OCCHIO NON VEDE, VIRUS NON DUOLE
(OCCHIU NON VIDI, VIRUS NON DOLI)

Commedia brillante di

Fortunato Tripodi

(versione in italiano)
2 Atti - 10 personaggi (6 U e 4 D)
    
La vita domestica, anche in quest’epoca contemporanea, va avanti secondo schemi e convenzioni, spesso figli di retaggi del passato, che ci appaiono immutabili. Lo stesso vale per i legami familiari e coniugali, che crediamo essere destinati a durare in eterno, pur con tutte le contraddizioni, le incoerenze e le bugie che, non di rado, contribuiscono a tenere in vita questi rapporti.
Succede fra marito e moglie, così come capita fra genitori e figli. Sono storie di ordinaria quotidianità, di una società moderna che, con tutte le convenzioni sociali che si porta dietro, ha finito con l’impriogionarci dentro a schemi, modelli e stili di vita che, in molti casi, confliggono con vizi e virtù dell’essere umano.
Ci si ritrova, quindi, quasi costretti ad essere sempre aderenti a queste convenzioni e, per questo motivo, non è insolito che si cerchi di nascondere, sminuire, occultare tutti quei comportamenti che non rispondono a questi cànoni.
Se non che, all’improvviso, nel quotidiano trascorrere delle nostre esistenze, succede qualcosa che stravolge tutto, che ci mette di fronte alla realtà, quella vera, non quella che ciascuno di noi ha sempre creduto fosse.
Sono queste le storie di due famiglie che, in mezzo a tanti colpi di scena, in chiave ironica e con la giusta dose di comicità, si è cercato di raccontare.
Con un finale assolutamente a sorpresa!
                    
Sant’Elia di Saline Ioniche (RC), lì 03/09/2020


10 Personaggi (6 uomini e 4 donne)
Lillo, marito di Pina, 50 anni circa – È a capo di una piccola azienda di nettezza urbana, è il classico borghese medio, molto attento al "buon nome" della famiglia. Le ripetute scappatelle con Eva, moglie del dottore Rimedio, rappresentano il lato oscuro di chi fa di tutto per far apparire la propria come una famiglia modello. Indossa un vestito a giacca, con camicia.
Pina, moglie di Lillo, 45 anni circa - Donna semplice ed umile, casalinga, angelo del focolare domestico. Cattolica ed estremamente devota al marito, di cui ha una percezione fortemente idealizzata e, purtroppo per lei, in contrasto con la realtà. Indossa abiti molto castigati.
Nino, figlio di Lillo e Pina, 25 anni circa - Aspirante cantante, in perenne contrasto col padre, che vorrebbe vederlo, un domani, alla guida dell'azienda di famiglia. Ha una storia clandestina con Eva, moglie del dottore Rimedio, di cui è sinceramente innamorato. Veste in jeans e camicia bianca, con un piccolo foulard da uomo attorno al collo.
Angela, figlia di Lillo e Pina, 22 anni circa - Ragazza timida che studia per diventare medico e vive con l'ansia costante di deludere la propria famiglia, soprattutto il padre. Fidanzata con Angelo, nonostante il padre non approvi l'unione fra i due. Veste in modo molto sobrio.
Dottore Rimedio (Dottore), 55 anni circa - Medico di base del paese e della famiglia di Lillo e Pina. Sposato con Eva, donna che trascura un po' (troppo) a causa della dedizione al proprio lavoro. Goffo, pasticcione e smemorato. Indossa un vestito a giacca, con camicia e si muove sempre con la sua inseparabile valigetta da medico.
Eva, moglie del dottore Rimedio, 40 anni circa - Donna molto avvenente, intrattiene ben tre storie extraconiugali. Veste sempre con abiti molto succinti.
Avvocato Graziaplena (Avvocato), 45 anni circa - Avvocato divorzista, cinico e sicuro di sé. È il terzo amante di Eva. Indossa un vestito a giacca, nero, con cravatta.
Angelo, fidanzato di Angela, 28 anni circa - Netturbino presso l'azienda di Lillo. Fidanzato con Angela, figlia del proprio "capo". Indossa una tuta blu o salopette, da netturbino.
Concetta, madre del dottore Giuseppe Rimedio, 75 anni circa - Donna anziana, che soffre di palpitazioni, vive nell'appartamento del figlio e della moglie. Porta occhiali molto spessi ed è ammantata da uno scialle pesante. Cammina aiutandosi con un bastone.
Fattorino, fa pervenire corrispondenza e plichi vari alle due famiglie.


NOTE SULLA SCENA
L'intera azione della commedia si svolge nell'appartamento di Lillo e sua moglie Pina, e, contemporaneamente, anche nell'appartamento del dottor Rimedio e sua moglie Eva, in una qualsiasi cittadina calabrese.
La scena, che rappresenta il soggiorno di un appartamento moderno, “serve” per entrambe le abitazioni.
Spesso, benché l’azione si svolga contemporaneamente in ognuno dei due appartamenti, gli abitanti di ognuno saranno, ovviamente, inconsapevoli degli altri.
Sul fondo, lato centro-sinistra, vi è un arco (entrata/uscita arcata di centro-sinistra, da qui in avanti) attraverso il quale si accede all'ingresso dell'abitazione del dottore Rimedio e della moglie Eva, mentre, specularmente, sul fondo, lato centro-destra, un altro arco (entrata/uscita arcata di centro-destra, da qui in avanti) riprodurrà lo spazio per il tramite del quale si accede all'ingresso dell'abitazione di Lillo e Pina.
A sinistra, una “quinta” rappresenterà l’accesso (entrata/uscita a sinistra, da qui in avanti) agli altri ambienti dell'abitazione del dottore Rimedio e della moglie Eva, mentre, allo stesso modo, sulla destra, un’altra “quinta” darà l'idea del corridoio (entrata/uscita a destra, da qui in avanti) che consente l'accesso agli altri ambienti della casa di Lillo e Pina.
I pannelli a sinistra (abitazione del dottor Rimedio ed Eva) saranno di colore verde chiaro, mentre quelli a destra (abitazione di Lillo e Pina) saranno di colore giallo chiaro.
Davanti, centralmente, un lungo divano e ai due lati di esso un tavolino per ciascun lato; su ognuno di questi, un telefono.
Due poltroncine (o sedie eleganti), una avanti a sinistra e una avanti a destra.
L'arredamento della zona a sinistra (casa del dottore Rimedio e della moglie Eva) e quello della zona a destra (casa di Lillo e Pina) dovranno dare un’idea di omogeneità, in quanto il soggiorno “serve” per entrambe le case.
Nei pannelli del fondo, sia a destra che a sinistra, vi sono quadri e altri ornamenti, evitando di utilizzare foto di famiglia. Due appendiabiti, uno a destra e l’altro a sinistra.
I due campanelli della porta dovrebbero avere un suono diverso, così come anche i due telefoni.
L'azione è continua e si svolge in una assolata mattina primaverile.

N.B.: Qualora si ritenesse opportuno, si suggerisce di fornire agli spettatori tutte le informazioni necessarie alla comprensione della composizione della scena, prima dell’inizio della rappresentazione.

Cittadina calabrese, ai giorni d’oggi.

ATTO PRIMO

Giornata primaverile. Verso mezzogiorno.

SIGLA (liberamente scelta da chi rappresenterà l’opera, n.d.a.)

Il dottore entra dall’arco di centro-sinistra.
DOTTORE (posa la valigetta da qualche parte, poi toglie la giacca e la appende sull’appendiabiti a sinistra)

Contemporaneamente Pina entra da destra.
PINA (non “vista” dal dottore, dà una sistemata veloce al tavolino su cui c’è il telefono a destra)

STOP SIGLA – quando il dottore ha tolto la giacca.

DOTTORE (a voce alta, verso sinistra) Tesoro, sono a casa! Oggi mi sono sbrigato presto!
V.F.S. EVA (mormorando, infastidita) Maledizione! Troppo presto… (più conciliante, ma in difficoltà) Eeeh… Mettiti a sedere sul divano… Sicuramente sarai stanco…
PINA (alza la cornetta del telefono di destra e compone un numero)

SQUILLO DI TELEFONO (telefono a sinistra)

V.F.S. EVA Tesoro, puoi rispondere tu, per favore?
DOTTORE (a voce alta, verso sinistra) Certo, mogliettina mia adorata! (alza la cornetta del telefono a sinistra) Pronto?
PINA Pronto, dottore Rimedio? Sono Pina, la moglie di Lillo, quello che ha la ditta di pulizie…
DOTTORE Ah, sì. Mi dica…

Eva entra da sinistra.
EVA (in vestaglia da camera. Mentre il marito parlerà al telefono, con molta circospezione, si accerta che lui sia di spalle e non la veda. Con gesti plateali, fa segno, verso sinistra, di entrare)
PINA Sa, dottore, ho chiamato per mio marito…
DOTTORE Sì, mi dica, signora Pina, mi dica…

Lillo entra da sinistra.
LILLO (con la camicia sbottonata, la giacca in mano, reggendosi i pantaloni con l’altra mano, trasandato. Sotto lo sguardo preoccupato di Eva, si accerta di non essere visto dal dottore)
PINA (con tono pietoso) È da un po’ di tempo che lo vedo troppo sciupato… Lo vedo smagrito!
DOTTORE Sarà il lavoro, signora Pina… Sicuramente suo marito Lillo lavora troppo, si sciupa, si stanca…
LILLO (preoccupato, fa segno ad Eva di aver capito che quella al telefono è sua moglie)
PINA (come sopra) Sì, dottore… Lavora dalla mattina alla sera ed io lo vedo sempre stanco, spossato… Dice che si sente sempre la testa pesante…
DOTTORE Ah, guardi… ultimamente anche io mi sento sempre la testa pesante…
LILLO (prima di avviarsi verso l’arco di centro-sinistra, a queste parole, fa il segno delle corna dietro la testa dell’ignaro dottore. Uscendo si scambia dei bacetti, a distanza, con Eva)
Lillo esce dall’arco di centro-sinistra.

PINA Dottore, cosa consiglia di fare per mio marito? Mi dica…
DOTTORE Signora Pina, basterà un po’ di riposo, non si preoccupi…
PINA Dottore, ne è sicuro? Non è meglio fargli fare le analisi?
DOTTORE Ma no, non c’è bisogno… Si fidi di me!
PINA Eeeh… (incalzante) Dottore, ho paura che mio marito abbia qualche brutta malattia… gli prescriva le analisi, per favore!
DOTTORE (seccato) E va bene, gli prescriverò delle analisi e poi vedremo che cura dargli. Passi questo pomeriggio a ritirare le ricette dal mio studio.
PINA Va bene, dottore. Grazie mille… Ci vediamo pomeriggio. La saluto…
DOTTORE A dopo, signora. La saluto... (riattacca il telefono)
PINA (riattacca il telefono, sistema ancora il tavolinetto del telefono poi…)
    Pina esce a destra.

DOTTORE (vede Eva) Tesoro, ma… ancora in vestaglia… a quest’ora? Come mai?
EVA (in difficoltà, sospira) Eeeh… sai… stamattina non mi sentivo molto bene…
DOTTORE Oooh, mi dispiace… Te l’ho detto mille volte: quando ti senti stanca, devi riposare! Devi stare a letto, quando ti senti così!
EVA (vaga) Eeeh, infatti… sono stata a letto! Tutta la mattina a letto! Solo che poi mi sono messa a fare un po’ d’ordine, di pulizie… Soprattutto nella stanza da letto… (con enfasi) c’era una confusione…
DOTTORE Povera mogliettina mia…

Concetta entra da sinistra.
CONCETTA (entra lentamente, col bastone) Ahiahiai! (passa vicino ad Eva) A quest’ora, ancora in vestaglia? Mah… (al figlio) Chi diamine mi hai messo in casa? Te l’ho sempre detto che questa non era la donna giusta per te! (si lamenta ancora) Ahiahiahiahi! Madonna santa, come mi sento…
DOTTORE (preoccupato) Mamma, che hai?
CONCETTA Uuuh, che ne sai! Stamattina credevo di morire… Avevo il cuore che andava come un treno accelerato… (con relativa mimica) PU – PUUUM PU – PUUUM PU – PUUUM…
DOTTORE E adesso come va? Come ti senti?
CONCETTA Male! Mi sento male!
DOTTORE (preoccupato) Mamma, te l’ho detto mille volte: quando stai male ed io non sono a casa, chiama Eva!
CONCETTA Ah, io l’ho chiamata! (a voce alta) Evaaa! Evaaa! Evaaa! E lei rispondeva soltanto: (alludendo) Siii… Ancora… Siii… Ancora… E allora io, di nuovo, la chiamavo: (a voce alta) Evaaa! Evaaa! Mannaia a Eva! E lei: (alludendo) Siii… Ancora… Siii… Ancora… Praticamente ho passato tutta la mattinata così… Ma di Eva, nessuna traccia!
EVA (in difficoltà, prende il marito per un braccio, gli fa delle moine) Tesoro, te l’ho già detto che stamattina stavo poco bene… Credimi, non riuscivo ad alzarmi dal letto in nessun modo…
DOTTORE (mentre Eva continua a fargli delle moine) Povera mogliettina mia! Sempre in casa a fare le faccende domestiche e a cucinare… A proposito… che hai preparato di buono?
EVA (più in difficoltà) Eeeh… (facendogli altre moine) Avevo pensato di fare il tuo piatto preferito!
DOTTORE (contento) Pasta alla puttanesca!
EVA Sì!
DOTTORE (abbracciandola mentre si avviano) Come la fai tu la puttanesca, non la fa nessuno!
CONCETTA (mentre esce dietro di loro) Ah sì, la fa proprio bene, la puttanesca…
Il dottore, Eva e Concetta escono da sinistra.

Pina entra da destra.
PINA (preoccupata) Ma come è possibile? Già mezzogiorno e mezza e ancora non è tornato a casa… Lavora troppo, non lo vuole capire…

Lillo entra dall’arco di centro-destra.
LILLO (ora indossa la giacca, i pantaloni sono abbottonati ma la camicia non del tutto. Molto stanco, si asciuga il sudore con un fazzoletto di stoffa e lo farà anche nelle successive battute)
PINA (gli va incontro) Oh, Lillo! Sei tornato, finalmente! (lo osserva) Ma come sei conciato? Sembra che sei stato in guerra…
LILLO Eeeh… più o meno…
PINA (lo osserva ancora) Sei troppo stanco… Ti vedo sciupato…
LILLO Consumato! Sono consumato!
PINA Stamattina sono stata in chiesa e ti ho fatto segnare una messa (fa il segno della croce) per domenica…
LILLO (esegue gesti apotropaici) Una messa? Ma… per me?
PINA Sì!
LILLO Ma… (esegue altri gesti apotropaici) le messe si celebrano per i morti!
PINA Sì, lo so. Ma io ti vedo troppo stanco… Sai com’è… Oggi ci siamo, domani chissà… (fa il segno della croce) Ho appena chiamato il dottore Rimedio…
LILLO (mormorando) Sì, lo so…
PINA (stranita) Come?
LILLO No, niente, niente… E che ti ha detto?
PINA Mi ha detto di passare pomeriggio dal suo studio, così mi fa le ricette per le tue analisi…
LILLO (fingendo disinteresse) Ah, quindi pomeriggio il dottore non è a casa, sarà allo studio?
PINA (non capisce) Sì, così mi ha detto…
LILLO (fregandosi le mani, mormorando) Ah, bene, bene…
PINA (lo osserva ancora, gli passa una mano sulla guancia) Tu lavori troppo… così ti strapazzi…
LILLO (va a sedere sul divano, sviando il discorso) Certo che lavoro troppo… E cosa dovrei fare? Sentiamo…
PINA Farti aiutare!
LILLO E da chi? Se tuo figlio, (gridando verso destra) colui il quale un giorno erediterà il frutto dei miei sudori (strizza il fazzoletto di stoffa), non ne vuole sapere di venire a lavorare con me all’impresa di pulizie?
PINA (infastidita) Aaah, sempre le stesse cose… Lascia stare il bambino!
LILLO E chi te lo tocca? Che poi, dico io, pare che deve venire a fare lo spazzino? Io sono il capo e lui potrebbe fare il vice-capo… E un domani, fra cent’anni…
PINA (conciliante) Ma, Lillo, sai bene che non è portato per queste cose, lo sai che lui…
V.F.S. NINO (canticchia Toto Cutugno, a voce piena) Lasciatemi cantare, perché ne sono fiero, sono un italiano…
LILLO (a tono, canticchiando) Un italiano storto! (a Pina) Ecco, hai sentito? Deve fare il cantante, il signorino!
PINA Sì, ma non ti agitare…
LILLO Mah! Eravamo una famiglia modello, rispettata da tutti! E invece adesso la gente parla, dice, mormora… (disperato) E chi me lo doveva dire che doveva capitarmi una disgrazia di queste, di avere un figlio che vuole fare l’artista, il cantante!
PINA (infastidita) Ti ho detto di lasciarlo in pace!

Angela entra da sinistra.
LILLO Oh, Angela… la mia figlia femmina preferita!
ANGELA Certu, sono l’unica…
LILLO (la prende per un braccio, oppressivo) Dimmi, bella del papà, hai studiato stamattina?
ANGELA (cerca di divoncolarsi, riuscendoci) Certo, papà…
LILLO (soddisfatto) Aaah! Manomale che su due figli, almeno una, forse, non mi deluderà… (la prende per un braccio, oppressivo) Quanti esami mancano?
ANGELA (cerca di divoncolarsi, riuscendoci) Tre!
LILLO Aaah! Bene, bene! (la prende per un braccio, oppressivo) E quando ti laurei?
ANGELA (cerca di divoncolarsi, riuscendoci. In difficoltà) Eeeh, non lo so ancora… sono esami pesanti… E poi dopo dovrò fare la tesi…
LILLO (incalzante) Vabbé… un paio di mesi. Quanto ci vuole per fare tre esami?
ANGELA (seccata) Papà… ti ho detto che non lo so. Possono essere tre mesi, come sei, sette… Non lo so!
LILLO (si frega le mani) Ah, bene, bene… Fra poco diventeremo ancora più rispettabili, più stimati! Avremo un medico in famiglia. Una dottoressa…
PINA Sì, ma non pressare la bambina… Lasciala respirare!
LILLO Io? Ma che stai dicendo? È solo che non vedo l’ora di avere un medico in famiglia! Così tutto il paese schiatterà d’invidia! Metteremo la saliva sul naso a tutti! (sputa in terra) Puuuh!
PINA Lillo, ma cosa fai?
LILLO Le prove per la salìva!
ANGELA (osserva il padre) Papà, ma… io ti vedo sempre più stanco…
LILLO Aaah! Ma vi siete messe d’accordo? Ma lasciatemi in pace…
PINA (ingenua) Sicuramente è il troppo lavoro…
ANGELA (lo osserva ancora, mette una mano sulle occhiaie) Mah… io ancora non sono medico… (allusiva) Ma questo non mi sembra proprio troppo lavoro…
LILLO (temendo di essere scoperto, si scansa) Ma cosa dici? Cosa dici? (cambia discorso) Piuttosto, dov’è che stavi andando?
ANGELA (titubante) Sto uscendo con… Angelo…
V.F.S. NINO (canticchiando Massimo Ranieri) Staje luntana da stu core, a te volo c'o penziero…
LILLO Con Angelo?
ANGELA Sì!
V.F.S. NINO (come sopra) Niente voglio e niente spero, ca tenerte sempe a fianco a me!
LILLO Ma… Angelo… il mio dipendente?
ANGELA Sì!
V.F.S. NINO (come sopra) Si' sicura 'e chist'ammore, comm'i' só sicuro 'e te...
LILLO (ad Angela) Ti ho detto mille volte di lasciare stare questi discorsi…
PINA Lillo… lascia in pace la bambina… (la abbraccia)
LILLO (adirato) Non permetterò mai che mia figlia, prossimo medico, dottoressa, magari primario, forse anche luminare della scienza, sposi un mio dipendente! (con sdegno) Uno che passa la scopa sui marciapiedi! (con disprezzo) Con uno spazzino…
PINA Operatore ecologico…
ANGELA Ma… papà…
PINA Angelo è un bravo ragazzo…
ANGELA Serio, lavoratore…
LILLO Mai e poi mai! Non succederà mai!
ANGELA (risoluta) Papà… vedi che Angelo con me ha intenzioni serie!
LILLO Ah si? Anche io con lui, ho intenzioni molto serie! Se non ti lascia in pace, (agita i pugni) gli faccio vedere io!
PINA Ma… Lillo…
LILLO Ho detto no! È inutile insistere!
ANGELA Vabbé… Tanto è tempo perso. Io esco lo stesso… (e si avvia)
LILLO (urlando) Angeeela! Angeeelaaa!
Angela esce dall’arcata di centro-destra.

V.F.S. NINO (canticchiando Massimo Ranieri) Oje vita, oje vita mia... Oje core 'e chistu core...
Si' stata 'o primmo ammore... E 'o primmo e ll'ùrtimo sarraje pe' me!
LILLO Cose da pazzi! Cose da pazzi in casa mia! Cosa può dire la gente? Quello che vuole fare il cantante… Quest’altra, sul punto di diventare dottoressa, vuole sposarsi con uno spazzino! Cose da pazzi!
PINA Ma, Lillo, su, non ti agitare!
LILLO Ecco, lo vedi perché sono stanco io? A causa di tutti questi pensieri che ho in testa!
PINA Sì, ma… Non ci pensare ora… Vieni, così mangiamo…
LILLO Che hai cucinato oggi?
PINA Pasta e zucchina bollita! (abbracciandolo mentre si avviano a destra) Così ti riprendi!
LILLO (sarcastico) Ah sì! Così mi riprendo di sicuro!
Lillo e Pina escono a destra.

Concetta entra da sinistra.
CONCETTA (mentre si avvia verso il divano, senza sedersi) Ahiahiahiahi… Mi sento sempre peggio! Sempre peggio!

SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-sinistra)

CONCETTA (mentre va verso lilscita dell’arcata centro-sinistra) Vado io, vado io… Non sia mai, poi, che mia nuora si stanchi…  (esce per un attimo dall’arcata di centro-sinistra)

Concetta e il Fattorino entrano dall’arcata di centro-sinistra.
CONCETTA (entrando) Prego, si accomodi… Cosa ha portato? Un mazzo di carciofi? Buoni! Così stasera li faccio bolliti…
FATTORINO (entrando con un mazzo di rosse rosse, anche finte) Salve signora, devo consegnare questi fiori… (legge dal biglietto dei fiori) alla signora Eva. È in casa?
CONCETTA Ah, sono per mia nuora? Ora gliela chiamo… (a voce alta verso sinistra) Evaaa! Evaaa! Vieni qui… Ma prima vestiti, per carità! Non arrivare in vestaglietta…

Eva e il dottore entrano da sinistra.
CONCETTA (ad Eva) È arrivato un mazzo tanto per te!
EVA (indossa un soprabito sopra la vestaglietta. Già immagina non sia un regalo del marito, gli getta le braccia al collo) Oooh, grazie amore mio!
DOTTORE (spaesato) Ma… veramente…
EVA (fa delle moine per confondere il marito) Non dovevi disturbarti, tesorino mio!
DOTTORE (ci pensa un po’) Ma io… non ricordo di aver ordinato dei fiori… (va verso il fattorino) Mi scusi, cosa dice il bigliettino?
FATTORINO (coi fiori in una mano, il biglietto nell’altra, rivolto verso il dottore, legge a voce alta) Per Eva: Forse in amore le rose non si usano più. Ma questi fiori sapranno parlarti di me…
CONCETTA (canticchiando e inscenando una buffa danza) Rose rosse per te, ho comprato stasera… E il mio cuore lo sa, cosa voglio da te! ‘Nza ‘nza…
EVA (ritorna ad abbracciare il marito) Che romanticone il mio bel maritino!
DOTTORE (ci pensa ancora) Eppure io sono quasi sicuro di non aver ordinato dei fiori…
EVA (con enfasi) Quasi sicuro! (facendo gli occhi dolci) Tesoruccio mio, ceeerto che li hai ordinati tu, questi fiori! E chi, sennò?
DOTTORE (ripete perplesso, per convincersi) E già… E chi, sennò?
FATTORINO (ostentando ancora i fiori che tiene in mano) Sì… ma ora qualcuno se li vuole prendere questi fiori o vogliamo aspettare di capire chi diavolo li ha mandti?
EVA (si prende i fiori) Certo! Scusaci… e grazie mille! (va a posare i fiori in un vaso vuoto)
FATTORINO Signori, arrivederci…
GLI ALTRI (all’unisono) Arrivederci…
Il fattorino esce dall’arcata di centro-sinistra.

Lillo entra da destra.
LILLO (non “visto” dagli altri, si sistema bene la giacca, la camicia, i capelli, mentre gli altri continuano lo scambio di battute. Uscirà facendo una specie di danza “leggiadra” ma buffa)
Lillo esce dall’arcata di centro-destra.

DOTTORE (rimugina) Eppure dovrei ricordarmelo se questa mattina sono passato ad ordinare dei fiori…
EVA (lo prende da un braccio) Ma, amore… in questo periodo stai lavorando troppo… È lo stress che ti fa dimenticare le cose…
CONCETTA (mormorando alla platea) Sì… lo stress… È sempre stato rincoglionito… e lei lo rigira come vuole… (al figlio) Te l’ho ho detto mille volte che questa non era la donna giusta per te!
DOTTORE (guarda l’ora, poi ad Eva) Sono in ritardo, devo andare ad aprire l’ambulatorio… Scappo, tesoro… (a Concetta) Mamma, se per caso ti dovessi sentire qualcosa… chiama Eva, che lei arriva subito…
CONCETTA (mormorando) Sì, allora sto fresca!
DOTTORE (uscendo, guarda i fiori) Eppure io… non ricordo proprio…
Il Dottore esce dall’arcata di centro-sinistra.

Pina entra da destra.
PINA (non “vista” dagli altri, inizia a spolverare e a sistemare per la scena, a destra)
CONCETTA (ad Eva) Io vado a riposarmi un po’…
EVA Le hai prese le gocce che le ho lasciato sul comodino?
CONCETTA Sì, ma… per cosa sono?
EVA Sono quelle… per il cuore…
CONCETTA (perplessa) Mah, sarà… io mi sennto il cuore che mi fa (con relativa mimica) PU – PUUUM PU – PUUUM PU – PUUUM… Se per caso mi senti gridare, vieni subito. Intesi?
EVA Sì, sì… Va bene…
    Concetta esce da sinistra.

EVA Sì, sì… le gocce per il cuore! Come no! Con questo bel sonnifero che le ho dato, dormirà fino a domani mattina! (guarda i fiori, riprende il biglietto in mano) È un pazzo… C’è mancato poco che mio marito mi scoprisse… Certo, però, che è proprio romantico… (si guarda attorno) Mio marito non c’è, mia suocera sta per dormire… Adesso lo chiamo! (va verso il telefono di sinistra, si ferma) E se non risponde lui? Sua mamma mi conosce, suo padre… pure! Vabbé, mi inventerò qualcosa! (alza la cornetta del telefono e compone un numero)

SQUILLO DI TELEFONO (telefono a destra)

PINA (va a rispondere al telefono di destra) Pronto?
EVA (un po’ spiazzata, fa una voce greve, con accento dell’Est Europa) Pronto… eeeh… Pronto?
PINA (perplessa) Sì, qui siamo pronti! Lei è pronta signora?
EVA (come sopra) Salve signora, io essere… Ivanka… Io… russa…
PINA Ah, se russa mi dispiace! Anche mio marito, la notte, russa… Sembra un trattore scassato!
EVA No, io non russa… io essere russa…
PINA Aaah, è russa? Come l’insalata? Aaah, ho capito…
EVA (spazientita) No, signora… io avere chiamato per Nino… (come se improvvisasse) Io essere Ivanka, cantante russa… maestra di Nino… Sì, io maestra… io volere parlare con Nino…
PINA Aaah, ho capito! Ora ve lo chiamo! (a voce alta verso destra) Ninooo, Ninooo! Vieni a rispondere al telefono che io non ho capito niente!

    Nino entra da destra.
NINO (entrando, fa segno di chiedere alla madre chi è al telefono)
PINA (mentre gli dà la cornetta) Non ho ben capito… c’è una… Ivanka, una russa ma che non russa, non so… (rimarrà accanto a Nino per cercare di ascoltare)
NINO (perplesso, prende il telefono) Pronto…
EVA (con voce normale) Pronto, Nino? Sono Eva!
NINO Aaah, Eva! (in difficoltà, per la presenza ingombrante della madre) Eeeh, cioè… Evanka!
EVA (con voce greve e accento dell’Est Europeo, divertita) Tua maestra russa…
NINO (sempre in difficoltà) Sì, mi dica tutto, maestra…
EVA Mio marito è…
NINO (di getto) Cornuto! (la mamma è perplessa. Cerca di rimediare) No, volevo dire… l’ACUTO! Oggi ho provato tante volte l’acuto! (guarda la mamma) Sì, maestra, l’acuto…
EVA Bestia! Mio marito è uscito, non è in casa! È andato in ambulatorio… Ed io sono… sola, soletta…
NINO (sempre in difficoltà) Aaah, bene! Benissimo! Allora arrivo fra poco, sì…
EVA (provocante) Ti aspetto!
NINO (come sopra) A fra poco…
EVA (come sopra) Non mi fare aspettare…
NINO (come sopra) Arrivo subito…
EVA (come sopra) Baci…
NINO (come sopra) Sì, tante care cose…
EVA (come sopra) Attacchiamo insieme?
NINO Va bene!
EVA (come sopra) Uuuno…
NINO Duuue…
PINA (seccata, prende la cornetta dalla mano del figlio) E treee! (riattacca) Oooh!
EVA (riattacca. Poi, non “vista” dagli altri, si sistemerà i capelli, rassetterà un po’ per la scena, a sinistra, poi ritonerà ad annusarele rose)
PINA (insospettita, mani in fianco) Si può sapere chi diamine era?
NINO (in difficoltà) Era… Ivanka, la mia nuova insegnante di canto. È bravissima!
PINA Ah si?
NINO Sì, adesso vado da lei… (lei guarda perplessa, lui scandisce) Vado lezione da lei! (e fa per uscire)
PINA Sto uscendo anche io: vado dal dottore Rimedio, così mi prescrive le analisi per tuo padre… Lo vedo troppo sciupato! A quest’ora il dottore avrà sicuramente già aperto l’ambulatorio!
NINO (di getto) Sì, sì… lo ha aperto l’ambulatorio, il dottore…
PINA (uscendo assieme al figlio, insospettita) E tu che ne sai?
NINO (in difficoltà) Eeeh… che ne so? Niente, ho detto così, per dire… A quest’ora è sempre aperto l’ambulatorio…
    Pina e Nino escono dall’arcata di centro-destra.

EVA (mentre annusa le rose) Che romantico! Presto sarà qui! Un pomerggio tutto per me e Nino!
 
SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-sinistra)
 
EVA Oooh, è già arrivato! (va ad aprire)
 
L’avvocato entra dall’arcata di centro-sinistra.
EVA (entrando con lui) Ma… sei pazzo ad arrivare qui… senza preavviso!
AVVOCATO (le fa il baciamano) Sì, sono pazzo… pazzo di te!
EVA (in difficoltà) Mio marito poteva vederti… Poteva scoprirci! È uscito poco fa!
AVVOCATO Certo, certo. Lo so!
EVA Che vuol dire… lo so?
AVVOCATO Mi ero messo qui sotto ad aspettare che lui uscisse…
EVA Cooosa?
AVVOCATO Appena ho visto che se n’è andato, io… ZUM! Eccomi qua!
 
SUONO DI SUONERIA DI CELLULARE
 
AVVOCATO (prende dalla tasca della giacca il proprio telefonino) Scusami cara, devo rispondere... Sarà qualche cliente... (risponde al cellulare) Pronto... Sì, avvocato Graziaplena. Sì, specializzato in divorzi... Sì, mi dica...
EVA (mentre lui parla al telefono, lei entra ed esce da sinistra un paio di volte, preoccupata)
AVVOCATO (parlando al telefono) Allora, mi faccia capire: lei vorrebbe chiedere il divorzio... perché sua moglie non sa cucinare? (breve pausa) Sì, sì... Certo... Cooosa? Le cucina la parmigiana light… con le melanzane grigliate e non fritte? Assurdo, questa è… violazione dei doveri coniugali! (breve pausa) Cooome? Siete sposati da tre anni e lei vi ha preparato le polpette soltanto una volta? Inaudito! Inconcepibile! Questa è… violenza fisica e psichica! (breve pausa) Nooo! Addirittura sua moglie pesa la pasta prima di calarla? Assurdo! Questi sono… maltrattamenti in famiglia! (breve pausa) Venga da me, domani mattina... Ci sono tutti gli estremi per chiedere il divorzio... Sì, non si preoccupi che la vinciamo questa causa... (breve pausa) Cosa? Che succede se noi non la vinciamo? Che lei la perde! La saluto, ci vediamo domani mattina... (chiude il telefonino e lo ripone in tasca. Ad Eva) Perdonami, cara... il lavoro mi perseguita! (la guarda, vede che è preoccupata) Che hai, non sei felice di vedermi?
EVA (in difficoltà) Sì, certo. È solo che io… non ti aspettavo…
AVVOCATO (con fare galante) E cosa c’è di meglio che una visita d’amore… inaspettata!
EVA (in difficoltà) Ma lo sai che… non mi piacciono le sorprese! E poi qui in casa c’è pur sempre mia suocera…
AVVOCATO (si guarda attorno) E dov’è?
EVA (divertita) Le ho dato le gocce… A quest’ora dorme come un sasso!
AVVOCATO Bene, benissimo! (vede i fiori) E questi fiori?
EVA (in difficoltà) Me li ha regalati… eeeh... mio marito!
AVVOCATO (deluso) Ma quindi… Non è vero che lo vuoi lasciare per stare assieme a me?
EVA (in difficoltà) Ma certo, tesoro…
AVVOCATO (incalzante) Ed è vero che ami solo me?
EVA (in difficoltà) Ma sì, tesoro…
AVVOCATO (incalzante) E quando lo lascerai per stare soltanto con me?
EVA (in difficoltà e seccata) Presto, molto presto, tesoro…
AVVOCATO (incoraggiato) Benissimo! Pensa tu che fortuna che hai! Non dovrai nemmeno pagare l’avvocato per il divorzio! (atteggiandosi) E che avvocato, modestamente!
 
SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-sinistra)
 
AVVOCATO (sorpreso e spaventato) E chi può essere?
EVA (fingendo di non sapere chi possa essere, spaventata) Oddio! Chi sarà?
AVVOCATO (perplesso) E io che ne so? È casa tua…
 
SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-sinistra)
 
EVA (spaventata) Ti devi nascondere...
AVVOCATO E dove?
EVA Eeeh... (ci pensa, poi, indicando lilscita a sinistra) Vai in bagno e chiuditi lì dentro! AVVOCATO (perplesso) Nel bagno?
EVA Sì, ma fai attenzione, (con relativa mimica) che qui c’è la porta della stanza di mia suocera e a destra quella del bagno! Tu apri la porta a destra, mi raccomando!
AVVOCATO (annuisce) Sì… la porta a destra, va bene… (atteggiandosi, sbottonandosi un bottone della camicia) Io vado, ma vedi che… inizio a… prepararmi. Ti aspetto, cara…
EVA (spingendolo verso lilscita a sinistra) Sì, si… Vai, muoviti!
     L'avvocato esce a sinistra.
 
SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-sinistra)

EVA (mentre va verso l'arcata di centro-sinistra) Arrivo, arrivo...
Eva esce dall’arcata di centro-sinistra.
 
Lillo ed Eva entrano dall’arcata di centro-sinistra.
EVA (entrando con lui) E tu che ci fai qui?
LILLO (le fa il baciamano) Ti ho voluto fare una bella sorpresa!
EVA (infastidita, mormorando) Pure tu?
LILLO (perplesso) Che vuol dire “pure tu”?
EVA (confusa) No, niente, niente… E poi, dico io… Mio marito… ti avrebbe potuto vedere! Ci poteva scoprire! È uscito appena un quarto d’ora fa!
LILLO Certo, lo so, lo so! È da mezzora che sono qui sotto, nascosto… Aspettavo che se ne andasse tuo marito…
EVA (infastidita, mormorando) Pure tu?
LILLO (perplesso) Che vuol dire?
EVA (cerca di minimizzare) No, niente, niente...
LILLO (perplesso) Ma non sei contenta di rivedermi?
EVA (con malcelato fastidio) Contentissima!
LILLO (avvicinandosi con fare buffamente galante) Così potremo finire il discorso… iniziato questa mattina…
EVA (con malcelato fastidio, cercando di divincolarsi) Certo, certo...
LILLO (come sopra) Ma quando ti decidi a lasciarlo questo rimbambito di tuo marito?
EVA (come sopra) Presto... molto presto...
LILLO (come sopra) Lo sai che conosco un bravo avvocto specializzato in divorzi?
EVA (di getto) Anche io...
LILLO (perplesso) Come?
EVA (cerca di minimizzare) No, niente, niente...
LILLO (le si avvicina ancora con fare buffamente galante) E allora... che ne dici di riprendere il discorso interrotto questa mattina?
 
SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-sinistra)
 
LILLO (sorpreso e spaventato) Caspita! E chi può essere?
EVA (fingendo di non sapere chi possa essere, spaventata) Oddio… E chi è?
LILLO (spaventato) Boh!
EVA (spaventata) Ti devi nascondere...
LILLO E dove? (ci pensa un attimo) Mi chiudo nel bagno?
EVA No, no! Per carità, in bagno no! (ci pensa, poi, lo prende di peso, indicando lilscita a sinistra) Vai nel ripostiglio e chiuditi a chiave lì dentro!
LILLO (perplesso) Nel ripostiglio?
EVA Sì! Ma fai attenzione, (con relativa mimica) che qui c’è la porta della camera da letto di mia suocera e a sinsitra la porta del ripostiglio! Tu apri quella a sinistra, mi raccomando!
LILLO Ok, la porta a sinistra… (le si avvicina languidamente, sbottonandosi un bottone dei pantaloni) Ma poi tu mi raggiungi di là così… completiamo l'opera?
EVA (spingendolo verso lilscita a sinistra) Sì, sì! Vai, muoviti!
     Lillo esce a sinistra.

SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-sinistra)

EVA (mentre va verso l'arcata di centro-sinistra) Arrivo, arrivo...
Eva esce dall’arcata di centro-sinistra.
 
Nino ed Eva entrano dall’arcata di centro-sinistra.
EVA (entrando con lui, in difficoltà) Eeeh… E come mai sei venuto senza avvisare?
NINO (le fa il baciamano) Come senza avvisare?
EVA (confusa e nervosa) Ah, ho capito... Anche tu eri sotto che aspettavi di vedere uscire mio marito…
NINO (perplesso) Io? Sutto ad aspettare tuo marito? Ma nooo! Non ricordi? Mi hai telefonato tu! (con voce greve e cadenza dell'Est Europa, divertito) Ivanka, mia maestra di musica russa!
EVA (replica con poco entuasiasmo) Ah, già, vero! Perdonami, sono un po’ confusa...
NINO E i fiori? Ti è piaciuta la sorpresa!
EVA (finge di essere adirata) Tu sei pazzo! Mio marito era qui quando li hanno portati! Per fortuna che ormai non si ricorda più niente …
NINO (con fare galante) Bene, bene! E quindi... quando inizia questa lezione di canto?
V.F.S. DOTTORE Mamma mia, mi sento distrutto! Eva, mi sento male! Vieni, presto!
NINO (sorpreso e spaventato) Oddio!
EVA (terrorizzata, facendo segno di abbassare la voce e parlando a voce bassa) Santo cielo! Mio marito! (a voce più alta) Tesoro… sei tu?
V.F.S. DOTTORE Certo che sono io! Vieni ad aiutarmi che non mi sento bene…
EVA (a voce bassa) Menomale… (a voce alta) Si, gioia mia, arrivo… (a voce bassa, a Nino) Ti devi nascondere...
NINO (a voce bassa) E dove? (ci pensa un attimo) Mi nascondo in bagno?
EVA (a voce bassa) No, per carità! In bagno no!
NINO Nel ripostiglio?
EVA Nooo! Nel ripostiglio no! (ci pensa un po', poi) Eeeh... mettiti fuori, sul balcone!
NINO Come i pomodori?
EVA Fai attenzione ché c’è qui (con relativa mimica) la porta della camera di mia suocera e di fronte quella del balcone. Non sbagliare! Apri la porta di fronte!
NINO Va bene, va bene… la porta di fronte…
V.F.S. DOTTORE (a voce alta, sofferente) Evaaa! Evaaa! Dove sei?
EVA (a voce alta) Arrivo, arrivo! (spingendo Nino verso lilscita a sinistra) Vai, muoviti!
    Nino esce a sinistra.
 
EVA (mentre va verso l'arcata di centro-sinistra) Sto arrivando...
 
Il dottore entra dall’arcata di centro-sinistra.
EVA (vedendolo arrivare, in difficoltà) Caro, come mai sei venuto senza avvisare?
DOTTORE (stranito e tenendosi la testa con una mano) Come, senza avvisare? A casa mia?
EVA (capisce di aver fatto una gaffe) Ah, già... Scusa, sono un po’ confusa oggi... (cerca di rimediare, con gentilezza) E… come mai sei già qui? Che è successo?
DOTTORE Oggi non mi sento bene, non so che può essere… Ho fatto solo le prime due visite e poi ho chiuso lo studio e sono tornato a casa… Forse è stato un calo di zuccheri… Sarà soltanto bisogno di riposo… (fa come per andare verso lilscita a sinistra)
EVA (prendendolo di peso e cercando di condurlo verso il divano, con finta gentilezza) Tesoro, dove vai? Riposati un attimo sul divano...
DOTTORE (va di nuovo verso lilscita di sinistra) No, grazie, gioia mia. Ora sai che faccio, prima vado in bagno…
EVA (allarmata) In bagno?
DOTTORE (incurante dello stato d'animo della moglie) Sì, così mi do una rinfrescata… Poi vado nel ripostiglio...
EVA (allarmata) Nel ripostiglio?
DOTTORE (incurante dello stato d'animo della moglie) Sì, così prendo le ciabatte… E poi mi metto…
EVA (come se fosse rassegnata ad essere scoperta) Sul balcone?
DOTTORE (sorpreso) E come hai fatto a indovinare? (e va per uscire a sinistra)
EVA (lo prende di peso e lo fa sedere sul divano, con finta gentilezza) Ma tesoro, fatti coccolare un po' dalla tua dolce mogliettina... Mettiti qui sul divano... Ti porto subito un po' d'acqua e zucchero...
DOTTORE (guardandola dal divano mentre lei esce a sinistra) Grazie, grazie, tesoro! Ho sposato un angelo! Una santa!
Eva esce a sinistra.

Pina entra dall’arcata di centro-destra.
PINA (molto seccata, "ignara" del dottore seduto sul divano, a sua volta "ignaro" di Pina) Mah! Incredibile! Di una ricetta avevo bisogno, per mio marito… Niente, non è stato possibile! Lo studio del dottore era chiuso! Cose da pazzi! (con aria di compassione) E intanto, quel poveretto di mio marito è a lavoro, che si strapazza… Sempre più stanco, sciupato… Poverino! Mah! Adesso chiamo il dottore Rimedio... (si avvicina al telefono di destra) Mio marito non può più andare avanti di questo passo! (alza la cornetta e fa il numero)

SQUILLO DI TELEFONO (telefono a sinistra)
 
V.F.S. EVA Tesoro, rispondi tu, per favore?
DOTTORE (stanco) Certo, mogliettina mia adorata! (da seduto, alza la cornetta del telefono a sinistra) Pronto?
PINA Pronto, dottore Rimedio? Pina sono, la moglie di Lillo…
DOTTORE Ah, sì. Mi dica…
 
Eva entra da sinistra.
EVA (arriva con un bicchiere d'acqua in mano. Mentre il marito parlerà al telefono, lei si accerta che lui sia di spalle e non la veda. Con gesti plateali, fa segno verso il fondo di entrare)
PINA (indispettita) Eh, dottore, che dovrei dirle?
DOTTORE (stanco e spazientito) Non saprei… Ha telefonato lei… Mi dica…
 
Lillo entra da sinistra.
LILLO (camicia sbottonata, giacca in una mano, reggendosi i pantaloni con l’altra. Sotto lo sguardo preoccupato di Eva, con molta circospezione, si accerta di non essere visto dal dottore)
PINA (spazientita) Eh, dottore, vi ho già detto stamattina, non ricorda?
DOTTORE (seccato) Ascolti, signora Pina, io in questo momento non ricordo nemmeno come mi chiamo…
LILLO (disperato, fa segno ad Eva di aver capito che quella al telefono è sua moglie)
PINA (cerca di sfoggiare pazienza) Allora, ricapotoliamo: lei è il dottore Rimedio ed io sono Pina, la moglie di Lillo…
LILLO (uscendo, scambia dei bacetti a distanza con Eva, lasciando intendere che si vedranno successivamente)
Lillo esce dall’arco di centro-sinistra.

EVA (porta il bicchiere d'acqua al marito)
DOTTORE (ad Eva) Grazie, gioia della mia vita!
PINA (che non capisce) Si figuri, dottore, per così poco...
DOTTORE (seccato) Quindi, stavamo dicendo…
EVA (mentre il marito parlerà al telefono, con molta circospezione, si accerta che lui rimanga di spalle e non la veda. Con gesti plateali, fa nuovamente segno verso il fondo di entrare)
PINA (indispettita) Dottore, ho telefonato per mio marito… Avevo chiamato pure stamattina
DOTTORE Ah, sì... adesso ricordo. Mi dica…
 
L'avvocato entra da sinistra.
AVVOCATO (camicia sbottonata, giacca in una mano, reggendosi i pantaloni con l’altro. Sotto lo sguardo preoccupato di Eva, con circospezione, si accerta di non essere visto dal dottore)
PINA (spazientita) Eh, dottore, sono venuta questo pomeriggio allo studio, ma ho trovato chiuso...
DOTTORE (seccato) Sì, signora Pina, ho fatto solo due visite e poi ho chiuso. Mi sentivo stanco… Giramenti… giramenti di… testa… Sarà stato un calo degli zuccheri… Mi sentivo proprio stanco morto…
PINA Anche lei, dottore? Pure mio marito. Sono molto preoccupata…
AVVOCATO (uscendo, scambia dei bacetti a distanza con Eva, lasciando intendere che si vedranno successivamente)
L'avvocato esce dall’arco di centro-sinistra.

EVA (va a prendere il bicchiere dalla mano del marito)
DOTTORE (ad Eva) Grazie, tesoruccio, che ti preoccupi sempre di me! Un angelo sei!
PINA (che non capisce) Ma cosa dice, dottore? Io sono preoccupata per mio marito!
DOTTORE (seccato) Ma si può sapere che diamine ha suo marito?
EVA (mentre il marito parlerà al telefono, con molta circospezione, si accerta che lui rimanga di spalle e non la veda. Con gesti plateali, fa segno verso il fondo di entrare)
PINA (indispettita) Dottore, gliel’ho detto stamattina! È da qualche tempo che lo vedo affaticato, indebolito... 
DOTTORE Ah, sì... ora ricordo...
 
Nino entra da sinistra.
NINO (camicia sbottonata, giacca in una mano, reggendosi i pantaloni con l’altra. Sotto lo sguardo preoccupato di Eva, con molta circospezione, si accerta di non essere visto dal dottore)
PINA Benissimo… Io ho paura che mio marito abbia qualcosa di serio… Lo vedo troppo sciupato… Senza forze…  
DOTTORE (seccato) Sì, signora Pina, ho capito! Venga domani mattina nel mio studio così facciamo le impegnative per le analisi…
PINA Oooh! E che ci voleva…
DOTTORE Così poi, vediamo che fare… gli daremo una cura...
PINA Benissimo, dottore! Benissimo...
DOTTORE Anche se, secondo me, quella di suo marito è semplicemente un po’ di stanchezza...
NINO (uscendo, scambia dei bacetti a distanza con Eva, lasciando intendere che si vedranno successivamente)
Nino esce dall’arco di centro-sinistra.

PINA Speriamo, dottore... Speriamo che sia come dice lei! Io lo vedo troppo, troppo debole! Allora ci vediamo domani mattina in ambulatorio…
DOTTORE Va bene, signora... A domani...
PINA La saluto, dottore... A domani… (riattacca e si mette a sistemare oggetti a destra, non “vista” dagli altri in scena)
DOTTORE (riattacca) Madonna santa, quanto è pesante questa! Che seccatura! (imitando la voce stridula di Pina) Lo vedo stanco, lo vedo debole, senza forze… (con voce normale) Te lo dico io: il marito della signora Pina, sicuramente lo starà consumando qualche altra donna…
EVA (preoccupata) Ma nooo, tesoro! Figurati...
DOTTORE (perentorio) Sì, sì! Ne sono certo! Avrà qualcuna che lo sta spolpando vivo! Sicuro!  (con relativa mimica)
EVA Ma nooo! Che vai a pensare! (gli si avvicina, fingendosi premurosa) Tesoro mio, vieni di là, così fai un bel bagno e ti riprendi!
DOTTORE (si alza e cinge la moglie con un braccio) Brava! Un bel bagno assieme!
EVA No, no… tesoro mio…
DOTTORE (deluso) E perché? Un bel bagno… (allusivo) caldo…
EVA (lo prende per mano ed i due si avviano a sinistra) Perché per me ci vuole freddo, il bagno!
Eva ed il Dottore escono a sinistra.

Lillo entra dall’arcata di centro-destra.
LILLO (indossa la giacca, i pantaloni sono abbottonati ma la camicia non del tutto. Ha un quotidiano in mano)
PINA (gli va incontro) Oh, Lillo! Bravo! Hai fatto bene a rientrare a casa … (lo osserva) ma quanto hai lavorato?
LILLO Eeeh… assai, assai…
PINA (lo osserva ancora) Mi sembri sempre più stanco…
LILLO (mentra va a sedere sul divano, seccato) Sì, va bene, lasciami riposare un po’… Voglio solo distendermi un attimo…

Angela entra dall’arcata di centro-destra.
PINA (gli va incontro) Oh, Angela, sei tornata!
ANGELA (con aria seriosa) Mamma, papà: devo dirvi una cosa importante!
LILLO (di scatto si alza e va dalla figlia) Dimmi, dimmi, gioia mia. Dammi una bella notizia!
ANGELA (come sopra) Papà, io e (a voce alta) Angelo dobbiamo dirvi una cosa importante…

Angelo entra dall’arcata di centro-destra.
ANGELO (fa capolino dall’arcata, ma non si palesa agli altri)
LILLO (scosso) Tu e chi?
ANGELA (con fermezza) Io e…
ANGELO (avanzando, prendendo per mano Angela) Ed io!
PINA (ingenua ed andandogli incontro) Oh, Angelo e Angela…
LILLO (sarcastico, indicando uno ad uno i tre presenti) Sì! Cric, croc e mànico di fiasco…
PINA (prosegue, ingenuamente) Angelina e Angelino…i nostri due angeli custodi! (e fa il segno della croce, guardando in alto)
LILLO (molto seccato) Sì, ora recitiamo Ave Maria, Padre Nostro e Gloria al Padre… (adirato) Come vi siete permesse di portarlo a casa mia? Sapete benissimo che non voglio che mia figlia abbia nulla a che fare con… questo!
ANGELO (sconcertato) Con questo? Ma io sono…
LILLO (perentorio e quasi con disprezzo) Un mio dipendente… Uno spazzino! Ed io, mia figlia ad uno spazzino, non la concederò né ora né mai!
ANGELA (con fermezza) Papà, ma io e Angelo ci…
ANGELO (le fa segno di fermarsi e, in modo perentorio ma calmo) Capo, mi ascolti: io sono qui per chiederle la mano di sua figlia…
LILLO (con aria di sfida ad Angelo) Cosa sei venuto a chiedermi? Ripetilo, se ne hai il coraggio!
ANGELO (impettito e fiero) Sono venuto a chiedere la mano di sua figlia…
LILLO (molto seccato) Seeenti, cocò, te lo ripeto per l’ultima volta: io, a mia figlia, non te la darò né ora e né mai!
PINA (prende il marito per la mano) Eh, dai, Lillo! Questo poveretto ti ha chiesto solo la mano… Intanto gli diamo la mano… poi per il resto si penserà dopo…
LILLO (molto seccato) Nemmeno le unghie dei piedi, gli dò! (prende Angelo da un braccio e lo conduce verso l’arcata di centro-destra) E ora, forza: fuori da questa casa!
ANGELA (cerca di fermare il padre) Ma papà, che sta facendo?
ANGELO (giunto all’arcata di centro-destra) Sappia che non finisce così! Io tornerò… (e si avvia)
LILLO (minaccioso) Torna, torna! Domani a lavoro faremo i conti!
Angelo esce dall’arcata di centro-destra.

ANGELA (quasi in lacrime) Papà, che hai fatto? Perché lo hai fatto andare via?
LILLO (ancora scosso) Perché sì! Decido io con chi ti sposerai! E poi tu, adesso, devi pensare a srudiare, a diventare medico, dottoressa! Che te ne fai di uno così? Una dottoressa sposata con uno spazzino! Non esiste…
ANGELA (come sopra) No, papà! Io a Angelo ci sposeremo! Col tuo permesso o senza!
Angela esce a destra.

PINA (seccata) Oooh, Lillo! Hai fatto piangere la bambina! (avviandosi, a voce alta) Angela, non piagere!
Pina esce a destra.

LILLO (pensieroso) Mah, cose da pazzi! Non sono nemmeno padrone di decidere con chi si sposerà mia figlia! (apre il quotidiano mentre va a sedere sul divano) Vediamo cosa dice il giornale di oggi, che è meglio, va: (legge) numerosi focolai nell’Asia orientale. (riflette) E chi aspettano a chiamare i pompieri? (legge) Si tratta di un virus molto pericoloso, partito dalla metropoli di Etchù, si manifesta con forme para-influenzali. (riflette) E che vuol dire para-influenzali? Che pare influenza e poi non è niente? Mah… (legge) Già individuato il paziente zero: Misentu Chemuoio… Il ministro della Salute, Senonmoio Campo, avvisa: “Il virus si trasmette da uomo a uomo”. (riflette) Aaah, vabbé! Da uomo a uomo… Allora posso stare tranquillo… Mi piacciono le donne! (legge) Le autorità: il virus potrebbe arrivare anche in Europa! (chiude il giornale e si avvia) Mah… Figuratevi se questo virus arriva fin qui! Ancora non è nemmeno arrivato il segnale del digitale terrestre, immaginatevi se può arrivare il virus…
Lillo esce a destra.

Eva ed il Dottore entrano da sinistra.
EVA (entra tenendo per mano il marito) Ora va meglio? Come ti senti?
DOTTORE Sì, mi sento già meglio!
EVA Siediti qui, sul divano, riposati un po’…
DOTTORE (mentre si siede) Sì, gioia mia! Menomale che ci sei tu! Siediti qui, accanto a me… Come farei senza di te?
EVA (sedendosi) Eeeh…

Concetta entra da sinistra.
CONCETTA (con aria allegra, soddisfatta) Aaah… come mi sento! Come mi sento!
DOTTORE (preoccupato) Mamma, che hai? Che ti senti? Ti senti male?
CONCETTA (felice) Se mi sento malo? Mi sento bene! Era da quarant’anni che non mi sentivo così bene!
DOTTORE (incredulo) Mamma, ma… dici davvero? Stamattina hai detto che stavi male…
CONCETTA E infatti pomeriggio mi sono messa a letto per quanto stavo male…
DOTTORE Eh, e poi cos’è successo?
CONCETTA Poi, mentre stavo dormendo profondamente… (muovendosi e mimando in modo buffo e equivoco) a un certo punto ho sentito una specie di vampata di calore, qui, da sotto… tutto insieme…
EVA (incredula) Cooosa?
CONCETTA Sì! E poi poco dopo… (muovendosi e mimando in modo buffamente equivoco) un’altra volta! Una specie di calore, da sopra, questa volta… tutto insieme! Un fuoco! Non ho capito più niente!  
DOTTORE (incredulo) Mamma, ma cosa dici?
CONCETTA E poi, dopu un altro po’… ancora…
EVA (che ha capito ed è sconvolta, mormorando) Un’altra ondata di… calore…
CONCETTA Brava! Come hai fatto a indovinare?
EVA (fa spallucce) Eeeh…
CONCETTA Tutto questo calore mi prendeva (con relativa mimica) di sopra, di sotto, di fianco, davanti, dietro… (al figlio) Mi sono passati tutti gli acciacchi!
DOTTORE (incredulo) Mamma, ma dici davvero?
 
SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-sinistra)  

EVA (preoccupata) Oddio! E ora chi può essere? (allarmata) Vado a vedere...
Eva esce dall'arcata di centro-sinistra.

CONCETTA (con aria allegra, soddisfatta) Mi sento come una ragazzina di vent’anni!

Eva e il Fattorino entrano dall'arcata di centro-sinistra.
EVA (entrando) Sì, ditemi...
FATTORINO (con una confezione di cioccolatini, con un bigliettino sopra) Devo consegnare questa confezione di cioccolatini...
DOTTORE (si alza e, insospettito, si avvicina ai due) Una confezione di...
FATTORINO Cioccolatini!
DOTTORE E... scusi... per chi sono?
FATTORINO (legge il bigliettino) Per Eva, mon amour...
EVA (si getta addosso al marito) Ma graaazie amore mio! Ma non dovevi!
DOTTORE (perplesso) Ma io... veramente... non ricordo...
CONCETTA Mi sembra che ormai ti sei bevuto il cervello... (alla platea, indicando Eva e mormorando) Questa lo ha consumato! (al figlio) Te l’ho sempre detto: questa non è una donna adatta a te!
EVA (incurante delle parole di Concetta, si getta nuovamente addosso al marito) Tesoro mio! Sei dolcissimo!
FATTORINO (ostentando la confezione) Sì, ma... qualcuno la vuole prendere questa confezione di cioccolatini?
EVA (rammaricata) Oh, scusa... (la prende)
FATTORINO Vi saluto, buona serata!
Il fattorino esce dall'arcata di centro-sinistra.

DOTTORE (perplesso) E pure, io… Non ricordo di essere andato a ordinare dei cioccolatini…
EVA (mentre apre la confezione) Ma si, tesoruccio mio! Ultimamente sei proprio stanco... Sarai passato appena uscito di casa, prima di andare ad aprire l'ambulatorio e ora non ricordi...
DOTTORE (cerca di ricordare) Mah... Non ricordo proprio...
EVA (prende un cioccolatino e lo dà al marito) Tieni, amoruccio mio! Così ti riprendi!
DOTTORE (scarta il cioccolatino e legge il bigliettino contenuto lì dentro) L'amore è cieco... Ma tu, apri gli occhi... (perplesso) E che vuol dire?
EVA (spazientita, prende il cioccolatino dalla mano del marito e glielo porta alla bocca, con sorriso nervoso) E mangiati questo cavolo di cioccolatino!

SIGLA (liberamente scelta da chi rappresenterà l’opera, n.d.a.)

Fine I° Atto.


ATTO SECONDO

Un paio di settimane dopo l’Atto Primo. Nel pomeriggio.

SIGLA (liberamente scelta da chi rappresenterà l’opera, n.d.a.)

EVA già in scena (sul divano. Visibilmente sofferente, si soffia il naso con uno dei tanti fazzoletti che ha lì nei pressi. Vestita succinta, come nel primo atto, ma con una coperta che la avvolge)

Il Dottore entra da sinistra.

STOP SIGLA – quando il Dottore entra.

EVA (preoccupata, quasi in lacrime) Perché proprio io? Perché?
DOTTORE (seccato) Purtroppo il virus è così! Può contagiare chiunque…
EVA (come sopra) Ma è sicuro che ho preso il virus?
DOTTORE Purtroppo sì. Il tampone è positivo…  
EVA (in lacrime, piagnucolante) Oddio! Come facciamo adesso? Sono rovinata…
DOTTORE (con pazienza) Ma no, gioia mia, no! Non piangere! Dobbiamo stare calmi e devi cercare di ricordare con chi hai avuto contatti negli ultimi tempi…
EVA (ancora più disperata) Sono rovinata…
DOTTORE (come sopra) Ma no… Non piangere! Forza, dimmi con chi hai avuto contatti nelle ultime settimane…
EVA (si placa un attimo) Maaa… Contatti… in che senso?
DOTTORE (fa spallucce) Contatti… come posso dire? Eeeh, se per esempio hai dato la mano a qualcuno…
EVA No… (piangendo disperata) Sola la mano, no…
DOTTORE Oppure, se per caso sei stata vicina a meno di un metro con qualcuno…
EVA Nooo, un metro no…. (piangendo disperata) Direttamente addosso…
DOTTORE O… magari, che ne so, se sei stata chiusa in una stanza con altre persone…
EVA No, no, questo no… (piangendo disperata) Sono stata chiusa, ma con uno alla volta…
DOTTORE Oppure… se hai baciato qualcuno. Sulla guancia, ovviamente…
EVA No, no… (piangendo disperata) Solo sulla guancia, no…

Lillo entra da destra.
LILLO (non “visto dai presenti”, con molta circospezione, guardandosi indietro, si avvicina al telefono, fregandosi le mani, mentre il dottore ed Eva parlano)
DOTTORE (soddisfatto) Oooh, benissimo! Possiamo stare tranquilli che non hai trasmesso il virus a nessuno. Del resto, io e mia mamma siamo negativi, quindi… se non lo hai trasmesso a nui, a chi altro avresti dovuto trasmetterlo?
EVA (piangendo disperata) Già, a chi altro?
DOTTORE Ceeerto! Siamo stati stupidi a preoccuparci! Tu sei sempre chiusa dentro, senza vedere nessuno… Che fortuna che ho avuto a trovare te! Una mogliettina tutta casa… e casa! (premuroso) Non sei contenta che oggi mi fermo qui a casa per dedicarmi solo e soltanto a te, bella mia?
EVA (con malcelato fastidio) Uuuh! Contentissima…    
DOTTORE (le prende la mano e, mentre parla Lillo, mimerà dei gesti d’affetto)
LILLO (fregandosi le mani, giunto in prossimità del telefono. A voce bassa) Adesso telefono ad Eva… Quel citrullo di suo marito sicuramente sarà andato ad aprire lo studio…  (mentre alza la cornetta e compone il numero) e così vediamo se mi dice che posso andare da lei per…

SQUILLO DI TELEFONO (telefono a sinistra)

EVA (con un filo di voce) Rispondi tu, per favore? Io mi sento proprio giù!
DOTTORE Certu, gioia mia. (alza la cornetta) Pronto?
LILLO (sorpeso nel sentire una voce maschile) Pro… (mima alla platea tutto il suo stupore, misto a preoccupazione e indecisione su cosa fare)
DOTTORE (a voce più alta) Pronto! Chi parla?
LILLO (non sa che fare, inizia a respirare con affanno, un respiro pesante, come se ansimasse, a soggetto)
DOTTORE (seccato) Ma insomma! Chi parla? Cos’ha? Si sente male?
LILLO (si riprende e parlerà con voce femminile, in falsetto, per tutta la telefonata) Pronto! Sono la signorina… eeeh… signorina… Immacolata…
DOTTORE È immacolata?
EVA (mormorando) Poverina…
LILLO Sì, chiamo per conto di… di… di una ditta che produce… materassi!
DOTTORE (seccato) E cosa vuole da me?
LILLO Eeeh… stiamo facendo un sondaggio. Lei è soddisfatto del suo materasso?
DOTTORE (seccato) Sì. Soddisfattissimo. Perché?
LILLO Eeeh… Il suo è un materasso nuovo?
DOTTORE Sì, è nuovo…
LILLO (di getto) Ma mooolto usato… mi faccia indovinare…
DOTTORE (perplesso) Molto usato? Ma cosa ne sa, lei? Ma se io la notte dormo sul divano?
LILLO Lei dorme sul divano, ma scommetto che sua moglie lo utilizza molto, il materasso…
DOTTORE (non capisce) Bhé, si… Lo usa… Ma che c’entra questo?
LILLO Eeeh… Che voto darebbe al suo materasso, da uno a dieci?
DOTTORE Otto…
LILLO Otto? Ne è sicuro? Per caso… non ha una molla… che sbuca proprio nel centro del materasso?

Pina entra da destra.
DOTTORE (ci pensa un po’, poi annuisce) Sì! (riflette) Ma… lei come lo sa?
LILLO (come sopra) Intuito femminile… (si gira e vede la moglie. Non sa che fare, inizia a respirare con affanno, un respiro pesante, come se ansimasse, a soggetto)
DOTTORE (a voce alta) Pronto?
LILLO (non sapendo che fare, ansima ancora un po’, poi riattacca il telefono)
DOTTORE Pronto? (mentre Lillo e Pina parlano, armeggia col telefono per capire se funziona, mimando anche con Eva, a soggetto)
PINA (preoccupata) Che hai? Che ti è successo?
LILLO (in difficoltà) Niente, niente… Una crisi passeggera…
PINA Ascolta: c’è Nino che sta male… Dobbiamo telefonare al dottore Rimedio.
LILLO (di getto) Ancora?
PINA (sorpresa) Che vuol dire?
LILLO (la prende da un braccio e va verso destra) Nooo, nient. Non ci pensare… Andiamo in cucina così faccio un po’ d’acqua e zucchero per riprendermi…
Lillo e Pina escono a destra.

DOTTORE (posa la cornetta) Mah… Cose da pazzi!  
EVA Ma chi era?
DOTTORE (perplesso) Mah… una signorina che mi ha fatto un sondaggio sul nostro materasso…  
EVA E che voleva sapere?
DOTTORE Bah… non l’ho capito! (ci pensa) Ma come diavolo faceva a sapere che abbiamo una molla che sbuca esattamente nel centro del nostro materasso?
EVA (allarmata, sorriso nervoso) Eeeeh… Ma tesoro, è normale! In tutti i materassi dove si fa spesso… (finge pudore) ZUM ZUM… c’è sempre la molla che sbuca nel mezzo del materasso…
DOTTORE (ci pensa) Sì, ma… a dire il vero… non è non è che facciamo tutto questo… ZUM ZUM!
EVA (con sorriso nervoso) Ma come no, tesoro! Sei tu che, ormai, non ricordi più niente!

Pina e Nino entrano da destra.
PINA (sorregge Nino, ammantato in una coperta, visibilmente sofferente. Non “visti” da Eva e il dottore che continueranno il loro scambio di battute, mimeranno a soggetto un dialogo muto in cui Pina chiede a Nino dove gli fa male, indicando vari punti del corpo, ricevendo talvolta risposta affermativa, talvolta negativa, da Nino)
DOTTORE Mah… Sarà… (le si avvicina, premuroso) Ma tu adesso come ti senti, tesoruccio?
EVA (soffiandosi il naso) Senza forze…     
DOTTORE Non ti abbattere, che si sono io qui con te! (le prende la mano e, mentre parlano Pina e Nino, mimerà dei gesti d’affetto)
PINA (preoccupata, verso Nino) No, no… Tu stai male! Io adesso telefono al dottore Rimedio…
NINO Oooh mamma… è soltanto un po’ di febbre! Non esageriamo…
PINA (avvicinandosi al telefono) Sì, un po’ di febbre… C’è il virus che sta circolando! Il virus arrivato dai paesi erotici… (alza la cornetta e fa il numero)

SQUILLO DI TELEFONO (telefono a sinistra)

DOTTORE Ah, sarà sicuramente la signorina di prima. Adesso la sistemo io! (alza la cornetta e parla molto animatamente) Ascolti, signorina, quello che faccio con mia moglie sul mio materasso, non sono affari suoi! E comunque, sì! Se proprio lo vuole sapere, io e mia moglie facciamo ZUM ZUM tutte le notti! Oooh!
PINA (sorpesa) Oh, dottore, mi fa piacere per lei…
DOTTORE (meravigliato) Pronto? Chi parla?
PINA Pina sono, dottore… La moglie di Lillo…
DOTTORE Aaah, signora Pina, è lei! Stavo in pensiero che ancora oggi non aveva telefonato… Mi dica…
PINA Dottore, ho telefonato per dirle che…
DOTTORE (le fa il verso) Mio marito… (con tono pietoso) ché lo vedo assai sciupato…
PINA (risentita) No, dottore! Per mio figlio… Sono un paio di giorni che ha febbre, dolori, naso chiuso…
DOTTORE (allarmato) Febbre? Dolori? Raffreddore?
PINA Sì, dottore…
DOTTORE (come sopra) Potrebbe anche essere il virus…
PINA (spaventata) Il virus? Oh, Madonnina bella… E che dobbiamo fare adesso?
DOTTORE Non uscite di casa. Potrebbe avere contagiato anche voi… Aspettatemi che fra poco sarò lì da voi, così lo visito e gli faccio anche il tampone faringeo…
PINA (confusa) Cosa gli fate?
DOTTORE Il tampone faringeo! Si tratta di un prelievo alla faringe della mucosa…
PINA (spaentata) Ah, ho capito! L’ho visto alla televisione… Praticamente gli scendete un cannolo dalla bocca…
DOTTORE Sì, diciamo così... Mi dia qualche minuto e sarò lì da voi…
PINA Va bene, dottore…
DOTTORE A fra poco (e riattacca)
PINA La saluto, dottore… (e riattacca. Mima al figlio gesti di disperazione, mentre lo prende da un braccio e lo conduce verso destra)
Pina e Nino escono a destra.

DOTTORE (preoccupato, ad Eva) Forse abbiamo un altro caso di virus in paese…
EVA Santo cielo. E chi è?
DOTTORE Nino, il figlio della signora Pina e di Lillo…
EVA Nino? Oddio!  
DOTTORE Sì… Adesso andrò a visitarlo e a fare il tampone, così vediamo se è stato contagiato… E poi, in caso, dovremo capire da chi è stato contagiato…  
EVA Già… E da chi potrà essere stato contagiato?
DOTTORE E chi lo sa? Questi ragazzotti vanno in giro, si divertono…
EVA (di getto) Donne di qua…
DOTTORE …Donne di là…
EVA (preoccupata, guardando nel vuoto) Donne di qua…

Concetta entra da sinistra.
CONCETTA Ma quindi è sicuro che io il virus non ce l’ho?
DOTTORE Certo, mamma…
CONCETTA Mah… Eppure io mi sento sempre il cuore che mi fa (con relativa mimica) PU – PUUUM PU – PUUUM PU – PUUUM…
DOTTORE Quelle sono le palpitazioni… Perché soffri d’ansia e il cuore va per i fatti suoi…  
CONCETTA (preoccupata) Mah… Io mi sto male… Vedi che un giorno di questi ci resto secca! EVA (mormorando) Magari…
DOTTORE Ma no, mamma, tranquilla… Adesso la malata di casa è Eva…
CONCETTA (finge dispiacere) Ah, lei è malata?
DOTTORE Sì…
CONCETTA (finge dispiacere) Ah, mi dispiaci assai… E che malattia ha? Scommetto che è quella della prostata… La prostitutìte, sicuro!
DOTTORE Ma no, mamma… Eva ha contratto il virus…
CONCETTA Ah si? Ci ha portato pure il virus in casa? Aaah! Te l’ho detto sempre che questa non era la donna giusta per te!
DOTTORE Ma no, mamma… il virus può capitare a tutti…
CONCETTA Intanto è capitato a lei! E ora cosa deve fare?
DOTTORE Adesso deve stare a riposo, a letto…
EVA (di getto, preoccupata) Ma… a letto… da sola?
DOTTORE Sì, certo…
EVA (triste) Oh, povera me…
CONCETTA E poi…
DOTTORE E poi… niente di particolare: dovrà prendere le medicine e fare la quarantena. Per quindici giorni non potrà uscire di casa, né vedere nessuno…
EVA (di getto, preoccupata) Ma… nessuno, nessuno?
DOTTORE Nessuno…
EVA (triste) Una disgrazia!
CONCETTA (incalzante) E poi, e poi…
DOTTORE E poi… dovrà sempre mantenere almeno un metro di distanza anche con noi della famiglia…
EVA Un metro?
CONCETTA (stizzita) Da me anche due!
DOTTORE (premuroso, verso Eva) Ma non ti preoccupare, mogliettina mia… Ci sarò io con te…
EVA (infastidita) Ma sempre a distanza…
DOTTORE Certo! Adesso vado a vedere che succede in casa di Lillo e sua moglie… Vediamo come sta Nino…
CONCETTA Va bene, io vado a dormire un po’… (ad Eva) E tu stammi lontana!
Concetta esce a sinistra.

EVA Uff! Non la sopporto proprio!
DOTTORE Non le dare peso, mogliettina mia! Ora pensa a riposare e a guarire… (mette la giacca, prende la valigetta, da qualche parte sulla scena) A fra poco…
Il dottore esce dall’arcata di centro-sinistra.

Pina e Lillo entrano da destra.
PINA E LILLO (gesticolano, non “visti” da Eva, con Pina che si dimostra molto preoccupata)
EVA (triste e seccata) Santo cielo! E se fossi stata io a contagiare Nino? E Lillo? E magari anche all’avvocato! Sono rovinata! E come farò adesso? Quindici giorni chiusa dentro… E senza poter vedere nessuno! Non ce la farò mai… (si alza, portandosi la coperta)
Eva esce a sinistra.

PINA (agitata) Sì, sta arrivando il dottore Rimedio, così visita Nino…
LILLO Il dottore sta venendo qui?
PINA Sì!
LILLO (fa un passo avanti, mormorando mentre si frega le mani) Bene, vuol dire che sua moglie è sola… (si gira verso Pina) Pina, io sto uscendo un attimo…
PINA (perentoria) Ma allora non hai capito niente? Sta per arrivare il dottore Rimedio. Visiterà Nino e gli farà il tampone. C’è il virus che girando…
LILLO Embé… Io faccio un altro giro… Non lo incontro il virus, non ti preoccupare!

SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-destra)

PINA Ecco, sicuramente è il dottore Rimedio… (e va verso l’arcata di centro-destra)
Pina esce dall’arcata di centro-destra.

LILLO (seccato) Mah, cose da pazzi! Mi hanno bloccato in casa… E come faccio adesso?

Pina e il Dottore entrano dall’arcata di centro-destra.
PINA (preoccupata) Dottore, ma lei pensa che potrebbe essere il virus quello di mio figlio Nino?
DOTTORE (professionale) Potrebbe… (vede Lillo) Ah, signor Lillo… lei come si sente?
PINA (non dà il tempo a Lillo di aprire bocca) Sempre sciupato è… Poverino…
LILLO (seccato) Ma cosa dici? (al dottore) Dottore, io mi sento sano come un pesce!
DOTTORE Va bene. Vedremo… Intanto voglio visitare vostro figlio…
PINA (prende il dottore da un braccio) Sì, dottore, vi accompagno nella sua stanza… (e lo conduce fino all’uscita a destra) Madonnina bella, come facciamo se Nino ha preso il virus?
Pina e il Dottore escono a destra.

LILLO (alla platea) Sì, il virus… Ma per favore! Qui l’unico virus è quello che ha il dottore Rimedio… Quello della cornutite! (guardingo) Adesso telefono ad Eva… e vediamo se posso andare a… trovarla… (alza la cornetta e compone il numero)

SQUILLO DI TELEFONO (telefono a sinistra)

Eva entra da sinistra.
EVA (ammantata nella sua coperta, alza la cornetta) Pronto?
LILLO (a voce bassa) Eva? Gioia mia! Posso venire da te? Quello scimunito di tuo marito è qui!
EVA Ma… che stai dicendo? Non ti ha detto niente mio marito?
LILLO No. Che mi doveva dire?
EVA (in lacrime) Eeeh… Se sapessi…
LILLO (impaziente) Se me lo dici, lo so pure io…
EVA (come sopra) E come faccio a dirti una cosa del genere?
LILLO Ma di che stai parlando?
EVA (come sopra) Eeeh… E come faccio a dirtelo… che non potremo vederci almeno per i prossimi quindici giorni? (piagnucola) Uuuh, uuuh, uuuh…

Il Dottore e Nino entrano da destra.
LILLO (non li vede) Cooome? Ma non è che, per caso, ci ha scoperti?
EVA (triste) No! Peeeggio! Peggio!
LILLO (si accorge del dottore e del figlio. Non sa che fare, inizia a respirare con affanno, un respiro pesante, come se ansimasse, a soggetto)
DOTTORE (gli si avvicina) Che cos’ha, signor Lillo?
LILLO (respira con affanno, un respiro pesante, poi aggancia la cornetta) Niente, niente…
EVA (aggancia la cornetta)
Eva esce a sinistra.

DOTTORE (perplesso) Mah… mi sembra di averlo già sentito da qualche parte questo… respiro… (a Lillo, molto serio) Comunque, signor Lillo… la devo visitare urgentemente!
LILLO A me? E perché?
DOTTORE (perentorio) Perché suo figlio ha contratto il virus…
LILLO Che ha fatto mia figlio? (va verso il figlio, arrabbiato) Cos’hai fatto, brutto cretino?
NINO (avvolto in una coperta) Ma papà… che colpa ne ho io… (e canticchia) Che colpa ne ho… se il virus è uno zingaro e va…
DOTTORE (prende da parte Lillo) Signor Lillo ora dobbiamo monitarare i contatti stretti di vostro figlio… Quindi anche lei…
LILLO Oddio! E quindi anche… mia moglie e mia figlia…
DOTTORE Già fatto. Loro, per fortuna, non hanno contratto il virus! Ho già fatto il tampone a vostra moglie e vostra figlia, nella vostra stanza da letto…
LILLO (gli si scaglia addosso) Cosa ha fatto a mia moglie e mia figlia, nella mia stanza da letto? E come si è permesso?
DOTTORE (lo scaccia) Ma la smetta di dire fesserie! (e si sistema il vestito) Si tratta di un test, di un esame medico! (dalla sua borsa prende un lungo stecchino in legno, e lo esibisce platealmente) Questo ho fatto a vostra moglie e vostra figlia!
LILLO (fa un passo avanti, mette una mano accanto la bocca e parla alla platea, mormorando) Poveretto, se solo sapesse cosa faccio a sua moglie, nella sua stanza da letto… (si gira verso il dottore) Allora, mi dica: cosa devo fare? Devo fare questo tampone anche io?
DOTTORE Sì!
LILLO (mentre si sdraia, prono, sul divano) E va bene, dottore… mi faccia questo tampone, forza… (e fa per abbassarsi i pantaloni, da dietro)
DOTTORE (lo blocca) Ma cosa sta facendo? Si metta seduto… Il tampone è faringeo…
LILLO (mentre si mette seduto sul divano) Aaah, faringeo… E che vuol dire?
NINO Papà, devi aprire la bocca…
LILLO Aaah, in bocca… Ma se me lo metto sotto le ascelle, ‘sto coso, non è lo stesso, dottore?
NINO Papà, la bocca! Forza!
LILLO (spalanca la bocca e inizia, con voce alta) AAAAAAAA…
DOTTORE (armeggiando con lo stecchino) Non deve dire nulla, per favore!
LILLO Va bene… ma faccia una cosa veloce, ché potrebbe entrarmi qualche mosca in bocca… (spalanca la bocca)
DOTTORE (inserisce lo stecchino nella bocca di Lillo)
LILLO (preso alla sprovvista, urla per il dolore) Aaaaah! Maledizione!
DOTTORE (ritrae lo stecchino dalla bocca di Lillo. Lo esibisce platealmente) Benissimo, ora tempo qualche secondo e avremo il risultato…
LILLO e NINO (si dispongono ai lati del dottore ed osservano impazienti lo stecchino)
LILLO (perplesso) Dottore, io non vedo niente… Proviamo a vedere che succede se me lo metto nell’inguine, ‘sto coso?  
DOTTORE (con lo sguardo fisso allo stecchino) Silenzio… Ecco! Ora è giallo… ora è rosso… Ecco! Adesso è verde!
LILLO Giallo, rosso e verde… Minchia, un semaforo è ‘sto coso!
DOTTORE (con lo sguardo fisso allo stecchino) Sì! È verde!
NINO (preoccupato) Papà, anche tu hai il virus!
LILLO Cooosa? Ma è vero? Dottore… ho preso il virus pure io?
DOTTORE Purtroppo sì… (fa come per riporre in borsa lo stecchino)
LILLO (va a prendere dalla mano del dottore lo stecchino) No, dottore, questo me lo lasci, per ricordo…
DOTTORE (seccato) La smetta! Lei ha contratto il virus! È una cosa seria! Lo vuole capire, sì o no?
LILLO Dottore, è sicuro? Io mi sento bene! Non ho febbre, né tosse… Non ho niente!
DOTTORE (professionale) Certo, ma, come saprà, ci sono gli asintomatici…
LILLO (confuso) L’asinto…cosa?
DOTTORE (scandisce) Asintomatici… sono soggetti apparentemente sani ma che hanno contratto il virus e possono essere contagiosi…
LILLO (ci pensa un po’, poi…) Aaah, ho capito! È come per gli imbecilli… Ci sono persone che sembrano normali e invece sono imbecilli …
DOTTORE (seccato) Sì, va bene… Ora, accomodatevi che dobbiamo ricostruire la catena del contagio… Forza, padre e figlio…
LILLO (siede assiema al figlio, sul divano, uno a destra e uno a sinistra) E spirito santo…
NINO Amen!
DOTTORE (professionale) Adesso dovrete cercare di ricordare con chi siete stati a contatto nelle ultime settimane…
LILLO e NINO (guardano in aria, vaghi. Fischiettano)
DOTTORE (seccato) Ma insomma! Sto parlando con voi! Con chi avete avuto contatti negli ultimi tempi?
LILLO Maaa… Contatti… stretti?
NINO Stretti… stretti?
DOTTORE (seccato) Contatti… Come posso spiegarvi? Se avete stretto la mano a qualcuno, se siete stati chiusi in una stanza con altre persone, oppure, che ne so, se… avete baciato qualcuno…
LILLO e NINO (guardano in aria, vaghi. Fischiettano)
DOTTORE (adirato) E che diamine! Volete rispondere o no? Lo volete capire che potreste salvare la vita di qualcuno, se mi dite con chi siete stati in contatto?
LILLO e NINO (senza mai guardarsi, si alzano nello stesso momento e, all’unisono) Dottore…
LILLO No, prima io… Dottore, io glielo dico con chi ho avuto contatti… stretti. Però, forse, è meglio che si sieda lei…
NINO Sì, dottore, è meglio che si metta seduto lei…
DOTTORE (siede al centro del divano) Forza, sentiamo! Con chi avete avuto questi contatti?
LILLO (reticente) Dottore, ma… è sicuro che lo vuole sapere?
NINO Sicuro sicuro?
DOTTORE (calmo) Ma certo! È la scienza che lo deve sapere!
LILLO (fa spallucce) Va bene… È la scienza che lo deve sapere…
NINO Così dice, dottore… E va bene… (impaurito) Allora, dottore, io…
LILLO No, prima io…
NINO No, papà, prima io…
DOTTORE (sorridente) E va bene! Ditelo assieme, basta che lo dite!
LILLO e NINO (all’unisono, scandendo le parole) Dottore… io sono l’amante di sua moglie!
DOTTORE (smarrito, guarda lilno e poi l’altro, un paio di volte)
NINO (sconvolto, al padre) Cosa? Che hai detto, papà?
LILLO (sconvolto, al figlio) Cosa hai detto tu, brutto maiale! La signora Eva è una donna sposata! Come ti sei permesso di insidiare una donna sposata e più grande di te?
NINO (adirato, al padre) Io? E perché, tu? Padre di famiglia, a quell’età, che fai queste porcherie! Ti dovresti vergognare!  
DOTTORE (rimasto sconsolato, con la testa fra le mani) Basta, basta! Abbiate pietà!
LILLO e NINO (mossi a pietà, siedono accanto al dottore, uno da una parte e l’altro dall’altra)
LILLO (con tono calmo) Dottore, non si abbatta… Faccia conto che lo abbiamo confessato alla scienza, non a lei …
NINO (con tono calmo) Ma sì, dottore… Sono cose che possono capitare anche nelle migliori famiglie…
LILLO Ceeerto, dottore! Pensi alla mia famiglia, per esempio… Io e mio figlio, con tutte le donne che ci sono, siamo diventati amanti della stessa donna! Cose da pazzi!
DOTTORE (si alza, sconsolato) Del resto, avrei dovuto immaginarlo… I fiori, i cioccolatini! Povero me! Che idiota sono stato! Me l’ha fatta sotto il naso!
NINO No, dottore, non dica così! Sotto il naso, mai…
LILLO (mormorando) Semmai sotto il letto…
DOTTORE (sconsolato) Cornuto e mazziàto! Come farò adesso?
LILLO Dottore, si sfoghi! Dia quattro belle maschiate a mio figlio! Vedrà che si sentirà meglio…
NINO No, no, dottore… Le dia a mio padre le quattro maschiate. Si sentirà meglio ancora!
DOTTORE (sconsolato, uscendo) No, tanto non servono a nulla queste cose …
LILLO Dottore, scusi un attimo! Ma adesso io e mio figlio dobbiamo mettere la mascherina?
DOTTORE (si ferma, adirato) Sì! Ma per quelli come voi, che hanno la faccia come il culo, è sufficiente un paio di mutande da mettere in faccia!
NINO Dottore, un secondo! Ci ha detto che abbiamo il virus, che siamo contagiosi e malati… Ma adesso che dovremmo fare?
DOTTORE (si gira, stizzito e a voce alta) Andate a fa… a quel paese!
Il dottore esce dall’arcata di centro-destra.

NINO Poveretto, mi fa pena…
LILLO (confuso) Lui? Pensa a noi, piuttosto… Come facciamo adesso?
NINO Eh… è un bel guaio. Appena lo viene a sapere la mamma… ci darà tante di quelle legnate!
LILLO (si guarda attorno) Ziiitto! Ma allora sei scemunito? Tua madre non dovrà sapere nulla di questa cosa! Altrimenti ci caccia di casa…

Pina e Angela entrano da destra.
PINA (preoccupata) Allora, Lillo, chi ti ha detto il dottore?
LILLO Pina, gioia della mia vita… Mi ha detto che sono asintomatico…
PINA (confusa) E che vuol dire?
ANGELA Vuol dire che anche il papà ha contratto il virus, però si sente bene… Non si vede niente, ecco… però il virus c’è…
NINO Sì, mamma, in pratica è come… come… quando uno è cornuto. Le corna non si vedono… ma ci sono e possono fare male…
LILLO (si schiarisce la voce e fa segno al figlio di cambiare discorso) Ehm, ehm…
PINA (preoccupata) Oooh Madonna santa, quindi abbiamo due malati in casa? Ed ora come faremo a badare a ben due malati?
ANGELA (ci pensa un po’, poi…) Trovato! Conosco un mio ami… (si corregge) eeehm, cioè (scandisce) una mia amica, che fa… l’infermiera! La posso contattare, così magari può darci una mano…
PINA Brava Angela! Certo che la puoi contattare! Così ci dà una mano… Altrimenti sarà difficile curare due malati…
LILLO Sì, ma vedete che io non ho nulla. Il malato è lui! (indica Nino)
NINO Sì, papà, ma anche tu hai il virus! Lo ha detto il dottore…
LILLO (ad Angela) E va bene… Chiama a questa tua amica infermiera…
ANGELA (contenta) Sì, la chiamo subito!
PINA (a Lillo e Nino) Forza, voi due adesso andate a mettervi a letto, che ci vuole riposo! Me l’ha detto anche il dottore…
LILLO (a Pina) Va bene, ma solo se tu vieni nel letto assieme a me!
PINA (stizzita) Fossi matta! Mi vuoi passare il virus? (mentre si avviano verso destra) Ah, mi ha raccomandato il dottore di tossire e starnutire sul braccio!
LILLO (perplesso, mima il gesto) Così? (starnutisce sul proprio braccio) Etchu! (guarda) Maria santa! E che è sta cosa verde? Putresti usarla per condire gli spaghetti stasera…

Pina, Lillo e Nino escono a destra.

ANGELA (alza la cornetta del telefono e compone un numero) Pronto, Angelo… Ascoltami: vestiti da infermiera e vieni subito a casa mia! (breve pausa) Sì, infermiera, ho detto… (continuerà a mimare a soggetto, indicando delle forme femminili, una gonna corta, etc…)

    SOTTOFONDO MUSICALE (a scelta di chi rappresenterà l’opera)

    Eva entra da sinistra e va verso l’arcata di centro-sinistra.

Eva e il fattorino entrano dall’arcata di centro-sinistra.
FATTORINO (ha due barattoli di vetro, uno con olive e l’altro con dei capperi, li dà a Eva)
EVA (li prende in mano, li osserva e non capisce. Poi li ripone da qualche parte. Si gira e fissa il fattorino. Quindi gli si avvicina, improvvisando una danza sensuale, aiutandosi anche con la coperta che la avvolge. Giunta vicino al fattorino, continua la danza)
FATTORINO (molto in difficoltà, cerca di divincolarsi, sempre rimanendo sulla parte sinistra della scena, in quanto a destra c’è Angela al telefono. Dopo un paio di tentativi di Eva di avvinghiarsi al fattorino, lui…)
Il fattorino esce dall’arcata di centro-sinistra.

    STOP SOTTOFONDO MUSICALE

EVA (stizzita per il rifiuto del fattorino, si porta verso i due barattoli, li osserva, perplessa)
ANGELA (al telefono) Intesi^ Vestiti da infermiera e vieni qui… No, non ti preoccupare, mio padre non si accorgerà di nulla… Muoviti… (riattacca il telefono)
    Angela esce a destra.

EVA (prende in mano i due barattoli, li mostra platealmente, perplessa)

Il dottore entra dall’arcata di centro-sinistra.
DOTTORE (entrando, si schiarisce la voce) Ehm, ehm…
EVA (si gira, vede il marito) Tesoro, guarda qui cosa è arrivato… Un regalo strano…
DOTTORE (finge affabilità) Strano? E perché? Te l’ho fatto io (con enfasi) questo regalo!
EVA (perplessa) Un regalo… tuo?
DOTTORE (come sopra) Certo! Prima ti ho regalato dei fiori, dei cioccolatini, no? E adesso ti ho regalato…
EVA (osserva i due barattoli) Due boccacci? Uno di olive e l’altro di capperi?
DOTTORE (come sopra) Esattamente…
EVA E cosa dovrei farmene, adesso, di queste olive e di questi capperi?
DOTTORE E me lo chiedi anche? Adesso hai tutto quello che serve per farmi la pasta… (con enfasi) alla puttanesca!
EVA (stranita) Ah, già! Il tuo piatto preferito!
DOTTORE (inizia ad alterarsi) Come la fai tu, non la fa nessuna!
EVA (insospettita, prende i due barattoli) Già… vado a prepararla subito!    (fa per uscire, poi si ferma) Maaa… per curiosità, hai fatto la visita a Nino, il figlio di Pina e coso, come si chiama…
DOTTORE (adirato) Eh, già… non ricordi come si chiama…
EVA (in difficoltà) No… non mi sovviene
DOTTORE (come sopra) Eh già, non ti sovviene… (perentorio) Lillo! Sì chiam Lillo…
EVA Ah, si… Lillo, sì…
DOTTORE (stizzito) Sì! Sono stato da loro!
EVA (fingendo disinteresse) Eee… quindi?
DOTTORE (alterato) Hanno contratto il virus. Padre e figlio!
EVA (si finge sorpresa) Davvero? Ma pensa te, che strano! E chissà da chi avranno mai potuto essere contagiati… Chissà… (e si avvia all’uscita di sinistra)
DOTTORE (molto seccato) Eeeh già… E chi lo sa?
    Eva esce a sinistra.

    Lillo entra da destra.
LILLO (non “visto” dal dottore, si metterà nel divano, seduto e si addormenterà)
DOTTORE (abbattuto) Eh, mannaia, mannaia… Gli farò vedere io! (avvicinandosi al telefono) Ora chiamo l’avvocato! (alza la cornetta, fa il numero) Pronto, avvocato Graziaplena? Sì, sono il dottore Rimedio… (pausa, poi stranito) Sì, il marito di Eva… Senta, non è che potrebbe venire a casa mia… Le dovrei parlare di una faccenda riservata… Va bene, l’aspetto qui… Grazie… (aggancia il telefono, perplesso) Mah… E come mai non mi ha chiesto dov’è casa mia? Mah…
    Il dottore esce a sinistra.

SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-destra)

LILLO (non sente, ancora addormentato. Russa pesantemente)

Angela entra da destra.
ANGELA (entrando) Arrivo, arrivo…
Angela esce dall’arcata di centro-destra.

Angela e Angelo entrano dall’arcata di centro-destra.
ANGELO (vestito da infermiera, parrucca e cappellino bianco, con vestitino bianco altezza ginocchio, collant e scarpe coi tacchi, se possibile. Parlerà in falsetto, con voce femminile)
ANGELA (entrando sistema qualche dettaglio ad Angelo, poi si porta verso il padre e lo sveglia, toccandolo da dietro il divano, in modo che il padre veda subito Angelo) Papà, papà…
LILLO (si sveglia, di soprassalto. Vede Angelo di fronte a sé) Santo cielo! E che ci faccio all’ospedale? Sono stato male? Dove sono i medici? Che ho avuto?
ANGELA (affianca Angelo) Papà, ma quale ospedale? È arrivata l’infermiera, la mia amica…
LILLO (osserva Angelo) Ah, già! L’infermiera. E… come si chiama, signorina?
ANGELO (di getto) Maria…
ANGELA (subito dopo) Giovanna!
LILLO (perplesso) Maria o Giovanna?
ANGELO (di getto) Maria Giovanna…
ANGELA (subito dopo) Giovanna Maria!
LILLO (perplesso) Mah…
ANGELO (in difficoltà) Mi chiami come le viene meglio…
LILLO (perplesso) E quindi… lei sarebbe infermiera…
ANGELA (di getto) Certo…
ANGELO (subito dopo) Quasi…
LILLO Come sarebbe a dire, quasi?
ANGELO (in difficoltà) Sì… mi mancano soltanto 32 esami per la laurea di infermiera…
V.F.S. PINA (a voce alta) Angelaaa! Vieni a darmi una mano ad apparecchiare!
ANGELA (verso destra) Sì, mamma, arrivo! Vi lascio soli qualche minuto… (preoccupata) Mi raccumando…
Angela esce da destra.

ANGELO (in difficoltà) Mi dica, in cosa posso esserle utile?
LILLO A me? In niente, signorina… Io sto bene… è stato il dottore a dire che ho il virus… Ma io non ho nulla. L’unico malato è mio figlio. Io scoppio di salute…
ANGELO (con stizza) Ah, lei non ha nulla? Peccato…
LILLO (perplesso) Come?
ANGELO (in difficoltà) No, niente, niente… Allora le misurerò la pressione… Dov’è lo strumento?
LILLO È in uno di quei cassetti, là dietro… (indica uno dei mobili)
ANGELO Vado a prenderlo… (si dirige verso uno dei mobili e inizia ad aprire cassetti. Nel farlo, assume posizioni buffamente equivoche) Mannaggia, qui non c’è… (cerca ancora) Niente, qui nemmeno…
LILLO (lo osserva, da dietro. Dopo poco, si alza, accalorato e va verso Angelo, che non lo vede)

Pina entra da destra.
LILLO (non vede la moglie, arrivato dietro Angelo, gli poggia una mano sul fondoschiena)
ANGELO (molto infastidito, con voce maschile) Brutto maiale, tolga quella mano!
PINA (sconvolta) Lillo, che stai facendo?
LILLO (in difficoltà) Niente, niente… Stavo dando… una mano alla signorina infermiera… a trovare lo strumento per misurare la pressione…
ANGELO (con voce in falsetto, femminile) Faccia attenzione a dove mette la mani… Non ci vuole niente che trovi qualche altro strumento…
PINA (infastidita) Lillo, con te facciamo i conti dopo! (ad Angelo) Signorina infermiera, gentilmente, potrebbe venire di là che mio figlio Nino deve fare una flebo?
ANGELO (mentre escono) Una flebo? E come si fa una fle… (Pina e Lillo lo guardano male, si corregge) Ceeerto! La flebo… Ne ho fatte tante… Che ci vuole?
Pina, Lillo e Angelo escono a destra.

Il Dottore entra da sinistra.
DOTTORE (ansioso) Mah… quando arriva l’avvocato?
    
SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-sinistra)
    
DOTTORE Oooh! Finalmente è arrivato!
    Il dottore esce dall’arcata di centro-sinistra.

Il dottore e l’avvocato entrano dall’arcata di centro-sinistra.
DOTTORE (entrando) Avvocato, prego, si accomodi…

SUONO DI SUONERIA DI CELLULARE
 
AVVOCATO (prende dalla tasca della giacca il proprio telefonino) Mi scusi, dottore, devo rispondere... Sarà qualche cliente... (risponde al cellulare) Pronto... Sì, avvocato Graziaplena. Sì, specializzato in divorzi... Sì, mi dica...
DOTTORE (mentre l’accoxato parla al telefono, entra ed esce da sinistra un paio di volte)
AVVOCATO (parla al telefono) Quindi lei vorrebbe divorziare dopo dieci giorni dal matrimonio perché suo marito pretende di far dormire anche sua mamma nel letto con voi? E precisamente dove? A destra o a sinistra? Perchè è importante... (pausa) Cooosa? Nel mezzo? Incredibile! È… violazione di letto coniugale! (breve pausa) Che mi dite? Che prima di addormentarsi, suo marito dà un bacetto alla madre e a voi niente? Gravissimo! Questo è… incesto! (breve pausa) Cooome? Sua suocera di notte russa per tutto il tempo e non la fa dormire? Inaudito! Quindi abbiamo pure… maltrattamenti e disturbo della quiete pubblica! (breve pausa) Sì, ci sono tutti gli estremi per chiedere il divorzio... Venga da me, domani mattina... La saluto. A domani, sì... (chiude il telefonino e lo ripone in tasca. Al dottore) Le chiedo scusa, dottore…
DOTTORE Avvocato, si accomodi…
AVVOCATO (si siede sul divano) Dottore, mi dica… In cosa posso esserle utile?
DOTTORE (perentorio) Avvocato, mia moglie mi tradisce!
AVVOCATO (pensa che si riferisca a lui. Scosso, si allenta la cravatta) E lei come lo ha saputo?
DOTTORE (deciso) L’ho saputo!
AVVOCATO (turbato) Ah, lo ha proprio saputo?
DOTTORE Sì!
AVVOCATO (si alza e si avvicina al dottore) Mi dispiace, dottore… Avevo immaginato che voleva parlarmi di questo… Io non so che dirle, sono mortificato…
DOTTORE (perplesso) Eh, lo so…
AVVOCATO Purtroppo, certe volte, ci lasciamo trasportare da passioni momentanee… senza accorgerci del male che facciamo a chi abbiamo accanto…
DOTTORE (perplesso) Eh già…
AVVOCATO (sorpreso dall’indifferenza del dottore) Dottore, se le può servire, io sono qui. Non mi tiro indietro! Mi dia quattro ceffoni ben assestati! Mi prenda a pugni! (e si mette in posa)
DOTTORE (come sopra) E cosa risolverei? Si figuri, avvocato…
AVVOCATO (sorpreso) Il suo atteggiamento le fa onore! Io non posso che rinnovarle la mia costernazione… (cambia tono) Purtroppo, sa com’è, spesso si tradisce per noia…
DOTTORE (amaro) Evidentemente mia moglie era molto annoiata, visto che mi ha messo le corna con due persone contemporaneamente!
AVVOCATO (incredulo) Altri due?
DOTTORE Sì. Due. Padre e figlio della stessa famiglia…
AVVOCATO (sdegnato) Brutta schifosa e femmina indegna!
DOTTORE Avvocato, anche lei, su. Un po’ di decoro! Sembra più infuriato di me…
AVVOCATO Eh no, dottore! Quando ci vogliono, ci vogliono! Io posso capire che una tradisca il marito con… con uno… (e indica sé stesso) ma con altri due, no!
DOTTORE (sconsolato) Vabbè, tanto, cosa cambia? Uno, due…
AVVOCATO (distrattamente) Tre…
DOTTORE (con ampi gesti) Sì: quattro, cinque, sei…
AVVOCATO (scosso) Veramente?
DOTTORE Ma no, dicevo così, per dire…
AVVOCATO Dottore, ma come ha saputo di sua moglie e questi altri due?
DOTTORE L’ho scoperto grazie al virus!
AVVOCATO Grazie al virus?
DOTTORE Sì! Mia moglie è stata colpita dal virus…
AVVOCATO (lo interrompe, spaventato) Sua moglie colpita dal virus? Oh, santo cielo!
DOTTORE Sì, ma non si preoccupi, avvocato. Io non ho il virus… Del resto, i contatti con mia moglie li avevano quegli altri…
AVVOCATO (spaventato) Eh, già! Gli altri avevano i contatti… (mormorando alla platea) Gli altri ed io! Maledizione!
DOTTORE (ignaro, continua a spiegare) E quando ho chiesto a mia moglie con chi aveva avuto contatti, lei mi ha risposto (con voce femminile) “Con nessuno!”
AVVOCATO E quindi come lo ha saputo, dottore?
DOTTORE Per puro caso! Mi è arrivata una chiamata per andare a visitare un mio paziente e ho scoperto che aveva preso il virus. Lui e il padre. Ho chiesto loro con chi avessero avuto dei contatti nelle ultime settimane, spiegando loro che avrebbero potuto salvare una vita di qualcuno, perché il virus è pericoloso…
AVVOCATO (spaventato) Ah, è pericoloso…
DOTTORE Sì, molto pericoloso… (continua a spiegare) E loro mi hanno confessato tutta questa bella storia che hanno con mia moglie! (sdegnato) Lei è stata a contagiarli! Sicuro!
AVVOCATO (spaurito) Ah, lei pensa che sia stata sua moglie a… trasmettere il virus a questi altri due?
DOTTORE (perentorio) Lei è stata! Al cento per cento!
AVVOCATO (intimorito) Eh, dottore, così, per curiosità… quali sarebbero questi sintomi del virus… Sa com’è, delle volte uno potrebbe essere contagioso o malato e non saperlo…
DOTTORE I sintomi? I sintomi sono…
AVVOCATO (ad ogni sintomo che il dottore elencherà, reagirà a soggetto, toccandosi la parte interessata, o tossendo, etc… sempre più terrorizzato)
DOTTORE I sintomi sono… spossatezza, dolori muscolari, mal di gola, mal di testa, perdita del gusto e dell’olfatto, fiato corto, tosse secca, febbre, perdita della facoltà di parola o di movimento…
AVVOCATO (terrorizzato, lo blocca e fa come per avviarsi) Dottore, basta così! Si fermi, per carità… Io… non mi sento tanto bene… Me ne vado…
DOTTORE (sorpreso) Avvocato, dove va? E il divorzio
AVVOCATO (uscendo, terrificato) Dottore, quando divorzia da questa malafemmina, mi chiami! Andremo a festeggiare insieme!
L’avvocato esce dall’arcata di centro-sinistra.

Angelo (vestito sempre da infermiera) e Angela entrano da destra.
ANGELO e ANGELA (molto agitati, non “visti” dal dottore, mimano a soggetto)
DOTTORE (sbalordito) Mah! Cose mai viste! Mi è scappato l’avvocato! E come faccio adesso?
V.F.S. EVA (a voce alta) Tesoro… chi era? Cercavano me?
DOTTORE (uscendo, svilito) No, tesoruccio… Non penso! (mormorando) Ma se proprio ci tieni, lo richiamo e vi fisso un appuntamento… Tanto, uno in più, uno in meno…
Il dottore esce a sinistra.
 
ANGELA (emozionata e spaventata, chiama a voce alta) Mamma, papà… venite, venite!

Pina e Lillo entrano da destra.
PINA (spaventata) Che è successo?
LILLO (scosso) Cos’hai, Angela?
ANGELA (emozionata) Mamma, papà… Ho fatto il test! È positivo! (e si abbraccia con Angelo)
PINA (terrorizzata) Oh, Maria addolorata! La bambina… è positiva! Anche lei ha preso il virus! (ha un mancamento)
LILLO (sorreggendola) Eh, vabbé, Pina! Non ti preoccupare. Signorina infermiera, mi aiuti…
ANGELA (emozionata) Mamma, papù, ho fatto il test di gravidanza! È positivo! Sono incinta!
LILLO (terrorizzato) Che cosa? La bambina… è incinta… (ha un mancamento)
PINA (cerca di sorreggerlo) E vabbé, Lillo… Non ti preoccupare… Signorina infermiera, mi aiuti…
LILLO (va avanti e indietro molto preoccupato) E ora come facciamo? Che vergogna! A casa mia, una cosa del genere! Eravamo una famiglia rispettata! (ancora scosso, alla figlia) Ma sei incinta davvero?
ANGELA (abbracciando Angelo) Sì, papà!
LILLO (incredulo) Oh Signore mio! La bambina è incinta senza neppure essere fidanzata ufficialmente! Che brutta figura! E che diranno in paese? Sono cornuto pure io! Di figlia, ma pur sempre cornuto! (si riprende) Ma incinta… di chi? Si può sapere?
ANGELO (toglie cappello e parrucca) Di me!
PINA (sorpresa) Angelo! Ma allora sei un angelo per davvero!
LILLO (seccato) Sì, e ci ha fatto questo bel miracolo! (si scaglia verso Angelo) Ti avevo detto mille volte che mia figlia non dovevi toccarla neanche con un dito! (adirato, verso la figlia) E tu, Angela, non lo sapevi che a questo non avresti dovuto vederlo nanche col binocolo?
ANGELA Ma, papà…
ANGELO (a Lillo) Mi ascolti, io ad Angela la voglio bene e sono pronto a sposarla! Sono qui per questo, per chiedere la mano di sua figlia!
PINA Ancora con ‘sta mano? Ormai che avete fatto… il fatto… te la devi prendere tutta!
LILLO (sconsolato) Che vergogna! Queste cose nella mia famiglia! (fa spallucce) E intanto… che posso farci ormai? Cornuto sono! Cornuto di figlia!
PINA E dai, Lillo…
LILLO (rassegnato) E va bene, va bene! Vi potete sposare con la mia benedizione!
ANGELO e ANGELA (si abbracciano, felici, manifestando contentezza, a soggetto)
LILLO (prende da parte Angelo, bonariamente minaccioso) Ma, mi raccumando: il giorno del matrimonio devi venire vestito per bene, eh!
PINA (allegra) Forza, andiamo di là ché dobbiamo festeggiare!
Pina, Lillo, Angelo e Angela escono a destra.

SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-sinistra)

    UN PAIO DI SECONDI DI SILENZIO.

SUONANO ALLA PORTA (entrata arcata di centro-sinistra)

Eva entra da sinistra ed esce dall’arcata di centro-sinistra.

Eva e il Fattorino entrano dall’arcata di centro-sinistra.
FATTORINO (ha in mano una lettera, mentre gliela consegna) Per la signora Eva…

Il dottore entra da destra.
DOTTORE (si posiziona in modo da vedere la scena ma di non essere visto)
EVA (ammantata nella sua coperta, prende la lettera e la apre. Legge) Mi hai contagiato col tuo amore e con la tua pazzia. Ma pure col tuo virus! Brutta indegna schifosa! Divorziatamente tuo, avvocato Graziaplena. (getta le lettera in terra) Sì, va bene… (avvicinandosi in modo provocante al fattorino) Giovanotto, e quindi…
FATTORINO (in difficoltà per le avances di Eva) Eeeh…
EVA (gli accarezza il volto) Tu mi consegni questo, mi consegni quello, mi consegni quell’altro… (in modo seducente) Ma ora, sono io che mi consegnu a te!
FATTORINO (in difficoltà) Eeeh… E che dovrei fare io?
EVA (perentoria) Portami a casa tua, portami dove vuoi…
FATTORINO (in difficoltà) Ma io… abito in un appartamento di trenta metri quadrati… E sono pure in affitto…
EVA (di getto) Non me ne importa! Andiamocene, forza! (lo prende da un braccio, fa come per andare, poi si ferma) Aspetta! Non è che, per caso, assieme a te abita anche tua mamma?
FATTORINO (commosso) No, mi ha abbandonato subito dopo che sono nato…
EVA Meglio così! Forza, muoviti! Andiamocene! (lo prende da un braccio e…)
Eva e il Fattorino escono dall’arcata di centro-sinistra.

DOTTORE (avanza, va a raccogliere la lettera. Amaramante) Quindi mi ha messo le corna pure con l’avvocato! OCCHIO NON VEDE, VIRUS NON DUOLE! Mah! Cose dell’altro mondo! Menomale che se n’è andata! Menomale! (si posiziona al centro della scena) Certo che, alla fine, grazie a questo virus ho capito una cosa nuova… (a voce alta, verso sinistra) Mamma, avevi ragione tu! Quella non era la donna adatta a me! (e si lascia cadere sul divano)

LE LUCI, LENTAMENTE, SI ABBASSANO.

SIGLA (liberamente scelta da chi rappresenterà l’opera, n.d.a.)

Fine