I Magnifici Sette

Corto teatrale di

Mario Alessandro




PERSONAGGI (I.O.A.)

IL PROPRIETARIO (uomo)
GIULIA (donna)
MARIO (uomo)
ANDREA (uomo)


Interno di un appartamento piuttosto squallido. Poche suppellettili sparse qua e là fanno da contorno ad un divano sporco e logoro fronte pubblico. Sono presenti anche due sedie e, sulla sinistra del palcoscenico, un tavolino. Sul tavolino ci sono un bollitore ed un vassoio. Il vassoio contiene: due bicchieri da whisky, due piattini, due cucchiaini, un contenitore per le bustine di tè, una zuccheriera ed una piccola lattiera con del latte..

C’è un solo ingresso, possibilmente fronte pubblico.

Andrea, Giulia e Mario sono tre ragazzi di età tra i 20 ed i 30 anni vestiti ‘da ragazzi’, con giaccone e zainetto, mentre il Proprietario è un uomo sui 50-60 anni che parla con una di quelle macchinette portatili che si attaccano alla gola facendo uscire un suono metallico.

PROPRIETARIO (entrando in scena) Ecco, questo è il soggiorno. Entrate, entrate...

Entrano Giulia ed Andrea che reggono a braccia Mario, tra l’ubriaco e l’incosciente.

GIULIA Grazie.

PROPRIETARIO Qui potete starci quanto volete tanto non ho altri ospiti. (si dirige verso il tavolino) Da dove avete detto che venite?

GIULIA Da Roma.

PROPRIETARIO Verona… non ci sono mai stato. Qui potete farvi una bella tazza di tè.

Andrea e Giulia ostentano sofferenza per il peso dell’amico che stanno sostenendo con le braccia.

GIULIA Grazie davvero, ma…

PROPRIETARIO Certo, una bella fortuna per voi trovare un italiano!

ANDREA Guardi, ho mangiato quadrifogli per una settimana solo per questo!

PROPRIETARIO Il portafogli? No, mi pagherete con calma domattina. E a voi faccio solo quaranta sterline a testa.

ANDREA QUARANTA?

GIULIA Se non eravamo italiani quanto ci chiedeva, amò? Un milione?

PROPRIETARIO La televisione? No, qui non l’ho messa la televisione. Non volevo avere troppa confusione.

GIULIA Sennò chissà quanto ce costava!

PROPRIETARIO Allora? Vi piace? Bello, vero?

ANDREA Si, bellissimo... senta, dove possiamo mettere il nostro amico?

PROPRIETARIO Antico? No, il mobilio non è antico… ma cercate di fare attenzione lo stesso.

ANDREA Eh, buonanotte...

PROPRIETARIO A mezzanotte, sì. In genere è quello l’orario in cui chiudo la porta d’ingresso ma a voi do la chiave, non c’è problema. Ma perché non sistemate il vostro amico sul divano? Che cosa ha?

ANDREA Je l’ha fatta…

GIULIA Non ha nulla, forse un po’ d’influenza...

ANDREA Si, ma con un’aspirina passa tutto... poggialo... (sistemano Mario sul divano)

PROPRIETARIO Forse è un po’ d’influenza, ma secondo me con un’aspirina passa tutto. Ve la vado a prendere?

GIULIA Grazie, è molto gentile da parte sua.

ANDREA LE ABBIAMO GIÀ DATO TROPPO DISTURBO!

PROPRIETARIO Nessun disturbo, sono contento di aiutare dei compaesani. (esce)

ANDREA Aiutare? Quaranta sterline a capoccia per questa stamberga!

GIULIA Dai, amò, tanto è solo per una notte.

ANDREA E meno male! Io non ci voglio stare più di un minuto in questa topaia spacciata per Bed & Breakfast.

GIULIA Dai, amò, il tizio è simpatico...

ANDREA Simpatico? Un tizio sordo come una campana che parla come il computer di Wargames e che con la scusa che siamo tutti italiani ci fa il favore di affittarci questa tana per sorci a ‘sole’ quaranta sterline? Ma lo sai che sono sessanta euro?

GIULIA Dai amò, pensa al motivo del nostro viaggio... (cerca di mettergli le braccia al collo ma lui la scansa e lei ci rimane male)

ANDREA Non te la prendere, sono troppo incacchiato per questo cretino che mi sono voluto portare appresso.

GIULIA Non potrà venire ridotto in questo stato, vero amò?

ANDREA Lo prenderei a calci lo prenderei.

GIULIA Amò! Perché non ci rivendiamo il suo biglietto?

ANDREA Se lo meriterebbe, ‘sto debosciato!

GIULIA E allora famolo! Tanto Mario prima di domani mattina non si sveglia. Almeno ci ripaghiamo la notte!

ANDREA Sai che ti dico? Che c’hai ragione, c’hai! E allora sbrighiamoci ad andare che qualcuno che vuole venire al posto suo lo troviamo sicuro!

PROPRIETARIO (entra) Ecco l’aspirina con un po’ d’acqua.

GIULIA Grazie. (appoggia il bicchiere sul tavolino)

Il Proprietario guarda Giulia per cercare di capire quello che ha detto...

ANDREA GRAZIE!

PROPRIETARIO Ah! Prego, prego... speriamo che si riprenda in tempo, tra un po’ è il caso che vi avviate.

ANDREA Lo so, lo so, infatti ci dobbiamo sbrigare.

PROPRIETARIO Guidare? No, non può guidare, specie in quelle condizioni. Qui sono molto severi, sapete.

ANDREA (rivolto a Giulia) Toglimelo da sotto le mani o faccio un macello!

GIULIA GRAZIE TANTE! Pensiamo a tutto noi adesso!

PROPRIETARIO Il cesso? Lo trovate al piano di sopra, ma manca la carta igienica, non ho fatto in tempo a sistemare.

ANDREA Per sessanta bombe neanche la carta igienica? Guarda che io ti uso le tendine!

PROPRIETARIO Come si chiama il vostro amico? Casomai si svegliasse…

GIULIA Non credo che si svegli, comunque si chiama Mario.

PROPRIETARIO Eh?

GIULIA MARIO!

PROPRIETARIO Ah, ho capito. Beh, buon divertimento allora. (esce)

ANDREA Io lo strozzo... secondo me non l’ha mica capito come si chiama.

GIULIA Dai, stai buono, amò. Che ne facciamo di lui? (indica Mario)

ANDREA Strozzo anche lui!

GIULIA A quella specie di Guardia Medica ci hanno detto di lasciarlo dormire.

ANDREA Io non ci posso credere che ha fatto quello che ha fatto…

GIULIA Dai non essere così duro con lui, amò.

ANDREA E non chiamarmi amò! Non lo sopporto…!

GIULIA Pensavo ti piacesse… come dice Totti a Ilary!

ANDREA Aaaah… Totti… (si chiude in qualche secondo di raccoglimento) hai ragione tesoro, fai come vuoi… però lui non ha nessuna giustificazione! E che cavolo, ma come ha fatto a ridursi così in meno di venti minuti!!!

GIULIA Non ti arrabbiare, amò… (Andrea la guarda male) amore…

ANDREA Sì che mi arrabbio! E mi arrabbio perché è colpa mia! Una volta arrivati all’aeroporto, mentre andavamo a cercare un modo per arrivare in città, sono stato io a dire a Mario di andare a cercare un Cambio o una Banca per cambiare qualche euro in sterline…

GIULIA Solo che lui se ne è approfittato ed ha subito fatto una piccola tappa al pub dell’aeroporto…

ANDREA E anche così non ci sarebbe stato nulla di male, giusto? Lo so che gli piace la birra, lo so che gli piace bere. Anche a me piace bere, lo sanno tutti. Ma poi nessuno dice il mio nome all’altoparlante dell’aeroporto! Nessuno cerca qualche mio amico o qualche mio familiare perché sono finito all’infermeria in una specie di coma etilico!!! CAPISCI! Questo debosciato è andato in coma etilico!!! E ci ha messo soltanto venti minuti. L’ho lasciato SOLO PER VENTI MINUTI!!! (rivolto a Mario) MA CHE CAZZO TE SEI BEVUTO IN VENTI MINUTI!!!???

GIULIA Bell’amico che hai. Ci ha rovinato la trasferta.

ANDREA No-o! Non ci ha rovinato niente! Noi andiamo lo stesso, peggio per lui. Anzi, ci dobbiamo pure sbrigare che tra meno di un’ora comincia la partita e lo stadio è lontano. Lui resterà qui a far compagnia al cyborg e alle pulci di questo divano! Non sono mica venuto a Manchester per far da balia ad un amico alcolizzato!

GIULIA Hai ragione, amò! Siamo venuti a Manchester per una grande vittoria! Prendiamo le sciarpe e andiamo! (prende la sciarpa della Roma dallo zaino e la indossa)

ANDREA (prende la sciarpa della Roma dallo zaino e la indossa) Forza Roma, FORZA ROMA!!! Je famo na faccia così, je famo!

GIULIA Quanti je ne famo, amò?

ANDREA Se so’ carichi quanto so’ carico io je ne famo cinque.. sei!.. SETTE! SETTE JE NE FAMO: SETTE!!! FORZA ROMA!!!

GIULIA SETTE, AMO’, SETTE! ALEEEEEE!!!!!

Escono, prendendo gli zaini con loro, urlando canti da stadio ([Lo sanno tutti che][che giallorossa ora è la sua maglia;][quando segnerà][sotto la curva ce fa la mitraglia]). Spengono la luce. Resta una leggera luce soffusa ad illuminare la scena. Si sente la colonna sonora del film ‘I Magnifici Sette’. Dopo poco sfuma la musica ed entra il Proprietario.

PROPRIETARIO (si avvicina al divano) Dorme… peccato che non ho messo qui la televisione. Se si svegliava almeno avrebbe potuto vedersi la partita… chissà cosa sta sognando… (esce)

La luce aumenta di intensità fino a tornare normale. Mario si alza dal divano. E’ un sogno, è il suo sogno.
Comincia a mimare una persona che si sta preparando per vedere una partita di calcio importante in
televisione. Si prepara con bevanda, cose da mangiare, bandiera e sciarpa. Sempre mimando si capisce che c’è l’inno della Roma (mano sul cuore, mima qualche parola) e poi la partita ha inizio. Si rosicchia le mani, impreca, gioisce per un’azione che poi sfuma. Finché c’è un rigore. Viene tirato. Mima il cucchiaio. La partita prosegue finché, per la noia mortale della partita stessa, Mario, nel sogno, si riaddormenta sul divano.
Fuori campo una registrazione di repertorio ricorda di come la Roma abbia perso col Manchester 7-1 in una gara che verrà ricordata come la più grande disfatta della squadra capitolina.
Le luci tornano soffuse. Effetto di luce dalla sinistra per far capire che è mattina. Si alzano tutte le luci. Entra il Proprietario.

PROPRIETARIO Accidenti, ha dormito qui tutta la notte… (lo scuote piano piano per svegliarlo) Dario… Dario… svegliati. E’ mattina… Dario… Dario… apri gli occhi…

Mario mormora e fa un po’ di resistenza ma alla fine lentamente riapre gli occhi.

PROPRIETARIO Buongiorno!

MARIO (spaventatissimo dal fatto che non conosce la persona che gli sta davanti) Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! (si ritrae a nicchia sul divano)

PROPRIETARIO (spaventato anche lui, preso di sorpresa dalla reazione del giovane) Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!

MARIO (ancor più spaventato dal fatto che questa persona, che non conosce, parla con l’apparecchio) AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

PROPRIETARIO (ancor più spaventato, preso di sorpresa dalla seconda reazione del giovane) AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

Dopo qualche attimo di pausa.

MARIO Aaaaaaaaaaaaaah!

PROPRIETARIO Aaaaaaaaaaaaaah!

MARIO Aaaaaaaaah!

PROPRIETARIO Aaaaaaaaah!

MARIO Aaaah!

PROPRIETARIO Aaaah!

MARIO Ah!

PROPRIETARIO Ah!

MARIO Lei chi e?

PROPRIETARIO Forse ti sei spaventato perché non sai chi sono... sono il proprietario del Bed & Breakfast dove avete deciso di passare la notte te ed i tuoi amici.

MARIO Che mal di testa... dove sono gli altri? E perché ho dormito sul divano?

PROPRIETARIO La vuoi una tazza di tè?

MARIO No, grazie... ahia...

PROPRIETARIO I tuoi amici ti hanno lasciato sul divano e sono andati a vedere la partita. Ma credo che si siano già svegliati: tra un po’ scenderanno...

MARIO Ah, già. La partita... AH, GIA’! LA PARTITA!!! COM’E’ FINITA LA PARTITA???

PROPRIETARIO La partita dici? Sette a uno, credo... ne parlano tutti stamattina... (si gira per preparare il tè)

MARIO SETTE A UNO!?!? SETTE A UNO!?!? Sette gliene abbiamo fatti, sette!!! E andiamo... E ANDIAMO!!!

PROPRIETARIO Si, credo che tra un po’ ve ne andrete...

MARIO Sette... sette... non ci posso credere!!! Gliene abbiamo fatti sette... (crolla sul divano, triste) Che cosa mi sono perso... la partita della vita... che cosa mi sono perso (gli viene quasi da piangere)... e tutto per un goccio di birra... sette... e quando più mi ricapita? Sette... (si gratta un po’ ovunque)

PROPRIETARIO (si gira, lo vede triste, gli porge una tazza di tè, cerca di consolarlo) Tieni, ecco il tuo tè. Purtroppo non avevo altre tazzine. Te l’ho messo in un bicchiere da Whisky.

MARIO (sempre molto triste) No, grazie. Non mi và, non mi piace il tè. (lo appoggia sulla sedia accanto al divano; si gratta un po’ ovunque)

PROPRIETARIO Non te la prendere troppo. E’ solo una partita di calcio. Non ne vale la pena di abbattersi così.

MARIO Eh, ho capito! Ma sono venuto fino qua apposta. Fino a Manchester sono venuto per vedere la partita, e la volta che ne famo sette io sto a dormì ‘mbriaco su un divano (si gratta vistosamente addosso). Ma che c’erano le pulci?... Sette, capito? Io sto’ a dormì e quelli ne fanno SETTE, SETTE!!! (è tristissimo)

PROPRIETARIO Ho capito, sette. Ma che ci vuoi fare. Se invece di sette era solo uno, che cambiava? Comunque c’era chi vinceva e c’era chi perdeva. E’ solo un gioco. Poi in fin dei conti a te non te ne viene niente in tasca, no?

MARIO Eh, no, NO!!! Ieri sera abbiamo scritto la storia, ABBIAMO SCRITTO LA STORIA! SAREMO RICORDATI PER SEMPRE GRAZIE A QUEI SETTE GOAL!!! E io non ero lì... a vivere la più bella emozione della mia vita...

PROPRIETARIO Esagerato! Roma è grande per la sua cultura, per la sua storia, per aver creato un codice di leggi e per mille altre cose! Non si entra ed esce dalla storia per una partita di calcio, non te la prendere così! Ma non lo bevi il tuo tè? (si alza e va a prendere il bricchetto del latte dal vassoio)

MARIO No, grazie, non mi va, gliel’ho già detto. Ma poi lei che cosa ne vuole sapere di un cuore che batte per una squadra, di persone come me che amano alla follia quegli undici gladiatori che ieri sera hanno asfaltato la squadra più forte d’europa!

PROPRIETARIO Eh?

MARIO Lo vede? Non capisce, glielo dicevo io.

PROPRIETARIO Latte o limone?

MARIO None!!! Mi fa cagare il tè!

PROPRIETARIO Latte… (gli mette un goccino di latte nel bicchiere col tè)

MARIO Mo’ pensa quanto saranno arrabbiati quei due con me. Capirai, il loro migliore amico a dormire invece di condividere con loro questa grande gioia… Lei che dice, saranno arrabbiati?

Il Proprietario lo guarda, non ha capito quello che ha detto. Mario lo guarda, aspettando che risponda.
Passa un attimo di pausa.

PROPRIETARIO Ti si raffredda…

MARIO Non lo voglio! Nun me và! Non mi piace il tè! Lo devo bere per forza? Voi siete fissati co’ sto tè!. Ecco, mo’ me bevo sto tè così la finiamo. (beve il tè, dal tipico colore del whisky, dal bicchiere da whisky)

Entrano Giulia e Andrea, con lo zaino in mano, pronti per partire. Mentre Giulia entra esclama:

GIULIA Di sicuro l’alcool non lo toccherà più!

Andrea e Giulia restano attoniti nel vedere che Mario tracanna il suo tè, che però sembra whisky. Già erano
arrabbiati per la partita che la Roma ha perso 7-1, ma ora lo sono ancora di più nel vedere che il loro
amico sta bevendo.

ANDREA No, io nun ce posso crede!

MARIO Che c’è?

ANDREA Ma come che c’è? Te lascio in coma etilico sul divano e te ritrovo a fatte il bicchiere della staffa alle otto del mattino?

MARIO No, ti sbagli…

GIULIA A Mario, me sei proprio calato…

MARIO Ma che stai a dì?

GIULIA E un po’ de rispetto pe’ l’amico tuo, no?

PROPRIETARIO Ne vuoi ancora?

ANDREA Mo’ ce se mette pure lei? Perché non prepara un po’ di sangria per tutti, che insieme ai toast, alla pancetta e a tutto il resto del breakfast ce stà bene!

PROPRIETARIO Cosa?

ANDREA BREAKFAST, BREAKFAST! DOBBIAMO FARE COLAZIONE!

PROPRIETARIO Non c’è la colazione, mi sembrava di avervelo detto.

GIULIA Come non c’è la colazione?

ANDREA E certo! Pe’ sessanta euri pure la colazione volevamo!

MARIO Dai ragazzi, io lo so perché siete così arrabbiati…

ANDREA Ah, lo sai, eh? Spero che le pulci di quel divano t’abbiano fatto divertire stanotte!

GIULIA Tu non hai idea di che cosa è stato. Di quello che abbiamo passato. E’ stato tristissimo…

MARIO Ragazzi… tutto questo affetto da parte vostra… sono commosso, vi chiedo scusa.

ANDREA Magari bastassero le tue scuse per cambiare quello che è successo.

GIULIA Me viè da piagne…

PROPRIETARIO Forse ho qualche patatina…

MARIO Dai ragazzi, non esagerate… non piangete… sennò fate piangere anche me…

Andrea, Mario e Giulia si abbracciano.

ANDREA (staccandosi dall’abbraccio) Daje va, andiamocene.

GIULIA Si, sennò rischiamo di perdere l’aereo.

ANDREA ABBIAMO LASCIATO I SOLDI ALL’INGRESSO. NOI ANDIAMO.

PROPRIETARIO Va bene, arrivederci allora.

GIULIA Arrivederci non credo proprio…

ANDREA Aspetta. Senta… SENTA, ME LO FA UN FAVORE? Diciamo che rientra nei sessanta sacchi…

PROPRIETARIO Con piacere…

ANDREA ME LA DICE UNA COSA?

PROPRIETARIO Cosa devo dire?

Andrea si avvicina all’orecchio del Proprietario e gli dice una cosa.

PROPRIETARIO D’accordo… Luke, sono tuo padre!

ANDREA GRAZIE!

Giulia e Andrea si avvicinano alla porta mentre Mario prende lo zainetto e si avvicina al proprietario per
salutarlo.

MARIO Arrivederci.

PROPRIETARIO Mi dia retta. Non se la prenda così tanto. E’ solo una partita di calcio. Sono ben altre le cose importanti, come l’affetto dei suoi amici ad esempio.

MARIO Ha ragione... però sette… sette!!! Forza Roma!...(va verso l’uscita) Senti Andrea, non ti arrabbiare, però sull’aereo voglio che i goal me li descrivi tutti. Uno per uno. Tutti e sette e senza tralasciare alcun particolare, va bene? In questo modo sarà come se fossi stato lì con voi…

ANDREA Come te pare, contento te. Però è inutile aspettare, te li racconto subito, alla fermata dell’autobus qui davanti, mentre aspettiamo…

Andrea, Mario e Giulia escono. Scendono leggermente le luci. Il Proprietario si siede sul divano con un
bicchiere di tè in mano.

PROPRIETARIO Forza Roma…

Da fuori scena si sente Mario che urla:

MARIO NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!

Parte la musica del film ‘I Magnifici Sette’. Buio.