Tropicana

di Irene Lamponi

© 2014. Tutti i diritti sono riservati



«Ogni momento accade due volte: all’interno e all’esterno, e sono due storie diverse».
Zadie Smith



PERSONAGGI:

LUCIA. La madre.
MEDA. Amica di Lucia. È vestita in tuta da casa e ciabatte.
NINA. La figlia di Lucia.
LEO. Un ragazzo.


Il palco è diviso in più zone che rappresentano l’interno della casa.
Sulla destra il salotto, sulla sinistra la cucina e la camera da letto di Nina. In mezzo, un corridoio che finisce sul fondo con la porta principale d’ingresso.
Tutti gli spazi sono sempre a vista. Le azioni, a volte, si svolgono contemporaneamente in più stanze senza che gli altri personaggi si vedano e sentano tra loro.
Il suono del campanello della casa non è un suono metallico.



 

PRIMO ATTO

Scena I


Salotto. Televisione accesa su un canale di televendite di gioielli, quadri e vasi di valore.
Meda è seduta sul divano e guarda la Tv. Fuma. Lucia è in cucina e sta preparando la cena, probabilmente della pasta al pomodoro.

Si parlano da una stanza all’altra.

MEDA ~ Quanto manca?
LUCIA ~ Poco.
MEDA ~ Poco quanto?
LUCIA ~ Poco.
MEDA ~ Sono le otto e cinque.
LUCIA ~ L’ora della Tv è avanti.
MEDA ~ Ho fame.
NINA ~ (entra dalla porta d’ingresso con una chitarra in spalla) Ciao!
LUCIA e MEDA ~ Ciao Tenera!

Nina va in cucina e anche Meda. Si siedono al tavolo che è pieno di oggetti tipo giornali, palline da giocoleria, forbici e medicine.

LUCIA ~ (spinge tutti gli oggetti su un lato del tavolo e libera quindi l’altra metà) Ecco.
MEDA ~ Mancano solo i sassetti della gatta, ma ti sembra possibile mangiare così?
LUCIA ~ Dài, Meda! (Porta i piatti in tavola e mangiano)
NINA ~ Grazie Mami.
MEDA ~ Finalmente.
LUCIA ~ Ho fatto un sughino di pomodori piccadilly, col basilico dell’orto!
MEDA ~ Non è un orto, è una corte interna.
LUCIA ~ Che ignorante! Cosa dici che non sai neanche distinguere il prezzemolo dal basilico.
MEDA ~ Ma cosa c’entra scusa?
LUCIA ~ C’entra! (A Nina) Vero Tenera?
MEDA ~ Neanche tu sai distinguere un Giotto da un Mantegna eppure non ti vengo a rompere i coglioni.
LUCIA ~ Eh Meda, li rompi, li rompi!
MEDA ~ Comunque è buonissimo.
LUCIA ~ (a Nina) Com’è andata la lezione?
NINA ~ Bene.
MEDA ~ (a Nina) Quand’è che ci fai sentire qualcosa?
NINA ~ Ancora non sono brava.
LUCIA ~ Ma questo non è importante, sarai sicuramente brava. Il papà è bravissimo.
MEDA ~ Cosa c’entra?
LUCIA ~ C’entra. (A Nina) Vero che il papà è bravissimo?
MEDA ~ Ma cosa c’entra? Non è che tutti i figli prendono dai genitori, e per fortuna anche. Sennò la Tenera con te e Mauro ce l’aveva nel culo! (Ride) Vero Tenera?
LUCIA ~ Meda sei proprio ignorante! (A Nina) Se vuoi, in salotto ci sono i fogli con le canzoni del papà, perché non li prendi e ti eserciti con quelle?
NINA ~ Sì lo so.
LUCIA ~ Sono di là sul mobile.
NINA ~ Lo so, me l’hai già detto.
LUCIA ~ Però sono ancora là.
NINA ~ Ora sto studiando altre canzoni.
LUCIA ~ Il papà ha scritto sia le parole che la musica, me le ricordo ancora…
MEDA ~ Mi tremano le ginocchia dall’emozione.
LUCIA ~ Mauro ha una voce bellissima. Vero Tenera?
NINA ~ Lo so mamma.
LUCIA ~ Penso proprio che dovresti prenderli.
NINA ~ Non posso! Te l’ho detto adesso sto studiando altre canzoni.
LUCIA ~ Quali?
NINA ~ Non le conosci.
LUCIA ~ Straniere?
NINA ~ Anche.
LUCIA ~ Tipo?
MEDA ~ E lasciala stare!

Silenzio. Lucia inizia a sparecchiare. Meda si alza e va in salotto.

Se fanno di nuovo Montalbano o l’udienza del Papa dimmelo che vado a casa.
LUCIA ~ Sono il martedì e il giovedì.
MEDA ~ E oggi cos’è?
LUCIA ~ Venerdì.
MEDA ~ Che culo! (Silenzio) Allora?
LUCIA ~ Madonna, Meda! Arrivo!
MEDA ~ Porco Dio due ore ogni sera, che poi arrivo a casa e la badante mi rompe i coglioni!
LUCIA ~ Non bestemmiare!
MEDA ~ Non ho bestemmiato. (Ride)
LUCIA ~ Tenera, tu vuoi vedere qualcosa?
NINA ~ Vado un po’ in camera, mi devo esercitare.
LUCIA ~ Però non suonare troppo forte che Busetto poi ci telefona.
NINA ~ Ok mamma.
LUCIA ~ (l’abbraccia) Ti voglio bene Tenera.
NINA ~ Anch’io. (Va in camera sua con la chitarra.)

Lucia spegne la luce in cucina e raggiunge Meda in salotto. Nina si siede sul letto e inizia a suonare una canzone, mentre le due hanno lo scambio di battute seguente.

MEDA ~ Meryl Streep?
LUCIA ~ Ah, bravissima lei.
MEDA ~ Il diavolo veste Prada.
LUCIA ~ Se è un film di paura, no!
MEDA ~ Ma va’.
LUCIA ~ Guarda che se mi fai lo scherzo come l’altra volta…
MEDA ~ Vedi che non sai un cazzo: è una commedia!
LUCIA ~ D’amore?
MEDA ~ L’amore non esiste.

Fumano.

NINA ~ (lentamente, perché sta ancora imparando, suona con la chitarra la canzone Tropicana del Gruppo Italiano) «Ma che strano sogno,
di un vulcano e una città,
gente che ballava sopra un’isola.
Noi eravamo lì, dimmi dimmi
non ti senti come al cinema.
Noi eravamo lì, dolci dolci…»

Lucia lancia un grido fortissimo, diventa rigida, chiude gli occhi e si aggrappa con forza al divano e al braccio di Meda. Poi inizia a tremare.
Nina lascia la chitarra e corre in salotto.


MEDA ~ Cazzo che male!
NINA ~ Mamma!

Lucia sempre rigida e con gli occhi chiusi fa respiri cortissimi, ansima e trema.

MEDA ~ Stai tranquilla Lucia.
NINA ~ Mami tranquilla.
MEDA ~ Lucia mollami il braccio. Porco… Lucia…

Lucia le molla il braccio e si appoggia sempre con gli occhi chiusi al divano.

MEDA ~ (agita in aria il braccio dolorante e abbassa la Tv) Madonna che male!
NINA ~ Mami apri gli occhi, non è successo niente.
LUCIA ~ (pianissimo) Aiuto.
NINA ~ Mamma stai tranquilla, ci sono io.
LUCIA ~ (c.s.) Aiuto.
NINA ~ È passato.
LUCIA ~ (c.s.) Avevo la sigaretta.
MEDA ~ Cosa?
NINA ~ Aveva la sigaretta.
MEDA ~ Cosa?! Ma dov’è? (Si accuccia, la trova sotto il divano e la spegne)
NINA ~ Mammona ma cosa fai, ci facevi prendere fuoco?
LUCIA ~ È girato tutto all’improvviso.
MEDA ~ Lo sai che ogni tanto ti viene, non è la prima volta, non devi reagire così. Stai prendendo le medicine nuove e vedrai che faranno effetto. Ma stritolarmi il braccio così… sarà rotto.
NINA ~ Sì mamma non ti preoccupare, andrà meglio.
LUCIA ~ (piange ma cerca di trattenersi) È che mi viene e non capisco perché. La stanza si capovolge, il soffitto precipita e il pavimento non c’è più. E io cado.
MEDA ~ Non è vero che cadi, è solo una sensazione.
LUCIA ~ A me sembra tutto vero e non capisco perché.

Silenzio.

NINA ~ Hai preso le medicine?
LUCIA ~ Sì, ma non funzionano.
NINA ~ Anche quelle nuove?
LUCIA ~ Tutte: il Minias, lo Xanax, lo Zoloft… Tutte! E mi sento stanca, mi sento sempre tanto stanca. E poi mi si gonfia la faccia. Vero? Sono brutta?
NINA ~ Ma no mamma.
LUCIA ~ Sei sicura? Perché io mi sento brutta.
NINA ~ Mamma sei bella.
LUCIA ~ Io non capisco. Anche ieri al lavoro…
NINA ~ Non mi hai detto niente.
LUCIA ~ E anche per strada non riesco a camminare. C’è tutta la gente e la strada si muove. Ma perché mi vengono?
MEDA ~ Perché per adesso è così ma poi passerà. Devi stare tranquilla.
NINA ~ (abbraccia Lucia) La mia mammona!
LUCIA ~ Mi dispiace tesoro.
NINA ~ Figurati, siamo qui apposta.
LUCIA ~ Stavi suonando, suonami qualcosa.
NINA ~ Non sono ancora brava.
LUCIA ~ Come vuoi amore. (Pausa) Perché non ti prendi i fogli con le canzoni del papà che sono là sul mobile? Mi farebbe piacere. Così un giorno mi suoni le canzoni del papà.

Nina esita e poi va a prenderli.

Grazie.
MEDA ~ Vai pure Tenera.
NINA ~ Ok, domani ho il compito di inglese.
LUCIA ~ Brava.
NINA ~ Se hai bisogno sono di là. (Va in camera e si butta a faccia in giù sul cuscino)

Buio.




Scena II


NINA ~ (in camera. Al telefono) Le ho detto che poteva anche smettere di stargli attaccata, ma lei era talmente ubriaca che ha non ha aspettato che finissi la frase e si è buttata a vomitare di brutto! (Ride) E poi lui è uscito e l’ha vista là piegata: che scena! (Pausa) Non lo so… Non mi ha ancora chiamata. Sì, dopo la festa mi ha accompagnata a casa. (Pausa) No, non ci siamo baciati. In realtà si vedeva che voleva, ma non è successo niente (Ride) Ma dài…

Suonano alla porta.

Non so… (Va a vedere allo spioncino della porta d’ingresso. Sussurrando al telefono) Oddio è lui! È lui! Oddio! Cosa faccio? Ok! Ti richiamo. (Riaggancia)

Suonano alla porta.

Chi è?
LEO ~ Sono Leonardo, cercavo Nina.
NINA ~ Sì, un attimo. (Agitatissima si guarda i vestiti, i capelli, poi apre)
LEO ~ Ciao.
NINA ~ Che sorpresa.
LEO ~ Stavo andando da un amico e per caso sono passato qui davanti e ho pensato che magari eri in casa e infatti sei in casa.
NINA ~ Eh sì, sono in casa.
LEO ~ Pensavo anche che è una bella giornata e che magari potevamo bere un caffè, oppure un aperitivo.
NINA ~ Ma sono le due.
LEO ~ Ah sì, è vero. (Pausa) Vabbè allora niente.
NINA ~ No, va’ bene, cioè vorrei ma non posso.
LEO ~ Ok non fa niente.
NINA ~ No, vorrei ma non posso perché mia madre mi deve chiamare.
LEO ~ Ok.
NINA ~ Sto aspettando una telefonata, ma manca poco perché mi chiama alle due.
LEO ~ Ti chiama alle due?
NINA ~ Sì. Che ore sono?
LEO ~ L’una e cinquantasette.
NINA ~ Perfetto!
LEO ~ Allora se vuoi aspetto con te.
NINA ~ Benissimo.

In cucina.

LEO ~ (nota che un muro è tutto pieno di disegni e scritte fatti a mano) Che bello!
NINA ~ L’abbiamo fatto io e mia mamma. Se vuoi puoi scriverci qualcosa anche tu.
LEO ~ Sul muro?
NINA ~ È bello vero? È una sua idea, chiunque viene qui può scrivere qualcosa.
LEO ~ Mia mamma non lo farebbe mai, se fosse per lei metterebbe tutto sotto cellofan.
NINA ~ La mia è fatta così.
LEO ~ Sei fortunata. (Incuriosito, indica delle scritte sulla parete)
NINA ~ Questo l’ha scritto J, il mio amico che sta in classe con me. Questo invece è un disegno che ha fatto mia mamma, questa è una poesia di Pascoli, e questa è un pezzo della canzone degli Smiths che ho scritto io.
LEO ~ Bellissimo.
NINA ~ E poi ci sono anche solo delle firme, o delle frasi di saluto.
LEO ~ Come sui gessi quando ti rompi qualcosa!
NINA ~ Esatto. Se vuoi puoi scrivere qualcosa anche tu. (Gli porge un pennarello)

Suona il telefono.

Ecco dev’essere lei. Scusa. (Risponde) Pronto! Dove sei?… Sì io sono a casa. C’è anche un mio amico che è passato a trovarmi e andiamo a fare un giro tra poco… (Si dirige in salotto dove prosegue a parlare, mentre lui prende il pennarello e scrive una cosa sul muro senza che lei lo veda) Non ti preoccupare non succede niente. Hai già passato la riva?… È come ogni giorno, stai attaccata al muro e guarda per terra così non ti dà fastidio l’acqua. Raccontami qualcosa! Ok, allora ti racconto io: ho mangiato, la pasta era buonissima, sì anche il polpettone. Hai superato l’edicola?… Bravissima! Hai visto che non era niente. No no, non ci pensare. Riesci a vedere il cancello? Ok, supera la casa della Sonia… Brava! (Mette giù il telefono e rientra in cucina. A Leo) Ho finito, è qui.
LUCIA ~ (entra con un carrellino portaspesa) Ciao!
NINA ~ Mamma lui è un mio amico, viene al corso di chitarra con me, passava di qua e pensavamo di andare a fare un giro adesso.
LEO ~ Piacere Leo.
LUCIA ~ Ma non volete niente qui? Ho portato dal lavoro un po’ di torta avanzata.
NINA ~ No mamma grazie.
LEO ~ (a Lucia) Mi scusi…
LUCIA ~ Per carità dammi pure del tu.
LEO ~ Hai il giaccone un po’ sporco sul braccio.
LUCIA ~ Ah, grazie! È che adesso col carrellino e il telefono non mi trovo bene…
NINA ~ Lascia stare mamma ti aiuto io. (La aiuta a pulirsi)
LUCIA ~ Il carrellino mi aiuta…
NINA ~ Mamma noi dobbiamo andare!

Suonano alla porta.

LUCIA ~ Sarà la Meda. (Va ad aprire)
NINA ~ (a Leo) È un’amica di mia mamma. Scusa, ora andiamo.
LEO ~ Non c’è problema.
NINA ~ È solo che mia mamma quando cammina non guarda mai dove va, tutto qua.
LEO ~ Ok.
NINA ~ Ma forse fai tardi dal tuo amico?
LEO ~ Che amico? No, figurati.

Lucia rientra con Meda in cucina.

MEDA ~ Ciao!
NINA ~ Meda lui è Leo. Viene al corso di chitarra con me.
LEO ~ Piacere.
MEDA ~ Allora ci beviamo un caffè?
NINA ~ Noi dobbiamo andare.
MEDA ~ (a lui) Dài, un caffè…
LEO ~ Per me va bene.
LUCIA ~ Bravo!
MEDA ~ La badante mi sta facendo diventare matta. Leo, tu hai i nonni?
LEO ~ Sì, solo uno.
MEDA ~ Spero per i tuoi genitori che tuo nonno non diventi rincoglionito come mia madre perché è veramente una rottura di coglioni.
LUCIA ~ Dài, Meda!
MEDA ~ Ma è vero, è tutto un giro di badanti! E poi mia mamma non vuole che la tocchino e allora mi tocca farlo a me. Ma scusa se lo devo fare io, perché cazzo devo pagare la Tania?
NINA ~ (a Leo) La Tania è la badante.
LEO ~ Ah ok.
LUCIA ~ (a Meda) Poveretta tua mamma…
MEDA ~ Poveretta lei? Poveretta io! Anche la Tania ora è depressa, forse l’ha depressa mia mamma… Che sorte! Così mi tocca curarmele tutte e due.
NINA ~ (a Leo) Adesso andiamo.
MEDA ~ Ragazzi è meglio che vi divertite adesso e girate un po’ il mondo, che poi i genitori invecchiano e ce l’avete nel culo!
LUCIA ~ Io mi faccio mettere in una bella clinica. Vero Tenera? Così non ti do nessun fastidio.
MEDA ~ Ti dovrebbero mettere adesso in clinica! (Ride)
LUCIA ~ Sei proprio ignorante! (Portando i caffè) Cosa ne dite delle inferriate nuove che hanno messo?
MEDA ~ Un po’ grosse.
NINA ~ (a Leo) Mia mamma ha fatto mettere queste inferriate nuove.
LUCIA ~ Non mi sentivo sicura.
LEO ~ Molto belle.
LUCIA ~ Non so… mi sembra che mi soffochino.
MEDA ~ Te l’avevo detto io, era così bello senza.
LUCIA ~ Non mi sentivo sicura.
LEO ~ Perché, sono venuti i ladri?
LUCIA ~ No no, per carità!
MEDA ~ È che Mauro se n’è andato e allora voleva sentirsi più sicura.
LUCIA ~ Non è per quello.
LEO ~ Mauro?
NINA ~ (a Leo) Mauro è mio papà.
LUCIA ~ Non è per quello, e poi è solo una pausa!

Silenzio.

MEDA ~ Ci facciamo due partite alle caramelle?
LUCIA ~ (ai ragazzi) Ci mettiamo in salotto, così mi rilasso un po’.

Lucia e Meda vanno in salotto, si siedono sul divano e iniziano a giocare ognuna con il proprio pc. Si sente il suono dei videogiochi.

NINA ~ Oddio scusa. Scusami. Loro sono un casino!
LEO ~ Ma va’, sono simpatiche. (Pausa) Partite di caramelle?
NINA ~ È un videogioco stupidissimo, dove devi impilare più caramelle possibili dello stesso tipo, così esplodono e tu accumuli punti. E i punti maggiori li fai quando si formano delle caramelle gigantesche che quando esplodono si mangiano tutte quelle rimaste. E quando questa caramella gigantesca esplode, fa come un vulcano di stelline. Davvero una cosa stupida: cosa c’entrano le stelline con le caramelle?

Lui la bacia. Le altre due non si accorgono di niente.

NINA ~ Ok.
LEO ~ Ok.
NINA ~ Ok.

Pausa.

LEO ~ Penso che ora devo andare.
NINA ~ Ok.
LEO ~ Ci vediamo domani?
NINA ~ Ok.
LEO ~ (si affaccia in salotto) Arrivederci e grazie per il caffè.
LUCIA ~ (continua a giocare senza alzare lo sguardo) Ma di già? Non dovevate uscire?
NINA ~ (dalla cucina) Leo deve passare a salutare un suo amico.
LUCIA ~ Allora ci vediamo la prossima volta!
MEDA ~ Ciao Leo!
LEO ~ Arrivederci. (A Nina) Ciao! (Esce e lei va in cucina)
LUCIA ~ (dal salotto) Simpatico.
MEDA ~ (c.s.) Molto carino.
LUCIA ~ (c.s.) Un buono!
NINA ~ (guarda il muro della cucina e vede la scritta nuova) «Fino all’ultimo resto di noi, io resto».

Buio.




Scena III


In cucina. Madre e figlia sedute al tavolo. Nina ha in mano un libretto/giornale dal quale legge ad alta voce, Lucia invece un bloc-notes.

NINA ~ «Rock Rose. Frase preferita: non esiste rimedio alla mia paura. Azione: dal panico, all’eroismo. Stato negativo: attacchi di panico paralizzanti. Stato forte e acuto di terrore. Paure profonde di morte, di catastrofi e di incidenti. Pensieri di suicidio che si teme di non poter controllare».
LUCIA ~ Cosa ne pensi?

Nina non risponde.

Ti sembra che ho questi sintomi?
NINA ~ Non lo so… leggendo così non si capisce molto.
LUCIA ~ A me sembrano chiari.
NINA ~ Perché, li hai?
LUCIA ~ Be’ questo mi sembra più azzeccato. Lo segno?
NINA ~ Lo segni?
LUCIA ~ Direi di sì. (Scrive sul blocco)
NINA ~ «Clemàtis. Frase preferita: la realtà è cattiva, meglio il sogno».
LUCIA ~ Bella!
NINA ~ «Azione: dalla fuga dalla realtà, al senso della realtà. Stato negativo: adatto per coloro che non provano nessun interesse particolare verso la vita. In certi casi possono arrivare a desiderare la morte nella speranza di raggiungere una vita migliore».

Pausa.

LUCIA ~ Lo segno?
NINA ~ Mamma ti devo dire una cosa…
LUCIA ~ Scusa, lo so che ti devi preparare ma non sai la mano che mi stai dando.
NINA ~ Non è questo…
LUCIA ~ Questi pareri non se li può dare il paziente da solo, ci dev’essere qualcuno da fuori che lo conosce bene e che gli dice con obiettività se è così o no. E tu mi conosci meglio di chiunque altro.
NINA ~ Lo so mamma.
LUCIA ~ Sono fortunata ad avere te. (Pausa) Lo segno?
NINA ~ Se pensi che c’entri!
LUCIA ~ Cos’hai?
NINA ~ Niente.
LUCIA ~ È per Leo? Qualcosa non va per stasera?
NINA ~ No, è tutto a posto. Mi passa a prendere verso le sette e mezza.
LUCIA ~ Se vuoi puoi tornare più tardi, ma solo per stasera e solo se ti riaccompagna Leo. Sei contenta? Dammi un bacio.
NINA ~ (le dà un bacio. Poi) «Stella di Betlemme».
LUCIA ~ Stella di Betlemme?
NINA ~ «Frase preferita: non c’è nulla di bello, niente di interessante. Azione: dallo shock, all’assestamento. Stato negativo: Atteggiamento spento, infelice, depressione e pianto impedito. Non ha più sogni, speranze, né desideri».
LUCIA ~ Per questo non te lo chiedo neanche. (Annota)

Suonano alla porta.

NINA ~ Sarà Leo.
MEDA ~ (entra) Dov’è la spudorata?
LUCIA ~ (dalla cucina) Ti ho sentita! Sono qua.
MEDA ~ (va in cucina) Guarda cosa ti ho portato…
LUCIA ~ Ma sei pazza, quanto ti sono costati?
MEDA ~ Io ho i soldi ma tu sai cucinare.
LUCIA ~ (alla figlia) Hai visto? I carciofi quelli piccoli piccoli e tanto amari che piacciono a me.
MEDA ~ Direttamente da Sant’Erasmo.
NINA ~ Mamma posso andare, abbiamo finito?
LUCIA ~ Sì, tesoro, abbiamo finito.
MEDA ~ Che cosa?
LUCIA ~ La lista dei Fiori di Bach che devo prendere.
MEDA ~ E lo Xanax, il Minias…?
LUCIA ~ Pensavo di prendere tutto insieme, oppure devo smetterli?
MEDA ~ Secondo me non funziona niente. Delle canne forse? Tenera, non hai qualche amico che ci può dare qualche erbetta buona?
LUCIA ~ Neanche per scherzo, quella roba fa male!
MEDA ~ (ride) Porco…
LUCIA ~ Meda! (Ha un piccolo giramento di testa e si avvinghia con le mani al tavolo per tenersi salda)
MEDA ~ Il diavolo, va bene? Non ti agitare, è per fare una battuta…
LUCIA ~ Sei proprio ignorante!
NINA ~ (alla madre) Tutto ok?

Meda stacca le mani di Lucia dal tavolo e gliele massaggia per rilassarle.

LUCIA ~ Sì, Tenera, è stato un giramento leggero.
MEDA ~ Rilassale… brava. Stiamo qui a menarcela coi Fiori, lo Xanax, le badanti, almeno ci facessimo un viaggetto con qualche erba buona! Vero Tenera?

Suonano alla porta d’ingresso, Nina corre ad aprirla.

MEDA ~ Cos’ha?
LUCIA ~ Non lo so.

Entra Leo. Nina lo abbraccia, anzi gli salta letteralmente al collo e poi lo bacia fortissimo.

LEO ~ Tutto ok?
NINA ~ Andiamo via!
MEDA ~ (dalla cucina) Ciao!

I ragazzi vanno in cucina.

LEO ~ Come state?
MEDA ~ Una merda. Ma come sempre, quindi non ci lamentiamo.
LUCIA ~ Mi raccomando, la riaccompagni tu a casa, vero?
LEO ~ Certo Lucia.
NINA ~ Noi andiamo!
LEO ~ Allora ci vediamo giovedì!
LUCIA ~ Giovedì?
LEO ~ Sì, giovedì al saggio.
MEDA ~ Che saggio?
NINA ~ Niente di che, solo due canzoni.
LEO ~ Ma se ci stiamo preparando da un mese.
NINA ~ (urla) Smettila Leo, ho detto che non è niente!

Silenzio.

LUCIA ~ (a Leo) Nina sa che in questo momento non posso venire.
LEO ~ Se è per l’orario magari…
MEDA ~ No, non è per l’orario.
NINA ~ Adesso basta, è meglio se andiamo.
LUCIA ~ Mi gira solo la testa ogni tanto.
LEO ~ Non lo sapevo. E quando?
NINA ~ Le gira sempre, va bene? Per strada, al lavoro, a casa, al chiuso, all’aperto, sempre! Sempre!
LEO ~ Scusa, io non lo sapevo.
NINA ~ Adesso lo sai!

Silenzio.

LUCIA ~ Andate che prendete caldo con il cappotto.
LEO ~ Potremmo farlo qui.
NINA ~ Cosa?
LEO ~ Il saggio, solo noi due. Magari proprio giovedì dopo il saggio ufficiale.
LUCIA ~ Sarebbe bello, ma forse non è il caso.
NINA ~ Sì mamma, non è il caso.
MEDA ~ Basta che non fate tutti i Battisti e i De Gregori del cazzo, a me sembra una buona idea.
LEO ~ Facciamo qualche pezzo insieme, qualcosa voce e chitarra!
NINA ~ Davvero Leo, non serve.
LUCIA ~ Magari potremmo invitare anche Mauro…
NINA ~ Papà?
MEDA ~ Questa, invece, mi sembra proprio un’idea del cazzo.
LUCIA ~ Perché scusa? Per Nina potrebbe venire, magari dice di sì.
LEO ~ Così lo posso conoscere.
LUCIA ~ Posso preparare qualcosa per cena… tipo buffet! E poi se Mauro vuole può suonarci qualcosa. Tu non l’hai mai sentito Leo ma da giovane ha fatto tantissimi concerti e poi sa suonare qualunque cosa. Pensa che quando eravamo fidanzati andavamo in giro e lui si metteva a suonare il pozzo, come se il pozzo fosse un tamburo e la gente si fermava ad ascoltare.
MEDA ~ Che brivido.
LEO ~ Non lo sapevo! (A Nina) Così è perfetto per giovedì, gli piacerà vederti suonare.
MEDA ~ Ma tu niente vino ché con lo Xanax e i Fiori di Bach ti ritroviamo in fondo al pozzo.
LUCIA ~ Cosa dici, Tenera? Devi decidere tu.

Buio.




Scena IV


In salotto, con Nina, Leo sta accordando la chitarra e Meda fuma. Silenzio e solo il suono della chitarra che viene accordata.

LUCIA ~ (in cucina, vestita in maniera elegante, ha un quadernino in mano da cui legge e poi ripete a voce alta chiudendo gli occhi) «Le paure non possono schiacciarmi».
Le paure non possono schiacciarmi.
(Legge e ripete) «Sono una persona che vale e mi voglio bene».
Sono una persona che vale e mi voglio bene.
(c.s.) «Accetta l’errore, non siamo infallibili».
Accetta l’errore, non siamo infallibili.
MEDA ~ (dal salotto) Allora?
LUCIA ~ (dalla cucina) Arrivo! (Chiude gli occhi e ripete) «Sono una persona che vale. Sono una persona che vale. Sono una persona che vale». (Appoggia il quadernino e si mette il rossetto)
MEDA ~ (dal salotto) Ma porco-il-signore-Dio-benedetto-e-tutti-gli-angeli-del-paradiso-celeste-impestato: è più di un’ora che aspettiamo, almeno mangiamo qualcosa!
LUCIA ~ (va in salotto) Non mangiamo perché non è bello mangiare prima che arrivino tutti.
MEDA ~ (notando il rossetto) Guardala…
LUCIA ~ E allora?
LEO ~ Stai molto bene Lucia.
MEDA ~ Un po’ puttanona…
LUCIA ~ Dài, Meda!
MEDA ~ Se iniziamo, ti dico anche che mi fai sesso.
NINA ~ Sì mamma iniziamo, abbiamo chiamato ed è spento.
LUCIA ~ No, non ancora.
MEDA ~ Non verrà.
LUCIA ~ Questo non lo sappiamo.
MEDA ~ Sì, invece, lo sappiamo perché lo conosciamo e sappiamo che non gliene frega un cazzo di niente, per cui mangiamo qualcosa!
LEO ~ Magari è stato bloccato al lavoro e non riesce ad avvisarci…
NINA ~ Ma se non sai neanche che lavoro fa!
LEO ~ Sì, invece, me l’ha detto tua mamma.
LUCIA ~ Sarà in ritardo, può succedere no? Potrebbe arrivare da un momento all’altro e noi dobbiamo essere pronti!
NINA ~ Mamma…
LUCIA ~ Gli ho lasciato un messaggio in segreteria, gli ho detto che era per il tuo saggio, che era per te, che ci tenevi che ci fosse anche lui. Ho pensato che era meglio dire così. E poi gli ho parlato anche di te, sai Leo? Gli ho detto che saremmo stati qui alla sette: ho preparato i crostini, il vino c’è, la chitarra c’è, e anche noi ci siamo. Gli ho detto che saremmo stati qui, nella nostra casa, per cui dobbiamo essere pronti. Mi sono sbavata il rossetto?
MEDA ~ Hai bevuto?
NINA ~ Avrà avuto un contrattempo, è inutile aspettare.
LUCIA ~ Ma avrebbe avvertito!
NINA ~ Non lo so.
LUCIA ~ Perché non ha avvertito?
NINA ~ Non lo so!
LUCIA ~ Poteva avvertire se non veniva.
MEDA ~ Porco Dio.
LEO ~ Potremmo richiamare?
LUCIA ~ Meda se non lo vuoi vedere vai via!
MEDA ~ Non ho nessun problema io con Mauro. Se mai è lui che ha un problema con me, visto che di certo non sono una donna che si prostra ai suoi piedi, come quelle che piacciono a lui.
NINA ~ Secondo me è meglio fare un’altra volta.
LUCIA ~ No! Adesso siamo qua e rimaniamo qua!
LEO ~ Per me possiamo anche aspettare fino a mezzanotte.
MEDA ~ Tutto per colpa di ’sto coglione…
NINA ~ Dài Meda, smettila! Mamma…
LUCIA ~ Quale canzone del papà avete scelto?
LEO ~ Quella che ci hai detto tu, Lucia.
MEDA ~ Gli fai suonare una canzone di Mauro?
LUCIA ~ La mia preferita.
MEDA ~ Io vado!
NINA ~ Mamma ti prego lasciamo stare.
LUCIA ~ Vai via Meda, se sei cattiva vai via!
MEDA ~ Cattiva?
LUCIA ~ Noi aspettiamo. Vero Tenera?
MEDA ~ Io cattiva?
LUCIA ~ A differenza di quello che pensi tu le persone cambiano e noi siamo la sua famiglia.
MEDA ~ Le famiglie sono un cancro.
LUCIA ~ Ma cosa ne sai?
MEDA ~ Lo so, e infatti ho pensato bene di non fare dei figli.
LUCIA ~ Se ti sentisse la tua mamma, poveretta.
MEDA ~ Ma se neanche ci voleva.
LUCIA ~ Tutti i genitori sbagliano.
MEDA ~ Sì, ma nessuno gli ha mai ordinato di fare dei figli, se poi non sono in grado di curarseli.
LUCIA ~ Ma cosa ne sai?
MEDA ~ Lo so invece: nasci e hai i genitori che hai, e se ti va male ti capita uno come Mauro.
LUCIA ~ Tu non fai parte di questa famiglia. Quando avrai una famiglia tua potrai parlare ma visto che non ce l’hai, e non ce l’avrai mai, non ti permettere di giudicare la nostra!

Silenzio.

LEO ~ Io penso che dipenda dalle famiglie.
NINA ~ No, dipende dalle persone.
LEO ~ Sì, infatti, è quello che volevo dire, dipende dalle persone.
NINA ~ È per questo che non verrà.
LUCIA ~ Come, Tenera?
LEO ~ Ma noi possiamo suonare lo stesso no? (A Nina) Ci siamo preparati tanto…
NINA ~ Smettila Leo.
LUCIA ~ Si vede che sei un buono. I tuoi genitori devono essere orgogliosi di te.
LEO ~ Spero di sì.
LUCIA ~ Tenera sei fortunata ad avere Leo. I tuoi genitori stanno insieme?
NINA ~ Lascia stare Leo, mamma.
LUCIA ~ Volevo solo sapere. Quindi stanno ancora insieme?
LEO ~ Sì.
LUCIA ~ Sei fortunato.
LEO ~ Non lo so, dipende dai punti di vista.
LUCIA ~ E tua mamma che lavoro fa?
NINA ~ Basta mamma!
LEO ~ Insegna all’università.
NINA ~ (a lui) E tu non rispondere!
LUCIA ~ E tuo padre è molto innamorato di lei? È bella?
LEO ~ Non lo so…
LUCIA ~ Se tuo padre è innamorato deve essere bella.
NINA ~ Mamma ti prego!

Lucia prende il telefono e compone un numero.

NINA ~ (a Leo) Sei contento?
LUCIA ~ Ciao Mauro. Ti stiamo aspettando, dove sei? Non abbiamo ricevuto nessun messaggio. Vieni vero? È tutto pronto. Nina qui ti sta aspettando, si è tanto preparata e se non vieni starà male. Siamo qui. Non puoi non venire, non puoi! Se non vieni lei non capisce e ha ragione, sei sempre suo papà…
NINA ~ Mamma smettila!
LUCIA ~ …Sei suo papà e devi venire. Sta diventando brava, ha preso da te. Perché fai così? Perché non ti fai sentire? Vieni. Verrai vero? Siamo qui. (Riaggancia) Stai tranquilla tesoro, il papà ti vuole bene.

Pausa.

NINA ~ (alzandosi. A Leo) Andiamo.
LUCIA ~ Dove vai Tenera?
NINA ~ Vieni Leo, muoviti!
LEO ~ Dove vai?
NINA ~ Lo sappiamo tutti: non verrà, basta!
LUCIA ~ Tesoro non devi pensare che il papà non ti voglia bene.
NINA ~ Il papà mi vuole bene! Mi vuole bene, hai capito?
LUCIA ~ Lo so amore, è quello che ho detto.
NINA ~ No, non è quello che hai detto! Io non la volevo neanche fare questa stupida festa.
LUCIA ~ Ma l’abbiamo fatta per te, così potevi vedere il papà.
NINA ~ Non me ne frega niente di vedere il papà. L’abbiamo fatta per te che stai sempre male. Ha fatto bene ad andare via.
LUCIA ~ Tesoro… io volevo solo…
NINA ~ Cosa vuoi? Vuoi che torni? Ti vesti così, ti metti il rossetto e pensi che torni? Anche se guarisci lui non torna. Dovresti morire, questo lo farebbe tornare. E sai perché non muori mamma? Perché ci sono io. (Esce dalla porta d’ingresso)

Buio.




SECONDO ATTO

Scena I


Per tutto l'atto, Lucia è vestita in pigiama e ciabatte.
Ora è in salotto – dove c’è un albero di Natale di plastica senza decorazioni – seduta sul divano a guardare la Tv e a mangiare un pacco di biscotti.
In corridoio ci sono molti scatoloni per terra.
Suonano alla porta. Lucia nasconde il pacco di biscotti sotto un cuscino del divano e va ad aprire.


MEDA ~ (entra, ha una pianta grande e bella con un fiocco) So che ci tieni agli onomastici…
LUCIA ~ Meda!
MEDA ~ …Anche se non ho capito perché ci tieni.
LUCIA ~ Sei passata!
MEDA ~ L’ho vista tornando da scuola e niente… a me le piante fanno cagare, ma questa mi sembrava bella.
LUCIA ~ È bellissima. (Pausa) Ti fermi?
MEDA ~ Devo andare.
LUCIA ~ Solo una sigaretta, ti prego.

Meda esita, poi si avvia verso la cucina, in cui entrano. La stanza è completamente in disordine.

MEDA ~ (guardandosi attorno) Cos’è successo?
LUCIA ~ Ho avuto da fare.

Si accendono una sigaretta.

MEDA ~ Stai sempre chiusa qui dentro adesso?
LUCIA ~ Chi te l’ha detto? (Pausa) Mi sono presa un periodo di malattia. Ma stiamo bene.
MEDA ~ E stai chiusa qui.

Silenzio.

E la Tenera?
LUCIA ~ Ha molto da fare, ma va tutto bene. Stiamo bene.
MEDA ~ Bene.
LUCIA ~ Sì. (Pausa) Tua mamma come sta?
MEDA ~ Anche io ho avuto da fare.
LUCIA ~ Certo.
MEDA ~ I compiti da correggere e poi i colloqui con i genitori prima delle vacanze. Ho solo visto la pianta e niente.

Silenzio.

LUCIA ~ Sei sicura che non vuoi…
MEDA ~ No. È meglio che vada. (Fa per andare)
LUCIA ~ Meda, ti prego aspetta!
MEDA ~ Mia mamma sta morendo. È peggiorata. Il dottore ha detto che le manca poco.
LUCIA ~ Poco?
MEDA ~ Sarebbe meglio che morisse subito, così mia sorella non viene da Palermo e mi si piazza in casa con i due cani e suo marito.
LUCIA ~ Meda mi dispiace tanto.
MEDA ~ La Tania da quando l’ha saputo è diventata una cosa impossibile, piange tutto il giorno, non riesco neanche a guardare la televisione che quella piange e si dimentica di fare la spesa. (Pausa) Secondo me piange perché sa che se mia mamma muore, lei ce l’ha nel culo perché perde il lavoro.
LUCIA ~ Ma dài, Meda, piange perché le si è affezionata.
MEDA ~ Le sarò più affezionata io, scusa, eppure non piango.

Silenzio.

LUCIA ~ Come stai?
MEDA ~ Tu, come stai?

Lucia non risponde.

Gli scatoloni in corridoio pensi di aprirli prima di Natale, o ci lasci le decorazioni dentro fino a fine febbraio come al solito?
LUCIA ~ Dài, Meda…
MEDA ~ Certo che sembriamo due vecchie.
LUCIA ~ Parla per te, scusa.
MEDA ~ No no, parlo anche per te.

 

Ridono. Entra Nina dalla porta d’ingresso.

LUCIA ~ (dalla cucina) Ciao Tenera!

La ragazza non saluta, va in camera, butta lo zaino e prende una borsa.

Nina?
NINA ~ (andando in cucina) Cosa vuoi? (Vede Meda) Ah, ciao!
MEDA ~ Ciao.
NINA ~ (a Meda) Come mai sei qui?
LUCIA ~ La Meda è venuta a portarmi una bella pianta per Santa Lucia.
MEDA ~ Solo un pensiero.
LUCIA ~ Adesso che c’è anche la Tenera possiamo mangiare qualcosa insieme, in fondo è la mia festa…
NINA ~ Non ti vediamo da tanto, pensavo non saresti più passata.
LUCIA ~ E invece eccola qui! Faccio un sughino fresco? Perché non chiami anche Leo?
NINA ~ Perché Leo sta con me e non con la mamma della sua ragazza. (Pausa) Cosa hai fatto tutto questo tempo? La mamma ti avrà chiamata centinaia di volte.
MEDA ~ Avevo da fare.
LUCIA ~ La mamma della Meda non sta bene.
MEDA ~ Sta morendo.
NINA ~ È per questo che sei qui?
LUCIA ~ Non è importante perché, l’importante è che siamo qui adesso.
NINA ~ Quando la mamma si è messa in aspettativa dal lavoro pensavo vi sareste viste di più, ma niente.
LUCIA ~ Dài, Tenera.
NINA ~ Allora quando le è arrivata la lettera di licenziamento ho detto: «Ecco sicuramente ora verrà», ma niente.
MEDA ~ Licenziamento?
LUCIA ~ Smettila Nina!
MEDA ~ (a Lucia) Perché non me l’hai detto?
NINA ~ Così pensavo a tutte le volte che venivi qui. A tutte le volte che ci dicevi quello che bisognava fare, e mi chiedevo perché adesso la Meda se ne frega di noi? E poi ho capito: la mamma aveva
MEDA ~ Ho sbagliato a venire. (Si alza e fa per andare)
LUCIA ~ Meda io non lo penso. Io non avevo ragione, tu fai parte di questa famiglia, sei un’amica per me. Meda rimani, è tutto come prima.
MEDA ~ No, non è come prima!
LUCIA ~ Sì invece, siamo noi, stiamo bene…
NINA ~ Mamma perché non le dici la verità?
LUCIA ~ Che verità?
NINA ~ La mamma non ti vuole qui.
LUCIA ~ Non è vero Meda.
NINA ~ Di’ alla Meda che quando lei insultava il papà, tu poi andavi a piangere in camera.
LUCIA ~ Non è vero!
NINA ~ Diceva che andava a fare gli esercizi per la cervicale e invece andava a piangere. O quando voleva andare in vacanza e tu le dicevi che non ce l’avrebbe mai fatta a fare il viaggio in treno, lei rimaneva a casa a farti da mangiare e poi piangeva. Vero mamma?

Lucia non risponde.

(a Meda) Ma tu lo sapevi, no?

Meda non risponde.

Certo che lo sapevi. Lei non deve essere felice, se no poi tu come fai a non sentirti una fallita?
MEDA ~ Non mi chiamarmi più Lucia.
LUCIA ~ Meda!

Meda si riprende la pianta ed esce.

Perché fai così?

Nina fa per uscire.

Dove vai? Torni a dormire?
NINA ~ No.
LUCIA ~ Cosa ti ho fatto?

Nina non risponde.

Tenera, io ti voglio bene.
NINA ~ Io e Leo partiamo il 22 dopo la scuola, passiamo il Natale a Londra e non so quando torniamo!
LUCIA ~ Non puoi farlo!
NINA ~ Sì che posso, sei tu che non lo sai. (Esce sbattendo la porta d’ingresso)

Buio.



 

Scena II


Scatoloni aperti in corridoio.
Lucia in salotto sta addobbando l’albero di Natale. Si muove lentamente come se non avesse molto equilibrio.
Nina e Leo sono in camera. Lei suona e canta
Tropicana meglio dell’altra volta – quindi più sciolta – ma ancora non in modo perfetto.

NINA ~ «Noi eravamo lì, dimmi dimmi
non ti senti come al cinema.
Noi eravamo lì, dolci dolci
come dentro a un film.
Mentre la tivù diceva,
mentre la tivù cantava
bevila perché è Tropicana ye’!»
LEO ~ Direi meglio.
NINA ~ Non è semplice sai? Questa canzone ha dei cambi strani e poi è una questione di ritmo.
LEO ~ Non capisco perché ti sei fissata con questa canzone.
NINA ~ Ha dei cambi in battere e in levare che sembrano da niente, ma invece se uno li impara poi può suonare qualunque canzone.
LEO ~ Con Tropicana?
NINA ~ Sì.
LEO ~ Ma chi te l’ha detto?
NINA ~ Nessuno, è così e basta!
LEO ~ Dovresti ritornare al corso.
NINA ~ Ti ho detto che non mi va più.
LEO ~ Cos’hai?
NINA ~ Niente.
LEO ~ Era più bello quando c’eri anche tu.
NINA ~ Suonare è una cazzata, nessuno poi lo fa nella vita.
LEO ~ Non è vero.
NINA ~ Sì invece, voglio imparare solo questa canzone e poi basta.

Pausa.

LEO ~ Sei sicura di voler partire?
NINA ~ Perché?
LEO ~ Non penso sia una buona idea.
NINA ~ Ho già comprato i biglietti.
LEO ~ Dovevi chiedermelo prima!
NINA ~ Non capisco cos’hai da lamentarti, andiamo a Londra e festeggiamo il Natale là!
LEO ~ I miei genitori hanno i miei fratelli, è diverso, tua madre è da sola.
NINA ~ Ti ricordo che questo è il mio regalo di Natale per te, potresti essere un po’ più entusiasta.
LEO ~ Lo sono. È solo che vorrei fare la cosa giusta.
NINA ~ Non vuoi farmi felice?
LEO ~ Certo!
NINA ~ Allora parti con me.

Lucia, in salotto, ha un giramento di testa e fa cadere un vassoio pieno di palle di Natale che fa molto rumore. Respirando affannosamente si butta a terra, a gattoni, per raccogliere le cose che ha fatto cadere. Leo, seguito da Nina, va in salotto.

LEO ~ (chinandosi a raccogliere quanto è caduto) Ti aiuto. Tutto bene?
LUCIA ~ Mi è solo scivolato il vassoio.
LEO ~ Succede.
LUCIA ~ Mi è solo scivolato.
NINA ~ (a Lucia) Non riesci proprio a fare niente. Vieni Leo.
LEO ~ Aspetta un attimo. (Aiutando Lucia)
NINA ~ (alla madre) Non capisco neanche perché lo fai.
LUCIA ~ È Natale.
NINA ~ Tanto non ci sarà nessuno.
LUCIA ~ È comunque Natale e lo passiamo come possiamo.
LEO ~ Sta venendo molto bene l’albero.
LUCIA ~ Grazie. I tuo genitori cosa fanno a Natale?
LEO ~ Niente… invitano i parenti e poi si mangia tantissimo come al solito.
LUCIA ~ È il Natale. Quando Nina era piccola festeggiavamo sempre dalla nonna Isa e dal nonno Fausto, i genitori di Mauro. E c’erano anche tutti i suoi cugini, i fratelli, eravamo più di venti persone…
NINA ~ Ti vuole impietosire con la storia del Natale felice, tanto non era così.
LUCIA ~ Sì invece, eravamo felici.
LEO ~ E dove sono adesso?
NINA ~ Sempre là, solo che siccome hanno un po’ di cervello non ci vogliono più.
LUCIA ~ Era una festa bellissima. Le zie preparavano cibo per un esercito: il vitello al latte, la mostarda con il mascarpone, il bollito, la torta di pesche della zia Anna. La nonna Isa metteva una piccolo regalino-segnaposto sul bicchiere di ognuno. Il nonno Fausto, invece, preparava il suo albero di Natale speciale. Lo metteva sopra un tavolo, e alla base ci costruiva un presepe di cartapesta con le grotte e le montagne. E poi posizionava tutto sopra un marchingegno che ruotava, e sotto al marchingegno ci metteva delle damigiane di vino, così tu potevi mettere il tuo bicchiere dentro una grotta del presepe e schiacciando una leva usciva il vino.
LEO ~ Pazzesco!
LUCIA ~ Sia bianco, che rosso. E si andava avanti per giorni, così solo a mangiare e a giocare a carte. (Pausa) Siete proprio sicuri di voler partire?
NINA ~ Vieni Leo!
LUCIA ~ Dico solo che potreste andare dopo Natale.
LEO ~ Non abbiamo ancora deciso veramente.
NINA ~ Sì, invece!
LUCIA ~ Potremmo fare una cena qui. (A lui) Se vuoi puoi dirlo anche ai tuoi genitori…
NINA ~ Il papà mi ha scritto una lettera.
LUCIA ~ Cosa?
NINA ~ Il papà mi ha scritto una lettera. Mi ha scritto per dirmi che regalo mi vuole fare per Natale, e sai che regalo è? (Pausa) Un fratellino.

Lucia tira uno schiaffo a Nina.

Sembra che sia felice, è una bella lettera lunga in cui non parla mai di te. Ha una donna, hanno una casa e tra poco avranno anche un figlio. Mi ha chiesto se mi piacerebbe dare un nome al mio nuovo fratellino.

Lucia tira un altro schiaffo a Nina.

Adesso puoi pure finire la tua storia sul Natale felice a Leo.
LUCIA ~ (si gira prende l’albero di Natale e lo scaraventa a terra. Poi lo trascina fino all’ingresso di casa, apre la porta e lo butta fuori di fronte a Nina) Sei una stupida! Sei stupida! Stupida! (Prende il telefono e compone un numero. Parlando alla segreteria telefonica) Mauro dove sei? Mauro rispondi. Devi tornare qui, hai capito? Adesso basta. Adesso sono stanca, devi tornare. Noi siamo qui. Io sono qui. Mauro? Per favore, io ti aspetto a casa. Per favore. (Riaggancia. Alla figlia) Sei una stupida! Adesso metti tutto a posto e se non ti sta bene allora vattene! (Va in salotto ed esce da una quinta).

 

Silenzio. I ragazzi rimangono fermi.

LEO ~ (dopo un po’, inizia a raccogliere lentamente le decorazioni rotte a terra) Mi dispiace. Io non lo sapevo.

Lei non risponde.

Non ti preoccupare metto a posto io qui.
NINA ~ Smettila.

Silenzio.

LEO ~ Posso fare qualcosa?
NINA ~ Stai qui.
LEO ~ Io sono qui.

Pausa.

NINA ~ Ho pensato a vari nomi, sai?
LEO ~ Ok.
NINA ~ Sì.
LEO ~ E ne hai trovato qualcuno che ti piace?
NINA ~ Tanto non sarà mai mio fratello, perché dovrei decidere il suo nome?
LEO ~ Non sei obbligata.
NINA ~ Lo so. (Pausa) Ci sono pochissimi nomi da maschio che sono decenti.
LEO ~ Leonardo! Scusa, ho detto una cazzata.
NINA ~ Leonardo è un nome da snob.
LEO ~ Io non sono snob.
NINA ~ Non c’entra, a volte capita che hai un nome da snob e poi vieni su snob. A te non è successo ma può capitare. Per esempio se uno si chiama Fabrizio molto probabilmente sarà uno scassacazzi.
LEO ~ Come Fabrizio della 5ˆ D!
NINA ~ E poi mi piacciono i nomi da femmina.
LEO ~ Tipo?
NINA ~ Sofia.
LEO ~ Abbastanza…
NINA ~ O Emma, Emma è il mio preferito!
LEO ~ Emma non è male.

Pausa.

NINA ~ Credi che mi assomiglierà?
LEO ~ Non lo so, dipende.
NINA ~ Tanto sarà un maschio. Dicono che i maschi prendono dalla mamma e le femmine dal papà. Tu infatti assomigli a tua mamma.
LEO ~ E tu assomigli a tuo papà?
NINA ~ No.
LEO ~ Mi piacerebbe vederlo una volta, non per conoscerlo, solo per vedere com’è.

Pausa.

NINA ~ Se vuoi ti posso mostrare una foto.
LEO ~ Davvero?
NINA ~ È una stupida foto di un po’ di anni fa. (Prende una foto dalla tasca)
LEO ~ È tuo papà?
NINA ~ Sì, perché?
LEO ~ Me lo immaginavo più vecchio. Dove eravate?
NINA ~ In vacanza, in campeggio. Quella era la nostra roulotte.
LEO ~ Un pochino vi assomigliate, ma non tanto.

Gli prende la foto e la mette via.

Non ti devi preoccupare, se non lo vorrai mai vedere per tutta la tua vita non sarai obbligata a farlo.
NINA ~ Lo so.
LEO ~ Non vivrete neanche insieme, e ti assicuro che non è così male.
NINA ~ Perché?
LEO ~ Certe volte essere figli unici è molto meglio: hai una camera tutta per te, non vieni picchiato, non c’è nessuno che ti sveglia di notte o che ti chiede di parargli il culo perché ha fatto un casino…
NINA ~ Non sembra così male.
LEO ~ A volte è bello, altre no.
NINA ~ (lo bacia) Ti amo.
LEO ~ Anch’io.
NINA ~ Non lasciarmi.
LEO ~ Perché dovrei lasciarti?
NINA ~ Mai.

Buio.



 

Scena III


Notte.
Lucia sta dormendo sul divano in salotto. È contornata da pacchi di biscotti, medicine e portacenere. In corridoio ci sono ancora gli scatoloni e l’albero di Natale distrutto, con le decorazioni rotte a terra.
Entrano Nina e Leo dalla porta d’ingresso nella penombra. Lui inciampa.


NINA ~ Shh!
LEO ~ Ma che cazzo è?
NINA ~ Il Natale!

Ridono.

LEO e NINA ~ Shhhh!!!!!!

Lui si dirige verso la camera.

NINA ~ Aspetta. (Lo prende per un braccio e lo trascina verso la cucina)
LEO ~ (la segue sempre inciampando) Dove vai?

In cucina, lei gli slaccia i pantaloni.

Cosa fai?

Cerca di togliergli la maglietta, ma lui la ferma.

LEO ~ Aspetta, aspetta!
NINA ~ Cos’hai?
LEO ~ Non possiamo.
NINA ~ Pensavo lo volessi anche tu.
LEO ~ No! Cioè sì, ma andiamo di là.
NINA ~ Io ho voglia di farlo qui.
LEO ~ C’è tua madre.
NINA ~ Sarà a letto da ore. (Si toglie la maglietta)
LEO ~ Andiamo in camera!
NINA ~ Cos’hai? Paura?
LEO ~ No.

Gli toglie la maglietta. Si baciano e si toccano.

LEO ~ Aspetta!
NINA ~ Cosa c’è?
LEO ~ Ho sentito un rumore.
NINA ~ Io non ho sentito niente. (Lo bacia)
LEO ~ Per favore andiamo di là.
NINA ~ Mia mamma prende i sonniferi, non sentirebbe nemmeno una bomba.
LEO ~ È solo che qui non mi sembra il posto.
NINA ~ Ho voglia di fare l’amore con te.
LEO ~ Sei bellissima.
NINA ~ Anche tu.
LEO ~ Non è vero.
NINA ~ Sì! (Pausa) Mi ami?
LEO ~ Ti amo.

La bacia e la stende sul tavolo. Iniziano a baciarsi e toccarsi. Lui dà le spalle all’entrata. Lentamente Lucia si sveglia, si alza. Attraversa il salotto e il corridoio, varca la soglia della cucina e si ferma.

LUCIA ~ Leo. Nina.
NINA ~ Cosa vuoi?
LUCIA ~ Io non volevo…

Leo corre verso l’ingresso di casa.

NINA ~ (lo raggiunge) Dove vai?
LEO ~ Te l’avevo detto io.
NINA ~ Cosa?
LEO ~ Dovevamo andare in camera, non so perché siamo rimasti. (Pausa) Tu lo volevi!
NINA ~ Ma cosa dici?
LEO ~ Lo volevi?
NINA ~ Calmati, guarda che è mia mamma che ci ha beccati mica la tua.
LEO ~ Tu lo volevi!
NINA ~ Dài, Leo… (Lo bacia)
LEO ~ (si ritrae) Tua madre, cazzo! Non mi chiamare più.
NINA ~ Cosa?
LEO ~ Lasciami in pace.
NINA ~ Leo non puoi lasciarmi. Ti prego non puoi lasciarmi. Io ho bisogno di te. Tu hai detto che mi ami. Leo guardami. Ti prego siamo noi, io ti amo, non lasciarmi.
LEO ~ Mi dispiace.
NINA ~ Come faccio senza di te?

Leo esce dalla porta principale. Lei corre in cucina.

Vaffanculo!
LUCIA ~ Tenera.
NINA ~ Sei una stronza!
LUCIA ~ Non puoi parlarmi così.
NINA ~ Vaffanculo!
LUCIA ~ (urla) Non mi parlare così!
NINA ~ (le sputa addosso) È tutta colpa tua! È colpa tua! Non c’è più niente, è tutta colpa tua! (Si accascia a terra)

Silenzio. La madre va ad abbracciarla.

Manca anche a me.

Buio.




TERZO ATTO

Scena I


Vigilia di Natale. Nina sta cucinando. Meda è in salotto e cerca di far funzionare un nuovo albero di Natale di plastica, con le lucine a led.

MEDA ~ (dal salotto, armeggiando con l’albero) Maledetti di cinesi di merda! Ho capito che costa poco, ma potrebbero costruirli che funzionano almeno una volta. Poi uno dice che vorrebbe che morissero tutti, però se me lo metti sempre nel culo è ovvio che voglio darti fuoco!
NINA ~ (dalla cucina) Meda, il tuo sugo!
MEDA ~ Diciannove combinazioni luminose… vaffanculo! (Va in cucina)
NINA ~ Cerchiamo di non bruciare tutto…
MEDA ~ Al massimo c’è sempre il panettone, possiamo mangiare quello.
NINA ~ E la crema al mascarpone.
MEDA ~ (guardando la crema che la ragazza sta preparando) Sembra buona.
NINA ~ Non sono brava come lei.
MEDA ~ Invece è bella gialla. (Assaggia il sugo) Non si è bruciato.
NINA ~ Passami lo zucchero.
MEDA ~ Sono stata brava. (Passa lo zucchero e si accende una sigaretta)
NINA ~ Grazie che sei qui. Sei sicura che non vuoi stare un po’ con tua mamma?
MEDA ~ Preferisco aspettare da distante.
NINA ~ Magari potevamo passare la vigilia con lei.
MEDA ~ Non riconosce nemmeno me, Tenera. Grazie a Dio, un cane di mia sorella si è ammalato, così almeno lei è bloccata a Palermo.
NINA ~ Ma se muore?
MEDA ~ Mia mamma o il cane?
NINA ~ Dài, Meda! (Ride) Venderai la casa?
MEDA ~ Forse.
NINA ~ Potresti finalmente vivere in un posto solo tuo. Non sei mai andata via da qui.
MEDA ~ Mia sorella è stata più furba, se n’è andata via prima di me, tutto qua. Poi è morto mio padre, così mia madre è rimasta sola con me. Mia sorella si è spostata e ha fatto una figlia, una fuori di testa che mi sono curata io, e sai perché? Sempre per lo stesso motivo: c’è chi se ne frega e chi se la prende nel culo.
NINA ~ Ma è lei che ha sbagliato, tu sei stata più buona.
MEDA ~ Non c’è niente di buono nel rimanere bloccati. (Pausa) Le persone a volte diventano cattive, soprattutto quelle che ti amano di più.

Pausa.

NINA ~ Non volevo dire le cose che ho detto su di te.
MEDA ~ Io penso di sì e penso che avevi ragione. (Pausa) Avrei potuto andare via da qui, certo che avrei potuto. Ma adesso… Ho avuto paura, tutto qua. Forse non lo volevo abbastanza, non lo so. Così sono rimasta, mentre gli altri se ne andavano via.
NINA ~ Ti sei sentita sola?
MEDA ~ Sì.
NINA ~ Ma poi è passata questa sensazione?
MEDA ~ Ti senti sola?

Nina non risponde.

È una condizione che non passa mai. A volte non te ne accorgi nemmeno. Poi però succede che in alcuni momenti, incontri delle persone sole come te con cui riesci a farti compagnia.
NINA ~ Tutto qua?
MEDA ~ Sì, ma non è poi così male. (Suona una sveglia, con un suono molto forte e prende paura) Porco Dio!
NINA ~ (ride) È la sveglia per le medicine!
MEDA ~ Ecco, avrei potuto morire così!
NINA ~ Dài, Meda!

Entra Lucia dalla quinta e va in salotto. Cammina lentamente. È in pigiama.
Nelle battute che seguono, Meda finisce di cucinare la pasta e il sugo al pomodoro: per cui taglia, mescola, assaggia, eccetera.


LUCIA ~ Tenera?
NINA ~ (va in salotto e la prende sottobraccio) Mamma ti sei alzata?
LUCIA ~ Non mi piace stare sempre a letto.
NINA ~ Il dottore ha detto…
LUCIA ~ C’è un albero nuovo?
NINA ~ L’ha portato la Meda ma non si accende.
MEDA ~ (dalla cucina) Cinesi di merda!

Lucia cerca di accucciarsi per farlo funzionare.

NINA ~ Mamma lo sai che non ti devi sforzare.
LUCIA ~ Vorrei vederlo acceso.
MEDA ~ (dalla cucina) Maledetti ladri!
NINA ~ (armeggia con l’albero) Si è acceso!
LUCIA ~ Hai visto.
NINA ~ Meda si è acceso!
MEDA ~ (dalla cucina) 25 euro!
NINA ~ È bello.
LUCIA ~ Siediti un po’ qui con me, Tenera. (Si siede lentamente sul divano) Oggi alla radio ho sentito il nuovo Papa che diceva…
NINA ~ Mamma non devi ascoltare il Papa.
LUCIA ~ Questo è un Papa francescano, è diverso. Il nuovo Papa diceva che chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.
NINA ~ Mamma, ma questo l’ha detto Borsellino non il Papa.
LUCIA ~ Va’ bene Tenera, l’ha detto chi vuoi ma non è questo il punto, capisci?
NINA ~ Non molto.
LUCIA ~ Bisogna imparare a vedere le cose, me l’ha detto anche lo psicologo. È che non so bene come si fa. (Pausa) Il papà ha una nuova casa, ha una donna, un giardino, e avrà anche un figlio, e io non ci avevo pensato. Non avevo pensato a niente. Dovevo capire, è che a volte non ci riesco.
NINA ~ Neanch’io mamma. Comunque non ho ancora risposto alla lettera del papà e non lo farò.
LUCIA ~ Ecco, è proprio questo il punto! Borsellino e il Papa hanno ragione: se vuoi fare una cosa, qualsiasi cosa sia, devi farla!
MEDA ~ È pronto! (Entra in salotto con i piatti di pasta) Non sono mica la governante, cazzo! Tieni Spudorata! (Le porge un piatto)
LUCIA ~ Grazie Meda! (Accende la televisione sulla Santa Messa della vigilia di Natale trasmessa dal Vaticano)
MEDA ~ Pasta al pomodoro.
NINA ~ Buon appetito e buon Natale!
LUCIA ~ Auguri!

Mangiano.
Dalla tv: «In questa notte, come un fascio di luce chiarissima, risuona l’annuncio dell’Apostolo: “È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini”. La grazia che è apparsa nel mondo è Gesù, nato dalla Vergine Maria, vero uomo e vero…»


MEDA ~ Porco Dio, Lucia, spegni ’sta merda che mi fa andare di traverso la pasta.
LUCIA ~ Meda non puoi bestemmiare durante la messa di Natale!
MEDA ~ Lo so Lucia che oggi Gesù è più sensibile ma ci ha rotto i coglioni lo stesso.
LUCIA ~ Abbasso l’audio, però la teniamo accesa ché quando fa la benedizione finale voglio prenderla. (Abbassa l’audio)
MEDA ~ Se va a questa velocità sarà già l’Epifania.
LUCIA ~ Apriamo i regali?
NINA ~ Ma avevamo detto che non ce li facevamo.
LUCIA ~ Infatti sono due sciocchezze. (Prende due pacchettini) Questo è per la Meda che è stata cattiva. E questo è per te. Auguri!

Scartano i pacchettini.

NINA ~ Un diario!
MEDA ~ Grazie. Anche tre “Milionari”!
LUCIA ~ Le sigarette, così finisci di rubare le mie, e i “Gratta e Vinci!” così se vinci mi fai un bel regalo.
MEDA ~ Grattiamoli adesso, uno a testa.
NINA ~ Ma sono tuoi, Meda.
MEDA ~ Dài, Tenera, che magari mi porti fortuna.
LUCIA ~ E io scusa? Guarda che te li ho comprati io!
MEDA ~ Tieni serpe! Allora prima si grattano tutti i numeri su.

 

Tutte e tre grattano.

E poi bisogna grattare quelli sotto e vedere se corrispondono. Partiamo con la prima linea.

Tutte grattano.

Niente.
LUCIA ~ Niente.
NINA ~ Niente.
MEDA ~ La seconda.

Grattano.

Niente.
LUCIA ~ Niente.
NINA ~ Niente.
MEDA ~ Però Lucia, cazzo!
LUCIA ~ Dài, Meda!

Grattano.

NINA ~ Il mio c’è!
MEDA ~ Sapevo Tenera che mi portavi fortuna. (Gratta) Io non ho un cazzo.
LUCIA ~ Neanch’io…
NINA ~ (gratta) Ce n’è un altro!
MEDA ~ Un altro? Gratta l’ultima Tenera, se ce n’è un altro abbiamo vinto 50.000 euro.
LUCIA ~ Madonna Meda! 50.000 euro!!!
NINA ~ Cosa ci potremmo fare con 50.000 euro?
LUCIA ~ Io vorrei ristrutturare tutta la casa. Magari mettere un secondo bagno: così se un giorno mi prendo una badante, ha il suo bagno privato.
MEDA ~ Che allegria!
LUCIA ~ E poi mi comprerei anche un bel cappotto da Max Mara.
MEDA ~ Io vi manderei a ’fanculo tutti e andrei a vivere in una casa isolata in Borgogna, con qualche libro antico da sfogliare e nessuna rottura di cazzo.
LUCIA ~ E io?
MEDA ~ E tu qui nel bagno nuovo con la badante! (Ride)
LUCIA ~ Ignorante!
NINA ~ Allora gratto?
MEDA ~ Speriamo!
NINA ~ (gratta) Niente.
MEDA ~ Cazzo Lucia porti sfiga! Ecco i miei regali. Tenera, per te questi.
NINA ~ 50 euro, grazie!
MEDA ~ E a te, questi.
LUCIA ~ (apre) Meda!
MEDA ~ Sono di mia mamma. Te li do prima che arrivi mia sorella e si porti via tutto.
LUCIA ~ (indossa gli orecchini) Grazie, davvero.
NINA ~ Stai benissimo! Io però non ho comprato niente…
LUCIA ~ È lo stesso.
NINA ~ Magari vi posso far sentire una cosa. (Corre in camera e torna con la chitarra)
MEDA ~ Finalmente!
NINA ~ Allora… è una canzone che sto cercando di imparare da tanto, perché è una canzone speciale, ma non è facile. Sicuramente la conoscete. Anche se è stupida non vi mettete a ridere!
MEDA ~ Qualunque cosa è meglio di questi castrati alla Tv.
NINA ~ (inizia a suonare, bene senza esitazioni, e a cantare) «Ma che strano sogno
di un vulcano e una città
gente che ballava sopra un’isola.
Suonava Blue Gardenia
un’orchestrina jazz
l’acqua ribolliva lentamente ad est.
L’esplosione poi, dolce dolce.

Anche la madre comincia a cantare.

Un’abbronzatura atomica.
Tra la musica, dolce dolce
tutto andava giù».

Musica e dialoghi in contemporanea.

«Mentre la tivù diceva,
mentre la tivù cantava
bevila perché è Tropicana ye’!
Mentre la tivù diceva,
mentre la tivù cantava
bevila perché è Tropicana ye’!
Brucia nella notte
la città di San José
Radio Cuba urlava fuori da un caffè
la lava incandescente
gremava gli hulahop
l’uragano travolgeva i bungalow.
E stavamo lì, dimmi dimmi
non ti senti come al cinema?
E stavamo lì, dolci dolci
come dentro a un film.
Mentre la tivù diceva,
mentre la tivù cantava»…
LUCIA ~ Dài Meda balliamo!
MEDA ~ Ma sei scema?
LUCIA ~ (canta) «Bevila perché è Tropicana ye’!»
MEDA ~ Dài, Lucia non sono capace.
LUCIA ~ Ma sì! Brava Tenera, continua!
(Canta) «Bevila perché è Tropicana ye’!»
(prende Meda.
Iniziano a ballare
)
MEDA ~ Cosa fai? Madonna mia!
LUCIA ~ Forza su! Muovi le gambe Meda!
MEDA ~ Ma dài Lucia ho le ciabatte…
LUCIA ~ (canta)
«E stavamo lì, dimmi dimmi».
MEDA ~ Ma cosa ho fatto di male?
LUCIA ~ (c.s.) «E stavamo lì, dolci dolci».
MEDA ~ Che serata…
LUCIA ~ (c.s.) «Mentre la tivù diceva»…
MEDA ~ (canta) Pooorco Diooooo.
Suonano alla porta. Il campanello interrompe la canzone. Tutte rimangono immobili.

MEDA ~ Chi è?
LUCIA ~ Nessuno, non aspettiamo nessuno.
NINA ~ Magari è Busetto, abbiamo suonato troppo forte?
LUCIA ~ Sarà uno scherzo.

Suonano alla porta.

MEDA ~ Se mia mamma fosse morta, la Tania avrebbe chiamato…

Suonano alla porta.

NINA ~ (va all’ingresso. Guarda dallo spioncino) È Leo! (Apre)
LEO ~ Ciao.
NINA ~ Ciao.
LEO ~ Sono solo passato per farti gli auguri.
NINA ~ Grazie. (Pausa) Anche io ti faccio gli auguri. Auguri.
LEO ~ Grazie.
NINA ~ Sono felice che sei passato.
LEO ~ Volevo darti questo. L’avevo iniziato a fare prima che…
NINA ~ Sì, ho capito.
LEO ~ Ho pensato che fosse giusto dartelo.
NINA ~ (apre il pacchetto) È bellissimo! L’hai fatto tu?
LEO ~ Ci ho masterizzato su varie canzoni.
NINA ~ Grazie!
LEO ~ Dietro ci sono anche i titoli.
NINA ~ Anche gli Smiths!

Pausa.

LEO ~ Ok, allora io vado, devo raggiungere i miei. (Fa per uscire)
NINA ~ Se vuoi possiamo ascoltare una canzone. Vedere se funziona il cd.
LEO ~ Ok.

Vanno in camera. Nina mette il cd nello stereo e fa partire dallo stereo Asleep degli Smiths. Le altre due in salotto fumano e mangiano il panettone.

MEDA ~ Sono andati in camera.
LUCIA ~ Bene. (Pausa) Hanno messo una canzone.
MEDA ~ Bene.

Leo si avvicina a Nina e iniziano a ballare lentamente.

NINA ~ Le persone dovrebbero sempre ascoltare della musica così.
LEO ~ Sì. Non dovrebbero smettere.
NINA ~ Perché quando le persone diventano grandi smettono?
LEO ~ Non lo so.
NINA ~ I grandi ascoltano la musica solo per ballare o per far passare il tempo. Non la ascoltano per poi mettersi a piangere.
LEO ~ Noi sì.
NINA ~ Noi sì.

Si baciano e continuano a ballare. Dopo un po’ suona il telefono e lei risponde.

NINA ~ Pronto? (Pausa) Ciao. (Pausa) Bene. (Pausa) Sì, lo so. No, non ancora. (Pausa) Ho capito. Sì… (Pausa) Va’ bene. (Pausa) Ciao. (Riaggancia e rimane immobile)
LEO ~ Chi era?

Nina non risponde.

Cos’hai?
NINA ~ Sta nascendo.
LEO ~ Chi?
NINA ~ Era mio papà.
LEO ~ Tuo papà?
NINA ~ Sì.
LEO ~ Ti ha telefonato?
NINA ~ È la prima volta.
LEO ~ Ok.
NINA ~ Il bambino sta nascendo e voleva dirmelo.
LEO ~ Ok.
NINA ~ Sta nascendo e voleva dirlo, a me. Voleva sapere se ho scelto un nome. Ha detto che non ha chiamato nessuno. Oddio scusa, mi dispiace!
LEO ~ No, è tutto ok.
NINA ~ Io non ho un nome! Non sapevo che era lui, e gli ho risposto.
LEO ~ Stai calma.
NINA ~ Non può nascere adesso! (Va in salotto, seguita da Leo) Mamma.
LUCIA ~ Cos’è successo?
LEO ~ Ha chiamato Mauro. Il bambino sta nascendo.
NINA ~ Cosa devo fare?
LUCIA ~ Non lo so, tesoro.
NINA ~ È troppo presto.
LEO ~ Non devi decidere per forza questo nome, e non devi per forza parlare con lui.
NINA ~ Non devo, vero? Se non voglio, non devo andare?
LUCIA ~ No.
NINA ~ Non lo so, io non ho deciso niente.

Pausa.

MEDA ~ Il nome è importante.
NINA ~ Non so cosa dirgli.
LUCIA ~ Vai che non c’è molto tempo. Noi ti aspettiamo qua.
LEO ~ Sì, io non vado da nessuna parte.

Nina dà un bacio a Leo ed esce dalla porta d’ingresso.
Silenzio.


MEDA ~ Ciao Leo!
LEO ~ Buon Natale…
LUCIA ~ Che bello che sei qui!
MEDA ~ È meglio se assaggiamo un pezzo di panettone. È costato 18 euro, ma almeno la cioccolata sa di cioccolata e non di merda.

Lui ride.

LUCIA ~ Dài, Meda!
LEO ~ (mangiando il panettone) È buonissimo!
LUCIA ~ Andrà tutto bene, vero?
MEDA ~ Andrà, e poi vedremo.
LUCIA ~ Sono proprio felice che ci sei, Leo.
LEO ~ Anch’io.
MEDA ~ Lascia in pace Leo.
LUCIA ~ Zitti, c’è la benedizione! (Alza il volume della televisione)

Dalla Tv: «Il Signore ci ripete: “Non temete”. E anch’io ripeto a tutti voi: non temete! Egli è la luce che rischiara le tenebre. Egli è la misericordia: il nostro Padre ci perdona sempre».

Lentamente la luce scende su di loro, lasciando illuminato solo l’albero di Natale.
Buio.



 

EPILOGO


NINA ~ (sola in scena, come sospesa nel tempo) Volevo un nome che significasse qualcosa di bello, perché il nome è importante. Ne ho pensati tanti ma mi sembravano tutti così inutili, poi ieri notte l’ho sognato. Eravamo insieme al mare, lui era piccolo, io stavo nell’acqua mentre lui era sopra uno scoglio. Non voleva buttarsi, aveva paura. Così io gli dicevo: «Buttati Luca, non avere paura, ti prendo io!». (Pausa) E lui si buttava.