La regina di tutte le strade

di

Aquilino

Due attrici


Atto primo

Una rotatoria al centro di una piazza, con un monumento. È il crepuscolo. Una donna distesa, avvolta in una coperta. Si sveglia di colpo.
ZAIRA Laggiù, lassù, da qualche parte, c’è un mostro maledetto invisibile. Mi tiene sotto mira. Mi vuole uccidere. Ma non dirlo, Zaira! Se ne attiri l’attenzione, lui decide, ti uccide.
Credevi che fosse un incubo, Zaira stupida. Ma sei sveglia, e lui è là.
Sei sveglia, ti chiami Zaira. Sono io, Zaira. Qui sono nata Zaira; e quando morirò, Zaira sarà morta. È ancora notte. Ma quanta vita ha la notte? Quanto la mia, un soffio di parole e poi silenzio per sempre.
Hai capito, mostro? Lasciami stare, cerca un’altra da tormentare. Io sono quella che vedi: una vagabonda residente. Questa è tutta la mia ricchezza: una bibita in lattina. Sta’ zitta, Zaira! Se lui è là, ed è certo che lui è là, tra le nubi e il cielo, non deve sapere che tu sai.
Zaira bella
balla per strada
per mal che vada
sei tu la stella.

VASILICA Brava!
ZAIRA Non si spia una persona nel mio stato.
VASILICA In quale stato?
ZAIRA Ubriachezza molesta.
VASILICA Hai bevuto una bibita.
ZAIRA Io dicevo cose personali e tu mi spiavi. Non è un’ebbrezza? Non è una molestia?
VASILICA Ero tentata di rivelare la mia presenza, ma tu parlavi in un modo… Non potevo interromperti.
ZAIRA Che cosa vuoi?
VASILICA Non voglio niente da te.
ZAIRA Vattene, allora.
VASILICA Ho da darti qualcosa. Un panino al prosciutto.
ZAIRA E in cambio?
VASILICA Non voglio niente.
ZAIRA Dammi il panino. Addio.
VASILICA Dove vai?
ZAIRA Ho prenotato una stanza. In quell’albergo laggiù. Se ne vede solo una lucina. Sembra l’occhio di un gatto in un pozzo. Corri a salvarlo, prima che anneghi.
VASILICA Mi sono avvicinata con l’intenzione di stare un po’ con te.
ZAIRA Ho altri impegni. Addio.
VASILICA Perché ho paura. Non lasciarmi sola.
ZAIRA Due solitudini non fanno una compagnia.
VASILICA Ho una bottiglia di vino.
ZAIRA Bugiarda.
VASILICA Te la mostro.
ZAIRA È una bottiglia con il tappo a corona, una vera regina. Contiene un liquido scuro. Potrebbe essere piscio di cane.
VASILICA La stappo. Annusa.
ZAIRE Vino.
VASILICA Ecco un bicchiere. Lo riempio. Bevi.
ZAIRE Solo un sorso. Poi me ne vado.
VASILICA Bevi con calma. Sediamoci. Ho anche qualche biscotto.
ZAIRE L’hai rubata a una santa miracolosa, la borsa della cuccagna?
VASILICA Mi fa piacere che anche tu sia credente.
ZAIRA La mia fede non va al di là di questo bicchiere. Appena si vuota, ridivento atea.
VASILICA Mi chiamo Vasilica.
ZAIRA Non ti dico il mio nome.
VASILICA Tu sei Zaira.
ZAIRA Ma chi sei? Che cosa vuoi? Piombi nella mia vita come il macigno che precede la frana e ti impadronisci del mio nome senza ritegno. Mi appartiene! Non puoi usarlo senza il mio permesso! Va’ via, zecca!
VASILICA Ti prego. Ho corso per ore e poi…
ZAIRA Vuoi tormentarmi con una cronaca di miseria vissuta? Sono faccende troppo realistiche, per i miei gusti letterari.
VASILICA Ma io devo raccontare a qualcuno il pericolo che ho corso!
ZAIRA Non te ne sei ancora accorta? Sono sorda da tutte e due gli orecchi. Oh, sciagurata Zaira! Nessuno ha rispetto della tua sordità.
VASILICA Se mi trovano, mi uccidono.
ZAIRA È la sorte comune a quelli che sopravvivono.
VASILICA Ti sto chiedendo di aiutarmi. Ancora meno: di ascoltarmi con pietà e di esprimere…
ZAIRA … solidarietà?
VASILICA Sì.
ZAIRA Chiedi poco.
VASILICA È vero.
ZAIRA Ma è più che troppo. Addio.
VASILICA Ti ho dato il panino e la bottiglia di vino!
ZAIRA Mi avresti dato di più, se lo avessi posseduto. Purtroppo, tutte le disperazioni hanno un fondo. Come la tua borsa.
VASILICA Speravo di incontrare un’amica.
ZAIRA Amica? Dove mai hai sentito questa parola straniera?
VASILICA Io non avevo fatto niente di male. Ma loro volevano…
ZAIRA Fine della trasmissione.
VASILICA Volevano…
ZAIRA Sei irritante!
VASILICA Volevano…
ZAIRA Non sopporto una persona che piange. Così vicina, poi. Così invasiva. Sprovvista di benefici anticorpi contro i buoni sentimenti.
VASILICA Ho corso per ore…
ZAIRA L’hai già detto.
VASILICA Volevano…
ZAIRA Già detto.
VASILICA Io…
ZAIRA Hai già detto tutto. Nel tuo sguardo c’è un poema.
VASILICA Tu sai come si fermano le lacrime?
ZAIRA La prima che spunta prende tanti di quei calci che le altre si ritirano spaventate.
VASILICA Mi piace come ti esprimi.
ZAIRA Io mi esprimo? Io blatero. Impreco e inveisco. Insulto e maledico. Non ho proprio niente da esprimere, io.
VASILICA Non capisco, ma quello che dici mi fa sorridere.
ZAIRA Io ci metto passione, e lei sorride invece di infuriarsi. Non piangi più? Promesso?
VASILICA Mi faccio forza.
ZAIRA Brava. Così si fa. Si impara a sopportare e poi non se ne può più fare a meno.
VASILICA Davvero vuoi andartene?
ZAIRA È la mia vocazione.
VASILICA In due possiamo aiutarci.
ZAIRA Prenderebbero due piccioni con una fava. O due fave con un piccione. Comunque, un colpo due centri.
VASILICA Nemmeno questo ho capito.
ZAIRA Non hai un altro panino?
VASILICA E se lo avessi?
ZAIRA Il mio tiepido interesse per te indosserebbe l’abito sontuoso dell’ospitalità più ipocrita.
VASILICA Al salame.
ZAIRA Mi accontento. Il salame, però, mette sete.
VASILICA Birra analcolica.
ZAIRA E per dessert?
VASILICA Cioccolato.
ZAIRA Un frutto per pulire la bocca?
VASILICA Due grappoli d’uva.
ZAIRA Affare fatto.
VASILICA Ti avrei dato tutto comunque.
ZAIRA Le donne sprovvedute di solito si mostrano sciocche solo fino al limite della convenienza.
VASILICA Io non sono un’opportunista.
ZAIRA Ti limiti ad addomesticare l’occasione, per evitare di farti azzannare.
VASILICA Tieni. Io ho già mangiato.
ZAIRA Tutti lo abbiamo fatto, almeno una volta. Il problema è farlo in continuazione, magari due volte al giorno. Sembra uno dei rompicapo per i quali impazziscono gli scienziati. Una cosa è certa: nessuno di loro cerca davvero la soluzione. Un mondo senza problemi è uno spot pubblicitario. Facciamo a metà. Hai lo sguardo famelico.
VASILICA Allora non sei…
ZAIRA Una carogna? Sì, ma ci si stanca e ogni tanto si torna alle vecchie abitudini.
VASILICA Tu sei…
ZAIRA Forte e saggia?
VASILICA È vero.
ZAIRA Puoi pure tessere i miei elogi, mentre mastichiamo. Sono sicura che sai trovare le parole più adatte per sconfiggere la mia sordità. Dimmi che sono buona, generosa, altruista, intelligente, brillante, profonda, sensibile… e continua su questo tono, fissandomi con occhi adoranti. D’altronde, è quello che cercavi.
VASILICA Non capisco se mi stai prendendo in giro…
ZAIRA Zitta e mangia.
Un’automobile continua a girare per illuminarle con i fari.
ZAIRA Non farci caso. È il solito idiota che fruga nei meandri altrui. Va’ via, lurido! Cerca i sassi più grossi e appuntiti. Vedi come lo acceco.
VASILICA Non devi farlo. Può essere la polizia. O magari è gente pericolosa.
ZAIRA Via! Via!… Conosco l’animale che sta dietro lo sguardo. Scruta la mia carne immaginando sentieri di sangue. Via, sudicio!
VASILICA Allontaniamoci, prima che una disgrazia si abbatta su di noi.
ZAIRA Se ne va lui. L’ho spaventato.
VASILICA Sono spaventata anch’io.
ZAIRA Ci vuole altro vino.
VASILICA La borsa contiene un’altra bottiglia, l’ultima. Te la cedo, se t’impegni a non fare più imprudenze.
ZAIRA Brindiamo alla battaglia vinta!
VASILICA Non sarebbe il caso di spostarci più in là? Se quel signore…
ZAIRA Ti garantisco che quello non è un signore, ma una bestia che ha in odio la vita e che si nutre della nostra paura.
VASILICA A maggior ragione, cambiamo zona.
ZAIRA Non torna. È un vigliacco. Smettila di tremare.
VASILICA L’aria si fa fresca.
ZAIRA Il freddo non è nell’aria, ma nelle vene. Per nostra disgrazia, la corrente del sangue è impetuosa.
VASILICA Per nostra fortuna.
ZAIRA La stracciona è attaccata alla vita proprio come una vera signora.

ZAIRA Come ti chiami?
VASILICA Vasilica, te l’ho detto.
ZAIRA Vasilica. Da dove vieni, Vasilica?
VASILICA Da un posto lontano. Non lo conosci.
ZAIRA Sei scappata dalla guerra?
VASILICA Hai detto che non vuoi ascoltare le mie sventure.
ZAIRA Infatti. Sta’ zitta.

VASILICA Dovremmo spostarci. Non ha senso stare qui.
ZAIRA Non ti piace?
VASILICA Non ci cresce un filo d’erba. E il monumento…
ZAIRA Ha qualcosa che non va, il mio uomo con la sciabola?
VASILICA Non mi sembra il posto adatto per trascorrerci la notte.
ZAIRA Ci tocca alzare lo sguardo, per vederlo. È molto più che un uomo. È un guerriero. Un difensore dei deboli. Un eroe, insomma, che si avventa contro la città. All’assalto! Ma non può muoversi. La città è salva, alleluia. O forse combatteva per difenderla, la città? Non si sa mai da che parte stanno, questi eroi.
VASILICA Gli eroi bisogna rispettarli. Sono morti per noi. Credimi, non è un buon posto. Andiamo via.
ZAIRA C’è pure un cespuglio. Puoi usarlo per i bisogni.
VASILICA È un intrico di rovi.
ZAIRA Ti servono le margherite, per orinare?
VASILICA Non si fanno certe cose in pubblico.
ZAIRA C’è anche la fontana per lavarsi.
VASILICA Ti lavi davanti a tutti?
ZAIRA E il basamento è cavo. Ho sfondato la porta e ci si può rifugiare quando piove.
VASILICA Non è vita per me.
ZAIRA E allora addio, addio, addio. Quante volte te lo devo ripetere?
VASILICA Possiamo cercare una camera.
ZAIRA Non è vita per me.
VASILICA Una stanza modesta. Con un lavabo e un fornello. Provvedo io a cucinare.
ZAIRA E io faccio la spesa e lavo i piatti.
VASILICA Sarebbe meraviglioso.
ZAIRA E, con i risparmi, compriamo un frigorifero e una lavatrice.
VASILICA Oh, finalmente la pensi come me!
ZAIRA Per i primi tempi, possiamo fare a meno del televisore.
VASILICA Ma certo!
ZAIRA La sera passeggiamo… o cerchiamo un fidanzato in una sala da ballo.
VASILICA Possiamo anche andare al cinema.
ZAIRA Tu che genere preferisci?
VASILICA A me piacciono i film romantici. E a te?
ZAIRA Horror. Mi piacciono i massacri, gli squartamenti, le eviscerazioni, gli zampilli di sangue e i morti viventi con la bava all’inseguimento di donnette fobiche e frigide.

VASILICA Tu non vuoi vivere in una casa.
ZAIRA Non mi ficco in una trappola.
VASILICA Nemmeno un tentativo?
ZAIRA Io non conosco te e tu non conosci me. Perché mi fai questi discorsi? Che cosa vuoi? Avevi un vino che è già finito. Vattene. Addio.
VASILICA E se avessi un’altra bottiglia?
ZAIRA Continueremmo a parlare da buone amiche.
VASILICA Purtroppo, non ne ho più.
ZAIRA Vedi? Blateri di abitare insieme… di diventare amiche… e non hai un’altra bottiglia di vino. Bugiarda, come tutti.
VASILICA Posso andare a comperarla.
ZAIRA Hai soldi?
VASILICA No.
ZAIRA Ipocrita, come tutti.
VASILICA E tu? Fingi cordialità per un sorso di vino.
ZAIRA Avrei dovuto mandarti via? Prima di bere? Non dire assurdità.
VASILICA Allora sei un’opportunista.
ZAIRA Sì, ma senza sentimentalismi.
VASILICA Detesto le persone opportuniste.
ZAIRA Finalmente cominci a ragionare. Ora puoi andartene con la coscienza a posto. Hai fatto del tuo meglio, ma io sono un’ingrata. Addio.
VASILICA Ho la convinzione che in te ci sia del buono.
ZAIRA Certo, il vino che ho bevuto.
VASILICA Per il momento, resto.
ZAIRA Impossibile. Vuoi scatenare un conflitto? Questa è la mia patria e tu sei un’abusiva.
VASILICA Anche qui?
ZAIRA Via, via!… Il mondo è grande.
VASILICA Dicevi che te ne saresti andata tu.
ZAIRA Misuri quello che dico? La lingua non va messa sulla bilancia. Qui c’è libertà di parola, bella mia. Vattene dalla mia casa.
VASILICA Ingrata.
ZAIRA Ho ricambiato il vino con la compagnia.
VASILICA Non mi hai detto una sola parola buona.
ZAIRA Parole buone? In cambio di un vino di pessima qualità?
VASILICA Oh, basta. Vuoi che me ne vada? Me ne vado. Sono troppo orgogliosa per sopportare le tue prepotenze.
ZAIRA Questa donna è un concentrato di nobili sentimenti.

ZAIRA Ancora qui?
VASILICA Mi sto preparando.

ZAIRA Che cosa fai? Ti pettini?
VASILICA Non vado per le strade se non sono in ordine.

ZAIRA Puoi usare la mia fontana, dato che sarà l’ultima volta.
VASILICA Sicura che l’acqua non sia avvelenata?

ZAIRA Lavi i panni? Non puoi lavare i panni. Come fai a portarli via bagnati?
VASILICA Ci mettono un attimo ad asciugare.

ZAIRA Ti proibisco di stenderli sul mio monumento.
VASILICA Li tengo sulle braccia.
ZAIRA Questa profuga mi innervosisce.
VASILICA Li strizzo con cura. Ora asciugano.

ZAIRA Ebbene? Sono asciutti?
VASILICA No, però le braccia mi dolgono.

ZAIRA Puoi sbatterli sul cespuglio.
VASILICA Ci sono le spine.

ZAIRA Questa rifugiata mi esaspera.
VASILICA Nella borsa ho una corda. Se tu tieni un’estremità e io l’altra, posso stenderli e farli asciugare più in fretta.
ZAIRA Degradata a stenditoio. Ecco la conseguenza di un attimo di smarrimento. Mai dare confidenza! Soprattutto a donne le cui grandi passioni sono pettinarsi, stendere i panni e sognare di accasarsi.

ZAIRA E ora? Sono asciutti?
VASILICA Quasi. Tieni la corda tesa, non voglio che si sporchino.

ZAIRA Tieni la corda tesa. Mi comanda a bacchetta. Tra un po’ vuole pettinare anche me. Ehi, lavandaia, mi dolgono le braccia!
VASILICA Posso legare la corda al monumento.
ZAIRA No!

ZAIRA Non bisogna perderla d’occhio, la governante. In un attimo trasforma il mio monumento in una statuina da salotto.

ZAIRA Dove vai, una volta via di qui?
VASILICA Una strada vale l’altra.

ZAIRA Questa fuggiasca è sciocca. Non sa nemmeno che c’è la regina di tutte le strade. Domani o il giorno dopo o comunque presto me ne vado anch’io. L’ho sempre saputo che un giorno me ne sarei andata. E una volta che ho imboccato la strada giusta…
VASILICA Non parlare fingendo che non ti senta.
ZAIRA Ho detto solo che sei una donna sciocca.
VASILICA Ho sentito.
ZAIRA Devi cercare la regina di tutte le strade. Non puoi vagare a caso, con il rischio di ritrovarti al punto di partenza.
VASILICA È il motivo per cui alloggi sotto i monumenti?
ZAIRA Bisogna sistemarsi dove le strade si incrociano.
VASILICA E te ne stai lì ad aspettare?
ZAIRA Io non aspetto niente e nessuno.
VASILICA Io penso che qualunque strada vada bene, purché ci si comporti come la regina della strada. Anzi, la regina di tutte le strade.
ZAIRA E saresti tu, la regina di tutte le strade?
VASILICA Cerco di esserlo.
ZAIRA Per questo ti pettini?
VASILICA Bisogna avere cura di sé, sia fuori sia dentro.
ZAIRA Ti pettini anche dentro?
VASILICA In un certo senso, sì.
ZAIRA Gli stracci sono asciutti. Toglili, prima che molli la corda.
VASILICA No, aspetta! Faccio in fretta.
ZAIRA La fretta è una qualità con cui non hai confidenza.
VASILICA So essere svelta, se voglio.
ZAIRA E come mai sei ancora qui?

VASILICA Non dimentico niente?
ZAIRA Le bottiglie vuote. Non lasciarmi la tua spazzatura.
VASILICA Allora vado.
ZAIRA Ci siamo già salutate. Ti sei pettinata. I panni sono asciutti. Va’ in pace.
VASILICA Ti ringrazio per la compagnia.
ZAIRA Mi piace fare del bene.
VASILICA Addio, Zaira.


ZAIRA Buttati a terra!
VASILICA A terra? Poi dovrò lavare anche questo vestito!
ZAIRA A terra! Ci sparano!
VASILICA Sparano? A noi? Chi?
ZAIRA Ci è andata bene. Ha colpito la borsa.
VASILICA La mia borsa!… La camicia è rovinata. Guarda che disastro. Devo rilavare tutto.
ZAIRA Ma tu parli solo di bucato?
VASILICA Potevano colpire me.
ZAIRA Se te ne andavi subito, invece di perdere tempo con le faccende domestiche…
VASILICA Forse hanno mirato proprio alla borsa, volevano solo spaventarci. Resta comunque un’azione da irresponsabili. Se sbagliavano mira…
ZAIRA Ha una mira pessima. Lui ne è consapevole ed è sempre più furibondo.
VASILICA Di chi stai parlando?
ZAIRA Sta’ giù! Spostiamoci dietro il cespuglio.
VASILICA Scappiamo, piuttosto!
ZAIRA Io non lascio la mia terra per un mitomane che vuole ammazzarmi.
VASILICA Di chi parli? Chi vuole ucciderti?
ZAIRA Vedi il condominio giallo con le tende bianche? Ci hanno sparato da una finestra. L’altro giorno mi ha spappolato un trancio di pizza che stavo riscaldando al sole. Appena ho qualcosa di buono, il bastardo me lo toglie. Forse si è appisolato, altrimenti la bottiglia di vino…
VASILICA E noi ce ne stiamo qui ad aspettare che aggiusti la mira?
ZAIRA Di solito spara un colpo solo.
VASILICA E adesso, la mia borsa?
ZAIRA Era solo una borsa.
VASILICA Era la mia borsa. L’unica.

ZAIRA È finita, puoi andare.
VASILICA Io non mi muovo.
ZAIRA Ti assicuro che non spara più.
VASILICA Io non mi muovo.

ZAIRA Guarda, mi sono alzata e sono ancora viva. Puoi andare.
VASILICA Forse sta aspettando me.

ZAIRA Che intenzioni hai? Di trascorrere la notte nel mio cespuglio?
VASILICA Mi sono graffiata. Che disastro. La pelle graffiata, il vestito stropicciato e sporco, la borsa distrutta…

ZAIRA Non puoi trascorrere la notte nel mio cespuglio.
VASILICA Con il buio, posso uscire allo scoperto. Abbi pazienza.
ZAIRA Pazienza! Proprio qui dovevi venire!

ZAIRA Ehi!… È buio! Puoi uscire!
VASILICA Aspetto che cali il traffico. I fari puntano qui e mi sembra di trovarmi sopra un palcoscenico.
ZAIRA Nel copione sta scritto che ti alzi e te ne vai.
VASILICA Ho l’impressione che tutti quanti guardino me.
ZAIRA Aspettano che ti alzi e che te ne vada.
VASILICA Mi tremano le gambe.
ZAIRA Un’uscita di scena barcollante. Molto drammatica.
VASILICA Come posso fidarmi di uno che spara da una finestra di condominio? Magari ha deciso che da oggi spara due colpi, invece di uno solo.
ZAIRA Avrebbe già sparato a me.
VASILICA Io potrei piacergli di più.

ZAIRA Allora non te ne vai?
VASILICA Quando è buio fondo… e non ci sono più i fari a rivelare la mia presenza… e l’assassino è crollato dal sonno.

ZAIRA È buio fondo. Non passano più automobili.
VASILICA E l’assassino? Come faccio a sapere se è crollato per il sonno?

ZAIRA In conclusione, non te ne vai.
VASILICA Però mi sono levata in piedi. Ho pensato che non può vedermi, con il buio.
ZAIRA A meno che non usi un mirino a raggi infrarossi.

ZAIRA Che cosa stai facendo?
VASILICA Mi sono accovacciata dietro il cespuglio.
ZAIRA Non ho mai conosciuto una donna più paurosa!
VASILICA La prudenza è una dote che viene disprezzata da chi ha poco buonsenso.
ZAIRA Ti prenderei a calci.
VASILICA Uno mi spara, tu mi prendi a calci. Bell’idea che ho avuto di venire qui!

ZAIRA Questa rotonda era perfetta. Un’isola di pace in un oceano di tempeste. Qualche cane, ogni tanto. Lo lascio pisciare e se ne va. Qualche impiccione, ma basta alzare la voce che se la dà a gambe. E lui, il cecchino. Mi odia? Perché non mi ha ancora ucciso? Si è forse innamorato di me? Perché, allora, mi spara? È lui il vero pazzo. E là fuori ce ne sono altri. Si chiama società, questa pazzia.

VASILICA Anche tu senti la musica?
ZAIRA Sono sorda.
VASILICA Forse è una festa. Vuoi andarci?
ZAIRA No.
VASILICA A me piacerebbe. Nella borsa ho un vestito rosso, proprio adatto. Il delinquente l’ha bucato, ma posso rammendarlo.
ZAIRA Non stare qui a blaterare. Vacci, no?
VASILICA Da sola?
ZAIRA Magari incontri quello che ha sparato. Magari vi piacete.
VASILICA Mi fai venire i brividi.

VASILICA Che cosa stai facendo?
ZAIRA Dormo.
VASILICA Allora ti saluto. Tra poco me ne vado.

VASILICA Il pazzo assassino ormai sta dormendo. Aspetto ancora un poco. Stai dormendo anche tu?

VASILICA Se è destino, ci incontriamo ancora. Chissà dove, chissà quando. Non ti è mai capitato di rivedere una persona dopo anni di separazione? A me no, però sono cose che capitano. Bello se fra dieci anni ti scorgo nella folla. Te lo immagini? Sei contenta di rivedermi? Magari stiamo insieme per qualche giorno. Non sotto un monumento. A casa mia o a casa tua. Sono sicura che fra dieci anni hai perso la brutta abitudine di dormire sotto i monumenti. Zaira?

VASILICA Anch’io dormo dove capita. Cioè, non dormo. Tengo a bada i ratti. Una volta ho trascorso la notte in una casa abbandonata insieme a cinque uomini. Ho pregato per sei ore. Mi è andata bene, quella volta. Altre volte no. Preferisco non parlarne, ho già un nodo in gola. Mi sta venendo un sonno… Chiudo gli occhi per un po’. Mi sento così stanca, ma così stanca…

VASILICA Zaira? Zaira, te ne sei andata? Oh, dio, mi sono addormentata! Io non mi decidevo ad andarmene e se n’è andata lei. Per sempre. Stupida stupida stupida che sono stata. Dovevo legarle la corda alla caviglia. Lo so, lo so… Non è mia. Ma il sentimento è questo, un legame. Perché mi sono addormentata? Perché sono tanto stupida?

VASILICA Zaira!… Sei qui! Ho temuto che te ne fossi andata. Mi ero addormentata…
ZAIRA Mi chiedo quando mai ti sveglierai.
VASILICA Ora sono sveglia.
ZAIRA Tu dormi e sogni e continui a sognare per tutta la vita. Ma non voglio che mi attacchi la malattia.
VASILICA Ho fatto incubi, non sogni.
ZAIRA Il cecchino da un colpo solo? Il massacratore di borse?
VASILICA Lui… i fari… i bruti che volevano… e il monumento… e le spine del cespuglio…
ZAIRA E che altro?
VASILICA Niente.
ZAIRA Tutto qui?
VASILICA Il niente. L’incubo peggiore. Immagina il niente. Non puoi. Il niente c’è solo negli incubi.
ZAIRA E dopo tutto questo niente… che intenzioni hai?
VASILICA Mi prendi alla sprovvista. Guarda che capelli. Il vestito spiegazzato. Non è un bel dormire quando ci si deve rifugiare nei rovi.
ZAIRA In questo sacchetto ci sono frutta, biscotti e cioccolato. Mangia tutto. Io non ho fame.
VASILICA Pago la mia parte.
ZAIRA Noi due non siamo una società per azioni. Non siamo nemmeno tutto il resto.
VASILICA Non voglio approfittare…
ZAIRA Gli affari sono floridi. Ti servono soldi? Tieni. Ne vuoi ancora? Sono solo soldi.
VASILICA Chi te li ha dati?
ZAIRA Un amico.
VASILICA Tu hai amici?
ZAIRA I migliori. Quelli che danno un valore preciso alle cose e non ti coinvolgono in frottole sul senso della vita.
VASILICA Strani amici, se ti lasciano la bocca tanto amara.
ZAIRA Vasilica, per carità, non metterti a sputare sentenze.
VASILICA Credi che non abbia capito da dove provengono i soldi? E comunque me ne sto andando. Ognuno è padrone delle proprie azioni. Tieniti i tuoi soldi, non voglio essere pagata per un panino e una bottiglia di vino.
ZAIRA Invece il mio cioccolato ti piace?
VASILICA Scusa. L’ho fatto senza pensarci, ma è tuo e lo rimetto al suo posto.
ZAIRA Tieniti pure i biscotti.
VASILICA Oh, i biscotti. Che sbadata. Ecco, li metto qui. Mangiali, sono buoni. Forse non sono stati guadagnati in un modo onesto, ma sono proprio buoni.
ZAIRA Prendine qualcuno.
VASLICA No, davvero, devo proprio andare.
ZAIRA Prendili per il viaggio.
VASILICA Sappi comunque che disapprovo.
ZAIRA Prendi anche il cioccolato. Mangia. Riempiti la bocca.
VASILICA Che cosa fai? Mi impedisci di gustarlo.
ZAIRA Riempiti la bocca.
VASILICA Non vuoi ascoltare le mie parole. Hai paura che ti feriscano.
ZAIRA Mangia e parti.

VASILICA Non voglio che tu ti venda.
ZAIRA Io non ti appartengo.
VASILICA Nessuno appartiene a un altro, ma tra le persone a volte si sviluppa una volontà comune.
ZAIRA Non faccio parte di quel genere di persone.
VASILICA Io penso di sì.
ZAIRA Non voglio illudermi come te. Ognuna per la propria strada.
VASILICA Sei tu che scegli il posto dove le strade si incrociano.
ZAIRA È incredibile la faccia tosta della tua invadenza. Ti rendi conto che ti ho ospitata? Che ti ho nutrita? E difesa? Tutto questo dando per scontato che tu sostassi per pochissimo tempo, come farebbe una persona civile, educata e di buon senso. Ma tu sei una fanatica, sei una sanguisuga, sei un’edera che soffoca la pianta.
VASILICA Non è giusto che mi tratti così!
ZAIRA Hai ragione. È inutile continuare. Non siamo fatte l’una per l’altra. Addio.
VASILICA Lavoro anche per te.
ZAIRA Che intendi dire?
VASILICA Sono d’accordo con il padrone di un bar. Mi assume. Mi paga bene. Ti do la metà dei guadagni e in cambio tu non vai più con gli uomini e mi tieni con te.
ZAIRA La metà? Potrebbe essere la metà di poco. Sai che trionfo. Io sono abituata bene. Colazione al mattino, quasi sempre un pasto durante il giorno, qualche volta prendo la metropolitana…
VASILICA Ti compro un vestito nuovo. Anche le scarpe, e una borsa.
ZAIRA Piena?
VASILICA Di tutto quello che vuoi.
ZAIRA A me il vino piace di qualità.
VASILICA Scelgo quello più costoso.
ZAIRA E vai a lavorare tutti i giorni?
VASILICA Tutti i giorni.
ZAIRA E tutti i giorni mi porti i soldi?
VASILICA Tutti i giorni.
ZAIRA Anche nei giorni festivi?
VASILICA Se è necessario…
ZAIRA Io mangio anche nei giorni festivi.
VASILICA Lavoro sempre.
ZAIRA La mattina di Natale puoi stare a casa, così ci scambiamo i regali.
VASILICA Ma per stare a casa… dobbiamo avere una casa. Anche una camera d’albergo va bene, all’inizio. Oppure un appartamento piccolo in una zona tranquilla. Ti rendi conto? Avere dei vicini, diventare persone rispettabili. Non ti entusiasma? A me sì. Allora, resto? Non vuoi più mandarmi via?
ZAIRA Zaira bella
balla per strada
per mal che vada
sei tu la stella.
VASILICA Trovo una camera da pochi soldi. Due letti, due armadi, due tavolini e due sedie.
ZAIRA Tendi la mano
guarda lontano
cerca la strada
per mal che vada.
VASILICA Ci trasformiamo in due signore e quando passeggiamo tutti si voltano a guardarci.
ZAIRA Per mal che vada
cerca la strada
quella regina
la peregrina.

ZAIRA Mi sono addormentata? Per quanto ho dormito? E Vasilica? Non la vedo. Oh, liberazione! Era una palla al piede. Un impiccio isterico. Libertà! Libertà! Ti desidero tanto che sei diventata la mia catena.

ZAIRA Vasilica!… Non te ne sei andata. Ma che cos’hai? Non dici niente?
VASILICA Non guardarmi.
ZAIRA Sangue? Sulle mani. Sul viso.
VASILICA Lasciami andare alla fontana.
ZAIRA Hai un occhio chiuso. Striature viola sul collo.
VASILICA Ti prego, taci.
ZAIRA Fammi continuare il calvario. Il vestito strappato. Un singhiozzo inchioda la lingua al palato. Non è meglio arrendersi al pianto?
VASILICA Non voglio disturbarti.
ZAIRA Piangi, Vasilica, piangi. Trattieni un’alluvione di dolore e se non le dai sfogo ci annego anch’io.
VASILICA Oh, Zaira…
ZAIRA Appoggiati a me. Sediamoci.
VASILICA Oh, Zaira…
ZAIRA Non trovi altre parole. Usa pure il mio nome. In un nome ci sono più parole che in un dizionario.
VASILICA Oh, Zaira…
ZAIRA Dimmi, Vasilica.
VASILICA Lavoravo. Eseguivo gli ordini. Non erano mai contenti. Mi trattavano con disprezzo.
ZAIRA Li conosco. Si chiamano bastardi.
VASILICA Mi hanno picchiata senza motivo.
ZAIRA E quando mai c’è bisogno di un motivo?
VASILICA Gridavano insulti e ridevano. Io imploravo…
ZAIRA Piano… piano… Versa il dolore goccia a goccia, con il riguardo per le cose preziose.
VASILICA Li imploravo e intanto contemplavo la loro ferocia.
ZAIRA Ho lavato via il sangue, ma quello versato dentro di te farà una crosta dura.
VASILICA Perché succede così?
ZAIRA Non devi formulare domande per cui esistono troppe risposte.

ZAIRA Alzati!… Svelta, muoviti, Vasilica, muoviti!
VASILICA Che cosa c’è, ancora?
ZAIRA Conosco il furgone che si è appena fermato. Via, dietro il cespuglio!
VASILICA Sparano! Sono quelli del bar! Vogliono uccidermi!
ZAIRA Qui, dietro il cespuglio.
VASILICA Ascolta, una sirena. La polizia. Siamo salve!
ZAIRA Sta’ giù. Non è cambiato niente.
VASILICA Lasciami andare. Voglio denunciare i delinquenti.
ZAIRA Dammi retta, non fare niente.
VASILICA Non capisci? È la polizia. Siamo salve.
ZAIRA Fidati, non aprire bocca.
VASILICA Aiuto!
ZAIRA Donna sciocca!
VASILICA Rimani qui, se hai paura. Io vado a esporre le mie ragioni.
ZAIRA Che modo stupido di credere ancora in qualcosa! Esigere giustizia! Le piace farsi male, forse è questa la spiegazione. Ha la vocazione della martire.

ZAIRA Ebbene?
VASILICA Mi hanno picchiata.
ZAIRA Non dirmelo come se dovessi indignarmi.
VASILICA Perché lo hanno fatto?
ZAIRA Dovevi chiederlo a loro.
VASILICA Non mi hanno lasciato il tempo di aprire bocca.
ZAIRA È la prima cosa a cui provvedono, sigillare le bocche.
VASILICA Erano poliziotti.
ZAIRA Intendi dire paladini della legge? Difensori degli innocenti? Vendicatori dei soprusi?
VASILICA Sparano ancora!
ZAIRA È l’idiota del condominio.
VASILICA Ha sparato il suo colpo. Fino a domani possiamo stare tranquille?
ZAIRA A volte lo prende un’esaltazione febbrile. Spara per ore e ore come un invasato, cantando inni. Allora tutto il condominio entra in agitazione. La gente canta, grida slogan, sbraita ordini e poi impreca e prega e maledice, tutto nello stesso tempo.
VASILICA Sai che cosa ti dico? Sono tutti matti.

PARTE SECONDA

Una rotatoria al centro di una piazza, con un albero.

VASILICA È solo un’altra rotatoria. Invece del monumento, c’è un albero. Sembra malato. Anche qui c’è odore. Ah, ecco. Un’altra montagna di spazzatura. Perché non riesco a convincerti che si può vivere in modi più dignitosi?
ZAIRA A me piace, abitare tra le metafore.
VASILICA Io non trovo lavoro, tu nemmeno lo cerchi, siamo senza un soldo e dormiamo sotto un albero depresso.
ZAIRA Abbiamo una promettente attività commerciale.
VASILICA Mi prendi in giro?
ZAIRA Donne di successo. Ricercate e fotografate. Ci implorano di concedere interviste. Ma rifiutiamo. Noi siamo snob.
VASILICA Tutto questo predicendo il futuro ai passanti?
ZAIRA Sì.
VASILICA Siamo qui da sei ore e ancora non si è fermato nessuno.
ZAIRA Perché non ti rilassi?
VASILICA Ho fame.
ZAIRA Povera Vasilica.
VASILICA Non voglio la tua pietà.
ZAIRA E che cosa vuoi?
VASILICA Del cibo. Un letto. La speranza.
ZAIRA Prima ancora della speranza, il cibo. Ecco dunque che cosa sei: fame. Non parlavi di incedere sulle strade come una regina?
VASILICA Non capisco quanto vi sia di filosofia e quanto di raggiro nelle tue fantasie irritanti.
ZAIRA Sei passata al linguaggio aulico. Forse la mia compagnia ti sta corrompendo.
VASILICA Smettila! Mi tormenti! Di che cosa vuoi vendicarti?
ZAIRA Io non ho vendette da fare. Quando qualcosa mi ferisce, ci metto una pietra sopra. Come si fa con ciò che è morto.
VASILICA Ti prego, facciamo qualcosa. Abbiamo bisogno di clienti.
ZAIRA Donna avida.
VASILICA Guarda. Una coppia giovane.
ZAIRA Vengono verso di noi. I tuoi strilli isterici hanno attirato la loro attenzione.
VASILICA Se vengono a chiederci qualcosa, qualunque cosa, ne approfitto per avviare una conversazione. Ho scelto questo posto perché non è isolato. C’è gente ovunque. La maggior parte è gente perbene. È così strano che ci passino accanto senza notarci. Sono tentata di allungare la mano e strattonarli per dire: fermatevi, per favore, anch’io ho cose da raccontare. Ma, se lo faccio, chiamano la polizia.
ZAIRA Ehi, voi due!… Dico a voi, che siete edera e tronco. Non siete curiosi di scoprire se l’attaccamento vi soffocherà o vi farà fiorire?
VASILICA Non hai scelto le parole adatte. Perché hai parlato di soffocamento? Si allontanano. Hai sbagliato tutto.
ZAIRA Stavo così bene! Sopra di me, un uomo morto con la sciabola e uno vivo con il fucile. E ora? Un albero in coma.
VASILICA Io l’avevo detto di cercare lavoro nei ristoranti. Ma tu no. Leggere le carte. Leggere la mano. Leggere le stelle. Nessuno ci dà un soldo per conoscere un futuro inventato da te!
ZAIRA Mi sfidi? Signora! La sorte le è benigna. Avrà una relazione peccaminosa con un uomo bello e ricco.
VASILICA Grazie, signora!
ZAIRA Signore! Il destino è dalla sua parte. Avrà una relazione peccaminosa con una donna bella e ricca.
VASILICA Grazie, signore!
ZAIRA E voi tutti! Baciati dalla fortuna! Incontrerete uomini e donne, a piacimento, di bellezza rara e ricchezza spropositata, e avrete relazioni peccaminose.
VASILICA Grazie, signore e signori. Grazie per la vostra generosità!
ZAIRA Ora, però, basta, Vasilica. Sono esausta.
VASILICA Hai detto la stessa cosa a tutti. Eppure ci hanno ricompensate.
ZAIRA Non hanno pagato per la predizione, ma per la nostra ammissione che loro hanno un futuro e noi no.
VASILICA Con tutti questi soldi lo avremo anche noi.
ZAIRA Non puoi comprarti un destino!
VASILICA Ma posso favorirne la realizzazione. Io non starò a guardare la vita che scorre via senza di me, come fai tu.
ZAIRA Ritiriamoci con discrezione dietro l'albero.
VASILICA Ci sparano ancora?
ZAIRA Si sta avvicinando un vigile dai modi poco urbani.
VASILICA Ci minaccerà per farci allontanare, come al solito. E poi se ne andrà per i fatti suoi.
ZAIRA Mostriamo indifferenza. Fingiamo di osservare i fiori.
VASILICA Quali fiori? Io non ne vedo.
ZAIRA Diamoci un tono. Facciamo le signore distinte.
VASILICA Vestite in questo modo?
ZAIRA Immaginiamo di essere due turiste.
VASILICA Sì, sorridiamo con aria stupita.
ZAIRA Senza esagerare. Altrimenti sembra che lo adeschi.
VASILICA I turisti salutano sempre i vigili e i poliziotti.
ZAIRA Ma non ammiccano come fai tu.
VASILICA Vedi? Si allontana.
ZAIRA Ha cambiato direzione in modo brusco. Come se volesse evitare qualcuno.
VASILICA Forse i ragazzi. Ci indicano e ridacchiano. Sorrido anche a loro?
ZAIRA Quali ragazzi?
VASILICA Sembrano simpatici.
ZAIRA Abbassa la mano, sciocca!
VASILICA Guarda che sono stanca di consigli e raccomandazioni. Non fare questo… non fare quello… Sembri una vecchia zia. Ho visto dei ragazzi cordiali e rivolgo loro un saluto. Ho fatto qualcosa di male? Siamo in pieno giorno, c’è gente ovunque, il vigile è nei dintorni… non mi sembra il caso di avere sempre paura!
ZAIRA Proviamo a ignorarli.
VASILICA Io non li ignoro.
ZAIRA Ecco, si consultano.
VASILICA Magari ci offrono il gelato.
ZAIRA Due si dispongono sui lati. Controllano eventuali intrusioni.
VASILICA Tu diffidi sempre di tutti. E invece al mondo c’è tanta brava gente.
ZAIRA Ora il branco si apre a ventaglio.
VASILICA Vengono proprio qui. Non ti fa piacere scambiare due chiacchiere?
ZAIRA Quelli sui lati si portano alle nostre spalle.
VASILICA Sono molto giovani. I giovani sono la speranza di un popolo.
ZAIRA Ecco, il cerchio si chiude. Siamo in trappola.
VASILICA Zaira, non mi piacciono le loro facce.
ZAIRA A questo punto, dovremmo gridare aiuto, ma servirebbe solo a mettere in fuga le persone perbene. Tanto vale starsene zitte.
VASILICA Zaira, ha un coltello!
ZAIRA Stammi vicina.
VASILICA Zaira, hanno cattive intenzioni. Senti… senti che cosa dicono?
ZAIRA Devono insultarci, prima di aggredirci.
VASILICA Non possono farlo! Là ci sono uomini che discutono, donne che fanno la spesa e bambini che giocano. Vedo ancora il vigile e passano automobili e qualcuno sicuramente chiama la polizia, perché è assurdo che ci aggrediscano in pieno giorno, mentre la gente passeggia!
ZAIRA Mettiamoci schiena contro schiena.
VASILICA Che cosa devo fare? Difendermi? Non ne sono capace.
ZAIRA Calci ai genitali e dita negli occhi.
VASILICA Non ne sono capace!
ZAIRA Vasilica! Ti picchiano, ti violentano, forse dopo ti uccidono!
VASILICA Aiuto!
ZAIRA Risparmia le energie. Preparati.
VASILICA Non ne sono capace.
ZAIRA Calci ai genitali, dita negli occhi e morsi ovunque. Senza pietà.
VASILICA Non ne sono capace.
ZAIRA Impara!
VASILICA Che cosa volete, ragazzi?
ZAIRA Che donna stupida. Li eccita.
VASILICA Non possiamo parlarne?
ZAIRA Pregustano l’assalto.
VASILICA Fermatevi!
ZAIRA Avanti, bastardi! Venite avanti!
VASILICA Zaira, taci!
ZAIRA Venite da me, bastardi! Tutti quanti da me!
VASILICA Zaira!
Il terremoto.
VASILICA Zaira, che cosa succede?
ZAIRA Il suolo vibra.
VASILICA Vibro anch’io. Mi sbriciolo di paura.
ZAIRA È un terremoto.
VASILICA Non dobbiamo scappare?
ZAIRA Senti che voce? È forte e burbera, adirata e profonda. Le vetrine scoppiano in frammenti taglienti, la gente fugge terrorizzata.
VASILICA E i nostri assalitori?
ZAIRA Tutti a terra. Strisciano come vermi.
VASILICA Ho paura, Zaira. Stiamo per morire? Dobbiamo pregare, Zaira!
ZAIRA Prega tu, che conosci le parole. Io uso un altro vocabolario.
VASILICA Zaira, mi manca il respiro. Mi scoppia il cuore.
ZAIRA Tutti corrono. Senza sapere dove. I palazzi crollano. Sono io a farli crollare. Tendo il braccio e comando: tutto giù per terra! Crash! Solo macerie. Le macerie del mondo seppelliscono le automobili e le persone. Una cupola di polvere sopra la città. I cani ululano. I gatti corrono in cerchio e si mordono la coda. Tutto giù per terra. Tutto giù per terra. Tutto giù per terra. Che senso di potenza! Come creare un altro mondo, buttando giù questo. Giro giro tondo casca il mondo casca la terra tutto giù per terra. Giù per terra, grattacielo. Giù per terra, uomo. Giù per terra, chiesa. Sprofonda, città. E ora? Questo silenzio? Già tutto finito? Già tutto morto? La polvere si deposita. È un cielo disintegrato quello che cala sullo scheletro della città. Un gemito. Un grido. Un richiamo. Un pianto. Mille gemiti, mille urla.

VASILICA Posso riaprire gli occhi?
ZAIRA Non ne vale la pena.
VASILICA Non sono ferita. Tu stai bene?
ZAIRA Sono viva.
VASILICA Siamo fortunate.

ZAIRA Perché si ride ai matrimoni e si piange ai funerali? Ciò che muore era già morto e ciò che nasce morirà. Un matrimonio può essere un’agonia e ai funerali i parenti si raccontano le imprese dei figli. Mettiamo ordine nelle cose della vita. Vasilica, riapri gli occhi, spia la nudità del mondo e non temere il peccato: l’oscenità non esiste. Ah, che aria attonita ha questa città! Tutti allibiti perché un dio è inciampato. Ascolta: là… e là… e là… ovunque squilla la tromba della verità.

VASILICA È crollato tutto meno il nostro albero.
ZAIRA Era già morto, come noi.
VASILICA I morti pesano più dei vivi.
ZAIRA Non sono morti. Sono sacchi di spazzatura.
VASILICA Mi riferivo ai cadaveri che sto ammucchiando.
ZAIRA Stai facendo una fatica inutile. I morti possiamo lasciarli dove si trovano.
VASILICA Li abbandoniamo ai cani?
ZAIRA Io la chiamo nettezza urbana.
VASILICA Non hai il senso del sacro. Senza la fede, la vita è un filo di ragnatela.
ZAIRA Pensavo che fosse una ragnatela intera abitata da un ragno vorace. Se si tratta solo di un filo, mi rassicuri.
VASILICA Smettila di imbrogliarmi con le parole.
ZAIRA E tu smettila di sprecare la pietà. È solo immondizia.
VASILICA La civiltà si manifesta anche nel culto dei morti.
ZAIRA Ho quasi finito le bende e i medicinali. Spoglia i cadaveri. Ricaverò pezze dai loro indumenti.
VASILICA È un oltraggio. Preferisco andare in cerca di stoffa.
ZAIRA Non devi allontanarti. Qualcuno ti può affibbiare la colpa di quanto è successo.
VASILICA Non ti sembra di esagerare?
ZAIRA Sei un capro espiatorio da manuale. È stata la strega! Uccidiamola!
VASILICA Come possono pensare che una donna sola…?
ZAIRA Infatti non pensano. Ammazzano e basta.
VASILICA Vedo il vigile. Lui saprà dirmi dove cercare.
ZAIRA Che donna sciocca.

ZAIRA Ebbene?
VASILICA Mi ha multata per intralcio alla circolazione.
ZAIRA Te lo meriti.
VASILICA Poveretto. Si è arrampicato sopra un cumulo di macerie e dirige un traffico immaginario. Si sbraccia con professionalità e soffia nel fischietto, che però non emette suoni.
ZAIRA Un uomo dai principi solidi. Continua a fare come ha sempre fatto.
VASILICA Ma non ci sono automobili, non ci sono passanti!
ZAIRA A questi dettagli non ha mai dato importanza.
VASILICA Ho aspettato il verbale. Mi sembrava crudele negargli la soddisfazione.
ZAIRA Anima generosa!
VASILICA Gli ho promesso di pagare la contravvenzione. Tu hai soldi?
ZAIRA Non ha senso che paghi una multa in un mondo distrutto.
VASILICA Gliel’ho promesso. Hai soldi?
ZAIRA Se frughi tra le macerie di una banca, ne trovi quanti ne vuoi.
VASILICA Io non rubo.
ZAIRA Guarda. Figurine di calciatori. Qui sotto ci sarà un bambino. Portale al vigile. Anche queste sono pezzi di carta. Se è matto, le crederà un tesoro.
VASILICA Mi chiedi di ingannarlo. E di togliere a un povero bambino…
ZAIRA Vasilica, ti spiace andare a fare la santa un poco più in là? Io ho da fare.
VASILICA Anch’io. Torno a seppellire i morti.
ZAIRA E io a disseppellire i vivi. Nemmeno loro sono riconoscenti, ma ho l’impressione di non sprecare il mio tempo.
VASILICA Che cosa fai? Non puoi spogliare un morto. Come posso metterlo insieme agli altri… così, in mutande?
ZAIRA Osserva il ragazzo che ho spogliato.
VASILICA Se lo faccio, mi viene da piangere. Se piango, non posso lavorare.
ZAIRA Faceva parte del branco che ci ha assalite.
VASILICA Ne sei sicura?
ZAIRA Guarda, gli tolgo la polvere dal viso.
VASILICA Sì, lo riconosco. Vedi che c’è una giustizia?
ZAIRA Ah, è questa la giustizia.
VASILICA E adesso che cosa fai?
ZAIRA Uso la camicia del morto per salvare la vita del vivo.
VASILICA Riconosco anche lui. Però non ha più l’espressione feroce.
ZAIRA Mi ha stretto la mano. Poco fa era intenzionato ad ammazzarmi e ora mi stringe la mano.
VASILICA Sembra così giovane! Ha sbagliato, ma forse si è lasciato trascinare dalle cattive compagnie.
ZAIRA Sì, Vasilica.

VASILICA Che cosa straordinaria. Eravamo la spazzatura del mondo e ora siamo qui a smaltire quest’altra spazzatura. Con rispetto parlando. Chi potrà più guardarci con disprezzo, ora che noi siamo vive e loro sono morti? Ora che medichiamo le loro ferite e seppelliamo i loro morti, chi potrà più mandarci via con prepotenza?
ZAIRA Non farti illusioni, Vasilica. Il mondo cambia faccia, non anima.
VASILICA Non ti sembra che la luce sia cambiata?
ZAIRA Eccessiva. Dà fastidio agli occhi.
VASILICA Forse anche sul sole c’è stato un terremoto. Forse un terremoto ha investito la galassia intera. Forse l’universo. Perché non potrebbe esistere un terremoto universale? In senso buono, voglio dire.
ZAIRA Una rivoluzione?
VASILICA Non proprio. La rivoluzione mi fa paura.
ZAIRA Una rivoluzione senza spargimento di sangue.
VASILICA Si potrebbe fare, no?
ZAIRA Sì, nei tuoi sogni.
VASILICA Insomma, che cosa vuoi? Non sei mai contenta. Hai rifiutato perfino di alloggiare in una pensione!

VASILICA Non dici più niente?

VASILICA Se parli, mi irrito perché non capisco quello che dici. Ma se stai zitta, mi sento triste. È come se il mondo diventasse muto, eppure non è così. Senti che frastuono. Gemiti e urla. Tutti vogliono farsi sentire, meno i morti. La cosa peggiore della morte è che viene tolto il respiro alle parole. Sarebbe più sopportabile, se i cimiteri fossero dei salotti.

ZAIRA Bastardo, mi riconosci? Sono quella che volevi ammazzare. Non agitarti. Voglio solo curarti le ferite. Ti stupisci? È vero, ultimamente succedono cose strane.
VASILICA Lo stai assistendo e lo chiami bastardo? Non ti capisco. Non hai a cuore la sorte di nessuno, eppure ti prodighi per gente che non conosci.
ZAIRA Devo starmene qui ad ascoltare i loro patetici gemiti? Se vogliono vivere, che vivano. Ci guadagno di più a lasciarli morire, lo so. Ma sono troppi. Il mondo è forte e nessuno lo sconfigge.
VASILICA Si può sempre migliorarlo.
ZAIRA Mia buona Vasilica…
VASILICA Non mi piace il tuo tono. Mi sento compatita.
ZAIRA Non essere sciocca. Sono contenta che tu sia qui.
VASILICA Tutto questo ti ha sconvolta. Altrimenti non diresti una cosa tanto carina.
ZAIRA Diamoci da fare, Vasilica. La luce si è attenuata. Non è un segno di pietà? Il bastardo è rinato, ma vivrà per compiere altri crimini. Là una donna cerca i familiari. Zoppica, si lamenta, piange disperata. Non merita pietà. Deve pensare ai vivi, non al proprio dolore.
VASILICA Mi dedico a quel mucchio di cadaveri.
ZAIRA Pensa ai vivi!
VASILICA Anche i morti sono vivi in un altro mondo.
ZAIRA Pensa ai vivi di questo mondo!
VASILICA Prima i morti. Non c’è oltraggio peggiore che lasciare un morto senza le cure dei vivi.
ZAIRA Fosse per me, ci verserei benzina e li arrostirei. Oppure ci farei crollare sopra gli ultimi muri rimasti. Oppure li butterei nelle voragini che si sono aperte nelle strade. Senti che coro! Abbiate pazienza, signori vivi. Ho solo due mani. Senti che implorazioni! Abbiate comprensione. Non sono che una straniera priva di intelletto e di abilità. Senti che piagnisteo! Il dolore è terribile? Beati voi che lo scoprite solo adesso. Senti che imprecazioni! Anche adesso vorreste scovare una colpa e un colpevole? Non fissatemi con un occhio lacrimoso e con l’altro furioso. Non c’è nessuno da linciare. Senti che maledizioni! Eh, no, signori vivi. Prima inventate un dio legiferante e giustamente vendicativo che protegga i vostri interessi… e poi ne bestemmiate il nome se qualcosa vi va storto? Siete ottimi ideatori di divinità, ma pessimi interpreti di creature.
Senti che silenzio!
Domani, quando la vita riprenderà il sopravvento, torneranno le parole e allora bisognerà vigilare affinché siano quelle giuste.
Per il momento, nutriamoci di questo silenzio.
Silenzio, signori, silenzio.
Guardate in alto, oltre il cielo. Vedete altri cieli? No. Solo un’immaginazione di strade che si perdono nel nulla. Costeggiano con indifferenza stelle e pianeti, portano il pellegrino sempre più lontano, verso un santuario che non sarà mai costruito. Che cosa volete che conti la vostra casa crollata? Guardate in alto. Che valore credete che abbia la vostra vita? Smettetela di guardarvi addosso.

VASILICA Ho voglia di piangere. Non so per quanto ancora posso seppellire morti. Non sopporto di vedere questa devastazione. Ho bisogno di conforto. Ecco, non dici più niente. Quando ti chiedo qualcosa, taci. Non è così che si comportano le amiche. Scusa. La colpa è mia. Ho i nervi a pezzi. Tu vedi cose per le quali io non ho occhi. Sento di volerti bene, ma mi fai anche paura. I miei pensieri sono semplici.

ZAIRA Ti fidi di me?
VASILICA Nonostante tutto, sì.
ZAIRA È solo una fantasia.
VASILICA La regina di tutte le strade?
ZAIRA E tu ne sarai la regina.
VASILICA Sarà difficile, continuando a fare le vagabonde straccione.
ZAIRA Ti cerco un vestito elegante.
VASILICA Ci vuole qualche gioiello.
ZAIRA E una pettinatura adeguata.
VASILICA Devo passare dall’estetista. Guarda che mani.
ZAIRA Sarai bellissima.
VASILICA Mi sento già meglio. Non sono forte come te. Un terremoto! Ho sempre avuto paura perfino del temporale. Un terremoto è troppo per una donna come me. E tutti questi morti. Ti dico la verità, ne ho la nausea. La morte non deve essere così sfacciata.

ZAIRA Vasilica! Sangue. Vasilica! Mia buona Vasilica! Non rispondi? Com’è possibile che l’attimo abbia tanto potere? Sei morta? In un solo attimo? Eri viva… e ora sei morta? In un attimo? Vasilica!
Dove sei, maledetto? Se tutti i palazzi sono crollati… dove ti sei acquattato, maledetto? Non rimane che il cielo, ma come hai potuto salire tanto in alto, tu, maledetto principe dei bastardi? Può il cielo ospitare la tana di una bestia? Rispondi, maledetto!
Questo silenzio… La voce di una cosa che sta al di sopra della vita e della morte. Noi l’ascoltiamo senza capire.
Che davvero ci sia un significato, da qualche parte, sotto queste macerie? Che davvero ci sia un’altra strada, alla fine della strada, e poi un’altra, un’altra, un’altra ancora? Che davvero l’eternità porti a un luogo?
Mia buona Vasilica…
Hai camminato a lungo, spesso inseguita dai bastardi. Non era piacevole ansimare tutta sola, sapendo che gridare aiuto non sarebbe servito a niente. Quando trovavi un rifugio, ti accorgevi che era una prigione. Sempre in fuga. Eri fragile e tutti ti volevano in frammenti. Chiunque si credeva in diritto di maltrattarti, sicuro dell’impunità e reso spavaldo dalla tua sensibilità. Ti preoccupavi solo di rimarginare le ferite, per dimenticare in fretta. Purtroppo, non sei mai stata abbastanza cattiva.

VASILICA Ci ho provato, ma poi mi veniva la nausea.
ZAIRA Dovevi metterci più impegno!
VASILICA Ti ripeto che ci ho provato. Una volta ho perfino odiato un uomo, ma più odiavo lui più odiavo me stessa. Ho dovuto smettere, stavo troppo male.
ZAIRA E così ti ha sparato.
VASILICA Non penso che ce l’avesse con me. Quello era il tuo cecchino personale. Mi ha colpita per sbaglio.
ZAIRA Ritenterà. La prossima volta fa centro.
VASILICA Se sei tanto sciocca da rimanere qui a fare da bersaglio.
ZAIRA Ci siamo spostate, sì o no? Dove stavo prima avevo un monumento dietro cui ripararmi. Mi hai portata qui dove c’è un alberello senza linfa. Non fermerebbe il piombino di una carabina.
VASILICA Io ho portato chi? Dove? Io volevo andare in una camera d’albergo!
ZAIRA Non ci sono alberghi.
VASILICA Non ci sono più nemmeno io.

ZAIRA Albero stupido. Tutto è crollato e tu, cocciuto, ritto su questa terra sterile. Uno stecco di tronco e uno scheletro di chioma. Che cosa pretendi di affermare, dritto contro il cielo? La tua individualità? Ti sei esaltato perché sei uscito indenne dal terremoto? Sei stupido, se pensi di significare qualcosa.
Mia buona Vasilica…
Ogni volta che penso a te mi si chiude la gola. Tu sei morta, ma io devo continuare a vivere.
Me ne vado. Non sto qui a fare da bersaglio al cielo assassino. Là vedo un brandello di strada. E là un altro. Devo scavalcare le macerie, i morti e anche i vivi.

VASILICA Zaira!
ZAIRA Che cosa c'è, ancora? Sei morta. Perché mi perseguiti?
VASILICA Devo raccontare a qualcuno il pericolo che ho corso!
ZAIRA Sei morta. Non corri più pericoli.
VASILICA Ho assistito a uno spettacolo orribile. I vivi depredavano i morti e poi si azzannavano e si sbranavano tra di loro. Qualcuno mi ha notata. Hanno fatto cerchio improvvisando una danza sfrenata. Uccidiamo la morta! Io li imploravo.
ZAIRA Non devi implorare! Devi lottare!
VASILICA Volevano…
ZAIRA Non piangere. No, no, non piangere.
VASILICA Volevano…
ZAIRA Non piangere, ti prego.
VASILICA E come faccio? Tu sai fermare le lacrime?
ZAIRA La prima che spunta prende tanti di quei calci che le altre si ritraggono spaventate.
VASILICA Va bene. Mi faccio forza.
ZAIRA Brava. Così si fa.
VASILICA Davvero vuoi andartene?
ZAIRA È la mia vocazione.
VASILICA In due possiamo aiutarci.
ZAIRA Considera che tu sei morta e non so quanto abbia da guadagnarne.
VASILICA Posso fare apparizioni e spaventare i nemici.
ZAIRA Mi piace. Cominci a mostrare carattere.
VASILICA Come dire che prima non ne avevo.
ZAIRA Forse da qualche parte c’è un mondo nuovo, forse tra quelle strade ce n’è una…
VASILICA … la regina di tutte le strade?
ZAIRA Con me viaggia una persona tanto discreta che non ha nemmeno più fiato per respirare, tanto fedele da avere un buco in fronte, tanto amica da rinunciare alla pace eterna per accompagnarmi in un viaggio di sana follia.
VASILICA La morte mi ha insegnato che la ragione ragionevole è figlia di questa follia. Da che parte andiamo?
ZAIRA Decidi tu la direzione.
VASILICA Una viva che si fa guidare da una morta?
ZAIRA Voglio correre il rischio.
VASILICA Io, ormai, appartengo a un altro mondo.
ZAIRA Mia buona Vasilica… Vivi e morti appartengono entrambi a questo mondo, ma nessuno se ne vuole rendere conto. I vivi camminano ignorando i morti e i morti evitano i vivi. La memoria si fa corta ed esile. I vivi non imparano dai morti e i morti non imparano dai vivi.
VASILICA Addio, albero.
ZAIRA Cresci, se puoi.
VASILICA La terra è concimata. Diventerà un gigante.
ZAIRA Zaira bella
balla per strada
per mal che vada
sei tu la stella.
Tendi la mano
guarda lontano
cerca la strada
per mal che vada.
Per mal che vada
cerca la strada
quella regina
la peregrina.