LA SIGNORA DELLE PULIZIE
di
Roberto Braida
(cantando e spolverando) O monastero e Santa Chiara, tengo o core scure scure…
(raccogliendo carte varie) Che schifo di gente che gira in questa stazione, mah. Mia madre lo diceva sempre. “Studia che sennò vai a finire di fare le pulizie alla stazione di Castro Pretorio!”. E infatti c’aveva ragione. Eccomi qua a Castro Pretorio a fare le pulizie. Che se disgraziatamente studiavo come mi aveva detto lei a quest’ora avevo fatto pure carriera e magari stavo a farle alla Stazione Tiburtina, magari dietro la scrivania con la paletta in mano… Mannaggia a me. E ormai è inutile piangere sul latte versato (si china), ma mica è latte questo, questo è stracchino, (urlando verso una quinta) limortaccivostra e di chi non ve ce manna, limejomortaccivostri e tutto er parentame che ve dà da magnà!
E mo’ come lo pulisco questo? Col viakal non va via, con mastro lindo manco ce provo, con chant’e clair poi me se incazza il barbone che dice che puzza… lo chant’e clair puzza… oddio, un po’ puzza de sto sapone de marsiglia, che poi io voglio sapere perché a Marsiglia usano sto sapone de merda quando qui c’avemo il sapone de TorTre Teste????
Oggi me sto a trascina’, sto a fa na fatica a portamme sta busta de monnezza che non te dico. E sì perché non è che si raccoglie solo carta e polvere, qui dentro si trova di tutto. Ieri ho trovato pure il mitra di un militare che s’era rotto li cojoni de sta a aspettà la metropolitana, ha mollato tutto e se ne andato alla legione straniera. Enciclopedie 18 volumi, carrozzine, mobili da giardino, frigoriferi, televisori, forni a microonde, qui è diventato un deposito giudiziario. E io raccatto, prendo e porto a casa, magari qualcosa mi serve e riciclo. Un po’ li do ai colleghi barboni, così se vogliono scaldarsi una pizzetta o farsi uno spaghetto sanno come fare, un po’ poi magari li lascio davanti ai secchioni, tanto lì rimangono per qualche mese che non li prende mai nessuno.
Io sono una donna tutta di un pezzo, arrivo la mattina alle 6.00 appena apre la stazione, sveglio il barbone, pulisco i 3, 4 cestini che ci stanno sparsi qua e là e poi mi imbosco tutto il giorno, fino a che non me ne vado alle 13.00.
Ahò, e mica so’ scema. Una volta che ho racimolato quei 3 o 4 elettrodomestici che mi servono e pulito quello che posso pulire ma in fondo, ma che devo fa…
(si accende una sigaretta) Beh, perché mi guardate? La sigaretta? Sì ma solo una… non è che ho il vizio. Che è? Non si può fumare? Voi non potete fumare, io sì. Tanto pulisco io, che mi frega, come sporco poi pulisco, è un circolo vizioso: sporco, pulisco, sporco, pulisco, tu rosichi che non puoi fumare e io pulisco.
Alla stazione Tiburtina ste cose non si possono fare, lì sei controllata. Lì c’è addirittura chi controlla se stai fumando. Qui controllo io. Il controllore sta sul treno, mica scende a controllare se il barbone sta fumando… perché quando qualcuno sente puzza di sigaretta io lo dico subito che è stato il barbone… mica so’ scema, io ho studiato poco ma mica sono cretina. Il barbone puzza, io mica lo pulisco a lui. Lui si pulisce da solo, spero…
E comunque con Roma in queste condizioni miserevoli voi non ci fate nemmeno più caso a come sta messa la stazione della metro, ormai vi manca il metro di giudizio, vi siete assuefatti all’indecenza, e quindi anche se per terra in stazione trovate montagne di rifiuti voi non ci fate più caso, perché fuori è peggio, fuori è una Cambogia. Io a mannerei a sora Virginia a raccoje la monnezza pe’ Roma, ansai le bestemmie!
Vabbé, basta, ora me devo imboscare per almeno un paio d’ore. Ahò, famo a capisse, se passa qualcuno che cerca la donna delle pulizie voi ditegli che è andata a buttare i sacchi della spazzatura che tanto io poi là fuori me riesco a confonde tra l’indifferenziato e l’umido.
Eh, se avessi studiato magari a quest’ora me potevo permette tra la plastica e il cartone…