MAURO HA GLI OCCHI VERDI

Atto unico di 

Andrea Cramarossa


BUIO. MUSICA. LUCE IN SCENA. APPARE STRISCIANTE UN UOMO, DA UNA QUINTA, IN ABITO SCURO, CRAVATTA, BENDA SUGLI OCCHI, MANI E PIEDI LEGATI CON UNA CATENA. EGLI SI MUOVE ALL’INTERNO DI UN ORGANISMO UMANO DI NOME MAURO. STRISCIA. COMPIE MOVIMENTI STENTATI, NON SOLO PERCHE’ E’ COSTRETTO A STRISCIARE MA ANCHE PERCHE’ RAPPRESENTA IL TORMENTO INTERIORE DELLO STESSO MAURO. GIUNGE IN PROSCENIO. SI DISPONE SU DI UN FIANCO, HA LA TESTA PENZOLONI, LA MUSICA SFUMA FINO A CESSARE. TEMPO DI ASSESTAMENTO. UOMO:

Vivi, 
perché di vita
anche il tuo 
pianto
è fatto; 
mi hai condotto
qui
tra le rovine 
del tuo corpo
oh, triste
sfortunato…
proprio tu 
che avresti potuto
cogliere
il linguaggio incerto
degli angeli.
Ti tergi 
Una lacrima
La tua mano destra 
Vedo
La sa contenere.
Cosa 
non funziona
tra gli ingranaggi
della tua mente
cosa
non riesci
a ricordare?
SI DISPONE A PANCIA ALL’ARIA, CON LA TESTA IN GIU’.
Vedi il mondo 
Sottosopra
Sopra 
E sotto.
Dove mi porterai
Disonesto padrone
La prossima volta?
In cantine
Più buie
Di questa
O mi dimenticherai
In qualche sala da barba?
Ma più in basso
Mi spingerai
Con più forza
Griderai
Alla tua 
Impareggiabile
Solitudine.
Non puoi tenermi come un verme al buio.
Non riesci 
A parlare
Ma cosa vorresti
Dire
Esattamente?
MUSICA. LUCE CENTRALE. D’IMPROVVISO.
Hai detto qualcosa?
UOMO SI MUOVE FINO A RAGGIUNGERE IL CONO DI LUCE. SI RIVOLGE ALLA FONTE DI LUCE, DOPO AVERNE PERCORSO IL PERIMETRO.
Finalmente ti sei svegliato.
Dormito bene?
Mezzogiorno in punto.
Vai a lavarti…
E bevi un buon caffè…
CON ENFASI INFANTILE.
È domenica mattina
Che si fa oggi?
Si và a caccia
Di uomini, eh?
SORRIDE.
Vediamo…
Come ti piacerebbe che fosse?
Giubbotto di pelle
Nera
Testa rasata…
No, no, no…
Finto maschio…
90% di probabilità
che non si lavi
ed un 60, 70% di probabilità
che sia completamente
scemo.
MOVIMENTO COME SE AVESSE RICEVUTO UN PUGNO NELLO STOMACO. RIDE. FINE MUSICA.
Va bene, va bene, va bene,
niente caccia
non ne parliamo più.
Tua madre ti guarda
Da lì dietro
Non ti dice niente
Non ti dice più niente.
IRONICO.
Beh, per un uomo
Che lavora
È concesso alzarsi tardi
La domenica mattina
E poi il sabato sera
Si sa, no?
Si fa baldoria
Con gli amici
Si và a ballare
A commentare
Ed un pub 
Un caffè
Come si conviene
Ad ogni maschio 
Cacciatore 
Perché il maschio
Si sa
È cacciatore!
RIDE.
Peccato che
Nel caso tuo
La preda sia sempre quella sbagliata!
RICEVE UN ALTRO PUGNO E CADE IN TERRA. RIDE. MUSICA. SI SPOSTA IN PROSCENIO DAL LATO OPPOSTO A PANCIA IN GIU’.
SEMPRE IRONICO.
Oh… cosa c’è?
Sei triste?
Hai bisogno di affetto?
Hai bisogno di quell’affetto?
Beh, io non posso aiutarti
Mi dispiace
Fammi uscire da questa prigione 
e vedrai…
ah, forse, puoi accontentarti
di quell’altro affetto…
come, come si chiama?
L… L… ah, sì!
Lunetta! 
Si chiama Lunetta.
Eh, no, non si chiama 
Giorgio
O Roberto
O Alberto
O come quell’altro
Ah, sì
Alessandro.
Lui sì che si era
Affezionato.
Vogliamo dire
Anche 
Innamorato?
O è un po’ troppo
Per te?
FINE MUSICA.
Sono trascorsi 
Cinque anni
E ancora te lo ricordi.
Non credo 
Di aver conosciuto
Altra persona 
Che abbia sofferto
Così tanto
Quanto lui.
Povero ragazzo.
Oh, certo, ceeerto,
tu fosti chiaro
in uno di quei ritrovi,
tristi come la morte,
per depressi
e uomini sposati – con prole –
“Io non voglio
non posso…
ogni tanto mi piace…
tutto qui…
E poi ho la ragazza
Ed io l’amo!”.
Oh, sì
Come si ama una sorella
Od una zia.
E intanto i suoi 
Occhi neri supplicanti
Sono ancora lì
Stampati 
Nella tua memoria.
Vile!
Tu conosci la verità
La tua verità!
Bene…
Intuisco
Ma non per mie 
Particolari
Capacità cerebrali
Che anche questa 
domenica mattina 
resterai coi tuoi amici
che ovviamente non sanno nulla
di te
e poi trascorrerà
noioso
il pomeriggio
ad ascoltare 
quelle rumorose 
insopportabili
radiocronachesportive.
SEMPRE PIU’ IRONICO.
Beh, perché un uomo
Non è uomo
Se non ascolta le partite
Di calcio alla radio
Ladomenicapomeriggiocongliamici;
e non è uomo 
di sesso maschile
se il sabato pomeriggio
non gioca a pallone
con gli amici;
perché un uomo
non è uomo 
se non piscia allegramente
in compagnia
e se non perde 
quelle 6 – 7 ore 
al giorno
a considerare
il culo di quella
e le tette di quell’altra; 
perché un uomo
si sa
deve essere abituato
fin da bambino
a smanettare
con fiducia
il proprio uccello
di modo che
tutte 
le persone sappiano
che ne possiede 
uno;
perché un uomo
è uomo
se sputa quel bel catarrone mattiniero
davanti al bar
assieme ai colleghi
prima di andare al lavoro
dopo il caffè
come se volessero
mandare i propri catarri
a lavorare al posto
loro; 
perché un uomo
è uomo maschio
se prende una femmina
e la sbatte 
ripetutamente
come un polpo
per poi lasciarla 
lì per terra
implorante povera disgraziata
per aver perduto
per sempre
un simile gioiello;
Dio celeste…
Quante belle cose
Utili e interessanti
Deve fare un uomo
Perché sia considerato
Uomo
In una società civile.
Che tristezza
I tuoi biscotti preferiti
Sono finiti.
CAMBIO DI LUCE. MUSICA. L’UOMO SI SPOSTA MUOVENDOSI IN GINOCCHIO VERSO UN ABITO (IDENTICO AL SUO) APPESO AL FONDO DEL PALCO. SI SOLLEVA FATICOSAMENTE E COI DENTI, DAL TASCHINO DELLA GIACCA APPESA, ESTRAE UN FOGLIETTO DOVE SONO SCRITTE LE PAROLE DELLA CANZONE CHE VA IN SOTTOFONDO. LO POGGIA PER TERRA E INIZIA A CANTARCI SOPRA. POI LA MUSICA CESSA DI COLPO E SI ODONO SOLTANTO LE SUE NOTE SGRAZIATE. POI, RENDENDOSI CONTO CHE STA CANTANDO DA SOLO, SI FERMA ANCHE LUI. LATERALE DEL PALCO, NON IN PROSCENIO.
Oh, oh,
è entrata
mamma!
Cosa le dirai
Adesso?
Cantare e ballare
In mutande
E canottiera – ne converrai
Sculettando che sembri
Un fenicottero,
e ben strano…
Ella ride
Follie di gioventù
Pensa.
Eh, no!
Ma quali follie!
Diglielo,
diglielo…
io sono
io sono
dunque
io sono
adesso
diglielo adesso
io sono
ripeti con me
segui il labiale
i-o-s-o-n-o
PUGNO
Io sono
PUGNO
Io
PUGNO
Sono
PUGNO
Io
PUGNO
Sono
PUGNO. STOP. LENTO SOLLEVA IL BUSTO. IN GINOCCHIO.
Che cosa hai detto?
Io
Sono
Felice?
Perché
Io

Lunetta
Abbiamo
Deciso
di…
CADE IN TERRA. ROTOLANDO RAGGIUNGE IL CENTRO DEL PALCO. E’ STESO PER TERRA.
Nessuno 
Ti ha costretto!
Perché?
Io non riesco a capire…
Dovevo
Essere il primo a saperlo,
- non me ne sono accorto –
ma tu
certamente 
vuoi scherzare.
Ti stai prendendo gioco di me.
E tutte
Le avventure
Vissute assieme?
No,
tu vuoi giocare
sei assolutamente
incapace
di amare.
Non vuoi parlare, vero?
Come un muto
Dalla lingua
Disordinata.
LA LUCE SFUMA FINO AL BUIO. MUSICA.
Paura, paura… paura evocata
Ecco forse cos’è
Paura
Che le cose 
Cambino.
Avevi quindici anni
Stupido Achille
Quando tu
E i tuoi guerrieri
Adolescenti
Tendeste l’agguato
In cerchio come lupi
Affamati
UNA TORCIA TASCABILE ILLUMINA A TRATTI IL PALCO. LA SUA LUCE VOLA COME UN FANTSMA E TALVOLTA COLPISCE IL VOLTO DELL’UOMO.
A quello lì
Adolescente come voi
Di cui però
Si sapeva tutto
Si conoscevano
Gli intimi desideri.
Che paghi
La sua colpa! Lui
Sì!
Che osato
Ed usato
Il coraggio proprio
Delle persone felici
Che possa morire
Pagare per questo
Vedere
I propri intenti
Naufragare…
FINE MUSICA. LUCE DELLA TORCIA FISSA SUL VOLTO DELL’UOMO.
Invidioso liceale
Due anni dopo
Vomitasti l’anima
Perché non riuscivi
Proprio non riuscivi
A togliertelo dalla testa
Quell’altro incomodo
Signorino del banco numero cinque
E non sapevi
Non capivi
Che la tua malattia
Era solo la tua
Solitudine.
RIDE. BUIO TOTALE.
Non ti lascerò
In pace
Neanche per un solo
Secondo
Della tua vita.
La renderò 
Un inferno.
Mi hai già tolto 
La luce – vedo
Sono in cella 
Di sicurezza.
RIDE POI SPASMO.
E l’aria…
Ridicolo…
Sono sempre stato
In carcere
Chiuso qui; 
io sono abituato 
Alla penombra, al buio
Grazie a te
E con me
Vivi
Nella penombra
La tua squallida
Vita.
PAUSA.
Iniziasti
A scopare
Come un dannato
Qualunque occasione 
Era buona
Per stabilire
I tuoi confini.
Cane! Cane…
Alza la zampa
Marca il territorio
Perché un cane 
Sei
E poi fuggi
Fuggi, fuggi…
Finalmente
Trovi la tua cuccia
In chiesa.
Confessa
I tuoi peccati
Tutti!!
E lascia 
Il tuo salsicciotto
Come ex – voto.
Dio
E non solo lui
Te ne sarà grato.
Ma i tuoi 
Occhi
Lasciali a me – per favore
Che io possa
Tornare a vedere
A darti
Con riflessi verdemare
L’illusione
D’essere immortale.
LUCE. L’UOMO E’ IN FONDO AL PALCO, SDRAIATO, SPALLE AL PUBBLICO. SI LAMENTA, SI MUOVE APPENA. LA SUA VOCE E’ SPEZZATA, ROTTA.
Perché?
Perché vuoi svegliarmi?
Cosa hai fatto
Per tenermi
In questo stato?
Mi hai drogato?
Quanto tempo
È trascorso?
E adesso
Che cazzo vuoi da me?
Lasciami
In pace
Non abbiamo
Più niente da dirci
Io e te.
Ti odio
Per quello che mi hai fatto.
SI MUOVE FINCHE’ NON SI RIBALTA ED E’ DI FRONTE AL PUBBLICO. COME SE SI STESSE RIPRENDENDO DA UNA LUNGA CONVALESCENZA.
Ho fame
Anche tu 
Vedo…
E freddo
Glaciale…
STRISCIA FINO ALLA QUINTA IN PROSCENIO.
Come sei carino
Lucido 
Come uno scarafaggio.
RIDE E SOLLEVA A FATICA IL BUSTO.
Dove devi
Andare?
Dove mi stai trascinando?
Non dirmi
Che hai bisogno
Di me.
Sì, certo
Perché svegliarmi 
Allora?
ESCE DALLA QUINTA, SEMPRE IN GINOCCHIO, CONTINUANDO A PARLARE.
Una bella divisa
Magliettina attillata
Un elettrochoc
Per nuovi ammiratori.
E quanto gel
Nei capelli
E che buon profumo
Patrizio
Non vorrai toglierti qualche sfizio?
Se non ti conoscessi
Direi…
ORA LE PAROLE DA DIETRO LE QUINTE SONO INDECIFRABILI, STRISCIATE E BIASCICATE. UOMO RICOMPARE IN SCENA, SEMPRE IN GINOCCHIO MA MUOVENDOSI ALL’INDIETRO. TRASCINA COI DENTI UNA CIOTOLA DA CANE, PIENA D’ACQUA. CON LA CIOTOLA TRA I DENTI CONTINUA A PARLARE, FINCHE’ NON SI FERMA, LASCIA LA CIOTOLA E PRONUNCIA SOLO L’ULTIMA PAROLA DEL SUO DISCORSO.
…un cazzo.
LECCA L’ACQUA COME UN CANE. POI VI IMMERGE TUTTO IL VOLTO E SPRUZZA, PARLA, CANTICCHIA L’ACQUA. RIDE E POI SI FA SERIO.
Ho capito…
È il tuo addio 
Al celibato!
Ma non devi sposarti
Dopodomani?
È il tuo giorno preferito
Il tuo addio particolare
Al celibato.
In quale castello 
Mi porterai
Mio guerriero
A quale luna innamorata
Vuoi che canti
La tua ninna – nanna?
RIDE.
Tu sei pazzo…
Completamente
Pazzo…
Tu…
Partorito da madre
Vergine
Tu…
Che hai il vestito
Della sposa
E le mani livide
Incastrate nella roccia
Di uno scoglio
Amore parte di fiore
Rito perenne
Dell’accoppiamento
Del seme perduto
Di cui le fogne 
Traboccano.
E anche questa volta
Del tuo canto
Resteranno solo le catene
Il lamento
Della rupe
Flagellata dal mare.
Lo hai visto?
È lì
Seduto…
Ti guarda…
Invitalo a ballare…!
Va bene, va bene
È biondo
Lo vedo anch’io…
Ma è anche molto carino
E poi
Non vorrai continuare
A ballare da solo
Come un deficiente.
E smettila 
Di guardarti intorno
Nessuno dei tuoi amici
Frequenta questi posti
Vero?
Naturalmente…
E allora…
Ti avvicini o no?
Forza
Coraggio
Non puoi restare tutto il tempo
A fissargli il collo
Con la bava alla bocca!
Che pena!
Rispondi almeno
Al suo sorriso!
Ecco, lo vedi?
Sempre queste figure
Mi fai fare.
Si è alzato
Si sta avvicinando.
Non tremare, coglione.
Glielo dici subito
Che fra due giorni ti sposi
O vuoi aspettare?
Beh, aspettare…
Aspettare…
Lo sapevo.
Mon Dieu…
Ha già le sue braccia
Attorno al tuo collo…
Smettila di tremare…
Abbraccialo…!
COME SOGNANTE.
U… U…
P… Puoi tremare se vuoi
Te lo concedo.
Sembra… morbido…
Le guance… profumate
Ha i peletti sulle braccia…
Sangue di Giuda
Che bello!
Liberate i vostri baci.
UN PO’ PIANGE, UN PO’ ANSIMA. INTANTO ABBASSA IL BUSTO FINO A RAGGIUNGERE LA POSIZIONE DEL GRANCHIO. LENTO SI TRASCINA AL CENTRO DEL PALCO SUL CERCHIO DI LUCE.
Oh, Mon Dieu…
Mi sento la febbre
Addosso…
E appartiamoci, và…
MUSICA. SI MUOVE IN CERCHIO LUNGO IL PERIMETRO DELLA LUCE.
D’ici, d’ici
Mon Dieu
Dans le chaleur maquereau
De l’ombre
Comme toujours
Mai qu’importe
Tu ais les hormones
Sur les chevaux !
Et hop ! Petit cheval !
Encore, encore
Très bien, très bien
Acrobaties, spirales
Joues-vous avec les joujoux
Petites
Poitrine, jambes, bras,
Langues, mains, nuques
Nuit habillé des lèvres
Délivre-tu le cœur
Délivre-tu le cœur
Délivre-tu le cœur
Chanson romantique
Egocentrique
Ma tète
Dans la laveuse
Encore, encore
Très bien, très bien
Mon Dieu, mon Dieu…
Par trop salé
Son sperme
N’est pas ?
(* Traduzione in ultima pagina).
L’UOMO RESTA AL CENTRO DEL CERCHIO DI LUCE. SOLLEVA LENTAMENTE LE GAMBE.
Ti regalerò 
Un dondolo
E sarai bello 
Come Cassiopea.
Hai lasciato
Qualcosa

Su quella poltrona
Pezzi di pelle
Microrganismi
Del tuo corpo
Pelicapelli
E cellule.
Il tuo DNA
È sparso
Ancora si muove
Vuole andare
E ti senti triste
Nel dolore
Di quest’orgasmo
Così simile
Al dolore della morte.
Se ne va.
Te ne vai.
Parlate due lingue
Diverse.
Ho una rosa
Pazzesca
Ma non riesco
A grattarmi.
Ecco tu
Sei come uno
Di quei punti
Irraggiungibili
Che sulla schiena
Scappano, fuggono
Appena una mano
Cerca 
D’acciuffarli.
SI GIRA SU DI UN FIANCO, VERSO IL PUBBLICO.
Ma tu
Sei anche
Un povero disgraziato
E come tale
Ti vedo adesso
Misero
Appoggiato sul tuo letto
A parlare
Con il vuoto.
Triste e inespressivo come una molecola d’ossigeno.
SI SOLLEVA IN PIEDI CON MOLTA FATICA. POI, TREMANDO, SI PISCIA ADDOSSO. ALLA FINE E’ DI NUOVO IN TERRA, IN GINOCCHIO.
Cosa sta succedendo?
A cosa pensi?
Stai forse
Tornando sui tuoi passi?
Non hai mai rivelato
Ad anima viva
Il tuo segreto
Così segreto
Ma perché?
È per gli altri
Che adesso
Vuoi sposarti?
È perché
Non puoi sopportare
I loro sguardi
Occhi che conoscono
Un segreto tradito.
È perché
Così si fa
O così non si fa?
Cosa è male?
Chi 
Decide?
Tu.
Soltanto tu
Puoi decidere.
Ma io devo 
Aiutarti
Non posso stare
Qui così
A guardarti
Soffocato
Nella tua pelle di crisalide.
TENTA A SOLLEVARSI NUOVAMENTE.
Devo aiutarti
A guardare la realtà
Devi parlare
Urlare se necessario
Nessuno ti accusa
Non chiedere assoluzioni
ORA E’ IN GINOCCHIO.
Mi devo liberare
Queste maledette catene.
Quale futuro
Ci attende
Disegnato
Dalla tua mano assassina?
TENTA DI LIBERARSI.
Strette… troppo strette…
Non riesco…
GRIDA. MUSICA. SULLA MUSICA COMPIE UNA SERIE DI MOVIMENTI QUASI DANZATI MA SEMPRE CON L’INTENZIONE DI LIBERARSI. SI AVVICINA AD UNA QUINTA E COI DENTI AFFERRA UN BOA DI STRUZZO CHE SCIVOLA, ROTOLANDOSI, SUL SUO CORPO. POI SI PROIETTA VERSO LA QUINTA OPPOSTA, VI INTRODUCE IL CAPO PER POI TIRARLO FUORI CON UNA PARRUCCA BIONDO PLATINO. LE LUCI, IN QUESTO PUNTO, SI ABBASSANO SEMPRE PIU’ DI INTENSITA’ E L’UOMO SI DISPONE AL CENTRO, SUL FONDO, DEL PALCO. BUIO. LA MUSICA SFUMA FINO A CESSARE. NEL BUIO SI ACCENDONO DELLE LAMPADINE COLORATE, INTERMITTENTI, COME QUELLE DI UN ALBERO DI NATALE, POSTE SUL SUO CORPO. ORA PARLA COME SE STESSE RECITANDO UN ROSARIO.
Vuoi tu
Mauro
Prendere la qui presente
Lunetta come tua sposa
Silovoglio.
Vuoi tu
Lunetta
Prendere il qui presente
Mauro come tuo sposo
Manco lo devi dire.
Vi dichiaro quindi
Secondo il sacro vincolo del matrimonio
Moglie e moglie
Pardon
Volevo dire marito e moglie.
Ora pro nobis.
Vivrete
Nella castità del vostro matrimonio
Felici
E vi riprodurrete
Per salvare la razza umana
- questa razza umana – 
Dall’estinzione.
Ora pro nobis.
Tu maschio
Lavorerai come un mulo
E porterai il pane a casa
Intriso del tuo sudore
E tu femmina
Provvederai
A mantenere in ordine
Il vostro nido d’amore
Allevando la tua cucciolata è Che avrai partorito con tanto dolore
Con estrema dedizione.
Ora pro nobis.
E andrete a messa
Tutte le domeniche
Con la vostra bella cucciolata
Per poi di pomeriggio
Commentare le acrobazie 
Così virili
Di quegli altri infelici
Giocatori di pallone.
Ora pro nobis.
Quando la tua figlia più piccola
Avrà compiuto dieci anni
Sentirai l’irrefrenabile desiderio
Di fare l’amore con un 
Uomo
E andrai come tutti 
In qualche parcheggio
Per scegliere un pezzo di carne
Come al supermercato.
Ora pro nobis.
Ma quando tornerai a casa
E vedrai tua moglie in pantofole
E tua figlia ti costringerà
A leggere per la quindicesima volta
Le “Avventure di Capitan Harlock”
Ti sentirai una vera merda umana
E i sensi di colpa 
Diverranno talmente pesanti
Che ti crescerà una gobba enorme
E l’herpes ti cambierà i connotati
Al punto che nessuno
Ti vorrà più
Nemmeno tua moglie.
Ora pro nobis.
E quando scoprirai
Che quella povera vergine di tua moglie
In quella caserma
Non andava esattamente a fare le pulizie
Come ti aveva fatto intendere
Per arrotondare le entrate mensili
Sentirai ogni parte del tuo corpo
Distaccarsi e cadere in terra
E la tua gobba diverrà così grande
Che sembrerai un bicefalo.
Amen…
BUIO. LE LAMPADINE DI NATALE SONO SPENTE. NEL BUIO.
Mauro…
Mauro…
Mauro…
GRIDANDO.
Mauro…
SI SPOSTA IN AVANTI IN LUCE, A LATO DEL PALCOSCENICO.
Mauro…
Ascolta…
Ma cosa… cosa stai facendo?
LENTAMENTE SCENDE IN GINOCCHIO. MUSICA.
Senti Mauro…
Fermati
Guarda che non è necessario…
GRIDA.
Non è necessario!
Aiuto, aiuto…
UNA MANO SI LIBERA INASPETTATAMENTE.
Che cosa significa, questo?
Che significa?
Ascoltami Mauro
È pazzia la tua
Rilassati
Respira lentamente
Io stavo solo scherzando
Cercavo solo di aiutarti.
E va bene
Me ne starò qui buono, buono
Per sempre in silenzio
Non mi sentirai più
Non aprirò più bocca…
Mauro…
Ti prego, fermati… sei ancora in tempo…
Pensa… pensa a qualcosa di bello…
Pensa… al cielo, alle nuvole,
all’aria… ecco, pensa 
agli alberi, alla corteccia, ai rami,
le foglie, le chiome,
pensa… all’acqua dei fiumi,
ai pesci, alle rane, 
ecco, ecco… i fiori, gli insetti,
pensa alle case degli animali
SI LIBERA IMPROVVISAMENTE L’ALTRA MANO. PIANGE GUARDANDO LA MANO.
Dov’è la tana della volpe?
Il picchio, lo scoiattolo,
dove ha casa
la lucertola?
PAUSA.
Ho capito
Il gioco è finito.
SI TOGLIE LA PARRUCCA E IL BOA.
Ma tu, puoi vivere la tua vita
Come vuoi
Non era necessario…
Non ce la fai
Vero
Mio stupido 
Cavaliere alato.
Di chi è la colpa ?
Io sono…
Io sono…
Io sono…
Io sono…
SI PIEGA SU SE STESSO.
Io sono…
Io sono…
Io sono…
Io sono…
COME UN PIANTO GRECO. D’IMPROVVISO SOLLEVA IL BUSTO E SI RIVOLGE AD UN LATO DELLA QUINTA.
Vuoi morire?
E muori, bastardo!
Cosa credi?
Che io ti lasci qui
Da solo?
Avrò più o meno
Un’ora di libertà
È un po’ poco
In trentacinque anni
Non credi?
Mi merito di più
Io!
PAUSA.
Ho capito
Il gioco
È davvero finito.
Non mi ascolti più
Sei così tranquillo.
SI TOGLIE ANCHE LA BENDA DAGLI OCCHI. E’ CIECO.
Non senti anche tu
Questo silenzio qua dentro?
Eh, Mauro
Non era mai successo
Mai un giorno
Un’ora
Un secondo
Questo silenzio
Così bello.
PAUSA.
Mi mancano le forze.
Che cosa devo fare?
Eh? Dimmelo!
GRIDANDO.
Dimmelo!! Maledetto…
GUARDA VERSO MAURO INTERROGATIVO, PER TRE VOLTE.
Allora… addio,
buonanotte…
io… io…
mi stendo qua
INDICA.
Vedi?
Proprio qua.
RIDE E PIANGE.
Non dormo. Sto qua. Buono, buono.
Così se avessi bisogno di qualcosa
Qualunque cosa
Mi troverai qua
Hai capito?
Mi hai sentito?
E se sto dormendo
Mi puoi svegliare
Non ti devi preoccupare
Mi/puoi/ svegliare…!?
Allora… buonanotte…
Di chi è la colpa, io sono…
PIAN PIANO SI DISTENDE SU DI UN FIANCO, TASTANDO IL PAVIMENTO COME FAREBBE UN NON VEDENTE.
Che bel silenzio…
Di chi è la colpa…
Silenzio…
Io sono…
Di chi è…
Buonanotte… la colpa?
SI DONDOLA. BUIO. SIPARIO.