FUNZIONI PRIMORDIALI

Monologo di

Vittorio Amandola





(IL SIPARIO SI APRE LENTO SU UN UOMO SEDUTO IN TERRA, RANNICCHIATO IN UN ANGOLO QUALUNQUE DI UNA STANZA CON LETTO, CONSOLLE, SPECCHIO, TENDE. SU DI LUI UNA LUCE SOLA CHE LO ISOLA DAL RESTO DEL MONDO. L'UOMO ESPRIME IL PIU’ TOTALE ABBANDONO, AL LIMITE DELLA SPORCIZIA FISICA. INDOSSA UNA VESTAGLIA, O UNA TUTA, O UN PIGIAMONE, UN INDUMENTO INSOMMA LERCIO E FRITTELLOSO. VICINO A LUI UNA SEGGIOLA IMPAGLIATA TUTTA SFILACCIATA, DEGNA ORMAI SOLO DELLA DISCARICA. TRA LE MANI DELL’UOMO, E SPARSE TUTTE INTORNO, MUCCHI DI FOTOGRAFIE, CHE LUI DI TANTO IN TANTO ANNUSA. COME INTERCALARE DEL SUO DISCORSO EMETTE UN SUONO SORDO, COME UN BRAMITO)

SUONO
Eh, la parola! La parola! Che grande mezzo la parola! Il più rapido che ci sia! Nonostante si debba ammettere che, tutto sommato, essa richiede un processo abbastanza complesso di "messa in opera".
SUONO
Si parte da un fattore esterno, che provoca un impulso al cervello, il quale impulso genera una risposta emotiva, che si concretizza in una reazione nervosa, localizzata qui, nella gola, dove hanno sede quelle membrane cosiddette "corde vocali"... Le corde vocali, stimolate dall'impulso nervoso, vibrano, e la cosa fa sì che dalla gola escano suoni! 
SUONO 
Ma non basta! La faccenda si è complicata con l'andare del tempo. L'emettere suoni dalla gola...
SUONO
...non è fatto, in sé, che ci distingue dalle altre specie animali. Tutti gli esseri viventi emettono suoni : e chi fa "Miao", chi "Bau" , chi "Coccodè", non parliamo di quelli che volano "Friii! Craaa! Tutumio! Tutumio! Cucù! Cucù! 

FISCHIA COME UN USIGNOLO E INCANTATO GUARDA IL VOLO DI UN IMMAGINARIO UCCELLINO, POI FELICISSIMO... 

SUONO
Per la specie umana, probabilmente priva di mezzi fisici più solidi di altre: non sapeva volare, le zanne, per chissà quale epidemia di piorrea, di generazione in generazione si indebolivano, i peli le si diradavano per un'alopecia totale e inarrestabile... Per la povera razza umana sorse a un certo punto, chissà quando, l'esigenza di dover esprimere in qualche modo, necessità sempre più specifiche: "Ho fame!"..."Ho sete!"...”Ho freddo!” E queste terribili carenze, che mettevano a repentaglio la sopravvivenza di tutta la specie, svilupparono nell'uomo l'utilizzo di un organo superiore, non visibile: il cervello, per l’appunto! Il quale, una volta, in una fase primordiale, era stato preposto al controllo di stimoli semplici, come sbattere le palpebre, muovere le orecchie, i muscoli, ma via via era andato allenandosi a riconoscere bisogni più complessi, concettosi, i più disparati. Cose molto più complicate per dirla breve, come ad esempio, uno stato d'animo: "Sto bene!"... “Sto Male!” "Soffro!", "Amo!", "Odio!"... E per esprimere questi stati d'animo, questi.. bisogni, che si erano trasformati in .. sentimenti... la specie umana iniziò ad elaborare, con l’uso della ragione, un coacervo di suoni, che sono diventati...le parole! Le quali tutte insieme, connesse da complesse chiavi di interpretazione, le cosiddette grammatica e sintassi...formano le lingue! 
AGITA LAIDO LA LINGUA
SUONO
Ma attenzione! La mescolanza dei suoni che, poi, alla fine sono sempre gli stessi: "A, E, I, O , U"; labiali, gutturali, dentali, palatali, non danno sempre origine alla stessa lingua, macché! A seconda del momento storico, delle condizioni sociali e culturali, addirittura delle condizioni climatiche; a seconda degli influssi più diversi, i suoni danno origine a parole completamente differenti tra loro, a linguaggi ancor più differenti gli uni dagli altri. Addirittura, parole identiche assumono significato totalmente diverso, a seconda della lingua entro la quale vengono espresse! E le lingue, nei secoli dei secoli si sono intersecate, confuse, distinte, separate. Da una lingua ne sono nate altre, e queste si sono a loro volta scomposte in dialetti, i quali hanno creato calate, accenti, che danno diverse intenzioni alle parole. 
SUONO
E ancora, le lingue madri sono cadute in disuso, sono morte! E da esse sono nate lingue in tutto e per tutto differenti e che solo all'orecchio del fine intenditore paiono le une derivanti dalle altre! E tutto ciò senza un limite! Una massa enorme, infinita come la matematica di suoni, espressioni, idiomi: di qua dal fiume una lingua, di là, sull'altra sponda un'altra. E il boscaiolo su nelle foreste, che con la mano saluta, lo fa con parole tutto l'opposto di quelle del pastore che da fondo valle risponde al suo saluto!...Una vera Babele!
PAUSA
E da tutto questo io ormai sono fuori! Perché sono diventato muto! Si, muto! Non parlo più! Ho provato e riprovato, non parlo più! Non metto insieme più un dittongo o uno iato nemmeno a morire! Muto, vi dico, muto! Ma non ho perso la voce, no!
SUONO
La funzione primordiale è rimasta. Solo che l'unico suono che mi fuoriesce è un qualcosa di indecifrabile, di gutturale... di... giurassico! 
SUONO
ANNUSA UN' ALTRA FOTOGRAFIA
Certo, sentendo uno che fino a ieri ha parlato fluentemente e corretta- mente, asserire di essere muto, uno si domanda: "Perché?" Come fa a dire di essere muto? E siccome è già da un po' che vivo questa condizione, ho avuto tutto il tempo di capirlo il perché! Mi sono dato una spiegazione e ci arrivo!
ANNUSA UNA FOTO
Mia moglie...(MOSTRA LA FOTO AL PUBBLICO) mi assillava ormai da giorni, imbeccandomi su tutto quello che avrei dovuto dire alla riunione di condominio, contro l'inquilino del piano di sopra, le cui orribili, puzzolenti gocce d'acqua cadevano dall’innaffiatoio ogni sera, dritto sul nostro terrazzino, provocando la furia nella mia metà, che in ogni goccia riconosceva un ammasso di germi mostruosi e feroci, i quali dai petali infettati dei nostri gerani, pare penetrassero in casa, e risalendo perfidi dalle mattonelle fino addosso a noi, attraverso le unghie, pare raggiungessero le nostre viscere, invadendo i nostri epiteli, i tessuti connettivi, mettendoci a rischio di terribili epidemie! Quotidianamente mia moglie mi snocciolava, contro il perfido innaffiatore del piano di sopra, tutta una serie di teorie, da quelle di stampo sanitario: “Con tutte queste malattie che vengono da tutte le parti del mondo!”, a quelle di stampo sociale "Vuoi mettere il disdoro per l'intero stabile?", Si si, ha detto proprio “disdoro!” A quelle di mero stampo igienico : “Con tutto lo zozzo che ci manda giù!” . Chiariamoci, queste teorie non avevano alcun fondamento, nessun appoggio logico, ma erano insieme ad altre migliaia di assunti e dogmi, la base della nostra vita famigliare: "Mai levare la copertura al divano!" "Mai mangiare le lenticchie prima di mezzanotte!" "Le bomboniere si consegnano un mese prima delle comunioni, sta scritto nel galateo!" Ora, dei dogmi e teorie riguardanti le putride gocce del vicino del piano di sopra, si dovevano dare all'assemblea condominiale, descrizione e motivazioni, e sia l’ una che le altre, dovevano essere assolutamente convincenti! E a chi veniva demandato il compito della coloritura, dell’ esposizione? A me, ovvio! Al capo di casa! Il letterato della famiglia! Quello che aveva studiato! Il porta…
SUONO
…voce! Il più spigliato nei rapporti sociali! L’allungatore di brodi per antonomasia! Il più esperto da sempre a fare proprie le opinioni degli altri! Quello che meglio sapeva mascherare ipocrisie, bugie, sentimenti. Del resto già lo facevo così bene da anni fuori di casa e con tutti. Per cui farlo anche coi condomini sarebbe stato un gioco da ragazzi, anzi il punto più alto, il picco delle mie stranianti esibizioni! Avrei dato un’altra prova della mia destrezza ineguagliabile! Pensate che ormai ero arrivato all'acrobazia di esprimere un'opinione e votare tutto il contrario! 
SUONO
Quella sera, per tornare a noi, le imbeccate di ...
ANNUSA LA FOTO E LA RIMOSTRA AL PUBBLICO
mia moglie... contrastavano, a dire il vero, con quelle di ...
ANNUSA UN' ALTRA FOTO
...mia madre, la quale mi incalzava con tutta una serie di tesi contrarie, e contrapponeva al “con tutto lo zozzo..” un più dialettale “con tutta la zella…” , ampliando di poi il concetto di “disdoro…” con il più vasto e morale concetto di “disonore…” Veniva a sovrapporsi alle imbeccate delle prime due, la proverbiale esclamazione monocorde di... 
ANNUSA E MOSTRA VIA VIA LE FOTO DI TUTTI
mia suocera... ospite abbastanza fissa di casa : “Antrochè!” Originaria di Antrodoco, l’amabile popputa matrona fin da giovane sposa, dava i suoi assensi o dinieghi con questo intercalare “Antrochè!” “Antrochè!” ...E alla sua litania faceva da contrappunto l’altra proverbiale esclamazione, quella di mio suocero! “Azzopè!” Che originario di Arcinazzo, anche lui amava partecipare alle controversie col suo suggello: “’Azzopè!” “’Azzopè!” a tutto facevano da coro, in sottofondo, gli sbuffi dei nostri giovani, occhialuti figlioli, noti per quel loro aristocratico provare fastidio per tutto! Era insomma una sinfonia, un coro polifonico “Con tutto lo zozzo...” sbuff sbuff... “Antrochè!” “Con tutta la zella!” sbuff.. sbuff.. “ ‘Azzopè!” “ E’ un gran disonore!” “sbuff sbuff “ “Antrochè!” Un vero disdoro!” sbuff sbuff “Azzopè!” ... E io? Io ce l’avevo un’esclamazione proverbiale tutta mia? No! Mai che mi fossi dotato di questo mezzo sensazionale che permette di fottersene di tutto e tutti facendo credere di avere delle opinioni! Non avevo mai elaborato un “Ohibò!” un “porca paletta!” uno straccio di “mannaggia!” Io ascoltavo, assorbivo, mi caricavo, mi incaricavo per conto altrui! E qualunque partitura seguisse la sinfonia, chiudeva ogni movimento con le stesse note: sentenza di condanna, per l'inquilino untore! Zum! Zum Zum! Zum! E allora... 
SUONO
Che stavo dicendo? Ah, già, sono diventato muto! Insomma, quella sera, prima di andare all’assemblea condominiale, chiuso in camera da letto mi guardavo allo specchio, con uno sguardo fisso impettito come Cicerone, e mi rifacevo a memoria l’arringa che avrei fatto all’assemblea condominiale. Esprimevo davanti alla mia immagine le opinioni altrui con una forza tale, da convincermi che fossero le mie! Che invece, oggi lo so, e ne pago le conseguenze, pensavo tutto il contrario! A me quel disgraziato del piano di sopra, inquilino, non condomino, e sotto sfratto, vedovo per di più, abbandonato da figli e parenti, con quel suo innaffiatoio tra le mani, mi faceva una compassione! Me lo vedevo tremolante e piangente, irrorare con qualche fiotto di un’acqua scialba e smunta, quei miseri steli, ricordo di una pace familiare perduta.. Quanta pena! O forse era invidia…? Mah! In quel momento, mentre peroravo a me stesso, mi preoccupavo che ad ogni futura domanda, al ritorno: "Ma hai detto questo? ", " Hai ricordato quest'altro?" , mi preoccupavo di poter felicemente rispondere : "Si! Ne ho parlato, come no !" "E come hai reagito alle obiezioni?" "Come? Ho controbattuto! I rischi sanitari i germi, il disdoro..." Misi a mente alcune frasi a effetto, tipo “Qualora si possa asseverare in sede decisionale...” E infine studiai bene gli incipit! Che in un discorso sono sempre fondamentali! Scandagliai nella letteratura e decisi per due soluzioni : “Nel mezzo del cammin ... per passare dalla selva oscura al geranio , eccetera eccetera...” e come riserva, misi in panchina un : “Quel ramo... del geranio di sopra... eccetera eccetera...” Mi riguardai allo specchio, ero appagato, pervaso da una calma olimpica. Scesi nell’androne dov’era indetto il consesso, umettandomi le labbra e schiarendomi la voce... (FA I VOCALIZZI) C’erano tutti! Posti a sedere quasi nessuno! “Serata di decisioni importanti...” mi dissi. Di fronte c’è un tavolo lungo come a un convegno di partito.. sul tavolo un’urna! Ci si guardava di sottecchi, si accennavano saluti, ssorri di cortesia, si fumava a più non posso! E come in tutti gli androni faceva un freddo barbino! Sedetti al mio posto ed iniziò il balletto delle nomine. Fu un cicaleccio, uno schermrsi, un arrossire... “No io presidente? Cedo il posto a chi merita di più...” “Ma lei nella sua qualità di...” “Io consigliere? Quale onore...” “Segretaria? Ma ho una calligrafia orribile!” Si decise come presidente il condomino Severi! Che era uno che rideva sempre... Eh, la vita non accontenta mai nessuno! E rideva soprattutto come chiosa di tutte le sue frasi! “Prego si accomdi signora... Eh eh eh...(RIDE)” “Quella sedia è libera... Eh.. Eh.. Eh... In bocca a lui ogni frase, segnata da quel “Eh eh eh...” diveniva a doppio effetto...colma di significati reconditi: “Piove eh... eh ... eh...” E tutti: “Ha detto piove... ma chissà che voleva dire!” Io , dall’alto della mia classe, ridevo di una così scarsa dialettica! Eh... Eh... Eh...Ops... Comunque, tant’è, si apre l’assemblea! Primo punto all’ordine del giorno... un pomo! Misero alberello, allegro si e no tra maggio e giugno, che per sua disgrazia aveva un ramo... che penzolava un po’ troppo sul vialetto... verso la cantina... I pomi si sa, portanto la discordia, e io mi chiesi “Chissà ora che piega prende l’assemblea? Poi rifletto: “ Beh, in fondo per le mie tesi,niente di meglio! Un vegetale! E per di più ingombrante! Ottimo aggancio per arrivare al geranio!” Si apre il dibattito, l’ordine degli interventi prevedeva come primo oratore tal Meloni.. con la testa a pera! Eh, la vita non accontenta mai nessuno! Questi si alza in piedi , si schermisce, vuol parlare dalla sua sedia, non vuol mettersi in mostra, al tavolo della presidenza... è troppo umile... sarà breve! “Ma la prego, è nella prassi! Eh ... eh.. eh...” Meloni si domanda “Chissà cosa voleva dire?” . E poi con la sua testa a pera, marcia trionfante fino di fianco al tavolo della presidenza! E a freddo...: “ Nel mezzo... del cammin per la cantina...” No! Mi aveva soffiato l’incipit! Si era preparato a dovere il maledetto! “ Poco male Eh... Eh... Eh...” Ops... mai nominare i tic altrui, te si attaccano subito! “Poco male” , mi dissi, “tanto io ho la riserva...” E quello, il breve, dipanò una concione infinita, con un andirivieni tra le pagine di non so che codice, e con una prosa cavillosa, lenta, sonnolenta! Fornì tutti i riferimenti alle norme , ai DL ai DDL ,date comprese, sulla differenza giuridica tra albero e arbusto, tra bosco ceduo e deciduo! Sentenza finale: “Che si seghi il ramo del pomo!” E intanto... le parole andavano.. se ne sprecavano in un numero N di migliaia! L’aria sembrava quasi ristentirne! Come se quelle parole la consumassero, sentivo difatti un certo fiato corto, un affanno... Toccava al secondo iscritto... tal Lo Bianco... rosso come un pomodoro! La vita non acontenta mai nessuno! Nessuno! Stessa solfa : schermaglie schermiture... Eh... Eh...Eh.. Il rosso Lo Bianco marcia verso il podio! Giunto lì attacca... “ Quel ramo... che pende dal pomo...” Noooo! Mi aveva scippato la riserva!! E io ora, con la panchina vuota, chi facevo scendere in campo? Quale incipit avrei utilizzato? La mente frullava furiosa, rovistava, mentre l’affanno saliva, saliva... e le parole volavano, volavano inutili... (SCHIFATO) E la prosa del pomodoro era spiccia, miserrima, sgrammaticata! Solo l’inizio era stato buono! Ladro! Il resto sarebbe stato degno di un saltarello, con tutte quelle C trasformate in G , quelle T trasfoprmate in D , e quelle G trasformate in C! Era marchiciano... Ma la chiusura fu efficacissima, “Domattina nge passo, e guer ramo lo rombo!” e purtroppo per me fu rapida... era il mio turno! Ormai, senza un incipit di rispetto, potevo affidarmi solo al caso, alla provvidenza, al fato! Per fortuna un professore di Lettere se ne uscì con un “L’albero a cui potare il pargoletto ramo...” s’infilò nel dibattito, l’incauto, ma il presidente Severi, severo... “Eh no! L’ordine degli interventi prevede... Eh...Eh...Eh...” E m’indicò! Il letterato, frustrato si sedette, chiedendosi tra sè e sè ...: “Chissà cosa ha voluto dire? “ Ma quell’intoppo era giunto a fagiolo! Mi aveva sgombrato la mente! Avevo trovato un nuovo incipit! Marciai al podio , poggiai soffice la mano sul tavolo: “Romani! Cittadini! Condomini!” Se ne cadde o teatro!! Severi invece di Eh.. Eh.. Eh... fece la bocca a culo di gallina e soffiò un “Oooooh...” E intanto la mia lingua si dipanava tra le metafore, le similitudini, gli anacoluti! Le varie tesi della sinfonia di famiglia che ormai mandavo a memoria, venivano tutte soddisfatte! E giù col disdoro… il disonore! Per via della zozza zella, che le gocce intrise di lercia terra dal geranio inducono a tale consesso! Azzopè! “A un certo punto, mentre ero lì, sudato, accalorato, compreso in quel nulla di insulsaggini: Crack! 
SI PORTA UNA MANO ALLA GOLA
Il flusso oratorio cessò di colpo! La voce non usciva più! La sintassi mi si 
era incriccata, i nomi comuni di cosa mi si andavano intrecciando con gli avverbi, le preposizioni articolate con quelle semplici! Pronomi dimostrativi, possessivi, aggettivi qualificativi, andavano a rotolare gli uni sugli altri come i macigni di una frana. L'intero vocabolario che in anni di vita avevo accumulato nella ragione , nelle parti superiori del mio cervello, si andava aggrovigliando e andava formando un bolo che diventava via via enorme, immenso, e i suoni articolati si fermavano e non ce la facevano più ad uscire dalla mia bocca. Diventato che fu un malloppo inestricabile, il bolo mi si incagliò nella gola! Cominciai a muovermi tra i condomini , ma senza cadere a terra, quindi nessuno mi soccorreva! Perchè per essere soccorribili si deve stramazzare, fiottare sangue per ogni dove, morire! E allora qualcuno ti tende una mano! Io dicevo “aiutatemi!” Ma quello che usciva dalla mia gola era il grugnito gutturale di cui vi ho parlato.
SUONO 
Lo ripetei, lo rifeci più forte quel disperato grido di aiuto, finché qualcuno allungò una mano, e nel mezzo al brusio di sconcerto, mi accompagnò verso il pianoterra, sull’ascensore, fino dentro casa... E io con quel suono e con quel bolo, che non si muoveva non faceva un millimetro! Non andava nè su, ne giù! Chissà di chi era quella mano tenera e pietosa? Si aprì la porta... E qui, tragicamente mi avvidi che non avevo perso solo la parola, avevo perso anche la conoscenza! No, non nel senso di uno svenimento, un ictus, ma nel senso della scienza! Non conoscevo! E quindi non riconoscevo! 
SI INDICA LA TESTA
Quassù non c'era più niente! Una pagina bianca, un vuoto d’aria! L’ essere che mi si era parato davanti, con l'aria spaventata, io non sapevo chi fosse! Non capivo nemmeno che era un essere vivente! Lo guardavo e lo riguardavo, ripetevo il mio suono...
SUONO
Ma ad ogni richiamo, quell’essere si spaventava di più, strabuzzava gli 
occhi, ansimava peggio di me, cambiava colore, gridava. Poi...molto dopo, ebbi modo di percepire che era mia moglie! Costei, l’essere sconosciuto, mi prese in consegna, mi portò qui, mi fece sedere sul letto, mi porse delicato un bicchiere d'acqua, mi mise il termometro... Obbedìì a tutto con uno sguardo grato e terrorizzato, caddi in una catalessi, che fu il sonno più profondo della mia vita! Al risveglio mi accorsi di aver perso anche il senso del tempo! Quanto avevo dormito? Un’ora? Un minuto? Un giorno? E di quel giorno, che momento era? E quel momento.. quanto era lungo quel momento? Ma che cos'era successo? Adesso che so, posso raccontarlo: semplicissimo! Le funzioni superiori, quelle elaborate dalla parte più nobile del mio cervello, ove risiede la ragione, quelle che il genere umano è venuto via via perfezionando in secoli e secoli di esperienze, guerre, stragi, esodi, queste funzioni, a forza di essere utilizzate per dire, fare, guardare a vanvera, senza un costrutto, in modo esagerato, esagitato, inutile, oltre ogni limite terreno, erano andate troppo su di giri e l'intero apparato della materia cerebrale che le soprintende ... aveva grippato! Dentro però, per fortuna, mi era rimasto come dire... un senso... una fiducia per l’ambiente, sentivo che era qualcosa di mio... non a livello conoscitivo, ma per puro istinto... quella era la mia tana! Io ero parte di quell’ambiente, così com'era, qualcosa me lo rendeva ...conosciuto, anche se non sapevo di conoscerlo! E il senso di ciò che mi circonda l’ho ritrovato tutto: volete che vi dica cos' è un computer o come funziona un telecomando? Ci riesco benissimo! I riferimenti con l'habitat ci sono tutti, sul piano primario! Sono saltate le sovrastrutture! La parola, la ragione, i sentimenti: tutti quei meccanismi che nascono sì da esigenze spontanee, da bisogni reali, ma che col tempo, chissà perché si gonfiano di complicanze, di iperdimostrazioni, di supervalutazioni,di eccessi verbali! E queste funzioni erano saltate tutte, eh, tutte ,tutte, tutte! 
SUONO
Si alternarono al mio capezzale tante persone, chi preoccupato, chi piangente, chi rassicurante... la pera, il pomodoro, Eh..Eh...Eh... E poi medici, amici, parenti... Ma io non riconoscevo nessuno. Era come se venissi da un altro mondo. Ero... un altro me stesso ! Un "me stesso" che usciva da chissà dove...E non sapevo più che costoro, messi a corona intorno al mio letto erano i miei affetti più stretti! La moglie, la suocera, il suocero, la mamma, i figli, un cugino tanto servizievole, il compagno di banco...
ANNUSA LE FOTO CHE HA IN MANO
Questi qua, insomma! Non sapevo chi fossero... non li riconoscevo più! Scese anche l' inquilino di sopra, quello dell' innaffiatoio, l'imputato! Per me solo un essere come gli altri...Ma era lui che mi aveva preso per mano! Era presente all’assemblea come uditore, non essendo proprietario! E aveva sentito tutte le mie invettive contro il suo geranio, quindi! Eppure il gesto di pietà fu solo lui a farlo! Non era curvo, tremante, sconfitto... era un vedovo ringalluzzito, vivace, dall’aspetto di buona forchetta! Fu davvero gentile e premuroso.. forse temeva di avermi infettato via geranio.... Comunque, nutrendo anche per lui un sentimento (chissà se di compassione, gratitudine o invidia... mah!), non lo riconobbi! Passò così un intero arco di tempo, che oggi so che si chiama pomeriggio. Poi, verso sera, quella che viene dopo il pomeriggio, e odora di umido, a un giro di luce e buio dall'evento, che fa per convenzione ventiquattrore..quel "me stesso" , grazie a quell’istinto che vi dicevo, e che non mi aveva abbandonato, cominciò a riprendere i contatti e... via via riconobbi tutti! Ma non per un improvviso ritorno di ragione, un riaffioro di sentimenti, macché! Ragione e sentimenti erano persi ormai per sempre, volati sulle ali dei milioni di parole che avevo sperperato, come un fanciullo lo sperma! La ripresa del bandolo avvenne per altre vie, e grazie a un miracolo, che in quell’ arco detto ventiquattrore, era avvenuto nel mio organismo. Si, un miracolo! Il "grippaggio" delle funzioni superiori, aveva lasciato spazio alle funzioni primordiali, le quali, avevano ripreso piede , erano andate risvegliandosi e mi avevano ridato tutte le coordinate! Per prima la vista, e per forza! Il cervello cominciò a riconoscere gli impulsi del nervo ottico e a collocarli! La pagina bianca si riempiva di nuovo! Poi l'udito, che una volta finito il coro di “Antrochè!”e “Azzopè!” mi fece apprezzare il cigolio del letto, li fruscio delle lenzuola... Il tatto! Mi sentivo le chiappe teneramente appoggiate, sentivo il nudo dei piedi, i pruriti che raschiavo con una gustosa ferocia...Il gusto! Con quel misto di saliva e catarro che sentivo che erano miei! Anzi, dopo essermi scorticato il dentro di un orecchio, mi trovai sul dito un granello appiccicoso che portai alle labbra... e conobbi l’amaro del mio cerume! Buono! Me ne sarei mangiato una ciotola! I sensi stavano risvegliandosi e riprendendo il loro antico predominio! Ma la vera immensa sorpresa venne... dall'odorato! 

SI BUTTA VIA IN GIRO PER IL PALCOSCENICO ED ANNUSA TUTTO QUELLO CHE TROVA. SI ACCOSTA ALLA SEDIA IMPAGLIATA E LA ANNUSA 

Paglia e fieno : sedia!

SI ACCOSTA A UNA TENDA E LA ANNUSA 
Colla, ciniglia, maniglia: tenda con finestra!

ANNUSA UN LENZUOLO
Lino, cotone: lenzuolo!

ANNUSA UN TAPPETO
Setola, nodo, polvere: tappeto!

Era un flusso enorme che mi si rovesciava addosso, un'inondazione inarrestabile che mi pervadeva, mi attraversava , mi sconvolgeva, mi inebriava e mi rendeva... libero! Sì, quella sera fui... libero!

SI LANCIA ANCORA FOLLE PER IL PALCOSCENICO

Ecco, ecco, mi strofino Aaah! Che gusto! Mi stiro, aah, che piacere! La fava, la fava! Mi tocco la fava! Aaah che sensazioni! 

SI BUTTA PER TERRA SI TOCCA DAPPERTUTTO SENZA VERGOGNE DI SORTA, SI APPOGGIA AGLI STIPITI E SI GRATTA, RESPIRA FORTE, SPUTA PER ARIA, FA UN RUTTO, SI SCACCOLA ANNUSA LA CACCOLA E SE LA MANGIA

Come sono belle le sensazioni, sono felice! Anzi ...

SUONO

COME ULTIMO GESTO VENENDO VERSO IL PROSCENIO SI GRATTA IN MEZZO ALLE NATICHE E SI ANNUSA LE MANI. POI RIANNUSA TUTTE LE FOTO

Hanno ragione certe tribù del deserto! Le foto rubano un pezzo della anima! Si sente dall' odore! Ogni foto che ci fanno ci ruba un po' del nostro odore! E l' odore più forte che emaniamo è...

ANNUSA
quello di.. riporto! (SI INDICA IL SEDERE) Il più forte che ci sia! E' da quello che si distingue l’essere nella sua entità più autentica ! Altro che nome, cognome, carattere... l'odore del deretano! L'adorato, sano, morbido, simpatico a tutti... culo! E' lì la sede vera del "Sé" dell' "Io" ! Hai capito dove ce l'abbiamo l'anima?! 
ANNUSA
Oh, ragazzi! Io vi racconto tutto, ma chi apre bocca con mia moglie, che gli si secchino le narici! Che caghi profumato, povero lui! Del fatto che riconosco gli affetti profondi dall' odore non l' ho detto a nessuno, nessuno lo sa! Per cui Sssh! Un segreto! Anche perché in casa già si sospetta! Vengo e... 
SUONO
... mi spiego! Ogni volta che incontro qualcuno, io come prima cosa... 
SUONO
Lo saluto. E' un gesto del tutto normale, urbano. Solo che il modo in cui lo faccio suscita sempre reazioni sgradevoli. Nessuno accetta di buon grado che io mi chini e gli annusi... Tutti si risentono, si scansano... Io, coi più diffidenti, allo scopo di farli sentire a proprio agio, eccedo addirittura in gentilezza, porgendo le mie natiche! Ma quelli se la prendono a male, c'è anche chi scappa! Mi trattano come un matto, mentre io sono solo diventato una bestia! E se in casa si accorgono che sono una bestia, che fanno? Mi chiudono in gabbia a cinguettare per il loro piacere? Mi mettono a catena per tenere lontani i ladri? Mi attaccano a un calesse? Mi vaccinano? Mi piegano ai loro voleri, in altre parole? Non sia mai! Per cui, voi : Zitti ! Ma del resto che ho detto? MI avete sentito? E come se sono muto? Sto troppo bene così, troppo, troppo, troppo!

RIPARTE NELLA SUA DANZA FELICE DI GRATTATE, TOCCATE SUL SUO CORPO PER OGNI DOVE 

Ecco, ecco, mi strofino Aaah! Che gusto! Mi stiro, aah, che piacere! La 
fava, la fava! Mi tocco la fava! Vi supplico non aprite bocca, muti anche voi! Non rompete l'incantesimo!
Adesso vi faccio vedere come sono diventato bravo, riconosco tutti anche ad occhi chiusi, guardate! 

CHIUDE GLI OCCHI E ANNUSA UNA FOTO

La mamma! 
MOSTRA LA FOTO E ANNUSA UN' ALTRA FOTO

La moglie! ... Vabbè questa è facile, mi ci accoppio... Anzi, mi ci accoppio più di prima! E anche lei mi sembra molto più soddisfatta da quando la monto da dietro.. senza fare troppe sottigliezze sul.. passaggio.. io dove trovo aperto entro! Si, le piace! Secondo me anche lei sta prendendo uan sana piega animalesca...

ANNUSA UN'ALTRA FOTO

La suocera! 

PAUSA DI RIFLESSIONE

Che poi così, a naso... se fosse per me, preferirei come mamma la suocera, ha un odore più adatto alla mia nuova natura... intenso... più familiare... Sa di stallatico, di strame... Vecchia famiglia contadina, la sua! Mentre il culo della mamma ha odore acido, vagamente di inchiostro da timbri.. pensionata delle Poste... 

ANNUSA UN' ALTRA FOTO AD OCCHI CHIUSI

I figli con la vecchia tata abruzzese!... di Sulmona ... culo dal vago sentore di confetto... Loro invece, i fanciulli odorano di... si! Di sega appena fatta! Un odore dolciastro, tenue, tra l’urina e il sudato...misto a una “nuance” di mutanda..inconfondibile! 

ANNUSA UN’ALTRA FOTO

Di nuovo i fanciulli, alla lezione di equitazione...

MOSTRA LA FOTO POI LA ANNUSA CON VOLUTTA' 

…Il culo dei cavalli batte anche la sega appena fatta!

E quante cose si imparano per via nasale! E' tutto un via vai di messaggi che vanno e che vengono, perché non avete idea di quanto muti la secrezione a seconda delle situazioni, degli umori, delle intenzioni! L'aggressività, la mansuetudine, per esempio, l'odore di culo, le rivela subito! Ha voglia uno a farmi mille sorrisi accattivanti, mille gesti, mille moine! Se l’odore è di attacco, non mi accosto, sto sulle mie! Perché dal culo si subodora subito lo stronzo! Il potenziale aggressore mi si avvicina spandendo i suoi miasmi aggressivi? E io indietreggio opponendo il mio più intenso miasma da difesa ! E se stende la mano... gliela mordo! 

AZZANNA

Uno degli odori più comuni, sapete qual'è ? Quello della paura ! E' l'odore più frequente! Quello di mia suocera scatta ad ogni suonata di campanello, quello di mia moglie a ogni squillo di telefono... Ma vanno perdonate, è una cosa che succede a tutti! Tutti viviamo nella paura! Per cui, in fondo, si tratta di un odore senza senso... neanche ci si smuove intorno un'oncia d'aria che noi "zac" : secrezione e passata di odore di paura ! E poi la paura esce da ogni poro, senza una personalità, è onnipresente, come il prezzemolo, l'aglio fritto...
Non immaginate quello che sento io arrivarmi da dove siete voi! Siete un universo di odori di paura! ANNUSA No aspetta... c’è anche in giro qualche zaffata di sega appena fatta... eppure non vedo fanciulli.. mah! 
Ma se le cose stanno così, perché non affidarsi alle reazioni istintive percepite con l'olfatto? Tra fidanzati! Perché baciarsi, come prima cosa? Sarebbe molto più salutare annusarsi il... (PAUSA) che se il culo mette in imbarazzo, ci sono sempre le ascelle, altra zona di identificazione sicura, lì che male c'è? 

ALZANDO LE ASCELLE E ANNUSANDO PRIMA UNA

"Ciao cara, come stai ?" "Bene...

ANNUSA L'ALTRA

Invece io... ANNUSA e... emetto al volo il mio verdetto inappellabile! Assicuratore... ANNUSA Agente immobiliare...ANNUSA Prete... ANNUSA rabbino... ANNUSA testimone di Geova! ANNUSA 
Ho trovato la chiave del vero discernimento, la pietra filosofale! Non è la ragione! E’ lstinto! E non chiedetemi di tornare alla ragione! Non la voglio più la ragione! Non so che farmene! Perchè, quando ce l’avevo ho mai saputo usarla?! Ho avuto modo di agire con ragione? No! Io ho agito solo d’istinto! Per reazione a un bisogno! Il maledetto, sconfinato, inevitabile bisogno! E’ quello che mi ha mosso! Bisogno fino all’umiliazione, bisogno di tutto: di mangiare, bere, cagare! Tutti i bisogni del mondo da quello di nascere a quello di distruggere! Via ragione! Via! Vatteneeee!! 
(GIRA FEROCE PER LA STANZA,GRIDANDO, GRATTANDOSI E FACENDO SALTARE PER ARIA TUTTO, DISTRUGGENDO QUELLO CHE SI TROVA DAVANTI, UNA SEDIA VA ADDIRITTURA IN PEZZI) 

La fava, la fava! Mi tocco la fava! Ah, che gusto, che sollazzo! Sono felice, anzi... 
SUONO

PAUSA SI ACCUCCIA IN UN ANGOLO

Me ne sto quasi sempre qui... Nella mia tana da letto, solo... quando mi va, passo in tana da pranzo dove c’è la televisione.. ma mica davanti, no, dietro! Che grande mezzo! Ne sono affascinato ! Gli odori che mi giungono via etere! Anche col satellitare! Le natiche dei cantanti, dei presentatori, dei giornalisti! Quelli alla scrivania, che gli suda tutto sotto i riflettori! Una volta ne ho indovinato uno senza brache! E i tanto decantati culi delle ballerine? Quelli meritano un discorso a parte, perché, se a livello superiore hanno un impatto visivo sicuramente gradevole, a livello primordiale, a naso, sono molto meno interessanti di quelli dei concorrenti dei quiz, tanto per dire! Con quel loro odore di avido e pavido! Profumato per essere più accattivante! Anzi, pensate, più se lo profumano, meno vincono! E l’odore di narciso che esce dai casi pietosi? Più cercano di fare pena, più quel vomitevole profumo si diffonde! E l’odore degli ammistratori locali? Truffa! (sì, c'è anche l'odore di truffa!) Le ballerine invece, povere ragazze, sane lavoratrici dello sgambettio, hanno culi asettici che puzzano di cipria! Quando annuso il culo della TV mia moglie è sempre in apprensione, ha paura che prenda la scossa,ma io annuso, mica tocco... Lei non sente gli odori, vede solo le immagini, misera! E allora... per farla stare tranquilla, mi avvicino... le do uno spintone d'amore, la stendo sul divano, sbavo di amicizia e tento una monta... Ma non la trovo mai in fregola! Lei in tana da pranzo si ritrae! Mi si nega! Ma come? Davanti ai ragazzi? Che avrebbero tanto bisogno di imparare?! Non le piace...e fa odore di schifo... e allora io mi avvilisco, torno qui... e sragiono in santa pace! 
Ho eletto questo luogo, dove avvenne la mia involuzione naturale, a mio nido! E qui, quando nessuno mi vede... godo! Mi accovaccio dove capita, e annusando l'aria, scaccio l'odore della tristezza!
SUONO
Il mondo delle sensazioni non conosce barriere! Tutto parla! E mentre loro di là, si vomitano addosso valanghe di verbi, articoli, pronomi, io... di qua... mi lascio trasportare dall' odore intenso dello spiffero della finestra, che mi racconta il cambio delle stagioni, il passare del tempo, l'odore del sole! Della neve, del vento! Quella natura che con la ragione crediamo di poter schiacciare, e che invece è lì, in agguato! E ci tocca anche se noi non lo sentiamo! Poi quando s’incazza , eruzioni, terremoti.. e noi ce ne stupiamo! Così , dallo spiffero, ho ritrovato i miei odori di cucciolo! Quelli delle vecchie foto col bordo zigrinato. In una io sono in braccio a mia nonna, che manda odore di farina, e accanto a noi un cespuglio di rosa canina... quel fiore che da vicino non odora, ma da lontano ti invade, dolce come una nuvola bassa, un soffio di nebbia.. Col naso ho scoperto cosa fa la rosa canina! L’odore lo ruba, la birichina! Da un pesco in fiore, un mandorlo, dall’erba fresca...L’unico fiore ladruncolo! E annusando io riempio la mia solitudine di povera bestia incompresa! E quando proprio non so fare a meno di un po' di compagnia... ANNUSA ascolto estasiato i poemi epici del vecchio generale che fa la siesta nell' appartamento a fianco! Ah, il linguaggio impareggiabile dei peti! Ce ne fosse uno uguale all'altro! I peti dell'anziano comandante parlano di cariche di cavalleria, di antiche campagne di guerra! Riecheggiano delle grida,degli ordini di caserma, di antichi ranci consumati in fretta sui campi di battaglia! Si sente nelle loro modulazioni la placida, nostalgica eco del silenzio d'ordinanza! Attraverso i pori del muro ANNUSA mi raggiunge l'odore della polvere da sparo! Aaaah! 
SI TOCCA TUTTO
E io, annusatore fedele, per contrappunto alla sua eroica sinfonia, ribatto col mio bramito...
SUONO
Quando mi sente, poverina, mia moglie, di là in tana da pranzo, piange... Come lo so? Sento l'odore delle sue lacrime... 

LANCIA IL SUO SUONO NEL VUOTO, ALL’INFINITO

(SIPARIO)