IL MATRIMONIO MANCATO
Commedia di
Stefania De Ruvo
Un matrimonio salta all’ultimo momento, gli ex futuri sposi non si fanno vedere né in chiesa né a casa, il che lascia il dubbio su chi ha lasciato chi. Nello scoprire la verità un gruppo di donne legate alla ex futura sposa si confessano e parlano con ironia dei loro rapporti, del sesso e delle loro paure. Questa è una commedia brillante ma che affronta temi importanti come l’emancipazione femminile e la violenza contro le donne.
Personaggi: DONNE da 35 a 50 anni, coetanee con vari tipi di relazioni disastrose
Bianca: Seria, single dedita alla carriera, un po’ bigotta
Agnese: Amica, madre e casalinga, un po’ tonta e succube del figlio e del marito
Deborah: Amica, separata con molte relazioni sessuali
Roberta: Sorella, più o meno felicemente in coppia
Cesira: Vicina di casa, schietta e verace
Costumi:
Primo atto: Vestite eleganti per un matrimonio
Secondo atto: Vestite normalmente per un pomeriggio tra amiche
Scena: Soggiorno con divano, tavolo e sedie, mobiletti
Primo atto: Scena addobbata pacchianamente come uno scherzo da matrimonio con carta igienica, stelle filanti e palloncini.
Secondo atto: Stessa scena, ma pulita ed in ordine.
PRIMO ATTO
Le attrici entrano e si scontrano con gli addobbi. Le azioni di supporto ai dialoghi si concentrano sulle pulizie della stanza, se necessario svuotare le buste e ricominciare a raccogliere o come scherzo o come distrazione.
SCENA 1
Entrano Bianca, Agnese, Deborah
Bianca: Ma che casino, che confusione! Chi ha combinato questo disastro?
Bianca entra con difficoltà la segue Agnese fiera e Deborah divertita, mentre le prime due parlano Deborah tocca tutto e si ferma sui palloncini.
Agnese: E’ il trattamento standard da matrimonio. Primo, carta igienica sui mobili, secondo palloncini ed infine stelle filanti come se piovesse!!!
Bianca: Standard per chi!?! Sembra carnevale invece che un matrimonio!!
Agnese: Ma noi abbiamo sempre fatto così, vero Deborah? Anche per te abbiamo decorato la casa in questo modo e ti era piaciuto, vero?
Deborah: Proprio uguale, ma avevo 20 anni ed ero una idiota!!
Bianca: Infatti è una cosa da ragazzini. Ti pare il caso di farlo in casa di Paolo e Giovanna? Lui è un manager e lei è una assistente universitaria? Ma vi immaginate che figura con il magnifico rettore ritrovarsi immerso nella magnifica carta igienica!!
Deborah: E perché secondo voi i colleghi giapponesi di Paolo saprebbero riconoscere la differenza tra questi palloncini… ritardante… stimolante… (toccandoli) anatomico ultrasottile (e lo fa scoppiare) Ops.
Agnese: Non è colpa mia se si sono sposati con dieci anni di ritardo rispetto a tutti gli altri amici del gruppo, io ho conservato tutto in garage dall’ultimo matrimonio per ben 9 anni e 10 mesi.
Bianca: Potevi disfartene o farne uso.
Deborah: Già me la vedo Agnese andare alla Caritas con uno scatolone di “quei” palloncini (ride) Però questi sono di buona marca, resistenti, dopo dieci anni. (giocandoci)
Agnese: Non sono stata io a gonfiare “quei” palloncini, non li volevo neanche. E’ stato Piero a volerli, vedessi come rideva…
Deborah: Forse ricordava i bei vecchi tempi!!
Agnese: In che senso?
Deborah: Beh, tuo marito da ragazzo era famoso per darsi da fare, o almeno per andare dietro a tutte!! Da giovani lui ed il mio ex uscivano tutte le sere. Ogni week end avevano il tavolo prenotato in discoteca!
Agnese: Tempi passati, adesso è felice a casa con me e con nostro figlio. Preferisce rimanere a casa, sul divano, con la televisione, … le pantofole, … il plaid… In effetti non gli piace proprio uscire!
Deborah: Neanche per un cinema o una passeggiata? Ma dai!! Da quanto tempo non uscite da soli, che non andate a vedere un film o al ristorante?
Agnese: Da quando è nato Giuseppe, è sempre stato un bambino agitato, è difficile portarlo fuori!!
Deborah: Ha 21 anni!!!
Agnese: Si ma è ancora il nostro bambino!!
Deborah: Forse questi potevi darli a lui!! Per evitare che il bambino faccia un bambino!!
Bianca: Piantala Deborah e datevi da fare! Io tolgo la carta igienica dai mobili, voi fate sparire quei palloncini ed i coriandoli!!
Deborah: Io mi occupo dei palloncini… o vuoi occupartene tu Agnese!!
Debora le tira un palloncino e lei lo evita schifata.
Deborah: Vieni qui Agnese, prendi questo.
Segue una piccola pantomima tra Deborah e Agnese, giocando con i palloncini, facendoli scoppiare e spargendo l’immondizia. Bianca guarda sconsolata poi esce di scena. Deborah buca un palloncino con uno spillone.
Agnese: Che peccato far scoppiare tutti questi palloncini! Mio figlio piangeva sempre da bambino quando si bucava il suo palloncino!
Deborah: Credimi Agnese… anche se gli si buca adesso piange!
Agnese: Ma che dici! Lo so che non è più un bambino!
Deborah: Si, ma se gli si buca, ne avrà uno nove mesi dopo!
Bianca rientra con una busta dell’immondizia, una scopa la paletta ed uno strofinaccio.
Bianca: Smettetela di fare le sceme e datemi una mano a pulire…
Bianca distribuisce gli strumenti per pulire.
Bianca: In casa non c’è nessuno, ho trovato queste cose, ripuliamo prima che Giovanna o Paolo tornino! Prendi Agnese. (le porge una busta)
Agnese: Io mi occupo della carta igienica!
Deborah: Ed io dei palloncini… decisamente più divertente!!
Le tre donne si mettono a pulire, a togliere la carta igienica e a raccogliere le stelle filanti.
Agnese: Certo che rovinare un così bel lavoro!
Deborah: Veramente una opera d’arte, un incrocio tra Salvador Dalì e Rocco Siffredi.
Agnese: Lo conosco! Salvador Dalì è quel pittore con i baffi tanto lunghi! Ma l’altro…
Deborah: Fidati anche lui ha qualcosa di lungo!!
Bianca: Deborah piantala di giocare con Agnese e lavora.
Deborah: Non sto giocando Bianca, sto insegnando ad Agnese un po’ di cultura moderna. Il cinema non è la settima arte?
Bianca: Non quel tipo di cinema.
Agnese: Perché, chi è? Un attore di film Horror?
Deborah: Non proprio, anche se… potrebbe far paura!!
Agnese: Ah! Ho capito! E’ un attore di quelli… Certo che sei proprio tremenda!! Io non ho mai visto uno di quei film. Piero dice che non sono adatti ad una donna.
Deborah: E per dirtelo li ha dovuti visionare tutti uno per uno vero? Comunque, caso mai cambiassi idea e volessi farti una cultura in tal senso, io ho la collezione completa!
Agnese: Grazie sei molto gentile ma non credo sia il caso!
Bianca: Deborah non esagerare!
Deborah: Lo ammetto, non ho la collezione completa, solo un paio di titoli. Sai, per le serate mosce! (si mette in posa in attesa della risposta alla sua battuta)
Bianca: La battuta fa pena e poi siamo venuti qui per lavorare e non per farti giocare con Agnese.
Deborah: Dai Bianca, mi sto solo divertendo! Agnese è una spalla eccezionale, ti ispira una battuta dietro l’altra.
Bianca: Cerca di trattenerti allora e comunque dobbiamo sbrigarci prima che tornino Giovanna o Paolo.
Deborah: Non credo Paolo torni, non dopo quello che ha fatto!! Mollare Giovanna sull’altare.
Bianca: Mi sa che hai ragione, io fossi in lui non mi farei vedere ed è normale che anche Giovanna non si sia fatta vedere. Non riesco ad immaginare l’imbarazzo, la vergogna.
Deborah: Non c’è niente da vergognarsi e l’unico che deve provare imbarazzo è Paolo.
Bianca: A parte questo, io sono veramente preoccupata per Giovanna! Essere lasciate all’altare…
Agnese: Allora è stato Paolo!!!!
Bianca: Certo, non può essere andata diversamente!
Deborah: Anche secondo me, non ci sono dubbi.
Agnese: Povera Giovanna come deve sentirsi!!!
Cesira: (fuori scena) La porta è aperta, non serve la mia chiave!!
Roberta: (fuori scena) Sono entrati i ladri! Chiamiamo la polizia!
Cesira: (fuori scena) Ci manca solo la polizia, oggi.
SCENA 2
Entrano la vicina (Cesira) e la sorella (Roberta)
Roberta: Ah, siete voi!! Come siete entrate e che ci fate qui?
Agnese: Siamo venute a pulire. Paolo mi aveva dato la sua chiave per le decorazioni. Che poi… perché farmi fare tanta fatica se voleva mollare tutto!!
Cesira: Piacere sono Cesira la vicina di casa di Giovanna. Tu devi essere Bianca, la collega di Giovanna.
Bianca: Piacere, ci conosciamo?
Cesira: No, ma Giovanna mi ha parlato tantissimo di tutte voi, mi sembra di conoscervi già.
Deborah: Non credere a tutto quello che ti ha raccontato.
Cesira: Deborah, ho indovinato?
Deborah Si.
Cesira Di te mi ha detto che sei una donna che sa divertirsi.
Deborah: Lo prendo per un complimento.
Cesira: (verso Deborah) Mi sei già simpatica. (verso Agnese) E tu quindi sei Agnese.
Agnese: Esatto, ma come hai fatto a capirlo?
Cesira: Non è stato così difficile. A tuo modo sei inconfondibile anche tu. Non vedevo l’ora di incontrarvi di persona ma speravo accadesse in una circostanza, come dire, più tradizionale. Non vorrei infierire ma oggi in chiesa è successo un gran casino.
Deborah: A Giovanna è andata peggio ma Paolo ha fatto un brutto scherzo anche a noi.
Roberta: Lo scherzo lo ha fatto a me e a tutta la nostra famiglia. E poi non è certo di come sia andata.
Cesira: Ha ragione Roberta non si è visto nessuno e quindi non è certo chi ha lasciato e chi è stato lasciato.
Deborah: Per me non ci sono dubbi, Paolo se l’è filata!!
Bianca: Si, non c’è altra spiegazione!!
Roberta: Io i miei dubbi ce li ho.
Bianca: Non capisco Roberta. Per caso tu sai qualcosa? Se è così ci devi dire tutto!!
Roberta: Lasciami perdere Bianca. Oggi doveva essere una giornata di festa ed invece guarda come è andata. Me lo dovevo aspettare che con mia sorella qualcosa sarebbe andato storto.
Bianca: Ma che dici, che c’entra Giovanna?
Roberta: C’entra, che non mi ha spiegato niente e mi ha lasciato nei guai e, ancora una volta, sono io che devo risolvere i suoi casini.
Bianca: Giovanna? Ma se non conosco nessuna persona così tranquilla.
Roberta: Tranquilla, negli ultimi 10 anni. Ma io la conosco da qualche anno in più e non era così pacata. Ma non ne voglio parlare adesso, pensiamo a sistemare questo casino.
Agnese: A me piaceva la decorazione.
Bianca: Roberta, ho capito che non ne vuoi parlare ma noi non sappiamo proprio niente di quello che è successo oggi al matrimonio, invece tu sai qualcosa, ammettilo.
Roberta: E va bene. Giovanna mi ha mandato un messaggio oggi pomeriggio. Ero già in chiesa, eravamo in ritardo di mezz’ora e non si vedeva nessuno. Il messaggio diceva solo che il matrimonio era saltato. Non mi ha dato nessuna spiegazione, capite? Mi ha chiesto solo di avvisare tutti e di accompagnarli al ricevimento che tanto era già pagato!!
Cesira: In effetti, pagato per pagato… è uno spreco buttare via tutto quel ben di Dio!!... A che ora servono la cena?
Agnese: Il matrimonio era per le 16 in punto, un’ora di cerimonia, facciamo un’ora e mezza, più un’altra ora per le foto anche due. Non ci aspettano al ristorante prima delle 19, aperitivo in piedi e poi cena seduta. Tutto pesce me lo ha detto Giovanna!!
Deborah: Adoro il pesce, specialmente gli antipasti, dite che ci saranno anche le ostriche… sapete sono afrodisiache!!!
Bianca: Deborah!!! (Deborah alza le spalle)
Cesira: Non avevo mai partecipato ad un matrimonio mancato. Gli ospiti sono usciti dalla chiesa al suono della marcia nuziale, qualcuno ha camminato anche a tempo!!!
Roberta: All’inizio non ci volevo credere, ho provato a richiamare Giovanna ma non mi rispondeva. Ho avvisato per primi i miei genitori e mia madre stava per svenire. Mio padre l’ha portata fuori di peso e sono rimasta solo io a dare la notizia. Per fortuna Cesira mi ha aiutato.
Cesira: Io avevo sospettato qualcosa, va bene che la sposa si faccia attendere, ma almeno lo sposo… invece non si è fatto vedere neanche lui.
Roberta: Infatti, secondo me Paolo se l’è filata ma Giovanna doveva rimanere lì, l’avrei aiutata volentieri a sistemare tutto, ma non da sola.
Cesira: Non eri da sola, c’ero io.
Deborah: La situazione era surreale. L’organista dopo aver suonato per cinque volte consecutive la marcia nuziale ha iniziato a prendere le richieste del pubblico. Io ho fatto suonare “Like a virgin”.
Agnese: Io volevo sentire una canzone di Massimo Ranieri.
Cesira: Ci mancava altro che si mettesse a suonare “Perdere l’amore”. Proprio azzeccata come scelta.
Cesira e Debora: (in coro) Perdereeee l’amore!! Quando si fa sera ….
Roberta: Sono contenta che vi siate divertite ma per me è stato tremendo. Ho dovuto dire a tutti che non ci sarebbe stato il matrimonio; agli amici, ai colleghi, ai parenti che hanno fatto chilometri per venire al matrimonio.
Cesira: La peggiore è stata la zia di Paolo. All’inizio non voleva credere che il suo nipote prediletto, non sarebbe venuto, ma una volta convinta ha iniziato a tirare il riso addosso a tutti gli invitati!! Era diventata una furia!! Sono stata costretta a placcarla ed a portarla via con la forza per fare uscire tutti dalla chiesa illesi.
Bianca: Era una guerra. Quando i parenti hanno capito che non si sarebbe presentato nessuno hanno iniziato a dare la colpa alla sposa o allo sposo a seconda di dove erano seduti. Le chiacchiere erano più alte della musica.
Agnese: Il prete ha dovuto cacciare tutti minacciando la “perdizioneee eternaaaa”.
Roberta: Ma fuori è andata anche peggio. Tutta quella gente, con tutto quel riso. Dopo che ve ne siete andate è iniziato un fuoco incrociato. Io stavo per chiamare la polizia.
Cesira: Sei fissata con la polizia.
Roberta: Non saprei cosa avrei fatto senza di te Cesira. Per fortuna è finita. (e si butta a sedere sul divano)
Cesira: E’ stato un piacere.
Agnese: Sono le sei, si ci sbrighiamo magari troviamo ancora qualcosa dell’aperitivo!!
Cesira: Oh si, io adoro i finger food, quei bocconcini che si mangiano in un morso solo!!
Agnese: Non vedo l’ora di andare al ristorante. Dicono che si mangia benissimo ma anche se non è vero, almeno per una volta non devo lavare i piatti… sa, mio marito è contro l’uso della lavastoviglie!!
Cesira: Non avete la lavastoviglie!
Agnese: Certo che l’abbiamo ma lui dice che non lava bene e che consuma troppo. Dice che i piatti vengono meglio se li lavo a mano io… fa lo stesso discorso anche per la lavatrice.
Cesira: Beh, una volta si è rotta la lavastoviglie ed abbiamo mangiato sui piatti di plastica per un mese. Se si rompesse la lavatrice, fosse per me, mio marito potrebbe andare in giro anche nudo!!!
Agnese: Io non potrei mai!! Non mi pesa, sa, quello è il mio compito. Lui va al lavoro e porta i soldi, io sto a casa e mi occupo delle pulizie e del figlio!!
Cesira: E la clava? Ogni quanto gliela lucida!!
Agnese: Eh?!?
Cesira: Niente, niente… (rivolta alle altre) Allora che facciamo? Andiamo a mangiare? Io ho un languorino!! Ho saltato anche il pranzo!!
Deborah: In effetti anche io ho decisamente fame!!!
Bianca: Vi pare il momento di pensare a mangiare!!
Cesira: Perché no?
Bianca: Non pensate a Giovanna? A come starà in questo momento!?! Lasciata all’altare dopo 10 anni di fidanzamento, sarà sconvolta!! Roberta le hai parlato?
Roberta: No, te l’ho detto, mi ha mandato solo un messaggio e quando ho provato a chiamarla, il cellulare era spento. (prende il cellulare e legge) “Il matrimonio non si farà, avvisa tutti tu, io non posso. Non sprecate il ricevimento è tutto pagato”.
Deborah: Hai sentito Bianca, vuole lei che non sprechiamo la cena di pesce!!!
Cesira: Confermo, è un peccato buttare via del buon cibo.
Bianca: Roberta, riprova a chiamare.
Roberta: (prova a chiamare e poi chiude) Niente, non risponde!!!
Bianca: E chiamare Paolo? Che dite, sarà il caso?
Roberta: Io non me la sento!! E’ mio cognato o meglio lo sarebbe stato se non se la fosse data a gambe. Se lo sento lo strozzo!!! Chiama tu! (passa il cellulare a Agnese)
Agnese: Io, ma non saprei che dirgli!
Roberta: Allora chiama tu. (passa il cellulare a Bianca)
Bianca: Io? No, non posso.
Cesira: Volete che chiami io? Ma vi avviso che non so trattenermi.
Deborah: Faccio io! (prende il telefono e tutte le vengono accanto in silenzio, si sente il telefono squillare senza risposta) Niente, non risponde neanche lui!
Cesira: Fa bene a non farsi vedere!! Certe cose pensavo succedessero solo nei film!
Agnese: Si, come in “Se scappi ti sposo!!” o “Il laureato“, “Shrek“, lei sta per sposare un altro ma arriva il vero amore e scappano insieme!!! Che romantico!
Bianca: Peccato che non è arrivato nessun vero amore, anzi non è proprio arrivato nessuno!!!
Deborah Non c’è niente di romantico ad essere lasciati… A pensarci bene qui c’è qualcuno che ha una storia come quella dei film!!
Agnese: Chi?
Deborah: Tu Agnese!!
Agnese: Credi? E quale film? Cenerentola…
Deborah: Tuo marito è tale e quale a Shrek!!!
Agnese: Coraggioso e romantico?
Deborah: Brutto e rivoltante!! Praticamente un orco!!
Agnese si volta offesa e riprende a sistemare
Deborah: Dai Agnese!! In fondo era il compare perfetto del mio ex!!
Bianca: Siamo qui per Giovanna e non per sparlare delle nostre relazioni!!
Cesira: Ma perché no? Mentre sistemiamo possiamo benissimo chiacchierare.
Deborah: Va bene, adesso gli lascio un messaggino a quello stronzo di Paolo!
Deborah prende il cellulare ed inizia a digitare
Deborah: Che gli scrivo? Fosse per me lo prenderei solo a insulti!!
Agnese: Io inizierei in maniera generica. “Ciao Paolo, come stai? Che fai di bello?”
Deborah: Certo, vuoi chiedergli anche come va il lavoro? Non prendiamoci in giro!!
Roberta: Scrivi questo.
Deborah: Detta.
Roberta: “Siamo le amiche di Giovanna. Non sappiamo cosa è successo tra di voi, ma siamo preoccupate per Giovanna. Non è tornata a casa. Rispondi e prenditi le tue responsabilità”
Deborah: Ok…. Fatto, inviato.
Silenzio, Cesira fa scoppiare un palloncino
Bianca: Non ci posso credere a quello che è successo. Tra tutti noi loro erano la coppia più bella, sempre insieme, mai arrabbiati. Ammetto che io ogni tanto li invidiavo!! Non me lo aspettavo proprio da Paolo…
Cesira: E’ sempre un uomo. Sappiamo con che organo ragionano gli uomini. Quando ragionano.
Roberta: Chi si immaginava finisse così.
Cesira: Erano una bella coppia, ma così silenziosa! Io abito qui a fianco e non li ho mai sentiti, né di giorno, né di notte, se capite cosa intendo.
Deborah: Chiarissimo. Le mura sembrano sottili, sei sicura che non si sentiva niente?
Cesira: Neanche un sospiro!!
Deborah: Ecco perché si sono lasciati… niente ginnastica!!
Bianca: Deborah!!! Hai sempre quello in testa!!
Agnese: Ginnastica? Giovanna va a Zumba!!
Deborah: Troppo poca!!!
Bianca: Deborah!!!!
Agnese: Non parlavate di ginnastica vero? Ah parlavate di esse.e.esse.esso.o
Deborah: Sesso sì Agnese, puoi anche dirlo seeeeessooooo (le si avvicina per infastidirla)
Agnese: Smettila!!
Roberta: Dai Agnese, sei sposata da più di vent’anni, farai sesso con tuo marito!!
Deborah: Sesso con suo marito? Nooo! Per Piero avere un rapporto con Agnese è come trovare il Sacro Graal!
Agnese: Invece lo facciamo!! … Ogni tanto.
Deborah: (verso Roberta) Secondo me Agnese è una gatta morta… tranquilla a casa e fuori casa una furia!!!
Agnese: Questa l’ho capita sai! Mi dispiace deludervi ma io, in vent’anni di matrimonio, non ho guardato nessun’altro!!
Deborah: Anche io sono fedele, faccio sesso sempre con gli stessi uomini, in fondo sono ecologista, riciclo!!
Roberta: Peccato che per fare il giro di tutti i tuoi uomini passa una stagione! E visto il tuo vicino sei pure a chilometro zero!!! E’ un bel pezzo di manzo!!
Deborah: Sono ecologista, non vegetariana!!! (ride)
Agnese: Adesso stiamo parlando di cucina!?!
Deborah: Si Agnese… cucina.
Bianca: Ragazze, penso che dovremmo sistemare casa!!!
Cesira: Ed io che sto facendo? A proposito chi mi dà una mano? (Agnese va da lei e iniziano a pulire)
Bianca: Intendevo dire che dovremmo aiutare Giovanna a dimenticare. Togliamo le foto di Paolo, gli oggetti della loro vita insieme, dovremmo anche togliere i taglienti.
Deborah: Non esagerare Bianca!!
Bianca: Ha 35 anni, fidanzata con lo stesso uomo da dieci anni, vivevano insieme, hanno comprato casa insieme, ha investito su di lui. In più l’orologio biologico ha iniziato a ticchettare sempre più forte e quando era vicina all’obiettivo (mima la pancia incinta) lui se ne va. Mica è semplice trovare un rimpiazzo!!! Come ti sentiresti se tutto quello su cui ha lavorato negli ultimi dieci anni ti si sbriciolasse tra le mani?
Deborah: Stai parlando di Giovanna o di te!?! Non puoi considerare un matrimonio e un figlio al pari di un affare concluso. E per quanto riguarda gli oggetti della loro vita insieme dovremmo togliere tutto persino le mura!!
Agnese: Ma forse per i taglienti ha ragione, togliamo i coltelli, le forbici, il frullatore! Potrebbe metterci una mano dentro… il phon! Potrebbe buttarlo nella vasca (correndo per la stanza) i detersivi li potrebbe bere.
Cesira: Io posso prendermi il Bimby e il Folletto ….potrebbero essere pericolosi.
Deborah: Già potrebbe uccidersi con una torta di mele o soffocare con la polvere del sacchetto!!!
Bianca: Non cambiare discorso Deborah. Non stavo parlando di me. Io ho fatto una scelta e sono felice così. Mi soddisfo da sola, se capisci cosa intendo, e per il mio lato materno vado a trovare le mie nipotine!!
Deborah: Dare un nome al tuo vibratore non vuol dire avere una relazione soddisfacente e per quanto riguarda le tue nipoti non è come avere un figlio proprio, specialmente se le si vede ogni due settimane per una cena al Mc Donald!!
Bianca: Sono molto impegnata. Il mio non è un lavoro semplice!!
Deborah: Dico solo che ti nascondi dietro al tuo lavoro. Che poi, cosa ti da oltre allo stress… me lo hai detto tu che per dormire prendi le gocce.
Bianca: Io sono felice così, ma parliamo di te.
Deborah: Che c’è da dire, io mi diverto.
Bianca: Se lo dici tu. Io non cambio uomo ogni sera, non sai neanche il loro cognome!!
Deborah: Se è per questo spesso non mi ricordo neanche il loro nome. Ma per lo meno so che non si chiamano Daparox, Xanax o Valium!!
Roberta: Basta ragazze, non litigate, siete amiche.
Bianca: Ok ok pace. Siamo due disastri.
Deborah: Già, ma preferisco come sto adesso che come stavo due anni fa, quando lo stronzo mi ha lasciato!!
Bianca: Ricordo benissimo come stavi!
Deborah: Dopo 10 anni di matrimonio, non perfetto, con alti e bassi, come tutti, si innamora, dice lui, di una vent’enne e se ne va in brasile!!
Roberta: Non vorrei intromettermi ma un po’ c’era da aspettarselo. Luca è stato sempre un farfallone, lo sai, lo conosciamo bene, prima di te non faceva altro che passare da una ragazza all’altra ed a volte anche contemporaneamente.
Deborah: Facile da dire col senno di poi.
Cesira: E’ sempre la stessa storia. Gli uomini ci piacciono belli e dannati e poi vogliamo cambiarli.
Roberta: Non è stata colpa tua se è finito il tuo matrimonio. Era lui che non sapeva tenerselo nei pantaloni.
Deborah: Dopo che Luca mi ha lasciato, non facevo che pensarci su. Cosa ho sbagliato? Cos’ho che non va? Mi sono tormentata per mesi.
Cesira: Tu ti sei tormentata? Era lui che dovevi tormentare!
Bianca: E passare dalla ragione al torto diventando una stalker?
Deborah: Non mi sarei abbassata a tanto! E’ stata dura, ma l’amore può finire ed anche i matrimoni.
Bianca: Sei più saggia di tanti altri. Sai quante sono le donne che sono morte solo perché i loro compagni non hanno accettato la fine della loro relazione?
Cesira: Anche alcune donne possono diventare pericolose.
Bianca: Ricordami di non contraddirti mai Cesira!!
Deborah: Sarò anche stata saggia ma è stata dura, molto dura.
Bianca: Come hai superato la superazione? Sei andata in terapia?
Deborah: Noooo, Non è stata la terapia.
Cesira: Lasciami indovinare. Ti sei fatta un toy boy?
Deborah: Quasi.
Agnese: Ti sei fatta un Game boy? Ti sei comprata un giocattolo?
Bianca: Non è un giocattolo, è un giovane amante.
Cesira Anche lui in vendita.
Deborah Non mi sono comprata nessuno. Ho semplicemente ricominciato ad uscire ed ho accettato le attenzioni di un bel ragazzo senza implicazioni sentimentali.
Cesira: Ecco, divertimento gratis.
Deborah: Divertimento reciproco e consensuale.
Agnese: E adesso stai insieme al toy toy?
Deborah: Non è un toy toy e neanche un toy boy. E no, non stiamo insieme. Lui non vuole una storia seria, e neanche io, almeno per ora. E’ una meraviglia dormire da sole! Lo sai che da quando mi sono separata non prendo più il Tavor! A letto leggo, guardo la tv, mangio, faccio quello che mi pare.
Bianca: E sappiamo tutte di cosa si tratta!!!
Deborah: Recupero il tempo sprecato.
Bianca: (verso Cesira) Ognuno ha il suo modo di reagire alle difficoltà, lei hai trovato il suo: moro, alto, ben formato.
Cesira: Mi piace questo metodo. Decisamente meglio della psicoterapia.
Agnese: Mi dispiace Deborah, non sapevo perché vi eravate separati.
Deborah: Non sto certo a dirlo tanto in giro. (allunga la mano) Piacere Deborah, mio marito mi ha fatto le corna con una brasiliana di vent’anni.
Agnese: Ma io sono tua amica! Potevi parlarmene!
Deborah: Certo che lo sei, e mi fai divertire un mondo e va bene così, non volevo parlare di cose tristi.
Agnese: Io non saprei come avrei fatto senza Piero, senza nessuno accanto. Sei stata coraggiosa.
Deborah: Senza nessuno accanto non proprio.
Agnese: Mi hai capito, non consideravo gli amici… di letto!
Deborah: Agnese! Cosa sono questi termini!
Agnese: Beh, non si dice così quando non si è fidanzati ma si … (imbarazzata) fanno cose?
Deborah: Cose? Quali cose? (fa la finta tonta)
Agnese: Anche se io ho un matrimonio che dura da vent’anni, potevo capirti lo stesso.
Cesira: Questo sì che è coraggioso, vent’anni di matrimonio. Quando noi abbiamo festeggiato i trent’anni di matrimonio ho preteso una medaglia al valore.
Bianca: Siete un esempio da seguire.
Agnese: Grazie, la nostra è una storia romantica! Lo sai come ci siamo incontrati?
Roberta: Mai avuto il piacere.
Cesira: Io adoro le storie romantiche.
Deborah: Sei sicura che la vuoi raccontare?
Agnese: Certo, perché non dovrei?
Deborah: Se insisti… ci vorrà qualcosa da bere. Voi accomodatevi, io vado in cucina e torno. Roberta mi aiuti?
Roberta e Deborah escono mentre le altre donne si accomodano sul divano e preparano il tavolino.
Cesira: Mi piace ascoltare le storie di come si sono conosciute le coppie specialmente se sono romantiche. Io e Franco ci siamo incontrati a scuola, niente di così romantico, solo una grande amicizia che è maturata in qualcosa di più.
Bianca: Sei sposata da tanto?
Cesira: Quasi trent’anni.
Agnese: E figli?
Cesira: una… di quasi trent’anni.
Agnese: Ma l’hai avuta da giovanissima!
Cesira: Te l’ho detto ci siamo conosciuti a scuola… conosciuti da vicino. In pratica ho festeggiato la maturità con una bella gita al reparto maternità.
Agnese: E’ bello avere figli da giovani.
Cesira: Dipende, dai punti di vista.
Bianca: Non sembri convinta.
Cesira: Non fraintendetemi, mia figlia è tutta la mia vita, la adoro e non saprei cosa avrei fatto senza di lei. Non è lo stesso per mio marito… Ogni tanto ripenso a come avrei vissuto se lei non fosse arrivata così presto. Ero brava a scuola sai, volevo fare l’università. Ma con una bimba da crescere, ci siamo sposati subito.
Bianca: E non volevi sposarlo?
Cesira: Si, ma non così presto, insomma se non ci si diverte da giovani, quando lo si fa.
Agnese: Per me crescere i figli è il più bel lavoro del mondo.
Cesira: Lo so, infatti sono stata felice ma poi i figli crescono. Infatti mia figlia è cresciuta ed è uscita di casa.
Agnese: C’è sempre tuo marito.
Cesira: Appunto, oltre il danno, la beffa. Da sola con Franco… è una noia mortale.
Bianca: E’ la classica sindrome del nido vuoto, Cesira. Adesso devi ricostruire il rapporto con tuo marito.
Cesira: Oppure potrei seguire la tecnica di Deborah.
Agnese: No, non puoi anche tu farti il boy boy, sei sposata da trent’anni!
Bianca: Toy boy Agnese, toy boy. Oh! Ci rinuncio.
Cesira: Tranquilla Agnese, niente amante. Invece ho conosciuto Giovanna. Da quando si è trasferita davanti al mio appartamento, siamo diventate amiche.
Bianca: Delle buone vicine.
Cesira: Di più. E’ iniziato con prestarle lo zucchero, il caffè… sai lei lavora tanto e spesso non fa la spesa. Poi ho iniziato a portale delle lasagne, della pasta al forno, un dolce e con l’occasione abbiamo cominciato a chiacchierare. E’ stato così che mi ha parlato di voi.
Agnese: Sei una brava cuoca, complimenti.
Cesira: Io? Non proprio, merito di Franco, è lui il cuoco.
Agnese: Eh?
SCENA 3
Entrano Deborah e Roberta con una bottiglia e delle patatine. Mentre sono state fuori Deborah ha raccontato a Roberta della storia di Agnese ed insieme tenteranno di fermarla.
Deborah: Di che state parlando, non avrete iniziato senza di noi!
Cesira: Le parlavo di me… non altrettanto interessante.
Deborah: Invece ci interessa tantissimo, vero Roberta?
Roberta: Certo. Dai Cesira raccontaci di te.
Cesira: Veramente?
Agnese: No, adesso tocca a me! E’ una storia divertente, non è vero Deborah?
Deborah: Insomma…
Roberta: Facciamo parlare Cesira, non la conosciamo per niente.
Bianca: Ma che succede? Dai Agnese raccontaci.
Agnese: Grazie Bianca.
Cesira: Sono curiosa anche io, voglio proprio sentirla questa storia, sta diventando un giallo. Avanti Agnese.
Agnese: Accomodatevi ed ascoltate. Prima di conoscere Piero io uscivo con un gruppo di amici, gli stessi di Deborah e Giovanna, andavamo al bar, al cinema, ci si incontrava in piazzetta a chiacchierare…
Bianca: Vai al sodo Agnese.
Agnese: Alcuni di noi avevano già la macchina e quella sera pioveva a dirotto, così la mia migliore amica, Francesca, te la ricordi Deborah adesso vive a Milano…
Bianca: Concentrati Agnese.
Agnese: Va bene. Stavo dicendo… Ah si, pioveva a dirotto e Francesca si era offerta di passare a prendermi con la macchina del fratello.
Bianca: Che era Piero.
Agnese: No, fatemi finire! Ho già detto che pioveva?
Tutte: Sì!!!
Agnese: Dunque, al momento di uscire sento suonare un claxon, così esco di casa, scendo ed entro di corsa in macchina. A quel punto mi giro e quella non era la macchina di Francesca. Avevo sbagliato macchina.
Cesira: Ma dai!! Che figura!
Agnese: Al volante c’era un ragazzo che si presenta. Era Piero, un amico del mio vicino di casa. Quella sera è uscito con noi e non ci siamo più lasciati.
Cesira: Bella storia, in effetti è proprio romantica.
Roberta: Già molto romantica.
Deborah: Cambiamo discorso, dobbiamo continuare a pulire.
Agnese: Non ho ancora finito, aspetta il resto.
Deborah: Non serve, Agnese la storia è bella così. Puliamo?
Agnese: Deborah, fammi finire adesso arriva la parte divertente.
Bianca: Lasciala continuare, Debby da quando ci tieni così tanto a pulire?
Agnese: La cosa più divertente e che a Piero è successo di nuovo, dopo dieci anni che eravamo sposati.
Cesira: In che senso di nuovo?
Agnese: Un giorno ero andata a fare la spesa in un negozio nuovo, lontano dal mio solito giro. Avevo preso ben due autobus per arrivarci.
Cesira: Perché? Non hai la macchina?
Agnese: No, non ho mai preso la patente. Piero dice che non c’è bisogno quando si possono prendere gli autobus.
Bianca: Non me la distraete, Agnese continua la storia.
Roberta: E se invece continuassimo a pulire? Guardate che macello.
Agnese: Roberta anche tu? Adesso arriva il bello! Esco dal negozio e vedo la macchina di Piero. Mi avvicino e c’era una donna in macchina con lui. Pensate si era sbagliata anche lei e manco pioveva!!
Cesira: Proprio distratta… (con tono imbarazzato e guardando le altre)
Agnese: Già, lui le attira tutte le donne distratte. Gli è successo due volte!
Cesira: A te e a quell’altra?
Agnese: No, due volte dopo di me!! L’ho trovato ancora con una donna in macchina, questa volta sotto casa nostra. Si era sbagliata anche lei, però quella volta pioveva.
Deborah: Sapete la macchina di Piero è meglio di un ombrello in un giorno di pioggia.
Agnese: Buffo vero?
Cesira: Già, da sbellicarsi.
Agnese: Avreste dovuto vedere la faccia di Piero! Era così imbarazzato, che poi perché, mica era lui quello distratto.
Cesira: Forse aveva qualcosa da nascondere.
Agnese: Si lo so. La verità è che … si era fermato a fare quattro chiacchiere con le due donne invece di farle uscire subito dalla macchina. Ma Piero è fatto così, è socievole con tutti, gli piace fare nuove amicizie.
Cesira: Troppo socievole per i miei gusti. Certo che tutte a te capitano le “distratte”.
Bianca: O meglio, capitano tutte a lui!
Agnese: Vi avevo detto che era una storia simpatica. A me piace raccontarla agli amici ma posso farlo solo se non c’è Piero. Lui non vuole e non capisco il perché.
Cesira: Io ho un’ipotesi.(guarda le altre) Che tengo per me.
Agnese: Capita a tutti di sbagliarsi, specialmente se non si è di queste parti o non si conosce la lingua.
Cesira: (verso Deborah) Dimmi che non ho capito.
Deborah: Capito benissimo. Casualmente le donne “distratte” di Piero erano sempre straniere e poco vestite.
Cesira: Non ho parole, veramente una bella storia, proprio “romantica”. (ironica) Preferisco la mia.
Squilla il telefono di Deborah, è arrivato un messaggio.
Deborah: Ragazze, Paolo ha risposto. “Io non c’entro niente, è stata Giovanna ad annullare il matrimonio all’ultimo minuto. Io sono partito comunque per il viaggio di nozze, da solo.”
Cesira: Caspita… è stata Giovanna!!
Roberta: Non ci posso credere. Sono sua sorella e non mi ha detto niente! Io non mi sono accorta che c’era qualcosa che non andava, non mi sono accorta di niente!!
Cesira: Ultimamente era strana.
Bianca: Come strana?
Cesira: Vi ho detto che spesso veniva a casa mia e per fare quattro chiacchiere, bene, era quasi un mese che non passava più a trovarmi. Le ho chiesto se c’era qualcosa che non andava ma mi rispondeva solo che era troppo indaffarata con i preparativi del matrimonio, ed io le ho creduto.
Bianca: Tutte le abbiamo creduto, infondo un matrimonio da organizzare è un grande stress. Io le offerto il mio aiuto ma non voleva, diceva che aveva tutto sotto controllo.
Roberta: Io no.
Bianca: No cosa?
Roberta: Non le ho offerto il mio aiuto. Da quando eravamo piccole mi sono sempre occupata di lei. Aiuta Giovanna a fare i compiti, aiuta Giovanna a sistemare la camera, accompagna Giovanna. Poi quando è cresciuta è andata anche peggio.
Cesira: Non ci credo.
Roberta: Credici invece, da ragazza era decisamente ribelle. Sempre fuori, cambiava ragazzo di continuo. Non sapete quante volte l’ho aiutata.
Cesira: Non me la vedo con tanti ragazzi, sembrava più concentrata sul lavoro che sul divertimento.
Roberta: E’ stato Paolo. Da quando l’ha incontrato ha messo la testa a posto. Ha finito l’università e con ottimi voti, ha persino vinto il dottorato di ricerca ed è diventata assistente universitaria.
Cesira: Appunto… come possibile un tale cambiamento.
Roberta: L’importante era che si fosse data una calmata. Io mi ero stufata di risolvere i suoi casini ed ero ben contenta che non ne combinasse più… fino ad oggi.
Cesira: Sei proprio arrabbiata ecco perché parli così.
Roberta: Arrabbiata? Non so se sono più arrabbiata con Giovanna o con me stessa.
Bianca: Cosa c’entri tu adesso.
Roberta: C’entro perché non mi sono accorta di niente, ho mollato con lei, l’ho lasciata da sola e lei è tornata a fare casini.
Cesira: Non era da sola, c’era Paolo ed anche io.
Roberta: Ma non è bastato, visto che ha mandato a monte il suo matrimonio.
Bianca: Questo non spiega perché abbia annullato il matrimonio.
Cesira: Se non è stata lasciata da Paolo ma è stata lei che ha lasciato lui, allora forse…
Deborah: Forse ha una relazione clandestina!
Bianca: Mi dispiace dirlo ma non può essere andata diversamente!
Agnese: Povero Paolo come deve sentirsi!!!
Cesira: C’è di mezzo un altro uomo… Un collega?
Deborah: Non ci sono dubbi! C’entra sempre un altro uomo.
Agnese: O cielo, si è fatta un boy boy… no… un toy toy!
Cesira: Agnese!
Tutte: (coro) Un toy boy!!
Sipario
SECONDO ATTO
Sempre a casa di Giovanna, ma questa volta è pulita ed in ordine. Le donne sono vestite normalmente. Le azioni si concentrano sul preparare da mangiare e sul cercare gli indizi.
SCENA 4
In scena Bianca e Agnese
Agnese: Me lo spieghi ancora che ci facciamo qui?
Bianca: Giovanna non si fa sentire da tre settimane, non risponde al telefono, non si fa vedere né in famiglia, né al lavoro. Siamo qui per capire se è per lo meno tornata a casa e che fine ha fatto.
Agnese: Allora per lo stesso motivo per cui siamo passate la settimana scorsa e quella prima ancora!
Si sente suonare al campanello, Bianca va ad aprire, entra Cesira con una busta di generi alimentari
Cesira: Ciao ragazze, come state?
Agnese: Bene, ma che ci fai qui?
Cesira: Sono tre settimane che ci vediamo qui, stesso giorno, stessa ora; pensavo fosse diventato un appuntamento!! Ho portato da mangiare!! Stuzzichini per l’aperitivo e tutto il necessario per un magnifico spaghetto con le vongole!!
Bianca: Manca solo da bere!!
Cesira: A quello ci pensa Deborah!!
Bianca: Io scherzavo!
Cesira: Io no… con la vongola serve il vino bianco!! Vado in cucina!! (mentre va fuori scena) Ah! Ha chiamato Roberta, arriva più tardi!
Cesira esce di scena lasciando una busta.
Agnese: (verso Bianca) Cosa dobbiamo cercare? Se dobbiamo cercare degli indizi, io sono bravissima, sono anni che vedo CSI e Law and Order.
Entra Deborah (si affaccia sulla porta con una bottiglia in mano)
Deborah: Il commissario Rex mi sembra più appropriato!!!Agnese, Bianca! Che bello vedervi ragazze! (si avvicina per abbracciarle)
Bianca: Sono contenta che sei venuta anche tu!
Deborah: Non potevo mancare, adoro questi giovedì sera insieme!! Che avete organizzato? Una caccia al tesoro?
Bianca: Fai la seria Deborah! Stiamo cercando di capire se Giovanna è tornata a casa e come sta.
Deborah: Il solito allora!! Va beh, io ho portato il vino. Cesira è arrivata?
Agnese: E’ in cucina a preparare la cena!!
Deborah: Vado ad aiutarla! Voi preparate l’aperitivo!
Bianca: Ma veramente, dovremmo cercare…
Deborah: Si, si giochiamo dopo.
Bianca: Non è un gioco, Giovanna non si fa sentire da tre settimane. Io sono seriamente preoccupata per lei.
Deborah: Io no, si starà divertendo in buona compagnia. Se capite cosa intendo.
Agnese: Il toy boy?
Deborah: E brava Agnese!
Bianca: Sarà anche vero, ma la cosa non mi convince per niente. Ed anche se fosse, ha sempre mandato a monte un matrimonio all’ultimo minuto.
Deborah: Va bene, ammetto che è il caso di approfondire ma non lo si può fare a stomaco pieno? Per favore Bianca!
Bianca: Come faccio a dirti di no. Dimmi cosa devo fare?
Deborah: Niente di particolare, voi due apparecchiate e preparate gli stuzzichini, io e Cesira pensiamo alla cena! Cosa ha portato?
Agnese: Vuole preparare gli spaghetti alle vongole.
Deborah: Lei? O mamma!
Rientra Cesira dalla quinta
Cesira: Mi era parso di sentire una voce conosciuta. Era ora che arrivassi Deborah! Hai portato il vino? (le va incontro per salutarla)
Deborah: Eccolo qui, come promesso. (le porge il vino) Mi hanno detto che stavi in cucina a preparare gli spaghetti alle vongole. Dimmi che non è vero, che non stai cucinando tu!
Cesira: Certo che no, mica sono pazza, siete le mie migliori amiche ora non vi voglio avvelenare. Il sugo lo ha preparato Franco!
Agnese: E allora che hai fatto in cucina?
Cesira: Ho messo su l’acqua ed ho aperto una bottiglia di vino, mezza bottiglia ormai.
Agnese: Ha cucinato tuo marito?
Cesira: Certo che è stato lui, chi credevi che avesse cucinato le melanzane alla parmigiana della scorsa settimana o il profiteroles del giovedì prima! Io no di certo.
Agnese: E lui ha cucinato per te e per le tue amiche? Ma non è normale!
Cesira: Perché? Lui adora cucinare, io invece sono un disastro. Ognuno ha scelto di fare quello che viene meglio. Lui cucina ed io mangio e gli faccio i complimenti!
Agnese: E dopo sistemi tutto tu?
Cesira: Ma hai un’idea di come riduce la cucina dopo che ha cucinato? Lui fa il casino e lui se lo pulisce!
Agnese: Pulisce pure!
Cesira: Non è colpa mia! E’ Franco che mi caccia dalla cucina, dice che è in fase creativa e non vuole interferenze. Io da brava moglie rispetto i suoi spazi.
Bianca: Sei un esempio da seguire!
Deborah: Un mito… irraggiungibile davvero!
Agnese: Almeno i piatti!
Cesira: Ovvio, sempre che funzioni la lavastoviglie altrimenti…
Agnese: Altrimenti?
Bianca e Deborah: Piatti di plastica!!!
Cesira: Esatto.
Agnese: Io non potrei mai.
Cesira: Non si raggiunge il mio livello in un giorno solo!
Bianca: Ci vuole impegno e dedizione.
Deborah: E tanto sacrificio.
Bianca: Che facciamo allora? Si mangia?
Cesira: Il sugo è pronto.
Deborah: E ringraziamo Franco. Ma la pasta l’hai buttata?
Cesira: No, non ancora.
Deborah: Ma l’acqua è ancora su? Il sale lo hai messo?
Cesira: Calma, calma… quante domande! Si, l’acqua è a bollire ed il sale no, si… non lo so. Chi sono io Cracco!
Deborah: Perfetto, allora vado a cambiare l’acqua e a rimetterla sul fuoco. Anche a bermi un bicchiere di vino, se ne è rimasto…
Cesira: Certo che ne è rimasto, almeno per un bicchiere c’è.
Bianca: Speriamo che ce ne sia per due. Deborah vengo a darti una mano.
Deborah e Bianca escono di scena. Agnese e Cesira si mettono a preparare gli stuzzichini al tavolino (tartine e patatine).
Agnese: A volte io quelle ragazze non le capisco.
Cesira: Stanno solo scherzando, sono delle brave ragazze.
Agnese: Io sarò un po’ troppo all’antica, ma per me la famiglia è la cosa più importante. Il matrimonio, i figli e la casa sono i fondamenti di una vita felice e bisogna fare di tutto per mantenerli uniti.
Cesira: Guarda che si può essere felici anche se non si vive nella maniera “tradizionale”.
Agnese: E’ l’unico modo che conosco.
Agnese riceve una telefonata dal figlio (suoneria “mamma mia”)
Agnese: Pronto? … Dove sono i tuoi pantaloni?!? Ma ti sei svegliato adesso? Non dovevi andare a cercare un lavoro… va bene, va bene non ti arrabbiare… si, va bene, non sono affari miei… non serve che alzi la voce… I pantaloni? Si, sono nel tuo armadio, te li ho stirati oggi e te li ho appesi come sempre. Esci? Ma a che ora torni… lo so, sei grande e non vuoi essere controllato No, non ti aspetto alzata … me lo mandi un bacio… va bene scherzavo… non ti piacciono gli scherzi. (chiude e torna da Cesira) Era mio figlio… è un po’ scorbutico… ma mi vuole tanto bene.
Cesira: Certo Agnese!!
Agnese: Non guardarmi così. Lo so che non va bene. Mi tratta male o meglio mi faccio trattare male… ma non è colpa sua, ha imparato da suo padre… Sono sempre stata a casa a fare la casalinga e Piero … ogni tanto … mi fa pesare il fatto che è lui che porta i soldi a casa!!
Cesira: E perché allora non sei uscita di casa e non ti sei cercata un lavoro?
Agnese: A me piace fare la casalinga ma negli ultimi anni… non so. Io non lavoro fuori ma pur sempre lavoro e lo faccio tutto il giorno. In casa nessuno mi aiuta, non alzano un dito e danno sempre tutto per scontato… mai un grazie… un complimento…
Cesira: Se non te li fanno tu chiedili!! Fatti sentire Agnese o fai sciopero, niente panni puliti, niente piatti pronti! Vedrai che si accorgeranno di quanto fai per loro! Agnese hai i tuoi diritti!
Agnese: Facile a dirsi ma non saprei come fare. Non sono come te o come Deborah. Io non riesco ad impormi, non mi piace litigare!!
Cesira: Non siamo forti come sembriamo. Guarda le tue amiche: Bianca non ha una relazione, Deborah ne ha troppe ed io ne sopporto a malapena una. Ma tu ami tuo marito?
Agnese: E’ stato il mio unico amore, ma è cambiato.
Cesira: Puoi farlo anche tu. Cambiare intendo. Oggi tuo marito ti ha fatto storie per venire qui?
Agnese: Ho detto che andavo a trovare una zia anziana e malata!! Sono tre settimane che vado a trovarla! Tutti i giovedì sera!
Cesira: Caspita Agnese! Dici le bugie!! Allora sei una birbante anche tu!!
Agnese: Beh, è più semplice dire una piccola bugia che affrontare mio marito con la verità!
Entrano Bianca e Deborah con una bottiglia e dei bicchieri
Deborah: L’aperitivo è pronto?
Cesira: Ho preparato tartine e patatine, ma non garantisco niente.
Deborah: Perfetto. (offre un bicchiere) Secco o dolce?
Bianca: Dolce grazie!
Cesira: Anche a me grazie!! Propongo un brindisi. A Giovanna, che con il suo matrimonio mancato ci ha dato l’occasione di vederci e di passare una serata in compagnia!!
Tutte: (si servono da bere) A Giovanna!
Bianca: Non dovremmo cercare degli indizi? Io sono sempre preoccupata per Giovanna!
Deborah: Tranquilla Bianca, adesso mangiamo e poi facciamo la tua caccia al tesoro!!
Bianca: Promesso? Allora passatemi una tartina, ho una fame!!
Deborah: Brava Bianca, rilassati!!
Agnese: Io bevo questo bicchiere e poi scappo… mi aspettano a casa!!
Deborah: Ma dai Agnese, resta!
Cesira: Telefona a casa e dì che tua zia è peggiorata! Oppure puoi dire la verità. Dì che sei con le tue amiche e che ti fermi ancora per un po’.
Agnese: Dici?
Cesira: Dai Agnese.
Agnese prende il telefono e chiama
Agnese: “Pronto Piero? Si sono Agnese… no, non sono più da zia Maria… sono a casa di Giovanna, te la ricordi? … si, quella del matrimonio saltato… si, il regalo poi me lo prendo… no, non sono sola, sono con le mie amiche… certo che ho delle amiche… no… non dire così. Ho fatto tutto, le camice sono stirate… mi fermo ancora un po’… no, non per tanto.” (chiude il telefono e si rivolge a Cesira) Non è molto, ma almeno è un primo passo!!
Cesira: Un gran bel passo, brava Agnese, prendi, bevici sopra!!
Agnese: A Giovanna!
Tutte: A Giovanna!
Agnese: Non credevo che questi nostri incontri fossero così emozionanti.
Deborah: Lo so Agnese, ti faccio questo effetto.
Bianca: Credo intenda … la telefonata con Piero.
Agnese: Già.
Deborah: Io pensavo fossero i discorsi di esse.e.esse.esse.o
Bianca: Fai la scema ma in fondo sei una brava ragazza.
Agnese: Parlare con voi mi ha fatto pensare. Forse posso migliorare le cose.
Cesira: Ma certo Agnese che puoi, basta far vedere chi sei. Tira fuori gli attributi Agnese!
Agnese: I cosa?
Cesira: Fatti rispettare, sono grandi ormai e possono anche alzare i loro culetti dal divano e darsi da fare. Sei una casalinga e non una schiava! Prendi me come esempio.
Bianca: Non esagerare Cesira, un passetto per volta.
Deborah: Questi pomeriggi sono meglio della psicoterapia. Perché non ci prendiamo una intera giornata tra di noi? Solo donne! Potrei prenotare al centro estetico, massaggio, sauna, bagno turco, piscina!!
Cesira Mi piacerebbe tanto… ma devo prepararmi, ho le gambe più pelose di una scimmia, per non parlare dell’altra zona…
Deborah Perché non vai dall’estetista?
Cesira Per carità! Sono una donna sensibile.
Deborah Cosa c’entra la sensibilità con la lunghezza dei peli?
Cesira Ogni pelo che tiro, la pelle mi si gonfia, l’ultima volta che sono andata dall’estetista mi ha ridotto le gambe come l’omino della Michelin. Ti immagini come si ridurrebbe quella zona lì?
Deborah E allora come fai?
Cesira Uno shampoo e via, libera e selvaggia!
Agnese A me l’estetista ha chiesto come la volevo? Io mi sono spaventata e me ne sono andata. Che vuol dire “come la volevo”?
Bianca Depilata. Oggi va così, quella a cuore è per le coppie romantiche.
Cesira Allora la depilazione a freccia è per gli uomini che hanno problemi a orientarsi! No, grazie.
Deborah: Almeno i baffi, sembri Salvador Dalì!
Agnese: Ti piace proprio quel pittore!
Cesira: Li tengo… mi donano. Tanto non devo baciare nessuno…
Deborah: Ma dai Cesira, non mi dire che va così male con tuo marito!
Cesira: Male no, ma non fa molta differenza se ho i peli o meno, se sono grassa o magra, non sembra che a lui interessi.
Deborah: E’ poco attento?
Cesira: A modo suo Franco mi ama, è presente, mi aiuta in casa ma dal punto di vista … intimo. Diciamo che è decisamente monotono!
Deborah: Beh, e tu dagli una bella scossa!!!
Cesira: Ci ho provato ma poi lui si agita, si sente sotto pressione…
Bianca: Hai provato a leggere qualche libro?
Agnese: C’è quel libro… ne parlano tutti… 50… qualcosa…
Bianca: 50 sfumature di grigio, Agnese! Ce ne sono tre: “grigio, rosso e nero” ed hanno avuto una tiratura da best seller!
Cesira: Li ho comprati tutti e tre e li ho messi a disposizione di Franco.
Deborah: Non li hai letti?
Cesira: Quasi. Se ci fosse stato un bignami! E poi non erano per me, ma per lui.
Deborah: Ed allora? Che effetto hanno fatto a Franco?
Cesira: Una sera ha organizzato tutto. Mi ha cucinato una cenetta afrodisiaca, risotto ai frutti di mare e asparagi, vino buono e atmosfera. Non avevamo neanche iniziato a mangiare che mi ha chiesto se volevo un contratto scritto.
Agnese: Eh?
Bianca: E’ nel libro, lui propone a lei un contratto.
Cesira: Io pensavo che volesse essere pagato per cucinare! Per caso anche “la parola” è una cosa del libro?
Bianca: Sì. La parola è un termine di sicurezza, per fermarsi se il gioco diventa troppo pesante.
Cesira: E che gioco è se serve una parola di sicurezza?
Deborah: Ma tu lo hai letto il libro?
Cesira: La copertina… Mi sono persa qualcosa?
Deborah: Niente, fidati. Nel contratto lui impone a lei tutta una serie di regole: decide lui come lei si deve vestire, quanto dove mangiare, quando e come contattarlo, guai se ingrassa o se non risponde quando lui la chiama.
Cesira: Davvero? Ma siamo seri? E quei libri sono piaciuti alle donne?
Bianca: Beh… lui la fa sentire molto desiderata.
Deborah: Direi più un bisogno di controllo mascherato da desiderio. Senza contare la violenza!
Cesira: Adesso capisco tutto. Dopo il risotto, mi ha detto: “Cosa preferisci? Schiaffo o taglio?”
Agnese E tu?
Cesira: Io ho risposto “Niente, grazie, sono piena!”
Agnese: A me questi libri moderni mica mi convincono, meglio Harmony.
Cesira: Povero Franco era così dispiaciuto che per una settimana non ho alzato un dito, mi ha fatto tutto in casa e mi ha portato persino la colazione a letto.
Deborah: Quasi quasi ne varrebbe la pena.
Bianca: Non scherzare Deborah, le donne non si picchiano mai.
Cesira: Non mi voleva picchiare, non mi farebbe mai del male. Era solo un tentativo maldestro di rendere più eccitante il rapporto…
Bianca: Molto maldestro,
Cesira: Ho buttato i libri, meglio non confrontarsi con i “miti” dei libri o del cinema. In verità Franco deve ringraziare che non ho altri termini di paragone.
Bianca: Vuoi dire che non hai avuto altri uomini oltre tuo marito?
Cesira: Mi sono sposata molto giovane e Franco è stato il primo amore. In un momento di crisi sono stata tentata di tradirlo ma poi ho pensato: “e se vado con un altro e mi piace di più, che faccio”?
Deborah: Si, ma pure rimanere col dubbio…
Bianca: E lui? Anche lui solo con te?
Cesira: Credo di si, almeno prima del matrimonio. La storia di arrivare vergini al matrimonio è una fregatura!!
Agnese: Cosa?
Cesira: Dai Agnese… Se hai sempre mangiato spaghetti in bianco come puoi mettere fantasia in cucina?
Agnese: Io non sono degli spaghetti in bianco!
Cesira: Puoi essere anche del tartufo ma se Piero ha assaggiato solo quello…
Deborah: Non ti preoccupare per Piero, non credo che sia il suo caso.
Cesira: Aver avuto solo Franco è il mio più grosso rimpianto. Ora per fare esperienza dovrei tradirlo!!
Bianca: Alla tua età?
Cesira: Finché c’è vita c’è speranza! Lo vuoi un consiglio Bianca? Datti da fare adesso!
Bianca: Io vorrei tanto un uomo sincero, leale, fedele…
Cesira: Allora fatti un cane. Per vivere una vita insieme, occorre anche passione, attrazione, movimento.
Agnese: Le donne per fare del sesso devono provare qualcosa…
Deborah: L’orgasmo!
Agnese: … del sentimento.
Deborah: Ragazze, la sessualità femminile è una cosa di testa, fatta di aspettative ed eccitazione. Quella maschile è idraulica di base, o il sangue va al cervello o va … lì.
Agnese: Ho perso l’appetito. Vado a cercare degli indizi per capire che fine ha fatto Giovanna!! (Agnese inizia ad aprire i cassetti)
Bianca: Inizio anche io la ricerca. (Bianca si unisce a Agnese)
Deborah: A me invece questi discorsi mi hanno fatto venire fame. Uhmm davvero ottimi!! Brava Cesira!!
Cesira: Grazie ma il merito è di Franco!!
Deborah: Fortunata!
Cesira: Beh, tutto sommato sì, sono fortunata. Devo lasciargli un po’ di respiro, è un bravo marito!! Nessuno è perfetto, neanche io lo sono.
Deborah: Quindi non vuoi più “cambiare la cucina”?
Cesira: Anche la “solita zuppa” può essere buona con un po’ di spezie.
Deborah: Allora abbonda col pepe!! Saprai sicuramente come fare!
Bianca: Ragazze, guardate questi: biglietti del cinema usati ed uno per il teatro.
Agnese: Qui c’è una raccolta di biglietti di ingresso a musei ed un biglietto aereo per Barcellona. E’ per la prossima settimana.
Bianca: (Bianca controlla quello che ha trovato Agnese) Tutto per una persona sola… nessuna traccia di chi potrebbe essere l’amante.
Agnese: Il toy boy. L’ho detto giusto?
Deborah: Si Agnese.
Bianca: Forse abbiamo tratto le conclusioni sbagliate, in fondo lo avevamo già fatto dando la colpa a Paolo del matrimonio saltato e se non ci fosse nessuno?
Deborah: E per quale motivo Giovanna avrebbe fatto saltare tutto?
Bianca: Di sicuro non era soddisfatta del rapporto con Paolo. Eppure mi sembrava sincero, innamorato, sempre così attento a tutto.
Cesira: Ma nell’intimità? Insomma... a letto com’era?
Bianca: Che ne so… non me ha mai parlato.
Cesira: Forse era noioso.
Agnese: Come noioso?
Cesira: Si, Noioso, monotono tipo che durava una vita, hai capito il genere.
Deborah: Certo, quelli che lo fanno per ore e ore. Ma perché poi? Che ho fatto di male? Dopo un po’ ci si annoia!!
Cesira: E ti viene male alle articolazioni!!
Bianca: Non credo sia tutto centrato sul sesso.
Deborah: Questo lo so… ma è divertente anche solo parlarne!!
Si sente aprire la porta ed entra Roberta
Roberta: Ragazze, sono contenta che siete tutte qui. Ho notizie di Giovanna.
Bianca: E che aspetti… dicci tutto!
Roberta: E’ venuta a casa dei nostri genitori, sapete sono anziani e non voleva che si preoccupassero inutilmente. Ah, si è accorta dei nostri ingressi a casa sua.
Cesira: Ma le notizie quali sono? Come sta, dove è finita e che è successo al matrimonio?
Roberta: Calma, calma, ha scritto una lettera per noi dove è spiegato tutto.
Apre una busta, prende il foglio e lo legge davanti all’attenzione di tutte.
(si suggerisce un sottofondo musicale)
“La sera prima del matrimonio ero a casa mia, a mezzanotte, mi ero nascosta in bagno come facevo da tanti giorni e piangevo… mi dicevo che era l’agitazione del matrimonio. Ma non riuscivo a convincere neanche me stessa. La verità era che non volevo essere sposata e non volevo avere un bambino ma avrei dovuto volerlo.
Ho 35 anni, sono fidanzata… ero fidanzata da 10 anni, convivevo… avevamo rimandato matrimonio e figli per seguire la carriera e nessuno ci ha fatto pressioni ma il tempo ormai era finito, dovevamo sposarci e mettere su famiglia.
Paolo ha accettato tutto con serenità, io, non volevo niente di simile.
Ma come fare marcia indietro? Il matrimonio era pronto. Quello era l’anno giusto: matrimonio e dopo nove mesi un bambino. Paolo aveva programmato tutto, anche il parto in primavera… non troppo caldo, non troppo freddo. Ci stavamo provando già da qualche mese, senza risultati. Ogni mese, quando arrivavano le mestruazioni, mi ritrovavo a mormorare di nascosto in bagno: Grazie, grazie, grazie.
Come potevo essere stata così stupida da permettere di arrivare ad un matrimonio da cui ora volevo solo scappare? La verità è che io ero diventata Paolo – dipendente, lui era così deciso, sapeva cosa voleva, io non credevo di avere alternative. «Che cosa hai voglia di fare, Giovanna?». Non osavo rispondere a quella domanda, e quando finalmente cominciai a rispondere, lo feci con cautela, concedendomi di esprimere solo desideri piccoli. Voglio andarmene presto da questa festa. Voglio tornare a casa e leggere un libro. Voglio comprarmi una scatola di biscotti. Voglio andare a teatro… voglio fare un viaggio… non voglio un bambino… non voglio sposarmi.”
Oppure versione lunga del monologo
“La sera prima del matrimonio ero a casa mia, a mezzanotte, mi ero nascosta in bagno come facevo da tanti giorni e piangevo… mi dicevo che era l’agitazione del matrimonio. Ma non riuscivo a convincere neanche me stessa. La verità era che non volevo essere sposata. Non volevo essere sposata e non volevo avere un bambino ma avrei dovuto volerlo.
Ho 35 anni, sono fidanzata… ero fidanzata da 10 anni, convivevo… avevamo rimandato matrimonio e figli per seguire la carriera e nessuno ci ha fatto pressioni… era accettato da tutti, era normale. Come normale ed imposto dalla società che il tempo ormai era finito, dovevamo sposarci e mettere su famiglia.
Paolo ha accettato tutto con serenità… lui ha sempre accettato tutto. Un giorno avremmo smesso di viaggiare, avremmo desiderato vivere in un bel appartamento, con tanti bambini e tanti giochi sparsi nel soggiorno, un giardino sul retro e una buona cenetta in cucina. Ma io non volevo niente di simile.
Superati i trenta, quella scadenza aveva cominciato a incombere su di me come una condanna a morte, e mi sono accorta di non avere nessuna fretta di rimanere incinta. Speravo che arrivasse il momento in cui avrei voluto un figlio, ma quel momento continuava a non arrivare. Mi ricordo un libro la cui protagonista diceva: «Avere un figlio è come farsi un tatuaggio in faccia. Devi essere maledettamente sicura di volerlo davvero».
Ma come fare marcia indietro? Il matrimonio era pronto. Quello era l’anno giusto: matrimonio e dopo nove mesi un bambino. Paolo aveva programmato tutto, anche il parto in primavera… non troppo caldo, non troppo freddo. Ci stavamo provando già da qualche mese, senza risultati. Ogni mese, quando arrivavano le mestruazioni, mi ritrovavo a mormorare di nascosto in bagno: Grazie, grazie, grazie. Avevo cercato di convincermi che non c’era niente di strano, che tutte le donne si sentivano nello stesso modo quando cercavano di rimanere incinte, ma sapevo che invece era il contrario.
Come potevo essere stata così stupida e colpevole da permettere di arrivare ad un matrimonio da cui ora volevo solo scappare? Avevamo comprato casa appena un anno prima. La verità è che io ero diventata Paolo – dipendente, lui era così deciso… sapeva cosa voleva o per lo meno accettava quello che la società ci imponeva con serenità… io con rassegnazione, ma non credevo di avere alternative. «Che cosa hai voglia di fare, Giovanna?». Non osavo rispondere a quella domanda, e quando finalmente cominciai a rispondere, lo feci con cautela, concedendomi di esprimere solo desideri piccoli. Voglio andare a scuola di yoga. Voglio andarmene presto da questa festa. Voglio tornare a casa e leggere un libro. Voglio comprarmi una scatola di biscotti. Voglio andare al cinema. Voglio andare a teatro… voglio fare un viaggio… non voglio un bambino… non voglio sposarmi.”
Agnese: Quindi, nessun toy boy?
Bianca: No, nessun altro uomo Agnese. Per assurdo è più accettato dalla società che un matrimonio salti per un tradimento che per una consapevole scelta di solitudine.
Deborah: Come se facesse più scandalo una donna che sceglie di stare da sola che una, come me, che preferisce, preferiva, tanta compagnia.
Cesira: Certo che ne abbiamo prese di cantonate. Prima pensavamo fosse stato Paolo a tradirla e lasciarla e poi che Giovanna avesse un altro.
Roberta: L’importante è imparare la lezione, io sono sua sorella e non mi sono accorta di niente, anzi, forse ho peggiorato le cose, ma involontariamente. Sono sposata, ho due figlie, vivo una vita apparentemente tranquilla e felice.
Agnese: Bene no?
Roberta: Forse usciamo un po’ poco ed abbiamo poca vita sociale, ma quel tanto da non essere considerati degli asociali.
Deborah: Certo, siete a rischio di essere considerati dei sociopatici serial killer!!
Roberta: Quel che volevo dire e che ci si ferma all’apparenza. Sembriamo una famiglia perfetta e lo siamo sembrati anche a Giovanna. Senza volerlo sono stata per lei un falso esempio da seguire.
Cesira: Un modello di famiglia, capisco cosa intendi: la famiglia del mulino bianco. Giovanna mi parlava spesso di te, in effetti ti prende come esempio. Adora sia te che la tua famiglia, stravede per le sue nipotine.
Roberta: Non era questa la mia intenzione. Non voglio essere un modello. Anche noi abbiamo i nostri scheletri nell’armadio.
Bianca: Allora anche tu sei dei nostri!! In queste serate a casa di Giovanna abbiamo scoperto che nessuno è perfetto.
Cesira: I nostri scheletri hanno già preso aria. Roberta tocca a te.
Roberta: Non c’è molto da dire, solo che niente è perfetto. Io ultimamente l’ho accettato e vivo molto meglio. Nel rapporto con mio marito ci sono stati alti e bassi e le difficoltà hanno lasciato il segno.
Cesira: La passione sfrenata da strapparsi i vestiti è solo nei film e nei libri.
Roberta: Le figlie sono state volute ma a volte vorrei stare un po’ da sola. Sono stata in crisi anche io ed ho pensato di lasciare tutto e tutti ma non l’ho fatto.
Deborah: Cosa è cambiato?
Roberta: Nulla è cambiato, semplicemente ho imparato ad accettare anche i sentimenti negativi. Non mi sento più in colpa se lascio la piccola a giocare da sola mentre io leggo un libro, non mi sento una pessima madre se la grande “adolescente” se ne sta chiusa in camera e non metto in crisi il matrimonio se non provo il trasporto selvaggio per mio marito quando invece stiamo bene insieme a cucinare la cena.
Cesira: La vita è dura ed ognuno fa del proprio meglio.
Roberta: Esatto. Mi sono slegata dal “come dovrebbe essere” e quando gioco con la piccola mi diverto, quando parlo con l’adolescente mi interesso a quel che dice…
Cesira: E non segni sul calendario ogni volta che fai sesso con tuo marito!!!
Roberta: No di certo… solo che adesso… se solo mi fossi aperta con Giovanna, non saremmo arrivate a questo punto. Non esiste il mulino bianco.
Bianca: Nessuno di noi aveva capito cosa passasse Giovanna. Usciamo insieme ma nessuno parla veramente e nessuno ascolta.
Cesira: Non sentirti in colpa Roberta. Giovanna ha trovato il coraggio di fermarsi in tempo. Meglio adesso che separarsi dopo un anno di matrimonio o peggio tirare avanti tra rimpianti e recriminazioni.
Roberta: Hai ragione, meglio così. Ha fatto un bel casino però.
Deborah: Decisamente. Ma è stato utile e non solo a lei. Io ho trovato amiche che non mi giudicano.
Cesira: Ed io ho scoperto che posso essere di esempio a qualcuno. (ammiccando verso Agnese)
Bianca: Cesira sei un mito irraggiungibile.
Agnese riceve una telefonata dal figlio (suoneria “mamma mia”)
Agnese: Pronto? (verso le altre) E’ mio figlio. Dimmi. Hai fame, e allora? Perché mi hai chiamata? ... Non ci penso neanche, il panino te lo puoi preparare da solo, hai le mani vero? (si volta verso le altre che la incoraggiano) Io adesso sono con le mie amiche e non penso che tornerò per cena, … pensaci tu o fallo fare a papà… e ora che impari… una tazza di latte la sai scaldare… arrangiati, sei grande ormai.
Cesira: Così Agnese!
Bianca: Shhhh!
(le amiche ascoltano e commentano con la mimica approvando la telefonata)
Agnese: Si, ho intenzione di uscire spesso, è un problema? … ah davvero? Sono troppo vecchia per uscire con le amiche? Sai, mi sa che hai ragione, ho anche problemi di memoria. Penso che domani potrei dimenticarmi di lavarti i vestiti o di prepararti il pranzo… Perfetto, allora a dopo, non aspettatemi in piedi.
Cesira: Brava Agnese, così si fa!!
Bianca: Sono fiera di te!
Roberta: Siamo tutte fiere di te.
Agnese: Non mi va di finire la serata adesso! Vi va di andare al cinema!
Man mano le ragazze si preparano, si mettono la giacca, prendono le borse.
Deborah: Io ci sto.
Cesira: Anche io, però sbrighiamoci perché al ritorno ci aspettano gli spaghetti di Franco.
Bianca: Ma stasera non vedi nessuno Deborah?
Deborah: No, nessun. Ho deciso di rallentare con gli incontri e dedicarmi a me stessa…in un altro modo! Ieri mi sono iscritta ad un corso di ginnastica… in palestra.
Bianca: Spero che non abbandonerai del tutto il giro dei locali, proprio adesso che avevo deciso di uscire un po’ di più. Avrò bisogno di alcune dritte per conoscere qualcuno…
Deborah: Smettere adesso e rinunciare ad una “mission impossible” come questa… mai!! Ci sarà da divertirsi!! Quando cominciamo?
Roberta: Non stasera, abbiamo un appuntamento al cinema con Agnese, dimentichi? Proiettano ancora “50 sfumature di grigio”. Andiamo?
Cesira: No grazie, mi è bastato il mio di esperimento alle 50 sfumature!! Preferisco una bella commedia!
Roberta: Cosa?!
Deborah: Tranquilla, ti sei persa un bel po’ di chiacchiere ma avremo modo di metterti al corrente. Sappi solo che il matrimonio mancato di tua sorella forse ne salverà altri!!
Roberta: Bene, anche se non ho capito molto! Andiamo ragazze, abbiamo di fronte una bella serata!!
Bianca: Ed è solo la prima!! Pensare che tutto è nato da un matrimonio che è saltato!
Squilla il telefono di Roberta
Roberta: (si rivolge alle altre) E’ Giovanna. (al telefono) Pronto? Ciao. Si tutto bene… beh in effetti. Si, siamo a casa tua… Chi? io, Bianca, Agnese, Deborah e Cesira… Esatto ci siamo tutte. E tu dove sei?...(alle altre) E’ al pub all’angolo. (al telefono) Volevamo andare al cinema e poi farci uno spaghetto alle vongole… beh si, a casa tua, sei dei nostri? Cosa proponi? Davvero? Una persona? Ok.
Bianca: Allora?
Roberta: E’ al pub. Con una persona.
Cesira: Come “una persona”?
Roberta: Così ha detto “persona”.
Agnese: E’ con un toy boy?
Bianca: No, non ha detto un uomo, ma persona.
Deborah: Cavolo, Giovanna se la fa con una donna!
Agnese: Questa non me l’aspettavo… una donna. Siete troppo emancipate per me.
Cesira: Non guardare me, io sono all’antica.
Bianca: Non abbiamo imparato niente allora, prima di giudicare meglio saperne di più. O meglio ancora, e se non giudicassimo?
Cesira: No, no, qui occorre indagare. (Bianca scuote la testa) Questa storia è troppo divertente, prima la caccia al tesoro ed adesso il pedinamento.
Roberta: Nessun pedinamento, Giovanna ci aspetta al pub per farcelo… farcela conoscere.
Agnese: Ma il film?
Deborah: Perché vederlo se puoi viverlo. Andiamo?
Bianca: Io sono pronta.
Tutte le ragazze escono, Cesira rimane per ultima.
Cesira: Certo che qui non ci si annoia mai. Meglio di una telenovela. Aspettatemi vengo anche io!
Sipario
FINE
La messa in scena è libera, non occorre il permesso dell’autore, basta pagare la SIAE. Ma gradirei molto averne notizia.
Mandatemi la locandina via mail o messanger vi farò pubblicità sui social e terrò la locandina nel mio archivio personale.
deruvostefania@gmail.com
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