LUNARIA
atto unico
di
Alfredo Balducci
Premio "Pirandello – Brecht project" 1994
--------------------------------
fantasticando su un personaggio di Luigi Pirandello
--------------------------------
_______P E R S O N A G G I______
IL PESENTATORE
ZI’ DIMA conciabrocche
MARTA anziana contadina
ANNETTA giovane contadina
RICO giovane contadino
L'azione si svolge sull'aia di una cascina.
(Il presentatore avanza dal fondo buio e si ferma al proscenio)
Presentatore
Ecco! sta per incominciare lo spettacolo e alcuni personaggi sono sul punto di prendere vita davanti a voi, proprio come succede quando aprite un libro e i protagonisti escono dalle pagine stampate per narrare la loro storia. Non tutti i personaggi, però, sono docili figli del loro autore, pronti a rientrare nelle pagine del libro o del copione teatrale al termine della lettura o dello spettacolo: alcuni riescono talvolta ad andarsene in giro per conto loro, a vivere una storia che il loro autore non aveva previsto. C'e' poi il caso di protagonisti di vicende non scritte, come racconta Pirandello nei "Sei personaggi in cerca d'autore". Ma qui il discorso esce dai limiti che oggi ci siamo proposti: oggi vogliamo parlare soltanto della vita autonoma che un personaggio puo' avere, fuori dalla storia nella quale ha visto la luce. E giacché abbiamo parlato di Pirandello, occupiamoci di un personaggio creato da lui: di zi’ Dima, il conciabrocche de "La giara". Ve lo ricordate, vero? zi’ Dima con il suo mastice miracoloso, che, entrato in una giara da olio rotta, dopo avere incollato i pezzi non riesce a uscire dall'imboccatura. Zi’ Dima ha un'altra storia da raccontarci. Siamo sempre sull'aia di una cascina siciliana...
(alle spalle del presentatore la scena s'illumina)
…e anche questa volta in cielo c'e' una splendida luna piena...
(si acccende la luna. Il presentatore esce a sinistra; da destra entra zi’ Dima con una cesta, mentre dalla porta della cascina esce Marta, un'anziana contadina)
Marta
A quest'ora venite, zi’ Dima?
Zi’ Dima
Dovete scusarmi, comare Marta, ma alla cascina di Don Vito mi hanno fatto far tardi: mancavano i pezzi di una giara e, per ritrovarli, abbiamo perso del tempo.
Marta
Allora potevate tornarvene in paese e venire qui domattina.
Zi’ Dima
Per rifare tutta la strada dal paese a qui? ero gia' alla cascina di Don Vito, e quindi mezzo arrivato.
Marta
Cosa volete combinare a quest'ora? non c'e' nessuno per darvi una mano, e le giare da accomodare vanno tirate su dalla cantina, a pezzo, a pezzo.
Zi’Dima
Vi ho detto che voglio lavorare, forse?
Marta
Beh, allora è un altro discorso.
Zi’ Dima
Basta che mi diate un pugno di paglia per appoggiare la testa e riposare qualche ora. Alle giare ci penseremo domattina.
Marta
Così va bene, zi’ Dima. Se vi adattate nel fienile, vi darò una coperta.
Zi’ Dima
Grazie, comare… io intanto mi godo un altro po’ di questa luna...non l’avevo mai vista così bianca… come una sposa che si spoglia la prima notte davanti al marito…
Marta
Tacete, zi’ Dima! ci sono orecchi innocenti, intorno.
Zi’ Dima
Cos'ho detto di male? sono cose che anche gli innocenti devono imparare.
Marta
Ci sarà tempo per loro: prima di attaccare l'asino al carro, bisogna aspettare che cresca.
Zi’Dima
Ma la vedete questa luna com'è bella!
Marta
Vado a portare la coperta nel fienile... e state attento con la vostra pipa: non ci vuol nulla per mandare tutto a fuoco.
Zi’ Dima
State tranquilla, comare Marta, non la caverò neppure di tasca…
Marta
Felice notte, zi’ Dima.
Zi’ Dima
Felice notte a voi.
(Marta esce e zi’ Dima si sposta verso il fondo ad ammirare il paesaggio. Una ragazza, Annetta, entra furtivamente e si mette a frugare nella cesta di zi’ Dima che, accortosi della ragazza, si avvicina in punta di piedi alle sue spalle e l'afferra per un polso)
Annetta
(ha un soprassalto)
Ah !...
Zi’ Dima
Che cosa stanno cercando queste mani fra le mie cose?...
(la ragazza cerca di fuggire)
... allora, si può sapere?... soldi?... quando li ho non li tengo nella cesta...
(la ragazza cerca ancora di liberarsi)
... cosa stavi cercando?... non vuoi rispondere?... prima di tutto, guardiamo che faccia hai...
(la tira verso la luce)
Annetta
Ahi!... mi fate male!
Zi’ Dima
La lingua almeno non ti manca... su con la testa che ti voglio guardare... su... su... un bel faccino, ma non mi sembra di averlo mai visto... chi sei?... non vuoi dirmelo?... allora chiamerò gente e qualcuno forse ti conoscerà...
Annetta
No, vi prego, zi’ Dima, non chiamate nessuno!
Zi’ Dima
E allora dimmelo tu chi sei.
Annetta
Sono Annetta, la figlia di Marta.
Zi’ Dima
Ah! sono proprio curioso dl sentire cosa dirà tua madre quando saprà la faccenda.
Annetta
No, vi prego... mi volete morta?!
Zi’ Dima
Non si muore per così poco alla tua età... Allora, cosa cercavi nella mia cesta?... non me lo vuoi dire?... e va bene! forse tua madre lo saprà...
(fa l'atto di muoversi, ma Annetta gli si attacca al braccio)
Annetta
No, per carità!... in ginocchio vi supplico, Zi’ Dima... non fate parola con nessuno...
Zi’ Dima
Sei tu che vuoi aprirmi la bocca.
Annetta
Io?!...
Zi’ Dima
Perché non rispondi alla mia domanda?
Annetta
Che cosa volete sapere?
Zi’ Dima
Perché frugavi nella mia cesta, che cosa cercavi?
Annetta
Nulla, vi assicuro.
Zi’ Dima
Che razza di risposta sarebbe? io, per nulla, non vado a mettere le mani in tasca agli altri.
Annetta
Era... uno scialle... che ho lasciato qua fuori che stavo cercando.
Zi’ Dima
E lo cercavi nella mia cesta? via, trovane un'altra di scuse!
Annetta
Eppure... no, avete ragione, vi ho detto una bugia... non era lo scialle che cercavo.
Zi’ Dima
Adesso sì che incominciamo a ragionare. Che cos'era, allora?
Annetta
Mi promettete di non arrabbiarvi?
Zi’ Dima
E anche se mi arrabbiassi, potrei fare paura a qualcuno?
Annetta
Me lo promettete?
Zi’ Dima
Sta bene: ti prometto di non andare in collera.
Annetta
Era... il vostro mastice che cercavo.
Zi’ Dima
Il mio mastice?! e per farne che?
Annetta
Tutti ne parlano... non fanno che dire che è miracoloso... che niente riesce a staccarsi quando è stato unito dal mastice...
Zi’ Dima
E che cosa avevi da attaccare, tu?
Annetta
Un... un vaso... che ieri m'è caduto di mano e s'è rotto.
Zi’ Dima
E perché non l'hai detto a me? sono il conciabrocche, no ?... vasi, orci, giare... sono qui per questo.
Annetta
Non volevo che mia madre lo venisse a sapere.
Zi’ Dima
Guardami un po' negli occhi, Annetta... io vedo una grossa bugia che corre, corre... no, non muovere la testa: negli occhi devi guardarmi...
(Annetta scoppia a piangere)
… eccolo, lo sapevo!...
(aspetta che la ragazza si sfoghi; accarezzandola)
… allora, è così brutta questa verità che non si può tirarla fuori?
Annetta
Non era per un vaso... che mi serviva il vostro mastice...
Zi’ Dima
E per cosa, allora?
Annetta
Per… per un giovane che viene qui a lavorare…
Zi’ Dima
E rieccoci daccapo. E che cosa doveva farsene quel giovane del mio mastice?
Annetta
Non era a lui che serviva, ma a me.
Zi’ Dima
Insomma, vuoi farmi perdere la pazienza?! Cosa sono questi bisticci di parole?... è per un giovane, no è per me… vuoi deciderti?
(Annetta ricomincia a piangere)
... senti, puoi anche chiudere il rubinetto, perché io non mi commuovo... anzi, è meglio che vada da tua madre…
(fa l’atto di muoversi, ma Annetta lo trattiene)
Annetta
Fermatevi, in nome di Dio! dirò tutto.
Zi’ Dima
Finalmente!
Annetta
In giro non si fa che parlare del vostro mastice, dei miracoli che riesce a compiere...
Zi’ Dima
Questo l'hai già detto.
Annetta
... e allora io ho pensato che, se davvero riesce a far restare unita ogni cosa... forse sarebbe riuscito anche a non far staccare da me quel giovane di cui vi parlavo...
Zi’ Dima
Come, come...?
Annetta
(parlando e piangendo)
Sì, sono passati tre mesi da quando ha detto di amarmi... ma poi, all'improvviso, s'è raffreddato... e ha incominciato a guardare un'altra...
Zi’ Dima
E tu, col mastice, cosa volevi fare?
Annetta
Se è così forte da tenere unita ogni cosa, ho detto, riuscirà anche a tenere attaccato quel giovane a me.
Zi’ Dima
E come lo volevi attaccato, con la testa, con un piede?
Annetta
Non in quel modo, zi’ Dima... di dentro volevo che non si staccasse... gliel'avrei fatto bere il vostro mastice.
Zi’ Dima
E bere come, in nome di Dio?!
Annetta
Sciolto nell'acqua.
Zi’ Dima
E l'avresti ammazzato, sciagurata!
Annetta
Un poco soltanto...
Zi’ Dima
Morto, lo volevi, morto!
Annetta
No, questo no!
(scoppia in singhiozzi)
Zi’ Dima
Ah, piangi, ora... e avresti dovuto piangere per tutta la vita, fino a consumarti gli occhi.
Annetta
(piangendo)
Sono così disgraziata, zi’ Dima... aveva detto di amarmi... e io l'avevo creduto... e ora, invece...
Zi’ Dima
Invece che cosa?
Annetta
... ora ha messo gli occhi addosso a quell'altra... io non esisto più... ormai non vede che lei, non pensa che a lei...
Voce di Marta
Annetta!... Annetta!...
Zi’ Dima
Rispondi a tua madre.
Annetta
Sono qui, mamma... sono qui con zi’ Dima...
Zi’ Dima
E' con me, comare Marta, state tranquilla... con me a guardare la luna...
(ad Annetta)
... e chi sarebbe questo giovane?
Annetta
E' Rico, il figlio di Salvatore.
Zi’ Dima
Lo conosco... mi pare un ragazzo ammodo.
Annetta
E' uno spergiuro traditore, mancatore di parola, ingannatore infame...
Zi’ Dima
Eh, chi sarà mai questo mostro!
Annetta
... un serpente viscido, uno scorpione pieno di veleno...
Zi’ Dima
Bella roba che vuoi tenerti attaccata.
Annetta
Voi non sapete quello che mi ha fatto passare.
Zi’ Dima
Cosa aspetti a raccontarmelo ?
Annetta
E' successo tutto tre mesi fa, per la festa della Madonna... lui era uno dei quattro che
portavano il baldacchino, e proprio allora mi dette la sua parola...
Zi’ Dima
Ma come, così, davanti a tutti?
Annetta
Sì, davanti a tutti: apriva la bocca per cantare, e invece parlava a me.
Zi’ Dima
Ma il baldacchino si muoveva e tu cosa facevi, gli andavi dietro?
Annetta
Non dietro, davanti.
Zi’ Dima
Davanti ci sarà stato il prete, no?
Annetta
Il prete era nel mezzo e ai lati c'eravamo noi, vestite di bianco e con i gigli in mano... io ero l'ultima della fila...
Zi’ Dima
... e,invece di cantare, stavi a sentire Rico...
Annetta
Avrei dovuto strapparmi gli orecchi, invece.
Zi’ Dima
Allora, se ho capito bene, Rico col baldacchino sulla spalla e tu davanti a lui con i fiori in mano, chiacchieravate dei fatti vostri, facendo finta di cantare.
Annetta
Sì, più o meno così, zi’ Dima.
Zi’ Dima
Più o meno?
Annetta
Più o meno... c'era pericolo che gli altri ci sentissero, e così qualche volta dovevamo cantare davvero.
Zi’ Dima
Non mi puoi fare un esempio?
Annetta
Cosa volete dire ?
Zi’ Dima
Fammi sentire come se la cavava Rico... con il più e con il meno, si capisce.
Annetta
Rico diceva: "Annetta, ti sei accorta che io ti guardo diverso da come guardo le altre ragazze?... regina dei Cieli, madre dei peccatori... ti sei accorta di come ti guardo?... "
Zi’ Dima
Questo lo domandava a te o alla Madonna?
Annetta
Ma a me, si capisce!... e poi: "io non penso che a te, giorno e notte... Vergine misericordiosa..."
Zi’ Dima
Sempre a te?
Annetta
No, questo alla Madonna lo diceva... e poi: "Se hai inteso quello che ho detto, lascia cadere un fiore..."
Zi’ Dima
Dal cielo?
Annetta
Ma no, dal mazzo che tenevo in mano.
Zi’ Dima
Ah, era rivolto a te.
Annetta
"... benedetta fra tutte le donne... fra sei mesi parto per il militare... perdona i miei peccati... prometti di aspettare il mio ritorno…" Questo diceva quel vigliacco; io gli ho creduto e la Madonna mi ha punito.
Zi’ Dima
Ma no... tutt'al più la Madonna ha fatto un po' di confusione fra quello che andava a lei e quello che veniva a te.
Annetta
Ho creduto a tutto quello che mi diceva e alle occhiate che mi dava quando veniva qui a lavorare... e poi è accaduto il resto: è morto Simone e Santa, la sua vedova, è tornata a stare con i genitori, in quella casa laggiù…
(indica fuori scena)
Zi’Dima
Santa ?... quella bruna con...
(fa un gesto con le mani)
Annetta
...una vecchia di trent'anni...
Zi’ Dima
Vecchia una donna di trent'anni?!
Annetta
Ma se ha dieci anni più di lui!... eppure Rico non vede che lei, non ha occhi che per lei...
(scoppia a piangere)
Zi’ Dima
Ancora?
Annetta
E' un pensiero che non mi fa dormire, e che mi porterà a buttarmi in un pozzo o a un'altra sciocchezza.
Zi’ Dima
Zitta con le sciocchezze, che stavi per farne una grossa come quella luna lassù.
Annetta
Tutte le sere viene qui a guardare la sua finestra.
Zi’ Dima
A guardarla, e basta?
Annetta
Sì, l'ho visto con questi occhi... si mette seduto accanto a quel cespuglio e resta lì in attesa di vederla affacciare.
Zi’ Dima
E se fosse,invece, per vedere te?
Annetta
Farmi vedere da lui di notte?! io sono una ragazza onorata.
Zi’ Dima
Lo sa anche lui. E forse è proprio per questo che se ne sta a guardare la finestra di Santa.
Annetta
Cosa volete dire, zi’ Dima?
Zi’ Dima
Dico che quando un vaso non suona, a volte è diffici1e trovare la rottura...
Annetta
Io non capisco.
Zi’ Dima
...e che qualche volta, invece, la crepa è così leggera, che basta strusciare appena un po' di mastice col dito, per farla scomparire.
Annetta
Stasera non volete proprio farvi capire.
Zi’ Dima
E' il tuo caso che sto cercando di risolvere. Non vuoi che l’aggiusti questo vaso?
Annetta
E com’è possibile con quel traditore spergiuro che...
Zi’ Dima
Stssss... zitta lo senti che suona ancora?
Annetta
Che cosa suona?
Zi’ Dima
Non si può sbagliare: tu cerchi di sopraffarlo con le parole quel suono, ma quello rimane nel fondo, anche se è un po' soffocato.
Annetta
Insomma, io non riesco...
Zi’ Dima
Credi che basti a un giovane di venti anni scambiare ogni tanto un'occhiata con una ragazza, oppure parlarle... attraverso la Madonna?
Annetta
Io non lo so cosa basta, ma non è colpa mia se...
Zi’ Dima
Lo so che non è colpa tua, ma neanche è sua la colpa se davanti agli occhi gli càpita una donna che ha una libertà maggiore della tua.
Annetta
E io, allora, dovrei...?!
Zi’ Dima
Tu devi solo capire, e basta. Fra poco parte per il militare, hai detto?
Annetta
Fra tre mesi.
Zi’ Dima
E allora, cosa vuoi che resti di quell'altra, quando sarà lontano?
Annetta
Voi, lo dite.
Zi’ Dima
Lo dico perché lo so.
Annetta
Insomma, secondo voi, dovrei lasciarlo fare quello che vuole per i prossimi tre mesi?
Zi’ Dima
Questo io non l’ho detto. Ho detto soltanto che un vaso che è fatto per il vino, può contenere anche l’acqua, a volte. Non è una tragedia: basta gettare via l'acqua e tornare a riempirlo con il vino.
Annetta
Dite così perché non sapete niente dell'amore: voi non avete mai preso moglie.
Zi’ Dima
E’ vero, non ho mai trovato nessuna che mi volesse, nemmeno quand'ero giovane... ma l'amore so che cos'è, anche se non mi è mai toccato.
Annetta
Scusate, zi’ Dima, io non volevo...
Zi’ Dima
Credete di essere i soli, voi giovani, a conoscere l'amore?
Annetta
Io non credo nulla, ma so che mi fa tanto soffrire...
(prende zi’ Dima per un braccio e gli indica qualcosa fuori scena)
... eccolo là, guardate! è arrivato quel vigliacco!... lo vedete?
Zi’ Dima
Sì, lo vedo anch’io.
Annetta
… sotto la sua finestra s'è messo, come tutte le sere... io adesso...
(fa l'atto di andare avanti, ma zi’ Dima la trattiene)
Zi’ Dima
Ferma, Annetta! vuoi andare a frantumare i cocci che sono ancora sani?
Annetta
Tanto, ormai, è tutto finito.
Zi’ Dima
Questo lo devo dire io. Sono il conciabrocche, no? Devo essere io a dire quello che si può riparare o quello che è da buttar via.
Annetta
Allora, io torno in casa... qui non ci resto a vedere questa scena.
Zi’ Dima
Tu invece ti nascondi là dietro…
(indica fuori scena)
… senza fare rumore, e quando mi sentirai battere le mani, tornerai qui.
Annetta
Che cosa volete fare, zi’ Dima?
Zi’ Dima
Parlare un po’ con Rico. Devo sapere se anche il suo vaso, a bussare, suona ancora… Vai, dunque, e fai come ti ho detto…
(Annetta esce; zi’ Dima si sposta al margine della scena, dalla parte dove si trova Rico; a voce alta)
… C’è qualcuno là in mezzo?!… chi s’è nascosto in quel cespuglio?!… che cos’è, un agguato?!
Voce di Rico
Calmatevi, zi’ Dima...
Zi’ Dima
Non mi troverete un soldo addosso, neppure se mi mettete a testa in giù...
Voce di Rico
Sono io, calmatevi!
Zi’ Dima
Io, chi?
Voce di Rico
Sono Rico, il figlio di Salvatore.
Zi’ Dima
Fatti vedere...
(Rico entra in scena)
... ah, sei tu!... che paura m'hai fatto!.... sembravi proprio un malintenzionato. Che ci facevi in quel cespuglio?
Rico
Nulla, Zi’ Dima, proprio nulla... m'ero fermato lì a riposare e a guardare la luna.
Zi’ Dima
Stasera e' davvero magnifica, vero?... c'è da restare incantati a guardarla.
Rico
E' così.
Zi’ Dima
E chissà che, per vedere la luna, non venga fuori anche qualche ragazza da sola.
Rico
A quello ci credo poco; le ragazze stanno chiuse in casa la sera, e se escono sono accompagnate dai padri e dalle madri.
Zi’ Dima
E allora, magari, qualcuna che ragazza non lo è piu'... una vedova, per esempio...
Rico
Che cosa volete dire?
Zi’ Dima
Toh, adesso che ci penso, c'è Santa, la vedova di Simone che è tornata a star qui.
Rico
Allora volete dire che... secondo voi, io...? non è bello, zi’ Dima, mettere in giro certe voci.
Zi’ Dima
Le voci corrono da sole con le loro gambe.
Rico
Chi ve l’ha detto?
Zi’ Dima
Ma via, che bisogno c’è che me lo dica qualcuno?... tu, nascosto nel cespuglio, sotto quella finestra illuminata... non occorre sapere il latino per capire la messa.
Rico
E allora, giacché l'avete scoperto da solo, io vi scongiuro, zi’ Dima, di tenervelo per voi...
Zi’Dima
Su questo ci puoi contare, ma come ci sono arrivato io, possono arrivarci anche gli altri.
Rico
Però, finora, non ci siete che voi a saperlo.
Zi’ Dima
Io non sarei tanto sicuro: la campagna, anche quando è deserta, ha mille occhi e mille orecchi.
Rico
Allora non può che vedere e sentire assai poco di me e di Santa.
Zi’ Dima
Cosa credi che conti di più, quello che si vede e si sente, o quello che si immagina?
Rico
Ma, insomma, che delitto è guardare una donna?
Zi’ Dima
Nessuno. Con gli occhi non si fanno peccati.
Rico
E io, finora, non ho fatto che guardarla.
Zi’ Dima
E vuoi continuare così?
Rico
Ma non mi si può condannare per quello che non ho ancora commesso.
Zi’ Dima
E le intenzioni, credi che non contino ? te, l'avranno detto in chiesa, no ? ma io non sono il tuo confessore, e con me puoi parlare liberamente, tanto non ti devo dare l'assoluzione.
Rico
Ebbene, sì... Santa mi piace... parecchio mi piace…
(Si ode venire un gemito dalla parte dove è nascosta Annetta)
Rico
... c’è qualcuno che piange?
Zi’ Dima
(finge di andare a dare un’occhiata e ritorna)
Sarà stato qualche animale… Ma, Santa, non è troppo vecchia per te?
Rico
Ha soltanto qualche anno in più.
Zi’ Dima.
Dieci anni, se non sbaglio.
Rico
Io non me ne sono mai accorto.
Zi’ Dima.
E fra dieci o venti anni, continuerai a non accorgertene?
Rico
E volete che ci pensi ora, zi’ Dima?
Zi’ Dima
E’ ora il momento. Le cose buone devono durare per sempre. La compreresti, tu, una falce che dovesse durarti una sola stagione?
Rico
Se le cose durassero eterne, voi non potreste fare il vostro mestiere.
Zi’ Dima
Un incidente puo' sempre capitare: una caduta, un urtone, oppure una stretta del gelo e il coccio si rompe... ma io lavoro per rimetterlo a nuovo e farlo durare in eterno.
Rico
Voi avete il vostro mastice segreto.
Zi’ Dima
Non è solo quello, sai, a tenere insieme i pezzi di un vaso, in modo che non ci sia neanche la più piccola infiltrazione.
Rico
E che cosa c'è oltre quello?
Zi’ Dima.
L’arte del conciabrocche c’è, che è un’arte delicata e difficile. Altrimenti, tutti potrebbero farlo questo mestiere.
Rico
Se lo dite voi.
Zi’ Dima
Prima di mettere il mastice, bisogna che i pezzi combacino tutti alla perfezione, e se c’è qualche scheggia che s’è persa, va rifatta con altri pezzi di coccio, levigata piano, piano e app1icata dove manca. Poi, quando i pezzi si sono saldati, c'è la prova finale da fare: passare la mano all'interno e all'esterno, dolcemente, come una carezza lunga, lunga. Soltanto dopo sai se il lavoro è ben riuscito.
Rico
Non è un mestiere facile il vostro, zi’ Dima.
Zi’ Dima
Puoi dirlo. Ma non è qui che finisce.
Rico
C’è dell’altro?!
Zi’ Dima
Naturale che c’è, ed è anche la parte più difficile, l’arte vera del conciabrocche, quella che non si può insegnare, perché neanche chi la fa sa di preciso di cosa si tratta.
Rico
Cos’è questo mistero, zi’ Dima?
Zi’ Dima
Hai detto bene: un mistero. E’ qualcosa che si sente dentro, senza sapere da dove è venuta. E chi dentro non se la sente, è meglio che cambi mestiere.
Rico
Dovete dirmi di più; non potete lasciarmi in sospeso.
Zi’ Dima
Cosa vuoi che ti dica, figliolo, quello che nemmeno io so? Posso farti un esempio, però. Ecco, mettiamo che ti diano da rimettere insieme un orcio che è ridotto a un mucchio di pezzi; cosa fai? Ti metti a cercare a uno, a uno i pezzi da far combaciare? fatica sprecata sarebbe: rischieresti di attaccare un manico al posto della pancia o il collo al posto del fondo.
Rico
E allora, cosa ci sarebbe da fare?
Zi’ Dima
Aspettare una giornata speciale, una di quelle, magari, con il cielo pieno di lampi per un temporale lontano, oppure una notte come questa, con una luna così spalancata. Allora, basta affondare le mani nel mucchio per trovare sùbito i pezzi giusti.
Rico
Ma questa è magia!
Zi’ Dima
E di che ti meravigli ? non è in mezzo alle magie che viviamo? che cos'è un seme che butti nella terra e diventa una pianta?
Rico
Tutto quello che ci càpita, allora...?
Zi' Dima
Tutta magia: non c'e' altro, Rico. Perché credi che ti abbia incontrato qui stasera?
Rico
Io non lo so, ditemelo voi.
Zi’ Dima
E' stato quel qualcosa che c'è dentro il mio mestiere a spingermi qui. Una notte come questa, con una luna così, non si può buttar via... ci deve essere per forza una magia che devo costruire per te.
Rico
Ma io non ho orci a pezzi da rimettere insieme.
Zi’Dima
Cosa dici?! Tutto l'universo è un solo problema di mastice e di cocci.
Rico
Voi dite che...?
Zi’ Dima
Prendi la vita di un uomo, da quando nasce a quando diventa grande... tutti pezzi da aggiungere: il lavoro, le annate buone e quelle cattive, le malattie, il matrimonio... Qui il pezzo deve combaciare alla perfezione, se no il vaso è da buttare... i figli... ecco, siamo arrivati all'orlo: la vecchiaia... ora passi la mano tutto intorno, sull’intera superficie: soltanto ora, sotto le dita, puoi sentire se il lavoro che hai fatto è buono o cattivo.
Rico
Fantastico, zi’ Dima! dite delle cose così semplici, eppure così importanti! e quale sarebbe la magia che dovete fare per me?
Zi’Dima
Non lo so nemmeno io, ma so che c'è, me la sento dentro le mani, in una notte come questa... vediamo un po'… un pezzo da attaccare alla tua vita, forse...
Rico
E quale può essere?
Zi’Dima
Forse quello di Santa, che ne dici?
Rico
Non lo so, zi’ Dima.
Zi’ Dima
Lo senti combaciare perfettamente con il resto del vaso ? guarda che non si può sbagliare su questo.
Rico
… e come faccio a saperlo... mi sembrava di sì, prima... ma ora non ne sono piu' tanto sicuro...
Zi’Dima
E allora non c'è che da domandare aiuto alle potenze superiori, perché attraverso di esse si possa arrivare a qualcosa. Sei pronto, Rico?
Rico
Sì, sono pronto.
Zi’Dima
(a voce alta)
Io chiedo, dunque, che il pezzo giusto per questo giovane mi venga sùbito alla mano!
(batte le mani e Annetta appare davanti a loro)
Rico
(sbalordito)
Annetta?!
Zi’ Dima
(come se non avesse visto)
Che c'è... che succede?
Rico
(ancora colpito)
E' vero, allora, è vero!
Zi’ Dima
Chi è questa ragazza?
Rico
E' Annetta, la figlia di comare Marta!
Zi’Dima
(ad Annetta)
E come sei arrivata qui?
Annetta
(con finta ingenuità)
Io non lo so... ero in cucina e stavo spazzando... all'improvviso m'è venuta voglia di uscire... come se qualcuno mi avesse chiamato qui...
Rico
(convinto)
E' vero, zi’ Dima... è vero!
Zi’ Dima
(quasi fra sé)
E brava, Annetta, che ha imparato al volo la lezione!
Rico
Che cosa ha imparato?
Zi’ Dima
Che si trattava di una magia e che non doveva contrastarla.
Rico
(inginocchiandosi davanti alla ragazza)
Annetta, io ti domando perdono per questi giorni passati...
Zi’ Dima
(con falsa ingenuità)
Perché... fra voi c’era già qualcosa?
Rico
Qualche occhiata c'era e qualche mezza parola.
Annetta
(con calore)
C'era una promessa precisa, invece… un giuramento!
Zi’ Dima
(sottovoce ad Annetta)
Zitta, tu! vuoi sciupare tutto?
Rico
Perdonami, Annetta, ora l'ho capito che per me ci sei tu sola.
Zi’ Dima
Attento a come parli, sai, perche' davanti a questa luna, gli impegni che si prendono vanno rispettati.
Rico
Potessi morire sùbito se non li rispetterò; potessi subire le torture piu' feroci, i tormenti più crudeli...
Zi’ Dima
Eh, che abbondanza! basta la tua parola di uomo.
Rico
Ce l'avete, zi’ Dima.
Zi’ Dima
Non è a me che devi darla, ma ad Annetta.
Rico
Ti do la mia parola, Annetta, la vuoi?
(Annetta porge la mano a Rico e l'aiuta a sollevarsi. Zi’ Dima esamina le due mani congiunte)
Zi’ Dima
Sì, i due pezzi combaciano bene... visto la magia?!… due cocci separati che hanno ritrovato il punto di attacco...
(i due giovani in piedi, uno di fronte all'altra, si guardano sorridendo)
... è il momento di mettere il mastice... attenti, però, perché una volta messi insieme non si possono più staccare... d'accordo?... io comincio l'applicazione...
(fa un gesto con la mano fra i due giovani)
...uno, due e tre!... ecco fatto!...
(i due giovani si abbracciano; zi’ Dima li guarda)
... attaccati alla perfezione... un lavoro a regola d'arte!
Voce di Marta
Annetta... Annetta!....
Annetta
(sciogliendosi impaurita dall'abbraccio)
Mia madre!…
Voce di Marta
Annetta!...
Annetta
Sono qui, mamma.
Voce di Marta
Ma che fai ancora fuori?
Annetta
(a Rico)
Via, presto!
Zi’ Dima
Nasconditi nel cespuglio.
Annetta
Nel cespuglio, no!
Rico
D'accordo.
Zi’ Dima
E' qui con me, comare Marta.
Rico
Addio, Annetta.
(esce)
Marta
(entrando)
Non l'avete guardata abbastanza questa luna?
Zi’ Dima
Venite, venite anche voi... è bella, vero?
Marta
Cosa c'è di tanto interessante da vedere?
Zi’ Dima
Stavo guardando quell'ombra grande lassù… da quella parte, la vedete?
Marta
Sì, la vedo.
Zi’ Dima
Sembra quasi una spaccatura, non vi pare?
Marta
Magari avreste voglia di andare lassu' col vostro mastice, eh?
(ride)
Zi’ Dima
Non sarebbe una cattiva idea, comare Marta: potrebbe tornare come nuova, no?…
(risate)
… Sapete, però, che cosa mi trattiene?
Marta
Che cosa vi trattiene, zi’ Dima?
Zi’ Dima
Il fatto di non sapere chi mi dovrebbe pagare il lavoro.
(Risate allegre. La luce si attenua 1entamente: resta accesa solo la bianca palla della luna. In lontananza il suono di uno scacciapensieri.
Sipario