I MAGNIFICI ANNI 75

spettacolo in due tempi di

Marco Stefanini




Personaggi

Antonio
Delmo
Matteo

Si apre il sipario e si vede l'interno tipico di un salotto di due pensionati, con una credenza alcuni comodini, sedie, una poltrona, una scala a pioli aperta davanti ad una tenda con bastone e tutte quelle cose che sempre si trovano in queste case. Entrano due anziani che stanno parlando.

ANTONIO No. Non è possibile buttare via una partita così.

DELMO Buttare via... Le carte non hanno girato nel verso giusto. Tutto qui.

ANTONIO Le carte, ricordatelo bene, siamo noi a farle girare, e avevamo la partita in mano. Perché hai messo giù il re si può sapere?

DELMO Ho messo giù il re perché secondo me quello era bresco.

ANTONIO Ma come fa ad essere bresco? Se non aveva il sei prima non avrebbe giocato il due.

DELMO Spiegami allora come mai la mano prima ha messo giù il cavallo?

ANTONIO Perché erano indietro. C'erano sette punti in tavola e aggiunti al cavallo ne hanno fatti dieci di punti. E poi lo sapevano tutti che c'era ancora il quattro da pescare.

DELMO Io non lo sapevo, giuro.

ANTONIO Ma come si fa a non saperlo? Le carte sono sempre quelle, basta tenere dietro a quelle che vanno giù e si capisce cosa c'è ancora nel mazzo.

DELMO La fai facile tu. E loro? Che cosa hanno in mano loro?

ANTONIO Ma si capisce da come giocano che cosa hanno in mano.

DELMO Va bene, hai ragione. Hai sempre ragione te.

ANTONIO Sì che ho ragione.

DELMO Dopo un momento.
Ti dimentichi però di quella volta che mi hai fatto perdere il prosciutto.

ANTONIO Chi io?

DELMO Fai pur finta di non ricordarti. Quella volta lì non avevi mica tanta ragione.

ANTONIO Ancora con questa storia. Non faccio finta di non ricordarmi, io non c'ero proprio quella volta lì.

DELMO Vigliacco, sì che c'eri.

ANTONIO Me lo ricorderei se ci fossi stato.

DELMO Me lo ricordo come se fosse stato ieri. Torneo dell'oratorio 1956. Finalissima il giorno quindici d'agosto, ore quattordici.

ANTONIO Guarda che io nell'estate del 56 ero in Africa.

DELMO Sì, a raccogliere le banane. Ma va là. Sarà stato allora il 57 ma era proprio il quindici d'agosto. In finale dopo il girone eliminatorio all'italiana io e te contro i fratelli Sorbetelli: i gemelli.

ANTONIO I gemelli Sorbetelli? Ma se non sanno neanche leggere.

DELMO Lo so, ma si vede che conoscono le figure.

ANTONIO Hai perso una finale contro i fratelli Sorbetelli? Dimmi te se come mi sono ridotto, gioco in coppia con uno che ha perso contro i Sorbetelli.

DELMO Guarda che c'eri anche tu a perdere contro quei due salami dei gemelli.

ANTONIO Sì, saranno stati due salami ma si sono beccati il prosciutto.

DELMO E la bella figura dei salami l'abbiamo fatta noi.

ANTONIO L'avrai fatta te. Io non c’ero.

DELMO Quando vado all'oratorio mi prendono ancora in giro.

ANTONIO Va bene. Capitolo chiuso. Dai dammi una mano che finiamo di sistemare l'impianto.

DELMO Guarda che io l'elettricista l'ho fatto solo per finta.

ANTONIO L'elettricista? Ma se dobbiamo controllare il bastone della tenda?

DELMO E lo so. Lo so che si incomincia con il bastone della tenda, poi c'è quella goccia sotto il lavandino e si passa all'impianto elettrico senza neanche accorgersene.

ANTONIO Salendo sulla scala.
Tieni ferma la scala che vado a vedere cosa si può fare.

DELMO Tenendo ferma la scala.
Eh, cosa si può fare...

ANTONIO A proposito di vedere mi sono dimenticato di guardare se nella cassetta della posta c'era qualcosa. Tu ci hai guardato?

DELMO Mo io no. Poi oggi il postino non passa.

ANTONIO Come fai a dirlo?

DELMO Come faccio a dirlo? Lo dico perché lo so.

ANTONIO E come fai a saperlo?

DELMO Ma mi prendi in giro? Lo sanno tutti che oggi i postini non girano.

ANTONIO Cos'è una festa nazionale?

DELMO Ma che festa nazionale. Oggi piove.

ANTONIO E allora?

DELMO Dai smettila di fare il furbo, lo sai benissimo che quando piove non arriva posta perché i postini non la consegnano.

ANTONIO Ma se oh. Adesso quando piove i postini non vanno a lavorare.

DELMO No, non ho detto che non vanno a lavorare, non portano via la posta.

ANTONIO Ma perché?

DELMO Perché se vanno in giro si bagnano, è logico no?

ANTONIO E allora cosa fanno i postini quando piove?

DELMO Ah questo poi non lo so.

ANTONIO Te non sei mica a posto...

DELMO Hai mai ricevuto qualsiasi cosa per posta in un giorno di pioggia?

ANTONIO Ma non lo so, non ci ho mai fatto caso.

DELMO Male: prova mo a farci caso adesso che te lo detto, e vedrai che non sei solo te a non ricevere la posta in quei giorni, tutte le cassette sono belle vuote. Cosa dici che è una coincidenza?

ANTONIO Sarà capitato che un giorno di pioggia nessuno abbia ricevuto posta e tu quel giorno lì hai guardato nelle cassette di tutti.

DELMO Tonio, prova a farci caso e poi ne riparliamo eh?

ANTONIO Riprendendo a lavorare.
Ci puoi scommettere che ci guardo. Secondo me basta cambiare i tappi...

DELMO Vedi? Si parte dal bastone della tenda e si passa ad imbottigliare il vino. Lo sapevo.

ANTONIO Ma quale vino. Sto dicendo che bisognerebbe cambiare i tappi ad espansione.

DELMO Io non ho mai visto imbottigliare con i tappi ad espansione.

ANTONIO Neanche io.

Suona il campanello della porta.

DELMO Hai qualcosa sul fuoco o è la tua sveglia quella che suona?

ANTONIO E' la porta.

DELMO La porta? Hai una porta che suona? Io mi trovo ancora bene con la sveglia...

ANTONIO Non è la porta che suona, c'è qualcuno che suona alla porta. Vai ad aprire.

DELMO Come vai ad aprire? Si può sapere cosa devo fare? Devo tenere ferma la scala o andare ad aprire la porta?

ANTONIO Vai ad aprire poi torni qui a tenere la scala.

Delmo apre la porta, appare un ragazzo.

MATTEO Ciao nonno.

DELMO E' per te deve essere tuo nipote.

ANTONIO Guarda che io ho solo delle nipoti femmine.

DELMO Be, come ragazza non è un granché.

ANTONIO Guarda che è tuo nipote Matteo.

MATTEO Ciao nonno.

DELMO Ma non sai dire nient'altro?

MATTEO Entrando.
Buongiorno Antonio.

ANTONIO Buongiorno speriamo, non siamo mica ancora arrivati a sera.

DELMO Be? E tuo nonno non lo saluti?

MATTEO Ciao nonno.

DELMO Così va meglio. Ecco abbiamo un testimone. Diglielo come giocavo a carte.

ANTONIO C'era anche lui nel 56?

MATTEO Nonno, sono del 70.

DELMO Lo so ma diglielo quante partite abbiamo fatto io e te. Ti ricordi? Diglielo come giocava tuo nonno.

MATTEO Bene. Giocava bene. Era un po’ sfortunato ma giocava bene. Diceva sempre che non gli giravano le carte.

ANTONIO In confidenza.
Ha mai vinto una partita?

MATTEO No, mai.

ANTONIO Mi sembrava...

DELMO Prendetevela pure con un povero vecchio.

ANTONIO Ma si può sapere che cos'hai oggi?

MATTEO C'è qualcosa che non va nonno?

DELMO Ma no, niente.

ANTONIO Secondo me te hai qualcosa.

MATTEO Dimmi con me cosa c'è.

DELMO Eh, mi è morto l'uccello.

ANTONIO Te ne sei accorto solo oggi?

MATTEO Ma come è successo?

ANTONIO Un giorno ragazzo lo saprai senza che nessuno ti spieghi niente.

DELMO Te ne accorgi sì. Un giorno vedi che non si muove più, tu lo chiami ma lui niente.

ANTONIO Sono dei brutti colpi questi, colpi bassi.

MATTEO Puoi comprarne uno nuovo.

DELMO Ma non sarebbe lo stesso.

ANTONIO Togliendosi i pantaloni e ripiegandoli.
Non sarebbe lo stesso no.

MATTEO Parlando in confidenza al nonno.
Nonno, ma si sta togliendo i pantaloni.

DELMO Lo so. Vedo, non sono mica cieco.

MATTEO Ed è una cosa normale?

DELMO Sì sì, non ti preoccupare. E' una fissazione la sua, ha sempre paura di sporcarseli.

MATTEO Ah ecco, no perché coi discorsi che si stavano facendo.

DELMO Pensa che ovunque va se ne porta dietro un paio pulito di pantaloni, nel caso si sporcasse.

MATTEO E se ne rimane in mutande tutto il tempo?

DELMO No si mette in tenuta da relax.

ANTONIO Nel frattempo si è infilato un paio di brachette corte.
Lo sai che quel delinquente di Primo aveva mangiato un tramezzino?

DELMO E non poteva?

ANTONIO Potere poteva. Però quando ho fatto per pagare, volevo pagare anche il suo tramezzino, per fermarmi mi ha dato una manata sulla tasca dei pantaloni e si vede che non si era pulito bene le mani, perché adesso se li guardi contro luce si vedono le orme delle sue ditazze unte.

DELMO Magari senza volere hai fatto una scoperta che rivoluziona i metodi d'investigazione della f.b.a.i.

ANTONIO Di chi?

DELMO Della f.b.a.i. Non dirmi adesso che non sai che cos'è.
Rivolto al nipote.
Lo fa apposta per farmi arrabbiare: diglielo tu che cos'è.

MATTEO F. b. a. i. ? Ehm... Federazione basket...

DELMO Ignorante di un nipote, ma dovevi prendere proprio tutto da tuo padre? Sono gli americani, quelli delle investigazioni.

MATTEO Ah, f.b.i.

ANTONIO Se la chiami con il suo nome lo so anche io che cos'è.

DELMO Perché io come l'ho chiamata? Sono solo stato più preciso: f.b.a.i.

MATTEO Nonno ai sono una lettera sola.

DELMO Cosa ti ci metti anche te a prendermi in giro? Passi Antonio, ma tu dovresti avere un po’ di rispetto per quelli della mia età. A casa mia a e i sono due lettere.

MATTEO Si ma quella è una sigla americana.

DELMO E che cosa usano gli americani un alfabeto più corto?

ANTONIO E' la pronuncia, non sono due lettere. Loro pronunciano ai ma in realtà è una i.

DELMO Ah si?

MATTEO E quale sarebbe l'invenzione che rivoluziona il lavoro della f.b.i.?

DELMO Rilevazioni di impronte digitali con l'insalata russa.

ANTONIO E secondo te gli americani userebbero l'insalata russa?

MATTEO Ideologicamente credo sia incompatibile.

DELMO Ma oramai è passato il tempo della guerra fredda.

ANTONIO A maggior ragione senza il freddo andrebbe subito da male. L'insalata... Russa.

MATTEO E poi sveglierebbe tutti i vicini... Non mi sembra una buona idea.

DELMO Be cosa fate mi prendete in mezzo?
A Matteo.
Quando c'è da fare il cretino te monta pur subito su eh, mi raccomando.
Rivolgendosi ad Antonio.
Tutto suo padre.

ANTONIO Guarda solo che giornata, andiamo bene: te che sei tutta una simpatia, la partita che avevamo già vinto l'hanno vinta quegli altri e adesso anche i pantaloni sporchi.

DELMO Ma cosa vuoi che sia, i pantaloni si lavano.

ANTONIO No caro. I pantaloni non si lavano, li lavo io, li lavo.

DELMO O se sei troppo stanco te li lavo io.

ANTONIO Per l'amor del signore, che dei pantaloni rosa ne ho già abbastanza di due paia, ne ho già.

MATTEO Pantaloni rosa?

DELMO Lascia stare.

ANTONIO Lascia stare eh? Eri te che dovevi lasciare stare.

MATTEO Cosa dovevi lasciare stare nonno?

DELMO Cosa dovevo lasciare stare?

ANTONIO I miei pantaloni doveva lasciare stare, li ha messi in lavatrice...

DELMO Cosa dovevo metterli nel forno?

ANTONIO ... Con i suoi slip rossi.

MATTEO Con gli slip rossi?

ANTONIO Con i suoi slip rossi.

MATTEO Nonno, tu indossi degli slip rossi?

DELMO L'ultimo dell'anno...

ANTONIO Dimmi te se è uno da slip rossi l'ultimo dell'anno.

DELMO Ma portano bene.

ANTONIO Porteranno bene a te. Non di sicuro ai miei pantaloni...

DELMO Guarda che ti danno una certa aria giovanile, che non ti fa certo male.

ANTONIO Lo sai che con i pantaloni che mi fanno un'aria così giovanile l'altra sera quando tornavo a casa dalla tombola lungo i viali mi hanno chiesto quanto prendevo?

MATTEO No. E quanti erano?

ANTONIO In quattro erano.

DELMO Gli hai fatto un buon prezzo? Sconto comitiva?

ANTONIO Te lo faccio a te lo sconto comitiva.
Dopo una piccola pausa.
A proposito come erano i funghi che ho raccolto ieri?

DELMO Buoni.

ANTONIO E tu ti senti bene, si?

DELMO Be ma non mi avrai mica avvelenato?

MATTEO Ma si, adesso ti avvelena per un paio di pantaloni.

ANTONIO Non si può mai dire...

DELMO Be ma scherzerai? Mi tocca di morire per un paio di pantaloni rosa?

ANTONIO Ma va la. Sono funghi sicuri, li ho fatti assaggiare al tuo uccello...

DELMO Oddio, che mal di pancia...

MATTEO Ma dai nonno che sta scherzando.

DELMO Ah si?

ANTONIO Secondo te?

DELMO Secondo me te li faccio a fiori i prossimi pantaloni.

MATTEO Scusa nonno, ma potrei sapere cosa volevi? Perché fra un po’ dovrei andare.

ANTONIO E' lui che ti ha chiamato?

MATTEO Sì, perché?

ANTONIO No no, niente così. Come mai l'hai chiamato?

DELMO Come mai l'ho chiamato?

ANTONIO Come mai lo hai chiamato?

DELMO Come mai lo abbiamo chiamato?

ANTONIO E no. Come mai l'hai chiamato tu.

DELMO Perché eravamo d'accordo di chiedergli...

ANTONIO Momento: tu eri d'accordo di chiedergli.

DELMO Oi, se ti aspetto te... Saluti e baci.

MATTEO Insomma cos'è che avete da chiedermi?

ANTONIO Cos'è che ha da chiederti.

DELMO Be cosa fai ti tiri indietro adesso? Non dirmi che è per la storia dei pantaloni.

ANTONIO A parte il problema dei pantaloni non so se è il caso.

DELMO E' il caso, non ti preoccupare, ci ho riflettuto a lungo. Senti Matteo...

ANTONIO No, io non sono ancora convinto che sia una buona idea, perciò parla per te.

DELMO Scherzerai?

ANTONIO No che non scherzo.

DELMO Te ne pentirai.

MATTEO Allora nonno, posso sapere di cosa si tratta?

DELMO Sì. Vedi l'idea che abbiamo avuto...

ANTONIO Momento: che hai avuto.

DELMO Sì, che ho avuto, vuoi tacere un minuto? E' un po’ che mi frulla per la testa e credo di avere fatto una scoperta importante.

ANTONIO Niente popò?

MATTEO Niente popò?

DELMO Niente popò?

ANTONIO No dico, niente popò di meno che una scoperta importante, vivo con uno scienziato e non me ne sono mai reso conto.

DELMO Tonio. Be ma vorrai scherzare, cosa vogliamo metterci a trovare il pelo nell'uovo? Occhio perché c'è in giro anche della salmonella. Posso continuare?

MATTEO Cosa hai scoperto nonno?

DELMO Una sorta di elisir della gioventù.

ANTONIO No?

MATTEO Un elisir della gioventù? Ho capito bene?

DELMO Si lo chiamo così perché non so come definirlo.

MATTEO E' una roba che si beve?

DELMO No. E' un qualcosa che non si beve che però aiuterebbe a rimanere giovani...

ANTONIO Sembra un indovinello così. In realtà è un oggetto quello che permetterebbe secondo...

DELMO Be? Tu adesso cosa centri?

ANTONIO Io niente, davo una mano.

DELMO Grazie faccio da solo.

ANTONIO Fai mo da solo allora.

MATTEO Nonno, vogliamo procedere prima di diventare tutti troppo vecchi per potere usufruire della tua scoperta?

DELMO E' una cosa un po’ filosofica... E' una idea, ma serve un oggetto... E' una specie di macchina del tempo...

MATTEO Una macchina?

ANTONIO Sì, una macchina.

MATTEO Che ti fa tornare indietro.

DELMO Bravo ragazzo. Vedo che afferri.

MATTEO Veramente non ci sto capendo niente.

ANTONIO Sì ma non importa, la parte che ti riguarda...

DELMO E' ancora molto lunga?

ANTONIO No ho quasi finito.

DELMO No. Ti correggo: tu non hai quasi finito, tu hai proprio finito.

ANTONIO Delmo?

DELMO Si?

ANTONIO Concludi.

MATTEO Cosa avete costruito una macchina in cantina?

DELMO No la macchina non ce l'abbiamo, ma quello non è un problema, ce la procuriamo dopo.

MATTEO Dopo cosa?

ANTONIO Dopo che noi due, o almeno uno di noi due sia abilitato ad usare la macchina.

MATTEO E non afferro: cosa centro io?

DELMO Tu entri in gioco proprio adesso. Tu sei l'uomo che fa per noi: noi abbiamo bisogno si te e speriamo di potere avere il tuo appoggio in questa nostra avventura che potrà diventare una realtà se tu starai dalla nostra parte, al nostro fianco per riuscire a mettere in moto il meccanismo che potrà permetterci di realizzare un grande sogno, quello che per noi...

ANTONIO Ou. Basta così. Fermati. Diglielo e basta.

MATTEO Sì nonno non prenderla tanto per le lunghe.

DELMO Devi aiutarci a prendere la patente.

MATTEO Dopo un attimo di riflessione.
Devo aiutarvi a prendere la patente per che cosa?

ANTONIO Ma per guidare la macchina.

MATTEO Quale macchina?

DELMO Sei proprio una testa dura come tuo padre: la macchina, l'automobile chiamala come ti pare ma è la stessa cosa.

Matteo dopo averli guardati per un momento comincia a vestirsi, si infila la giacca, se la sistema a modo poi quando a finito li saluta stringendogli le mani.

MATTEO Arrivederci signor Antonio. Ciao nonno.

DELMO Non mollando la mano del nipote.
Allora?

MATTEO Allora ci vediamo prossimamente.

DELMO Ci vediamo prossimamente?

ANTONIO Vuoi dire che non ci aiuterai?

MATTEO Scordatevelo.

DELMO Ma non ci vuoi pensare neanche un po’?

MATTEO Non c'è niente da pensare: è impossibile.

ANTONIO Perché non hai tempo, lo sapevo.

MATTEO Guardate che non ci sono altro che delle autoscuole in giro. Andate lì, vi iscrivete e poi vi prendete la patente, sono fatte apposta.

DELMO Ci siamo già stati all'autoscuola, ma costa troppo. Sei la nostra unica speranza.

ANTONIO Tanto non sarà mica difficile guidare, la patente ce l'hanno tutti.

MATTEO Poi non mi è chiara la faccenda della macchina del tempo, dell'elisir della giovinezza o come cavolo l'avete chiamata: guardate che c'è della gente che guida che sembrano delle tartarughe dalle pieghe che hanno in faccia.

DELMO Ma non hai capito. Torneremmo giovani dentro. Spostarsi quando più ti pare e piace...

ANTONIO Andare a giocare a tombola anche d'inverno...

DELMO Andare in montagna quando d'estate è troppo caldo...

ANTONIO O al mare quando fa troppo freddo...

DELMO Sognante.
Passare a prendere le donne per andare a ballare...

ANTONIO Sognante
Passare a prendere le donne per andare a ballare.

MATTEO Sentite, capisco che per voi sarebbe importante, ma credo di non potervi aiutare.

DELMO Volere è potere...

ANTONIO La verità è che credi che siamo due vecchi rimbambiti...

MATTEO No il punto è che è difficile guidare, non è questione di gioventù e poi è pericoloso, ci sono i camionisti, il ghiaccio insomma un sacco di pericoli.

DELMO Lo faresti per noi quindi, per la nostra salute.

MATTEO Ecco, bravo.

ANTONIO Sarà ben gentile, si preoccupa per noi.

DELMO E' vero, proprio gentile a preoccuparsi, infatti quest'anno è già la seconda volta che mi viene a trovare...

MATTEO Ascoltatemi, non so come fare a spiegarmi. Per spostarsi ci sono i mezzi pubblici e poi...

ANTONIO Ma non eri preoccupato per noi?

MATTEO Be... Sì.

DELMO Della nostra salute?

MATTEO Sì.

ANTONIO Ma lo sai che abitiamo in Italia?

DELMO E' un po’ che non prendi un autobus?

MATTEO Ho capito, ho capito, basta così. Sentite, facciamo una cosa: sento di essere già pentito di quello che sto per dirvi. Io posso fare un tentativo per insegnarvi a guidare...

ANTONIO Davvero lo faresti?

DELMO Ragazzo, forse non te l'ho mai detto ma sei il mio nipote preferito.

MATTEO Oltre che l'unico.

ANTONIO Bisogna brindare: ce n'è ancora del frizzantino?

MATTEO Un momento. Calma. Prima dobbiamo fare un accordo.

DELMO Un accordo? Cosa vuoi essere pagato anche te?

MATTEO Ma che pagato.

DELMO Cosa hai intenzione di chiederci: non farmi fare mica delle figure con i miei amici eh? Misura le parole.

ANTONIO Vuoi lasciarlo parlare?

MATTEO Allora ascoltatemi bene: patti chiari e amicizia lunga. Io posso provare ad insegnarvi a guidare alla condizione che, dopo qualche lezione vi facciate un bell'esame di coscienza e decidete se è davvero il caso di imparare a guidare senza per questo essere un pericolo per sé e per gli altri. Intesi?

DELMO Dopo una breve riflessione.
Per me ci sto.

MATTEO Signor Antonio?

ANTONIO Mi sembra un buon accordo.

DELMO Bene, bene. Raggiunto lo storico accordo. Quando cominciamo?

ANTONIO Io ho sempre tempo, dipende da voi.

DELMO Sei venuto qua in macchina?

MATTEO Sì, ma prima c'è la parte teorica.

ANTONIO Come la parte teorica.

MATTEO Prima sarà meglio che vi spiego un po’ com'è che funziona il tutto, o no?

DELMO A me la parte teorica delle cose mi è sempre piaciuta poco.

ANTONIO Ma se si deve fare facciamola: cominciamo subito?

DELMO Per me ci sto.

MATTEO Va bene, diamo una prima infarinatura. Cosa sapete sulla macchina e sulla guida?

ANTONIO Dopo un attimo di smarrimento.
Prego? Non ho capito la domanda.

MATTEO Ho chiesto se sapete qualche cosa per quello che riguarda la guida, i segnali stradali, la macchina, il codice della strada.

DELMO E secondo te cosa ci facciamo qua?

MATTEO Proprio zero?

ANTONIO No un momento... Zero zero no... Per esempio dei segnali stradali qualcuno lo conosco.

MATTEO Ah bene. Per esempio?

ANTONIO Per esempio lo stop. Stop. C'è scritto.

MATTEO Sì. Qualcun altro?

DELMO Io non saprei.

ANTONIO Ci sono i cartelli che ci dicono dove ci troviamo... Tipo non so Modena oppure Bologna.

DELMO Ad Antonio.
Però, te sei bravo.

MATTEO Allora, proviamo così. Facciamo finta di essere in macchina: chi vuole guidare?

DELMO E' meglio se guida lui, mi sembra più preparato.

ANTONIO Per me va bene.

MATTEO Sistemando delle sedie.
Ok. Lei si mette al posto di guida, che è quello, io mi siedo di fianco e tu nonno sali dietro. Anzi prima di salire prendi una scopa?

DELMO Una scopa?

MATTEO Sì una scopa, o anche qualcosa un po’ più corto va bene.
Esce Delmo.

ANTONIO Ma cosa ci devi fare?

MATTEO Facciamo il cambio della macchina.

ANTONIO Come il cambio della macchina, ne abbiamo già più di una?

MATTEO Ma no. Con la scopa simuliamo la leva del cambio della macchina.

ANTONIO Ah certo la leva del cambio della macchina. Con una scopa?

MATTEO Perché non va bene?

ANTONIO No no. Va bene. Per me va benissimo. Potrei solo fare una domanda?

MATTEO Certo.

ANTONIO Che cos'è la leva del cambio della macchina?

MATTEO E' una leva che ci permette di cambiare marcia...

ANTONIO Oh la faccenda comincia a complicarsi. Ah scusami Matteo, ma hai fatto caso se nella cassetta della posta c'era qualche cosa?

MATTEO No, non ci ho fatto caso, ma sicuramente non ci sarà stato niente.

ANTONIO Come fai a dirlo scusa?

MATTEO Eh be... Piove.

Entra Delmo con uno stura lavandini.

DELMO Questo può andare? La scopa l'ho prestata.

ANTONIO A chi è che hai prestato la scopa?

DELMO Come a chi l'ho prestata: l'ho prestata e basta.

ANTONIO Alla Gisella l'hai prestata. Quella non la rivediamo più.

MATTEO La scopa o la Gisella?

ANTONIO La scopa. Magari la Gisella.

DELMO Non ti preoccupare, se per caso non dovesse riportarcela ce li metto io i soldi per comprarne una nuova. Va bene?

ANTONIO Puoi già andare a comprarla, tanto quella non ce la riporta.

DELMO Tanto per cominciare quella ha un nome...

ANTONIO E' trent’anni che le fa la corte e lei niente.

DELMO Possiamo cominciare la lezione? Allora questo va bene o no?

MATTEO Lo facciamo andare bene, dammi qua. Tu nonno sali dietro. Ha prima di cominciare vorrei capire se avete chiaro un concetto.
Con le spalle al pubblico.
Qual è la sinistra?

Uno indica da una parte e uno dall'altra.

MATTEO Benissimo, vorrei però che vi metteste d'accordo.

Delmo e Antonio, con ancora indicano qual è la sinistra secondo loro, si guardano.

DELMO Be ma vorrai scherzare? La sinistra è questa.

ANTONIO Te non hai mai capito niente: quella è la tua sinistra, mica la sua.

DELMO Ad Antonio.
Ti ha chiesto di indicargli la sua sinistra?
A Matteo.
Gli hai chiesto di incagli la tua sinistra?
Al pubblico.
Gli ha chiesto di indicargli la sua sinistra? Perché allora non ho mica capito bene.

MATTEO Facciamo così: il riferimento che vorrei che teneste presente è che noi portiamo l'orologio a sinistra, quindi, dov'è l'orologio lì c'è la sinistra.

DELMO E no, così mi confondi le idee.

MATTEO Perché, mi sembra semplice.

DELMO Tirando fuori il suo orologio da taschino.
Vuoi dire che io la sinistra ce l'ho davanti?

ANTONIO E io invece sulla comodino?

MATTEO Ho capito. Di questo ne parliamo la prossima volta, devo studiarci sopra. Tutti in vettura.

DELMO Era ora.

ANTONIO Allora guido io?

MATTEO Sì.

ANTONIO Dove si va?

DELMO Passiamo davanti al circolo così ci vedono tutti che guidiamo.

MATTEO Un momento. Siamo ancora fermi ci sono un paio di cose fondamentali da sapere prima di mettersi in strada, come per esempio cosa sono e a cosa servono i tre pedali.

ANTONIO Tre pedali? Ma non sono due?

DELMO Ad Antonio.
Ou, è una domanda trabocchetto, stiamo parlando della macchina mica della bicicletta. Nella macchina non c'è nessun pedale c'è il motore.

MATTEO Andiamo bene.

ANTONIO Come andiamo bene, non eravamo ancora fermi?

DELMO Mi sa che ci siamo rivolti alla persona sbagliata.

ANTONIO Forse è solo confuso: sei innamorato ragazzo?

MATTEO Non sono né confuso, né innamorato e neanche la persona sbagliata. I pedali sono tre che a voi piaccia o no.

DELMO Scusami eh? Ammettiamo, è una supposizione la mia, che tu abbia ragione e che ci siano dei pedali, al limite saranno due abbiamo due piedi.

MATTEO Chi è che ha la patente qua dentro?

ANTONIO Tu.

MATTEO Benissimo, questa è la prima risposta esatta che mi date oggi. Proviamo con una seconda: chi è che fa l'istruttore tra noi?

DELMO Tu.

MATTEO Ottimo. Allora quello che io dico non si mette in discussione se no non ci saltiamo più fuori. D'accordo?

ANTONIO Giusto. Quello che è giusto è giusto bisogna avere fiducia, siamo nelle tue mani.

DELMO Ho fiducia, però andiamo avanti?

MATTEO Allora: i pedali che troviamo in una macchina sono tre. A destra troviamo il pedale dell’acceleratore, in mezzo quello del freno e a sinistra quello della frizione.

ANTONIO Momento: posso prendere appunti?

MATTEO Sì.

DELMO Ecco, bravo, così dopo me li passi.

ANTONIO Che non fai troppo fatica eh?
Si alza e va a prendere un quaderno e una biro.

DELMO Dunque ai detto tre pedali giusto?

MATTEO Giusto.

DELMO A destra c'è quello dell'acceleratore?

MATTEO Sì, quello che devi pigiare quando vuoi che la macchina si muova, più schiacci e più vai forte.

DELMO A destra quindi per andare, diciamo.

MATTEO Diciamo.

DELMO Al centro quello per frenare.

MATTEO Sì, quando ti vuoi fermare lo devi schiacciare.

DELMO Più lo schiacci e più ti fermi.

MATTEO Beh, sì.

DELMO Al centro quindi per fermarsi. E a sinistra ai detto quello della frazione?

ANTONIO Ritornando.
Sì, e quello per il capoluogo dov'è? Frizione, il pedale della frizione.

DELMO Della frizione? Sì oh, e quello per il balsamo dov'è?

MATTEO No, niente balsamo quando si guida, però il pedale si chiama della frizione.

DELMO E a cosa serve? Ne hai già uno per quando devi andare, ne hai un altro per quando ti devi fermare e il terzo?

MATTEO Il terzo serve per quando devi stare fermo.

ANTONIO Per stare fermo basta non fare niente e sei fermo.

DELMO Se vai per fermarti c'è quello del freno.

MATTEO Sì, però quando hai il motore acceso in una macchina se non avessi la frizione non riusciresti a fermarti, sarebbe come se in bicicletta voi pedalaste e frenaste contemporaneamente. Secondo me vi stanchereste presto, voi cosa dite?

DELMO Non credo di cogliere bene il senso con tutti questi pedalaste e frenaste ma ho fiducia. Quindi quello di sinistra serve per stare fermi.

ANTONIO Allora dimmi se ho scritto bene: destra per andare avanti, centro per fermarsi e sinistra per stare fermi.
Dopo un attimo.
Giovine una domanda: ma per chi hai votato l'ultima volta? No perché con delle indicazioni così non vorrei mai...

MATTEO Guardate che non è mica una mia interpretazione: è così e basta.

DELMO Per i pedali.

MATTEO Per i pedali.

ANTONIO Della macchina.

MATTEO Della macchina.

DELMO Allora partiamo? Che se no viene sera e non mi sembra il caso di incominciare a guidare al buio.

MATTEO Ok. Schiacciare il pedale della frizione.

ANTONIO Fatto.

MATTEO Accendere il motore della macchina.
Antonio fa il gesto di girare la chiave di accensione e si sente il rumore di una macchina che si accende.

ANTONIO Fatto.

MATTEO Inserire la prima marcia.

ANTONIO Come si fa?

MATTEO Si usa la leva del cambio.

ANTONIO Lo stura lavandini?

MATTEO Sì.

DELMO Sarà ben comodo, guarda te quante cose ci puoi fare con uno stura lavandini.

ANTONIO E adesso?

MATTEO Adesso molto lentamente schiacci il pedale dell'acceleratore e altrettanto lentamente lasci andare quello della frizione.
Si sente il rumore del motore che aumenta di giri e della macchina che parte sgommando.

DELMO Bela. Siamo in viaggio!!!

ANTONIO Ci stiamo muovendo sto guidando, sto guidando!!!

Dal momento in cui si sente il rumore della macchina che si muove ad arrivare all'ultima battuta di Antonio si sarà chiuso il sipario e si continuerà a sentire il rumore della macchina che viaggia tra strombazzate di altri automobilisti, con grida di Matteo, Antonio e Delmo per qualche momento.






FINE PRIMO ATTO


Si apre il sipario. Antonio è seduto su una sedia con una gamba ingessata appoggiata su un'altra sedia. Delmo ha una grossa fasciatura in testa ed è in piedi che guarda un foglio. Entra Matteo con una borsa del ghiaccio.

MATTEO Secondo me è meglio se uno di voi due si mette questa. Cioè sarebbe meglio che ce l'aveste tutti e due ma ne avete una sola.
La porge a Delmo.

ANTONIO Guarda. Guardaci come siamo conciati. Lo avevo detto io che non era una buona idea. Io mi dissocio.

DELMO Perché? Sei sempre il solito, vedrai che andrà tutto bene.

ANTONIO Eh, andrà tutto bene. Fai presto te a dire che andrà tutto bene, che ci hai riflettuto a lungo...

DELMO Certo che ci ho riflettuto a lungo. E poi invece che sprecare tempo ed energie a criticare potevi farti venire un'idea migliore della mia.

MATTEO Certo che mi hai messo in un bel casino nonno. Ricordati che mi hai dato la tua parola, io non ne so niente di questa storia. Mi raccomando.

DELMO Ma sì, di cosa hai paura. In fondo non hai... Non abbiamo mica fatto niente di male.

ANTONIO Provando ad alzarsi e a camminare.
Ma no ma no ma no. Non riesco neanche a camminare. No non ce la faccio me la tolgo.

DELMO Fermo lì. Tu non ti togli un bel niente.

MATTEO Con tutto quello che abbiamo passato per metterlo su lei se lo vuole togliere? Ma non ci pensi neanche.

ANTONIO Perché non facciamo cambio? Io mi prendo la fasciatura in testa e tu ti prendi il gambone.

DELMO Ma se oh, tu ti prendi la fasciatura in testa e io il gambone. Ormai le cose stanno così, devi solo portare un po’ di pazienza. Tieni, te la do a te la borsa del ghiaccio: sei contento?

ANTONIO Io sarò contento solo quando sarà finita questa storia.

DELMO Ma dai che è divertente. E poi ti conviene prenderla con filosofia visto che siamo solo all'inizio.

MATTEO Certo che hai una bella fantasia nonno. A me non sarebbe mai venuto in mente.

ANTONIO Proprio un bell'esempio. Il grande pensatore. Non te ne eri mai accorto? Come l'idea della patente...

DELMO Quella è stata una grande idea. E comunque ci è venuta insieme. Non è mica colpa mia se tu sei uno che si tira indietro, senza un po’ di spirito dell'avventura.

ANTONIO Ou ma cosa dici io nel '56 ero in Africa a lavorare, non ero mica a casa a farmi mantenere, a farmi.

MATTEO In Africa? A fare cosa in Africa?

DELMO Raccoglieva le banane.

ANTONIO Anche se fosse stato io almeno ho viaggiato, ho visto un po’ di mondo, io. E a questo proposito mi viene in mente che io una idea l'avevo avuta, ed era anche molto meglio della tua.

DELMO Un idea? Che idea?

ANTONIO Un'idea che ci avrebbe evitato questo trambusto... E questa spesa.

MATTEO Secondo me la pentola si salva.

ANTONIO Te dici? Comunque a me non interessa, visto che il nostro amico Gisello deve andare a comperare una scopa nuova già che c'è compera anche una bella pentola, già che c'è.

DELMO Ancora con questa scopa. Certo che sei peso quando ti ci metti eh?

MATTEO Saresti tu Gisello? Perché?

DELMO Perché...

ANTONIO Te lo dico io il perché. Perché il nostro amico qui è trent'anni, dico trent'anni sono mica brustolini, che fa la corte alla Gisella. E lei? Non solo non ne vuole sapere, adesso gli frega... Anzi ci frega la scopa, ci frega.

DELMO Possibile che tu vada ancora avanti con questa storia?
A Matteo.
Oh è un fatto tirchio che a Genova gli hanno dato la cittadinanza onoraria.

ANTONIO Sarei io il tirchio di famiglia? Lo sai che olio usa per ungere i merletti degli usci? L'olio che usa per friggere le patate.

DELMO E di cosa ti lamenti? Abbiamo degli usci che filano che sono una bellezza.

ANTONIO Sì, però mi sembra di abitare in una cucina di un ristorante cinese, mi sembra.

DELMO E tu come lo chiami uno che quando c'è una partita allo stadio qui di fronte sale su fino in soffitta, sta tutto il tempo con la testa fuori dal lucernario con un binocolo in mano? Che si vede poi anche solo una porta, si vede?

ANTONIO Sì, però è sempre quella dove fanno i gol.

MATTEO Come ci organizziamo per questa sera?

DELMO Dobbiamo pensare ad un ingresso grandioso.

ANTONIO Magari qualcosa di danzato, ma va va va.

MATTEO Se chiamassi un mio amico potremmo farla entrare in barella.

DELMO Grande idea questa della barella.

ANTONIO In barella? E' proprio tuo nipote eh? Si vede dalle idee che vi vengono che siete parenti. Com'è che si dice buon sangue non mente. Ci andate poi voi in barella.

DELMO Parlando in confidenza al nipote.
Senti un po’: l'idea della barella è grande. Cerca di convincerlo intanto che io vado dal dentista.

MATTEO Dal dentista? Ma quanto tempo ci metti? Dobbiamo ancora metterci d'accordo per stasera... E poi come ci vai conciato così?

DELMO Perché cos'ho? Ah, la fasciatura non è un problema, il dentista sa già tutto.

ANTONIO Come fa già a saperlo?

DELMO Gliel'ho detto quindici giorni fa.

MATTEO Va be, lui lo sa, ma cosa giri per strada conciato così?

DELMO Ma che girare per strada il dentista è al piano di sopra. E poi uno con la testa rotta non può mica andare in giro? Non ho capito.

MATTEO Ma fai presto? Cosa vai a fare?

DELMO Vado a prendere la dentiera nuova. L'ho fatta preparare giusto in tempo per questa sera. Vado e torno.
Esce.

ANTONIO E' proprio un bel tipo tuo nonno. Guarda che lavoro che ha addosso per stasera. Oh, è un mese che non parla d'altro.

MATTEO Addirittura la dentiera nuova si è fatto fare.

ANTONIO Senti un po’, ma è sempre stato così? Voglio dire già da quando insegnava?

MATTEO Insegnava? In che senso.

ANTONIO Come in che senso. Quando faceva il maestro.

MATTEO Il maestro? Quando è che avrebbe fatto il maestro?

ANTONIO Prima di darsi alla politica.

MATTEO Prima di darsi alla politica?

ANTONIO Dopo avere lavorato in miniera.

MATTEO Ma mio nonno ha sempre fatto il falegname.

ANTONIO Tu parli solo degli ultimi anni.

MATTEO Sì, parlo degli ultimi anni. Degli ultimi sessant'anni.

ANTONIO Brutto imb... Allora non ha mai neanche fatto il giornalista.

MATTEO No.

ANTONIO Tua nonna non era miss Italia 1932?

MATTEO No, nessuna nonna miss.

ANTONIO Mi ha raccontato un sacco di balle.

MATTEO Ah sì? E' sempre stato uno con una certa fantasia in effetti.

ANTONIO Aiutami a togliermi il gambone.

MATTEO No, non posso farlo.

ANTONIO Ragazzo, ti ordino ti aiutarmi a levare questo coso. Tanto me lo tolgo lo stesso sai? Dove ha messo gli arnesi quell'altro accidenti là. Non ci sono. Portami le forbici per tagliare il pollo, sono nel primo cassetto, in cucina.

MATTEO E stasera dopo come fate?

ANTONIO Stasera corro dietro a tuo nonno per tutta la sera, corro. Vuoi prendermi le forbici?

MATTEO No, credo che prima sarebbe bene consultare...

ANTONIO Caccia un ruggito.
Vuoi prendermi...
Ha un malore.
Un bicchiere d'acqua?
Si mette seduto.

MATTEO Oddio cosa fa? Si sente male?

ANTONIO Sì, prendimi un po’ d'acqua per favore.

MATTEO Sì, un po’ d'acqua...
Va verso la cucina, subito rientra.
Gasata o naturale?

ANTONIO Come ti pare.

MATTEO Va verso la cucina, subito rientra.
Fredda di frigo o a temperatura ambiente?

ANTONIO Al pubblico.
Ma da dove viene quell'altro qua? Come ti pare muoviti!
Finalmente Matteo va in cucina.
Tra il nonno e il nipote non c'è che l'imbarazzo della scelta.
Rientra Delmo.

DELMO Allora? Come sto? E te come stai?

ANTONIO Sto male.

DELMO E Matteo dov'è?

ANTONIO Lascialo stare quell'altro lì.

DELMO Cos'è il cuore?

ANTONIO Credo di sì.

DELMO Aspetta sdraiati per terra che ti faccio un massaggio cardiaco.
Lo aiuta a sdraiarsi e poi gli fa un massaggio.
Sai? Questo l'ho imparato a fare quando ero imbarcato sulla portaerei...

ANTONIO Urlante.
Noo, la portaerei no. Magari eri anche il comandante.

DELMO Come fai a saperlo? C'eri anche tu?

MATTEO Tornando dalla cucina senz'acqua.
Cos'è si sente meglio?

ANTONIO No.

MATTEO E' meglio se lo portiamo al pronto soccorso.

ANTONIO Be, te cos'hai da ridere si può sapere?

DELMO Io? Ridere? Perché sto ridendo?

MATTEO Ridendo ridendo no... Però...

ANTONIO Parliamone un'altra volta portatemi in ospedale.

DELMO Chi guida?

MATTEO Guida l'unico in grado, cioè io.

DELMO Hai preso tutto?

ANTONIO Cosa dovrei prendere secondo te?

DELMO Non era meglio se bevevi un bicchiere d'acqua?

ANTONIO Non ho sete va bene?

MATTEO Come non ha sete? Nonno lo sai che prima mi ha fatto una testa così che voleva dell'acqua?

DELMO Oh, si vede che gli è passata la sete.

ANTONIO Portatemi via!

DELMO Be ma cosa stiamo scherzando? Calma eh? Stiamo andando, stiamo andando.

Si chiude il sipario sul rumore di una macchina che parte a scheggia e per un po’ si sente il rumore di questa auto che viaggia ad alta velocità strombazzando che sta raggiungendo il pronto soccorso.





FINE PRIMO TEMPO


Sull'aprirsi del sipario, ci sono Delmo e Matteo che stanno tristemente parlando.

DELMO Non riesco a farmene una ragione.

MATTEO Dài nonno, devi farti coraggio e affrontare la situazione.

DELMO Affrontare la situazione. Fai presto te a parlare, ma dopo tanti anni in cui abbiamo diviso tutto...

MATTEO Cosa vuoi che ti dica... Se c'è qualcosa che posso fare per aiutarti sai che io ci sono.

DELMO Grazie. Quando riuscirò a trovarmi un altro posto dove andare puoi aiutarmi a portare via le mie cose.

MATTEO Hai già deciso che te ne andrai?

Su questa battuta entra in scena Antonio che sta srotolando un rotolo di quelli a strisce bianche e rossi che si usano per i cantieri dei lavori in corso. Dopo avere diviso la stanza in due porge un foglio a Matteo.

ANTONIO Vuoi darlo a tuo nonno quando lo vedi?

DELMO Guarda che sono qui.

ANTONIO Dopo una occhiataccia a Delmo si rivolge a Matteo.
Digli che lui per me non esiste più.

MATTEO Ha detto che tu per lui non esisti più.

DELMO A Matteo.
Ma come dopo tutto quello che abbiamo passato insieme?

MATTEO Oh che ne so?

DELMO Ma non dico con te, parlo con lui. Diglielo.

MATTEO Che cosa?

DELMO Digli: ma come dopo tutto quello che abbiamo passato insieme?

MATTEO Ma non posso dirglielo, non abbiamo passato praticamente niente insieme.

DELMO Ma non tu e lui: sono io che glielo dico.

MATTEO Che glielo chiedi?

DELMO Sì, che glielo chiedo.

MATTEO A Delmo.
Ma come dopo tutto quello che abbiamo passato insieme?

ANTONIO Io e te ragazzo abbiamo passato ben poco insieme.

MATTEO Lo so, gliel'ho detto anche io. No ma non sono io che glielo chiedo a lei: è lui che glielo sta chiedendo.

ANTONIO Devi dirgli che proprio per quello che abbiamo passato insieme ti ho tolto il saluto.

MATTEO A me?

ANTONIO No a lui. E' a lui che devi dirlo che ti ho tolto il saluto.

MATTEO Io dovrei dirgli che lei mi ha tolto il saluto? Ma cosa centro io?

ANTONIO Tu devi dire a lui che io gli ho tolto il saluto a lui.

MATTEO A Delmo.
Ha detto che...

DELMO Bè ma cosa mi prendi per imbambito? Scherziamo? Ho capito quello che mi ha detto non sono mica sordo. Ma come: dopo quello che abbiamo fatto insieme mi togli il saluto?

ANTONIO Dimmi ragazzo non ti pare di avere sentito uno strano fruscio?

MATTEO No.

DELMO Bèh ma adesso non mi rispondi neanche?

ANTONIO Shhh. Hai sentito? C'è ancora. Chissà cosa combinano i nostri vicini.

MATTEO Io non sento niente. Nonno tu non senti niente?

DELMO Mi sento che sei proprio uguale a tuo padre. E mi sento anche che avrei diritto almeno ad una spiegazione, almeno.

ANTONIO Mi raccomando Matteo quando vedi tuo nonno dagli il foglio così avrà tutte le spiegazioni del caso.

MATTEO Nonno tieni questo, ha detto che qui ci trovi tutte le spieg...

DELMO Ho capito. Ho capitooo! Dammi qua.
Intanto Antonio sulla riga di confine che ha tracciato ha posto un cartello: "limite invalicabile".
Porca miseria dove ho messo gli occhiali che senza non ci leggo. Devono essere nel cassetto me li allunghi?
Indicando un cassetto che si trova al di là del confine.

MATTEO Non credo di poterlo fare.

DELMO Neanche un piccolo piacere fai al tuo vecchio nonno eh?

MATTEO No è che non posso passare di là.
Gli indica il cartello, Delmo lo legge.

DELMO Limite invalicabile.
A Matteo.
Leggilo tu.

MATTEO Limite invalicabile.

DELMO Non il cartello il dispaccio.

MATTEO Ah sì. Il dispaccio. Dunque...
Guarda il foglio.
E' Antonio che ti scrive.

DELMO Ma va? E tu quello che legge.

MATTEO E tu invece ascolti.

DELMO Hai finito coi preliminari? Vuoi cominciare?

MATTEO Perché oh non sei tu quello che ascolti?

DELMO Trattenendosi.
Sì. Quando vuoi cominciare fai pure.

MATTEO Quando mi lasci il tempo comincio va bene? Uhm! Caro ex amico Delmo, ti scrivo questa mia ultima lettera cosicché tu non possa dire che non sai neppure i motivi per i quali io non voglio più essere tuo amico e compagno di appartamento, nonostante credo che tu dovresti già sapere i perché che mi hanno portato a prendere questa mia decisione.

DELMO I motivi? Come i motivi? Sono più di uno?

MATTEO Non lo so.

DELMO Ma non dico con te: dico con lui.

ANTONIO A Matteo.
Continua a leggere.

DELMO Come continua a leggere?

ANTONIO Ma non tu, lui.

MATTEO Continuando a leggere.
Anzi, pensandoci bene è unico il problema che sta alla base di una montagna di episodi e che ne costituisce solida fondamenta.

DELMO Montagna? Fondamenta? Uno solo? E’ sempre stato un mezzo poeta. Ma cosa vuol dire?

MATTEO Leggendo.
Le menzogne.

DELMO Le menzogne? Cosa sono gli strumenti che si usano con le zampogne?

MATTEO Leggendo.
Sono le storie, le balle, le bugie che mi hai raccontato durante tutti questi anni.

DELMO C'è scritto così?

MATTEO Precisamente.

DELMO Ma erano delle cose innocenti, delle burle, tanto per ridere un po’, tanto per raccontarsi qualche cosa.

ANTONIO Tanto per riderci sopra eh? Lo sai che non ci trovo niente da ridere a finire all'ospedale per colpa delle tue innocenti burle?

DELMO No, a un bel momento non puoi mica incolparmi me se ti sei sentito male.

ANTONIO Guarda che è stato a causa dello stress che mi hai provocato che mi sono sentito poco bene.

DELMO No no. Se tu sei un vecchio pieno di malanni non è certo per colpa mia.

MATTEO A Delmo.
Posso finire di leggere la lettera?

DELMO Taci tu.

MATTEO Ma sono curioso di sapere come va a finire.

DELMO Va a finire che se non la smetti di interrompere ti straccio le dita, ti straccio.

ANTONIO Non prendertela con lui adesso.

DELMO Io me la prendo con chi mi pare, va bene? E poi è abbastanza grande per difendersi da solo, non è vero ragazzo?

MATTEO Nonno, io voglio solo dire...

DELMO Vuoi tacere?
Ad Antonio.
E tu vuoi parlare?

ANTONIO Potrei cominciare con la storia della patente...

DELMO Cosa c'è che non va nella storia della patente?

ANTONIO C'è che tu come al solito dici facciamo qui facciamo la facciamo su facciamo giù e poi sono io a fare.

DELMO Ma non guidavi male...

ANTONIO Ah non guidavo male? Non mi interessa io ho paura di guidare in mezzo a quel branco di automobilisti inferociti e perciò, la patente, se proprio ci tieni a prendertela te la prendi tu, te la prendi.

DELMO Ma se oh. Adesso prendo la patente per guidare solo i giorni festivi.

MATTEO Solo i giorni festivi?

DELMO Sì. Non avevi detto che nei giorni festivi i camion non possono circolare?

MATTEO Cosa c'entra?

DELMO C'entra dal momento che o guido io o guidano loro.

MATTEO Vuoi dire che anche tu non vuoi più prendere la patente? Che bella notizia che mi date.

DELMO I segnali stradali non sono mica difficili, non tutti. Per esempio lo stop. C'è anche scritto sopra stop, anche se uno ha poca memoria ci arriva a che cosa deve fare quando ne incontra uno. I camionisti? Si ferma poi qualcun altro io non ho mica tempo da perdere in queste sciocchezze ho un carico da consegnare io. Cosa ce lo scrivono da fare stop, per aiutare i camionisti...

ANTONIO Bisogna sapere leggere però, dovrebbero tentare di farci delle figure.

DELMO Il camionista quando si avvicina a uno di questi cartelli lo guarda e dice: “Macchè, quello lì vale solo per le macchine." e via che vanno. Ci vai poi in giro te con la macchina.

ANTONIO E le frecce? Da usare quelle dei camion saranno come quelle delle macchine. E loro quando è il
momento di svoltare si dicono: “Vedranno bene che volto, sono così grosso."

MATTEO Sono proprio contento che abbiate preso questa decisione e che vi siate resi conto di come è pericoloso guidare...

DELMO Nei feriali.

ANTONIO Comunque il giorno della festa...

DELMO Quale festa?

ANTONIO Il giorno della festa di carnevale, quella in costume.

DELMO Il nostro bellissimo costume da incidentati. Che non ci siamo poi mica andati?

ANTONIO No che non ci siamo andati. E te lo dico io perché non ci siamo andati, perché tuo nipote, quando tu sei andato dal dentista, mi ha aperto gli occhi, mi ha aperto.

DELMO Ragazzo cosa gli hai dato il collirio?

MATTEO No lui mi ha chiesto delle cose.

DELMO Ti ha chiesto delle cose. E tu?

MATTEO E io gli ho risposto.

DELMO E tu gli hai risposto.

MATTEO Cosa dovevo fare?

DELMO Dovevi provare a farti gli affari tuoi, dovevi.

ANTONIO E lo sai che mi ha detto che non sei mai stato giornalista, e che tua moglie non era miss Italia 1932 e che insomma in tutti questi anni mi hai raccontato un sacco di balle, mi hai raccontato?

DELMO Non è colpa mia se ha una lingua biforcuta, da me non ha preso niente: tutto suo padre. E tu per questo ti sei sentito male?

MATTEO Ma non era niente, un semplice blocco della digestione.

DELMO Per forza mangia dei fatti intrugli...

MATTEO Ma non sei tu quello che fa da mangiare?

DELMO Ragazzo. Vuoi che andiamo d'accordo? Allora taci.

ANTONIO Per fortuna che siamo andati al pronto soccorso, mi avevi ridotto uno straccio.

DELMO Chi io?

ANTONIO Sì mio caro tu. Prima mi hai preparato una frittata con cipolle che sembrava una cipollata con uova. Poi mi hai fatto indossare il costume della festa di carnevale. Com'è che lo chiamavi?

DELMO Da incidentati.

ANTONIO Da incidentati, bravo. Una gamba mi hai ingessato, disgraziato ho ancora il tendine d’Achille infiammato ho ancora. Poi mi hai fatto incazzare e mi hai fatto venire il blocco della digestione.

DELMO No, qui io non c'entro: non c'ero neanche quando ti sei sentito male.

ANTONIO Hai ragione, è stato lui che mi ha innocentemente raccontato che sei sempre stato uno con una certa fantasia...

DELMO Al nipote.
Con te facciamo i conti dopo.

ANTONIO Poi c'è stato il massaggio cardiaco, c'è stato: due costole incrinate, due. E per finire la polmonite che mi è venuta sicuramente quando siamo andati al pronto soccorso e ho dovuto tenere la gamba fuori dal finestrino perché in macchina non ci stava.

DELMO E questi ti sembrano buoni motivi per togliermi il saluto?

ANTONIO No, questi sono buoni motivi per darti l'ergastolo, per darti.

MATTEO Io credo che dovreste trovare il modo di riconciliarvi.

DELMO Ragazzo, fatti gli affari tuoi che dei danni nei hai già fatti un bel po’.

ANTONIO Io riconciliarmi con questo individuo? Mai.

DELMO Guarda che io sono Delmo, il tuo amico Delmo.

ANTONIO Il mio ex amico.

DELMO Matteo, ti do un consiglio: non adoperarti mai per fare bene agli altri, vedi che fine che si fa?

ANTONIO Perché a chi avresti fatto del bene?

DELMO A te.

ANTONIO Vuoi che ripeta tutto quello che mi hai fatto?

DELMO Vorrei solo farti presente che con me ti sei sempre divertito.

ANTONIO Chi io?

DELMO Sì proprio tu che fai tante storie.

ANTONIO Sarai te quello che si è divertito a prendermi in giro.

MATTEO A Delmo.
Io penso che lui abbia ragione.
Delmo gli da una occhiataccia.
Un po’.

DELMO Però non ci siamo mai annoiati e di questo dovresti tenere conto, che non è poco. E poi cosa ti credi intanto che le raccontavo a te le storie le raccontavo anche a me: e allora?

MATTEO Ad Antonio.
Mi sembra che non abbia parlato male.

ANTONIO Sì, ma come posso dividere la mia vita con uno che racconta delle storie che si inventa? Che affidabilità mi può dare?

DELMO Ma cosa te ne frega a te se quando ero giovane ero un marinaio o un astronauta?

ANTONIO Me ne frega del presente e del futuro.

DELMO Ma che futuro e futuro. Guardaci dimmi che futuro possiamo avere. Pensiamo solo che oggi abbiamo la fortuna di avere qualcuno vicino quando ne abbiamo bisogno e continuiamo così, a raccontarci delle favole la sera per addormentarci e per passarci bene il tempo durante il giorno, siamo ricchi.

ANTONIO E' andato da male del tutto, con quella pensione che tiriamo ha il coraggio di dire che siamo ricchi.

DELMO Ma siamo ricchi perché ci abbiamo.

ANTONIO A Matteo.
Digli qualcosa te perché così non possiamo continuare questa conversazione: noi ci abbiamo?!?

MATTEO Nonno. Dovresti terminare la frase.

DELMO Perché?

MATTEO Perché così non è finita.

DELMO E a te chi te lo ha detto che non è finita? E' finita eccome.

MATTEO Nonno ascolta me ti faccio un esempio: si può dire per esempio noi ci abbiamo fame, noi ci abbiamo sete... Hai capito?

ANTONIO A Matteo.
Noi ci abbiamo sete? Ti ha insegnato a parlare lui? Si dice:" noi abbiamo sete."

MATTEO Sì lo so ma era per aiutarlo senza confonderlo.

DELMO Io sarei quello confuso? Uno che ha fame, quell'altro che ha sete e che afferma che una frase che ho detto io non è finita. La frase l'ho detta io, è mia e quindi spetta a me dire e sapere se è finita. Imparare ad ascoltare prima di parlare.

ANTONIO Dopo avere dato uno sguardo a Matteo.
Scusaci ma evidentemente non abbiamo capito bene potresti ripetere quello che hai detto?

DELMO Ho detto: “Io sarei quello confuso? Uno che ha..."

ANTONIO Interrompendolo.
Ma non quello che hai detto adesso, quello che hai detto prima.

DELMO Quello che ho detto prima, oh, ma ne ho dette di cose prima.

MATTEO La frase, ci interessa la frase, quella che non abbiamo capito.

DELMO State attenti che ve la ripeto: “Noi siamo ricchi, noi ci abbiamo."

MATTEO Dopo un attimo di riflessione.
Abbiamo è per caso con l'acca?

ANTONIO Abbiamo con l'acca ma su andiamo.

DELMO Andiamo dove a scuola?

MATTEO Andiamo con l'acca?

ANTONIO Oh, voi due basta così.
A Delmo.
E tu prova a fare qualcosa perché noi due...
Parlando guarda Matteo.
Perché io possa capire.

DELMO Cosa devo fare più che dirvelo...

ANTONIO Prova ad aggiungere una parolina che possa illuminarci.

DELMO Va bene. Noi siamo ricchi noi ci abbiamo lampadina.

MATTEO Lampadina?

ANTONIO Lampadina, ho capito bene lampadina?

DELMO Ridacchiando.
Era solo per illuminarvi.

MATTEO Per illuminarci?

ANTONIO Guarda che ha detto così per scherzare.

MATTEO Sono tre ora che ci scervelliamo per capire una frase che non vuole dire niente? Uhm, noi ci abbiamo.

DELMO Guarda che quella lì va bene.

ANTONIO Prova a fare in modo di renderla comprensibile.

DELMO Noi siamo ricchi perché ci abbiamo-ci-noi-ci-si-vi-di-ci-di-chi-ti.

MATTEO Ah ma dillo subito.

ANTONIO Dillo subito che cosa.

MATTEO Che voi vi avete.

ANTONIO Che voi vi avete. Al DNA non si comanda.

DELMO Tonio, insomma... Ti amo.

ANTONIO Esterrefatto.
HHHHHH... E io che credevo ti piacesse la Gisella.

MATTEO Ehe, e invece...

DELMO Ma cosa avete capito ou.

ANTONIO Io ancora non un granché.

DELMO Matteo, fai un favore a tuo nonno?
Matteo annuisce.
Io non ne posso più. Tu hai capito no?

MATTEO Cosa?

DELMO Cosa cosa?

MATTEO Cosa ho capito?

DELMO Quello che ho detto fino adesso, che noi ci abbiamo.

MATTEO Sì.

DELMO Benissimo, mi fai il favore di spiegarglielo? Grazie, io aspetto qui.
Si siede.

MATTEO Signor Antonio?

ANTONIO Sì?

MATTEO Voi vi avete.

ANTONIO Tra sé e sé.
Cosa ho fatto di male...
A Matteo.
In che senso?

MATTEO Eh, nel senso che vi possedete.

ANTONIO Momento. Cosa sta succedendo qua dentro? Prima quello lì mi viene a dire che mi ama e poi manda il nipote a dirmi che ci possediamo. Miseria che schifo. Ma non c'è proprio più religione.

MATTEO Speriamo che ci diano ginnastica.

ANTONIO Prego?

MATTEO Scherzando.
No dico speriamo che ci diano un'ora di ginnastica al posto dell'ora di religione...
Parte una musica che si sente appena e che piano piano aumenta costantemente di volume.
Che non c'è più...
Antonio gli da una occhiataccia.
E' una vecchia battuta così, di scuola... No eh? Vabbè. Dove eravamo rimasti?

ANTONIO A tuo nonno che mi possiede.

MATTEO Giusto. Ma anche lei lo possiede.

ANTONIO Che bello, come facciamo una volta per uno o facciamo un sorteggio?

MATTEO Pensoso.
Contemporaneamente.

ANTONIO Senti, sentilo come si addormenta.

MATTEO Chi si addormenta?

ANTONIO Delmo.

MATTEO Ehi ma è vero, ma come ha fatto ad accorgersene.

ANTONIO Non senti qualche cosa?

MATTEO Sì, mi sembra una musica, credo... Sarà un vicino che ascolta la radio.

ANTONIO No questa è un atmosfera, che si crea quando lui si addormenta.

MATTEO No.

ANTONIO Sì.

MATTEO Tutte le volte.

ANTONIO Tutte le volte. In qualche modo si vede che ci rende partecipi del suo mondo dei sogni. Sembra un paradiso eh? Secondo me su per di là c'è questa musica in sottofondo.

MATTEO Comunque tornando a voi lui intendeva dire...

ANTONIO Ma ho capito, ho capito quello che voleva dire.

MATTEO Sì?

ANTONIO Sì, lo prendevo un po’ in giro... Come si dice, chi la fa l'aspetti. E a questo proposito lo sa benissimo che non voglio che dorma di giorno qui in sala.

MATTEO Perché?

ANTONIO Perché dopo la sera non gli viene mai sonno e mi tiene sveglio me, e poi gli vengono dei torcicollo che non ci si dura. Ma io sono attrezzato, tutti i colpi lo sveglio io, lo sveglio.

MATTEO E lui?

ANTONIO E lui la prima cosa che dice è che non stava dormendo. Lo sai che non ha ancora capito che sono io che lo sveglio.
Prende un sacchetto di carta ci soffia dentro, va dietro a Delmo e lo fa scoppiare. Allo scoppio si ferma la musica e Delmo rimane fermo dritto con gli occhi spalancati.
Buongiorno.

DELMO Buongiorno a chi? Non stavo mica dormendo io.
Antonio incomincia a tirare via e a riavvolgere la striscia bianca e rossa e a risistemare alcuni mobili che aveva spostato quando aveva diviso la stanza.
Allora Matteo come siamo andati?

MATTEO Siamo andati che ha capito, vedi?

DELMO Meno male. Senti Matteo devo confessarti una cosa.

MATTEO Cosa hai combinato ancora?

DELMO Niente. E' che prima...
Si guarda attorno per assicurarsi che Antonio non possa sentire e ricomincia a parlare.
Mi ero addormentato davvero.

MATTEO No, davvero?

DELMO Ma c'è dell'altro. Quando mi addormento qui in sala è un po’ di tempo che faccio un sogno ricorrente che mi preoccupa un po’.

MATTEO E non sai che cosa significa?

DELMO Sto facendo delle ricerche, ho comprato anche l'interpretazione dei sogni di Freud e non ci capisco...
Lo legge come è scritto.

MATTEO Interrompendolo.
Froid, si dice Froid. L'interpretazione dei sogni di Froid.

DELMO Mi hanno dato una sottomarca, lo sapevo, ecco perché non ci capivo niente.

MATTEO No nonno, non è una sottomarca, si scrive Freud ma si legge Froid.

DELMO Ma cosa è americano anche lui?

MATTEO No perché?

DELMO Perché c'era quella storia della F.B.A.I. Che poi a e i sono una lettera sola.

MATTEO Sì e il sogno che fai qual è.

DELMO Sono situazioni diverse, ma alla fine mi sveglio di soprassalto perché qualcuno mi spara, sento il rumore dello sparo e sono sparato fuori dal sonno.

ANTONIO Arrivando sente l'ultima frase.
Sarà un messaggio divino, io lo interpreto come: Delmo, spara meno cazzate.

DELMO Tu dici?
A Matteo.
Tu cosa ne pensi?

MATTEO Niente, non ne penso niente. E penso soprattutto di non volerci entrare nelle questioni che riguardano voi due.

DELMO Le questioni che riguardano noi due?
Ad Antonio.
Secondo me è impossibile che questo qua sia mio nipote. Sei proprio sicuro che non sia tuo nipote?

ANTONIO Ti ho detto che ho solo delle nipoti femmine.

DELMO Beh, non potrebbe essere una ragazza? Oggi è sempre più difficile distinguerli.

ANTONIO Guarda, questo qua è roba tua.

DELMO A Matteo.
A proposito di roba mia,
In confidenza al nipote per non farsi sentire da Antonio.
mi hai procurato quel libro?

MATTEO Quale libro?

DELMO Shhh. Quello di quello scrittore...

MATTEO Quale scrittore?

DELMO DI quello che ha scritto quel libro.

MATTEO Potresti essere più preciso?

DELMO Aspetta che da qualche parte mi sono fatto un appunto perché lo sai che per i cognomi ho una memoria...
Cerca in una tasca.
Ah eccolo qua: La leggenda del re pescatore.

MATTEO No, non l'ho trovato.

ANTONIO La leggenda del re pescatore? Guarda che quello è il titolo, mica l'autore.

DELMO Dici?

ANTONIO Dico.

MATTEO Ecco perché non lo trovavo.

ANTONIO Ma era quello che volevo comprarmi.

DELMO Appunto, volevo regalartelo io, ma non riesco a trovarlo. Per fortuna oggi è il tuo compleanno e io sono stato una cima.

ANTONIO Guarda che il mio compleanno è domani.

DELMO Lo so, ma mi piace essere il primo a farti il regalo, perciò ho memorizzato il giorno precedente.

ANTONIO In realtà si vede che mi ha comprato il regalo e non ce la fa più a trattenersi dal darmelo.

DELMO Tirando fuori un pacchetto.
Beh in effetti... Sì, insomma: buon compleanno.

ANTONIO Grazie, è molto gentile da parte tua, non ti dovevi disturbare.

MATTEO E non lo apre?

ANTONIO Eh no. Il compleanno è domani quindi il regalo lo apro domani.

DELMO Be ma scherzerai?

ANTONIO Cominciando freneticamente ad aprire il pacchetto.
Sì.

MATTEO Agitandosi.
Tiro fuori lo spumante eh nonno?

DELMO Leggermente commosso.
Vai con Dio.

MATTEO Eh?

ANTONIO O ma quanta carta ci hai messo?

DELMO Urlando in direzione della cucina dove crede che sia il nipote che in realtà gli è vicino.
Allora questo spumante arriva?

MATTEO Cosa urli? Non sono mica sordo. Ti ho visto anche le tonsille! Non ho capito dove l'hai messo.

ANTONIO Continuando a spacchettare.
Guarda che se dentro non c'è niente te la faccio mangiare tutta questa carta qua.

DELMO Dove vuoi che sia lo spumante, è in cucina.

MATTEO Ma ce n'è del posto in cucina...

DELMO Sempre più eccitato.
Nel frigo, nel frigooo!!!
Matteo va in cucina, parte in sottofondo una musica.

ANTONIO Guarda dentro al pacchetto.
E questo cos'è?

DELMO Ti piace? E' una mia invenzione. E' un pezzo unico. Provatelo.
Antonio indossa il regalo che gli ha fatto Delmo che consiste in un cappello invernale con copriorecchie, alla paletta del quale Delmo ha attaccato un binocolo.
Così quando vai sul tetto a guardare la partita puoi tenere le mani in tasca al caldo. Prova se funziona e guarda se arriva quel deficiente di mio nipote.
Intanto che Antonio guarda in direzione della cucina con le mani in tasca indossando il regalo, arriva Matteo con la bottiglia in mano.

ANTONIO E' molto bello, grazie.

DELMO Chi Matteo? Deve esserci qualche cosa che non funziona.

MATTEO Dove avete i bicchieri?

DELMO Sono qua.
Apre uno sportello e tira fuori tre bicchieri, nel frattempo Matteo stappa la bottiglia, Delmo distribuisce i bicchieri e Matteo versa lo spumante.
Vorrei proporre un brindisi e un augurio di tanta felicità al mio amico Antonio. Cin Cin.

MATTEO Evviva.

DELMO Auguri.

La musica a questo punto è molto alta, la scena si illumina in controluce, si vedono i tre che festeggiano, bevendo, ballando, provandosi il cappello ridendo e scherzando. Ad un certo punto la musica si abbassa, Antonio si fa serio e viene illuminato in viso da una luce.

ANTONIO Scordatevelo, non mi vestirò mai da ballerina classica.

Si spegne la luce su Antonio, si alza la musica e in controluce si vedono i tre che ridono e che festeggiano. Sipario.


F I N E