CHE MONDO DI GUAI!
Commedia brillante in due atti di:
GIOVANNI ALLOTTA
Prefazione
Quante volte si sente dire in famiglia tra fratelli e sorelle: “Niente e
nessuno, potrà mai separarci!” . Penso che questa sia una frase così ricca
d’amore, che non basterebbe una montagna di soldi a smontarla!...Bhe bhe, forse,
ho esagerato! E si, esiste pace e amore tra due persone finchè in questione non
ci siano soldi. E’ proprio vero, l’interesse al denaro o potere, spesso conduce
alla perdizione del nostro essere normali, e porta a bruciare valori di vita e
ripudiare chiunque, fosse anche nostro fratello! Il tema in questione, spiega
proprio questo, un amore incorruttibile tra due fratelli, rovinato dalla
propensione di entrambi al potere, ma nel bel mezzo dei soliti litigi...
Personaggi
Pino Capo famiglia
Gianna Moglie
Gino Fratello di Pinuzzu
Mimmo Cognato
Emi Figlio
Compare totò Cumpari
Peppino Amico di partito
(La scena si svolgerà, in una normale sala da cucina. Pino entra cantando,
tenendo in mano un assegno)
PINO
Ohi vita o vita mia, ohi core e chistu core, si stato o primmo amore o primo e
pi sempre sarai pe mme! (Entra Giannina. Pino non la vede e parla con l’assegno)
Se non fosse per te, morirei! Senza di te, sarei un uomo senza valore. Grazie
d’esistere! Sei l’unico amore della mia vita! (Bacia l’assegno)
GIANNA
(Si lancia tra le braccia del marito) Grazie amore mio, per le parole dolci che
mi hai dedicato, mi hai fatto intirizzire la pelle!
PINO
(Scocciato) Ogni mese è sempre la stessa storia, ma non lo sai che queste parole
le dedico a questo assegno pieno di soldi? (Bacia l’assegno)
GIANNA
(Nervosa) Quindi è l’assegno che ti lava, stira, prepara da mangiare? Non so io
che faccio tutto questo per te, e per tuo figlio!
PINO
Proprio così! Dimmi una cosa, tu, senza detersivo puoi lavare? No! (Ad ogni no,
Gianna scrolla la testa) Senza acqua distillata puoi stirare? No! Senza fare la
spesa puoi mangiare? No! Non è l’assegno che fa tutto questo per te? Si!
GIANNA
(Imbronciata) Questo è vero! Però, sarebbe bello che ogni tanto mi guardassi
negli occhi, dicendomi cose belle!
PINO
(Guardandola negli occhi, recita) Amore è vero, ti trascuro. Non trovo mai il
tempo per dedicarlo a te! Ora, recupererò il tempo perso con tre parole dolci
che solo i veri innamorati come me, sanno dire! Amore ...vai a prelevare
l’assegno!
GIANNA
(Ironica) Che bella parole! Sono proprio, ricche di miele!
PINO
Più dolci di così, non si può! E se pensi che in questo assegno ci sono, due
mila euro, ancora più dolci sono!
GIANNA
La vita, ti deve passare a non far nulla, e guadagnando i soldi, così!
PINO
Stai calma, Gianna! Ti mancano cose in casa? (Gianna dice no) Allora? Ti
dovresti lamentare, se desiderassi qualcosa! Invece, abbiamo di tutto! Tutto
questo, grazie a questo assegno d’invalidità!
GIANNA
L’invalidità, ce l’hai nel cervello! Vorrei vedere, se non ci fosse compare Totò
alla regione, come dovresti fare tu, a campare!
PINO
Sai come si dice? Per mezzo dei santi, si va in paradiso!
GIANNA
Mettiamo che qualche volta, dovessero venire a fare un controllo e constatano
che non sei invalido, per come avete imbrogliate le carte, tu e compare Totò,
vorrei proprio vedere, se non ti fanno passare questa cretinaggine che hai!
PINO
Vedi? L’hai appena detto! “Questa cretinaggine che hai!” Quindi, qualcosa
d’invalido ce l’ho! Mi merito la pensione, anzi, a che ci penso, devo chiedere
l’aumento! Povero a chi non ha nessuno! Io ho, compare Totò...Grazie a Dio!
GIANNA
(Si sente una caduta, seguita da lamento) Ch’è successo?
PINO
Questo è l’avviso di chiamata, ch’è arrivato tuo fratello Mimmo! (Gianna esce a
va a prenderlo. Entra, sostenendo il fratello ubriaco)
MIMMO
(uomo maturo. Ubriaco malfermo, entra con una bottiglia di vino vuota e parlerà
di conseguenza) nel blu dipinto di blu, felice di stare quaggiù, perché al primo
piano, non ci vado più, con te! ...Buongiorno a tutti! Gianna, dammi chiodi e
martello che devo piantare la porta!
GIANNA
Devi piantare la porta? Perché, la porta pensi che c’è chi se la porta?
MIMMO
Ogni volta che vengo qui, la porta mi prende in giro. Mi gira a destra, sinistra
e non riesco ad acchiapparla. Per entrare qui, mi tocca fare il quiz la uno, la
due, la tre e...prendo sempre la porta di cemento!
PINO
Vuoi dire...il muro! Comunque, perché sei qua? Quando vieni tu, ci sono sempre
novità!
MIMMO
Dammi qualcosa da bere, ho la lingua deserta!
PINO
Gianna, vai a prendere un po’ d’acqua a tuo fratello!
MIMMO
Ma che acqua! Non ti permetto più di offendermi così! Preferisco un bel
bicchiere di vino! (Gianna esce, e rientra con un bicchiere di vino, e lo da a
Mimmo che lo beve in un sorso)
PINO
Come va? Ti sei ripreso?
MIMMO
Mi sento meglio, posso smontare il mondo!(Si batte il petto e urla come tarzan)
PINO
Zitto! Se ti sente il vicinato, pensa che sono io che sono impazzito, e invece
di chiamare il dottore, chiamano l’esorcista! ...Andiamo, che mi devi dire!
MIMMO
Mi trovavo nella taverna “Qualche goccio in più” e mentre bevevo ho visto
passare tuo fratello Gino, con una valigia!
PINO
(Felice) Hai visto a mio fratello Gino? (Mimmo annuisce) Sicuro? Può essere che
l’hai scambiato per un altro!
MIMMO
Vero che sono ubriaco di natura, ma grazie a questo mio pregio, vedo le persone
a due a due. Posso sbagliarmi una volta! Perché, una su quattro, è giusta!
GIANNA
(A Pino) Vedi che potenza di fratello che ho? Sembra cretino, invece...
PINO
(La precede) è tutto cretino! Allora, com’è finita?
MIMMO
Lui mi ha visto e ci siamo salutati, e mi ha detto che vi sta facendo una
sorpresa, però io non ve lo posso dire ch’è una sorpresa!
PINO
Come, l’hai appena detto che mio fratello sta venendo!
MIMMO
Che sta venendo si, ma no che sua moglie, l’ ha lasciato perché gli ha fatto le
corna! Ora è solo, come un cane bastardo! Però queste cose non posso dirtelo,
perché è una sorpresa!
PINO
Povero, mio fratello! Glielo dicevo, che quella zoccola, non era la donna giusta
per lui!
MIMMO
Mi ha detto, che vorrebbe trasferirsi qui da voi! Non appena troverà una casa,
andrà via! Però, non posso dirti queste cose, perché è una sorpresa!
PINO
Ho capito! È tutto una sorpresa, però, mia hai già detto tutto!
MIMMO
(S’innervosisce) Non dire ch’è colpa mia se sai tutte cose, perché io non ti ho
detto, quello che mi ha detto Gino! Me ne vado, altrimenti qui, faccio una
strage! (Esce canticchiando)
PINO
Vai tranquillo, io non lo so che mio fratello, mi sta facendo una sorpresa!
(Alla moglie) Gianna, prepara una stanza per mio fratello, la migliore! È
l’unico fratello che ho e lo voglio tanto bene! (Col sorriso) a questo stronzo!
GIANNA
E meno male che gli vuoi tanto bene! Non è ancora arrivato, e lo tratti come uno
stronzo!
PINO
Ma che schifio hai capito!
GIANNA
Tu, hai sempre detto, che la migliore stanza dove stanno gli stronzi, è il
gabinetto! Ora, ci mandi a tuo fratello?
PINO
(Ira contenuta) Che c’entra! Quella è una mia riflessione di vita! Per mio
fratello, mi riferivo, la miglior stanza in quanto, miglior stanza!
GIANNA
Allora, vado a preparare il camerino (Sta per uscire, ma viene fermata Da Pino)
PINO
(Adirato) Vieni qua! A mio fratello nel camerino lo dobbiamo far dormire? Negli
scaffali della spesa? Sua moglie gli ha fatto le corna, e secondo te, ci entra
tra uno scaffale e l’altro? No, perché sbatte! (Allude alle corna in testa)
GIANNA
(Ironica) Allora, gli diamo la stanza da letto?
PINO
Brava! Sai che non ci avevo pensato! Mio fratello merita questo, e altro! Vorrà
dire che nel camerino dormiremo tutti e due. Tu, negli scaffali dei detersivi,
io, in quelli del mangiare! Durante la notte, mangio!
GIANNA
Siamo apposto! (Uscendo) Con l’arrivo di tuo fratello, ci siamo messi l’acqua
dentro e il rubinetto fuori!
PINO
Quando fa così, la sbatterei al muro! Le faccio vedere se a mio fratello, non
devo trattarlo bene! (Bussano) eccolo! Mamma mia, che emozione! Mi devo calmare,
se mi vede emozionato, capirà che so quello che non so.(Bussano e si finge voce
tranquilla) Gianna, che fai non senti che bussano?
GIANNA F. S.
Vai tu ad aprire! Io preparo la stanza per quando arriva tuo fratello, Gino!
(Pino si arrabbia, fa gesti come se la volesse uccidere. Bussano. Pino finge di
essere calmo)
PINO
Arrivo arrivo! (Da fuori, si sente la gioia di Pino) Gino! Fratello mio! Che
piacere! Ma che ci fai qua?
GINO
(Felice) Pino, fratello mio! Che bello rivederti!
PINO
(Entra abbracciato a Gino che porta con se una valigia) Gianna, vieni qui.
Guarda chi c’è!
GIANNA
(Entra) Che bella sorpresa! (Si lancia tra le braccia del cognato, si
abbracciano in modo morboso)
PINO
(Li divide e parla sottovoce alla moglie) Vero, che non ci vediamo da tanto
tempo, ma non c’è bisogno d’esser così affettuosa! Se lo rifai, ti rompo le
gambe! (Al fratello, felice) Sono contento di vederti, così...all’improvviso!
GINO
Vi ho voluto fare una sorpresa! Anche se...non mi sembrate tanto sorpresi, è
come se sapeste del mio arrivo! ...non è che avete visto Mimmo? (Pino e Gianna
dicono di no) Strano, in aria, sento puzza di vino!
PINO
(Soffia in aria, aiutandosi anche con la mano) Ma quando mai! E che...siamo
sorpresi di questa tua sorpresa che ci hai fatto! Perché, se non fossimo
sorpresi della tua sorpresa, allora, che sorpresa è?
GINO
(Confuso) Ma...che vuoi dire? Mi hai fatto confondere tutto!
PINO
Bho! Certe volte, non mi capisco nemmeno io quando parlo! Comunque, in un modo o
nell’altro, sorpresi ci siamo...e ci rimaniamo!
GINO
(Si siede) Caro Pino, sai che ti dico? Siediti, che mi sembri più stanco di me!
GIANNA
(Ironica) Poverino! È stanco del troppo lavoro che fa, a non fare niente!
PINO
(Alterato) ueh! Vedi di andartene di là, prima che ti mollo (Mostrando il pugno)
una carezza in un pgno, facendoti diventare rossa, ma tanto rossa, che se ti
vede il sindaco, ti da posto come semaforo! (Esce Gianna) E fai il
caffè!...subito! (Si siede accanto a Gino)
GINO
Così la tratti a tua moglie?
PINO
Questo non è niente! Dovresti vedere quando sono inca...ato nero, la prendo a
bastonate, in una maniera tale, che solo Dio lo sa!
GINO
(Scandalizzato) Ma sei pazzo! Ma...che le fai?
PINO
La prendo per i capelli, la faccio girare così(Alza il braccio in alto, fa il
movimento rotatorio come quando si fa roteare una giacca) Poi, la sbatto a
terra, e le ballo sulla pancia. Per finire e farla riprendere, le vado sbattendo
la testa nei muri, per farla riprendere!
GINO
Guarda che tu, non sei normale! A tua moglie, la tratti così, come uno straccio?
(Pino annuisce) E lei, non dice niente? Non ti denuncia a telefono pedofilo, o
non so...
PINO
Fratè, in che mondo vivi! Da quando a mia moglie la tratto così, ci amiamo di
più! Se le femmine, le tratti bene, ti calpestano! Invece...
GINO
Tua moglie, il cervello l’ha sbattuto così tante volte, che oramai, gli si è
mummificato! Fossi stato io, ti avrei denunziato a lampo!
PINO
Lasciamo perdere questi discorsi cretini! Parlami di te! Che mi racconti di
bello?
GINO
E che ti devo dire Pino. Diciamo, che mi sono passato qualche capriccio. L’anno
scorso sono stato a Londra! In un mese, mi sono divertito!
PINO
Allora, sai parlare il londrese?
GINO
Si, il tedesco! (Infastidito) Londra è la capitale dell’Inghilterra e si parl,
l’inglese! Hai capito?
PINO
Scusami Gino, meno male che sei un uomo di coltura, e non sai che a Londra si
parla il londrese! (Gino confuso si gratta la testa) non mi credi? Ora ti
spiego! Allora, in Francia si parla il francese! In Olanda l’olandese! In Spagna
lo spagnese! E a Londra,il londrese! Vedi che è come ti dico io?
GINO
Si si, come dici tu! Comunque, senti il mio inglese o londrese, come lo chiami
tu! (Accento inglese) You very ammi sich. Sati banc chi peri in cut. Manc fruit,
lass loss e tant buc!
PINO
(Meravigliato) Minchione!
GINO
Ti è piaciuto? Avanti, dimmi cosa hai capito!
PINO
(Confuso) Diciamo che...ho capito...un po’ di qua...un po’ di là...cosa hai
detto?
GINO
Te la dico io la traduzione: Tu, hai le gambe vero secche. Salti il banco con i
piedi incutti, in italiano significa, uniti! Mangi frutta e lasci ossa e tante
bucce! (Pino è meravigliato) Poi, ultimamente, sono stato con amici, alle falde
del Kilimangiaro! Poi, li ho lasciati lì, per venire qui da te, e non lì ho più
rintracciati, mah!
PINO
Poverini! Ma almeno, si sa chi è stato?
GINO
Chi è stato, a fare cosa?
PINO
Mi hai appena detto che non li puoi rintracciare, perché non sai chi se li
mangiarono!
GINO
Ma che hai capito! Il Kilimangiaro, è una montagna!
PINO
Ah, che ne so io! Io pensavo che la nostra montagna di cane, fosse unica al
mondo!
GINO
(Ironico) magari, in tutto l’universo! Con la cultura che ti ritrovi, ti puoi
permettere di stare chiuso in paese! Io con la mia coltura, sono stato a
Chicago!
PINO
Qua ti ho fregato! Il quel posto anch’io ci vado! Ultimamente, anche spesso!
GINO
(Meravigliato) vero? Ma che mi dici?
PINO
Si, proprio così! Poi, varia a secondo di quello che mangio! Negli ultimi giorni
è capitato che spesso ci cago di notte! M’ispira di più!
GINO
(Ride) Ma che hai capito! Chicago è una città d’America! Quindi, parlo tre
lingue. L’americano( Accenna qualcosa di americano) inglese (Fa lo stesso) e
l’italiano.
PINO
Guarda che io, so parlare anche , tre lingue!
GINO
(Allibito) Cosa? E pensare che abiti in questo paese sperduto! ...e dimmi su,
che lingue sono?
PINO
(Fa il conto con le dita)L’italiano e già lo parlo! Il belmontese(Accenna a dir
qualcosa in dialetto) e il paesano (Accenna un dialetto rozzo)
GINO
(Ironico) Peccato, che un villano come te, non sappia parlare il villanese!
(Ride)
PINO
Cavolo! È l’unica lingua che non conosco ancora! Domani andrò dallo zio Pietro
Torna indietro che fa il vaccaio, e mi faccio dare lezioni di villanese!
GINO
(Capisce i discorsi cretini di Pino) Si si, ragione hai! Come si vede che il
manicomio è a portata di mano!
PINO
Lasciamo perdere questi tuoi viaggi, parliamo di altro. Come mai, sei venuto
qui, all’improvviso?
GINO
Che pretendi, che per venire qua, dovevo fartelo sapere, tramite telegramma? Ho
voluto farti una sorpresa!
PINO
Anche se tu, mi avessi mandato il telegramma, per me, sarebbe stata ugualmente
una sorpresa! Ma comunque,...perchè?
GINO
(Triste) Al nord, mi avvilivo troppo!
PINO
Anche al nord, ci si avvilisce?
GINO
Perché al nord è un altro pianeta?
PINO
Io pensavo che ci si avviliva solo in Sicilia, per il semplice motivo che ci si
scervella per inventare qualcosa e fregare gli altri! Tipo, i politici!
GINO
Uffa! Sempre questa mentalità! In Sicilia si parla solo di questo! Meno male che
al nord di cervello, siamo più avanti!
PINO
Certo, ci avete fregati incurva! E comunque, hai sentito la tivù? Dice che la
Sicilia, ogni anno, si avvicina sempre più all’Italia! Quindi, fra un paio di
anni, vi raggiungiamo!
GINO
Se vuoi venire al nord, per me puoi venire, ma non pretendere di farmi tornare
qui! Al nord di mentalità si è più aperti, si è più avanti! (pensa) Che cretini!
Ma perché facciamo questi discorsi! Io, intendevo che mi avvilisco con la
famiglia. (Triste) Ho un figlio perso per la via, e io non so che strada fa!
PINO
Te lo do io il consiglio, fratello! Compra due navigatori satellitari, uno per
te, l’altro per tuo figlio. Così, lui non si perderà mai più, e tu, saprai
sempre che strada fa!
GINO
(Ride) Sei il solito che scherza sempre! (Entra Gianna col caffè, dividendolo ai
due)
GIANNA
Gino è buono il caffè?
GINO
(Bevendo) è buono, complimenti! Come si chiama?
GIANNA
Kosè!
GINO
Il caffè, come si chiama!
GIANNA
Te l’ho detto, kosè!
GINO
(innervosito) sei sorda? Voglio sapere come si chiama il caffè!
PINO
L’ho sempre detto che il caffé, fa venire l’Arterio arrosica! Gino, il nome del
caffé, è Kosè! Fanno la pubblicità in tivù! (Fa un balletto, cantando)
Accattatevillo, il più buono che c’è, caffé Kosè!
GINO
Scusami Gianna per il mio sfasamento! Vedete che razza di nome mettono al caffè!
Se non lo sanno loro che lo fanno il caffè, allora cos’è?
PINO
Acqua di polipo, colorata col nero di seppia! Vieni Gianna, fammelo assaggiare!
GIANNA
(A Pino con dolcezza) per te com’è il caffè, amore?
PINO
(Con dolcezza) Ottimo, amore mio! Sembra caffè! (Gianna lo bacia, prende le
tazze ed esce)
GINO
Allora è vero! Io, immagino che con te, non ci parlava di come l’avevi trattata,
invece...
PINO
Ti sembra che ti scherzavo? Hai visto, no? comunque, di che parlavamo?
GINO
Ah si! Lasciamo stare mio figlio, che forse è recuperabile! Il vero tasto
dolente è mia moglie.
PINO
Vedi, mi critichi tanto e tu, a tua moglie la comandi a telecomando!
GINO
Che vuoi dire, la comando a telecomando?
PINO
In Sicilia, quando dai un ordine alla moglie, si dice: la comandi a bacchetta!
Visto che al nord, siete avanti di cervello, tu mi hai parlato di tasto dolente,
ed ho subito capito, che a tua moglie, la comandi a telecomando!
GINO
Magari! Se l’avessi potuto fare, non ci sarebbe arrivata, a farmi...le corna!
PINO
Vedi che fa fare essere avanti col cervello? In Sicilia, siamo ancora ritardati
e queste cose non succedono! Se anche noi fossimo avanti, a mia moglie, non le
potrei dir nulla, che mi denuncerebbe! ...dimmi, con chi ti ha tradito?
GINO
Col macellaio!
PINO
Per questo le è venuto facile farti le corna! Certo, il macellaio ha a che fare
con tante corna!
GINO
Ora basta parlare di me! Parlami della tua famiglia. Anzi, ...non ho ancora
visto il piccolo, dov’è?
PINO
Il piccolo? Quando sei partito tu! Ora ti faccio vedere quanto è fatto Emi!
GINO
Emi? Non si chiama, Emanuele?
PINO
Si fa chiamare Emi, nome d’arte. Da grande vuole diventare l’arrapato più famoso
del mondo, come l’altro Eminem!
GINO
Si dice, rapper! È l’idolo di mio figlio!
PINO
(Chiama) Emi, Emi! Vieni a salutare lo zio Gino! (Entra un giovane: Radio in
spalla, musica di Eminem ad alto volume, vestito da rapper. Pino e Gino si
tappano le orecchie. A Gino) tu, hai il problema di un figlio perso, io quello
di un figlio sordo!
EMI
(Parla e balla come un rapper) Ciao zio per me è un piacere. Che dopo tanti anni
ti fai vedere, ma... sei solo; non so il perché! Dov’è tua moglie e tuo figlio
Vincè!
GINO
Forte! Da piccolo era timido, ora...
PINO
Gino, quando si parla con Emi, non si parla come parliamo noi, ma come parla e
balla lui.
GINO
Allora, per parlare con lui...(Allude al balletto, Pino annuisce) Ti saluto
anch’io caro Emi, sono in Sicilia per fare svagare, il mio cervello ricco di
tanti pensieri, con una famiglia difettata che mi trovo ad avere, ho deciso di
partire, per non mi rovinare!
EMI
L’amore è la medicina che ti fa fiorire, non accanirti ai problemi che ti fanno
soffrire, nella coppia deve esserci un dialogo sempre specie quando si finge
quella calma apparente
GINO
Quante volte provavo a parlare, ma tua zia, mi faceva solo incazzare, voleva
sempre soldi a quantità, per star in giro, a spendere e comprar!
PINO
(Anch’egli, s’improvvisa rapper) Scusatemi tutti e due, se vi sto disturbando,
ma con questi discorsi, mi sto vomitando! Ti prego Emi, vai di là, che lo zio è
stanco e deve riposar!
EMI
(Uscendo) Ok, va bene caro papà, lo sai ti voglio bene, ma nun t’incazzà! Ora me
ne vado nella mia stanza, se hai di bisogno, conta sulla mia presenza!
GINO
Troppo bello a parlare così! T’immagini, diventerebbe una moda parlare così!
PINO
Così, si riempirebbero i manicomi! Vai a riposar che sei stanco! (Chiama la
moglie) Gianna, hai preparato la stanza per mio fratello?
GIANNA
(Entrando) la stanza da letto, è pronta!
GINO
La stanza da letto? No no, non posso accettare! Mi corico nella stanza di Emi!
PINO
Non ci entri perché è piena di chitarre, radio...
GINO
Dormirò ovunque, ma nella stanza da letto no, dai! È personale!
PINO
A parte la stanza da letto, resta il bagno, ma tu sei bravo e lì non ci vai. Nel
camerino non puoi, perché ...sbatti! (Gli tocca la testa, come se cercasse le
corna) Ma qui non c’è niente! Allora, puoi dormire nel camerino!
GINO
Si può sapere che cerchi in testa?
GIANNA
Niente! Lascialo stare a t fratello, che non sa quello che dice! (Invita Gino ad
uscire) Vai a riposarti Gino, non preoccuparti, stasera troveremo una soluzione.
(Gino esce, poi con i nervi alle stelle, parla con Pino) Certe volte, ti perdi
in un bicchiere d’acqua! Tuo fratello è venuto per svagarsi le idee, e tu gli
fai pesare il fatto che sua moglie gli ha fatto le corna!
PINO
Ma che pesare! Hai visto che corna in testa, non ne aveva?
GIANNA
Se non ti conoscessi, direi che sei un cretino, siccome ti conosco, dico che
sei...(Urla) senza cervello!
PINO
(Infuriato) Cos’è, sei diventata scaltra da un momento all’altro? Hai fatto il
salto di qualità per raggiungere il nord? (Girano intorno al tavolo) Fermati che
non ti faccio nulla,...ti ammazzo dolcemente! Fermati! (Bussano) Sei stata
fortunata, ti ha salvato il toc toc! Vattene di là, poi rifaremo il secondo
tempo! Vai a romperti le gambe di là, che devo aprire la porta! (Gianna esce.
Pino apre, ed entra Compare Totò, ben vestito) Compare Totò, che piacere vedervi
in casa mia! Prego, entrate!
COMPARE TOTO’
(Seduti) Grazie compare, non sono venuto per stare tanto! Alla ragione, hanno
bisogno di me! Quindi, verrò subito al dunque!
PINO
Parlate compare, vi sento chiaro e forte!
COMPARE TOTO’
Mi servirebbe un vostro favore. A me, che ve ne ho fatti tanti favori, non
potete dirmi di no! vero?
PINO
Come vi dico no, se manco so cosa mi dovete dire! Parlate, che vi sento!
COMPARE TOTO’
Sapete che in paese, ci sono le elezioni per il nuovo sindaco? (Pino annuisce)
l’amministrazione, ha deciso di candidarmi a sindaco, ma io con tanti impegni
che ho, non posso farlo! Riunioni, comizi, confusioni...Come faccio? Così, mi
siete venuto in mente voi, come potenziale candidato a sindaco!
PINO
Sindaco...io? ma se non ho nemmeno la quinta alimentare! La quarta, l’ho presa
militare, come licenzia premio!
COMPARE TOTO’
Perché vi create problemi! Ormai in politica, ci sonno porci e cristiani e vi
create problemi voi?
PINO
Scusatemi compare totò, ma di quale lato dovrei fare il sindaco?
COMPARE TOTO’
Me lo chiedete pure? Ma di destra!
PINO
L’avevo dimenticato! Certe volte, mi vengono dei lapusus! Meglio così! Io, ho il
difetto di odiare tutto quello che va a sinistra! Quando cammino per strada,
vado sempre a destra! Anche se devo fare due metri per andare in un posto che si
trovi a sinistra, mi contento fare cento metri di retromarcia, basa che mi trovo
a destra! Se parliamo di politica, non perdono manco a mio fratello!
COMPARE TOTO’
Compare è giusto che in politica esiste destra e sinistra, ma non bisogna
viverla come una guerra!
PINO
A me per natura, la sinistra non piace! Se io fossi nato mancino, mi sarei fatto
sradicare il sinistro, per piantare un destro! Come si dice, due destri sono
meglio di uno, no?
COMPARE TOTO’
(Ride sotto il naso) Smettetela, due destri! (Si alza) Io vado, che ho altro da
fare. Allora, vi siete deciso? Vi candidate come sindaco, si o no?
PINO
(Convinto) Certo che mi candido! E vi assicuro che porterò giustizia in questo
paese! Combatterò il male, lasciando vincere il bene!
COMPARE TOTO’
Eh eh! Se iniziate così, farete poca strada! Lasciate le cose come stanno, ch’è
meglio! Comunque, poi vi aiuterò io! Allora io vado, tra dieci minuti, ci
vedremo al partito, per firmare il foglio che certifica la vostra candidatura!
PINO
Compare, toglietemi una curiosità! Non appena sarò sindaco, l’aumento
d’invalidità che illecitamente mi avete fatto riconoscere, me lo posso
aumentare?
COMPARE TOTO’
Compare, ma siete impazzito! Se si viene a scoprire una cosa del genere,
finiremo tutti in prima pagina!
PINO
Meglio, diventeremo famosi!
COMPARE TOTO’
(Ironico) Iniziamo bene così! Ma proprio bene! siamo di male, in peggio!
PINO
Scusate, perché vi avvilite! Se il sindaco sono io, spetta a me decidere ciò
ch’è giusto e ciò ch’è sbagliato!
COMPARE TOTO’
Dovete pensare che se diventate sindaco, il vostro stipendio sale alle stelle!
Minimo minimo, quattro mila euro al mese! pensate ancora all’assegno? Eh!
PINO
(Stupefatto) Quattro mila euro al mese? Tutti in contanti! E pensare che non
farò niente tutto il giorno, mi vengono puliti puliti! Minchione! Ora capisco,
perché si ammazzano per fare il sindaco!
COMPARE TOTO’
Compare, se iniziate così, l’unica strada che farete è quella per il camposanto!
Fra dieci minuti al partito! (Esce)
PINO
(è convinto e si elogia) “ Pino Calascibetta, sindaco di Belmonte Mezzagno!”
immagino gli applausi della gente! Solo così, potrò diventare famoso, tanto che
le ragazzine al sol pensarmi sindaco, si strappano le magliette! Quando sarò
sindaco, come prima cosa, mi sembrerà giusto aiutare la famiglia. A mio figlio
Emi, lo farò operare nelle orecchie, perché è sordo. A mio cognato Mimmo, gli
farò l’impianto del vino nel rubinetto. Poverino, almeno evita di andar
sbattendo mura mura, nelle strade. A mia moglie, mi verrà facile darle il posto
come semaforo, perché il sindaco sono io! (Entra Gianna)
GIANNA
Ho un formicolio alle orecchie, mi chiamavi?
PINO
No! ...anzi, a che sei qua, ti posso fare una domanda?
GIANNA
Sentiamo!
PINO
Se tu fossi la moglie del sindaco, come ti sentiresti?
GIANNA
(Parla con aria da Vamp)Una regina! Mi dovrei divertire a camminare nella strada
tutta ben vestita, e le persone che si apprestano a farmi l’inchino “Buongiorno
signora Calascibetta” quando mi troverei in mezzo la confusione, le persone
farebbero a pugni, pur di farmi passare avanti! Con lo stipendio del sindaco
poi, a voglia a fare, la signora! (Indignata) invece di te,che posso dire?
Quando dico che sono tua moglie, è già tanto se non mi prendono a legnate!
PINO
(Calmo) Tutto quello che hai detto, diventerà realtà... per te! Sono candidato a
sindaco! Facendomi i conti con le amicizie che ho, sarò il futuro sindaco di
Belmonte!
GIANNA
(Meravigliata) Tu sindaco? (Pino annuisce) Vero o mi prendi in giro?
PINO
Certo che diventerò sindaco!
GIANNA
(Esplode a ridere) Tu sindaco! A chi devi far ridere? Vai a letto! Senti, vado
da mia madre. (Esce continuando a ridere) Vuole fare il sindaco, mah!
PINO
(Indignato) Ridi ridi! Appena divento sindaco, non ti darò il lavoro del
semaforo! Per me, puoi andare a lavorarci ai semafori! (Esce e rientra
sistemandosi una giacca) dovrebbe essere contenta sta caprona, invece mi prende
in giro! (Esce sbattendo la porta. Entra Gino assonnato)
GINO
(Entra sbadigliando) Ma che cos’è questa confusione? Dormivo e mi avete fatto
sbalzare dal sogno! Pino, Gianna dove siete? (Tra se) Sono scomparsi tutti! bho!
(si tocca lo stomaco e cerca da mangiare) hai ragione, ora vediamo cosa c’è da
mettere sotto i denti. (Cerca ovunque) Poca miseria, qui dentro non c’è niente!
Ho la strana impressione di esser venuto a ripararmi dove piove! (Bussano)
Eccoli! Saranno loro! (Va ad aprire)
PEPPINO F. S.
Buongiorno, è questa la casa di Pino Calascibetta?
GINO F. S.
Si, questa è!
PEPPINO F. S.
Lei non mi conosce,ma... sono un amico di Pino, mi faccia entrare!
GINO
(I due entrano)Si accomodi. Mio fratello non c’è, penso che fra un po’ tornerà!
PEPPINO
Pino è suo fratello? (Gino annuisce) Allora, tu sei Gino? Quello che abita al
nord? (Gino annuisce) non ti ricordi di me? Sono Peppino Lambretta, eravamo
compagni di banco!
GINO
Oh si! Ora comincio a ricordarmi! (Si abbracciano)
PEPPINO
Ha da una vita che non ti fai più vedere in paese! Mi sta facendo tanto piacere
vederti! Come mai, sei qui?
GINO
Dopo tanti anni che non vedevo mio fratello, ho sentito il bisogno di venire a
trovarlo, piuttosto che andarmene in giro in altri posti!
PEPPINO
Bravo! Ma dimmi una cosa, sei solo? Dico, sei sposato o convivi? Al nord, tutti
convivono!
GINO
Purtroppo, mi sono separato da mia moglie. Non andavamo d’accordo! Per lei,
dovevamo mangiare sempre carne, sempre carne! Io sono vegetariano!
PEPPINO
Da quello che so, al nord la carne costa! A tua moglie, la regalavano?
GINO
Altro che regalavano! La carne era pagata e strapagata! In soldi e natura, ma
soprattutto in natura!
PEPPINO
Capisco capisco! Ti sei lasciato per questi, allora! (Fa le corna)
GINO
(Nervoso) Oooh! Chi è, forse in questo paese le vostre mogli sono sante? Di loro
vi dovete spaventare, che le corna, ve le fanno di nascosto! Quella brava
zoccola di mia moglie è stata brava, a farmele vedere!
PEPPINO
Scusa, non volevo offenderti! Comunque, io sono venuto per parlare con tuo
fratello di un affare di politica! Ma quando arriva? Gli devo proporre di
candidarsi a sindaco del paese!
GINO
Mio fratello sindaco del paese? Come si vede che non lo conoscete bene! a Pino,
gli dovete discutere di tutto, tranne che politica! Quindi è inutile, puoi
andartene!
PEPPINO
Appena gli dirò che il sindaco guadagna cinque mila euro al mese, accetta!
GINO
Dico io, con tanta gente di cultura che c’è, proprio a quell’ignorantone di mio
fratello devi prendere?
PEPPINO
Perché, tuo fratello cos’ha meno degli altri?
GINO
Il cervello!
PEPPINO
Che bella pubblicità che gli fai!
GINO
È stato uno scherzo! Comunque, sul fatto che a lui non interessi la politica, è
vero!
PEPPINO
(Pensa un pò, poi si ferma a fissare Gino)Sai che facciamo? Visto che tu sei
stato al nord e hai più cultura, perché non ti candidi tu?
GINO
Io...sindaco? Non capisco niente di politica, come faccio a fare il sindaco!
PEPPINO
Non preoccuparti. Conosco vecchi lupi di politica, però di politica, non ne
hanno mai capito niente! Servono solo a fare confusione! Che ti lamenti?
GINO
E insisti! Quando mi toccherà fare il comizio, che dirò? Bho! Mi dispiace caro
Peppino, vai a cercarti qualcun altro più bravo di me!
PEPPINO
(Lo implora in ginocchio, finge di piangere) Da stamattina che giro il paese per
cercare un candidato a sindaco, nessuno lo vuole fare! Ti prego, sono in
ritardo, devo andare a prendere a mia figlia a scuola, se ritardo, mia moglie mi
ammazza! Ti prego, fammi questo favore, candidati a sindaco!
GINO
(Compassionevole) Beh...io...E va bene! mi candiderò a sindaco! Lo faccio per
tua figlia, e anche per evitare che tua moglie(Fa segno di bastonate) sai, però
ho sempre pensato avere potere, per dare forza alle mie idee!
PEPPINO
(Sereno e felice) Facendo il sindaco, avrai il potere su tutto! Vado al partito,
fra dieci minuti ti aspetto lì per firmare e certificare la tua candidatura (Sta
per uscire)
GINO
Aspetta Peppino! Hai detto che mi candido, ma...di quale lato, di destra o
mancino?
PEPPINO
Dal lato giusto! Dal lato che tutti vorrebbero essere, dal mancino! Eee...volevo
dire, sinistra! (Elogiandolo) Tu sarai il miglior sindaco di sinistra, di tutto
il mondo! (Quasi sottovoce) Ti do una confidenza, tramite voci di paese, ho
sentito che il partito di destra, ha scelto come candidato, un cretino! (Ridono)
noi, meritiamo di vincere, solo con la tua presenza! (Uscendo) io vado! Gino, il
miglior sindaco dell’universo!
GINO
(Felice) Sarò sindaco di sinistra! Che onore è sceso in casa Calascibetta!
Appena lo saprà mio fratello Pino, dalla felicità, sviene! Mi preparo, che vado
al partito. Se non erro, sarà in piazza! (Si sentono piantare chiodi, da fuori)
Che sta succedendo!
MIMMO F. S.
(Parla da ubriaco) Sono io, Mimmo! Sto piantando la porta!
GINO
Stai piantando la porta? (Si sente un urlo di dolore. Gino va a prenderlo e lo
porta dentro) Che hai fatto?
MIMMO
(Lamentandosi) Il martello, mi ha fatto la bua! Mi ha morso la mano! ahi ahi!
GINO
Se tu non piantavi la porta, ti succedeva, no? Ti pare che la porta, se la
portano?
MIMMO
Lo piantata, perché quando vengo qui, mi prende in giro, e mi fa sbattere al
muro! Ahi ahi, ho la mano che mi morsica di dolore! Ahi ahi!
GINO
Vediamo? (Gli guarda la mano) Che morso! Ti sta diventando quanto un pallone!vai
di corsa dal dottore, altrimenti scoppia!
MIMMO
Porca miseria! Oggi il dottore è chiuso! Che posso farci, appena scoppia la
porta a gonfiare, dal gommista!
GINO
La mano?
MIMMO
No, il piede! (Ride)
GINO
Si si, scherza! Se non te la curi, muori con quella mano!
MIMMO
(Si guarda la mano, poi esplode a piangere) Non voglio morire con questa mano!
Aiutami Gino!
GINO
Pezzo di cretino! È normale che morirai con la mano, con le braccia...
MIMMO
(Piange come un bimbo) Voglio morire con tutto, ma non con questa mano!
GINO
Sicuramente, quando tuo padre ti ha concepito, guardava i cartoni animati! Non
piangere che ti aiuto io! Prima di tutto, siediti! (Mimmo, fa tutto ciò che gli
viene detto da Gino) Ora, prendi la mano che ti duole e la ficchi sotto il culo!
(Mimmo inizia a piangere, più di prima) Ancora piangi?
MIMMO
Lo sapevo io, si è miscelata la malattia della mano nel culo, e ora mi fa male
pure! Non voglio morire con questo culo!
GINO
(Esaurito) ooh! Che c’entra il culo, adesso! Non è il culo che ti duole, ma la
mano! Senti che fai, ora te ne stai qui calmo e tranquillo, che io devo uscire.
MIMMO
Mi lasci solo? E se muoio con questa mano?
GINO
Porca miseria! Ti ho detto, che non muori con la mano! Anche se dovesse
succedere, non hai l’altra? Eh!
MIMMO
(Guarda la mano libera, e si calma) Vero! Non ci avevo pensato! (Poi, riflette)
Aspetta, e se poi viene qualcuno e mi dice “Me la dai una mano” ne ho una sola,
gliela posso dare?
GINO
Non ti azzardare a farlo! Non c’è da fidarsi di nessuno! Sai come è la gente, ti
gli dai una mano, e loro si prendono la mano con tutto il piede! Poi, come bevi?
MIMMO
Come i cani, bevo il vinello!
GINO
Mimmo, devo scusarmi, ma devo uscire! Non ti muovere da quella posizione, anche
se dovesse venire il terremoto, non muoverti! Se no, la mano prende aria e puoi
morire con quella mano! A fra poco! (Esce)
MIMMO
(Immobile per come è stato lasciato da Gino) Gino ha una intelligenza che
nemmeno un cretino scaltro ce l’ha! (Inizia a preoccuparsi) Porca miseria! E
ora? Come faccio a scoreggiare? Se scoreggio, buco la mano e posso morire con la
mano bucata! Che faccio? (Piange) Non voglio morire solo! (Si blocca e dopo un
po’, si fa venire una idea) Vero! (Si muove il bacino, poi emette un grosso
erutto. Intanto entra Pino)
PINO
Minchione! Complimenti al signor porco! Ah sei tu? Che ci fai qua? Dov’è Gino?
MIMMO
Sono venuto per far una visita e Gino è uscito!
PINO
Perché sei seduto così? Ti devono mummificare?
MIMMO
Quando sono venuto , ho piantato la porta e il martello mi ha morsicato la mano.
Gino mi ha fatto mettere così, per non morire con questa mano.
PINO
Vi siete trovati, l’orbo e il compagno! Sai dov’è andato Gino? Puoi dirmelo,
anche s’è una sorpresa!
MIMMO
Stavolta è una sorpresa anche per me! (Entra Gianna e Gino che parlano)
GINO
(Felice) La bellezza e la freschezza di mio fratello Pino! (Si abbracciano)
PINO
(Abbracciati) Ma come fanno certi fratelli che si litigano e si odiano. A te
solo ho come fratello, chi ti dovesse toccare, me lo mangio!
GINO
Anch’io, ti voglio e te ne ho sempre voluto di bene. se trovo lavoro, verrò a
stare per sempre qui a Belmonte!
PINO
Anche se non trovi lavoro, puoi star qui! La mia casa è tua! Io vado a letto
digiuno, ma tu, no!
GINO
(A Mimmo) Come va Mimmo? Hai visto che sono mancato poco? E poi, messo per come
ti ho lasciato io, non sei morto con la mano!
MIMMO
Grazie Gino. Appena vado dal mio amico, Scarpabella, gli dico che sei il mio
eroe, e ti farò dare un posto di lavoro.
GINO
Grazie Mimmo, ma non c’è bisogno di parlare col sindaco(Pino ride sotto il naso)
Anzi, vi devo dire una bella cosa! (Vede Pino che ride) Perché ridi Pino?
PINO
Mimmo dice che deve andare da Scartabella, per farti dare un posto di lavoro, ma
lui non sa che Scartabella, ha perso il suo valore di sindaco. Salirà al potere,
uno più forte! (Si da arie)
GINO
Io so chi sarà il prossimo sindaco, dopo Scarpabella!
PINO
Anch’io lo so! Dopo Scarpabella, il nuovo sindaco è...Calze scadute(Ride a
crepapelle)
GINO
Offendi Scarpabella perch’è di sinistra? Perché la destra ch’è meglio? Per
candidato hanno preso un cretino, un villanaccio!
PINO
(Serio) Non ti permetto a parlare male del candidato a sindaco di destra!
GINO
Perché, ti ha promesso un nuovo assegno?
PINO
Non mi ha promesso niente! Ma io so che sarà lui a cambiare questo paese!
GINO
(Fa la ripassata) deve cambiare questo paese! Cos’è programma televisivo che
arriva e cambia?
GIANNA
Ma dico io, perché vi avviliti così tanto! Che ve ne importa a tutti e due, chi
sarà il prossimo sindaco!
GINO E PINO
Mi ha offeso! (Entrambi si guardano stupiti)
PINO
Cosa hai detto?
GINO
Quello che hai detto tu! E tu, perché hai detto quello che ho detto io?
PINO
Perché io conosco il candidato a sindaco di destra e tu ne parli male! Tu,
conosci il candidato di sinistra?
GINO
Certo che lo conosco ed ho il diritto a difenderlo!
PINO
(Dandosi una certa supremazia) Il candidato sindaco di destra, sono io! Chiedimi
scuse per le offese!
GINO
Ti devo dire scusa? Tu, hai sbattuto il cervelletto! (Assume supremazia) Il
candidato a sindaco di sinistra, sono io! Inginocchiati e chiedi scusa a me!
PINO
Se mi dicevi cornuto, ero più contento, ma questo no! Gianna il gabinetto è
libero?
GIANNA
(Impaurita) Libero è! Perché, che vuoi fare?
PINO
Non la senti questa puzza? (indica Gino) Dentro casa, abbiamo uno stronzo che
cammina, e non senti puzza!
GINO
Stronzo a me? Tu, sei un monumento di fango a due piedi!
PINO
(Infuriato) Cosa hanno sentito le mie orecchie? Cosa?
GIANNA
Calmati Pino, non parlava con te! È vero Mimmo? Diglielo pure tu!
MIMMO
Si è vero, non l’ha detto, l’ha detto a suo fratello! (Pino si lancia su Gino.
Gianna per dividerli cerca aiuto di Mimmo che non si muove dalla sedia. Gli da
una spinta e cade a terra. Gira per la casa urlando tenendosi la mano e ripete
più volte) Non voglio morire con questa mano! Non voglio morire... (Cala il
sipario)
Fine primo atto
Secondo atto
(Entrano Pino e Gino. Entrambi hanno un foglio in mano per il loro comizio. Pino
si posiziona sul lato destro del palco. Gino sul lato sinistro)
PINO
(Legge) Cari amici, care amiche.
GINO
(Legge) Cari compagni, care compagne.
PINO
Scusa, le maestre e i maestri, non li saluti? Fanno, altrimenti, si
offendono!(Ride)
GINO
(Furioso) Pensa per te, scimunito! Tu, invece di dire: Amiche amici, dovresti
dire: “Gente, vi sto prendendo in giro” e forse, guadagni qualcosa!
PINO
Scimunito a me? Ti sei guardato tu, mi sembri una gatta ubriaca! E poi, perché
dovrei dire, gente vi prendo in giro?
GINO
Perché tu hai sempre detto che in paese, non ci sono amici, ma traditori! Invece
per me è semplice! Perché amo le scuole e posso dire compagnie e compagne!
PINO
(Ironico) Che battuta! Sono morto dalle risate! (Con rabbia) Smettiamola e
pensiamo al comizio, che c’è gente! (Rivolto al pubblico) ringrazia loro, se non
ti metto le mani addosso, e ne faccio una strage! (Gino lo ignora e Pino, torna
a leggere il discorso del comizio) Cittadini, quest’anno con la mia candidatura,
e spero nella mia vittoria, vi prometto che darò un volto nuovo a questo paese.
Libero da ogni imperfezione!...
GINO
(Interrompe Pino) cittadini, da tanti anni abito al nord e ho notato come la
differenza estetica tra loro e voi sia evidente! Se vincerò, vi prometto che vi
cambierò il viso, regalandovi un anno di centri estetici! Liberi da ogni
brufolo!
PINO
Ma che schifio dici! Forse, venendo dal nord, ti sei dimenticato il cervello, in
un’area di servizio?
GINO
(Infastidito) Ma lo sai che stai già parlando tanto! Pensa a fare il tuo
comizio, che io penso al mio! (Riprende a leggere) Compagni e compagne ...
(Guarda il fratello) ma si, pure maestri e maestre. Vi prometto, che porterò il
nostro paese avanti nel lavoro, nella vita esattamente come al nord!...
PINO
(Ride con intenzione di prendere in giro il fratello) Scusa, dici che devi
portare avanti il paese! Ma verso dove? Verso sud o nord? (Poi si rabbonisce) Ma
stai zitto cretino! E sappile dire le cose buone! Guarda come si fa! (Continua
comizio) Gente, non ascoltate cosa vi dice quest’uomo, perché se vincerà
l’elezioni e porterà il nostro paese avanti come al nord, è meglio che vi
lasciate con le vostri mogli, perché inizieranno a mangiare, tanta carne!
(Allude alle corna)
GINO
(Stizzoso) Ma dico io, te la vuoi tappare quella boccaccia! Se ti viene
difficile, posso pensarci io...facendogli un taglio! Smettila di far capire alla
gente, cose che non sono!
PINO
Cose che non sono? Tua moglie per essere avanti nella vita, ti ha tradito col
macellaio!
GINO
E non c’è bisogno di farlo sapere a tutti! ...e poi, se devo dire la verità, ha
fatto bene a tradirmi col macellaio, meglio del fruttivendolo!
PINO
Dico io, come puoi fare il sindaco se sei cretino! Che vuoi dire, meglio col
macellaio che col fruttivendolo! Non è sempre tradimento?
GINO
Lo so ch’è sempre tradimento! Col macellaio mi ha tradito, e con uno che ha che
fare con le corna, non potevo aspettarmi altro! Col fruttivendolo che ha che
fare col frutto dell’amore, sarebbe stato più grave! T’immagini al posto delle
corna, avrei avuto due banane in testa? (Innervosito, spezza il discorso) Ma
poi, perché facciamo questi discorsi scemi! Continuiamo col comizio ho faccio,
un sindacocidio!
PINO
Non parlare tedesco! Parla italiano! che hai detto?
GINO
Che ammazzo il sindaco e cioè, a te!
PINO
(Cerca di avventarsi sul fratello, ricorda che c’è il pubblico e indietreggia)
Ringrazia che ci sono loro, se no facevo una strage! Continua a leggere!
GINO
(Riprende a leggere) (Lo ignora e legge) Cittadini, vi prometto che se mi farete
vincere, farò lavorare i vostri figli nelle montagne del nostro paese. Per
favorire lavoro e verde! Assicurerò lavoro no 78, no 100, ma 150 giorni l’anno!
(Con superbia a Gino)Con questa promessa che ho fatto, dichiarati sconfitto!
(Ride)
PINO
(Confuso si gratta la testa e parla tra se) Come faccio adesso...! (Gli viene
una idea) amici amiche, anch’io m’impegnerò affinché i vostri figli lavorino al
rimboschimento. La cosa che vi garantisco è: no 78, no 100, no 150, ma farò
lavorare i vostri figli 400 giorni l’anno! Avete ben capito, 400 giorni l’anno!
Votatemi e vedrete! (Fa smorfie a Gino)
GINO
Spiegami una cosa, posso capire che siamo rivali politici e ci litighiamo. Me lo
spieghi chi può crederti sul fatto dei 400 giorni l’anno?
PINO
La gente!
GINO
La gente? E secondo te, la gente è così cretina che crede che 400 giorni
equivale ad un anno? (Pino annuisce) ma stai zitto, cretino! Lo sanno anche le
mura che un anno è formato da 365 giorni! In che calendario vivi!
PINO
(Adirato) Ooh, Quante storie per il calendario, i 400 giorni...vuol dire che la
rimanenza, ovvero i 35 giorni, me li farò prestare dell’anno prossimo!
GINO
E poi, l’anno prossimo, avrà 35 giorni meno!
PINO
Qual è il problema! Vorrà dire che se li farà prestare dell’anno che verrà!
GINO
Questo significa che questo debito, non si sana mai!
PINO
Alla fine, si farà tutti i conti, con l’estratto conti!
GINO
Quando mamma e papà ti hanno sperimentato, si guardavano i film di Stanlio e
Ollio? E tra una risata ed un’altra, il papà ha perso qualche corpo! Comunque
dove ero arrivato.(Cerca il segnale nel suo foglio del comizio)
PINO
Ti do un consiglio, vai a letto e non parlare più! Le persone non hanno capito
niente di quello che dici!
GINO
Ah si! Ora ti faccio vedere se mi capiscono! (Si mette a gridare come un
venditore ambulante) signora, mi servono voti a quantità! Non si fermi a pensare
scriva Gino Calascibetta!
PINO
(anch’egli imita il fratello) Signora, se mi votate, mi venite a bussare e mi
trovate. Ma se non mi votate, sono come quello del sale, quando mi cercate,non
mi trovate! Quattro pacchi di sale,mille lire!
GINO
Signora,riparo cucine a gas, fornelli a gas,per tutte le marche. Ma se non mi
date il voto, vi faccio morire a tutti!
PINO
La sarda viva, la sarda viva! Guardi signora che bel sindaco bello e sopraffino,
importante che lei voti Calascibetta Pino!
GINO
Signora, sono come i meloni, a prova ed a gusto! Votatemi, e mi gusterete!
(Entra Gianna e i due si zittiscono, imbarazzati)
GIANNA
(Adirata) Ma dove vi sentite di essere! La sarda, i meloni...da lì dentro
sentivo tutto questo, e mi sono confusa se fossi in casa o in fiera! Avete
finito, o no?
GINO
Se non ti dispiace cara cognata, tocca a me, farmi pubblicità!
GIANNA
(Ironica) Scusami caro cognato che ti ho disturbato! Dimmi, se mio marito
vendeva la sarda, ora tu che vendi, baccalà?
PINO
Gianna, non ti ci mettere anche tu! Qua la cosa è seria! Vattene di là!
GIANNA
E certo, i signori devono fare discorsi, diciamo intelligenti! Avete finito di
uccidervi a suon di parole? (Adirata) Gonfia, sgonfia, di qua di là...oooh! ma
dico io, dove l’avete dimenticato il cervello, nella spazzatura?
PINO
(Stizzoso) Gianna, per favore, fatti gli affari tuoi! (Quasi sottovoce) non vedi
che siamo indaffarati a prendere in giro la gente? Sei cieca?
GIANNA
Hai ragione a dir che sono cieca! Sai perché? perché, non ho ancora visto una
persona intelligente, che vi tira in testa una sedia!
PINO
(La prende per il braccio, invitandola ad uscire) Dico io, non hai cose da fare,
di là! Vai a romperti una gamba di là, e ci lasci in pace! Vatti a fare i
piatti, vai!
GIANNA
Se non la smettete tutti e due, i piatti ve li rompo in testa! Almeno è sicuro
che quel po’ di cervello che avete va in tilt, così se vi sento fare discorsi
cretini, non mi turberanno, perché siete cretini! (Pino la minaccia con le mani,
come le volesse dire: “Dopo facciamo i conti”)
GINO
Sapete che faccio? Vado in giro in paese, a farmi il porta a porta!
PINO
Il porta a porta? Minchione! Questo la raccomandazione c’è la forte, per fare il
sindaco!
GINO
Ma quale raccomandazione! Le raccomandate sono alla posta!
PINO
Ti nascondi? Ti sembra che sono cretino? Tu hai parlato di porta a porta e ho
capito subito che ti farai raccomandare, da Bruno Vespa!
GINO
Si, di Maria la vipera! Meno male che vuoi fare il sindaco e non sai cos’è il
porta a porta! Il porta a porta è che si va di casa in casa, a raccontare
fesserie alla gente, per convincerli a darmi il voto! Capito?
PINO
Accidenti, non lo sapevo! Allora, anch’io farò il porta a porta! Ne conosco
tanti di quei cretini, che sicuramente, gli strapperò il voto e vincerò le
elezioni!
GINO
Tra cretini, ci si capisce! (Pino lancia uno sguardo minaccioso a Gino)
Comunque, dividiamoci le strade. Tu, fai il nord e io il sud del paese!
PINO
Sei veramente furbo, ma non per me! Al nord del paese ci mandi me, perché sai
che per il freddo ci sono poche case. Al sud c’è più gente, perché lì c’è caldo!
Invece no! giriamo entrambi il paese!
GINO
Non possiamo fare un tempo per uno? Il primo tempo io, vado io in giro per il
paese, il secondo tempo tu!
PINO
(Nervoso) Si, e per la pubblicità ci prendiamo una birra e ci guardiamo nelle
facce! Non iniziare a dirmi quello che devo fare, altrimenti ti taglio la
faccia! (Iniziano ad uscire litigandosi verbalmente) ora io mi faccio il porta a
porta, tu fai il portone a portone! (Escono)
GIANNA
(Si dispera) smettetela, pensate che siete fratelli! (Si siede è triste) vero
come dice il proverbio: “Siamo fratelli e sorelle, finché mangiamo nello stesso
piatto!” Sembravano così inseparabili, e per interesse vedete come si litigano!
Come se nella vita, tutto ciò che conta sono solo i soldi! non considerando
valori ben più importanti! Che mondo di guai! (Bussano e va ad aprire. Entra
Mimmo) Che fai in giro, con la mattinata?
MIMMO
(Barcolla) Che vado facendo? Canto! (Canta ed è stonato) il coccodrillo come fa?
Non c’è nessuno che lo sa! Si dice bevi troppo, non metti mai il cappotto e
mezzo ubriaco se ne va! La la la…
GIANNA
Dimmi la verità, sei ubriaco?
MIMMO
No, oggi no! (Singhiozza e a poco, non cade) Se non mi credi, guardami negli
occhi, ti sembro ubriaco?
GIANNA
(Si tappa il naso) nel viso va bene e l’alito che mi sembra drogato di vino!
MIMMO
Ma che vino e vino! Sto togliendo il vizio di bere!
GIANNA
Vero? Finalmente, ti sento dire una cosa intelligente!
MIMMO
Che hai capito! Mi sto levando il vizio di bere vino! Da oggi, solo wiski!
Guardami, dimmi se ci vado bene! (Dalla tasca della giacca, esce una bottiglia
di wisky e beve senza smettere)
GIANNA
Che ti sembra, acqua? il meglio sei tu, che bevi e non capisci niente...o fai
finta di non capire!
MIMMO
(Emette un rutto) ti pare che sono cretino che non capisco niente?
GIANNA
Mimmo, non ti ci mettere anche tu, non ho voglia di scherzare!
MIMMO
Che hai? Che ti è successo? Tieni, bevi un goccetto e ti passa tutto(Le porge la
bottiglia del wisky)
GIANNA
(La rifiuta) smettila! Per ora, dentro casa mia, con quei due che si litigano, è
scoppiato l’inferno!
MIMMO
Hai scordato il forno aperto ed è scoppiato?che spavento! (beve un goccio)
GIANNA
Che hai capito! Il fatto è, che mio marito e Gino, non si guardano più negli
occhi!
MIMMO
Se non si vedono negli occhi, si mettono gli occhiali!
GIANNA
(Nervosa) Smettila di scherzare! Dico io, fra tanta gente che c’è in paese,
proprio loro dovevano scegliere come candidati a sindaci! E poi, vedi che
sfortuna, uno contro l’altro!
MIMMO
Allora, l’altra volta quando hanno litigato e si offendevano a vicenda per il
fatto del sindaco, era vero?
GIANNA
Certo ch’era vero! (Sempre più triste) Se potessi, tornerei indietro per evitare
tutto quello che sta succedendo, e non voglio pensare come andrà a finire!
MIMMO
(piange e beve nello stesso tempo) E pensare che sembravano tanto attaccati,
come due fratelli seimesi! Chi ha avuto la forza di staccarli?
GIANNA
Ma che fai, piangi e bevi?
MIMMO
(Piange e beve) Quando sento queste storie mi commuovo!
GIANNA
Questo l’avevo capito! Ma non ho capito, perché bevi mentre piangi!
MIMMO
Bevo mentre piango, per non permettere alle lacrime che si seccano! (Piange e
continua a bere)
GIANNA
(Stufata) Si, ho capito! Quanto vorrei poter esser come te, di sicuro, me ne
fregherei di tutto e tutti!
MIMMO
Perché dici così, sono forse menomato?
GIANNA
Che c’entra! Pensi sempre male! dico, sei così intelligente che te ne freghi dei
nostri discorsi cretini! E fai bene! siamo in un mondo di guai! Che schifo! Per
i soldi, diventare schiavi del proprio io! Che schifo!
MIMMO
Meno male che non sono schiavo dei soldi! appena ho soldi, li do tutti al
barista e lui mi da, tutto da bere! Meglio lui schiavo che io! (Beve)
GIANNA
(Sfottente) Continua così, che camperai cent’anni! (Esce di scena)
MIMMO
Se non mi spara nessuno, hai ragione tu! (Beve e barcolla. Entra Emi con musica
ad alto volume)
EMI
(Parla e balla) Ciao zio come va, mi ha detto la mamma che stavi di qua. Ho
deciso di venire qui da te, la mia compagnia è la migliore che qui dentro c’è.
Così facendo con me parlerai, ti assicuro ch’è un gioco non ti annoierai! Dai
zio, non stare a guardare, dimmi qualcosa, e inizia a ballare
MIMMO
(in un primo momento si confonde, poi cerca d’imitare Emi) Caro nipote, ti
voglio ringraziare, sei venuto da me per non mi fare annoiare. Di me ti meriti
una gran baciata, ma ti prego, smettiamola con questa ballata! Con stu modo che
hai di parlare, mi confondo tutto e non mi so spiegare. Se mi vuoi bene,
parliamo normale e non mi fare incazzare!
EMI
(Parla normale, ma balla ad ogni parola) Hai ragione zio, con questo mio modo di
fare metto tutti in difficoltà!
MIMMO
Stai fermo quando parli! Mi fai sentire ubriaco! A te manca qualche rotella,
come tuo padre! Solo che a lui, manca tutto l’ingranaggio del cervello!
EMI
(E’ fermo)A proposito, dov’è mio padre e mio zio? Poco fa li sentivo che
s’insultavano a vicenda, ma non capivo il perché!
MIMMO
Ti ho detto di starti fermo! (Crede che sia Emi a muoversi, ma in realtà
barcolla lui) tuo padre e tuo zio, sono candidati a sindaci del paese. Uno di
destra e l’altro di sinistra! Quindi sono avversari politici!
EMI
Davvero? Entrambi candidati a sindaci? (Mimiddu annuisce) Come mai, non so
niente!
MIMMO
(Tiene Emi fermo) Ti ho detto di fermarti, ma sei sordo? (Emi gli tiene la testa
a Mimmo) Bravo, ora si che l’hai capito! Comunque, se non sai nulla la colpa è
tua che te ne stai chiuso in camera a fare (Fa il balletto) bunz bunz! Intanto
tuo padre e tuo zio, s’ammazzano come cani!
EMI
Mi vuoi dire che entrambi litigano perché sono candidati in due partiti diversi?
MIMMO
Allora, sei scemo! Tuo padre, non può vedere a tuo zio ch’è candidato nella
sinistra e tuo zio non può vedere a tuo padre ch’è candidato nella destra! Mah,
che assurdità! Il meglio sono io, che non sono ne di destra ne di sinistra, ma
sono mancino!
EMI
(Triste) A pensare che si sono sempre amati, stimati! Nessuno della famiglia,
avrebbe mai immaginato un loro banale litigio! Ora...
MIMMO
Banale litigio? Quelli sono litigati a morte! Non voglio immaginare come andrà a
finire quando uno dei due vincerà le elezioni! Che confusione! Poi come faccio a
dividermi nello stesso giorno in due? Se vado al ristorante con uno, non posso
andare al funerale dell’altro!
EMI
Che schifo a pensare, che la maggior parte della gente vive per interesse, ci si
rispetta per interesse, ci si ama per interesse! Il vero interesse che noi tutti
dovremmo avere, è pretendere l’amore di Dio! Purtroppo, in questo mondo di
peccato, nessuno mostra interesse nel conquistarsi quel tesoro!
MIMMO
Hai ragione! Mi fai riflettere! Da oggi, non bevo più wisky...lo pretendo! (Ride
e beve. Emi esce deluso. All’uscita si scontra con Gianna che entra) si è
offeso! Ma io scherzavo Emi!
GIANNA
Che gli hai fatto a Emi?
MIMMO
Niente! È triste perché Pino e Gino sono litigati!
GIANNA
Dentro questa casa, chi è che non è triste, per la guerra che stanno facendo
quei due disgraziati!(Entra Gino di corsa e tocca il muro)
GINO
Primo! Ho vinto! (Entra Pino col fiatone) (A cantilena) Ho vinto io...ho vinto
io!
GIANNA
Guardateli! Si sono messi a giocare, come due bimbi! (A Mimmo con gioia) Vuol
dire, che hanno fatto pace!
PINO
Ma quale pace! Ci siamo fatti una corsa, dalla piazza fino qua! Chi arrivava
primo, sarebbe diventato sindaco! Mah...era una fesseria!
GINO
Ma che fesseria! Sono arrivato io il primo e farò il sindaco!
PINO
(Con provocazione gli batte la mano nella spalla) Sentimi amico mio bello e
schifoso, questa è casa mia e comando io! Decido io chi vince! Il vincitore
sonoro, ed io farò il sindaco!
GINO
Ma se avevamo fatto il patto chi arrivava primo, avrebbe fatto il sindaco, no
l’ultimo! Sono arrivato primo, e vinco io!
PINO
Non so se hai mai letto la Bibbia, io l’ultima volta che la lessi fu, per la
prima comunione, ma ricordo queste testuali parole: “I primi saranno gli ultimi,
gli ultimi i primi!” Quindi, non c’è commento!
GINO
(Nervoso) Ma vedete che discorsi che fa! Avevamo fatto il patto in piazza, chi
arrivava primo avrebbe fatto il sindaco, e ora si cambia! (Con minaccia a Pino)
se pensi di fare lo scaltro con me, i conti li hai fatti malamente!
PINO
Senti, io i conti li so fare alla perfezione! E lo scaltro lo faccio con te, e
con altri mille!
GINO
Lo vedremo! (Si finge tranquillo, poi di scatto a Pino) 1 x 3?
PINO
(Di scatto) 3!
GINO
3 + 3?
PINO
33! (Si da arie) è inutile che continui! Sono troppo forte!
GINO
Sei troppo cretino, no forte! dico io, sei tu quello che sa contare? (Pino
annuisce) ma vai a buttarti a mare! 3 + 3, fa 33? Cretino!
PINO
Certo che fa 33!
GINO
Visto che sei troppo forte, su avanti, spiegamelo!
PINO
Con piacere! (Assume aria da professore) Allora! 3 +3 fa 33, perchè il 3 stando
vicino a 3, fa 33!
GINO
Cretino! Io non ho detto il 3 vicino al 3! Ma 3 + 3! Lo sanno anche le mura che
3 + 3, fa 3! (Fa esempio con le dita, sovrapponendo tre dita sopra le altre tre)
è semplice, 3 + 3, fa sempre 3! (A Pino) Vedi altri numeri? (Pino dice no) Vedi
che ho ragione! (Dandosi arie) La matematica è la mia materia preferita! E poi,
tornando ai nostri discorsi, non è la corsa che deciderà chi farà il sindaco!
(Con sdegno)Pensavo di avere un vero fratello!
PINO
Fratello? I fratelli sono là, al convento! Se vuoi andarci, vai pure! Mi farai
felice!
GINO
Appena diventerò sindaco, ti farò pagare tante tasse, che per vivere andrai ad
elemosinare!
GIANNA
Gino! A me non ci pensi? Se lui andrà ad elemosinare, io dove vado, con una
borsetta (Allude a prostituta) a fare la sostituta? Mio marito ha ragione che
sei cattivo!
PINO
Finalmente l’hai capito! (Guarda in cielo) Grazie Dio, hai illuminato il
cervello a mia moglie! Alleluia!
GINO
(Garbato parla con Gianna) Lascialo stare tuo marito che dice, che sono cattivo.
Le tasse, solo a lui le aumento, tu mi farai da segretaria!
GIANNA
(Dispiaciuta della reazione di prima, affievolisce il tono) L’ho sempre detto
che tu sei buono! Poco fa, ho detto cattivo, perché non mi veniva la parola ,
buono!
PINO
(Infuriato) Ehi ehi! Sembrate due attori di telenovelas! Peccato che non ho i
fazzolettini per piangere! (A Gianna) dico io, ma tu quando la metterai un po’
di ingegneria in testa! Il primo burattino che ti dice una cosa, ci credi!
GINO
(Minaccioso) Ehi tu, guarda che stai parlando tanto! (Si lancia per alzargli le
mani e Mimmo si mette in mezzo)
MIMMO
(Barcollante) finitela! Invece di far tanto casino, sedetevi e parlateci, cosa
vi hanno detto le persone!
PINO
Ti ci sei messo tu da paciere, allora la guerra non finirà mai!
GINO
Dovevamo fare il porta a porta, ma abbiamo fatto il portone a portone, balcone a
balcone...tutto questo per convincere la gente, a votarci!
MIMMO
La gente vi vota?
PINO
A me, di sicuro si! Perché ho promesso palazzi e castelli!
MIMMO
Sei scemo! Non si promette nulla, specie quando non sai, se manterrai la
promessa!
GINO
Bravo Mimmo! Ma lo sai che più bevi, e più diventi intelligente? Io sai che ho
fatto? Non ho promesso niente a nessuno! Gli ho solamente detto alla gente, che
se mi aiuteranno a vincere le elezioni, gli darò un posto di lavoro al figlio,
marito, amante, non amante...
MIMMO
Meno male, che non hai promesso niente! Se gli promettevi qualcosa, di sicuro,
diventavi presidente della repubblica! Chi pensa di vincere di voi due?
GINO
(Con vanto) Ovviamente io! Grazie alla mia bellezza, mi voterà tutto il paese!
Le signore, mi spogliavano con gli occhi!
PINO
(Ride) ma sei sicuro che queste signore, hanno la vista? Ma stai zitto! Io si
che vincerò, perché le spogliavo io a loro!
GIANNA
Che facevi tu? Spogliavi loro?
GINO
Ammazzalo Gianna! Ti ha tradito con tutto il paese! L’ho visto io!
GIANNA
Tu, pensi che io ci creda? Quando siamo nella nostra intimità, non sa dove
mettere le mani...(Allude all’oggetto del desiderio) diciamo mani! Il tempo che
lui si fa i calcoli di come deve iniziare, io già ho dormito, sognato e mi suona
anche la sveglia per alzarmi dal letto! (Gino ride, Pino è mortificato)
PINO
(Rompe il ghiaccio) Terminiamo con questi discorsi, parliamo di politica!
GIANNA
(Ironica) ma si, parliamo di politica! È l’unico modo che il signorino sa la
strada per infilare i discorsi! Ma...non sa la strada per l’altra!
PINO
(Adirato) La vuoi piantare! Stasera, ti farò vedere che ho studiato una strada
giusta per trovare, la galleria! Ne parleremo dopo, che qui c sono bambini! (Si
riferisce a Mimmo)
GIANNA
Voglio proprio vedere quella per te, la strada giusta! Non vorrei che per
trovare la galleria, iniziassi a fare buchi di qua e di là!
PINO
Comunque, statisticamente io e i ragazzi del partito, ci siamo fatti il conto di
essere al 49% di voti!
GINO
Anche noi, con i nostri calcoli, possiamo dedurre di avere il 49% di voti. Per
diventare sindaco, sai che ci vuole il 50% più uno! (Entrambi i fratelli sono
pensierosi, ad un tratto Gino scatta dalla sedia) vero! Mancano i voti della
famiglia! Gianna, mi serve il tuo voto, così ti faccio diventare mia segretaria,
eh!
PINO
Stai calmo! Sei mia moglie deve votare uno di noi, deve essere libera di
scegliere, senza essere corrotta! (A Gianna) A chi voti, amore? (Pino non gli da
il tempo di parlare) Grazie amore, il tuo voto è mio! E sono al 50%. (A Mimmo
con dolcezza) Caro Mimmo, sai che ti voglio bene, ma se non mi dai il voto...ti
mando fuori casa a calci in culo!
GINO
Mimmo, e tu vuoi dare il voto a lui che ti da calci in culo? Vergognati a dir
ch’è tuo cognato! Dammi il voto, e ti assicuro un abbonamento per cinque anni,
nella taverna più lussuosa della città! E bevi gratis! ...allora?
MIMMO
Siccome sono fidanzato, ma la mia ragazza non lo sa. Se la invito a bere, per
dirle che la amo, a lei la fai pagare?
GINO
Beve poco o tanto? È giusto saperlo, non vorrei consumarmi, con entrambi!
MIMMO
Beve poco, perché è astemia di acqua! beve due litri a pranzo, e tre litri a
cena. È tanto?
GINO
(Ironico) No, è nella norma!
MIMMO
Allora, me la posso portare?
GINO
Certo che te la puoi portare! ...importante, che mi fai dare il voto, eh!
MIMMO
Mi dispiace, ma non ha ancora 18 anni! (Tutti si scandalizzano)
GINO
Non ha 18 anni? Sei un maniaco! Tu 30 anni, e lei una bambina! Sei un pedofilo!
MIMMO
Non sembra che ha 18 anni! Ha due tette come una vacca, e un culo quanto una
casa! è così dolce! E poi, qual è il problema? L’amore è cieco
PINO
E la morte è orba, che non vede certa gente!
GINO
(Gli lancia minacci sguardi al fratello, poi aggiunge) Allora Mimmo, almeno tu,
me lo dai il voto? (Mimmo annuisce) Anch’io, sono al 50 %! Però, non basta! Ci
vorrebbe... (Pino e Gino si guardano, insieme chiamano Emi con insistenza e
litigano per chi l’avesse chiamato prima. Entra Emi)
PINO
(Dolcemente) Tesoro, perché non entravi con la musica ad alto volume? Sai che
amo, farmi scoppiare il timpano!
GINO
Non dargli ascolto Emi, ti prende in giro! (Emi li guarda impassibile) Appena
diventerò sindaco, ti prometto che ti farò diventare più famoso di Eminem!
Contento? (Emi è irremovibile)
PINO
Ma stai zitto! Sembri una papera! Qua qua! Emi ascolta papà, appena divento
sindaco, ti farò un mega impianto che quando scenderai in campo tu, tremerà la
terra! Ti sentiranno anche quelli del terzo mondo! Sei contento? Gioia, per far
questo devi votarmi, altrimenti, al terzo mondo ti faccio andare a calci in
culo!
GINO
(Sdegnato) Ma che dignità hai, a dire queste cose a tuo figlio! Emi ascolta me,
il biglietto per il terzo mondo te lo do io! Però, se veramente tieni alla tua
carriera, devi darmi il voto! Così diventerò sindaco, e ti farò fare tutte le
tournee d’Italia con la tua musica! In caso contrario, non ti farò biglietto e
al terzo mondo, vai a piedi!
PINO
Emi, non facciamo che voti allo zio? Ti butto fuori casa, se lo fai!
GINO
Bel padre! A tuo figlio lo getti in mezzo la strada come un cane? Emi, non
preoccuparti, anche se ti butterà fuori casa, ti ospito io! Però, mi devi dare
il voto!
PINO
Scimunito! Anche tu sei ospite a casa mia! anche a te, butto fuori!
GINO
A chi fai queste minacce, cretino! Tanto Emi mi darà il voto, e quando sarò
sindaco vivremo nel lusso! (Ride con sarcasmo)
PINO
Si nel lusso...del cesso! Mio figlio deve votare me! (Gino obbietta quello che
dice Pino e litigano. Emi emette un grido)
EMI
Basta! (Gino e Pino si zittiscono) Vergognatevi di come vi state comportando!
Guardatevi in faccia, avete dimenticato le vostre vene, dove scorre lo stesso
sangue! Certo, questo si ricorda solo quando in mezzo ci stanno i genitori, ma
si dimentica quando in mezzo ci stanno i soldi, il potere! La vita è una ruota
che gira. Sia nel bene che nel male, tutti riceviamo, tutti perdiamo! Quando si
lotta per raggiungere un obbiettivo, l’unica forza da usare è l’umiltà! Chi vive
d’umiltà con i piedi per terra, tocca il cielo con un dito!
PINO
(Viene toccato dalle parole del figlio, e ha si rattrista) Si, è la verità
quello che hai detto! A che serve arrivare al punto di non guardarsi più negli
occhi, perché ci sta in mezzo il potere! Si è vero, i soldi ci fanno star bene!
Che senso ha, campare con tanti soldi e perdere l’amore della famiglia! Meglio
essere meschini e felici, che ricchi e soli!
GINO
(Anch’egli toccato sin dal profondo del cuore) Hai ragione Pino! Che sciocchi!
Siamo così accecati dall’odio, che ci siamo scordati che siamo fratelli! Ma
perché, non ci si ferma a ragionare, prima di agire!
PINO
(Dalla tasca esce un foglio, anche Gino esce il foglio che ha in tasca) Ha una
vita che lavoro due giorni si, tre giorni no! E per questo foglio, dove ci sta
scritto che sono candidato a sindaco, e mi avrebbe dato la possibilità di
migliorare la mia vita, stavo perdendo a mio fratello...il mio stesso sangue!
(Strappa il foglio) Chi lo vuole fare il sindaco lo faccia! Continuo ad essere
quello che sono, meschino si, ma ricco di felicità! Oggi ho capito, quanto è
importante il valore della famiglia!
GINO
La ricchezza più grande, è quella di avere la fortuna di essere felici in
famiglia, e avere pace dentro e guerra fuori! (Strappa il foglio) Pino, anch’io
ho capito quanto è importante volersi bene, finchè abbiamo un cuore che batte, e
non bisogna mai farlo cessare, per i soldi! Ti voglio bene Pino!
PINO
Anch’io ti voglio bene Gino!(Si abbracciano. Stretti nell’abbraccio si rivolgono
tutti verso il pubblico)
Spero solo, che questa commedia sia servita a farvi capire, che nella vita non
bastano i soldi per farci arricchire! Pensiamo che basta un niente e la vita
perdiamo, crediamo che la vera ricchezza è la famiglia, e stretta al cuore, per
tutta la vita, la terremo! (Cala il sipario)
FINE