in coppia con Elsa e Teresa si fa aiutare da una signora del pubblico).

ELSA Non è per caso che chiedi sempre di Ermanno perché sei gelosa?

TERESA Ma cosa dici?

ELSA Perché, non è il tuo tipo?

LINA Sì, ti sarai innamorata.

ELSA Stai a vedere che è la volta buona che Teresa si fidanza e si sposa.

TERESA Voi non siete mica normali. Io fidanzarmi con uno? Con quello lì poi.

LINA Cos’ha, non va bene per te?

TERESA Ermanno? Quello lì non lo sposo neanche se viene giù il Signore. (Lina e Teresa rido-no). Piuttosto avete sentito, che la Francesca sta con Giovanni?

ELSA Chi quello della trattoria?

TERESA Proprio lui.

LINA Ma non stava con la Silvana?

TERESA Sì, ma la Silvana adesso sta con Guido.

ELSA Ma no, con Guido?

LINA La sorella della Silvana, è la zia del fratello del cognato di Amelia.

TERESA Quella che ha quel bel fratello? Quello biondo?

ELSA Chissà cosa fa adesso.

LINA Credo che faccia il muratore.

TERESA Basta che non si sia fidanzato, può fare qualunque altra cosa.

ELSA Anche l’altro fratello però è un bell’uomo.

LINA Ha la ragazza però...

TERESA E poi...

ELSA E poi?

TERESA Ehhh. E poi.

LINA E poi che cosa?

TERESA E poi sta anche con la figli di Alfio.

LINA Sei sicura?

TERESA Al cento per cento.

ELSA E tu come lo sai?

TERESA Lo so e basta.

LINA Quando uno dice così vuol dire che non sa proprio niente.

TERESA La conoscete la cugina della Giovanna? (Lina ed Elsa annuiscono). Beh, suo fratello ha la fidanzata. (Lina ed Elsa annuiscono). La sua ragazza ha un fratello. (Lina ed Elsa annuiscono). La cugina del fidanzato è l’Angela. Ci siete? (Lina ed Elsa annuiscono). Quando l’Angela andava a scuola, in classe con lei c’era la cugina della figlia di Alfio. Hai capito come faccio a saperlo?

LINA (Che nel frattempo aveva finito di raccogliere i panni. Raccoglie la cesta piena, sembra volere fare una domanda a Teresa, poi ci ripensa). Vado a casa. (Se ne va).

ELSA Sei proprio sicura?

TERESA Ma sì.

FIRULANDO (Arrivando). Quella ragazza Lina, ma non è sposata?

TERESA Sì, ha anche un figlio.

FIRULANDO E suo marito fa parte di quel battaglione che è stato fatto prigioniero prima che sparasse un colpo e che non è ancora tornato a casa.

ELSA Voi come sapete queste cose?

FIRULANDO Se ne parlava in piazza...

ELSA Ah sì?

FIRULANDO Volete sapere anche cosa dicono?

TERESA Perbacco.

FIRULANDO Dicono che lei, Lina, abbia un corteggiatore.

ELSA (Guardando con aria interrogativa Teresa che ha una faccia da “cosa ti avevo det-to?”). Ma davvero?

FIRULANDO E sapete chi è? (Silenzio da parte delle due donne). Ermanno.

TERESA (Con finto stupore). Ma va?

ELSA Queste sono solo voci.

FIRULANDO Immagino, voi non sapete niente in proposito?

TERESA Ma, io veramente...

ELSA (Interrompendola). No, niente. E dire che la conosciamo bene.

FIRULANDO La cosa che mi lascia più perplesso è che, sì insomma, lei...

ELSA Lei cosa?

FIRULANDO (Imbarazzato, cerca le parole). Come dire, lei...

ELSA Lei cosa!

FIRULANDO Sì, insomma, il marito in fondo potrebbe essere ancora vivo.

TERESA E quello che dico anch’io.

ELSA Certo che voi siete proprio dei pettegoli, ma con tutto quello che c’è da fare non avete niente di meglio da fare?

TERESA (Non considerando Firulando, rivolgendosi ad Elsa). E’ inutile che ti scaldi tanto.

FIRULANDO Sì, si faceva così pur parlè.

TERESA Ma voi non eravate andato a iscrivervi al corpo lavoratori volontari?

FIRULANDO Sì.

TERESA Cosa ci fate qui allora, vi siete accorto che c’era da lavorare?

FIRULANDO (Risentito). Nossignora. Manca il materiale.

TERESA E allora non ricostruiamo? Andiamo bene.

FIRULANDO Ma no, intanto raccolgono le adesioni, cercano il materiale e poi si costituiranno le squadre.

ELSA E vi hanno mandato via tutti?

FIRULANDO Sì, prendono i dati e ci dicono di passare ogni giorno a vedere gli avvisi che e-spongono.

ELSA E Ermanno dove l’avete lasciato?

TERESA Non era con voi?

FIRULANDO Sì. Ma dopo è dovuto andare via. Ha detto che aveva una cosa importante da fa-re.

ELSA (Raccogliendo la cesta di panni). Devo andare. Teresa mi raccogli l’altra roba se è sec-ca? (Se ne va frettolosamente).

TERESA Senz’altro, tanto io sono sempre qui, a vostra completa disposizione.

FIRULANDO Ma perché se l’è presa tanto?

TERESA Perché siete un impiccione.

FIRULANDO Ma donna Teresa...

TERESA Vè, uomo Ferilando. Qui abbiamo da fare, non c’è tempo per queste donne Terese.

FIRULANDO Firulando.

TERESA Eh?

FIRULANDO Firulando, il mio nome è Firulando.

TERESA E’ lo stesso, siete un impiccione lo stesso.

FIRULANDO Ah sì? (Dopo una pausa).

TERESA Sì, uno che non si fa gli affari suoi.

FIRULANDO E cosa fa allora?

TERESA Si fa gli affari degli altri.

FIRULANDO E chi glieli fa allora i suoi?

TERESA I suoi di chi?

FIRULANDO Di quello che si fa quelli degli altri.

TERESA Gli altri.

FIRULANDO Ma scusate, non sarebbe più facile se ognuno si facesse i suoi?

TERESA E’ quel che dico anch’io.

Teresa se ne va con il suo cesto di panni in mano. Firulando rimane solo, va verso i panni stesi tocca un fazzoletto per sentire se è asciutto, si guarda attorno e se lo mette in tasca. Rimane con in mano le due mollette e dopo essersi di nuovo guardato attorno de-cide di infilarsi anche quelli in tasca. Arriva un uomo. Non ha una cera proprio bellis-sima. Appoggia la borsa che aveva a tracolla per terra appena dentro il recinto del lava-toio. Non dice niente, sembra nemmeno accorgersi di Firulando che gli va incontro.

FIRULANDO Salve.

L’uomo, che ha lo sguardo un po' perso, fa un cenno di saluto con la testa, cammina guardandosi intorno osservando tutto quello che incrocia con lo sguardo. Firulando lo segue qualche passo indietro, camminando quando cammina e fermandosi quando si ferma, cercando di capire esattamente ciò che guarda e che vede.

NESTORE (Fermandosi di fronte ai panni stesi). E’ straordinario.

FIRULANDO (Con aria interrogativa). Dice?

NESTORE (Si volta di scatto verso Firulando sentendo la sua voce. Firulando è colto di sor-presa, fa mezzo passo indietro). Non è straordinario che sia tutto così normale?

FIRULANDO Vedete, straordinario e normale non vanno proprio d’accordo.

NESTORE Dice? (Firulando annuisce).E perché a me sembra di sì? (Firulando pensa che pos-sa essere un pazzo e non sa bene come comportarsi, se scappare o dargli corda). E tu?

FIRULANDO Io?

NESTORE Sì, tu: ti fidi di me?

FIRULANDO (Sudando freddo). Beh... sì.

NESTORE (Distogliendo la sua attenzione da Firulando che tira un sospiro di sollievo e cer-ca silenziosamente di allontanarsi un po' da quell’uomo facendo un paio di passi all’indietro, bloccandosi quando Nestore si gira verso di lui). Come mai non c’è nessu-no?

FIRULANDO (Balbettando all’inizio della frase). S..Sapete che me lo stavo chiedendo anch’io?

NESTORE Tu non sei di qui.

FIRULANDO No.

NESTORE Be, io sì. (Si china in un lavatoio per bere, arriva Teresa con una mastella vuota per raccogliere i panni stesi, che non vede Nestore. Firulando tenta di fare dei gesti per avvisarla della presenza di quell’uomo che potrebbe essere pericoloso).

TERESA (Passandogli davanti quasi senza guardarlo, non dando peso alle cose strane che sta facendo). Ma siete ancora qua voi? (Incominciando a valutare lo stato di asciugatura dei panni. Quando ricompare da dietro ad un lenzuolo c’è Nestore in piedi alle spalle di Fi-rulando. Firulando cerca di scandire con le labbra che alle sue spalle c’è un uomo. Te-resa non guarda Firulando, ma vede Nestore alle sue spalle e cade a terra svenendo).

FIRULANDO (Correndo per soccorrerla insieme a Nestore). Porca miseria. Se n’è accorta su-bito che mancava un fazzoletto.

NESTORE Teresa. Teresa!

FIRULANDO Teresa. Teresa non fate così, è solo un fazzoletto.

TERESA (Rinvenendo). Ma... Nestore... Sei proprio tu?

NESTORE Sì, son proprio io.

TERESA (Abbracciandolo). Nestore.

FIRULANDO (Tentando di porgergli la mano). Piacere signor Nestore, io sono Firulando.

TERESA (Rialzandosi). Quando sei arrivato?

NESTORE Col treno. Adesso.

TERESA Fatti guardare. Credevamo che fossi morto. (Lo riabbraccia). Ti ha già visto Lina?

NESTORE No sono venuto qui credendo di incontrarla.

FIRULANDO Anche lei cerca Lina?

NESTORE (Aggressivo). Perché, chi altri la cerca?

FIRULANDO Nessuno. Che io sappia nessuno.

NESTORE (Rivolgendosi a Teresa). Ma questo qua chi è?

TERESA Lo sai che non ancora capito.

Arrivano discutendo Elsa e Lina, si sentono le loro voci da lontano. A Nestore viene in mente di nascondersi per aumentare la sorpresa a Lina ed Elsa, fa un paio di gesti a Te-resa e Firulando per mettersi d’accordo e si nasconde dietro ai vasconi. Firulando e Te-resa si mettono in un angolo silenziosi per godersi la scena.

ELSA (Entrando nel recinto dei lavatoi). Potrebbe tornare da un momento all’altro ti rendi con-to? Non dobbiamo assolutamente disperare.

LINA Me lo hai detto tu che c’è poco da sperare.

ELSA Lo so, ma adesso è diverso.

LINA Diverso?

ELSA Li hai visti anche tu quelli che sono già tornati. Vuol dire che non tutto è perduto.

LINA Potrebbe essere morto però e io non me la sento di crescere una bambina da sola.

A questo punto Nestore si alza e appare alle due donne.

ELSA(Mettendosi le mani davanti alla bocca). Oddio, Nestore. (Correndogli incontro trafela-ta, abbracciandolo e baciandolo).

NESTORE (Abbracciando Elsa e guardando Lina). Ciao, Elsa.

LINA (Incominciando lentamente a muovere passi incerti in direzione di Nestore, fissandolo. Incerta, sottovoce). Nestore. (Un po' più forte). Nestore, sei tu? (Intanto Nestore si libera dall’abbraccio di Elsa e va lentamente in direzione di Lina. Quando sono faccia a faccia Lina allunga una mano per toccarlo accarezzandogli il viso). Nestore sei proprio tu? (Nestore non risponde, Lina continua ad accarezzarlo lentamente e a guardarlo in faccia piegando leggermente il viso da una parte. Commossa). Amore mio. Grazie a Dio sei tor-nato. (Si abbracciano fortemente).

NESTORE (Ancora stretti nell’abbraccio. Commosso). Sì, sono tornato.

Si avvicina a loro Elsa e li abbraccia tutti e due, unendosi al loro abbraccio.

FIRULANDO (Rivolgendosi a Teresa). Io non ho ancora capito dove è stato.

TERESA E’ stato in guerra.

FIRULANDO (Rivolgendosi a Nestore con fare solenne). A nome del popolo italiano voglio porgervi i miei più sentiti ringraziamenti per ciò che avete fatto per la nostra nazione. (Stringendogli la mano). Grazie, grazie ancora.

LINA (Avvicinandosi a Teresa). Teresa, fammi un favore. Vai da Ermanno, spiegagli tutto. Fal-lo per me.

TERESA (Uscendo). Devo andare ora, ma questa sera tutti nel nostro cortile. Io faccio il gnoc-co. Dobbiamo festeggiare.

FIRULANDO (Con un leggero inchino con la testa). Non mancherò, grazie per l’invito.

ELSA Ma come hai fatto a liberarti?

NESTORE Non lo so. L’unica cosa che mi ricordo è una musica e il sapore amaro del cioccola-to. (Parte una musica sulla quale in controluce vediamo i personaggi che si abbracciano felici e contenti).

LINA (Prendendo Nestore per mano). Andiamo, andiamo a casa. Devi conoscere la tua bambi-na, è una vita che t’aspetta. (Se ne vanno felici).

Firulando si avvicina ad Elsa. Tutti e due si siedono sull’orlo dei vasconi del lavatoio.

FIRULANDO (Con l’aria pensierosa). Lo sapete che questo è proprio un bel paesino?

ELSA Avreste dovuto vederlo prima. (Tira fuori un pacchetto di sigarette che ne contiene due. Una la offre a Firulando, l’altra se la mette in bocca, si accorge che il pacchetto è finito. Accendendo la sigaretta a Firulando). Sapete che cosa vi dico? (Si accende la sigaretta. Buttando fuori la prima boccata di fumo e buttando il pacchetto a terra). Domani smetto.

Buio. Silenzio. Si incomincia a sentire la stessa canzone che abbiamo sentito all’inizio dello spettacolo. Si illumina un punto della scena dove vediamo Ermanno ormai vecchio seduto in poltrona che guarda la televisione. In televisione vede la stessa scena che ab-biamo visto noi all’inizio, quella di un uomo che piange e si ubriaca davanti alla sua ca-sa distrutta da un bombardamento. Forse sta vedendo un telegiornale, o forse un servi-zio sulla guerra nella ex Iugoslavia o in centro Africa. Sentiamo la musica e la voce di un’anziana signora.

TERESA Ermanno. Ermanno!

ERMANNO (Dalla poltrona). Cosa c’è Teresa.

TERESA E’ pronto il gnocco.

ERMANNO (Dalla poltrona). Arrivo subito. (Continuando a sentire la canzone sentiamo i pensieri di Ermanno e lentamente scende il buio). Mi ricordo. Mi ricordo come fosse ieri. Era finita la guerra. Eravamo scesi dalla collina, contenti, con i compagni. Non ho più spa-rato, ma era solo un’altra guerra. La mia casa era stata bombardata. C’erano dentro tutti. Mia madre, mio padre, mio zio, i miei cugini... Si era salvato solo Gino, mio fratello, il più piccolo. L’hanno trovato tre giorni dopo, sotto le macerie. Non s’è mai più ripreso. Sono andato a trovarlo qualche volta al manicomio. Non si è mai ricordato di niente. Io invece mi ricordo, mi ricordo tutto.

FINE