Pia... de' Tolomei
sogno leggenda, amore morte di
Luca A. Rossi
personaggi :
Il mago Bradamante
Pia
vicende riflesse :
prologo - evocazione
scena I° - Pia e Siena
scena II° - Pia sposa
scena III° - apparizione di Bradamante
scena IV°- Pia in Maremma
scena V° - Pia vagante
scena VI°- Pia specchiata
epilogo - ringraziamento
Prologo
Il mago Bradamante (evocazione)
rivivi Pia quei giorni in tua vita sommersa dai ricordi
emergi dalla foschia di questo Purgatorio
che sembra trattenere la ferita che non rimargina
da Siena alle maremme lungo le strade del tuo...
straziato amore
lungo il tempo remoto dell'oggi che si fa che ti fa
ora angoscia ora amore sofferto ora soffusa passione...
ci appartiene la tua vita Pia un mistero futuro ci lega in te
da questo Purgatorio che in quest'ora ci ospitò assieme
si oggi ci incontriamo insieme distilliamo un po' di strada
affinchè le nostre anime siano dissetate dal tempo
che ti fu ingiusto vorace lupo
dove cercheremo di guarire il passato che torna
quando non trova risposta alcuna
sospeso nel tempo come fantasma rimane
il tuo alito e ci chiama a raccolta
come campanone chiama alla guerra in questo Palio eterno
noi che fummo vivi viandanti dell'essere
ansimanti in un tempo che ci ferma a riprender fiato
e smette la sua corsa infinita di fiume in piena che ci trascina...
sempre rivivi per noi Pia quel tempo di tua vita
torna e oggi ed ora da folte nebbie dell'evo medio
che ti ospitarono ingiuste furibonde dalle tue passioni arsa
da Siena alle maremme lungo le strade del tuo... (2v)
straziante amore
(entra Pia)
Scena I° - Pia a Siena
...Noi fummo già per forza morti
e peccatori infino a l'ultimora...
quivi lume del ciel ne fece accorti,
si chè, pentendo e perdonando, fora
di vita uscimmo a Dio pacificati,
che del disio di sé veder n'accora.
come un gioco bambino specchiandosi...pettinando capelli brillanti d'oro che scendono silenziosi ascoltano pazienti...davanti allo specchio della mente... attraversando specchi riflettenti immagini ugualmente diverse...quanti attimi sono passati anni interi davanti allo specchio solo un immagine riflessa questo sono...immagine riflessa della memoria...vivo sospesa a mezz'aria... esisto? sono? vera... immaginata... ora passione che si forma ora morte che carpisce... ma sempre nelle menti vagante senza forma dal duegento immaginario...oltre prima il tempo...dolcemente appesa...sospesa...lo spazio che Dio volle riservarmi...la tristezza il pianto che un giorno furono mie compagne sono fuggite in altri cuori lasciando soltanto un sospeso melanconico assente ricordo del loro passaggio...un sapore luminoso...così guardandomi vedo filtrare malinconiche assenti dolcezze... il tempo ha cancellato se stesso ne resta un sottile sapore nella giovane bocca... sulle labbra che si schiudono lasciando scivolare parole...suoni al vento... un giorno il mio cuore è stato ferito... palpitava grumi di sangue..quel giorno la mia mente (arsa dalla febbre) immersa nel delirio...non nomino più quella parola che ho scacciato dal mio cuore ormai supplicante...quella parola che ci spinge alle più forti passioni risucchiandoci in un vortice di sofferenza un attimo dopo... quella parola che prima inaspettatamente ci spinge in cielo poi imprevedibilmente ci precipita negli abissi...quella parola che inganna il cuore ingenuo che spinge al peccato...un tempo un uomo fu duro con me... forse mi punì ingiustamente per una colpa legata ad un attimo... punire... ma sta forse a noi punire chi ci fa male? chi ci dona sofferenza? quell'uomo che un giorno mi tolse tutto ma non riuscì a strapparmi i ricordi nascosti nel cuore... poi si scopre che la via più faticosa tortuosa è quella giusta... talvolta gli uomini si costringono si spingono in spazi angusti... si finisce per farsi male per ferirsi...un giorno... dietro queste immagini riflesse nel tempo...è esistita una donna sulla terra in un giovane corpo...i suoi capelli i suoi occhi...il suo corpo...il suo sorriso illumina il giorno...ora la tristezza prende il sopravvento per merito della durezza della vita trascorsa senza esserci stata...doverci essere ma non esserci in realtà lascia un sapore amaro nella bocca del ricordo...che sale su dalla profondità dell'anima...talvolta aver amato figure mortali più che Dio è una colpa grave come bestemmia verso il cielo... sono morta quel giorno della mia nascita a nuova vita...come vivente nell'oltretomba..la mia colpa qual'è... quale fu? la colpa...quando il mondo stesso regno di colpe sembra predisposto ad accoglierle...l'espiazione sofferta illumina il cammino... ma da quell'angolo acuto del cuore l'anima ci spia... Dio osserva le nostre mosse... sembra concedere la libertà di agire o scegliere... la dove l'anima dialoga con Dio, nascosta... confusa...invischiata nella carne sanguinante... è questo intreccio di mortale immortale che Dio ci chiama a dipanare...come se Dio impedisse di vivere d'amore senza di Lui...un giorno un uomo mi ha giudicata ...punita ma chi giudica punisce se stesso... sono ombra riflessa... che cos'è un ombra... quando diviene più reale della carne... la carne muore si dissolve ma l'ombra resta specchiata nello spazio oltre tempo evocante... evoca figure da spazi riflessi accadimenti che rivivono nel tempo... sembra che tutto sia come lo stesso tempo nel ripetersi di vecchi fatti vicende che tornano evocate a rivivere ora oggi quì...
condizione sospesa...come patina sottile lievemente invisibile che ricopre un quadro...io giovane contessa forse uccisa per passione... oscure storie perdute...passione o vendetta? in un sognato fascinoso medioevo...ma ormai oltre il mio personale destino...
(suoni, vocii nelle stade...)
così come si stiaccia il grano a poco a poco...non rimane altro che spazzatura nello stesso modo succede alla ricchezza terrena del cercante... essa a poco a poco tra un affare e l'altro si assottiglia fintantochè da ultimo non resta altro che i peccati commessi... questi mercanti vedo come cechi... offrire ricchi doni a contesse o magistrati per avere in cambio il loro favore... la loro bene volenza... vedo questi nobili mercanti della vecchia Siena... quegli stessi abbronzati cavalieri che avevano condotto i loro vessilli alla vittoria sulle rive insanguinate dell'Arbia... diventati trafficanti di pepe o cera...negoziare lettere...vender monete in buono o cattivo conio sui mercati di Troyes Provins Parigi Londra...li vedo sulla via del ritorno curvi sotto il peso del buon argento... riportano nelle loro carovane le balle di panno di Fiandra... la lenta cavalcatura entra finalmente da Porta Camollia...attraversa lenta le strade anguste saliscendi di Siena...li zoccoli risuonano lenti...fino a fermarsi davanti al palazzo gotico... mariti figli fidanzati ritrovano le donne che li hanno attesi nelle lunghe veglie trepidanti...donne nelle notti solitarie mentre il vento infuria intorno all'erta città... poi nei giorni di scoraggiamento quando la fantasia rinnova la paura di lontani fatti di violenza...in preoccupazione pensando ai pericoli che circondano i loro cari...pericoli di terra o di mare... masnadieri predatori o anche gli stessi cittadini...
a Siena si mangia due volte al giorno attorno alle 10 il primo pasto al calar del sole si consuma la cena... zuppa di legumi pasta pesce carni bollite cacciagione quando c'è ceci frutti dell'orto schiena di tonno affumicata tanto pane... acqua o vinaccia annacquata...il vino solo all'osteria... ma i ricchi in più una merenda...
Siena figlia di una strada...da una parte la Francia dall'altra Roma...strade strette tortuose oscure...città bella da...vedersi...
Siena in continua ristrutturazione... vivace per andirivieni di gente... passaggio per chi va a Roma... nodo di scambio di itinerari...nodo di commercio sud nord... dal portone della casa che si apre verso Porta Camollia...dai ballatoi del primo piano che si affacciano sulla via Francigena vedo gruppi di pellegrini ora laceri ora riccamente vestiti percorrere l'unica strada che li porta con sicurezza a Roma...
mercanti senesi...
quì in questa città ho conosciuto l'amore com'è ancora oggi... quello stesso moto dei sentimenti... della sensibilità dei sessi che coinvolge anima corpo...giocato nell'intimità...che parte dall'attrazione dei corpi...si trasforma in unione simbiosi totale o che può sublimarsi in un idea per cercare di occultare la prepotenza del desiderio sessuale... così l'amore può farsi mistico oppure poesia (con il desiderio fisico nascosto in essa...)
ancor oggi sono le nostre emozioni i nostri sentimenti nei loro tratti caratteristici...ancor oggi siamo medioevo consumando stessi amori...sciogliendosi nelle passioni nel moto coinvolgente sentimento dei sensi... non diviene ne freddo marmo ne senso estraneo quando le più appassionate storie del passato vivono in noi... agiscono loro in noi... nelle nostre vene scorre il loro sangue.. desideri sofferenze slanci... ci riconosciamo specchiandoci in loro...identità radicata intima... moti d'anime che da secoli ci chiamano cosicchè vecchio futuro nuovo passato confliggono per poi adattarsi l'uno l'altro...
(canticchiando)
Chi d'amore si prende...
...alla rabbia si vende (3v)
spirito e materia che si incontrano quì su questa terra...
come se tutta questa vita non fosse che la preparazione per un Palio...in settimane di intensa attività di contrasti tra contrade...in nessun luogo posso rimanere... sentirmi a mio agio...completamente a mio agio... uomini da rispettere... servire...donne da accudire... obbedire... regole che pretendono rispetto anche dalla mia ... solitudine... un tempo sono stata bambina... per queste strade... giocando...un tempo fatto di odori...di grida di stagioni...un tempo che fu felice...felice...tempo che da qualche parte vive in profondità di me...sommerso...basta un odore che mi sorprende in una bottega per tornare a farlo rivivere...
le amiche verso il mercato... nel castellare... in pellegrinaggio a San Galgano...quella Madonna dipinta sulla parete...sopracciglia sottili... occhi rotondi... palpebre un po' pesanti... il capo chino... in un intensa pietà...(raccolta intimità...bocca perlata ne piccola ne grande... labbra sottili... ben disegnate...mento delicato... serena tranquilla tenacia...fronte spaziosa bianca...capelli castani cangianti nella luce...contorno alla testa tanto da esaltare il collo slanciato dolcemente fin giù alle spalle... rotonde non esili...verso l'attaccatura di un seno ben modellato...)
poi i desideri dei ragazzi fatti uomini... delle ragazze ora donne...i maschi attrazione mista a ... paura...desideri o... fantasie della mente...fantasie di ragazza... desideri... nascosti...con Nello ho imparato ad amare...il piacere sembra un fiore che al mattino si schiude.. in penombra attraversa il giorno della vita...
i rimproveri di frate Matteo...per la mia gioventù... qual'è stata allora la sua...seguire gli insegnamenti della chiesa...lasciarsi andare a Dio... per conoscere meglio la divinità... piuttosto che abitare nella mente... lo spirito attraverso lo spirito non corrotto dalla ragione...la Grazia è il dono più importante... si quando il mondo era semplice... le università non erano ancora costruite...non pensieri ma sapienza portava a Dio... ora non è più...la fede inquinata dalla troppa pesantezza delle domande si è perduta nei ragionamenti... una freddezza abita nei cuori allontana Dio dagli uomini... non capiscono Dio...la filosofia al posto della fede...quante distrazioni...la morte eterna in agguato in ogni istante della vita...in ogni angolo di questa città... giorno ...notte...godere del mondo non vuol dire essere una buona cristiana... ma se è la gioia il primo passo per esser vicino a Dio...immaginarmi a grandi feste... con danze canti...
(musica di festa)
..non può dispiacere al Signore...non fa male a nessuno anzi avvicina a ...Lui...
...invece quelle sere d'inverno vicino a quel braciere...il calore della casa domestica...fuori il mondo distante...quì a raccontare della ricerca della Diana... fiume nascosto forse nelle viscere di Siena... misterioso... sotterraneo...introvabile affascinante...in noi ...perduto
suono d'acqua
scena II° - Pia sposa
musica
fu il giorno della cerimonia... notaio... famiglia tutta...bej colori stoffe vestiti... firma dell'atto...come stordimento, un gioco da ragazzi...un matrimonio per finta... sempre gli stessi gesti...sorrisi stampati... solite facce di circostanza...anche Nello quel Nello che amo non sembra vero... quel Nello crudele, imperdonabile che finge di prendermi, ma che mi cede a un altro...
dolore angoscia mescolati, in viaggio verso quel castello perduto... lì dove mi trascina questo destino...non vorrei e non posso imperirlo non ne ho... forza...
è già sera nella sala ...profumi di arrosti caldi... uva frutta.. grossi dolci...schiamazzi...vocii che echeggiano mi risuonano per sempre nella testa...la sala inghirlandata...quei servi in movimento frenetici, scattanti...la gente... la gente invitata quanta...musiche balli...risa...poi giù in sala al braccio di Nello i parenti dietro di noi... immersa in mezzo a fiati, sudori, baci, inchini, abbracci di festa... sguardi sorrisi misti a echi di parole che mi sfiorano ora forti ora velate...mandole,vielle,liuti,flauti,ciaramelle,tamburelli, campanelli...ma il mio cuore la mia mente dove sono, estranei... lontani... dove mi portano... vagano fuori da tutto questo...dentro ogni attimo ma lontana da questa folla festante (vociante)...questi candelieri questi lumi ad olio...questa luce troppo calda mi acceca... fuori giù dalle finestre in cortile ancora voci che rimbombano da quelle tavole apparecchiate... tutti quì in questa travola piena di fiori... tutto questo sembra che mi spinga...ma sono tutti troppo presi dallo spirito della festa per vedere sentire che non ci sono...mi sento sola in mezzo a questa gente...Nello, la mamma, il babbo... Orlando sua moglie, i fratelli...questo canto... una musica nuova...tutto questo che vorrebbe coinvolgermi mi allontana sempre più... perchè dove sono dove vaga il mio cuore...sentimenti nascosti troppo nascosti sembrano uscire ma perchè proprio ora... non è il momento questo...o forse lo è... non ora...melodie di desideri non vissuti appieno, insoddisfatti... anche loro vogliono far festa ma non sono invitati... protestano battono troppo forte alla porta del mio cuore, vogliono essere aperti... forse per rovinare tutto questo...voci musica suoni colori sapori parole risate come api che sciamano.. questo vino di Cipro che vuole correre ad aprire la porta a chi non è invitato alla festa..fermi... questa non è la festa dei miei desideri...del mio amore... tutti affogati dalla musica dai sapori... queste bocche che non vedono questi occhi che divorano questi cuori che non sentono...ma con chi sono...dentro questi sapori di salse saracene, agrodolci zafferani... pasticci crostate...vitelli capponi lepri...starne fagiani gelatine pesce...tutto nasconde il mio cuore... vino rosso... bianco trebbiano pere cialdoni marzapane confetti d'anice cardamomo...no non voglio ballare ma devo...stordita da musica colori...Nello... la sua mano calda forte stringe la mia mi prende...siamo al centro della sala degli sguardi...ora lui è il mio sposo Tollo è un personaggio di un incubo quando la mente vaga nel dormiveglia ancora stordita ovattata dai sogni notturni...basta un piccolo sforzo aprire gli occhi... tutto scompare nella luce del giorno appena nato...
ma...è finito tutto... quì in camera briciole di musica lontana... accidenti... colpa di quel flauto di quella mandola che mi fanno piangere lacrime appiccicose ghiacciate...fuori al freddo della realtà cruda nuda...no lo so... Nello non è il mio sposo domani sarò a Prata... luogo sconosciuto..non dormo stanotte...lo so che non dormo...l'alba si avvicina a passi sempre più ...veloce della notte di festa non rimane che tiepida polverosa cenere nel camino...che sapore c'è in questi freschi ricordi già scappati...corsi lontano...
quella sera quella sera quella sera quella...sera...perduta.
musica
mi giro indietro già Siena alle spalle... guardo questa luce dell'alba che incornicia la sua immagine di fresca bellezza...immobile anche lei sembra guardarmi... ciao Siena... porta di Camporegio...sopra questa carretta... più la carretta danzando tra le pietre scappa più lei la mia città diviene piccola...via ad uno ad uno colori sapori voci odori...infanzia...quel corteo che mi accompagnava...carretta bagagli...ora sono sola... come quando andavo verso Monteriggioni...no si confondono i viaggi...è passata già volata un ora...verso il nero bosco giù... questa strada che si lascia ingoiare dalla selva a fondovalle...no non devo dimenticare...non devo...dimenticare...
esce Pia
entra il mago Bradamante
Bradamante
il sovrannaturale si innesta non certamente per provocare uno smemorante abbandono, ma per aiutare a determinare con suprema limpidezza lo svolgersi dell'esistenza, che meglio può trovare così il suo motivo di essere... l'anima dentro al corpo contenuta come nave di carne, sangue e passione...per un viaggio nel tempo di vita... lotte affanni abbandono ricordo...la nel Purgatorio... compresente nel peccato e riscatto...la soffri e godi anima come sulla Terra, turbamenti e nostalgie speranze, elevazioni espiando e pregando nell'attesa trepida della liberazione. Quel dramma della colpa che non si dissipa che non si esaspera come negli inferi nella dannazione eterna, non si dissolve come nel Paradiso nella immutabile quiete della beatitudine, quì si consuma in un ombra di pianto, compiendo ed attraversando il processo consolatore della purificazione. Intanto il Paradiso è là, attende. Così che potremo, rifatti come novelle piante sboccianti, invigoriti da linfa divina, esser pronti a salir le stelle.
se guardi più lontano tu vedrai luci d'incanto
lievi nella sera
e il vento sussurrare sentirai
da stella a stella dolce preghiera
da stella a stella laddove i sogni si avverano
nella vita Vera
se guardi più lontano tu vedrai
che il giorno non più si spegne
non più cipigli di violenza
ma Dio natura amor potenza
se guardi più lontano sentirai
un bacio dolce che ti sfiora il viso
mentre una voce come carezza
ti dirà amore questo è il Paradiso
allora venirti incontro tu vedrai persone care un tempo amate
che mai credevi avresti più incontrate
di sognare crederai come in un giardino delle fate
molte cose ancor non sai ma il giorno è immenso se guardi lontano
l'istante celestiale non ha fine
nulla che segni il tempo è suo confine
sofferenze consentono all'umanità di camminare sulle vie della vita, più speditamente per completare le esperienze necessarie alla maturazione della Coscienza. Tempo verrà che l'umanità diverrà più intelligente, preferendo ricercare il regno di Dio piuttosto che disperdersi in umane illusioni. E il Cristo ritornerà, il suo tempo bussa alla nostra porta:<<non veniamo dai nostri mondi per parlare alla intelligenza del fratello della Terra, ma per parlare alla sua coscienza ora non è più tempo di filosofie ma è tempo di realtà e la realtà è desolazione è agonia della Terra>>
Il messaggio dell'araldo del Sole ci dice che il mondo nel quale abbiamo vita oggi, sta crescendo, quale segreto nasconde? Corpi celesti che ci chiamate a svolgere il compito rigenerativo come vuole il programma dell'Ordine Cosmico. Metamorfosi cosmiche non affidate certo alla mente umana, tutt'altro che le piccole esigenze della vita quotidiana e mortale. La scenografia universale esige più opportune proposte. Per l'uomo non è facile cogliere il tempo universale anche se in esso è contenuto. Far sbocciare il Se, il micro-osservatorio per poter cogliere il tempo nel suo manifestarsi, l'alchimia vitale che si fa oro puro, elisir di vita eterna. Errori sperimentati date il vostro frutto, affinchè il buon raccolto alimenti la Coscienza: il Paradiso attende.
Essere nel tempo presente, non essendo nel passato e nel futuro, compiendo il grande salto dimensionale. Dio depositario di ogni genere di Verità e Conoscenza, semina nell'uomo il Suo Sapere, proiettandolo verso nuove frontiere, rivelandogli l'arcano ruolo che egli riveste nell'universo.
<<Avverrà negli ultimi giorni che io spanderò del mio Spirito su ogni uomo, farò apparire prodigi su in Cielo e segni giù in Terra, allora chi avrà invocato il nome del Signore sarà salvato>>
esce Bradamante
rientra Pia
scena III° - Pia in Maremma
lungo questo cammino attraversando questi boschi su su fin sotto il castello di Montieri su questo ponticello di legno...al di la del fosso...c'è Tollo a cavallo mi aspetta fermo con la sua gente...i tre suoi nipoti...Tollo mi accoglie scende da cavallo fa un inchino...questo mondo di gente che mi inghiotte nel suo...i suoi i loro occhi pieni di fuoco sembra che mi indagano troppo curiosi...chiedono fanno mille troppe domande...fingo distratto interesse per questi luoghi decido di mantenere un distacco, questa maschera di freddezza che risponde alla domanda agli occhi loro... io non sono quì per mia volontà...Nello senti il peso della mia infelicità...tu il responsabile...questa profonda delusione che mi scava dentro...offende il mio amore ma anche questo risentimento non copre la voglia di abbracciarlo, di tenere la sua mano...accarezzarlo guardando fin giù... dentro oltre gli occhi...riprendiamo la strada...Tollo che mi parla a fianco di questi ricchi boschi...
ecco Prata aggrappata a un colle all'improvviso... sotto una larga vallata...su le mura del grigio castello ...su le sue torri...mille occhi in mezzo a queste capanne...chiedono curiosi indiscreti...questo buio castello mi riporta alla luce ai colori di Siena... tende dipinte in queste pareti ma stanze vuote...quanti anni a Prata sono passati...strappando giorni all'amore...uno dopo l'altro come gocce che battono nello stesso punto scavandomi allontanano... la vita...qui su questa torre...giù la campagna...quel monte da dove si vede il mare...il mare come sarà...poi oltre la rocca di Montieri di la verso Siena... al castello senza nemmeno riposarsi... tutti nella pieve...davanti a questi frati
(musica Te Deum...)
Tollo sembra gentile...sbrigativo...mi tratta con rispetto...avrà paura di Siena...o il mio sorriso malinconico l'avrà preso...
in questi anni...due figlie l'unica distrazione...dopo dieci mesi dal matrimonio... la prima,Tollo voleva un maschio...con quei tre nipoti alla porta...come se l'unico modo per ribellarsi fosse quello di fare femmine...un segnale di infelicità...tutte le volte che mi prendeva... starnutivo... come una strana allergia...poi silenziosamente giù dal letto...saltellando a piedi nudi...se si vogliono bambini dopo ogni rapporto la donna deve giacere immobile...altrimenti il seme esce fuori così i figli non vengono... sono venute due femmine ma un maschio no... scarsa passione...
questa vita al castello né felice né infelice...sola in una lunga infinita attesa...non sapendo più di cosa...cambiare... sforzandomi di sembrare serena di fronte ai servi... trattata freddamente dai tre nipoti...no, da Fredo no...il più giovane... gentilmente... da quando Tollo è stato ucciso Fredo si è affezionato a me...no io mi sono affezionata a lui...ma il pensiero di Nello mi insegue mi cerca ancora...forse perchè anche il suo non vuole morire...
ora qui a Pietra in questa camera uguale a quella di Prata...ma è sempre la stessa camera...mi basterebbe un po' di solitudine invece figlie balie serve...questa corte ingombrante che mi chiama mi urla mi trascina fuori dall'infelicità...Tollo non sopportava il mio mondo di sogni perchè mi allontanava da lui...quelle campane...mi mancano...
(rintocchi di campana)
a Siena quei battiti nella notte che muovevano i custodi della notte...nei Terzi di città... quella di San Donato...che chiama accogliendo contenta il giorno nuovo...
a Prata invece il gallo... la campanella della pieve...
il tempo non passa via da Siena...dai rumori della città... la solitudine del rifugio...il vuoto della fantasia inventando qualcosa da fare...questa solitudine non mi accoglie più perchè i pensieri urlano ci litigano...poi un giorno la guerra...nel castello sono venuti signori dei dintorni...messi degli Aldobrandeschi di Santa Fiora dei ghibellini di Firenze e Siena...era il momento per i ghibellini di cacciare i guelfi da Siena...Guglielmo degli Ubertini Vescovo di Arezzo era a capo dei ghibellini...gli Aldobrandeschi di Sovana il conte Guido di Monfort erano sulla difensiva...una sera i nipoti avevano discusso con Tollo per rompere con Siena per vendicare la morte del loro padre Gherardo ucciso nella Piazza del Campo...Si Tollo aveva resistito... il matrimonio con me i giuramenti prestati per assoggettarsi a Siena...parole grosse minacce accuse di tradimento...
quella domenica del trenta settembre...all'uscita dalla funzione...i nipoti ci hanno assalito trucidato Tollo... io con le bambine imprigionate con le vesti insanguinate...pensavo alla morte...ora siamo ostaggi verso Siena...il giorno dopo la Signoria senese ha mandato al castello uomini del Podestà...Messer Orlandini a nome del Comune mi ha richiesto con le bambine...ma dalle mura gli armigeri hanno minacciato l'ambasceria con le balestre i cavalieri senesi si sono allontanati...si preparano a difendere Prata...Nuccio Lucarini uno degli assassini...è tornato da Siena di nascosto...la situazione è seria Siena si prepara a far guerra a Prata... nei Terzi di città... nel contado si prepara la guerra... la campana della torre Mignattelli non si cheta mai...
(suono di campana)
duecentomila fanti... circa seicento cavalieri... gente del contado ma anche di altre città...capitani stranieri con le loro milizie...Guglielmo Catalano, Guido di Monforte, Ranuccio Farnese, Nello... Pannocchieschi...una compagnia di tagliagole gente di malavita per distruggere i dintorni di Prata...molti cavalieri ghibellini intanto si preparano a partire per andare a dan man forte a Prata...intanto il vescovo di Arezzo ha incominciato a raccogliere gente per assalire Siena...
sono quì chiusa in questa stanza in continua agitazione con le bambine spaventate piangenti...Nello che guida l'esercito... una luce di speranza...Nello viene a liberarmi...lui davanti al castello con un grande esercito...quanti giorni di prigionia mi attendono ancora...poi i nipoti hanno chiamato Nello al castello...per affidarmi a lui in ostaggio mi hanno tolto le bambine per riportarle a Siena...come faccio ad essere tranquilla sulla sorte delle bambine che forse non rivedrò più... Nello rientra nella mia vita ma ad un prezzo... lo straziante distacco dalle bambine... so che si è sposato con una castellana di Gavorrano...una vedova...ma non m'importa... forse quella sposa di Tollo non sono io non sono mai stata quella Pia... questa è un altra Pia un altra vita...le bambine staranno bene a Siena... Nello mi ha promesso che mi farà avere loro notizie...
ora in questo castello... Nello che va che viene... l'attesa la gioia del rivederlo...parole...abbracci... si riempie la vita così il tempo si ferma... troppo veloce per fermarlo... poi la distanza di Nello... le sue assenze...la sua freddezza... il tempo è cambiato... giornate di solitudine... senza sperare nel suo ritorno...l'angoscia del distacco... la paura che il ritorno porta in se un cattivo presagio...oscuro...Margherita Aldobrandeschi vedova del Monfort... mi sfuggi Nello ti sottrai al mio affetto... come strapparmi le viscere... camminare scalza su di una gelida pietraia... ma in fondo è meglio non sapere... lasciare che la verità agisca... senza chiedere...ma chiedere cosa? quando gli orecchi non vogliono sentire ciò che il cuore gia sa...ma una parte di me mi spinge verso cose terribili... la sofferenza nel sospetto... come convivere con la gelosia... il mio cuore è immerso in un oceano di tormento... una tempesta lo scuote come nave in preda a forti venti... visioni oniriche... grumi di coscenza... no idea fatta carne...via queste immagini dalla mia mente...il cuore vorrebbe uscire dalla gola... ma il pensiero cerca il ricordo mentre vorrei sfuggirlo...(bisogno di soffrire...che dici:<<non provo più niente per te...>> non sono che un ingombro per te...appartengo già al passato...) un ombra soltanto un ombra... quel Nello... non esiste più... ecco la porta del mio cuore lentamente si serra nella notte oscura senza luna di queste passioni spente... il dolore getta lontano la chiave... il vento tra i merli della torre...gli alberi...lo sguardo dei miei occhi si sperde in mezzo alla nebbia dei campi... (stordita in silenzio rifuggendo dalla chiarezza cristallina del pensiero... sbalzata) in questo incubo di ghiaccio... (i pensieri si sono arrestati con in bocca... ancora il sapore di parole acide amare... parole come lame di affilato pugnale...dritte al cuore casa di passioni...che sanguina... troppo alto il prezzo da pagare per essersi abbandonati alle passioni...ho vissuto in questo sogno... ora non riuscirò più a sognare... inseguire i sogni...lasciarsi possedere dai sogni...essere sognati dai sogni... personaggi noi stessi... sospesi...quale realtà qual'è la realtà quella da desti o quella dei sogni degli incubi...siamo svegli o stiamo dormendo lungo una vita...lungo un sogno sospeso...amore irreale... come quel torpore dopo che rende il dolore di una ferita nella carne viva meno lancinante...questo dolce assolato giorno di primavera si è rabbuiato in un istante... è subito autunno...profondo gelido solitario inverno... mi sono lasciata andare nell'attesa implorante...in un coinvolgimento d'amore...prigioniera in una torre incantata...in una favola senza tempo...è andato per sempre il tempo delle passioni...quando bastava uno sguardo...sfiorarsi una mano...sentire il desiderio il bisogno di concedersi...coinvolgersi totalmente...perdersi nei sensi...ho dato solo figlie femmine questa colpa imperdonabile... come cambia com'è mutevole il cuore dell'uomo...forse non mi ha mai amato...finito è il tempo degli slanci d'amore...forti coinvolgenti...non più desideroso di abbracci emozioni...sento la tua anima ormai lontana...
(cantilenando)
invero sono gli amori
cominciati nella gioia
finiti nei dolori (3v)
dov'è quel tempo in cui bastava un sussurro di una parola per entrare nel tuo cuore...affogheranno i miei occhi nel pianto eterno...non sapranno più leggere per sempre la profondità dell'amore...lievi attimi sfuggiti al tempo per cercare di carpire attimi dove l'inquieta speranza inviata d'amore che mai si placa nasconde... riponendo la festa d'amore: abbracci baci carezze...dolcezze...desideri...ora... ci sarà spazio per fiumi di pianto...come a lavare appassionanti peccati...abbandonarsi a pianti purificanti come per espiare la colpa di aver troppo amato...amare d'amore...difficile amare d'amore...mal d'amore...questo è il mio male sottile...dolce mare che porta il profumo della dolce morte...si sono morta...già morta...morta dolcemente per aver troppo amato...quanti pensieri...quanti sogni...ma la fantasia non cancella il passato che torna...perchè il passato si diverte in questa sottile tortura...perchè noi con il pensieri glielo permettiamo...il gusto di soffrire d'amore...tornare nel passato per affondare nella sofferenza...quanto piacere nel soffrire...provocandosi dolore...a che serve? forse per spingerci costringendoci a scegliere a... crescere...) -> infame pigrizia...troppo presto donna...troppo presto... vecchia...il tempo di gioire...che sapore avranno i ricordi...quando dovranno esserci solo loro...il tempo corre impassibile incurante indifferente...le immagini sono livide...i tramonti sono albe che si inseguono senza incontrarsi mai conditi dalla solitudine...ora sola al di la del tempo...in spazi incantati (lì vivrò di una non vita che non mi ha dato il suo frutto maturo..) sempre lì non più nel desiderio... indifferente a queste ombre della sera che allungano le loro spire...indifferente al grido dell'anima...laddove l'unico futuro possibile è il passato che ritorna...l'unico presente il ricordo che rivive...ricordare... è un bene o un male? (ma sono la stessa cosa)... è un bene quando il passato è dolce male quando ci strappa lacrime dagli occhi...l'amore abbandona il campo non lotta più... non è più tempo di infuocate battaglie... il mio cuore è stanco (lacero di cicatrici mal rimarginate)...ha perso la forma del cuore...(ora è uno scrigno chiuso... può solo voltarsi per guardare indietro)...Siena e la mia famiglia...giovinezza di ricordi...bambine ora giovani donne...niente può ricomporsi se non rivivendo un passato...lì i sentimenti tornano a pulsare come un rituale antico...morire...volare oltre questa finestra.. volando nel nulla...lasciando una vita assente...
Siena come cambia... com'è cambiata il mondo ingoia il mondo...ingoiando se stesso ...ci trascina il peso del dolorante passato...nebbie del tempo della memoria... ricostruendo con le parole una storia che non volle concedersi... troppo presto fuggite dal presente... eternamente suono del passato...il tempo legittima il dolore rendendolo eterno...nelle parole del ricordo evocato non c'è il profumo del presente il sapore dei baci...i sorrisi di contorno... il calore del vino rosso che scende infuoca...la liberazione nella morte...solenne desiderio dell'anima stanca del viaggio...sola in un nudo castello isolato... sola senza protezione dimenticata... (la città che mi ha oppressa e protetta)... invocare un aiuto degli uomini... Dio penserà... Dio sa...(la morte mi chiama da tempo... da tempo scandisce paziente il mio nome..) il mio transito terreno è stato troppo breve... Dio sa quando verrà il mio momento... davanti a questa finestra... mente scende la notte... la notte eterna...ombra notte...
scena IV° - Pia vagante
sto dormendo in questa camera, il mio corpo disteso sul letto...abbandonato a se stesso...se sono viva lo fossi...stata mai.. fossati dei miei ricordi...stagnati acquitrini malsane maremme...acque morte dove l'aria non spicca mai il volo...quì la natura un tempo fu rapace...dove l'amore mi spinse ad espiare a purificarne i tormentosi affanni...troppa durezza trasforma la vita in un infernale viaggio, mentre il cuore vorrebbe gustare sapori dolci affetti...affetti sapori che ci innalzano a Dio...Lui stesso che vorrebbe essere la nostra insegna di vita...espiazione...come se il sorriso da queste labbra fosse stato da sempre negato...come se l'infanzia... l'adolescenza non avesse mai abitato queste carni spoglie mortali...un desiderio sensuale...in quello spazio laddove desideri... desideri che la nostra anima non rivela nemmeno a noi stessi...si soddisfano ma noi non lo sapremo mai...spazzi fuggiti al tempo dove l'umano quando si fa casuale consapevole essere accede... perduto nei misteri del segreto... che Dio per pochi attimi rivela... Dio cosa mi tieni nascosto ancora?.. desiderio passione tornano a possedermi... conducono un gioco di corpi di istinti uniti... concedendosi al desiderio...io giovane donna pericolosa tentatrice... per le discese salite di una Siena del passato che deve ancora farsi avvenire.. cercando di colmare vuote pagine troppo scritte dal passato che si fa tornante... circondata di solitudine che si trasforma in attesa del tempo dell'attimo...
(aspettando il peccato umano...quale colpa mi insegue ancora? non ho abbastanza espiato perchè la mia anima si riposi? perchè il mio fantasma si plachi... ho implorato cercando di meritare l'aiuto divino...)
qual'è quella donna così ricca da avere il suo amore che non gli sfugge un giorno di mano... non restano che pochi attimi da... gustare...senza poterne dissetare mai le carni senza saziarne mai gli istinti...allora i ricordi divengono desiderio si fanno tristi ricordi dell'amore evocato ma troppo poco vissuto...la vita si dissipa si dilania..dovevo incontrare un amore così ingiusto...il bene non trova riscontro laddove regna il peccato...dov'è quell'uomo che ha desiderato la mia anima e non è caduto nell'inganno del mio corpo nudo?..non voglio non desidero quel giorno quando non ci sarà che il sole a scaldare il mio corpo...preferisco rimanere anima inquieta ma fresca carne persa di ricordi... desideri...perchè questo amore terreno deve essere intasato dall'odio dalle gelosie...dagli amori negati... della nostra ricerca della sua purezza non rimane che uno storpio tentativo...un mostro da nascondere (nelle cavità orrenda sotterranea del nostro immerso rifugio)...questa realtà che non cogliamo come se l'essere il manifestarsi dell'anima ci fosse impedito da un destino che incombe sull'umane razze di cui tutti ne espiamo il peso...quali tentazioni...un giorno sono morta... un giorno sono nata...ma la mia voce alita in queste terre creando ancora leggende storie fantasie... prenetra le menti entra nei cuori...il peggior attimo per un anima è l'abisso di morire senza aver potuto mettere ordine nel vissuto passato delle vite...dramma... orribile destino...con che trucchi orrendi questa carne ci trattiene...
(suono di campana lontano)
in terra sembrano richiamare le anime al risveglio della luce del sole ma non basta una semplice campana a destarle... pregate... pregate...i pensieri confondono il tempo che fugge inutile vorrei inseguirlo ma...questa palude della mia mente senza fine si perde all'orizzonte...la in mezzo ai sogni..quanti... ho finito per perdemi dentro...piacevoli dolci sogni...incubi orrendi sgrazziati visitati da spiriti notturni che (inquieti si fermano nelle menti dormienti...) si divertono a farmi destare nel cuore della notte preda di angosce...sento ancora il loro ghigno divertito...come immersa negli odori fatiscenti putridi di queste acque melmose...
scena V° - Pia specchiata
(zoccolio di cavalli, tintinnio di armi, ferraglie, voci lontane...)
è la colpa di aver amato troppo creature mortali che incombe... un uomo una donna confusi... in un solo corpo...tutti gli sbagli... tutti gli errori che pensavamo di commettere come se non ci fosse un prezzo da pagare... io con un altro uomo... lui con un altra donna... quelle labbra che servono per dar forma al respiro... emanano parole in tutte le forme...canto...baci... vedi sembro viva...come potrei essere morta... Pia non può morire... Pia non è quì ora...in questo luogo...il delirio della febbre...questo castello dove si formano i miei incubi...in questo luogo abbandonato da Dio... terra dannata... luoghi infami...il delirio...anima fuoco fatuo di palude... un fantasma che possiede labbra carnose fatte sangue...mani per accarezzare...voce corpo che può parlare ridere...un fantasma con un cuore che arde...come fiamma...fatto per scalpitare...un petto fatto di sospiri...ora ho ritrovato bagliori di felicità come luce di speranza... mi desto da un lungo sonno che mi congelò il cuore...rivivo gli attimi del passato che torna ogni attimo da quando ho consumato quei giorni di vita bruciando attimi sfuggenti...quando non avevo il diritto di esser felice ma solo il dovere dell'infelicità...dagli incubi delle notti insonni...morirò un giorno...forse sono morta...tornare a Siena in quelle stesse strade...non sono mai cambiate...le parole pesano sembrano volare inutilmente invece vanno da qualche parte si depositano... finiscono per prendere forma...a insaputa di chi le ha generate quasi distrattamente...due peccatori che si amano non possono non finire che nella grazia di Dio...ho preferito la morte alla vecchiaia...quando la bellezza sfiorisce perchè restare a vederne le ultime gocce... la morte è la consolatrice che accoglie la bellezza la sa custodire prima che le insidie della vecchiaia spengano i cuori nelle ceneri della sofferenza...no non vecchia ma ricordo nelle immagini riflesse nel gioco specchiata nei dipinti... giovane volto giovane corpo...bellezza...così la mia purezza alita al di la del fetore di queste paludi oltre le spoglie carnose mortali...la bellezza inonda l'aria facendosi ombra fantasma...ricordo...bagliore luce eterna...sono felice delle mie colpe ho riconosciuto i miei errori... ogni attimo li rivivo per sempre...(rimanendo immagine sempre giovane sigillata nella memoria...)
Dio mi ha messo quì per testimoniare agli uomini in loro vita...perchè non si confondano annegando nell'inganno perchè al di la delle debolezze trovino la vera forza nell'errore nel pentimento...questo cielo al tramonto s' infuoca... si insanguina... quanti ne videro i miei occhi...allora il destino degli uomini delle... donne...si fa notte tra poco il guardiano notturno accende le stelle ....lassù si accendono luminosi lontani spiragli di vita nascosta ...nell'universo dentro di me...fissare gli attimi del passato in una morte che impedisca il disperdersi di una vita abbandonata in mezzo a fetide paludi...morte liberatrice...morte dolce la tua fissità ci coglie nei ricordi invocando...morte sacrificio liberazione di vita...morte vera vita...morte vivente...domani ci sarà il sole io vivendo dimenticherò ancora tutto il passato...per poi tornare nelle nebbie ombra sospesa...questo castello nella sua pietra conserva in se il rudere a testimonianza di un passaggio in vita a ricordo...che gli uomini non dimentichino ciò che un giorno non troppo lontano accadde...le luci del giorno mi scacciano...la mia evocazione si compie in questa notte morente...perdo forma entrando nelle menti degli uomini e nascondendomi nei loro sogni fino a quando il loro eco notturno non mi richiami a rivivere ancora...(spunta il giorno per loro...benedetto dai dorati raggi...vivete uomini vivete questo giorno...la vita vostra ancora troppo corta lentamente si consuma...preoccupatevi delle azioni scelte...poco tempo mi resta...ancora...non datevi per vinti abbandonando volontà al peccato...seguite la forza che scaturisce dallo sdegno del proprio peccato...senza cullarsi abbandonandoci dentro l'anima... come reagire al peccato? seguire le tracce che Dio lascia casualmente dietro se...seguire i suoi segni...)
(esce Pia)
epilogo
Il mago Bradamante
torna Pia nelle nebbie palustri dei pensieri
nelle pagine del libro dei ricordi
nelle cornici dorate che sembrano muoversi
davanti ai nostri occhi immobili
nelle polveri degli scaffali
contenendo conservando di te il destino
che fu il nostro oggi per questo giorno
rivivrai un giorno ancora se evocandoti ci allieterai nel ricordo
per ora riposa
immergi dalla foschia di questo Purgatorio
che sembra trattenere la ferita che non rimargina
da Siena alle maremme lungo le strade del tuo...
straziato amore
lungo il tempo remoto dell'oggi che si fa che ti fa
ora angoscia ora amore sofferto ora soffusa passione...
la tua vita Pia come mistero futuro ci lega in te
in carne nati noi a te dolce richiamo
gradita ci fu in quest'ora
le tue dolci crude parole ma dense di verità fatta passione
ora appena passato ci incontrammo insieme per strada
le nostre anime dissetate dal tempo riprendono il cammino
in quel tempo che ti fu ingiusto vorace lupo
là cercammo così di guarire il passato che torna
quando non trova risposta alcuna
sospeso nel tempo dolce fantasma rimane
il tuo alito ci chiama a raccolta
cupo suono campanone alla guerra chiama in questo Palio eterno
noi che fummo vivi viandanti dell'essere
ansimanti in un tempo fermato ad abbeverarsi nella tua luce
frena la sua corsa infinita di fiume in piena che ci trascina...
grazie per noi rivivesti Pia quel tempo di tua vita
tornata oggi che fosti da folte nebbie dell'evo medio
che ti ospitano ingiuste furibonde
dalle tue passioni arsa anima purgante
là sospesa tra Francesca e Beatrice...
per questo a noi più vicina
grazie Pia arriveder le stelle...
da Siena alle maremme lungo le strade del tuo... (2v)
straziante amore...
c'è una leggenda che narra...
immagini pittoriche a scena vuota
...Remember me who am la Pia
me Siena, me Maremma, made, umade...
this in his inmost heart well knweth
he wiht whose fair jewel i was ringed and wed.
...figura mesta... pallida...straordinaria luce negli occhi... quella luce dell'imbrunire che si riflette nella tua vellutata pelle ...bellezza superiore...drammaticamente ci avvicini a Dio... estasi di morte terrena... un giorno pare che un uomo ti offrì un anello poi ti donò la morte... sentire con il cuore per non esser mai vinta... furore che arde nel petto... espiando in quel Purgatorio così tanto simile a questo da esserlo... quà dove meta è libertà da conquistare...
voce di Pia
quando mi penserai
sarò viva nei tuoi pensieri...
quando di me leggerai
sarò pagina di libro...
quando mi sognerai
sarò in te accanto...
vivo rivivo il tuo presente
ricordo tra i ricordi mia terra
tenera radica di tua pianta...
così saprai dove vieni forse dove andrai...
che sapore avrà la tua terra
io Pia nella tua fantasia fatta persona
fantasma presente lì su quel ponte sospeso passaggio...
tra passato o futuro...
da bosco di tenebra su quel fiume di sasso che scorre...
verso tortuosa strada...
sotto scorre presente...
leggenda come acqua profumata di muschio
mi troverai lì se vorrò a te rivelarmi...
su quel ponte di memorie della tua immaginaria azione...
musica lieve
la luce oltre la tua sofferenza eroica oltre odio o vendetta trova forza...del sentire amore... isolamento che affronta espiazione.. dolce tragica a un tempo... tenerezza crudeltà inganno morte... Purgatorio dunque medio evo selvaggio presente è questo agitato da estreme passioni...amore fedeltà colpa innocenza vendetta pentimento... morte.. tempi oscuri questi...spirito di leggenda tramandato dalla forte voce popolare.. parole sospirate le tue come musica non riposano nel tempo che va... tu icona di femminilità perseguitata... quali tempi ci aspettano... come diverrà il tuo ricordo ai nostri cuori... tu che li abitasti attraversando questa terra di maleficio... che ora aleggi a monito di cuori amanti come per sussurrare che niente di questa terra ci appartiene... quì dove ancora notti giorni notti si inseguono... quì dove morte amore morte ci lacerano i sentimenti... quì è la scelta tra vita o morte dell'anima...desolata morte vita futura... anima di morte che possedesti la febbre di queste maremme... anime precipitate nelle miserie umane abbandonate... ma oggi cambiato in luogo di assolato paesaggio... inghiottisti un giorno una donna... la nel folto bosco delle passioni... terra che torna alla terra... inevitabile invitante destino... maremma terra fatale dolce dolorosa tenebra... sorte umana dolore malinconia speranza... amore.
felice successo alle novelle
che agli uomin raccontar conviene
con qualche esempio di appassionato amore
soprattutto se in nobili persone si mostrerà esser accaduta
pare che dilettino in particolare
quelle che grande sofferenza di donne contengano
colei che dopo gran persecuzione
la morte liberatoria riceve o accoglie
prego signori:
a seguire le opere esposte dei pittori...
segue visita guidata e descrizione delle opere pittoriche esposte...
uscendo...
in una rada erbosa al limite di fitta boscaglia...immersa in una luce nebbiosa incontriamo l'anima di Pia larva fantasmatica diafana nella sua semplice candida tunica... capelli lunghi sciolti esilissima quasi evanescente... suggestiva magica atmosfera...
fine