Effetto Farfalla
(La II Legge del Caos)

di

Bruno Alvino



Annarita, 45-50enne.
Geremia, convivente.
Tiziana, sorella maggiore.
Riccardo, cognato.
Gabriella, sorella minore.
Arnaldo, padre.
1° Poliziotto
2° Poliziotto
Goffredo, il giornalaio

I Quadro
Tardo pomeriggio. Il soggiorno. Tavolo, sedie, una poltrona/divano, telefono fisso e suppellettili varie. Geremia ha una pipa in bocca, spenta. Ѐ seduto sul divano. Legge il giornale.

GEREMIA Non è possibile, non ci credo … no… come può … no … ha qualcosa, è malato, ha ragione sua moglie … non può essere sano uno che si circonda di … (Scuote la testa) E poi finisse qui! Macché, poi vorrà fare anche il Presidente della Repubblica! Sì, delle banane! … per non dire peggio! (Scuote la testa) Lui e tutti i suoi ruffiani! E così, avremo un puttaniere come Presidente della Repubblica! Questa ci mancava! (Si sente aprire una porta e dei rumori prove-nire dalla quinta sx)
ANNARITA (Trafelata, preoccupata) ...ci sei? C’è qualcuno in casa? Geremia, sei in casa?
GEREMIA (Imperturbabile) Sì, ci sono, sono qui. Che hai da gridare? Che t’è successo stavolta?
ANNARITA (Entra da sx. Ha 3 borse e diverse sportine. Appoggia tutto sulla poltrona. Trafelata) Va’ a chiudere la porta! Subito! C’è … c’è …/
GEREMIA / Cosa c’è?
ANNARITA C’è … /
GEREMIA / Chi c’è?
ANNARITA C’è … qualcuno!
GEREMIA (preoccupato) Qualcuno? Chi? Dove?
ANNARITA (Indica la quinta sx) ...là! Giù per le scale! C’è qualcuno che … (Bisbiglia) … che … che mi segue!
GEREMIA Che stai dicendo? Parla più forte, non capisco!
ANNARITA (Molto preoccupata. Bisbiglia) Sto dicendo che c’è qualcuno che mi segue!
GEREMIA Chi? Chi ti segue?
ANNARITA Non lo so! Mica si è presentato: “Piacere, sono quello la segue…!”
GEREMIA Ne sei certa? L’hai visto?
ANNARITA Sì … L’ho visto … sì!
GEREMIA L’hai visto in faccia?
ANNARITA In faccia, sì! … cioè …
GEREMIA … cioè?
ANNARITA Proprio visto, no … /
GEREMIA / …ah, non l’hai visto…
ANNARITA No! Ma è come se l’avessi visto! Ho sentito i suoi passi! …Cioè, ho avuto l’impressione di … /
GEREMIA / Ah, hai avuto l’impressione… sì, sì … be’, sarà stato un condòmino … chi vuoi che … Era un condòmino, vero?
ANNARITA (Molto irritata) Che ne so! Mica riconosco i condòmini dai passi! Non lo so!
GEREMIA Ok, ho capito: non sai niente. Fai un gran casino e non sai niente…!
ANNARITA Quello che so è che qualcuno mi seguiva! Ma non so chi fosse! Vorrà dire che la prossima volta lo aspetto e gli chiedo la carta d’identità, ok?
GEREMIA Risparmiati il sarcasmo, che è meglio. Volevo solo … /
ANNARITA / Che giornata, (si siede, disperata) che giornata! Ci mancava solo lo stupratore! (Riflette, si alza) Adesso chiamo il 113 e … Che se la sbrighino loro!
GEREMIA Il 113? E che gli dici?
ANNARITA Gli dico che mi è sembrato che qualcuno mi seguisse!
GEREMIA E tu credi che la Polizia si muova per una … impressione? Annarita, lascia perdere, ci fai più bella figura! Tanto non vengono.
ANNARITA Cioè dovrei lasciare che quello stupratore circoli liberamente su e giù per le scale? Ah, bell’esempio di menefreghismo! Ecco perché siamo ridotti così … /
GEREMIA / …ok, ok … (Stancamente si alza) vediamo cosa si può fare … (va verso sx)
ANNARITA Esci? Che vai a fare?
GEREMIA Vado a controllare se … /
ANNARITA / E se quel delinquente è li fuori ad aspettarti?
GEREMIA Torno dentro e chiamo il 113!
ANNARITA … sì… se prima non ti ha cacciato una botta in testa…! (Geremia fa il gesto di esser colpito e ride) C’è poco da ridere! I giornali sono pieni di … la criminalità è …/
GEREMIA / D’accordo, ma non facciamoci prendere dal panico. Prima di chiamare il 113 meglio controllare! O vuoi far arrestare il vecchietto (indica) qui sopra? (Fa per uscire)
ANNARITA Insomma, hai deciso di uscire!
GEREMIA Sì, vado a guardare chi c’è.
ANNARITA E io?
GEREMIA Tu? Tu … resti qui!
ANNARITA Da sola? E se quel … No, tu non ti muovi di qui!
GEREMIA Annarita, smettila! Sei ridicola!
ANNARITA Sarò ridicola, ma non capisco perché dobbiamo esser noi a risolvere i problemi della Polizia … Se la vedranno loro! Li paghiamo apposta!
GEREMIA Ok, ti prometto che dopo li chiamiamo … ma prima controlliamo se … (Va a sx. Annarita lo trattiene) Lasciami! Do solo un’occhiata dallo spioncino.
ANNARITA No, è pericoloso!
GEREMIA Pericoloso? Che vuoi che … Non essere paranoica!
ANNARITA (Riflette) Ok, controlla ... Ma dallo spioncino! (Geremia esce a sx. Annarita è in ansia. Rientra) Allora? Hai visto qualcuno? C’è qualcuno?
GEREMIA No, dallo spioncino non si vede nessuno! Ora esco e controllo meglio.
ANNARITA No, aspetta. Non … /
GEREMIA / Annarita, basta! (Si sente aprire la porta. Annarita si accuccia dietro una sedia, agitatissima. Poco dopo rientra) Niente, lì fuori non c’è anima viva!
ANNARITA Hai guardato bene? Sei andato a guardare anche di sopra?
GEREMIA Sì, sono andato di sopra e di sotto. Non-c’è-nessuno! Tu te lo sei sognato!
ANNARITA Lo sapevo! Mai che tu mi creda, mai! (Si siede e borbotta tra sé e sé, si alza, porta le sportine nella quinta dx, avanti e indietro) Che schifo di giornata! (Avanti e indietro) Prima il portafoglio, poi ... (Indica a sx)/
GEREMIA ...il portafoglio? Che c’entra ora il portafoglio?
ANNARITA C’entra, c’entra... (Desolata) Mi hanno rubato il portafoglio. (Sempre avanti e indietro. Stavolta però lui la segue. Entrano ed escono assieme)
GEREMIA Che cosa? Ti hanno rubato il portafoglio? Fermati! Dove? Quando? Ne sei sicura, hai controllato bene? Fermati! Magari è dentro una di queste … (Si avvicina alle borse) /
ANNARITA / Geremia, è inutile, non c’è! Me l’hanno rubato! Quei delinquenti, vigliacchi, figli di ... Proprio un bel compleanno, non c’è che dire!
GEREMIA È vero, oggi è il tuo compleanno.
ANNARITA Già ... e, come al solito, tu non mi hai fatto - non dico uno straccio di regalo - ma neppure gli auguri!
GEREMIA È vero, scusami, ma tu esci presto e ... io a quell’ora dormo e ... insomma … comunque ora esco e vado a comprarti un bel ... /
ANNARITA /... sì, il solito “mazzetto” di fiori! Che fantasia! Geremia … lascia stare, non importa.
GEREMIA Mazzetto di fiori? Hai un’idea di quanto costano le rose?
ANNARITA Che vuoi? Un rimborso spese, per caso?
GEREMIA Fai la vittima? Di che ti lamenti? (Le punta il dito contro) Che mi hai regalato “tu” per il mio compleanno? Niente!
ANNARITA Non è vero! Ti ho regalato un “bellissimo” costume da bagno.
GEREMIA Bellissimo… Avrai speso 5 euro...
ANNARITA Tu pensi sempre ai soldi. Sei proprio un bottegaio! Figlio di bottegai!
GEREMIA Che c’entrano ora i miei genitori?
ANNARITA C’entrano c’entrano. Loro c’entrano sempre! … (Parlotta tra sé e sé) A proposito, che fine ha fatto quel costume? Era così carino, tutto colorato!
GEREMIA Carino? Bianco, rosso, giallo, azzurro e con le tasche argentate! Lascia perdere, Annarita! Dimmi piuttosto del tuo portafoglio. Dove te l’hanno rubato?
ANNARITA Sul 34. Di sicuro sul 34!
GEREMIA Hai preso il 34?
ANNARITA Sì, ho preso il 34.
GEREMIA Perché?
ANNARITA Come perché? Perché fa prima!
GEREMIA Ma il 34 è pieno di ... /
ANNARITA / Di che? Di studenti, ecco di cos’è pieno il 34!
GEREMIA Studenti?!? E tu li chiami studenti, quei soggetti lì?
ANNARITA Come devo chiamarli? Vanno a scuola, quindi sono studenti!
GEREMIA A quanto pare però … fanno anche altro!
ANNARITA No, non è stato uno studente a rubarmelo!
GEREMIA Allora chi è stato? Hai qualche sospetto?
ANNARITA Sospetto? Vediamo … considerando che l’autobus era pieno di zingari ... tu che dici, avrò qualche sospetto? (Cammina nervosamente. Sconsolata)
GEREMIA Ah, c’erano gli zingari…
ANNARITA Sì. Era pieno di zingari… e, non bastasse, c’era anche qualche extracomunitario. Tutta gente di specchiata onestà, come sai!
GEREMIA Ora non ricominciare con il tuo razzismo, ti prego!
ANNARITA Ma dico, proprio a me dovevano rubarlo? Dopo una giornata di lavoro massacrante, pure il portafoglio mi fregano! E non difenderli, quei delinquen-ti!
GEREMIA Io non difendo nessuno! Dico solo che non sono tutti delinquenti. Quanti soldi avevi nel portafoglio?
ANNARITA Pochi. Per fortuna li avevo già spesi quasi tutti… Per fortuna!
GEREMIA Ah, sì, davvero una gran fortuna! (pausa) E il DVD? (Lei resta perplessa) Me l’hai comprato il DVD?
ANNARITA Senza soldi? Come facevo a … /
GEREMIA / (Irritatissimo) Ecco, lo sapevo! Tutte le volte che devi comprarmi qualcosa ce n’è una! Ce n’è sempre una!
ANNARITA Sta a vedere che mi sono fatta scippare per non comprarti il DVD…
GEREMIA Quando te ne sei accorta?
ANNARITA Di che?
GEREMIA Del furto!
ANNARITA Come devo dirtelo che “non” mi sono accorta di niente! Mi ascolti quando parlo?
GEREMIA Però ad un certo punto ti sarai accorta che non l’avevi più, no?
ANNARITA Ah, sì, certo. È stato dal giornalaio.
GEREMIA …il “nostro” giornalaio?
ANNARITA Sì, proprio lui! Neanche mezzora fa.
GEREMIA Che eri andata a fare dal giornalaio?
ANNARITA E me lo chiedi? Ero andata a comprare il tuo … DVD!
GEREMIA Ah, già… raccontami cos’è successo dal giornalaio.
ANNARITA Che vuoi che sia successo? Sono entrata e … /
GEREMIA / … le hai chiesto il DVD! Giusto?
ANNARITA No, non subito. C’era un po’ di gente. Ho aspettato il mio turno!
GEREMIA Ah, hai aspettato, capisco … E nel frattempo cos’hai fatto?
ANNARITA Mi sono seduta e … ho fatto un po’ di pulizia nella borsa: vecchi scontrini, foglietti, carta … Tutto nel cestino!
GEREMIA Poi? (Anticipa la risposta) … hai chiesto il DVD! Giusto?
ANNARITA Sì, penso di sì, sì … avrò fatto così...
GEREMIA E dopo che hai fatto? Concentrati e cerca di ... /
ANNARITA / … di fare cosa? Cosa devo fare?
GEREMIA Cerca di ricordare tutto con la massima precisione!
ANNARITA (Si siede. Pensa) Dunque … mi sono avvicinata e … ho chiesto il DVD.
GEREMIA Poi? Che è successo?
ANNARITA (pensa) ... il giornalaio si è allontanato e ... /
GEREMIA / Perfetto! Ora chiudi gli occhi e fissa il giornalaio! E non perderlo di vista! (Annarita fa per dire qualcosa. Lui grida) E NON PARLARE!
ANNARITA Aiuto ... fermatelo … è impazzito...!
GEREMIA L’hai fissato? Hai fissato il giornalaio?
ANNARITA (Sconsolata) Sì, l’ho fissato!
GEREMIA Ok, dimmi cosa sta facendo.
ANNARITA (Come se la vedesse) ... Ha preso qualcosa…
GEREMIA Ha preso il mio DVD? (Continua a ripetere: “l’ha preso?”)
ANNARITA Non lo so. Non riesco a vedere bene ...
GEREMIA Accidenti! Com’è possibile che tu non veda un DVD?
ANNARITA Geremia! (Si alza dalla sedia) Smettila di tormentarmi con il tuo DVD!
GEREMIA Sto solo cercando di aiutarti a … ricostruire il …/
ANNARITA / Mi sono stancata di ricostruire. Tanto non serve a niente!
GEREMIA Ok, fa’ come vuoi. (Cammina) ... però io al tuo posto … (pausa lunga: borbotta)
ANNARITA Tu, al mio posto … ? Che faresti al mio posto? Parla!
GEREMIA … io una telefonata all’Azienda, la farei...
ANNARITA A quale Azienda?
GEREMIA A quale Azienda vuoi telefonare? Ai Servizi Cimiteriali? All’Azienda Trasporti, ovviamente!
ANNARITA Per dirgli che mi hanno rubato il portafoglio? Sai quanto gli frega? Zero!
GEREMIA E se l’autobus aveva la telecamera? (Pausa) C’era la telecamera sul 34?
ANNARITA Non me lo ricordo.
GEREMIA Sforzati, è importante!
ANNARITA (Si altera) Geremia, prendo otto autobus al giorno, secondo te mi segno tutti quelli con le telecamere?
GEREMIA Ok, ok, ma sappi che se non collabori non arriveremo a niente. Dobbiamo provare a ricostruire … /
ANNARITA / Ancora ricostruire? No, basta, mi rifiuto!
GEREMIA E fai male! Potresti ricordare un dettaglio importante. Fai male! Ad esempio: eri seduta o in piedi?
ANNARITA Seduta sul 34 a quell’ora? Si vede proprio che tu in autobus tu non ci vai mai!
GEREMIA Ok, eri in piedi! E sei salita davanti o … /
ANNARITA / …di dietro! Si sale da dietro! Ma che … /
GEREMIA / Ok, sei salita di dietro. E poi? Hai “obliterato” o hai fatto il biglietto?
ANNARITA Ho “obliterato”!
GEREMIA E il biglietto dove l’hai messo?
ANNARITA Nel portafoglio.
GEREMIA E il portafoglio?
ANNARITA Nella borsa.
GEREMIA Ma ce l’hai messo subito o dopo un po’?
ANNARITA (Comincia a spogliarsi) Ma che … ma ... che importa se l’ho messo prima o dopo? A me sembrano domande sceme!
GEREMIA Ti va di fare un esperimento mentale? Che dici, proviamo?
ANNARITA Che cosa? Un … esperimento mentale?
GEREMIA Sì, immaginiamo che tu abbia infilato il portafoglio in un’altra borsa…
ANNARITA No, no, no! È impossibile! L’esperimento è già fallito!
GEREMIA Cioè escludi d’averlo infilato in un’altra borsa…
ANNARITA Sì, lo escludo! Categoricamente!
GEREMIA (S’avvicina alle borse) E se ci dessimo un’occhiatina? Così, tanto per scrupolo?
ANNARITA Geremia, non insistere! Non c’è! NON C’È!!
GEREMIA Che ti costa controllare?
ANNARITA Niente, non mi costa niente, ma non lo faccio! E ora basta, sono stanca! Facciamo una pausa. (Si toglie una scarpa ed esce da dx. Ritorna in scena scalza e semivestita) Riprendiamo dopo. Prima vado in bagno.
GEREMIA Proprio adesso? Non potevi asp … che vai a fare in bagno?
ANNARITA Mi strucco, faccio una doccia e … faccio la pipì! Sì, la pipì, ok? Posso farla o devo chiedere il permesso? (Si allontana) … torno subito.
GEREMIA Sì, subito…! Lo conosco il tuo subito in bagno ...
ANNARITA Toh, leggiti il giornale e sta’ zitto! (Estrae il giornale da una borsa e glielo porge. Geremia si siede e si mette a leggere. Annarita esce dalla quinta dx. Bu-io)


FINE I QUADRO


II Quadro

Identico ambiente. Geremia legge il giornale rivolto verso la quinta sx. Annarita rientra da dx indossando una tuta da ginnastica sgargiante.
ANNARITA Sono qua! Visto? Ho fatto prestissimo!
GEREMIA (Senza guardarla) Insomma, prestissimo ... Ho letto tutto il giornale! Se per te è pochissimo ...
ANNARITA Dov’eravamo rimasti?
GEREMIA Che tu avevi appena messo il portafoglio nella borsa. Quindi era ancora in tuo possesso…
ANNARITA Sì, era ancora in mio possesso… (Pausa)
GEREMIA Bene, allora ... (Si gira e la vede) … ehi, ma quella tuta è nuova!
ANNARITA Sì. Ti piace? Carina, vero?
GEREMIA Un’altra tuta? Ne avrai una dozzina! Quando l’hai comprata?
ANNARITA Stamattina. Prima che ... sì … al mercatino. L’ho pagata pochissimo!
GEREMIA Ovviamente! Quanto? Sentiamo la frottola del mese!
ANNARITA L’ho pagata cinquanta ... cioè … sessanta ... cinque euro. Sì, “solo” 65 euro. Pochissimo!
GEREMIA Sì … proprio pochissimo! Ma torniamo al portafoglio. A questo punto è evidente che il furto è avvenuto dopo. Ma quando?
ANNARITA Già! Quando?
GEREMIA Eri ancora in autobus o dopo? Il furto l’hai scoperto dal giornalaio, giusto?
ANNARITA Sì, dal giornalaio.
GEREMIA Quanto tempo era passato da quando eri scesa dal 34?
ANNARITA Una mezzora …
GEREMIA Mezzora? Ma allora come fai ad esser sicura che te l’abbiano rubato in autobus?
ANNARITA Di sicuro non me l’hanno rubato in profumeria! Quella non era piena di zingari!
GEREMIA (Si alza, irritato) Annarita, se continui ad avere tutti questi pregiudizi non arriveremo a nulla. Rispondi obbiettivamente: sei proprio sicura d’essere stata derubata in autobus? Sì o no?
ANNARITA (Ci pensa) Be’ … proprio sicurissima, no… ma … /
GEREMIA /… potrebbero benissimo avertelo rubato nella mezzora successiva! (Pausa) Dove ti sei fermata dopo esser scesa dal 34?
ANNARITA Te l’ho detto: sono andata in profumeria. Ma non ho comprato niente… quindi non so dirti se … /
GEREMIA / …e per strada? Qualcuno ti ha affiancato … ti ha … urtato? (Pausa. Annarita fa delle smorfie di diniego. Poi si specchia, a lungo. Non risponde). Annarita!
ANNARITA Che c’è?
GEREMIA (grida, irritato) Ti decidi a rispondere? Qualcuno ti ha urtato?
ANNARITA No, non mi ha urtato nessuno! C’è bisogno di gridare? Rilassati!
GEREMIA Rilassarmi io? Guarda che il portafoglio l’hanno rubato a te, mica a me!
ANNARITA E devi trattarmi così? Un po’ di pazienza, accidenti! Io non faccio così con te!
GEREMIA Che vuoi dire?
ANNARITA Voglio dire che quando tu ... /
GEREMIA / Quando io …? Sentiamo questa!
ANNARITA Quando tu hai dei problemi, oppure sei malato, io … /
GEREMIA / Malato? Che c’entra con il furto del portafoglio? Niente! Non c’entra niente!
ANNARITA C’entra, invece! Ci si deve aiutare quando si è in difficoltà! Io, quando sei malato, lo faccio. (Pausa) Malato poi ... almeno fossi malato...!
GEREMIA Ma di che parli? Di che diavolo parli?
ANNARITA Delle tue malattie immaginarie, ecco di che parlo!
GEREMIA Malattie immaginarie? Perché immaginarie? Saranno come quelle di tutti!
ANNARITA No, le tue sono diverse! Tu non hai i mali che hanno i comuni mortali. A te non viene un banale mal di testa, no! A te viene uno spasmo al sopracciglio sinistro che ti provoca un acufene all’orecchio destro! No, le tue malattie non sono come quelle degli altri…!
GEREMIA Senti chi parla! Quest’estate abbiamo perso una settimana di mare perché avevi un orecchio tappato! Prima l’olio di oliva, poi la schiuma, poi le siringhette ... una tragedia! Per non dire di quelle cose che t’infilavi nelle …/
ANNARITA Sì, sfotti, sfotti! Intanto a me hanno rubato il portafoglio. E se tu m’avessi accompagnato in macchina non sarebbe successo! E te l’avevo anche chiesto!
GEREMIA Ecco, lo sapevo che avresti trovato il modo di dare la colpa a me! Annarita, per me il discorso del portafoglio è chiuso! (Comincia a girare per la stanza) Ti do solo un consiglio: va in Questura a denunciarlo. A volte li prendono…
ANNARITA Sì, li prendono... E 5 minuti dopo li rilasciano! Oppure escono con l’indulto! Bella legge, quella!
GEREMIA Ce l’hai ancora con l’indulto? Ma se l’aveva chiesto perfino il Papa...!
ANNARITA Appunto! Era quello che doveva insospettirli…!
GEREMIA Annarita, le prigioni stavano esplodendo. E poi erano d’accordo tutti!
ANNARITA Hanno sbagliato a dare l’indulto! Chi ti dice che il portafoglio non me l’abbia rubato uno di .../
GEREMIA / Sì, certo, uno di quelli usciti con l’indulto! (Ride)
ANNARITA …Oppure uno zingaro!
GEREMIA (Ride) Ah, già, dimenticavo gli zingari …
ANNARITA Sarà un caso, ma sul 34 ce n’erano parecchi.
GEREMIA Annarita, gli zingari non sono tutti uguali! Bisogna distinguere! Il grano dal loglio. Lo dice anche il Vangelo.
ANNARITA Adesso citi il Vangelo? Ma non eri ateo? Ti stai convertendo anche tu?
GEREMIA Certo che, per una mangiapreti come te, sarebbe un brutto colpo. Prima tua sorella, poi io… (Ride divertito)
ANNARITA Non ricordarmelo, ti prego! Se penso che proveniamo da una famiglia di operai e partigiani e che quella … baciapile sta tutto il giorno in parrocchia, mi viene l’orticaria! (Suonano alla porta. Geremia esce a sx, poi rientra)
ANNARITA Hai aperto?
GEREMIA Sì.
ANNARITA Perché?
GEREMIA Come perché? Hanno suonato…
ANNARITA Chi è?
GEREMIA Non lo so. Come faccio a saperlo?
ANNARITA Bastava chiederlo! Non l’hai chiesto prima di aprire?
GEREMIA No.
ANNARITA E tu apri così? A tutti, indistintamente? Ah, benissimo! Con tutta la delinquenza che c’è in giro …
GEREMIA Annarita, per favore, non ricominciare!
ANNARITA Vuoi sapere cos’è capitato ad una mia collega qualche giorno fa?
GEREMIA Che le è successo? Sentiamo! Capita tutto alle tue colleghe…!
ANNARITA L’altra sera, alle nove e mezzo, s’è trovata un ladro in casa! Con porte e finestre chiuse, capisci? L’ho sempre detto che è meglio mettere le inferriate …
GEREMIA Sì, giusto! Barrichiamoci nel bunker!
ANNARITA Bunker no, ma almeno evitiamo di aprire la porta a tutti! O dici anche tu come quella sciroccata di mia sorella: “Bussate e vi sarà aperto!”?
GEREMIA Non prendertela con me. Non è colpa mia se tua sorella è diventata bigotta!
ANNARITA Una ragazza di 20 anni che se ne sta tutto il giorno all’oratorio a cantare “Viva la gente!”. Alla sua età io … altro che oratorio! A casa nostra si cantava Contessa e si parlava di scioperi, di lotte proletarie! Lei parla del Papa, di Satana e dell’Inferno…!
RICCARDO (Dalla quinta sx) …si può? (Entrano Riccardo e Tiziana. Hanno un pacco regalo in mano) Uhm… sento puzza di zolfo. Sbaglio o si parla del Diavolo? (Ride)
GEREMIA Sì, del Diavolo e dell’acqua santa.
ANNARITA (A Geremia.) Come sono entrati? Avevi lasciato la porta aperta?!? (Geremia fa un cenno d’assenso) Ma sei impazzito? Avete visto qualcuno lungo le scale?
RICCARDO (Guarda Tiziana) No, non c’era nessuno, perché?
GEREMIA Ma siete venuti a piedi o ... /
RICCARDO / A piedi. L’ascensore era occupato. Qualche problema?
GEREMIA No no, nessun problema!
TIZIANA (Dà il regalo ad Annarita e la bacia) Ecco, tieni! Auguri! Buon compleanno!
RICCARDO (Si avvicina e la bacia. Le dà una bottiglia di Porto) Guarda cosa ti ho portato! Buon compleanno e cento di questi giorni!
ANNARITA Grazie! Siete davvero gentili, vi ringrazio. Ma oggi non è la giornata giusta...
TIZIANA Perché? Non ti senti bene?
ANNARITA No, sto bene, ma ... /
GEREMIA / ... le hanno rubato il portafoglio. Con tutti i documenti.
TIZIANA Davvero? E dove?
RICCARDO Chi te l’ha rubato? L’hai visto?
ANNARITA Visto no… Ma è stato in autobus. Sul 34. E di sicuro è stato uno zingaro.
RICCARDO Scusa, Annarita, ma se non l’hai visto come puoi dire che … /
ANNARITA / Lo dico perché lo so! LO SO! Con tutti ‘sti zingari non si vive più!
TIZIANA Annarita, ti prego, rispettiamo le etnie: non sono zingari; sono Rom!
ANNARITA Tiziana, per favore!, non ricominciare con il tuo “buonismo multietnico”! Zingari o Rom, cambia poco: sempre ladri sono!
GEREMIA Ehm … perché non vi togliete i cappotti e vi sedete? O preferite litigare in piedi? (Ride. Poi prende i cappotti e li porta fuori a sx. Tiziana si siede. Torna)
TIZIANA Sei già andata a denunciare il furto?
RICCARDO Hai telefonato all’ATC?
GEREMIA Macché, non ha fatto niente!
ANNARITA È solo una perdita di tempo! Il mio portafoglio ormai .../
TIZIANA Non è detto. Guarda che l’ATC ha un servizio molto efficiente…
ANNARITA Ah, si vede! Infatti gli autobus sono pieni di ladri!
RICCARDO Però con le telecamere gli scippi sono calati del 25%...
ANNARITA Allora vuol dire che io rientro nel 75% restante: i più sfigati!
TIZIANA Comunque i nostri autobus sono molto sicuri. Le statistiche dicono questo!
ANNARITA Sì, prova a salirci e te ne accorgi! A te portano via anche le mutande!
TIZIANA Ho letto proprio ieri sull’Unità un articolo molto circostanziato sui reati che vengono commessi in autobus. Vuoi sapere la mia opinione?
ANNARITA Tu? Ma che puoi saperne tu che non hai mai messo un piede su un autobus!
TIZIANA Annarita, ora mi pare che tu stia esagerando. Calmati. Capisco che ... /
ANNARITA / Calmarmi? Come si fa a restar calmi con le stupidaggini che dici?
TIZIANA Ehi, ma ... ma che modo di ... /
RICCARDO / Scusa, Annarita, ma non hai neppure un indizio su chi.../
ANNARITA / Te l’ho detto, Riccardo: l’autobus era pieno di zingari! Secondo te è un buon indizio? (Ride sarcasticamente)
RICCARDO Non potrebbe essere stato qualcun altro?
ANNARITA Cioè un italiano? Lo escludo! Gli italiani non scippano in autobus. È un effetto della globalizzazione.
GEREMIA Cosa? La globalizzazione?
ANNARITA Sì, si è globalizzata anche la delinquenza! Ai ladri nostrani gli scippi in autobus non interessano più! Li lasciano fare agli extra e agli zingari...
TIZIANA Insomma, secondo te, gli zingari sono tutti delinquenti…!
ANNARITA No, sono tutte bravissime persone. Infatti sono amati da tutti!
TIZIANA Sono pregiudizi, Annarita, atteggiamenti irrazionali che .../
ANNARITA / ...no, no, sono balle! Sono ladri, altro che pregiudizi…
RICCARDO ...e comunque, Annarita, i “Rom” non sono tutti uguali! Ce ne sono molti che si integrano e che .../
ANNARITA / …Quanti? Uno su un milione?
TIZIANA No, no! Ci sono molti bambini che frequentano le scuole pubbliche…
ANNARITA Zingari che vanno a scuola? Ma per piacere! Queste sono favole alle quali puoi credere solo tu! Ma perché non li rimandano nei loro Paesi?
RICCARDO I loro paesi? Ma lo sai che il 70% dei Rom attualmente in Italia sono di cittadinanza italiana?
TIZIANA E che sono qui da oltre 600 anni, lo sai?
GEREMIA Annarita, quelli sono più italiani di te!
ANNARITA Va bene, allora teniamoceli! Vedrete come andrà a finire. La gente, non ne può più... Li sento, io, quello che dicono per strada...
RICCARDO Ma è proprio per questo che dobbiamo saper contrastare l’ondata xenofoba scatenata dalla destra. “Noi” siamo diversi, Annarita ... “Noi” siamo .../
ANNARITA / ...sì, lo so: “voi” siete tolleranti, umani, comprensivi, democratici e riformisti! Sull’autobus però continuano ad andarci gli sfigati come me!
GEREMIA Forse è meglio calmarci e fare un break, che dite? Lo volete un bel the?
RICCARDO Insisto, Annarita. secondo me dovresti fare una telefonata all’ATC!
TIZIANA … e subito dopo andare a denunciare il furto.
ANNARITA E poi? Non devo fare altro?
TIZIANA Annarita, ascoltami. Parlo per il tuo bene!
ANNARITA Ascoltarti? Tu, che non ne hai azzeccata una in vita tua?
TIZIANA Ora però esageri! Smettila! Smettila di offendere!
ANNARITA E tu smettila di snocciolarmi i tuoi luoghi comuni di “sinistra”! Tu non sai niente degli autobus! Parla delle cose che sai. (Pausa) Cioè di niente!
TIZIANA Riccardo, prendi i cappotti… In questa casa non ci resto un attimo di più. Non intendo farmi insultare ulteriormente!
GEREMIA Ma no, Tiziana, aspetta, non è il caso... Mica vorrete litigare per .../
ANNARITA / No, no, se vuole andarsene, che se ne vada! Non la sopporto più!
TIZIANA (Riccardo esce a dx) Annarita, stavolta hai oltrepassato ogni limite! Giuro che non verrò a trovarti mai più! Neppure se mi pregherai in ginocchio.
ANNARITA Tranquilla, non ti pregherò né in ginocchio, né in piedi, né sdraiata! Se non vuoi tornare ... affari tuoi! (Riccardo porta i cappotti. Vanno a sx: Geremia li accompagna. Poi torna)
TIZIANA (Da fuori campo, grida) Cafona!!

BUIO
FINE II QUADRO


III Quadro

Stesso ambiente. I pacchi sono spariti. Solo Geremia in scena. Legge il giornale. Entra Annarita.
GEREMIA Stavolta hai esagerato con tua sorella. È vero, fa un po’ la saccente, ma tu .../
ANNARITA / …solo un po’? Non la sopporto più! E fra poco arriva quell’altra!
GEREMIA Quell’altra? Chi deve venire?
ANNARITA ...La bigotta.
GEREMIA Gabriella? A far che?
ANNARITA Viene a portarmi il regalo di compleanno. Io mi chiudo in bagno!
GEREMIA In bagno? Stai scherzando, vero?
ANNARITA Per niente! Non mi va di raccontare tutto anche a lei. Ci parli tu.
GEREMIA Io? E che le dico?
ANNARITA Dille che sono ancora fuori e che farò tardi. Anzi tardissimo!
GEREMIA Annarita, lo sai che non mi piace … perché mi fai fare … /
ANNARITA / Te lo chiedo per favore, Geremia, altrimenti litigo anche con lei.
GEREMIA E il regalo di compleanno?
ANNARITA Te lo fai lasciare.
GEREMIA E se decide di aspettarti per dartelo di persona?
ANNARITA No, devi assolutamente convincerla ad andarsene.
GEREMIA E come faccio? La caccio di casa? (Pensa. Scuote la testa) …ma perché devo fare queste stronzate?
ANNARITA È un piacere che ti chiedo. Puoi farmi un piccolo piacere una volta tanto?
GEREMIA Piccolo…!! Ma non c’è un altro modo per … (Squilla il campanello)
ANNARITA Oddio, questa è lei! Io vado. Corri ad aprire! (Scappa a dx)
GEREMIA Aspetta un secondo, non scappare! (La rincorre. Infila la testa nella quinta dx. Bisbiglia) Che le dico se mi chiede dove sei?
ANNARITA (Da fuori scena) Non lo so! Quello che vuoi. Inventati una balla!
GEREMIA (Esce a sx borbottando. Apre la porta. Poi la richiude. Rientra e si avvicina alla quinta dx) Esci, non è lei. Falso allarme! Pubblicità in buchetta...
ANNARITA (Rientra da sx) Non è lei? Sei sicuro? Che ore sono?
GEREMIA Manca (guarda l’orologio) … un minuto alle sei e mezzo.
ANNARITA Allora sta per arrivare. Fra un minuto è qui, contaci! (Breve pausa. Squilla il campanello di casa) Che ti dicevo? Puntuale come la morte!
ANNARITA Vado... (scappa verso dx) … Geremia, mi raccomando!
GEREMIA (Fa dei gesti. Esce a sx. Voci, saluti. Rientra dopo qualche secondo, con Gabriella) ...no, Annarita non c’è. Arriverà tardi … molto tardi ... mi ha detto di dirti di non aspettarla.
GABRIELLA Peccato, volevo darle il regalo…
GEREMIA Be’, puoi lasciarlo a me …
GABRIELLA Come mai torna così tardi? Problemi in ufficio?
GEREMIA No, nessun problema. Non in ufficio perlomeno …
GABRIELLA Allora dove? Che le è successo?
GEREMIA No, niente ... Niente di grave perlomeno.
GABRIELLA Cioè? Che cosa? Madonna santa, che le è successo?
GEREMIA Gabriella, calmati, non è niente di grave. Solo un... /
GABRIELLA / …un malore? È svenuta? (pausa) È vigile?
GEREMIA Sì, è vigile! Ha avuto solo una disavventura … Una brutta disavventura!
GABRIELLA Cioè? Che cosa le hanno fatto? Sta bene?
GEREMIA Ha subito ... uno scippo ...
GABRIELLA Per strada? Allora è caduta! S’è rotta il femore?
GEREMIA No, non si è rotta niente.
GABRIELLA Oh, Santodio! E Tiziana lo sa? Ora la chiamo! (Estrae il cellulare dalla borsa)
GEREMIA No, aspetta, Tiziana sa tutto. (Annarita fa capolino dalla quinta dx. Geremia le fa segno di andarsene. Lei lo esorta a mandar via Gabriella)
GABRIELLA E adesso dov’è?
GEREMIA Chi? Tiziana? (Smorfia perplessa) Sarà a casa, immagino.
GABRIELLA No, Annarita! Dov’è Annarita?
GEREMIA Annarita? È... cioè, credo che sia ... sì, dovrebbe essere ... (Pensa. Guarda verso Annarita. Lei risponde con altri gesti incomprensibili.)
GABRIELLA È già andata in Questura a denunciare lo scippo?
GEREMIA Esatto! Brava! È proprio andata in Questura! Sì, è in Questura!
GABRIELLA Che brutto mondo! La cattiveria non ha più argini. Non ci sono più valori, impera il relativismo, lo scetticismo, l’ateismo...
GEREMIA (come tra sé e sé) …il comunismo! (Ride)
GABRIELLA Non c’è niente da ridere, Geremia: una società senza fede - e quindi senza principi - non può sopravvivere! Purtroppo il laicismo sta demolendo tutto!
GEREMIA (Annarita gesticola animatamente. Geremia la spinge fuori) Gabriella, laicismo non significa mancanza di ideali e di principi. Anche i laici hanno dei principi! Solo che non sono uguali ai tuoi! Ognuno ha i suoi.
GABRIELLA No, Geremia, l’aborto, l’eutanasia, e … sì, anche il divorzio!, non possono essere lasciati all’arbitrio del singolo! La vita deve essere difesa!
ANNARITA (Entra in scena infuriata) Che stai dicendo? Ma ti sei fatta mangiare il cervello dai preti? Non bastava l’aborto e l’eutanasia? Ora perfino il divorzio vuoi abolire? Ma che t’hanno fatto? Una lobotomia?
GABRIELLA (Stupefatta) Annarita? Ma non eri in Questura?
ANNARITA No, ero nascosta là dietro! A sentire le tue stronzate pretaiole!
GABRIELLA Allora non è vero che ... allora erano tutte balle!
ANNARITA No, non tutte: il portafoglio me l’hanno rubato davvero! E, come vedi, sono infuriata. Quindi, almeno per oggi, non fare la bacchettona! (Piagnucolosa) Gabriella ... Gabriella, la mamma era sindacalista!
GABRIELLA Ma era giovane … aveva 20 anni. Che vuoi che capisse?
ANNARITA Capiva, capiva … La nostra era una famiglia di ... (lo dice anche Geremia) ... partigiani! Lo sai questo?
GABRIELLA Non parlarmi di partigiani, Annarita! Meglio stendere un velo pietoso!
ANNARITA Cosa? No, no, aspetta un attimo! Che hai contro i partigiani?
GABRIELLA Non difenderli! Ne hanno combinate parecchie! Specie qui, nelle nostre zone! Certamente non erano stinchi di santo!
GEREMIA Ma c’era la guerra, Gabriella, e l’obiettivo non era diventare santi, ma cacciare i nazisti dalle nostre case! (Annarita gira per la stanza nervosamente)
GABRIELLA D’accordo: la guerra, i nazisti, tutto quello che vuoi, ma i partigiani non sono stati di sicuro quegli eroi di cui parla la propaganda comunista!
ANNARITA Come? Cosa? Eh, no, eh, questa non passa! A casa mia queste parole non voglio sentirle! Né ora, né mai! Quindi, Gabriella, o ti rimangi quello che hai detto, oppure te ne vai a casa tua e torni quando sei rinsavita!
GEREMIA Annarita, calmati… Gabriella ha ragione: alcuni episodi di violenza ci sono stati, inutile negarlo, bisogna essere obiettivi…
ANNARITA / Ascoltatemi bene, voi due. Io sono già abbastanza provata dalla giornatina che mi è capitata tra capo e collo. Facciamo una bella cosa: rimandiamo la discussione a data da destinarsi. Nel frattempo io mi tengo i miei partigiani e voi vi tenete la vostra obiettività, ok? (Esce a dx)
GABRIELLA (A Geremia) Dimmi del portafoglio. Ha visto chi gliel’ha rubato?
ANNARITA (Geremia fa per rispondere, ma lei lo anticipa rientrando di corsa) …è stato uno zingaro! Non l’ho visto, ma è stato uno zingaro!
GABRIELLA Annarita, si chiamano ROM...
ANNARITA Anche tu con questa storia? Eh no, eh, ora basta!! (Esce irritata a dx)
GEREMIA Sopporta… Il furto l’ha scombussolata ... È stressata... (Annarita rientra)
ANNARITA Stressata io? No, ti sbagli! Io sono incazzata! E se qualcun altro mi parla di Rom, lo strangolo! (Esce. Rientra) Per caso hai visto qualcuno lungo le scale?
GABRIELLA …no, non ho visto nessuno. Perché?
GEREMIA Dice che l’hanno seguita …
GABRIELLA Davvero ti hanno seguita? Dove?
ANNARITA (Indica a sx) Lungo le scale… E ora non chiedermi chi era, perché non lo so! L’ho solo intravisto…
GABRIELLA Sei già stata in Questura?
ANNARITA No, non ci sono ancora andata!
GABRIELLA Se vuoi ...
ANNARITA Cosa?
GABRIELLA Se ti va possiamo andarci assieme. Così facciamo due chiacchiere e ... /
GEREMIA / Gabriella ha ragione. Fare due passi ti farà bene.
ANNARITA Ok, m’avete convinto: andrò in Questura. Aspettami, vado a vestirmi. (Esce)
GABRIELLA (Guarda l’orologio) …se fai in fretta forse facciamo in tempo a .../
ANNARITA (Da fuori scena) / ... a far che?
GABRIELLA (Titubante) … no … pensavo che magari potevamo seguire la ... /
ANNARITA / Seguire cosa? Finisci!
GABRIELLA / ... no ... visto che sta per passare qui sotto la ... processione...
ANNARITA (Entra semivestita) Cosa? La processione? Vuoi portarmi in processione?!?
GABRIELLA Potevamo seguirla per un po’ e poi andare in Questura ... tanto passa da quelle parti…
ANNARITA E io, secondo te, vengo in processione? Tu sei folle!
GEREMIA Una bella processione ti farebbe proprio bene! (Ride)
ANNARITA E invece, purtroppo, devo deludervi: in processione non ci sono mai andata e non inizierò sicuramente oggi!
GABRIELLA Annarita, tu sei poco serena; tu hai bisogno di ritrovare la pace con te stessa. Pace e serenità…
ANNARITA Gabriella, avrò tutta l’eternità per la pace! E non sarà certo la processione a ridarmi la serenità perduta! Ma se tu vuoi andarci … io non ti trattengo! Anzi … accomodati pure! La porta è là…
GABRIELLA Sbaglio o mi stai mandando via?
ANNARITA Ma no, che vai a pensare? Resta pure finché vuoi … ma cambiamo discorso. La processione non m’interessa!
GABRIELLA Ok, d’accordo, cambiamo discorso! Dimmi del portafoglio: c’erano anche i documenti?
ANNARITA Sì, c’erano anche i documenti.
GABRIELLA Tutti?
ANNARITA Sì, Gabriella, tutti!
GABRIELLA Quindi, oltre ai soldi ti hanno rubato anche la carta d’identità, il bancomat, la patente, la carta di credito, la tessera sanitaria, ecc. ecc.?
ANNARITA Sì, Gabriella, mi hanno rubato tutto, proprio tutto. Sei contenta? (Pensa a voce alta) È proprio sadica! Bigotta e sadica!
GABRIELLA Annarita, che stai dicendo? Davvero pensi questo di me? Davvero lo pensi?
ANNARITA (Fa una smorfia) … ogni tanto …
GABRIELLA Ah, grazie, sei proprio gentile! Se non fossi mia sorella …
ANNARITA Che faresti se non fossi tua sorella?
GABRIELLA Me ne andrei all’istante!
ANNARITA Davvero? Be’, allora fa’ pure finta che non sia tua sorella! (Esce di scena)
GEREMIA … non prendertela … è nervosa. Ci vuole pazienza.
GABRIELLA Va bene, sarò paziente: farò finta di non aver sentito. (Estrae dalla borsa un pacchetto regalo. Si avvicina alla quinta) Vieni, Annarita! Vieni a vedere cosa ti ho portato. (Annarita rientra. La bacia sulla guancia. Le porge un pacco regalo) Auguri, sorellona acidona …!
ANNARITA (ride) Ah, sì, grazie, sorellina bigottina, grazie… (Lascia il pacco sul tavolo)
GABRIELLA Be’, che fai, non lo apri?
ANNARITA Subito? Vuoi che lo apra subito? (Gabriella annuisce. Annarita lo apre. Ci sono due libri) Ah ... libri … Bello! Grazie. Sono romanzi?
GABRIELLA No ... sono saggi scientifici.
ANNARITA Saggi scientifici? Ma io non .../
GABRIELLA / (Entusiasta) ...sì, Annarita, uno è del professor Zichichi; lo scienziato, lo conosci? Antonino …/
ANNARITA / Se conosco Zichichi? Certo che lo conosco, quel baciapile! (Prende i libri in mano e legge il titolo del primo) “Perché credo in Colui che ha fatto il mondo.” Ah, interessante, molto interessante! (Pausa) Cioè, tu, per il mio compleanno, mi regali due libri di Zichichi… Geniale!
GABRIELLA No, l’altro non è di Zichichi ...
ANNARITA Ah, no? Che peccato! Mi viene da piangere ... E di chi è l’altro?
GABRIELLA L’altro è di Giuliano. Giuliano … /
ANNARITA / (inquieta) ....Giuliano? Giuliano chi? Non sarà mica Giuliano …/
GABRIELLA / …Giuliano Ferrara. Parla del .../
ANNARITA (Appoggia i libri sul tavolo come se fossero contaminati) / ...cosa? Mi hai regalato un libro di Giuliano Ferrara?!? Ma allora sei proprio sadica! Io Giuliano Ferrara non lo voglio! Non m’interessa! Anzi, mi fa schifo!
GABRIELLA Ma come puoi dire che ti fa schifo senza neppure averlo sfogliato?
ANNARITA Gabriella, non insistere, quei libri lì io non li leggerò mai! E poi, guarda che stai facendo tardi, ti perdi la processione...
GABRIELLA Va bene, me ne vado, me ne vado! Ma tu sei piena di pregiudizi! Come puoi dire che fanno schifo se …? Prima leggili e poi .../
ANNARITA / Scordatelo! Non li leggerò mai! Mai!
GABRIELLA Annarita, sono libri “scientifici”! Il primo dimostra l’esistenza di Dio. Nell’altro, invece, Giuliano parla del ... /
ANNARITA / (Grida, allarmata) No, non dirmelo! Non voglio saperlo!
GABRIELLA Volevo solo dirti di che cosa ... /
ANNARITA / Non voglio saperlo!
GABRIELLA Ma perché non vuoi che .../
ANNARITA / Gabriella! Ho avuto una pessima giornata, non peggiorarla! Hai visto l’ora? Guarda che ti perdi la processione. Va’, sorellina, va’! Ciao…
GABRIELLA Ok, vado. Ma i libri te li lascio. Se cambi idea…
ANNARITA (Le restituisce i pacco e l’accompagna verso la quinta sx) Gabriella, fidati, non cambierò idea! Portateli via! Li regali a … non so … qualcuno in parrocchia … oppure sì, a qualche zingaro... cioè, ROM! (La spinge a sx) Ciao, Gabriella! E corri, altrimenti te la perdi!
GABRIELLA Ok, ok, me ne vado, ma tu … / (Annarita la spinge verso l’uscita a sx)
ANNARITA Gabriella, va’! Ciao... (La porta si chiude. Annarita esce a dx. Geremia legge. Lunga pausa. Rientra Annarita con la tuta completa) Che giornata! Nemmeno il diavolo in persona avrebbe saputo organizzarla meglio!
GEREMIA Annarita, ti rendi conto che in un’ora sei riuscita a litigare con tutto l’universo? Fossi in loro non ti rivolgerei più la parola!
ANNARITA Magari! Sarebbe una liberazione! Ma le hai viste? Non le sopporto più!
GEREMIA Ma c’era proprio bisogno di offenderle in quel modo? Capisco che ... /
ANNARITA /... no, Geremia, tu non capisci niente! Parli parli e non capisci niente!
GEREMIA Annarita, hai perso il portafoglio e sei nervosa. Capisco. Ma non è colpa mia!
ANNARITA Geremia, primo io non ho “perso” il portafoglio, ma me l’hanno rubato! Secondo, ribadisco, tu non capisci niente!
GEREMIA Vuoi smetterla di sputare veleno? Sei una vipera! Anzi, peggio, un crotalo! (Con il dito fa il gesto del sonagli del serpente)
ANNARITA Bene, allora stammi lontano e non stuzzicarmi!
GEREMIA Stuzzicarti? Ho solo cercato di aiutarti.
ANNARITA Tu aiutarmi? A te interessa solo il tuo DVD! Di me e del mio portafoglio non ti frega niente! Sei il solito egoista!
GEREMIA Annarita, sono due ore che parliamo del tuo portafoglio! Che altro vuoi da me?
ANNARITA Niente! Io, da te, non voglio niente!
GEREMIA Sai qual è il tuo problema? Vuoi saperlo davvero?
ANNARITA Avanti, sentiamo qual è il mio problema, signor Sigmund Freud!
GEREMIA A te serve ogni volta un colpevole, un capro espiatorio. Sempre!
ANNARITA Ma che stai dicendo? Sei ridicolo!
GEREMIA Io sarò ridicolo, ma tu prenditi le tue responsabilità invece di dar la colpa ... /
ANNARITA / ... e quali sarebbero le mie responsabilità? D’essere salita su un autobus pieno di zingari? Di abitare in una città piena di delinquenti? Sono queste le mie responsabilità? Ma smettila! Sei patetico!
GEREMIA Patetico, ridicolo ... Annarita, ora mi hai veramente stancato! È da quando sei tornata che m’insulti. Ora basta. Sono stanco di perder tempo con te!
ANNARITA Il tempo l’ho perso io a rispondere a tutte le tue domande cretine, altroché. Se mi avessi accompagnata in auto non sarebbe successo niente. (Piagnucolante) E te lo avevo anche chiesto...
GEREMIA Annarita, non potevo! Come devo dirtelo? NON POTEVO!
ANNARITA Bel compleanno m’hai fatto passare! Grazie! Grazie di cuore!
GEREMIA Non potevo accompagnarti! Avrei fatto tardi in ufficio!
ANNARITA Balle! Tu volevi accompagnare in ufficio la tua collega Paola!
GEREMIA Non dire scemenze. Sono 10 anni che andiamo in ufficio assieme, io e Paoletta! Tu te ne accorgi adesso?
ANNARITA È vero, si chiama Paoletta... (tra sé e sé) Ridicola! Sembra un armadio e si fa chiamare Paoletta…? Comunque, va bene. Se è questo che vuoi …
GEREMIA Cosa voglio? Che vuoi dire?
ANNARITA Preferisci accompagnare lei invece che me? Bene! Basta saperlo…!
GEREMIA Annarita, io e Paoletta lavoriamo nello stesso ufficio. Tu lavori a … Casadidio! Ti sembra la stessa cosa?
ANNARITA Geremia, io ne trovo a pacchi disposti ad accompagnarmi a … Casadidio!
GEREMIA …Per me tu non ci stai più con la testa!
ANNARITA Questo è sicuro! Una sana di mente non starebbe certo con un pusillanime come te!
GEREMIA (Si avvicina infuriato e minaccioso) Annarita, ora basta! Ora mi hai rotto le palle! Pusillanime sarai tu e tutta la tua famiglia! Oggi hai superato ogni limite! Me ne vado! (si dirige verso dx. Esce)
ANNARITA Sì, bravo, va’ … va’ dalla Paoletta. (Si avvicina alla quinta dx) E visto che ti ci trovi così bene, fammi il piacere: restaci! (Si siede. Poi si alza, controlla le borse e scuote la testa. Prende il cellulare e compone un numero. Si mette a parlare. Dopo un po’ rientra Geremia, con una valigia in mano. Attraversa lentamente il palcoscenico verso sx) ...scusa, Laura, ti richiamo dopo. (Chiude il cellulare) ...ehi... quella valigia è mia!
GEREMIA Lo so che è tua. Se mi dici dov’è finita la mia, uso la mia!
ANNARITA La tua? Parli di quella vecchia valigia cimiciosa?
GEREMIA Sì, quella! La mia vecchia valigia “cimiciosa”. Dove cavolo l’hai messa?
ANNARITA (Ci pensa) ...l’ho messa ... l’ho messa ... Ah, sì, l’ho messa in cantina. (Pensa) ...no! No. Ora che ci penso, forse ... l’ho buttata via. Anzi, senza forse; l’ho buttata via! Era tutta ammuffita!
GEREMIA Bene, perfetto! Allora mi prendo la tua! Così impari a buttar via la mia roba!
ANNARITA Prendi quello che vuoi! Basta che te ne vai!
GEREMIA Te la riporto appena .../
ANNARITA / No, no, non importa, te la regalo! Non farti più vedere, è chiaro?
GEREMIA Chiarissimo! Sta’ tranquilla, non mi vedrai più. (Si allontana verso la quinta sx. Si ferma) …ah, sì, c’era un’ultima cosa che volevo dirti ... (Si ferma. Appoggia la valigia in terra) Annarita ... con tutto il cuore: FANCULO! (Esce sbattendo la porta. Annarita fa delle smorfie e comincia ad andare avanti e indietro da dx prendendo e portando cose e borbottando. Subito dopo si riapre la porta: rientra Geremia, trafelato. Lascia la valigia in mezzo al palcoscenico)
ANNARITA Be’? Hai già cambiato idea? (Ride di cuore)
GEREMIA (Trafelato) No, è che ...
ANNARITA Che?
GEREMIA Lì fuori …
ANNARITA Che c’è lì fuori?
GEREMIA C’è un … un tipo ...
ANNARITA Un tipo?
GEREMIA Sì, un tipo ... un nero!
ANNARITA (Allarmata) Davvero? Sei sicuro?
GEREMIA Sicurissimo!
ANNARITA Non sarà quello che vende i fazzoletti di carta?
GEREMIA No, non è quello.
ANNARITA Allora è quello che mi seguiva! Vado a vedere. (Esce dalla quinta sx. Torna. Bisbiglia) L’ho visto! È lui! Cioè … deve esser lui…! Hai visto che avevo ragione? E tu che mi …/
GEREMIA / Annarita, non ricominciare! Pensiamo a che cosa fare, piuttosto!
ANNARITA (Bisbiglia) Già, che facciamo?
GEREMIA (Bisbiglia) Perché bisbigli? Mica ci sente!
ANNARITA (Bisbiglia) No? Ne sei sicuro? (Voce normale) Dovevo chiamare il 113! Accidenti a te che non me l’hai fatto chiamare! Che facciamo adesso? Scappiamo?
GEREMIA Scappare? Ma lui è davanti alla porta!
ANNARITA Potremmo uscire di corsa e infilarci nell’ascensore…
GEREMIA No, no, troppo rischioso! Io non mi muovo di qui. Se vuoi provarci tu ...
ANNARITA Ah, grazie... davvero gentile! Ma non dovresti esser tu il coraggioso di casa? Altrimenti a che serve un uomo?
GEREMIA No, io non esco! Quelli ci mettono un niente a darti una coltellata! Chiamiamo la Polizia. Così lo sbattono in galera e il problema è risolto.
ANNARITA Adesso sei tu che vuoi sbatterlo in galera? Ma prima non dicevi che … (Geremia esce e rientra) È ancora lì?
GEREMIA … sì, è lì.
ANNARITA Che sta facendo?
GEREMIA Niente. È appoggiato al muro, immobile.
ANNARITA E prima, quando sei uscito, che ha fatto?
GEREMIA Mi ha guardato e … mi è sembrato che volesse dirmi qualcosa ...
ANNARITA E tu? Che hai fatto?
GEREMIA Io sono rientrato in casa. Chi lo conosce? Che ne so quel che vuole da me? Io chiamo la Polizia. (Si avvicina al telefono)
ANNARITA Aspetta, magari è un irregolare ... aspettiamo prima di denunciarlo. Vediamo che fa. Magari se ne va.
GEREMIA E se non se ne va che facciamo? (Prende il giornale. Lo getta sul tavolo) Ci mancava anche il clandestino adesso! (Suona il campanello di casa)
GEREMIA (Agitati entrambi. Si guardano) Chi sarà?
ANNARITA (Prende il telefono) Non lo so e non voglio saperlo. Io chiamo la Polizia!
GEREMIA (Bisbiglia) No, aspetta! Fammi dare un occhiata. (Esce a sx. Annarita è terrorizzata. Borbottii dalle quinte sx) Annarita, guarda chi è venuto a trovar-ci... (Entrano in scena Geremia e Arnaldo, il padre di Annarita) ... tuo padre.
ANNARITA (Si avvicina, lo abbraccia e lo bacia) Ah, sei tu. Ciao, papà.
ARNALDO Ciao, Rita. Sono venuto a farti gli auguri e a darti il regalino. (le dà una busta)
ANNARITA Ma no, non dovevi ... grazie, papà. (lo bacia)
GEREMIA Scusi, Arnaldo, lei è venuto in ascensore, o a piedi?
ARNALDO A piedi, a piedi! Le scale io le faccio a piedi! Tutta salute!
GEREMIA Per caso ha visto qualcuno davanti alla porta?
ARNALDO Davanti alla porta? No, non c’era nessuno. Perché chi doveva esserci?
GEREMIA No, niente ...
ARNALDO Qualche problema, Annarita?
ANNARITA No, no ... è solo che prima c’era un tipo là fuori. Uno magro ... pelle scura...
ARNALDO E che faceva là fuori?
ANNARITA Mah … stava lì … (A Geremia) Va’ a vedere se c’è ancora.
GEREMIA (Esce e rientra.) Sì, è ancora lì. Esattamente dov’era prima!
ANNARITA (A Geremia, bisbigliando) Come mai papà non l’ha visto? (A suo padre) Papà, sei proprio sicuro di non aver visto nessuno?
ARNALDO (Esita) Boh… forse …/
ANNARITA / …vieni a vedere! (Annarita e Arnaldo escono dalla quinta sx. Dopo poco ritornano) C’era quando sei arrivato?
ARNALDO Rita, non me lo ricordo! Comunque non preoccuparti. Ci penso io!
ANNARITA Ci pensi tu? A far che?
ARNALDO Esco e gliene dico quattro! (Fa per uscire)
GEREMIA No, aspetti, Arnaldo; non è il caso. Potrebbe essere pericoloso.
ARNALDO Macché, Macché ... che pericolo vuole che ci sia? Li conosco bene i negri. Ho fatto la guerra d’Africa, io! Nessun problema. Ora esco e .../
ANNARITA / ...papà, lascia perdere. Meglio chiamare la Polizia. Ci penseranno loro!
ARNALDO (Vede la valigia. La guarda, la tocca) Stavate uscendo? Stavate partendo?
ANNARITA Sì, Geremia ha deciso di andarsene.
ARNALDO Per lavoro?
GEREMIA Sì! Per lavoro!
ANNARITA No! Se ne va e basta!
ARNALDO Ah... se ne va e basta ... ho capito ... se ne va e basta ... ehm … scusate, vado un attimo in bagno... (si allontana verso la quinta dx ed esce)
GEREMIA (Bisbiglia) C’è proprio bisogno che lo sappia? Sei proprio una stronza! Non dirglielo, accidenti a te! Che poi mi fa un miliardo di domande.
ANNARITA A mio padre dico quel che mi pare, ok?
GEREMIA Non puoi aspettare domani? Le nostre beghe risolviamocele da soli!
ANNARITA Nessuna bega: tu ti prendi la tua ... - anzi la mia! - valigia e te ne vai! E prima possibile! Nessuna bega!
GEREMIA Mi stai cacciando di casa? (Pausa) Con quel tipo che mi aspetta là fuori?
ANNARITA Sì. Ti sto cacciando di casa! (Esce a sx. Torna) Sei fortunato. Se n’è andato!
GEREMIA Sei sicura? (Esce. Rientra) è vero … Non c’è più … Bene, allora … /
ANNARITA / …Allora ti prendi i tuoi 4 stracci e te ne vai!
GEREMIA Ok, me ne vado! (Prende la valigia in mano) Ma tu te ne pentirai! Scommettiamo che entro un’ora mi chiami e mi supplichi di tornare? Scommettiamo? Non sarebbe la prima volta!
ANNARITA Stavolta non ti chiamo, non illuderti. Va’ pure! Ciao...
GEREMIA Posso salutare tuo padre, almeno?
ANNARITA (Si rivolge a dx) Papà, Geremia se ne sta andando ... (Rientra Arnaldo)
ARNALDO Che ore sono, Annarita?
ANNARITA Manca poco alle otto.
ARNALDO Caspita, è tardissimo! Devo andare anch’io. Stasera c’è il torneo di bocce e non voglio perdermelo! Ciao, Annarita! Geremia, mi aspetti, esco con lei...
GEREMIA D’accordo. Prima però controlliamo se …
ARNALDO Se…?
GEREMIA …se il tipo è tornato.
ARNALDO Che tipo?
GEREMIA Il nero, si ricorda? ... la guerra d’Africa ...
ARNALDO La guerra d’Africa? Ah, sì, io ho fatto la …/
GEREMIA / …ok, ok, non importa. (Appoggia in terra la valigia. Esce e rientra. Riprende la valigia) Non c’è nessuno. Andiamo! (Vanno verso la quinta sx)
ARNALDO Ciao, Rita.
ANNARITA Ciao, Papà!
GEREMIA Ciao, Annarita! (Le fa il gesto del dito)
ANNARITA Ciao, Geremia! (Risponde con lo stesso gesto con due mani)


FINE III QUADRO






Quarto Quadro
Un’ora dopo. Identico ambiente. Annarita è sola. Gira nervosamente. Ogni tanto esce dalla quinta sx e rientra borbottando frasi incomprensibili. Va a prendere la tavola da stiro, il ferro e si mette a stirare. Si ferma e pensa.
ANNARITA Che dovevo fare? (Pensa) Ah, sì, dovevo chiamare Laura! (Fa il numero) ...Ciao, scusa per prima, ma c’era Geremia che aveva preso la mia valigia e ... (Ascolta) Sì, se n’è andato. (Ascolta) No no … per sempre! Lo spero, almeno. (Ascolta) Laura, credimi, è stato meglio così: non ce la facevo più! Se le cose devono trascinarsi in quel modo, meglio star soli. Meglio soli che ... (Ascolta) Da sette anni! Sì, sette lunghi anni. Un bel record, no? (Ride. Ascolta) Ma sì, me ne starò sola, che vuoi che sia? Oppure, vedrò ... tanto uno vale l’altro, gli uomini sono fatti tutti con lo stampino: cambiano solo il nome! (Ascolta) Ah, no, no, non si muore di sicuro! In questo momento mi preoccupa molto di più il furto del portafoglio. Mi sa che dovrò decidermi ad andare in Questura. Speriamo che me lo ritrovino, altrimenti sono rovinata. (Ascolta) Dici? Speriamo. (Ascolta) Ma tu dove sei, ancora in ufficio? (Ascolta) Ok, allora ti lascio lavorare. (Ascolta) Ti faccio sapere. Sì, d’accordo, ciao. (Si rimette a stirare. Squilla il campanello) Scommetto che è Geremia che mi riporta la valigia! Bella scusa. Poi mi dirà che ho frainteso tutto e mi chiederà di tornare: solita solfa! Ma stavolta non mi frega. No! Che me ne faccio di uno così? Niente! Che se ne stia a casa sua, dalla sua mammina ... quella stronza! (Esce dalla quinta sx. Rientra terrorizzata) Oh, mio Dio … è tornato il nero! Che vuole da me? Che faccio? Che vuole da me? (Gira agitatissima. Esce e torna scuotendo la testa. Si muove nervosamente ripetendo “Che vuole da me? Che vuole da me?”) Io chiamo Geremia. (Fa il numero al cellulare) Accidenti, è occupato! Vediamo se è da sua madre… dove vuoi che sia andato altrimenti? (Fa il numero al fisso) Pronto, signora Flora? …Sì, sono io, Annarita. Che piacere risentirla! Sì, sto bene, grazie. Lei? Ah, capisco... (fa delle smorfie e dei gesti) be’, sa, con questa stagione... è capitato anche a mia madre... vedrà, nel giro di qualche giorno starà meglio … sì … ehm ... senta, signora Flora, Geremia è lì? (Ascolta) Ah, non c’è. Ok, non importa. Provo a richiamarlo al cellulare; prima era occupato... No, no, nessun problema, non si preoccupi. Sì, sì, glielo dirò. La saluto, signora Flora, a presto! (Gesti. Fa il numero al cellulare. Fa delle smorfie, è libero. Agitatissima) Geremia! Geremia, è tornato, è tornato! (Ascolta) Come chi? Il nero! L’africano! Che faccio adesso? (Ascolta) Che cosa? (Ascolta) E devo fare tutto da sola? (Piagnucolosa) Ma, porco Giuda, sei stato qui 6 anni... Non potevi aspettare domattina per andartene? (Ascolta) Io?!? No, no, hai fatto tutto tu, io non c’entra! (Ascolta) Ok, ok ... insomma, che fai, torni? (Ascolta) Come no? Mi lasci sola con … (Ascolta) Come peggio per me?!? Geremia, ti prego, ho paura... (Ascolta) Cosa? Non ti frega niente?!? (Ascolta) Ah, è così che la pensi? Allora, sai che ti dico? Sei un verme! Uno schifoso egoista, ecco chi sei! Non voglio più vederti! Mai più! (Chiude il cellulare. Si alza infuriata. Butta il giornale in terra. Va a controllare. Torna scuotendo la testa) È lì ... è ancora lì... che faccio? Che faccio? (Il campanello squilla ancora. Annarita ha un sobbalzo) Basta, adesso chiamo il 113! Se la vedrà con loro! (Telefona da fisso, girata di schiena. Si vede solo il suo gesticolare. Chiude il telefono, esce e rientra. Tra sé e sé “Se la vedrà con loro!”. Si rimette a stirare e canticchia. Passano alcune decine di secondi. Si sentono delle voci e dei rumori fuori campo. Poi delle grida. Altri rumori e un urlo. Annarita si siede con la testa tra le mani. C’è silenzio. Poi il suono di un’ambulanza. Annarita cammina avanti e indietro, angosciata. Una manciata di secondi più tardi squilla il campanello di casa. Annarita è titubante. Si alza, ma non ha il coraggio di andare ad aprire)
1° POLIZ. (Voci fuori campo) Signora apra! È la Polizia... (Annarita va ad aprire. Rientra con due poliziotti) Buonasera. È lei (legge da un foglio) Ruggeri Annarita? (Annarita annuisce) È stata lei a chiamarci, vero?
ANNARITA Sì, sono stata io. Che è successo? Ho sentito delle grida, un’ambulanza... che è successo?
1° POLIZ. Ehm, si è verificato un fatto increscioso … molto …/
ANNARITA / …che è successo? Vi è scappato? L’avete preso o vi è scappato?
2° POLIZ. Purtroppo, quando il ragazzo ci ha visti arrivare ha tentato la fuga. Era senza permesso di soggiorno...
ANNARITA Cioè ve lo siete fatto scappare! Ah, proprio un ottimo lavoro, complimenti! Così, domani me lo ritrovo davanti alla porta di casa!
1° POLIZ. No, signora, non ce lo siamo fatto scappare ...
ANNARITA Allora l’avete preso! Oh, finalmente! La prima bella notizia in una giornata di m … /
2° POLIZ. / ...no, signora, non è andata così. Lei non ha capito ...
ANNARITA E com’è andata? Spiegatemi!
2° POLIZ. È andata che il ragazzo ha tentato di scappare calandosi dai tubi del gas...
ANNARITA Dai tubi del gas? Quelli che passano accanto alla finestra del pianerottolo? Ma è una pazzia.
2° POLIZ. Sì, proprio una pazzia! Che il ragazzo ha pagato cara …
ANNARITA Cioè? Che gli è successo? È caduto?
1° POLIZ. Sì, è caduto e ha sbattuto la testa sul marciapiedi sottostante...
ANNARITA Accidenti! E ... si è fatto male …? Come sta ora? L’avete portato in ospedale?
2° POLIZ. Purtroppo, signora, il personale dell’ambulanza non ha potuto fare nulla...
ANNARITA (Stupefatta) Cioè … Mi state dicendo che ... che ... il ragazzo è ... /
2° POLIZ. / Sì, è morto sul colpo.
ANNARITA (Pausa. Scoppia a piangere disperata) Ma perché? Perché stava lì? Che voleva da me? Che gli avevo fatto? Perche proprio davanti alla mia porta? Che voleva da me? Qualcuno sa rispondermi? Che voleva farmi? L’avete scoperto?
1° POLIZ. No, non lo sappiamo ancora. Ma forse attraverso le testimonianze … Lei lo conosceva? L’aveva mai visto prima?
ANNARITA No, mai visto prima! Ma ormai ce ne sono così tanti in giro che ... come si fa a ricordarli tutti? Sono tutti uguali! Tra extracomunitari e zingari, in questo quartiere c’è un viavai che ... (Suonano alla porta. Annarita fa per aprire)
2° POLIZ. Lasci ... (Va ad aprire il poliziotto. Si sente parlottare. Rientra)
ANNARITA Chi è?
2° POLIZ. Il giornalaio.
ANNARITA Il giornalaio? (Fa delle smorfie all’altro poliziotto) Che vuole il giornalaio?
2° POLIZ. Dice che è urgente … Lo faccio entrare?
ANNARITA (Tra sé e sé) Urgente? Mah ... non capisco. Va bene, lo faccia entrare. (Il poliziotto esce. Rientra con il giornalaio, che ha una grossa borsa a tracolla)
GIORNALAIO Buonasera, signora Annarita.
ANNARITA Buonasera, Goffredo. Che c’è, mi dica, ha bisogno? Purtroppo, capita in un bruttissimo momento ... /
GIORNALAIO Sono venuto a portarle ... (Rovista nella sua borsa)
ANNARITA Portarmi che cosa, scusi?
GIORNALAIO Come cosa? Non sa niente?
ANNARITA Che cosa dovrei sapere, scusi, non capisco...
GIORNALAIO Non ha parlato con Papillon?
ANNARITA Con chi?!?
GIORNALAIO Papillon! Non ci ha parlato?
ANNARITA Io non ho parlato con nessuno! Chi è Papillon? (Guarda i poliziotti, stupita)
1° POLIZ. (Al giornalaio) Ah, quindi lei conosce Papillon? Da quanto tempo?
GIORNALAIO (Pensa) Da quanto tempo lo conosco? Mah … saranno un paio di settimane, sì, non di più: un giorno è entrato nel mio negozio e mi ha chiesto se avevo qualche lavoretto da fargli fare ... e così ... insomma, gli do qualche euro e lui mi fa le pulizie, mi aiuta ad aprire e chiudere il negozio, porta le copie ai clienti anziani … insomma si dà da fare.
ANNARITA Scusate, vi dispiacerebbe dirmi che è questo Papillon? Io non ci capisco …/
2° POLIZ. / Signora, Papillon è il ragazzo nero che ... /
ANNARITA / … quello che ... (Indica la quinta sx) No! Santo cielo! Lui?
1° POLIZ. Sì, proprio lui. Si faceva chiamare Papillon. (Lunga pausa)
GIORNALAIO Scusate, volete spiegarmi? Che è successo a Papillon? Perché non è qui ad aspettarmi? (I due poliziotti si isolano con il giornalaio e gli spiegano l’accaduto. Disperato) È colpa mia! Sono stato io a mandarlo! È tutta colpa mia!
ANNARITA Mandarlo dove?
GIORNALAIO Qui! Qui! Ce l’ho mandato io!
ANNARITA È stato lei a mandarlo qui, da me?
GIORNALAIO Sì, proprio io. Era la terza volta che tornava: saliva le scale, ma poi non si azzardava a suonare ... L’ho convinto io a tornare!
ANNARITA Doveva suonare da me, ho capito bene, Goffredo? E perché? Che doveva dirmi?
GIORNALAIO Era venuto a dirle di non preoccuparsi perché il suo portafoglio era in negozio…!
ANNARITA Cosa? In negozio? Come poteva essere nel suo negozio se me l’hanno rubato sul 34!
GIORNALAIO No, signora, il portafoglio non le è stato rubato. (Estrae il portafoglio dalla borsa e lo porge ad Annarita) Il portafoglio lei l’ha perso nel mio negozio... …!
ANNARITA (Stupefatta. Se lo rigira in mano. Lo apre. ) Non è possibile! E dove?
GIORNALAIO Era dentro il cestino della carta! Deve esserle caduto quando …/
ANNARITA / Nel cestino della carta?
GIORNALAIO Sì, nel cestino! E sa chi l’ha trovato? Papillon... (Lunga pausa) Per questo era venuto lui ad avvisarla. Sperava che lei ... sì, insomma ... si aspettava una … bella ricompensa. (Pausa. Guarda i due poliziotti) ...ah, bella ricompensa, non c’è che dire! (Lunga pausa) Scusate, ma se non avete più bisogno di me, io andrei a casa … sono fuori da stamattina all’alba! (I poliziotti annuiscono, si dirige verso la quinta sx) Che peccato. Era così bravo, Papillon! E tanto servizievole! (pausa) Mi toccherà cercarne un altro: che scocciatura! (Esce)
2° POLIZ. (I due poliziotti parlottano) Be’, allora, visto che ormai è stato tutto chiarito, togliamo il disturbo anche noi, signora. Mi raccomando, quando ha tempo si ricordi di passare in Questura a firmare i verbali ... (Annarita non si muove)
1° POLIZ. …sì, ma con comodo ... non c’è fretta. (Vanno verso sx. Annarita ha l’espressione persa) Buonasera, signora Ruggeri! (Pausa) E si rilassi. È tutto finito!...
(Escono. Annarita si guarda attorno spaesata. Poi comincia a cantare una nenia infantile (marcondirondero) e gira su se stessa come ballando. Improvvisamente si ferma, esce dalla quinta dx e ritorna con una pila di panni già stirati e accatastati. Ne prende uno alla volta, lo stropiccia, poi lo stira accuratamente continuando a cantare a bassa voce la sua folle filastrocca.)


FINE