TERZO MILLENNIO

 

 

 

 

atto unico

in due quadri

di Fabio Franceschelli

 

 

Personaggi:

un uomo vecchio e maiale

un giovane pescatore

una donna donna

 

******** 1° QUADRO ********

 

In scena una panchina al centro del palco; su di essa è seduto un uomo, ben vestito, classico; è intento alla lettura di un copione teatrale (Terzo Millennio) che tiene piegato tra le mani; è leggermente curvo; il copione copre al pubblico la vista del viso. Ha la faccia da maiale, ma ancora non la mostra.

Alla sua sinistra (destra per chi guarda), sulla stessa linea, vi è un secondo uomo; dista circa due metri dalla panchina; è in piedi con le gambe solide, ferme ma divaricate. E’ vestito da pescatore. Tra le mani regge una lunga canna da pesca la cui estremità fuoriesce dal palco; in luogo della lenza vi è una lunga molla che sorregge un pupazzetto di legno raffigurante un uomo volante; la molla velocemente manda su e giù il pupazzetto.

Alla destra della panchina, quasi speculare alla posizione del pescatore ma rispetto a lui più avanzato verso la ribalta, pende un manichino femminile impiccato; si muove impercettibilmente; possibilmente è nero.

Per 20 secondi la scena è così.

 

- P - Signore (rivolto verso la panchina) ehi signore, dico a lei

(L’uomo distoglie lo sguardo dalla lettura e volge la testa verso il pescatore. Mostra il muso di maiale.)

- P - secondo lei perché non abbocca?

- M - ha la museruola troppo stretta

- P - già, immaginavo. Ormai dovrei decidermi

(Pausa; il maiale guarda interessato il pescatore.)

- M - Lei da quanto tempo è qui?

- P - ma, non so, non ho ricordi precisi

- M - effettivamente neanche io. Potrei giurare che non ricordo altra immagine di me stesso che questa in cui leggo una rivista. Non che mi interessi particolarmente la mia figura; da giovane mi osservavo allo specchio. Che buffo, ho appena descritto un’altra immagine di me stesso; mi contraddico sempre. Mi dica, da quanto tempo è qui? O forse abbiamo già affrontato l’argomento? Mi interessa lei, mi interessa molto. E’ raro per me trovare figure umane interessanti, a parte naturalmente quelle descritte in questa vecchia rivista. Oh, non mi giudichi male, non si tratta di immagini indecenti, comunque non più indecenti della mia immagine quando mi specchio prima di coricarmi. Se ne è accorto? Se ne è accorto?

- P - di cosa?

- M - mi sono contraddetto di nuovo; da giovane mi osservavo allo specchio ed ora, la sera, mi osservo allo specchio. La soluzione potrebbe essere che anche adesso io sono giovane ma allora perché prima, descrivendomi giovane mi esprimevo al passato? Mi parli di lei, mi parli della sua vita. Lei mi interessa veramente. Mi dica: perché fa queste cose?

- P - Cosa vuole che le dica, mio padre faceva queste cose, mio nonno faceva queste cose, ed ho seri motivi per credere che anche il mio bisnonno facesse le stesse cose.

- M - magari era proprio lui il capostipite

- P - cosa intende dire?

- M - capisco il suo punto di vista. Lei è giovane ma sembra già aver raggiunto un livello di coscienza di 4° grado. Effettivamente la cultura ci sovrasta. Cosa sarei io senza gli insegnamenti di mio padre e cosa sarebbe stato lui senza gli insegnamenti di suo padre? Crediamo di essere ma in realtà siamo tutti già stati, ma non vorrei annoiarla con questi esercizi di ontoiatria, mi dica di lei piuttosto, mi parli di lei. Da quanto tempo lei è qui. Lei mi interessa, mi interessa molto.

- P - sa, effettivamente a me la carriera attira molto; oddio, non credo che ne sarei all’altezza, il mondo cambia. Quello che non so è se riuscirei a rimanere sempre me stesso, in ogni occasione. Restare coerenti, non piegarsi a compromessi, ecco: un uomo come questo, se esistesse, sarebbe meritevole di grande stima da parte mia. Certo, sarebbe sufficiente definirsi lassista in fatto di principi per restare coerente con se stesso pur scendendo a compromessi, anzi, si può dire che proprio il fatto di scendere a compromessi confermerebbe la fedeltà al proprio principio. Non ci avevo mai pensato prima. Chissà se avrò ancora il coraggio di fare il pescatore. Mi dica, ma come mai lei è così brutto?

(Nessuna risposta, leggera pausa)

- P - la museruola è stretta, la museruola è stretta; me lo diceva sempre anche mio padre.

- M - che strano, anche mio padre me lo diceva sempre

- P - la museruola è stretta?

- M - come può pensare che mio padre perdesse tempo a dire simili amenità?

- P - ma veramente

- M - amico mio vede, l’immagine che lei dà di se stesso è decisamente stereotipata; in questa società ormai tesa verso la spiritualizzazione dell’evento individuale vi è bisogno di maggior fragranza nell’esprimere la propria presenza; oserei dire che la percezione dell’individualità agisce ormai in un campo cromatico vanificato dalla presenza della assenza e, come lei certamente capirà, ciò determina una visione astratta della materialità - pur sempre soggettiva - delle cose

- P - ma come mai lei dice tante stronzate?

- M - oh, per carità, lei mi vuole vezzeggiare, purtroppo sono ormai quasi trecentoquindici lunazioni che ho abortito il coraggio di dire stronzate; in realtà io esprimo profonde verità, verità esternate al momento della loro genesi, verità che si verificano nell’atto stesso di esprimersi; in realtà io sono l’Altissimo, e sono anche un bel fico; conservo tuttavia una discreta dose di disincantata autoironia che mi consente di non prendere troppo sul serio la mia perfezione. Cosa altro potrei dire e soprattutto cosa altro potrebbe dire lei dopo quanto le ho detto?

- P - ho due alternative: uno, mi concentro empaticamente sul pupazzo volante fino a lasciarmi trasportare da lui; due, esclamo un oooooH di profonda devozione, abbandono la mia postazione e le succhio la coda con ardore violento. Scelgo la uno (inizia a muovere la testa su e giù seguendo il ritmo del pupazzo volante)

- M - peccato, sono anni che nessuno mi succhia più la coda. Amico mio, se lei pensa di interessare qualcuno con questo suo sincopato testicolare la avverto che al massimo determina pena; non che questo sia poca cosa al giorno d’oggi ma la dignità dove la mette?

- P - (smette) speravo che me lo dicesse

- M - lei che tipo è?

- P - mah

- M - non la vedo convinto; effettivamente ha un non so ché di indefinito, chissà, forse un topo?

- P - un topo?

- M - o forse un sicofante? Lodevole alternativa ma mi lascia indifferente; credo sia meglio parlare di me. Dunque io sono.

(lunga pausa)

- P - allora?

- M - allora cosa?

- P - allora cosa è?

- M - perché si comporta così stranamente?

- P - tipico comportamento da pescatore: aspetto che abbocchi

- M - e accade mai?

- P - mai rasenta l’infinito, io ho solo ricordi

- M - buona. Lei dimostra una profondità che non mostra. L’umanità è ormai corrotta ma personaggi del suo tipo fanno ben sperare per il futuro

- P - quindi posso sentirmi orgoglioso?

- M - per quel che vale; lei deve sapere che nella mia giovinezza, ormai lontana, la quotidianità sapeva offrirmi sprazzi di lucido piacere che io giocavo con stupore assente; non era verità, era l’essenza stessa della presenza, la sensualità materializzata. Crescendo ho imparato ad offrirmi al cervello congiungendo il sapore alla coscienza della mia ombra ed ho realizzato, per così dire, l’avvento della luce. Ma solo ora, solo ora che gli anni volgono al tramonto, solo ora sento che la verità è prossima ed esclusiva. Perché le sto dicendo questo?

- P - perché qualcosa deve pure dire

- M - appunto

- P - lei trova il mio pupazzo di legno divertente?

- M - trovo che il suo pupazzo si diverte

- P - e lui diverte me; siamo una bella coppia io e lui

- M - e allora perché pesca in questa isola?

- P - come può essere un isola?

- M - diavolo; non vedo alternative

- P - non è una questione di immaginazione; io ad esempio non uso il verme

- M - capisco perfettamente cosa vuole dire, non c’è bisogno di altra parola

- P - non è una questione di parola; io ad esempio non uso il verme

- M - lei mi ricorda un pescatore che al posto di esca e lenza usa una molla ed un pupazzo di legno. Devo averla già conosciuta

- P - eh, la vita è ripetizione

- M - molto banale! Vede, non è la vita ad essere ripetizione bensì è il tempo ad imitare la vita; il tempo, mio caro sbarbatello, non concede frammenti alla volontà né tanto meno speranze allo sguardo

- P - quindi se ho ben capito lei è un benemerito

- M - si, rida, rida pure ma stia attento, l’Evento potrebbe colpirla all’improvviso

- P - no so di cosa parla; il mio sogno è una buona vita, dove essere quel che si è. Si lo so che non si fa ma…

- M - ma niente, se non si fa perché lo fa? Crede forse che pacifici e comunitari cittadini debbano sopportare sulle loro spalle gli immensi danni che azioni come la sua determinano? Crede forse che una democrazia fondata sulla pluralità possa cedere all’unicità di uomini come lei? (urlata) Crede forse che la potenza della Redenzione tolleri ripensamenti di fronte all’agire di mandrie contrarie e sbuffanti? Perché mi trovo qui?

- P - davvero non lo sa? Che futuro può avere?

- M - le ho mai parlato della mia vita?

- P - la mia vita scorre lentamente nel naturale, è come un movimento di quiete che ti risucchia. Quando sarò vecchio leggerò il giornale seduto sulle panchine di splendidi parchi, tutti rigorosamente senza fiumi, laghetti e pesci; il giardino delle delizie

- M - non ho più alcuna idea

- P - provi a lanciare la mente

- M - non è facile alla mia età

- P - alla sua età nulla riesce facile, a parte morire

- M - finché non mi accade la considero solo una eventualità; piuttosto lei, perché?

- P - mah, credo sia difficile ipotizzare una qualsiasi motivazione e questo in quanto non sempre accade

- M - mi trova concorde; anche io rammento spesso il tempo che fu. Marciavamo uniti nel sole della sera certi che la fratellanza dei nostri cuori avrebbe sospinto il canto ardente. Morivamo, lottavamo ma credevamo, credevamo ciecamente che a nulla sarebbe valsa una vita intera se sprofondata nell’oblio dell’incoscienza, che a nulla sarebbe servito l’esempio di colui che ci amò se non l’avessimo ripagato dedicando ogni istante all’istante supremo

(pausa, i due si guardano)

- P - non credo di aver compreso molto. Me la ripete?

- M - mi trova concorde; anche io rammento spesso il tempo che fu. Marciavamo uniti nel sole della sera certi che la fratellanza dei nostri cuori avrebbe sospinto il canto ardente. Morivamo, lottavamo ma credevamo, credevamo ciecamente che a nulla sarebbe valsa una vita intera se sprofondata nell’oblio dell’incoscienza, che a nulla sarebbe servito l’esempio di colui che ci amò se non l’avessimo ripagato dedicando ogni istante all’istante supremo

- P - ora provi a invertire qualcosa

- M - mi trova concorde. Morivamo, lottavamo ma credevamo, credevamo ciecamente che a nulla sarebbe valsa una vita intera se sprofondata nell’oblio dell’incoscienza, che a nulla sarebbe servito l’esempio di colui che ci amò se non l’avessimo ripagato dedicando ogni istante all’istante supremo. Anche io rammento spesso il tempo che fu. Marciavamo uniti nel sole della sera certi che la fratellanza dei nostri cuori avrebbe sospinto il canto ardente.

- P - osi di più

- M - mi trova concorde ma credevamo, credevamo ciecamente che a nulla sarebbe valsa una vita intera se l’esempio di colui che ci amò certi che la fratellanza dei nostri cuori avrebbe sospinto il canto ardente anche io rammento spesso. Marciavamo uniti il tempo che fu. Morivamo, lottavamo se non l’avessimo ripagato dedicando ogni istante all’istante supremo che a nulla sarebbe servito sprofondata nell’oblio dell’incoscienza. (pausa) Il sole della sera

- P - chissà cosa sarebbe ora della mia vita se non avessi conosciuto lei? Forse il motivo della mia esistenza è quello di farle da spalla ma che ci posso fare. Lei cosa ne pensa, perché c’è chi nasce Amleto e chi nasce Maiale?

- M - non capisco dove vuole arrivare

- P - per carità nulla di personale, è solo la mente che va; noi pescatori fantastichiamo sempre, deve essere l’acqua di questo fiume, che scorre, scorre e non ti disturba mai. Vede, è un brillare d’argento

- M - non vedo nulla di interessante anzi, non vedo nulla; eppure sa una cosa, mi sento osservato. Veramente. Occhi che mi osservano

- P - non ci faccia caso, sono solo dei perditempo

- M - dunque non siamo i soli due perditempo in questa terra

- P - un uomo della sua posizione dovrebbe avere ben più certezze. Ho sperato molto sa, di vedere in lei il padre che non ho mai conosciuto, ho pregato iddio affinché fosse lei colui che mi desse le giuste coordinate, ho pensato anche che di lei mi sarei potuto innamorare ma mi sbagliavo. (pausa, i due si guardano) Signore, cosa ne pensa di Jeremy Vankouter?

- M - lo trovo troppo...

- P - ermeneutico?

- M - è esattamente quello che pensavo

- P - è esattamente quello che credevo. E cosa ne pensa invece di quello strano personaggio posto alla sua destra (guarda verso il manichino)

- M - quale? (si gira verso il manichino) Oooh incredibile, non avrei mai pensato che esistesse qualcosa ancora in grado di stupirmi

- P - e allora, cosa ne pensa?

- M - un attimo, mi lasci riflettere... ecco, ci sono, è un tipo strano

- P - un tipo strano, è incredibile. Non ne avevo mai visto uno

- M - lei è giovane ma ai miei tempi ce ne erano ancora parecchi

- P - ma mi avevano assicurato che erano scomparsi

- M - le hanno mentito mi dispiace; in realtà non sono mai del tutto spariti; è chiaramente un complotto

- P - io ho paura, non sarà il caso di avvisare un regolatore?

- M - per il momento non mi pare il caso, sembra tranquillo. Ignoriamolo

- P - non vorrei apparirle un emotivo ma ho sempre ascoltato tante leggende sui tipi strani ed ora, trovarmene uno di fronte...

- M - non le sta di fronte, bensì alla destra; mio cugino era un tipo strano

- P - è stato eliminato?

- M - naturalmente

- P - lei ama il teatro?

- M - per carità, ho sempre preferito il culo di mia nipote

- P - come battuta mi sembra un po’ volgare, oltre che contraddittoria rispetto alle scelte scenografiche; più passa il tempo e più la sua vera natura prende il sopravvento

- M - le ho mai detto che noi due ci siamo già conosciuti 45 anni fa?

- P - impossibile, non ero ancora nato

- M - insisto, improvvisamente il ricordo di quell’incontro mi è balenato davanti agli occhi; oltre tutto le suggerirei di non escludere a priori e per motivi futilmente scientisti l’innesto nell’intreccio di questa affascinane possibilità

- P - non c’è alcun intreccio; anche se fosse, sempre io e lei saremmo

- M - si, ma dovremmo considerare come possibile l’inconsistenza del tempo.

- P - ultimamente sento che la mia vita è ad una svolta cruciale; posso fare e non fare, capito? Tutto è nelle mie mani. Eppure dovrei riflettere sulla mia vera essenza ma ho grandi dubbi; si è o ci si costruisce? Perché io e non altri? Perché il mio breton non è qui con me a pescare?

- M - lei mi interessa, mi interessa molto. Da quanto tempo lei è qui? Mi parli di lei, mi parli della sua vita. Ci crederebbe se le dicessi che sono un tipo molto religioso?

- P - ho notato degli elementi di misticismo in lei. Spero di non darle una delusione ma non ho mai praticato l’esicasmo

- M - ciò non mi stupisce; l’umanità ha poca memoria ed ormai nessuna speranza. Siamo in pochi a lottare affinché la saldezza morale non ci abbandoni totalmente; siamo in pochi a credere nella trascendenza dell’epoché, noi soli lottiamo l’anticristo. (improvvisamente si alza e si rivolge ad alta voce al manichino) Lei stia attento, il suo comportamento è scandaloso e non mancherò di denunciarla all’autorità passata; sono una persona tollerante ma l’indecenza del suo fare travalica ogni limite. Si vergogni. Si vergogni. (si siede) Cosa ne dice? (al pescatore)

- P - non è certamente un colpo di scena ma movimenta il ritmo. Inoltre credo che il suo rivolgersi per la prima volte ad altri all’infuori della Nostra Maestà provochi un discreto vuoto logico. Peccato che ancora non abbocchi. Secondo lei perché ancora non abbocca? A già, ha la museruola troppo stretta, dimenticavo. Nel mio lavoro non sempre si vince; quel che conta è la posizione, ben ferma, gambe solide ma divaricate; le mani forti e soprattutto crederci, crederci intensamente. Dunque lei ha una nipote?

- M - sono fondamentalmente un anarchico ma all’azione ferma dello stato non si può rinunciare e nemmeno ad una figura di riferimento presidenzialista e presenzialista; non c’è conflitto di interessi in me, tutti i miei interessi sono ben convergenti eppure a volte ho dei rimpianti. Cosa potrebbe rappresentare quel pupazzetto di legno che va su e giù?

- P - un fallo?

- M - un sogno.

- P - un dio?

- M - un insetto.

- P - un mistico?

- M - un ingegnere

- P - un arché?

- M - un arché certamente! Un arché inconscio. La visualizzazione stessa dell’Evento. Ci siamo, ci siamo. Armaghedòn, a noi (si alza in piedi), a noi, a noi

- P - iiiiiiiiiiiiiii, iiiiiiiiiiiiiiiiiiii, iiiiìììììiiiiiiiiiiiiiii, iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII (quest’ultimo è urlato)

- M - ma questo è pazzesco

- P - davvero? Ed io che credevo di essere particolarmente profondo

- M - secondo me lei dimostra delle evidenti carenze di personalità; non sia così dimesso, non si presenti con quell’aria da cucciolo disperso, abbandoni ogni timore reverenziale, si getti anche lei nel mare della globalizzazione competitiva. Per caso è gay?

- P - non ho una sessualità ben definita; il mio sogno è scrivere ma non sempre riesco ad avere una erezione; d’altronde cosa ci farei? Verso di lei invece provo attrazione, forse potrebbe darmi un orgasmo orale. Ne è in grado?

- M - lei è troppo diretto, ma al sesso non bisogna mai rinunciare: una sana società si basa su sane scopate; non scopate mollicce, indecise, ma scopate salde, lucide, scopate taglienti come un rasoio, scopate turgide e vibranti, scopate che sprizzano getti di spermatozoi ringhiosi ed urlanti, scopate impastate di orgasmi crollanti, Pigghyiiiiii (urlato). A che ora passa il treno per Foxroch?

- P - sua nipote deve essere una gran bella ragazza; 16 anni circa, mora, capelli a caschetto, tettine dritte e una dolce boccuccia rossa

- M - per caso lei è interessato ad imparentarsi con me?

- P - per lei sarebbe un onore; sono l’orgoglio di mia madre, anche i miei colleghi mi invidiano. Sono calmo ma fermo, mattacchione ma responsabile, caparbio ma tollerante, anche il cazzo non è male. Da grande farò …

- M - preferisce l’equitazione o il lancio del peso?

- P - il lancio del peso

- M - preferisce Torelli o Valentardi?

- P - Valentardi

- M - preferisce Amleto od Edipo?

- P - li odio entrambi

- M - cosa vede in quel manichino?

- P - il tulipano nero

- M - ed in cielo?

- P - il cielo

- M - ed in terra?

- P - la terra

- M - venga qua

- P - non posso

- M - perché?

- P - perché perderei la mia posizione

- M - esatto! esatto! (si alza in piedi) Lei è l’uomo giusto; lei può ridarci la speranza del ritorno dell’Era; lei condurrà le nostre truppe al trionfo; lei qui, lei la, trallallero trallallà

- P - ma, in questo modo si è messo in ridicolo

- M - Siiiiii, ma accenderò discussioni

- P - ma non accenderà desideri, e questo è ben più importante

- M - non tollero essere ripreso da lei, signore mio. La mia posizione non mi consente una sottomissione nei suoi confronti né tantomeno la sua posizione le permette alzate di cresta del genere

- P - e allora cosa dovrei fare?

- M - subire, subire e basta

- P - non mi sembra giusto

- M - non deve sembrarle giusto. Nella vita si è o non si è, e chiunque si mette in testa di essere quello che non è rischia di alterare i delicati equilibri che governano la società umana

- P - allora sono destinato a rimanere solo me stesso

- M - certamente, solo a pochi è concesso quello che è concesso a pochi. Solo pochi possono permettersi di essere qualcosa di più della merda che sono. Solo pochi sono pochi, ma nessuno è me. Solo io sono io! Allora, come sono andato?

- P - come attore devo ammettere che è un discreto dilettante ma come personaggio, be’ mi ha dato dei brividi. Lei è veramente un duro

- M - per caso è gay?

- P - no, però adoro gli zampetti di maiale

- M - non capisco cosa significa. Dove vuole andare a parare?

- P - non ci faccia caso, lei è troppo irascibile, dovrebbe calmarsi un poco anzi, dovremmo calmarci un poco tutti e due. Facciamo un po’ di silenzio, calmi calmi

- M - mi sembra una buona idea. Chi inizia

- P - lei. E’ lei il capo

- M - va bene. Silenzio silenzio silenzio

- P - silenzio silenzio silenzio

- M - silenzio silenzio silenzio

- P - silenzio silenzio silenzio

- M - silenzio silenzio silenzio

- P - silenzio silenzio silenzio

- M - silenzio silenzio silenzio

- P - silenzio silenzio silenzio

- M - silenzio silenzio silenzio

- P - silenzio silenzio silenzio (sottovoce) mi posso permettere di dire che palle

- M - silenzio silenzio silenzio (sottovoce) per me va bene, tiri fuori lei un argomento

- P - silenzio silenzio silenzio (sottovoce) interessante?

- M - silenzio silenzio silenzio (sottovoce) quello che le pare basta che si sbriga

- P - insomma, lei è fascista o no?

- M - che domande? Sono per uno stato di diritto. Il mio movimento è rivolto a tutti: cattolici, ortodossi, naziskins, negri, ebrei, sindacalisti, liberisti, liberali, nazionalisti, fascisti, monarchici, filosofi, ricchi, verdi, di centro destra, di destra, di estrema destra

- P - allora non è per me

- M - lei è comunista?

- P - no, sono protestante

- M - e allora? Si può sempre ravvedere

- P - da cosa?

- M - da quanto tempo è qua?

- P - so solamente che da quando io ero io lei già c’era

- M - non è un buon indizio, anche io da quando io ero io lei già c’era

- P - trovi un modo per uscirne

- M - (si alza di scatto e urla vero il manichino) lei non si permetta, sono un uomo razionale ma sono fatto di carne - e che carne - la mia pazienza sta superando ogni limite. Non posso tollerare che la vita di pacifici cittadini sia messa in discussione da personaggi del suo scarico. Le rammento, caso mai già non lo sappia, che sono cavaliere dell’ordine del sacro spiedo ed ho la medaglia d’oro al valore secolare per le eroiche ferite d’arma da taglio riportate nella guerra dell’eccetera eccetera eccetera (si siede)

- P - ma insomma, lei non riesce a terminare seriamente nessun discorso

- M - che cosa vuole, sono fatto così, sembro un burbero ma in fondo sono per il popolo

- P - lei è veramente troppo bono

- M - cosa fa? Parla in dialetto ora?

- P - mi scusi mi è scappato. Bella giornata oggi vero?

- M - se le rispondessi "oggi è come era ieri e come sarà domani" le sembrerei esistenzialista?

- P - semmai sindacalista

- M - è una buona battuta, ma sarà altrettanto efficace?

- P - (ad alta voce) e perché no? Non c’è dunque rispetto per la mia efficacia?

- M - avrei tanto voglia di una donna

- P - ha ragione, anche a me andrebbe di scopare

- M - ma no, non ne parlavo in quel senso. Ho bisogno del femminile che colmi i miei vuoti. Ho bisogno del contatto di una donna, della sua voce

- P - sono sempre il solito cafone, non riesco a controllare mai la mia vera natura. Lei invece è una persona squisita

- M - me lo dicono in molti. Senta, non si deve demoralizzare, le devo confessare una cosa che non ho mai detto a nessuno

- P - dica

- M - a volte mi sento un maiale

- P - davvero?

- M - un maiale, uno squallido lurido maiale borghese pieno di rotoli di grasso, sempre pauroso che qualcuno lo scanni

- P - un borghese avido

- M - di più

- P - un borghese porco

- M - di più

- P - un borghese che vive nella merda tanto da essere merda lui stesso

- M - di più

- P - e ma insomma, vuole essere sempre il primo lei

- M - non è colpa mia se sono il migliore

- P - bene

(lunga pausa)

- M - che cosa è questa pausa?

- P - mi faccia una domanda più moderna

- M - chi ha inventato l’effetto minigonna?

- P - ma…ecco…

- M - ha dimenticato la battuta, ha dimenticato la battuta. Così non va, stiamo perdendo ritmo, la discussione sta scemando; recuperi, recuperi; faccia qualcosa, racconti una storia allegorica

- P - così, su due piedi?

- M - certo, si sbrighi che stiamo diventando noiosi. Odo sbadigli. Racconti la storia di John e Mary

- P - ma non la conosco

- M - appunto, è una occasione per impararla

- P - giusto. Dunque, John e Mary erano molto felici; avevano molti bambini; erano molto ricchi; lui era top manager, lei era top model; erano molto giovani, erano al massimo del successo; avevano molte belle case. Un giorno Mary disse a John: caro John, io e te siamo molto felici, abbiamo molti bambini, siamo molto ricchi, tu sei un top manager, io sono una top model, siamo molto giovani, siamo al massimo del successo, abbiamo molte belle case e i nostri competitors li abbiamo tutti stracciati. Siamo al massimo, da ora in poi possiamo solamente peggiorare: saremo sempre più vecchi, avremo sempre meno successo, i nostri bambini diverranno grandi, finiremo tutti i nostri soldi ed i nostri competitors ci supereranno. Saremo sempre più infelici! Dunque c’è bisogno di un cambiamento: dobbiamo rigenerare tutto. Ucciditi, uccidi te stesso ed i nostri bambini; la nostra vita ripartirà da zero e torneremo a salire e ad essere felici. John non disse nulla, entrò nella stanza dei bambini e li decapitò a colpi di machete; poi tornò da Mary e si tagliò la gola all’altezza della giugulare. Un anno dopo Mary si sposò con il cugino Robert di Miami, e mise subito al mondo una splendida bambina. Ho finito.

- M - è una storia delicatissima. Veramente, è una storia toccante. Lei ha risollevato tutte le nostre speranze. Questa figura di donna eroica, questa madre coraggio che distrugge la sua esistenza per salvare quella dei suoi cari. Siamo di fronte ad una redentrice dell’umanità

- P - non so perché ma a me colpisce molto anche il cugino Robert

- M - anche lui si, anche lui (quasi urlato). Quando inizia il terzo millennio?

- P - quando finirà tutto?

- M - quando tornerò giovane?

- P - quando abboccherà?

- M - quando verrà l’Evento?

- P - quando avrò una vita normale?

- M - quando sarò felice?

- P - quando saremo felici?

- M - vuole forse farmi sentire un egoista?

- P - assolutamente no. Non dubito minimamente della sua immensa bontà, del suo altruismo, della sua santità. Di lei non butterei via niente.

- M - ricordo in lontananza una immensa zattera d’oro. Antichi indios la occupavano muovendola con lunghe pertiche, quasi andanti; cantavano magici suoni alla luna dipingendone il chiarore di nebbia umana, ma non ridevano, non ridevano mai

- P - e con questo?

- M - e con questo cosa?

- P - e con questo cosa vuole dire?

- M - ma, come, non ha capito? Possibile sia così tardo?

- P - purtroppo non ho potuto studiare a fondo; nella mia vita sa, ho solo pescato

- M - ma anche pescando si può scoprire l’essenza. Antiche gnosi sostengono

- P - cosa?

- M - cosa cosa?

- P - cosa sostengono antiche gnosi?

- M - ma, come, non ha capito? Possibile sia così tardo?

- P - purtroppo non ho potuto studiare a fondo; nella mia vita sa, ho solo pescato

- M - secondo me lei è eccessivamente ripetitivo; se desidera successo con le donne deve imparare ad essere più interessante, vario, ricco. Elimini quella espressione da idiota dal suo viso.

- P - non mi va, risulterei snaturato. E poi io non sono noioso, so fare un mucchio di cose

- M - tipo?

- P - tipo questa: (inizia a saltellare emettendo ad ogni salto un raglio d’asino, "iò, iò, iò, iò", questo per quattro volte)

- M - che altro?

- P - il pescatore stanco (abbassa immediatamente spalle e testa mimando una grande stanchezza)

- M - (a se stesso) effettivamente non c’é male, forse l’ho sottovalutato. Amico mio, lei potrebbe essere il mio erede. Ricalcare pedestremente la mia opera non credo sia nelle sue possibilità ma lei saprebbe dare un tocco di salutare cambiamento strategico alla nostra missione. Vuole essere il mio delfino?

- P - non so nuotare

- M - non è importante nuotare. Importante è credere. La patria deve essere servita ciecamente e la famiglia deve essere amata; Dio poi non ne parliamo

- P - quindi lei crede in me?

- M - sono stato spesso in Occitania se proprio le interessa, e non mi sono mai voltato indietro seguendo un rimpianto

- P - e stupendo sapere che qualcuno crede in te; sapere che tu esisti per qualcuno che ti stima, ti considera, ti ama; che ti aspetta a casa la sera solo per vederti e parlarti, non altro, solo questo gli basta. Io, non so, forse è troppo grande per me

- M - la Vostra umiltà risplende la Vostra Maestà (si inchina)

- P - sono confuso, sono molto confuso. (da inizio ad una crisi isterica; salta urlando "iiiiiiiiiiiii, iiiiiiiiiiii, iiiiiiiiiiii", continua ad urlare anche sopra la battuta del maiale)

- M - (si alza di scatto ed urla verso il manichino) si rende conto? Si rende conto di cosa ha combinato? Si rende conto che la sua infame presenza sprigiona la malvagità dell’essere, che l’azione diabolica di lei e di tipi come lei conduce alla decadenza assoluta della divina umanità? Ma non finirà così, non vincerete voi, non vincerete mai, il futuro è nostro. L’Evento vi fulminerà! (inizia ad urlare "aaaaaaaaaaaaa" per sei volte di seguito; dopo il sesto "aaaaaaaaaaaa" i due si placano contemporaneamente e riassumono le loro abituali posizioni)

- P - e quand’è che sua nipote la viene a trovare?

- M - è interessante quello che diceva a proposito del suo breton. Come mai non è qui?

- P - non è mai venuto qui

- M - non l’ha mai veduto?

- P - mai

- M - e allora come sa di averlo?

- P - lo so e basta. E’ un bravo cane, abbaia

- M - ma non batte a macchina. Avrà certamente capito che l’umanità è corrotta?

- P - mah

- M - avrà sicuramente compreso che il male sta travolgendo il bene?

- P - mah

- M - avrà chiaramente inteso i termini dello scontro ormai in atto? Noi, liberi ed industriosi cittadini, maestosi cavalieri del lavoro, benemeriti soldati unti dalla missione attaccati, offesi vilipesi accusati, costretti a chinare la testa con tremore di fronte ad inutili parassiti togati invidiosi iracondi bugiardi, cattivi, stronzi.

- P - è chiaramente un complotto

- M - un complotto. Un complotto complottato da chi complotta alle mie spalle. (si gira di spalle) Chi complotta alle mie spalle? (pausa) Vede, non c’è nessuno, non c’è mai nessuno; ogni volta mi giro con la speranza di trovare uno sguardo ed ogni volta trovo il vuoto, l’eterno vuoto. Quanto è amara una vita trascorsa in solitudine

- P - ma lei non è solo, ci sono io a volerle bene

- M - cosa vuole che mi freghi di lei, lei è solo un cretino; ci vuole ben altro per me, ci vuole una novità sostanziale

- P - (a se stesso) dovrei prendermela? (al maiale) Come trovare una novità sostanziale in quest’isola deserta?

- M - ha ancora fiducia in me?

- P - devo

- M - allora si concentri, si concentri e desideri fermamente. Volere è potere

(il pescatore si concentra, chiude gli occhi e china la testa; contemporaneamente anche il maiale chiude gli occhi e si rannicchia in sé; le luci si abbassano leggermente; si alzano quelle della sala. Parte della musica. Per cinque minuti i due restano immobili nelle loro posizioni con la musica in sottofondo e giochi di luce. Dopo i cinque minuti la musica finisce, le luci tornano all’originale, i due tornano in sé e la scena riprende)

 

******** 2° QUADRO ********

 

(Tutto è ancora come prima; il maiale osserva interessato il pescatore)

- M - Ancora qui lei? Ero sicuro di essermene andato

- P - non sempre la sicurezza è figlia della lungimiranza

- M - come si sente?

- P - raggiante

- M - mi faccia sentire la voce

- P - lalalalalalalalallà

- M - splendido, ed ora il movimento

- P - (saltellando) hop, hop, hop

- M - molto bene, mi sembra in forma; ora ci vorrebbe la novità sostanziale

(Entra improvvisamente una donna dal fondo sinistro - per chi guarda - ed avanza decisa verso il manichino; giunta ad esso scioglie la corda che lo trattiene e porta il tutto fuori scena uscendo dal fondo sinistro. I due osservano tutta la scena.)

- M - Cosa determina l’ingresso di questa donna Antonio?

- P - perché mi chiama Antonio?

- M - perché è eufonico

(La donna rientra, porta con sé una sedia; si va a sistemare dove prima era il manichino; resta in piedi con le braccia conserte; sguardo in avanti. Per tutto il 2° atto sarà libera di sedersi o alzarsi quando vuole.)

- D - riprendo il mio posto

- M - secondo me l’ingresso di questa donna rivela un profondo significato simbolico sopra il quale non giudicherei inappropriato spendere del tempo. Secondo me l’ingresso di questa donna è la chiave di tutta questa nostra rappresentazione. Secondo me l’ingresso di questa donna, questo ingresso, questo che abbiamo appena visto, farà perdere il sonno a generazioni intere

- P - mi permetta signore ma in quanto a fare perdere il sonno non disprezzerei le possibilità offerte dalla mia figura la quale, come si può chiaramente vedere, è decisamente un bel rebus

- M - chiedo scusa amico mio, non intendevo turbare minimamente la sua sensibilità ma sono particolarmente attratto dal significato misterico che racchiude questo nuovo personaggio. Mi viene da pensare ad un legame tra i tipi strani e le donne ma se lo approfondissi rischierei di diventare antipatico

- D - quanto siete stronzi

- M - mi perdoni signorina...

- D - hai rotto il cazzo vecchio

- P - lo perdoni signorina, è un poco stronzo ma non è cattivo; pensi piuttosto a me che lo ascolto da non so più quanto tempo; a volte se ripenso al mio passato non vedo altro che me stesso intento ad ascoltare questo povero stronzo; è effettivamente un incubo, ma ora il suo ingresso mi ha salvato; lei mi ha aperto uno spiraglio, mi ha mostrato che le cose cambiano, quindi che c’è un tempo che scorre e quindi che se il mio presente è ora differente da quello di pochi secondi fa posso ragionevolmente concludere...

- M - cosa?

- D - (al maiale) mi dica, perché lei è così brutto? Non si vergogna?

- M - (al pescatore) la donna rigenera amico mio, non c’è niente da fare. Lei lo sa che quando ero giovane ero veramente un porcellone?

- D - faccio notare signore che uno come lei da giovane non può che essere stato un povero impotente ca-moscio e non certo un acre e virile porcellone come quelli a cui io sono abituata

- P - ha offeso la morale

- M - ciò mi provoca dei gravi turbamenti virili

- P - ha offeso la morale

- M - un attacco del genere è in grado di distruggere ogni mia certezza

- P - ha offeso la morale

- M - potrei cadere in una depressione tale da fare arricchire cento psicanalisti

- P - ha offeso la morale

- M - ha offeso la morale?

- D - No! Non lasciatevi trasportare dalla fretta nel giudizio. Non permettete che il mondo cada nella barbarie giustizialista, resistete all’ovvietà che è la vera minaccia di questo nostro perdersi quotidiano, spargete un seme di speranza per le future generazioni

- M - mi sembra che con tale frase questo strano essere abbia dimostrato se non altro di avere un’anima

- D - in realtà, mio caro signore, ho qualcosa di più che una semplice effimera anima. Chi sono io e soprattutto per quale motivo sono qua? Né puttana né madonna ma solamente donna. Certo, la mia vita non è stata tenera né semplice tuttavia sento che sto per realizzarmi. O questo è solamente un anacronismo femminista? La famiglia, i bambini, mia madre, mio padre e naturalmente il mio uomo. Il lavoro è importante per me ma non gli do alcun peso; serve per campare, non altro; chiaramente aiuta a socializzare, rende meno soli, ma rincorrere le prospettive di carriera non so, mi sembra vano e forse deleterio. La vecchiaia? A be’, di quella è meglio tacere. Chissà perché mio padre non mi ha mai violentato?

- M - cosa ne pensa della linea mediana utilizzata dall’Atletic Bilbao nel ‘972? (rivolto al pescatore)

- P - non me ne frega un cazzo. Mi scusi signorina...

- M - é chiaramente un gay

- P - non vorrei intavolare un’azione di corteggiamento simulato ma questa immagine di donna che ha appena descritto, questa donna così presente eppur transeunte, questa donna che si scruta con una sensibilità analitica raccapricciante, questa donna che è padre, madre, figlio e nel contempo zio, questa donna, quanto guadagna al mese?

- D - E’ questo, è questo che mi sgomenta di tutti voi, questo non sapere andare oltre alla mia immagine o meglio, questo non sapere osservare me stessa se non con le lenti deformate dalla memoria storica. Questa figura di donna così banalmente e frettolosamente schizzata, mi si è attaccata addosso e dovrò portarla per tutta la rappresentazione di me stessa. Ma a me, a me ci pensate mai, a me ci pensate mai?

- M - Interessante la prospettiva apertasi dopo questa battuta; forse dovremmo analizzare il rapporto attore-personaggio il quale nel suo rappresentarsi metaforizza la tragica dialettica tra essere ed ente. Forse questa donna ci sta indicando, con la sua penosa battuta, la strada da seguire per trascorrere con speranza le prossime due ore. "Io non sono quella che voi volete credete e vedete"

- D - chiedo scusa per come l’ho trattata prima, ero un poco nervosa ed ho colto in lei quel qualcosa di impercettibile che fa scattare. Ritiro quello che ho detto, lei è un bel maiale; il suo amico invece sembra un topo

- P - un topo?

- M - un topo ed un maiale; sono due animali particolarmente amabili; amico mio, secondo lei la signorina qui presente tenta di instaurare un amichevole e genuino rapporto o semplicemente ci prende per i fondelli?

- P - sono profondamente offeso, nessuno mai mi aveva definito un topo. Con quale faccia ora mi mostrerò al pupazzo volante. Era iniziata così bene la giornata, la speranza che abboccasse, l’incontro con lei, il tipo strano, l’ingresso di una donna, il desiderio di un pompino ed ora travalicarsi l’anima nell’immemore incontro di una ardente estasi equina

(Leggera pausa)

- M - l’ultima frase… cosa vuole esattamente dire?

- P - ma non lo soooo (urlato), non è colpa mia non è colpa mia

- D - credo effettivamente di avere sconvolto la vostra tranquilla permanenza in questa isola; mi capita spesso di sconvolgere, anzi, potrei dire che l’atto di sconvolgere è ciò che mi da maggior brivido. Capisco anche lo sfogo del topo

- P - quale topo?

- D - anche io dico sempre non è colpa mia non è colpa mia; ed è veramente così, il mio fascino è più forte di ogni mia volontà, è lui il vero padrone. Come mai lei è così brutto?

- M - amica mia, potrebbe essere mia figlia e quindi la invito ad ascoltare i paterni consigli che ora le darò: "ai pensieri non dar voce, né corpo a quelli smoderati; sii affabile, volgare mai; coloro dei tuoi amici che hai messo bene a prova tienili stretti all’anima con cerchione d’acciaio, però non ti incallire la palma a dar manate a ogni smargiasso appena sgusciato e spennato; guardati dalle brighe, ma quando ci sei dentro a guardarsi da te fa che sia l’altro; presta l’orecchio a tutti, la voce a qualcuno, senti le idee di tutti ma pensa a modo tuo; vesti bene, nei limiti della tua borsa, ma senza stranezze, ricco, non chiassoso, perché spesso il vestito mostra l’uomo, e in Francia quelli che hanno e che possono in questo soprattutto si mostrano signori; non domandare soldi e non prestarne: chi presta perde i quattrini e l’amico, chi chiede smussa il filo della frugalità; questo su tutto: fedeltà a te stesso; ne seguirà, come la notte al giorno, che non sarai mai falso con nessuno".

(Pausa)

- P - qualcuno sa l’ora?

- M - (alla donna) mi parli del rapporto con suo padre

- P - dunque mio padre…

- M - ma non lei, lei

- D - mio padre, AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH, meglio tacere! Certo che se invece di mio padre volessimo parlare di me la cosa mi riempirebbe di felicità o forse non ci sarebbe molto da dire? E’ difficile parlare di se stessi senza annoiare gli altri; mio padre ci riusciva, potevo stare le ore a sentirlo. Non mi ha mai picchiato, ma quanto era brutto. A mia sorella piaceva molto. Io preferivo suo fratello, era più alto ma aveva un fastidioso odore sprigionato dalle ascelle. Ricorda la storia che le ho raccontato prima?

- M - quale storia?

- D - quella che vuole

- M - quella di Virginia e Tatiana?

- D - non la conosco ma mi sembra adatta per l’occasione: Tatiana era una splendida prostituta di colore ma si negava ai coiti anali; Virginia invece portava gli occhiali. Un giorno Tatiana incontrò Virginia in questura, vide i suoi splendidi occhiali e le disse: "farò quello che vuoi se mi regalerai i tuoi occhiali"; Virginia pensò che poteva essere l’occasione che cercava e le rispose: "avrai questi occhiali se la prossima notte di luna piena ti accoppierai con me come una belva in calore", "ma mamma" le rispose Tatiana, "ti rendi conto che così facendo rischiamo di minare irreparabilmente le basi morali che sostengono la nostra società? Se la madre si accoppierà con la propria figlia, il padre si accoppierà con il proprio figlio. Le donne partoriranno maiali neri ed i preti si sposeranno; il vizio dilagherà, le famiglie verranno distrutte, gli onesti incarcerati, gli imprenditori perseguitati; la luna si tingerà di rosso, i cani miagoleranno, i negri governeranno, i poveri si incazzeranno, i ricchi si pentiranno, i ciechi non udiranno quel che i muti diranno, e tutti quanti urleranno…"

- M - (in piedi ed urlando) Pentitevi, pentitevi

- D - di cosa?

- M - ma, non so. Mi sembrava ci stesse bene

- D - si calmi e si metta seduto. Dunque: la luna si tingerà di rosso, i cani miagoleranno, i negri governeranno, i poveri si incazzeranno, i ricchi si pentiranno, i ciechi non udiranno quel che i muti diranno, e tutti quanti urleranno "godo, godo come un maiale"

- M - O mio Dio!

- D - Virginia, messa di fronte alla propria perversione rimase come impietrita; senza dir nulla donò gli occhiali a Tatiana e si chiuse in totale clausura per il resto dei suoi giorni. Tatiana inforcò gli occhiali e tornò felice al suo antico mestiere.

- P - Signore (rivolto verso la panchina) ehi signore, dico a lei

(L’uomo distoglie lo sguardo dalla donna e volge la testa verso il pescatore.)

- P - secondo lei perché non abbocca?

- M - ha la museruola troppo stretta

- P - già, immaginavo. Ormai dovrei decidermi. (leggera pausa) Che buffo, ogni volta che parlo ho la sensazione di dire cose già dette

- M - se le ha dette non le ha dette a me, è la prima volta che mi rivolge la parola

- P - certo certo, eppure mi ricorda qualcuno che conosco

- M - effettivamente ho un muso comune, ma, mi dica di lei piuttosto; da quanto tempo è qui?

- P - oh, sono appena arrivato

- M - io invece ancora no. E questa splendida matriarca, la conosce?

- P - cosa intende per splendida?

- M - intendo riferirmi a quella bellezza che è lo splendore della verità; a quella luce che in noi suscita il mistero dell’incompiuto

- D - mi vuole scopare

- P - la vuole scopare?

- M - è effettivamente un quesito interessante; mi spinge, per così dire, ad andare oltre me stesso contaminando il divenire con l’intenzionalità ipotetica.

- D - nella mia vita ho sempre saputo come sarebbe andata a finire

- P - e come è andata a finire?

- D - o bella, mi pare evidente. Piuttosto lei perché assume quell’aspetto da idiota?

- P - non ci posso fare nulla, è nella mia natura

- D - rifarebbe di nuovo quanto ha fatto fino ad ora?

- P - nell’accezione ludica?

- D - rifarebbe di nuovo quanto ha fatto fino ad ora?

- P - nell’accezione ludica?

- D - rifarebbe di nuovo quanto ha fatto fino ad ora?

- P - nell’accezione ludica?

- D - rifarebbe di nuovo quanto ha fatto fino ad ora?

- P - nell’accezione ludica?

- D - rifarebbe di nuovo quanto ha fatto fino ad ora?

- P - nell’accezione ludica?

- D - rifarebbe di nuovo quanto ha fatto fino ad ora?

- P - nell’accezione ludica?

- M - signori. Scusate signori. Credo sia venuto il momento di intromettermi nel vostro delicato scambio semantico per intromettervi ai Sacri Misteri della Contemplazione

- D - non ce ne frega un accidente! Rifarebbe di nuovo quanto ha fatto fino ad ora?

- P - lei è una troia?

- D - ma insomma, non può sempre rispondermi con una domanda.

- P - ma nemmeno posso domandarvi con una risposta

- D - forse è meglio che ci intrometta ai Sacri Misteri della Contemplazione

- M - ne sarò ben felice. Dunque, nell’attualizzazione della visione assoluta l’iniziante trascende il suo essere attraverso l’estinguersi dell’impurità mondana e, nel porsi esso stesso come comunione accomunante, visualizza la contemplazione del contemplato.

- P - (alla donna) che opinione ha del sesso orale?

- D - cosa? E le pare questa una domanda da rivolgere ad una signora?

- P - (al maiale) che opinione ha del sesso orale?

- M - cosa? E le pare questa una domanda da rivolgere ad un anziano?

- P - (a se stesso) che opinione ha del sesso orale? Cosa? E le pare questa una domanda da rivolgere ad un pescatore? E perché no? Perché un pescatore è una figura seria. Un pescatore si, effettivamente é una figura seria; ma lei, proprio lei, è sicuro di essere veramente un pescatore? Le darò una risposta prima che tutto finisca. Bene, quindi tutto avrà una fine?

- M. - tutto avrà una fine amico mio, finiremo senza nemmeno sapere se abbiamo iniziato

- D - che senso ha tutto questo? (urlata) Che senso ha tutto questo?

- P - (urlata) io non lo so!

- M - (urlata ed in piedi) io lo so ma non lo dico!

(pausa)

- P e D - allora è uno stronzo

- M - non propriamente. Preferisco definirmi apodittico. Io sono una di quelle persone, ormai poche per la verità, che conservano coscienza dell’accaduto. Non credono come gli altri nel sol dell’avvenir, pensano che l’Evento sia vicino e che presto tutti troveremo posto

- P - è interessante quello che dice. Dunque per lei amore ed onore si equivalgono?

- M - perché negare questa possibilità. (alla donna) Stia attenta noi sappiamo tutto di lei

- D - davvero? Sapete anche se sono felice? Me lo chiedo spesso ultimamente ma non ho mai tempo per rispondermi. Dovrei fare un po’ di teatro, dicono che renda liberi (si siede)

- M - la sedia. Non abbiamo considerato la sedia

- P - in che senso?

- M - abbiamo pensato al manichino, abbiamo pensato alla donna ma non abbiamo pensato alla sedia

- P - è vero, perché lei ha una sedia ed io no

- M - se è per questo deve anche aggiungere che io ho una panchina e lei no

- P - crede di mortificarmi? Io ho molto di più dei vostri stupidi sedili, io ho un pupazzo di legno che va su e giù fissato ad una molla la quale a sua volta è vincolata alla punta di una canna da pesca

- M - ma quello non significa niente, è quel che è e basta. E’ fisso, non ha un cambiamento, così era e così sempre sarà, ma guardi lei, consideri tutta la scena come si è svolta: era un manichino appeso, un tipo strano, poi è divenuta una donna, ma con che cosa? Con una sedia. E’ chiaro, ora è tutto chiaro, l’Evento verrà dalla terra

- P - non credo di avere afferrato bene, sa io sono solo un pescatore

- D - ed io una donnicciuola, quindi per cortesia, ci renda partecipi

- M - ma è chiarissimo, nel cielo c’è morte, la vita viene dalla terra. La sedia è l’elemento terrestre che riscatta dall’uranità mortale

- D - dunque ho un ruolo importante

- M - lei non è niente, è la sedia quella che conta

- D - io non sono niente? Allora senta questa: io sono alta io sono bassa non sono né alta né bassa media direi però gli uomini mi notano, io sono giovane ma non acerba matura ma sbarazzina, io qua io la io su io giù io sopra io sotto

- P - sopra

- M - sotto

- D - io parlo e voi mi ascoltate, io genero e voi nascete, io alzo le gambe e voi venite, io vivo io sogno io dormo io mangio io amo io odio io terrestre io lunare io diversa eppure uguale, io amore io dolore io cuoca io madre terra madre sorella luna io strega io santa madonna meretrice regina degli inferi e casalinga. Io donna in carriera; io ci sono, eccome se ci sono

(leggera pausa)

- M - non è mia intenzione mortificarla ma la avverto che questa splendida figura femminile la sta lentamente ma inesorabilmente sommergendo; è così mio caro, lei sta sparendo nella mediocrità, nella stupidità, nel nulla; ed il guaio è che se cade lei cado anche io

- P - tutto ciò è diabolico, faccia qualcosa la prego, faccia qualcosa per salvare il nostro genere dall’oblio a cui questa donna sembra spingerci

- M - vediamo un po’…potremmo discutere di argomenti prettamente maschili, sui quali nessuna donna può dire la sua

- P - ci sto, ci sto…allora?

- M - un momento, sto pensando … ho trovato. Le succede mai di bagnarsi gli slip per non aver provveduto a scappellare dovutamente l’uccello?

- D - l’argomento è decisamente penoso, la giudicherei una caduta di stile. Se proprio non siete in grado di fare altro penserò io ad immettere un poco di verve in questa stanca dialogicità: ora vi racconto la storiella del sarto: un inglese…

- M - alto o basso?

- P - giovane o vecchio?

- M - laburista o conservatore?

- P - monarchico o repubblicano?

- D - (urlato) dove è la mia maternità?

- M - grandioso, grandioso, gioisca amico mio che abbiamo trovato il suo punto debole. Uniamo le nostre deboli forze nell’attacco finale, nella madre di tutte le battaglie, i figli della luce contro i figli delle tenebre; ripristiniamo la legalità contro il lassismo imperante. Mi dica (rivolto al pescatore), ci siamo già conosciuti? Da quanto tempo è qui? Ha un viso interessante, un poco unto ma interessante. Mi parli di lei, mi parli della sua vita, lei mi interessa, mi interessa molto

- P - il mio rapporto con il pupazzo volante è basato sulla reciproca comprensione; lui è ed io sono; lui vola per me. Io lo tengo, si, ma lui è ugualmente libero di volare nel suo mondo, su e giù; il suo mondo è fatto così, non c’è altro; su e giù, lui vola dove vuole ed io vivo le sue emozioni

- D - cosa? Ed io dovrei stare qui ad ascoltare del tuo rapporto con un pupazzo di legno?

- P - ma cosa fa? Mi da del tu?

- D - mi scusi, non volevo. Dicevo che le sue considerazioni sul pupazzo di legno sono veramente affascinanti

- P - sono felice che se ne sia accorta. In realtà è molto tempo che penso a qualcosa di intelligente da dire sul mio pupazzo

- D - quale è il suo hobby?

- P - hee

- D - eppure anche questo ha un senso. Mi piace

- M - stia attenta, noi sappiamo tutto di lei

- D - ma me lo ha già detto

- M - le ho anche detto che l’Evento si avvicina?

- D - veramente? Sono anni che aspetto un evento

- M - non un evento ma l’Evento, l’oscuro oltre

- D - lei ha veramente un bel fiuto, peccato che è così brutto

- P - è vero, glielo avevo detto anche io, è proprio brutto

- D - e cosa diceva di questo evento?

- M - chiarirò meglio il mio pensiero con un aforisma. Credete, la storia che sto per raccontarvi ha cambiato la mia vita; mi rivedo giovane, afferrato improvvisamente e, rapito…ma basta con i ricordi, spero che a voi renda quello che ha reso a me: lunghe trecce era bella, molto bella, bella bella, bella, veramente bella, veramente molto bella, Dio quanto era bella, bella, molto molto bella; ed era felice. Naso piatto era brutta, brutta brutta, brutta, veramente brutta, brutta brutta brutta, bruttissima, brutta, incredibilmente brutta; ed aveva un tumore. Quando venne la sua ora lunghe trecce le si avvicinò e le disse disperata: "naso piatto, perché tu sei brutta, brutta brutta, brutta, veramente brutta, brutta brutta brutta, bruttissima, brutta, incredibilmente brutta, ed hai un tumore, mentre io sono bella, molto bella, bella bella, bella, veramente bella, veramente molto bella, Dio quanto sono bella, bella, molto molto bella, e sono anche felice?" Naso piatto la osservò, come per la prima volta, e le rispose "non lo so"; chiuse gli occhi e non li riaprì mai più. (pausa) Questa è la storia che ha segnato il corso della mia vita. Quella frase…quella frase…

- P - è una frase meravigliosa, "chiuse gli occhi e non li riaprì mai più"

- M - è un preludio alla verità,

- D - la solitudine mi spaventa,

- P - però è vero,

- M - il nero non altro,

- D - eppure lotto, leggo scrivo,

- P - in fondo l’ho sempre cercato,

- M - ci squarcerà e sarà un sogno,

- D - cerco di guardare, di dare una via,

- P - correre, giocare, i miei occhi,

- M - allucinante seppur atteso,

- D - girare intorno a me stessa,

- P - luccicano, luccicano,

- M - fermo come il freddo di un coltello,

- D - negli occhi di mia madre vedo il calore,

- P - come potrebbe essere altrimenti,

- M - duro come la lama di una parola,

- D - come un vortice, una vertigine,

- P - come potrei cercare altro,

- M - lavorerà in noi, guidato dalle nostre mani,

- D - forse un sogno su cui cadere,

- P - chi sono io in fondo,

- M - e la gente riderà, non capirà,

- D - devi essere così, devi essere così,

- P - solo un semplice pescatore,

- M - è normale diranno, che ci vuoi fare, è la legge,

- D - ma non vale, resta solo il nero,

- P - umile e dignitoso,

- M - cosa pretendi,

- D - è un sogno,

- P - sciocco,

- M - per un animale

(pausa)

- D - (urlata verso uno spettatore a caso) e se ora ti cavassi gli occhi con un coltello? (pausa) Aaaaaaa, che simpatica che sono, ma come faccio ad uscirmene così?

- P - ma a lei chi l’ha chiamata?

- D - perché la disturbo?

- P - leggermente! Le donne sono tipi strani

- D - non mi sembra un esperto di donne per la verità

- P - mi basta quanto vedo

- D - a si? E che cosa vede?

- P - sa bene a cosa mi riferisco

- D - no, non lo so. Provi a dirlo

- P - (urlata) perché non abbocca?

- D - (urlata) perché la museruola è troppo stretta

- P - (isterico) non è colpa mia non è colpa mia, la museruola era già così, non l’ho stretta io non l’ho stretta io

- M - Basta! State percorrendo i sentieri della rinuncia! Ragazzi miei, la vostra presenza deve adeguarsi ad un tono visivo più deciso; io non voglio improvvisarmi predicatore ma quanto state mostrando non è di esempio a nessuno. Slacciate la vostra esistenza, liberate la mente verso la direzione, riempite i vuoti naturalmente, esplodete in un turbine di rugiada giovanile, urlate le vostre idee contro i tramonti che vi sovrastano. Lei giovanotto, la smetta con i suoi lamenti con le sue pagliacciate con quella ridicola canna da pesca; alzi lo sguardo con fierezza e sfoderi la sua verga turgida con cattiveria, e lei, signorina, viva con ardore la vanità dell’azione, urli con rabbia la sua voglia di esserci, sciolga la maiala che è dentro di lei e soprattutto mostri, mostri a tutti quanti la sua nera enorme marianna

- D - lei è un pazzo scatenato

- M - io so quanto sta per compiersi

- D - e allora perché non fugge?

- M - non posso, sono inchiodato qui, su questa vecchia stupida panchina, da anni, da secoli, da millenni, sempre qui, sempre a dire enormi stronzate che non fanno ridere non fanno piangere non fanno pensare. La mia vita è questa, una lurida presenza prigioniera tra cartacce e memorie magnetiche che non può nemmeno permettersi di piangere se non è scritto

- D - quindi torniamo alla mia ipotesi che lei non è altro che uno stronzo

- P - alla nostra ipotesi

- M - vedete, ora mi soverchiate, ora mi state soverchiando, approfittate della mia debolezza ormai sfatta; sono nato vecchio, vecchio e porco, ma voi che ne approfittate siete più porci di me, della mia debolezza, della mia vecchiaia, siete il germe malato che si riproduce, siete la speranza della negatività splendente. Voi siete…(si blocca, annusa nell’aria, pausa) ragazzi ci siamo l’Evento sta per arrivare, l’Evento sta per arrivare stavolta me lo sento ne sono sicuro, è nell’aria! Ai vostri posti sicuri e fiduciosi; lei, si sistemi i capelli e lei, dia più ritmo al suo pupazzo di legno: Ancora una volta sta per compiersi la tragica fine della mia infinita esistenza. Io so!

- D - a me l’Evento mi impaurisce sempre, e a lei?

- P - io cerco di non pensarci

- D - si, ci provo anche io ma resta sempre questa tensione, nell’aria, pronta a colpirti

- P - è vero, ma dovremmo essere più tranquilli nell’aspettarlo; in fondo siamo qui per questo

- D - lei è molto profondo. Per caso è gay?

- P - non credo ma non ricordo bene come va a finire

- D - ottima risposta inizia a piacermi. (a se stessa) Chissà, magari potrebbe chiedermi in moglie

- M - non ci speri, non la sposerebbe mai

- D - cosa fa ascolta i miei pensieri? E perché non mi sposerebbe mai?

- M - perché perderebbe la sua posizione

- D - chi l’ha detto? Potrei perderla io

- M - comunque ne risulterebbe uno squilibrio

- D - potremmo sposarci senza mai toccarci; lui sempre la ed io sempre qua. Sarebbe la soluzione per mantenere il rapporto vivo

- M - e il mio posto quale sarebbe, il guardone?

- D - le pare poco? I guardoni hanno una grande responsabilità, e poi sono il pubblico più partecipativo che c’è

- M - quindi lei è una donna moderna libera indipendente?

- D - io ho sudato per avere quello che ho

- M - non è questo il punto. Lei ha tradito le aspettative di qualcuno

- D - tutti aspettano qualcosa, tutti si aspettano qualcosa da me. Ma cosa posso conoscere? Cosa posso fare e soprattutto cosa posso sperare?

- M - non tocchi con me l’argomento speranza. Potrei inondare l’ambiente di pensieri pensosi intorno ad essa; ricordo ad esempio all’epoca della grande ritirata…

- P - (cantando ad alta voce) son pescatore, pesco per ore, pesco una vita, è la mia vita, tiro su l’amo, certo che l’amo, amo il mio sogno con grande bisogno.

- M - …le donne ci osservavano in bianco e nero premendo sul…

- P - (cantando ad alta voce) il mio pupazzo vola felice, mi vuole bene e mi ringrazia, riscalda il cuore ogni suo sguardo, io son felice di essere qui.

- M - …sul nostro cammino tortuoso; l’aria era umida e densa e i bambini…

- P - (cantata ad alta voce) oggi c’è il sole, canta il fringuello, io son tornato…

- M - (urlata) Basta!

- D - chi sono che faccio perché lo faccio non sono cattiva non sono cattiva non è colpa mia MAMMA! Ascolta ascolta ascolta il mio sguardo toccami sentimi limite limite limite umano non voglio non sento mi giro oscuro oscuro OSCURO oscuro perdente straziato gettato l’orgoglio di fare l’orgoglio di essere cercare l’amore amore d’amare cercare capire sognare e tornare pregare pregare pregare e tremare paura paura paura PAURA!

(applausi del maiale e del pescatore)

- M - brava bravissima

- P - veramente brava, stupenda

- D - vi ringrazio, se sapeste quanto ho dovuto sudare su questa battuta

- M - è stata magnifica; mi ha dato dei brividi

- P - a me si è anche intostato

- M - lei potrebbe condurre le nostre truppe in trionfo

- P - ma non l’aveva già chiesto a me?

- M - (arrabbiato) e allora? Forse che un comandante della mia stazza deve spiegazioni ad un ridicolo vermicello della sua specie?

- P - (arrabbiato) non uso il verme, non uso il verme. Glielo ho già detto

- D - ma la museruola è stretta

- M - si è stretta è stretta. E chi l’ha stretta?

- P - (scoppia a piangere) non l’ho stretta io non l’ho stretta io, era già così

(pausa, il pescatore piange)

- D - non trova che questa gioventù d’oggi sia un poco…

- M - vecchia. Io son giovane prima di essere stato giovane e quel che fui allora ancora brucia

- D - notevole. Allora come mai è così brutto?

- M - da quanto tempo è qui?

- D - da quando sono entrata

- M - voglio dire, prima chi era?

- D - è strano, non ricordo

- M - ma qualcuno doveva pure essere. Perché è entrata e ha fatto quel che ha fatto

- D - cosa ho fatto?

- M - il manichino, perché ha tolto il manichino? Perché ha preso il posto di quel maledetto manichino?

- D - le sto dicendo che non mi ricordo

- M - lei ha sostituito il manichino, c’era un manichino dove ora sta lei, lei ha tolto il manichino e ne ha preso il posto

- D - ma questa è una sua interpretazione

- M - lei ha sostituito ciò che è morto, non capisce, lei rigenera, è la vita che trionfa

- P - è la terra madre

- M - non dica cretinate, perché parla perché esiste perché intromette continuamente la sua inutile presenza? Perché non si impicca con la lenza?

- P - (scoppia di nuovo a piangere) mi mortifica. Mi mortifica sempre

- D - mio Dio una mosca

- M - dove, non la vedo

- D - una mosca una mosca

- M - ma dove è?

- P - scacciala

- D - via via via

- P - scacciala scacciala

- M - dove è? Non la vedo

- P - scacciala scacciala scacciala

- D - via via lasciami in pace via vattene

- P - scacciala scacciala

- D - via maledetta, lasciami lasciami

- P - scacciala, scacciala via, scacciala scacciala scacciala

- D - vattene vattene vai via, aaaaaaaaaa, via via via

- P - scacciala scacciala scacciala scacciala scacciala

- D - VATTENE VATTENE VATTENE

- M - ALT! Se la speranza è l’ultima a morire la fede nell’Evento vive in eterno

- P - vuole dunque dire che la Sovranità del Popolo è compromessa?

- M - accadrà quel che è scritto

- P - mi sento Noè

- M - sapete tutti e due cosa vi aspetta, perché negarlo? Nulla di tutto quanto sta accadendo è casuale

- D - ma allora quale è il senso della mia presenza? Quando ero bambina sognavo sempre un maiale che pescava

(maiale e pescatore si guardano perplessi)

- D - vedevo alberi acque tramonti poi nulla, non ricordo più nulla. Donna, lunghi capelli, devi essere madre devi amare il tuo uomo devi vincere devi lottare; perché sono qui? Non è questo il mio mondo, non credo.

- M - sta diventando un po’ troppo lamentosa

- D - sono stanca. E’ un ruolo troppo grande non lo capisco

- M - già. Ha mai pensato a stipulare una assicurazione sulla vita? Oggigiorno i rischi che corrono uomini e donne sono incommensurabili; prudenza e previdenza divengono quindi valori insostituibili per la costruzione di una vita razionale e felice; inoltre le condizioni offerte sono favorevolissime: pensate (ormai rivolto a tutti e due) che solamente investendo un tot vedreste la risoluzione liquidatoria aumentare ben del doppio del valore aggiunto rispetto al guadagno ipotetico a prezzo della vita uguale zero che avreste riscosso nel caso in cui l’operazione investitoria fosse diminuita di una percentuale superiore allo standard economico delle classi soggette al codice coattivo

- P - interessante, posso dedurre il costo della canna da pesca?

- D - e quello degli assorbenti?

- M - ma certamente, potete dedurre tutto quello che volete. La mia organizzazione, che qui indegnamente rappresento, pone il rispetto del libero arbitrio al di sopra di tutto; "Goditi l’Essere" è il nostro motto, una storia alle spalle di grande esperienza affidabilità sicurezza esclusivamente per la vostra felicità.

- P - e il mio pupazzo?

- M - cosa centra il suo pupazzo?

- P - voglio assicurare anche lui

- M - ma sia ragionevole, cosa può valere un pupazzo di legno

- P - è mio amico, mi tiene compagnia e non mi ha mai accusato di nulla

- M - lei da quanto tempo è qui?

- P - è una strana domanda la sua; non ricordo altro che me stesso

- M - lei è qui da poco, ne sono certo. Perché è venuto? Non conosce i pericoli dell’esistenza?

- P - esistere esistere; esistere è come un sudore. Pesca, vedi che ti stai deconcentrando, non si vola non si vola, torna con me, pesca

- D - ma è possibile, dico a voi, è possibile che sia tutto qui? Voglio dire, forse diverrò vecchia, forse no; forse sono stata giovane, bambina, bebè, nulla, forse no. Perché non posso essere tutto assieme, perché devo essere una cosa sola? Certo, ho ricordi, ma li ho vissuti? Vivrò i miei progetti? Ed ora, ed ora? Perché sono qui ad ascoltare due imbecilli come voi, perché nessuno mi porta a ballare? Ballare, voglio ballare

(pausa)

- M - ricordo tutto diventare improvvisamente giallo, accecante, poi un odore intenso di carne e finalmente, poco dopo, le urla; decine, centinaia di urla chiedevano "io, io". Fu allora che sentii per la prima volta un suono, come una freccia

(pausa)

- P - io credo molto nella democrazia; è meraviglioso pensare che un cretino come me ha la stessa dignità di chiunque altro

- D - cretino

- P - già. Dio deve essere democratico, non c’è altra spiegazione

- M - dove sono andati gli antichi sapori di una volta? Dove ritrovare quell’odore acerbo di terra bagnata? Ormai vedo tutto sfocato, grigio; non arriva, non arriva. Sperare, insegnare, ironizzare, urlare affinché non sprechiate il tempo a vostra disposizione. Ogni tre pensieri uno è dedicato all’Evento, forse due. Me ne frego dell’universo

- D - lei è noioso

- P - lei è stancante

- M - giocate, giocate ancora con questa carcassa, cibatevi di me, edificate, perché non potete fare altro; allo spiedo sono ottimo. Cercate la vita? E’ là, prendetela, prendetevi la mia se serve a qualcosa, ma non serve a niente, non è mai servita a niente. Me ne frego dell’universo

- D - lei è melenso

- P - lei è vecchio

- M - toccatemi, avanti toccatemi, toccate la mia pelle aggrinzita. Vi fa schifo? Vero che vi fa schifo? Fa schifo anche a me e non la voglio, non la voglio vedere. Non voglio questi rotoli di grasso, non voglio questa puzza che mi perseguita. Voglio godere, ansimare, sudare, perdere sangue, me ne frego dell’universo. (al pescatore) E lei cosa ha da guardare? Da quanto tempo è qui? Ci siamo già conosciuti? Lei mi interessa, mi interessa molto anzi, mi ha scocciato

- D - è veramente una splendida giornata: Andando al lavoro ho incontrato diverse situazioni interessanti, si; non capisco come potevo vivere prima senza lavorare, vite sprecate, vite sprecate. Ora è diverso. (al maiale) Lei pensa che sono effimera? Me ne frego e faccio l’amore ma attenzione: sono anche molto spirituale

- P - è giusto, è così che va il mondo. Voi donne dovete prendere in mano la situazione, dovete inventare un nuovo modo di essere, una rivoluzione. Io credo che la femminilità sia la luce del creato. Guardi noi come siamo ridotti (indica se stesso ed il maiale), che futuro abbiamo? Voi siete la vita, voi siete il sorriso; dovete colorare questo mondo di amore e fantasia

- D - (al pescatore) sono anche una buona cuoca, stiro lavo rammendo e scopo, in terra, con la scopa; sarei una ottima madre una amica una sorella una amante; faccio certe cosette…

- P - c’è una cosa che non capisco, noi sappiamo perché siamo qui, ma gli altri, perché non se ne vanno?

- D - sono indipendente, guadagno bene. Leggo, leggo molto ma so anche stare zitta, e questa è oggi una dote rara. Insomma non sono da buttare via e poi si guardi intorno, quale altre possibilità ha?

- P - cosa centra dico io, cosa centra la museruola stretta con il fatto che non abbocca; non lo capirò mai

- D - vesto bene, vesto giovane, sono originale divertente bella profumata calda umida focosa remissiva dolce timida introversa ironica educata conseziente graffiante CAZZO!

- P - ho capito. Non è la museruola stretta. Non abbocca perché non c’è l’amo

- D - idiota idiota idiota, stupido idiota! Ed io? Io sono una signora, una signora! E non mi metta le mani addosso. Cosa crede, che solo per averle sorriso mi sono offerta? Cosa pensa, che non concepisco la vita senza un mollusco peloso nel mio letto?

- M - quel centravanti, ieri sera, non mi è piaciuto

- P - lui si è impegnato, ma è stato poco servito

- M - ma no, di palle ne sono arrivate tante

- P - si ma erano tutte alte; lui è basso, preferisce palle veloci

- D - E’ troppo, è troppo. Ora mi masturbo!

- M - e qui la volevo: vuole mostrare la sua gioventù? Vuole dimostrare la sua indipendenza? Vuole guidare le nostre truppe? Lo faccia, avanti, lo faccia

(pausa)

- D - lei è uno schifoso maiale. Scommetto che non vede l’ora; scommetto che non spera altro che vedermi gemere magari invocando il suo nome: "maiale, maiale; ooooo". Non capite niente, non avete mai capito niente

- M - lei conosce Jeremy Vankouter?

- D - no

- M - neanche io. Cosa se ne deduce?

- D - che lei è un imbecille

- M - no, che l’Evento è vicino

- D - quanto vicino?

- M - molto vicino. Si, il tempo è prossimo

- D - possiamo rimandarlo?

- M - forse, ma non fermarlo

- D - cosa lo annuncerà?

- M - il suono di sette trombe. Troppe, facciamo quattro

- D - sarà lento?

- M - lenta è l’attesa

- D - sarà doloroso?

- M - freddo

- D - sarà vero?

- M. - forse

- P - Ha abboccato, sii, ha abboccato! Evviva

- M - dove?

- D - come?

- P - vi ho fregati. Come e cosa potrebbe mai abboccare se non c’è amo non c’è acqua non c’è pesce?

- M - ci casco sempre

- D - allora come sarebbe questa storia delle trombe?

- M - si sprofonda dentro una camera buia, solo deboli chiarori in fondo, forse una candela, forse un lume. Mani, sono le mie, sudano, sento il mio respiro, fa freddo, mi giro intorno, mani. Quante mani ho? Non sono le mie non sono le mie. Scappo, le dita sul mio viso, mi toccano mi graffiano mi stanno graffiando, la pelle. Mi stanno staccando la pelle le labbra le guance; urlo, cado, sto cadendo, i denti, qualcuno mi strappa i denti, no, no, no.

(pausa)

- P - brutta cosa la vecchiaia, e pensare che in principio era il Verbo

- M - provi lei ad essere altrettanto partecipato

- P - senta questa: sto pescando sulla riva di un fiume trasparente, mi libro in cielo, anche il fiume mi segue; saliamo in alto, sempre più in alto; sono piccolissimo, no, sono altissimo; la canna si tira, ha abboccato ha abboccato, mi sta tirando giù, resisto lui tira io mi tendo, lo tiro a me urlo lo tiro a me, all’improvviso schizza su dall’acqua il bastardo; vola anche lui, è ciccione, mi fissa, vola verso di me vola verso di me, è addosso a me tra le mie gambe, Dio cosa sta facendo, mi mangia il fallo mi mangia il fallo, mi divora il ventre, ha abboccato sii ha abboccato.

- M - non c’è male. E lei, (alla donna) cosa è in grado di fare?

- D - sono in casa, seduta, la mia scrivania; la luce della lampada è accesa, ho in mano un tagliaunghie, mi sto tagliando l’unghia dell’anulare sinistro; è un unghia piccola, molto piccola, l’ho già tutta tagliata ma io insisto, insisto, vado giù a fondo col tagliaunghie, esce del sangue del sangue, taglio ancora, taglio il sangue, sangue, mi sto tagliando il dito non riesco a fermarmi mi sto tagliando tutto il dito, il tagliaunghie avanza, taglia stacca maciulla il dito il palmo la mano il braccio la spalla, è arrivato alla spalla, la spalla la spalla è dentro di me mi sta tagliando il cuore, mi sta tagliando il cuore, sii.

(leggera pausa)

- M - siamo un bel terzetto, non c’è che dire; siamo pronti ad affrontare con serenità questi prossimi mille anni di giustizia e soprattutto, siamo pronti a guidare le masse

(lunga pausa; un minuto circa; il maiale è seduto e torna a leggere il copione; la donna è seduta anche lei e guarda in alto; il pescatore muove leggermente la testa su e giù seguendo il ritmo del pupazzo di legno; a poco a poco il maiale inizia a dare segni di nervosismo, si guarda intorno, torna a guardare il copione, osserva donna e pescatore, torna di nuovo sul copione poi, improvvisamente, si alza in piedi ed urla:)

- M - Che cosa è questo silenzio? Perché questa lunga pausa, cosa significa? Parole e silenzio, silenzio e parole ma il movimento, dove è il movimento? La vita è correre saltare muoversi (mima il passo della Commedia dell’Arte) camminare. La vita è ritmo è sudore è ritmo, ritmo, manca il ritmo. Mi devo muovere, mi devo muovere non ce la faccio più (inizia a urlare, saltare e a sbracciarsi come un esagitato). Cosa fate fermi, perché mi guardate? Muovetevi, muovetevi anche voi!

(i due eseguono l’ordine; ora tutti e tre saltano ed urlano; dieci secondi circa, poi improvvisamente:)

- M - Alt! (si fermano immobili; lunga pausa, poi di nuovo:) Via!

(i tre tornano a saltare ed urlare; venti secondi circa, poi di nuovo:)

- M - Alt! (pausa) Via! (dieci secondi) Alt! (pausa) Via! (il maiale resta fermo e dirige l’orchestra) Alt! Via! Alt! Via! Alt! Donna! Pescatore! Donna! Insieme! Alt! Via! Alt! Pescatore! Alt! Via! Donna! Alt! Pescatore! Alt! Insieme

- P - BASTA! Chi è lei, cosa vuole, perché ci perseguita? Non può trattarci così!

- D - parli per lei

- M - giusto

- P - non può trattarmi così! Io sono un uomo! Un pescatore uomo! (pausa) La mia vita, tutta la mia vita passata qui a sentire le sue idiozie; fermo immobile, a farle da spalla, a darle la battuta, non posso muovermi; perché non posso muovermi? Se solo potessi fuggire via, che dico, se solo potessi staccare le mie mani da questa lurida canna da pesca mi strapperei le orecchie per non ascoltarla più; maiale, maiale

- M - cerchi di essere meno melodrammatico; non c’è bisogno di urlare come un penitente per fare arrivare il suo dolore esistenziale; la battuta deve essere raccontata; e lui disse: "non può trattarmi così! Io sono un uomo! Un pescatore uomo!" Inoltre articoli meglio e la smetta di mangiarsi le parole

- P - la mia vita, ho dato la mia vita per tutto questo. Avrei potuto vivere in un castello danese, avrei potuto fottere mia madre e invece no, qui ad ascoltare un vecchio porco ed una isterica delusa

- D - isterica delusa?

- P - chi ha voluto questo? Perché proprio un pescatore? Perché una molla perché un pupazzo perché non abbocca chi ha stretto al museruola chi ha stretto la museruola PERCHE’ LEI E’ COSI’ BRUTTO?

(pausa, i tre sono immobili, si ode un suono di tromba)

- M - alla prima tromba vi fu grandine con fuoco mescolato a sangue che cadde sulla terra

(il maiale ora tace; girerà la testa di volta in volta verso la donna e verso il pescatore, seguendo le battute)

- D - e di cosa sarei delusa?

- P - di essere donna e non uomo

- D - cosa? Io sono orgogliosa di essere donna

- P - e allora perché cerca di imitarci?

- D - Imitare chi? Due imbecilli come voi?

- P - saremo due imbecilli ma abbiamo più battute di lei

- D - battute!? Non avete fatto altro che piangere ed aspettare la morte. Io ho dato un po’ di vita a questa pièce, io ho portato novità, io sola ho le palle

- P - ma quali palle e palle, mi osservi di profilo, guardi la mia canna da pesca come è maestosa

- D - canna da pesca? Quale canna da pesca? Lei non pesca niente, lei non è nessuno! Si rende conto di cosa pensa la gente di lei?

- P - cosa pensa? Cosa pensa?

- D - pensa che è un deficiente che gioca con un pupazzo di legno

- P - lasci stare il mio pupazzo di legno, lei non può capire, manca di sensibilità, è insensibile

- D - io sono sensibile buona e bella! Io sono la vita! Io sono tua madre!

- P - bugia bugia, io sono autoctono

- D - un pescatore, un pescatore senza lenza senza amo, senza pesce. Incredibile!

- P - Io sono interessante! La gente mi guarda mi scruta cerca di capire, "che vorrà dire, che vorrà dire? Perché un pupazzo di legno, perché va su e giù?" Di lei invece nessuno dice nulla

- D - ma se non si parla altro che di me! Tutti parlano di me, tutti a chiedersi quanti anni ho, tutti a domandarsi perché ho sostituito il manichino

- P - ma chi ha stretto la museruola, chi ha stretto la museruola è la domanda chiave di tutto, e l’ho posta io

- D - e che domanda è? E’ una domanda cretina. Tutto di lei è cretino, ed un cretino interessante è sempre un cretino

- P - se lei fosse stata importante quanto me non sarebbe entrata in un secondo tempo

- D - chi è importante entra sempre in ritardo. Io ho mostrato a tutti il cambiamento

- P - ma cosa ha mostrato, cosa ha mostrato? Comodo, molto comodo, io mi sorbisco per mezz’ora questo escremento estenuante (indica il maiale) poi entra lei tutta fresca e riposata a farci la morale, a farci vedere quanto è brava

- D - io me ne frego di farvi vedere quanto sono brava, io me ne frego di tutti voi. Io sono quel che sono e non mi interessa sapere perché lo sono o perché non sono altri o perché ci sono. Io sono me stessa, sempre e comunque! Non ho bisogno di pupazzi di legno io!

- P - No! E’ il pupazzo di legno che non ha bisogno di lei perché non saprebbe che farsene di una isterica indefinita

- D - Indefinita? Milioni di definizioni sono nate per me. Io esisto, lei è nulla nulla nulla nulla!

- P - Io sono unico! Lei è comune

- D - Io sono unica! Lei è il secondo di due imbecilli

- P - perché il secondo? Chi è il primo?

- D - lui! (indica il maiale)

(pausa, i tre sono immobili, secondo suono di tromba)

- M - alla seconda tromba una enorme massa incandescente cadde nel mare; un terzo del mare divenne sangue

- P - Stupida presuntuosa, credete che non resistiamo lontani dalle vostre gonne? Io sono indipendente

- D - indipendente? Lei è un pupazzo dipendente

- P - non è vero! Ho smesso lo giuro!

- D - ma non si vergogna? Alla sua età

- P - io sono un fanciullo. Sono giovane in eterno

- D - e la vita? La sua vita quando la costruisce? Quando la smette di sognare e di giocare ed affronta la realtà

- P - (urlata) quale realtà? la realtà è solo questa!

- D - Nooo! La realtà si costruisce, si manipola. Io costruisco la mia realtà, non altri. Io sudo per la mia realtà

- P - crede forse che io qui non sudo? Crede forse che quello che sto facendo è una cosa semplice?

- D - lei non fa nulla. Lei aspetta solo che abbocchi

- P - io ho una responsabilità. Ho qualcuno che crede in me, che crede nella mia capacità, nella mia coerenza. Non posso deluderlo

- D - Ma a lei, a lei non ci pensa? Non ha progetti da realizzare, non ha stimoli?

- P - Siii! Voglio invecchiare, voglio solo invecchiare

- D - e allora deve bruciare. Corra salti ami odi. La smetta di pescare!

- P - lei mi sta attaccando, mi ha sempre attaccato. Lei è invidiosa del mio pupazzo

- D - ma quale pupazzo!? Lei è un pupazzo, uno stupido inutile pupazzo

- P - io sono il centro del mondo! Lei è solo un satellite

- D - una satellite semmai! Io sono una satellite una donna e una uomo

- P - e con questo cosa vuole dire?

- D - ma che cosa ne so? Non le ho scritte io queste stronzate

- P - dunque lei finge ciò che nasconde?

- D - e che domanda è? Lei è un cretino, un cretino! Si rende conto cosa mi ha domandato?

- P - io mi rendo conto di tutto, è lei che non vede l’evidenza

- D - di evidenza ce ne è una sola: lei è il secondo di due imbecilli

- P - perché il secondo? Chi è il primo?

- D - lui! (indica il maiale)

(pausa, i tre sono immobili, terzo suono di tromba)

- M - alla terza tromba dal cielo cadde una stella grande che bruciava come una fiaccola, e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle sorgenti d’acqua

- P - AAAAAAAAAAAAAAAAAAA! Vipera deviante!

- D - io? Io che ho fatto questo quello e quell’altro, vipera deviante?

- P - ma cosa ha fatto? Cosa ha fatto? Se è sempre stata qua dentro

- D - e le pare poco? Ho mostrato a tutti quanto siete idioti

- P - non c’era bisogno di lei per mostrarlo. Si vede benissimo

- D - quindi lo ammette?

- P - ammetto che lei mi annoia, mi snerva e mi rompe

- D - ma la eccito anche

- P - cosa sta dicendo?

- D - ma si guardi! E’ tutto rosso e tremante, è eccitato come un bambino

- P - cosa crede? Che lei è la prima donna a cui parlo?

- D - certo! La prima e l’ultima

- P - non è vero! Una madre, l’avrò avuta anche io una madre a cui parlare

- D - no, no, non è previsto! Ancora non ha capito?

- P - una sorella

- D - no!

- P - una moglie

- D - no!

- P - quindi nessun’altra donna che lei ho mai conosciuto?

- D - esatto! La prima e l’ultima

- P - perché non abbocca? Perché non abbocca così scappo via?

- D - vede che non capisce. Avete sempre bisogno di noi per affrontare la realtà, voi fuggite, fuggite sempre

- P - o calore, essicca il mio cervello.

- D - prigione! E’ una prigione da dove non si fugge

- P - lei si diverte! Guardatela come si diverte; perfida!

- D - crescere, deve crescere! Dobbiamo tutti crescere

- P - non mi faccia la morale! Non mi insegni nulla! Non ha nulla da insegnarmi

- D - ma possibile che non vede? Perché non getta via quella canna?

- P - e lei perché non prende a calci quella sedia?

- D - già! Perché non prendo a calci questa sedia? Perché sto qui a perdere tempo con un simile idiota?

- P - vede che anche lei non sa nulla! Stupida presuntuosa

- D - no, una cosa la so! So che lei è il secondo di due imbecilli

- P - perché il secondo? Chi è il primo?

- D - lui! (indica il maiale)

(pausa, i tre sono immobili, quarto suono di tromba)

- M - alla quarta tromba furono colpiti un terzo del sole, della luna e delle stelle; la loro luce diminuì di un terzo e un terzo del giorno e della notte rimase privo di luce.

- P - cattiva

- D - cretino

- P - presuntuosa

- D - ridicolo

- P - vipera

- D - pupazzo

- P - manichino

- D - manichina semmai

- P - invidiosa

- D - pisellino

- P - 18 centimetri

- D - fallocrate

- P - matriarcale

- D - nevrotico

- P - isterica

- D - insicuro

- P - noiosa

- D - insulso

- P - invadente

- D - inconcludente

- P - inestetica

- D - inutile

- P - invalida

- D - inabile

- P - in calore

- D - inclinato

- P - in culo a tua nonna

- D - a chi? A chi lo hai detto? Ora vengo la e ti faccio vedere io

- P - e vieni che ti scateno il pupazzo, vieni se hai coraggio!

- M - (urlata, in pedi) AAAAAAAAAAAAA

- D - lo sai dove te lo metto il pupazzo io?

- P - hai paura di me è? Hai paura di me è?

- M - (urlata) AAAAAAAAAAAAA

- D - te lo metto tra i denti e te lo faccio masticare tutto

- P - se solo lo tocchi giuro che ti violento

- M - (urlata) AAAAAAAAAAAAA

- D - ma cosa diavolo ha da urlare? E’ impazzito?

- M - l’Evento! L’Evento sta arrivando, è qui, lo sento! L’EVENTO!

(da ora caos totale; i tre parleranno contemporaneamente, con la voce del maiale più forte delle altre; il tutto in crescendo fino all’Evento)

 

- M                              - D                              - P

AAAAAAAAAAAA               L’Evento, l’Evento,          calma calma con calma

AAAAAAAAAAAA aaaaaa,        i miei capelli         finta di niente

AAAAAAAAAAAA               la mia borsa, dov’è  finta di niente

AAAAAAAAAAAA                    la mia borsa            è solo un attimo

AAAAAAAAAAAA                    la mia vita           una scossa gelida

Sei dunque giunto              i miei sogni               fermo immobile

signore della notte        chi sono dove sono    ti guardano ti fissano

luce dell’oscuro                  manichino gonna   gambe ferme divaricate

godot dei giorni andati               figlio madre           volere potere abbocca

Manifestati ora                       effetti affetti      finta di niente

con la tua imperiosa           non voglio non ora          finta di niente

umida potenza                        non ho finito      ho paura, non devo

travolgici con l’onda                non ho finito             ma ho paura, paura

della tua gloria                   non ho ancora finito       regista no ti prego

vela i nostri sensi                   ho cercato di farlo        oggi no oggi no

di dispersa pienezza.      di essere di volere         non sono pronto

Dove sei oscuro oltre      ho cercato ti giuro          non ho memoria

Genera la parola                  ma è solo la vita           non ho studiato

a coloro che ti aspettano  non ho ancora finito              non ho vissuto

dove sei spiedo di fuoco       noooooooo                       non ho amato

dove sei pepe e finocchio          noooooooo               non ho non ho non ho

dove sei cazzo?                      noooooooo                      non hooooooo

(improvvisamente dall’alto tre enormi secchi non visibili al pubblico e colmi d’acqua si rovesciano sulle teste dei tre. Per qualche secondo i tre sono immobili, poi iniziano lentamente ad afflosciarsi; contemporaneamente la luce si affievolisce e parte della musica che continuerà anche dopo il buio totale.)