LA PANIFICATRICE COMPULSIVA
di
Roberto Braida
(Entra con un fagotto avvolto come fosse un bambino)
(come se avesse dei dubbi) 100 farina, 100 acqua… Impasta impasta impasta, acqua, farina, acqua farina, impasta, impasta… sciacqua… oddio, sto diventando nevrotica, che devo fare? Farina o acqua? Quante ce ne ho messa? Metà o 100? No, 50 e 50. Infarina, impasta, chiudi in frigo, acqua, impasta… non ce la faccio più! Che devo fare?
Io sono una panificatrice compulsiva, faccio pane in continuazione. No, non ho un forno, non sono una fornaia. Sono una single con un figlio; mio figlio, Giacomino. Chi è Giacomino? Eccolo (mostra il fagotto)
Ma è il mio lievito madre! Io lo tratto come un figlio. Gli ho dato un nome, gli ho dato un tetto, una casa, un letto dove dormire… sì, vabbé, lo metto nel frigo perché lui si sente meglio così. Però devo dire che non si lamenta del freddo, lo copro bene e quando lo devo nutrire lo faccio con molta cura, con molta delicatezza; lo accarezzo piano piano, gli do qualche bacino tanto per farlo sentire a proprio agio e poi lo innaffio di acqua e farina. Lui è contento, ma quanto è contento. Lo vedo che mi sorride sornione con quella sua faccia piena di alveoli che sembra butterato. Lo impasto per benino e poi lo rimetto a nanna e gli recito una bella favoletta moderna, quella di Peppino e Benedetta, i fornai che hanno inventato la rosetta e con quella sfamarono tutti i vicini del forno.
Non la conoscete? Infatti la conosco solo io… La sera lo porto con me in camera, ci mettiamo sul divano e poi ci addormentiamo abbracciati come due innamorati, due novelli sposi, e come due novelli sposi ogni tanto ci facciamo prendere dalla passione. Io non me l’aspettavo proprio, ma è così focoso che si ingrossa subito dentro il barattolo che sono costretta ad aprirlo e farlo uscire per… oh madonna… mi vengono i bollori…
(si ricompone) Il mio lievito ha 10 anni. Viene da una famiglia numerosa di lieviti madre. Sua madre si chiamava Giovanna, sua nonna Osvalda e sua bisnonna Elena. Tutte vivevano nello stesso frigorifero di una signora che le accudiva come se fossero figlie sue.
Avere un lievito madre da accudire è una responsabilità enorme, è un po’ come avere un animale in casa, quando vai in vacanza mica lo puoi lasciare da solo, o lo porti con te oppure devi mandare qualcuno a casa a dargli da mangiare. Certo non fanno i bisogni ma puzza lo stesso d’acido quando gli togli il pannolino.
Io comunque siccome non mi fido delle mie amiche me lo porto pure al mare.
Lo devo infagottare per bene, lo copro in modo che non prenda troppo sole, lo metto in un barattolo di vetro scuro perché così lo protegge dai raggi solari, ma per le 11.00, come per i bambini, lo devo portare a casa a mangiare. E così dopo aver fatto due castelli di sabbia con secchiello e paletta, si torna a mangiucchiare farina e acqua.
Sono tremendamente sola, il mio unico scopo nella vita è rimasto lui. Ho rinunciato a tutto per accudire questo povero esserino, a mio marito, ad un amante focoso pieno di soldi, ad un futuro radioso con un ricco magnate greco, ma niente, ho preferito rimanere fedele all’unico essere in grado di darmi soddisfazioni. Giacomino… (lo bacia)
Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do… (scruta tra le coperte) dormi? No? Dai che adesso mamma ti da la pappa. La vuoi la pappa? No? E che vuoi? Vuoi fare la scureggina? Mamma mia che puzzona questa scureggina che ha fatto questo bambolotto…! E che si sarà mai mangiato questo bambolotto? Un sacco di farina manitoba???
Cos’è? Non vuoi essere baciato? Ti sei incazzato perché ho comprato un pezzo di pane senza lievito? Me la vuoi far pesare per sempre? Lo sai benissimo che sono intollerante al glutine, per stare vicino a te mi devo prendere l’antistaminico, lo capisci?
(improvvisamente violenta) Basta! Mi hai rotto il cazzo con le tue manfrine! E quando c’è qualcuno che mi piace ti fai girare i coglioni, e quando devo andare a cena fuori ti sgonfi, e quando devo partire ti devo sempre portare con me. Basta, mi hai rotto i coglioni! Voglio una vita mia, mi sono sacrificata troppo per te! Mi sono ridotta a guardare il programma di Bonci per sperare di trovarti qualcuna da farti lievitare. Ma lo sai che ti dico? Vado a prendere un cubetto di lievito di birra e te lo schiaffo nel… ma vaffanculo!