Vita d’azienda

di

Giancarlo Ferraris




I personaggi

Mirko Landi, trentenne, laureato
La madre di Mirko
Il padre di Mirko
Pantella, responsabile dell’Ufficio del Personale della Compass
Rubbi, funzionario dell’Ufficio Sicurezza della Compass
Scalombri, responsabile dell’Ufficio Amministrativo della Compass
Marica, impiegata dell’Ufficio Amministrativo della Compass
Rosa, impiegata dell’Ufficio Amministrativo della Compass
Enzo, impiegato dell’Ufficio Amministrativo della Compass
Stefano, impiegato dell’Ufficio Amministrativo della Compass
Torresi, responsabile amministrativo della Tecnoplus
Panfili, responsabile amministrativo della Comunica Today

Inoltre: la segretaria di Pantella, il Centralino della Tecnoplus, il Centralino della Compass

I tre punti di sospensione indicano:
- brevi momenti di pausa nei discorsi dei personaggi;
- discorsi interrotti o sospesi.
Primo momento

Mattina presto di un lunedì di metà gennaio. Nella cucina di una casa della piccola borghesia italiana, Mirko Landi, trentenne laureato in economia, sta per fare colazione. È il suo primo giorno di lavoro presso la Compass, una grande azienda di servizi.

Mirko
Mamma!… Ma quanta roba mi hai preparato per colazione questa mattina?!

La madre
Oggi è il tuo primo giorno di lavoro e devi essere in forma!

Mirko
Mamma!… Vado a lavorare in un ufficio, non in miniera o nei campi!

La madre
Ufficio o miniera o campi che sia, vai a lavorare e voglio che tu stia bene e sii in forza.

Mirko passa in rassegna tutto quello che la madre gli ha preparato per la prima colazione.

Mirko
Una megatazza di caffelatte, due brioches, una alla crema e l’altra alla marmellata, corn flakes, fette biscottate, burro, ben cinque vaschette di marmellata e tre qualità di biscotti!… Più che una prima colazione sembra un pranzo di gala!

La madre si avvicina a Mirko con fare premuroso.

La madre
Mangia!… E sbrigati, sennò fai tardi!

Mirko
Devo essere in ufficio alle otto e mezza e non sono neppure le sette… Ce n’è di tempo!

La madre
L’ufficio non è proprio vicino a casa… Lo sai che la puntualità è sempre molto apprezzata!… E poi mai fare tardi il primo giorno di lavoro!

Mirko
Da qui all’ufficio ci saranno, sì e no, cinque chilometri!… Il che significa, uscendo da casa tra mezz’ora e considerando il traffico del momento, venti minuti di auto.

La madre
Mangia, ho detto!… Non perdere altro tempo!

Mirko sbuffa leggermente.

Mirko
Mangio… Mangio… Non ti preoccupare!

Mirko fa colazione, bevendo però soltanto una parte del caffelatte e mangiando una sola brioche.

La madre
Hai già mangiato?… Così poco?

Mirko
Mamma!… Per favore!… Non posso riempirmi lo stomaco la mattina presto!

La madre
Va bene… Va bene… Tanto nella borsa ti ho messo due panini, uno con il prosciutto, l’altro con il formaggio e anche una piccola bottiglia di acqua frizzante.

Mirko si alza dalla tavola leggermente irritato.

Mirko
Non so se mangerò qualcosa questa mattina… È il mio primo giorno di lavoro e non voglio dare l’idea di essere un barbone che divora i panini datigli dall’Assistenza Sociale!

La madre guarda il figlio negli occhi.

La madre
Sappi che li ha preparati tua madre, per il tuo bene!

Mirko
Lo so, mamma!… Lo so!…

In quel momento arriva il padre di Mirko.

Il padre
Allora, sei pronto per il tuo ingresso in azienda?

Mirko si illumina in volto.

Mirko
Prontissimo!

Il padre sorride ironicamente.

Il padre
Te ne accorgerai!… Te ne accorgerai!… E presto!

Mirko appare perplesso e contrariato insieme.

Mirko
Che vuoi dire, papà?

Il padre
Oh niente!… Proprio niente!

La madre
Io lo so che cosa vuole dire tuo padre, Mirko… Che la festa è finita… Che i problemi, quelli veri, iniziano oggi!… Che dovrai sudare ogni giorno per guadagnarti il pane quotidiano… Che avrai tante rogne e poche soddisfazioni… Che dovrai fare i conti tutti i giorni con le persone che ti staranno vicino…

Mirko allarga le braccia.

Mirko
Non si può vivere senza lavorare!… Lo sapete benissimo!

Il padre e la madre di Mirko si lanciano un rapido sguardo.

Il padre
A proposito del tuo lavoro… Che mansione avrai di preciso?

Mirko
Amministrazione… È uno degli sbocchi professionali naturali per la laurea in economia.

Il padre
Per un compenso mensile pari a quanto?

Mirko
Seicentocinquanta euro netti.

Il padre
Ti pagano poco… Molto poco!… Ma era scontato che fosse così…

Mirko fa un lungo respiro.

Mirko
È il mio primo lavoro!… Non si può pretendere più di tanto!… Non dimentichiamo poi che c’è tanta gente disoccupata, anche con anni di esperienza… Mi considero fortunato per aver trovato questo lavoro e così vicino a casa.

Il padre
Non dico che ai miei tempi le cose fossero più facili, ma di certo le possibilità di trovare lavoro erano nettamente superiori rispetto a oggi… L’industria tirava, era il motore dell’economia nazionale… Oggi, invece, è una moria di aziende, ogni giorno.

Mirko
L’azienda dove lavorerò è in buona salute!

Il padre socchiude gli occhi per alcuni attimi poi li riapre con un battito veloce.

Il padre
Me lo auguro… Veramente!… Per te e per tutti noi…

La madre
Adesso è ora che tu vada, Mirko… Si sta facendo tardi sul serio…

Mirko indossa il giaccone, prende la borsa e si avvicina alla porta, guardando i genitori in volto.

Mirko
Ci vediamo a pranzo, allora…

Il padre e la madre salutano Mirko sottovoce e con un breve gesto della mano. Subito dopo Mirko esce di casa.





Secondo momento

Prima mattina. Mirko è appena arrivato alla Compass, dove lo attende un breve colloquio con il signor Pantella, responsabile dell’Ufficio del Personale.

La segretaria
Venga, dottor Landi… Il signor Pantella la sta aspettando…

La segretaria accompagna Mirko nell’Ufficio del Personale poi esce chiudendo la porta. Pantella è seduto dietro una grossa scrivania davanti alla quale si allineano diverse poltroncine.

Pantella
Buongiorno, dottore… Prego… Si accomodi…

Mirko
Buongiorno a lei… Grazie.

Mirko si siede su una delle poltroncine.

Pantella
Mi chiamo Pantella… Come ha potuto vedere sono il responsabile dell’Ufficio del Personale dell’azienda… Non sono laureato e quindi non mi chiami dottore.

Mirko
D’accordo.

Pantella
Mi chiami pure Sua Maestà!

Mirko rimane sorpreso dall’esternazione di Pantella.

Mirko
Come?!

Pantella esplode in una sonora risata.

Pantella
È solo una battuta!… La propongo sempre per mettere a suo agio chi inizia a lavorare qui da noi.
Mirko ride, anche se forzatamente.

Pantella
Adesso, però, veniamo a noi… Seriamente… Lei è stato assunto dall’azienda per supportare il lavoro dell’Ufficio Amministrativo… Dovrà rispondere al dottor Scalombri, che è il responsabile dell’Ufficio stesso… Gli orari di lavoro sono dalle nove alle tredici e dalle quattordici alle diciotto, dal lunedì al venerdì… Sabato e domenica, ovviamente, siamo chiusi.

Mirko
Va bene…

Pantella guarda Mirko negli occhi in silenzio per alcuni lunghi istanti.

Pantella
Ora alcune domande, diciamo pure riservate… Lei, dottore, è sposato?

Mirko
No… Sono single.

Pantella
Ha figli?

Mirko ride.

Mirko
Ah! Ecco un’altra battuta!

Pantella guarda Mirko in volto molto seriamente.

Pantella
No, caro!… Questa è una domanda.

Mirko torna a essere subito serio.

Mirko
No, signor Pantella… Non ho figli…

Pantella
Beve?
Mirko
No… Sono completamente astemio.

Pantella
Fuma?

Mirko
No… Non fumo.

Pantella
Si droga?

Mirko
Neanche per sogno!

Pantella
Che cosa pensa delle aziende in generale?

Mirko
Le aziende sono un bene da tutelare… Sono la base del benessere di un paese.

Pantella sorride soddisfatto.

Pantella
Bene… Molto bene, dottor Landi!

Mirko
Che cosa vuole dire?

Pantella
Che le confermo l’assunzione presso la Compass!

Mirko sorride.

Pantella
Può prendere servizio oggi stesso.

Mirko
Grazie, signor Pantella.

Pantella si alza dalla scrivania porgendo la destra a Mirko, il quale a sua volta si alza dalla poltroncina, stringendo la mano di Pantella.

Pantella
Per qualsiasi richiesta relativa al suo inquadramento come dipendente e per eventuali problemi di lavoro non abbia alcun timore di bussare alla porta di questo Ufficio… Nel caso non rispondessi vuol dire che mi ci sono chiuso dentro con la mia segretaria!

Pantella esplode un’altra volta in una sonora risata. Mirko si limita a sorridere mentre la segretaria di Pantella entra nell’Ufficio.

La segretaria
Venga, dottor Landi… Prima dobbiamo passare un momento all’Ufficio Sicurezza.

Mirko
All’Ufficio Sicurezza?

La segretaria
Per una piccola formalità… Nulla di più.

Mirko e la segretaria escono dall’Ufficio del Personale.



Terzo momento

La segretaria di Pantella accompagna Mirko nell’Ufficio Sicurezza, dove ad attenderlo c’è il signor Rubbi, seduto vicino a un piccolo tavolo sul quale è appoggiato uno strano macchinario.

La segretaria
Buongiorno, signor Rubbi… Le presento il nostro nuovo dipendente, il dottor Mirko Landi.

Rubbi
Sono Rubbi… Lietissimo!

Mirko
Mirko Landi… Molto lieto…

Senza dire altro la segretaria esce dall’Ufficio Sicurezza.

Rubbi
Bene, dottor Landi… Si sieda pure al mio posto… Dobbiamo, insieme, fare un piccolo test…

Mirko ha una sorta di sobbalzo quando comprende di che macchinario si tratta.

Mirko
Usando questo aggeggio?

Rubbi non riesce a nascondere totalmente il suo imbarazzo.

Rubbi
Sì… È una prassi dell’azienda consolidata da molto tempo… Tutti noi ci siamo sottoposti a questo test prima di iniziare a lavorare qui.

Mirko
La macchina della verità!… Ma?!… Il suo uso non è illegale?

Rubbi
Noi preferiamo chiamare questa macchina con il suo vero nome: poligrafo.

Mirko guarda Rubbi negli occhi.
Mirko
Già!… Fa meno impressione ed è sicuramente meno imbarazzante chiamarla così, non è vero?

Rubbi
Avanti… Si sieda…

Sul volto di Mirko si disegna un’espressione di turbamento e di ira.

Mirko
No!… Non mi siedo, signor Rubbi!… Questo test io non lo faccio!… Neppure da morto.

Rubbi sorride.

Rubbi
Non deve turbarsi così e neppure arrabbiarsi!

Mirko
Ah, sì?!… E lei pretende che uno non si turbi e non si arrabbi quando gli si dice di sottoporsi a una prova che è palesemente una violazione della sua vita privata?

Rubbi
Vogliamo avere alcune garanzie sui nostri dipendenti… Sono momenti difficili questi: instabilità politica, crisi economica sempre latente, tensioni sociali, mancanza di senso etico… Ecco, nella nostra azienda devono lavorare soltanto persone serene, senza idee strane o problemi particolari, oltre che motivate…

Mirko
Senso etico, eh?… Avete un bel coraggio a parlare di senso etico!

Rubbi fa un lungo respiro.

Rubbi
Allora, dottor Landi… È pronto per il test?

Mirko
Assolutamente no!

Rubbi abbassa leggermente lo sguardo.

Rubbi
Allora…

Mirko
Allora che cosa?

Rubbi guarda Mirko in volto.

Rubbi
Allora vuol dire che lei non potrà lavorare alla Compass.

Gli occhi di Mirko si illuminano di una luce cupa.

Mirko
Signor Rubbi: voi mi assumete soltanto, non mi comprate… Sono stato chiaro?

Rubbi si stizzisce.

Rubbi
Può andarsene subito, dottor Landi.

Mirko esce dall’Ufficio Sicurezza sbattendo la porta.



Quarto momento

Metà mattina. Mirko è appena ritornato a casa. In cucina ci sono i genitori intenti a fare conversazione e, nel vederlo, rimangono sorpresi.

La madre
Mirko?!… Ma?!… Che è successo?

Il padre
Qualcosa che non va?

Mirko appoggia la borsa su una sedia poi lancia uno sguardo sfuggente ai genitori.

Mirko
Temo che non potrò lavorare alla Compass…

La madre si agita.

La madre
Oh, Dio mio!

Il padre, calmo, si avvicina a Mirko.

Il padre
Che è accaduto?

Mirko
Volevano che mi sottoponessi al test del poligrafo…

Il padre
La macchina della verità… Ma?!… Non è illegale?!

Mirko stringe i pugni.

Mirko
È quello che mi risulta…

Il padre
Alcune aziende ancora la usano, adducendo come motivo la sicurezza…

Mirko
Infatti il test avrebbe dovuto svolgersi proprio nel loro dannato Ufficio Sicurezza.

Anche la madre si avvicina a Mirko.

La madre
Perché non fai il test?… In fondo, che te ne importa?

Alle ultime parole della madre Mirko si innervosisce.

Mirko
Non è giusto, mamma!… Non è giusto che si indaghi nella mia vita privata!

La madre guarda Mirko negli occhi.

La madre
Ma non è giusto neppure rinunciare al lavoro e ai soldi.

Mirko abbassa lo sguardo.

Il padre
Perché non cerchi lavoro altrove?

Mirko
E dove?… Doveee?

Il padre fa un lungo respiro.

Il padre
Già!… Bella domanda!… Dove?

Mirko guarda il padre in volto.

Mirko
Dovrei recarmi all’estero: in Francia, in Germania oppure nell’Europa dell’Est o in Cina o in Sud America… Da quello che so, però, anche lì non è affatto semplice come, invece, si racconta…

La madre mette le mani sulle spalle di Mirko.
La madre
Ascoltami, figlio mio!… Fa il test!… Non perdere questa opportunità prima ancora di averla colta… Il lavoro è una cosa troppo importante!

Il padre
Tua madre ha ragione… È in gioco il tuo futuro.

Mirko si innervosisce ancora di più.

Mirko
Lo so!… Lo so, dannazione!

Mirko e i suoi genitori si guardano negli occhi in silenzio per alcuni lunghi secondi.

Il padre
Decidi tu che cosa fare, Mirko…

La madre
Ti dico soltanto una cosa, figlio mio: non restare senza lavoro.

Mirko fa un lungo respiro.

Mirko
Ok… Ok… Farò il test… Farò il test.



Quinto momento

Dopo essere ritornato alla Compass ed essersi sottoposto, sia pure controvoglia, al test del poligrafo, Mirko viene accompagnato dal signor Rubbi nell’Ufficio Amministrativo, dove fa conoscenza con il responsabile, il dottor Scalombri, e con altri quattro impiegati, due donne, Marica e Rosa, e due uomini, Enzo e Stefano.

Rubbi
Vi presento il dottor Mirko Landi, il vostro, anzi il nostro nuovo collega…

Scalombri e gli altri salutano Mirko con un buongiorno all’unisono. Immediatamente Scalombri si avvicina a Mirko.

Scalombri
Molto bene, dottor Landi… Immagino che lei conosca già, almeno in linea di principio, quelle che saranno le sue mansioni, non è vero?

Mirko
Sì… Certamente…

Scalombri lancia uno sguardo beffardo a Mirko.

Scalombri
Ne è proprio sicuro?

Mirko ha un leggero sussulto.

Mirko
So che mi attende un lavoro amministrativo… Vorrei iniziare… Mi dica solo che cosa debbo fare concretamente…

Scalombri sorride ironicamente.

Scalombri
Vede, caro Mirko, chi entra alla Compass, come credo anche in altre aziende, all’inizio pensa di fare chissà che cosa… Di arrivare, un giorno, a guadagnare chissà quale stipendio… Di diventare, in qualche modo, protagonista dell’azienda…


Mirko
È invece?

Gli occhi di Scalombri si illuminano di una luce torva.

Scalombri
Bravo!… E invece?… È proprio questo il problema!

Mirko guarda Scalombri in volto.

Mirko
E invece che cosa?

Scalombri
Invece è destinato a svolgere un lavoro quotidiano tanto grigio e monotono quanto opprimente e stressante… Un lavoro che non gratifica minimamente, che non dà alcuna soddisfazione, né morale né materiale, ma che, al contrario, dà tanti problemi e che richiede continuamente concentrazione, aggiornamento, sudore… Insomma si deve dare molto e ricevere in cambio poco… E, ovviamente, in questo modo, non si diventa protagonisti… Ho reso l’idea?!

Mirko
Come le dicevo prima, vorrei iniziare a lavorare…

Scalombri sorride ironicamente un’altra volta poi, d’improvviso, diventa serio.

Scalombri
Si ricordi quello che le ho appena detto, dottor Landi… Se lo ricordi!… Per il suo bene.

Mirko ha un altro leggero sussulto.

Mirko
Per il mio bene?!… Sembrerebbe che lei voglia mettermi in guardia proprio dal lavoro che mi attende qui dentro… Che cosa c’è sotto?

Alle ultime parole di Mirko Scalombri si stizzisce.

Scalombri
Sotto non c’è proprio nulla, caro dottor Landi!…
Mirko
Allora posso stare tranquillo…

Scalombri
Tranquillo è morto, si dice da queste parti.

In quel momento Mirko e Scalombri odono le voci agitate di Marica e Rosa, le due impiegate dell’Ufficio Amministrativo.

Marica
Te l’avevo detto!

Rosa
Non è vero!… Non mi hai detto proprio un bel niente, come al solito!

Marica, adirata, alza il tono della voce.

Marica
Non solo non te l’ho detto, ma ti ho anche inviato un’e-mail… Il problema è che tu non solo non ascolti quello che ti si dice, ma non leggi neppure quello che ti viene inviato con la posta elettronica interna!

Anche Rosa, adirata, alza il tono della voce.

Rosa
Vieni qui… Avanti!… Vieni a vedere se mi è arrivata la tua e-mail?!…

Marica
Ma che cavolo dici?!

Marica si avvicina alla scrivania di Rosa e dà un’occhiata allo schermo del computer della collega.

Rosa
Allora?!… Leggi, forse, qualcosa?

Marica
Puah!… Avrai sicuramente cancellato l’e-mail che ti ho inviato!

Rosa
Non ho cancellato nulla perché non mi è arrivato nulla!… E poi, devi dimostrami che ho cancellato veramente la tua e-mail!

Marica
Io non ti devo dimostrare un bel niente!
Rosa guarda Marica in volto.

Rosa
Sai che ti dico?

Anche Marica guarda Rosa in volto.

Marica
Dai!… Che aspetti?!

Scalombri si avvicina alle due donne.

Scalombri
Si può sapere che diavolo sta succedendo?

Marica gesticola, indicando la collega.

Marica
Siamo alle solite!… Questa qui non ascolta mai quello che le dico e non legge mai le e-mail che le invio!… E poi tutte le volte dice che non le ho comunicato niente!

Anche Rosa gesticola, indicando la collega.

Rosa
Non mi hai detto proprio niente e non mi hai inviato nessuna e-mail!

Scalombri alza il tono della voce.

Scalombri
Piantatela!… Tutte e due!

Rosa
È lei che la deve smettere!

Marica
No!… Sei tu che devi cambiare modo di lavorare!

Rosa
Che cosa?

Marica
Hai capito benissimo!

Scalombri urla.

Scalombri
Ho detto di piantarla!… Tutte e due!… Basta!… Sapete benissimo quali sono le procedure di comunicazione interna… Applicatele!… Se vi sento litigare un’altra volta vi faccio sospendere lo stipendio per tre mesi di fila. Sono stato chiaro?

Marica e Rosa abbassano gli occhi senza dire nulla. Scalombri si volta di nuovo verso Mirko.

Scalombri
Oltre a tutto quello che le ho detto prima, bisogna anche aggiungere le incomprensioni con gli altri colleghi. Come ha potuto vedere lei stesso… Colleghi che potrebbero metterla anche in difficoltà…

Mirko abbassa leggermente lo sguardo, rattristandosi.

Mirko
Ho visto…

Sulle labbra di Scalombri si disegna un leggero sogghigno.

Scalombri
Bene, dottor Landi… Veniamo a noi…

Scalombri accompagna Mirko a una scrivania.

Scalombri
Ecco… Questa è la sua postazione: scrivania e poltrona, computer in rete con software appropriati, collegamento a Internet, cancelleria, testi specifici, elenco dei numeri telefonici delle postazioni detti anche semplicemente interni… Qui ci sono dei documenti contabili da controllare e poi da registrare… Iniziamo così… Oggi, nel primo pomeriggio, è prevista una breve riunione alla quale, ovviamente, parteciperà anche lei… Per qualsiasi esigenza di bassa o media importanza mi chiami pure al mio interno… Se si tratta, invece, di un’esigenza di alta importanza venga direttamente nella mia postazione.

Scalombri si allontana da Mirko, che si siede alla scrivania.




Sesto momento

Nella tarda mattina Mirko inizia a visionare i documenti contabili. Improvvisamente uno degli impiegati dell’Ufficio gli si avvicina.

Enzo
Ciao… Sono Enzo…

Mirko si alza dalla poltrona allungando la mano.

Mirko
Buongiorno… Mirko Landi.

Enzo si stizzisce leggermente.

Enzo
Possiamo darci del tu… Almeno per me…

Mirko sorride leggermente

Mirko
D’accordo.

Enzo mette la destra su una spalla di Mirko.

Enzo
Molto bene, caro Mirko… Ma attento a non esagerare con il tu, intesi?

Mirko rimane sorpreso dalle ultime parole di Enzo.

Mirko
Allora diamoci del…

Enzo alza le mani per poi abbassarle quasi subito.

Enzo
Il tu va benissimo, credimi!

Mirko
Ok… Ok…

Enzo
Che stai facendo?

Mirko
Il dottor Scalombri mi ha detto di controllare e di registrare questi documenti contabili…

Enzo sorride.

Enzo
Oh, certamente!… Sappi, però, che non sono una priorità…

Mirko
E allora perché mi ha detto di farlo?

Enzo abbassa il tono della voce.

Enzo
Il dottor Scalombri, essendo il responsabile dell’Ufficio Amministrativo, ha una visione globale del lavoro… In realtà, in questo momento, ci sono altre priorità, prima fra tutte la chiusura del finanziario di dicembre a cui sto lavorando… Ecco, se tu potessi darmi una mano, entro questa mattina riesco a chiuderlo.

Mirko
D’accordo... Ti do una mano.

Enzo si illumina negli occhi, abbozzando un leggero sogghigno.

Enzo
Bravissimo!… Vieni nella mia postazione… A proposito, ti è stato offerto il caffè?

Mirko
No… Niente caffè.

Enzo
Puoi fare anche da solo… In fondo al corridoio c’è il distributore automatico.


Mirko
È un po’ tardi questa mattina per il caffè… Lo prenderò domani.

Enzo
Come vuoi… Adesso, però, chiudiamo il finanziario.



Settimo momento

Nel primo pomeriggio di quello stesso giorno in una saletta si svolge la riunione dell’Ufficio Amministrativo.

Scalombri
Iniziamo pure… Marica… Lei che cosa deve dire?

Marica
Ho proceduto ad effettuare due pagamenti che erano stati sospesi: quello alla Liot e quello alla Maras…

Scalombri si irrita.

Scalombri
Ma non le avevo detto di non fare nulla?

Marica appare sorpresa.

Marica
Assolutamente no!

Scalombri
Si sbaglia, Marica!… Ricordo perfettamente di averglielo detto!… Vorrei tanto sapere perché, spesso, non fa quello che le dico.

Marica nasconde a stento il suo disappunto per le parole di Scalombri.

Marica
A me è sembrato…

Scalombri alza il tono della voce, lanciando uno sguardo profondo a Marica.

Scalombri
Ecco… Le è sembrato… E si è sbagliata!… Lo sa, questo?

Marica
Può… Può succedere di sbagliare… Talvolta.



Scalombri
A lei succede un po’ troppo di frequente, ne conviene?… Altre cose che deve comunicare?

Marica abbassa lo sguardo.

Marica
Gli incassi stanno procedendo bene… Ne sono rimasti fuori, almeno per il momento, soltanto tre.

Scalombri
Troppi!… Si dia da fare per chiuderli a brevissimo… Altro?

Marica
Nient’altro per adesso.

Scalombri
Rosa… Lei, che ci dice?

Rosa
È arrivata una lettera dalla Banca Commerciale…

Sul volto di Scalombri si disegna un’espressione cupa.

Scalombri
E che diavolo dice?

Rosa
La Banca vuole incontrare la proprietà dell’azienda per rivedere le linee di credito.

Scalombri allarga le braccia, rimanendo immobile per alcuni attimi.

Scalombri
Ah! Bella questa!

Rosa
Che cosa faccio?

Scalombri chiude le braccia, alzando il tono della voce e lanciando uno sguardo profondo a Rosa.
Scalombri
Lei non deve fare proprio un bel niente, mi sono spiegato?

Anche Rosa alza la voce.

Rosa
È scontato!… Non sono mica matta a prendere iniziative da sola per una cosa del genere!

Scalombri
Me lo auguro, Rosa… Veramente… Enzo!… È il suo momento…

Enzo
Ho finito proprio questa mattina il finanziario di dicembre… È buono!

Scalombri si illumina in volto, sorridendo.

Scalombri
Ohh!… Una bella notizia!… Molto bene, caro Enzo… Molto bene!

Sul volto di Enzo si disegna un sorrisino di vittoria.

Enzo
Grazie, dottor Scalombri!

Scalombri
Stampi il finanziario, se non l’ha già fatto, e lo metta pure sulla mia scrivania… Altre cose, Enzo?

Enzo
Bisognerebbe pagare quei due collaboratori esterni che nello scorso autunno hanno fatto l’indagine di mercato.

Scalombri socchiude leggermente gli occhi.

Scalombri
Mm…

Enzo
Posso procedere con il pagamento?

Scalombri guarda Enzo in volto, facendo un breve respiro.

Scalombri
Gli dirà che il loro lavoro non è affatto all’altezza delle nostre aspettative e che l’azienda deve ancora decidere se pagare, eventualmente, soltanto una parte del compenso.

Enzo
Ma…

Scalombri
Faccia come le ho detto… E basta… Stefano!… Tocca a lei…

Stefano
È necessario rinnovare il parco auto dell’azienda… I mezzi che abbiamo attualmente a disposizione hanno fatto il loro tempo… Ripararli per l’ennesima volta non conviene, anzi servirebbe a poco, tanto sono vecchi.

Scalombri socchiude leggermente gli occhi un’altra volta.

Scalombri
Non è questo il momento per procedere al rinnovo del parco auto dell’azienda…

Stefano
Rischiamo di rimane senza auto aziendali che funzionano…

Scalombri guarda Stefano in volto, facendo un altro breve respiro.

Scalombri
Per adesso faremo riparare le auto che già abbiamo… Le useremo soltanto per gli spostamenti brevi mentre per i viaggi un po’ più lunghi useremo le nostre auto private.

Stefano
Non credo che il personale dell’azienda sia d’accordo!

Sul volto di Scalombri si disegna un’espressione di indifferenza.


Scalombri
Chi non è d’accordo può sempre prendere la porta e andarsene… E la regola vale anche per tutte le altre cose che riguardano l’azienda.

Tutti i partecipanti alla riunione si guardano in volto in silenzio.

Scalombri
E adesso passiamo al nostro nuovo acquisto, il dottor Mirko Landi… Allora, Landi, ha provveduto a controllare e a registrare quei documenti contabili?

Mirko deglutisce, cercando di nascondere il suo imbarazzo.

Mirko
No… Veramente no…

Scalombri sorride ironicamente.

Scalombri
E perché non l’ha fatto?

Mirko
Ho dovuto aiutare Enzo a chiudere il finanziario.

Scalombri lancia uno sguardo profondo a Enzo, che ha un sussulto.

Scalombri
È vero?

Enzo
Ho chiesto a Mirko di aiutarmi, solo se non aveva nulla da fare.

Alle ultime parole di Enzo Mirko si risente non poco.

Mirko
Ehi!… Un momento!… Questa mattina mi hai detto che il finanziario era la priorità e che il controllo e la registrazione dei documenti contabili non lo era!…



Enzo
Non lo era per me, sicuramente!… E poi perché non mi hai detto subito che non potevi aiutarmi?… Avrei fatto tutto da solo o mi sarei fatto aiutare da qualcun altro…

Scalombri guarda Mirko negli occhi.

Scalombri
Va bene! Va bene così, dottor Landi!… Almeno per questa volta… Oggi pomeriggio, però, controlli e registri quei documenti… Signori e signore, se non avete nient’altro da comunicare la riunione è chiusa.

Scalombri si alza dal tavolo ed esce dalla saletta, seguito subito dopo dal personale dell’Ufficio che mugugna.



Ottavo momento

Rientrati nelle loro rispettive postazioni gli impiegati dell’Ufficio Amministrativo riprendono a lavorare. A un certo punto Enzo si avvicina a Mirko, rivolgendoglisi in malo modo.

Enzo
Ehi, amico, ma che diavolo hai raccontato, prima, a Scalombri, eh?

Mirko si volta di scatto verso Enzo.

Mirko
Esattamente quello che è successo!

Enzo alza il tono della voce, guardando Mirko negli occhi.

Enzo
Non provare mai più a farmi fare un’altra figura del genere, sono stato chiaro?

Mirko si alza dalla poltrona, guardando Enzo anche lui negli occhi.

Mirko
Quale figura?

Enzo
Lo sai bene di che cosa sto parlando.

Mirko
Ho detto solo la verità!

Enzo
Non è vero!… Hai cambiato le carte in tavola!

Mirko
È stato esattamente il contrario!… Tu hai stravolto quello che mi avevi detto!

Enzo
Che cosa?… Ridillo un po’?

In quel preciso momento si odono le voci concitate di Marica e Rosa alle prese con un altro diverbio.

Marica
Adesso basta!… Capito?… Basta!

Rosa
No!… Basta lo dico io!

Marica si avvicina alla postazione di Rosa alzando, adirata, il tono della voce.

Marica
Non voglio più lavorare con te!

Anche Rosa, adirata, alza il tono della voce, balzando in piedi dalla poltrona della sua postazione.

Rosa
Sono io quella che non vuole più averci nulla a che fare con te!

Scalombri si avvicina alle due donne.

Scalombri
Che diavolo avete, adesso?… Volete proprio che vi sospenda lo stipendio, eh?

Marica indica in malo modo Rosa.

Marica
Ho detto a questa signora di prepararmi un database usando un semplice foglio di testo e lei, invece, me lo ha fatto in un foglio di calcolo!

Anche Rosa indica in malo modo Marica.

Rosa
Lo sanno tutti che i database vanno fatti solo ed esclusivamente usando il foglio di calcolo e non quello di testo, altrimenti non è possibile ordinare automaticamente le voci che vengono inserite.



Marica
Se ti ho chiesto un documento fatto con un certo programma del computer un motivo ci sarà pure, no?

Rosa
Non c’è nessun motivo se non quello di dirmi che ho sbagliato e di scaricare così su di me le tue frustrazioni!

Marica alza ancora di più il tono della voce.

Marica
Senti, tesoro bello…

Anche Rosa alza ancora di più il tono della voce.

Rosa
Mi dica pure, Madame Bovary!

Marica sgrana gli occhi, mettendosi le mani sui fianchi.

Marica
Madame Bovary un cazzo!

Anche Rosa sgrana gli occhi, allargando le braccia.

Rosa
Ohh! Che bella parola detta da una donna!

Scalombri lancia uno sguardo profondo alle due donne poi urla.

Scalombri
Silenzio!… Allora… Volete rinunciare veramente a tre mesi di stipendio?… Oppure desiderate essere licenziate direttamente, eh?… Se è questo che volete fatemelo sapere e provvederò subito ad accontentarvi.

Marica e Rosa abbassano gli occhi senza dire nulla mentre Scalombri si allontana.




Nono momento

È sera. Mirko è appena rientrato a casa, dove ad attenderlo ci sono i genitori già intenti a cenare.

La madre
Ciao, Mirko!… Com’è andata oggi pomeriggio?

Il padre
Tutto bene?

Mirko appoggia la borsa su una sedia poi lancia uno sguardo sfuggente ai genitori, mormorando alcune parole sottovoce.

Mirko
Bella vita lavorativa che mi aspetta!

La madre
Che hai detto?

Mirko guarda in volto la madre.

Mirko
Ho detto: bella vita lavorativa che mi aspetta!

Il padre sorride ironicamente.

Il padre
Coraggio, figlio mio!… Coraggio!

La madre
Ho capito: oggi pomeriggio è andata male.

Sul volto di Mirko si disegna un’espressione cupa e triste.

Mirko
È andata male… Oh, sì!… È andata male!

La madre si avvicina a Mirko.


La madre
Togliti il giaccone e siediti, che è ora di cena.

La madre serve un piatto di minestra a Mirko che, dopo aver tolto il giaccone, inizia a mangiare svogliatamente.

Mirko
Non ho molta fame, questa sera.

Il padre e la madre si lanciano uno sguardo d’intesa.

Il padre
Mangia… E non pensare al lavoro… Almeno quando sei a tavola.

La madre
Ci racconterai dopo quello che è successo.

Mirko smette di mangiare.

Mirko
Volete sapere quello che è successo oggi?… Bene!… Ve lo dico subito!… Primo: il dottor Scalombri, responsabile dell’Ufficio Amministrativo, mi ha detto che sono destinato a svolgere un lavoro quotidiano grigio, monotono, opprimente e stressante… Un lavoro che richiede concentrazione, aggiornamento e sudore, che non gratifica, che non dà nessuna soddisfazione morale e materiale, ma in compenso tanti problemi… Secondo: ho assistito a due brutti litigi… Litigi per motivi futili, almeno secondo me: il primo sulle modalità di comunicazione interna all’azienda, il secondo sull’uso dei programmi del computer… Terzo: per aiutare un collega dell’Ufficio a terminare un certo lavoro, a suo dire prioritario, non ho sistemato dei documenti che, in riunione, oggi pomeriggio, il dottor Scalombri mi ha richiesto; io, ovviamente, gli ho detto che non avevo potuto sistemarli perché avevo aiutato il collega, al quale Scalombri ha subito chiesto se ciò fosse vero… E sapete che cosa gli ha risposto il tizio? Che avrei dovuto aiutarlo soltanto se non avessi avuto nulla da fare e che avrebbe fatto tutto da solo o con qualcun altro soltanto se glielo avessi detto prima!

Il padre e la madre guardano Mirko in volto.


Il padre
In sostanza hai preso la colpa due volte: perché non hai fatto il tuo lavoro e perché hai aiutato un altro a fare il suo!… Mirko, non essere troppo generoso con gli altri!

La madre
Stai attento a quello che fai in azienda!… Lascia che gli altri risolvano da soli i loro problemi lavorativi!

Mirko
Io pensavo di…

Il padre
Pensa a fare il tuo lavoro!… Sempre e soltanto il tuo lavoro!

Mirko e i suoi genitori si guardano negli occhi in silenzio per alcuni lunghi istanti.

Mirko
Se tutti i giorni è così…

Il padre
Non voglio farti né preoccupare, né voglio scoraggiarti, ma questo non è che l’inizio!… Ne so qualcosa avendo lavorato in azienda per quasi trent’anni.

Mirko
Mi dai proprio una bella notizia!

Il padre alza leggermente le braccia per poi abbassarle.

Il padre
Bisogna andare avanti per la propria strada, senza badare tanto a quello che gli altri dicono e fanno… In fondo, la vita in azienda non è molto diversa dalla vita comunemente intesa.

La madre si avvicina a Mirko e gli mette le mani sulle spalle.

La madre
Ascolta tuo padre, Mirko… Lui sa come vanno le cose in azienda!

Mirko abbassa lo sguardo per alcuni secondi in silenzio poi riprende a mangiare.
Mirko
Non posso e non voglio restare disoccupato… Vorrà dire che cercherò di adattarmi a questo nuovo mondo… Spero solo di farcela.



Decimo momento

Il giorno dopo, di prima mattina, Mirko, appena entrato in azienda, inizia ad analizzare e a registrare i documenti contabili datigli da Scalombri.

Mirko
Ok!… Ok!… Giornata nuova, vita nuova… Quello che è accaduto ieri ormai è acqua passata… Vediamo di non sbagliare più!… Attenzione, caro Mirko!… Calma e attenzione!

Mirko procede piuttosto speditamente con il lavoro. All’improvviso si ferma.

Mirko
Alt!… Qui c’è qualcosa che non va… Mm… Questo cliente, la Tecnoplus, non ha pagato l’ultima scadenza della rateizzazione… Mm… È fuori di cinquecento euro… Devo avvertire il dottor Scalombri e chiedergli come devo procedere.

Mirko chiama con il telefono la postazione di Scalombri, invano.

Mirko
Non risponde nessuno… Scalombri non è ancora arrivato in azienda oppure è in riunione…

Mirko fissa in silenzio il documento.

Mirko
E adesso che faccio?… Ieri Scalombri mi ha detto che per qualsiasi esigenza di bassa o media importanza devo chiamarlo al suo interno telefonico oppure andare direttamente nella sua postazione se si tratta di un’esigenza di alta importanza… Mi domando: un mancato pagamento di cinquecento euro che tipo di esigenza può essere secondo la filosofia di questa azienda?

In quel preciso momento Stefano si avvicina a Mirko.

Stefano
Ciao!… Tutto bene questa mattina?

Mirko
Ciao!… Sì!…Tutto bene!… Ah!… Senti… Vorrei un’indicazione…
Stefano lancia uno sguardo profondo a Mirko.

Stefano
Dimmi…

Mirko
Un cliente non ha pagato cinquecento euro… Ho cercato il dottor Scalombri, ma non mi ha risposto… Ecco, secondo te, una cosa del genere è di bassa, media o alta importanza?

Stefano
Per me è di media-bassa importanza… Non bisogna dormirci sopra, ma non è neppure il caso di andare da Scalombri.

Mirko fa un lungo respiro.

Mirko
Tu, al posto mio, che cosa faresti?

Stefano
Io farei una semplice telefonata di sollecito al cliente.

Sul volto di Mirko si disegna un leggero sorriso.

Mirko
Sì!… È la cosa giusta da fare… Grazie per il consiglio, Stefano.

Stefano si allontana da Mirko, ridendo in modo un po’ impertinente.

Mirko
Che avrà da ridere?!… Bah!

Mirko dà un’ultima occhiata al documento poi telefona al cliente.

Mirko
Pronto? È la Tecnoplus?

Centralino della Tecnoplus
Tecnoplus, buongiorno.


Mirko
Sono Mirko Landi, Ufficio Amministrativo della Compass… Vorrei la Contabilità per un pagamento insoluto.

Centralino della Tecnoplus
Attenda… Le passo l’interno.

Mirko
Grazie.

Torresi
Contabilità… Sono Torresi, il responsabile dell’Ufficio Amministrativo della Tecnoplus… Mi dica…

Mirko
Buongiorno… Sono Mirko Landi, Ufficio Amministrativo della Compass… La contatto per un pagamento andato insoluto.

Torresi
E allora?

Mirko tace per alcuni lunghi attimi.

Mirko
Vorrei sapere quando provvederete.

Torresi
Provvedere a che cosa, mi scusi!?

Mirko
Provvedere al pagamento della rata di cinquecento euro, come stabilito dal contratto che avete siglato con noi il 30 luglio scorso.

Torresi
Non mi risulta che la Tecnoplus abbia firmato un contratto con voi.

Mirko
Eppure è così… Altrimenti non l’avrei mai contattata per sollecitare il pagamento!

Torresi si innervosisce.
Torresi
Senta, non ho molto tempo da perdere questa mattina…

Mirko
Le dico che la Tecnoplus ha un contratto con la Compass.

Torresi alza il tono della voce.

Torresi
Si sta sbagliando! E di grosso!

Anche Mirko si innervosisce.

Mirko
No! Non mi sto sbagliando, io!… Caso mai è lei quello che si sbaglia!

Torresi
Attenzione alle parole, eh!… Attenzione a quello che dice, eh!

Anche Mirko alza il tono della voce.

Mirko
Attenzione la deve fare lei, dal momento che la Tecnoplus è inadempiente verso la Compass!

Torresi si irrita, alzando ancora di più il tono della voce.

Torresi
Senta… Gliel’ho già detto prima: la Tecnoplus non ha firmato nessun contratto con voi… Sono stato chiaro?

Anche Mirko si irrita, alzando ancora di più il tono della voce.

Mirko
Non è affatto vero quello che dice!… E per dimostrarle che ho ragione le invio, tramite e-mail, una copia del contratto.

Torresi
E chi mi assicura che questo documento non sia un falso, eh? Chi me lo assicura?

Mirko si calma.

Mirko
Mi dia la sua e-mail, cortesemente…

Anche Torresi si quieta.

Torresi
Io non le do un bel niente. Non ne sono autorizzato…

Mirko
Da ciò si evince che non volete pagare… La cosa è palese!

Torresi urla.

Torresi
Le dico solo una cosa: vada a vaffanculo!

Anche Mirko urla.

Mirko
Nooo! Sono io che la mando a vaffanculo!

Mirko chiude la conversazione sbattendo la cornetta del telefono poi si appoggia allo schienale della poltrona, ansimando.

Mirko
Oh, Dio!… Andiamo bene!… Andiamo proprio bene!… E pensare che prima ho detto: giornata nuova, vita nuova, calma e attenzione… Si, sì… Bel lavoro che mi sono scelto!

In quel preciso momento Stefano si avvicina nuovamente a Mirko.

Stefano
Mirko!… Ti vedo stravolto!

Mirko
Mi sono arrabbiato con un cliente che non paga.



Stefano
Mai arrabbiarsi con i clienti insolventi!… Si fa solo il gioco della controparte, che aspetta soltanto il minimo pretesto per non pagare.

Mirko si alza dalla poltrona, gesticolando.

Mirko
Che cosa avrei dovuto fare, allora?

Stefano guarda Mirko negli occhi.

Stefano
Tutto!… Meno che arrabbiarti!… Anche perché in questi casi c’è sempre il rischio di prendersi la colpa…

Sul volto di Mirko si disegna un’espressione cupa.

Mirko
La colpa di che?

Stefano
La colpa di aver gestito male un’esigenza, anche se di media-bassa importanza.

Mirko tace per alcuni lunghi istanti, abbassando lo sguardo.

Stefano
Dai!… Non prendertela più di tanto!… È soltanto lavoro!… Non è una questione personale!… Ti ho portato un’altra bella sfilza di documenti contabili da controllare e da registrare… Da registrare in data 31 dicembre dello scorso anno.

Mirko guarda Stefano in volto.

Mirko
Alt!… Fermo un momento!

Stefano
Che significa alt?


Mirko
Significa che non voglio che accada quello che è successo ieri con Enzo… È stato il dottor Scalombri a dirti di darmi questi documenti o è una tua iniziativa?

Stefano sorride poi avvicina la bocca all’orecchio destro di Mirko.

Stefano
So che Enzo ha la brutta abitudine di scaricare una parte del suo lavoro sugli altri… Ti giuro che tutta questa roba me l’ha data Scalombri appositamente per te…

Mirko guarda Stefano negli occhi.

Mirko
Quando te l’ha data?

Stefano sbuffa, facendo vedere a Mirko un’indicazione manoscritta di Scalombri.

Stefano
Me l’ha lasciata ieri pomeriggio, subito dopo la riunione, sulla mia scrivania con questo appunto: Per il dottor Landi firmato Scalombri.

Mirko
Va bene… Va bene…

Stefano si innervosisce.

Stefano
Devi credere a quello che ti dico, Cristo!… Io le balle non le racconto!

Mirko
Non ho mica detto che racconti balle!

Stefano
L’hai pensato sicuramente, considerando poi quello che mi hai detto.

Anche Mirko si innervosisce.

Mirko
Devo lavorare!… Ho già perso del tempo prezioso!
Stefano
Se è per questo anch’io ho perso del tempo prezioso… E per colpa tua!

Stefano si allontana a passi sostenuti dalla postazione di Mirko.

Mirko
Lasciamolo perdere… E pensiamo al lavoro, che è meglio…
Mirko inizia a visionare la nuova serie di documenti contabili.

Mirko
Stefano mi ha detto di registrare questi documenti in data 31 dicembre… Solo che, amministrativamente, non si può fare… Dovrebbe saperlo anche lui… La cosa è palese… Farò la registrazione in data odierna.

Mirko va avanti nel lavoro. Poco dopo gli si avvicina di nuovo Stefano, che lancia uno sguardo furtivo allo schermo del computer di Mirko.

Stefano
Ma che stai facendo?

Mirko
Mi pare evidente: sto lavorando…

Stefano si irrita, alzando il tono della voce.

Stefano
Sto lavorando un cazzo!

Anche Mirko si irrita, alzando il tono della voce.

Mirko
Ma fatti gli affari tuoi!

Stefano alza ancora di più il tono della voce, guardando Mirko in volto.

Stefano
Ti avevo detto di registrare i documenti in data 31 dicembre!… Perché non lo stai facendo?

Anche Mirko alza ancora di più il tono della voce, guardando Stefano in volto.

Mirko
Non si possono retrodatare i documenti contabili!… Non lo sai?!

Stefano fa un lungo respiro, calmandosi.

Stefano
Se l’azienda ti dice di fare una certa cosa, la devi fare… E basta!

Anche Mirko si quieta.

Mirko
Non pensi alle conseguenze, eh?… Se l’Agenzia Fiscale dovesse effettuare un controllo l’azienda si becca una bella multa!

Stefano
Non è un problema nostro, questo.

Mirko
Ah no? E secondo te, di chi è?

Stefano si allontana dalla postazione di Mirko facendo un gesto scurrile. Mirko gli risponde allo stesso modo.




Undicesimo momento

Mirko riprende a controllare e a registrare la nuova serie di documenti contabili. Pochi secondi dopo squilla il telefono della sua postazione.

Mirko
E adesso chi è?

Centralino della Compass
Il signor Panfili della Comunica Today…

Mirko
Non lo conosco… Lo passi al dottor Scalombri…

Centralino della Compass
Il dottor Scalombri non è nella sua postazione e così pure gli altri dell’Ufficio Amministrativo… Lei è l’unico che mi ha risposto…

Mirko fa un lungo respiro.

Mirko
Va bene, va bene… Me lo passi…

Panfili
Sono Panfili, il responsabile amministrativo della Comunica Today… Con chi ho il piacere di parlare?

Mirko
Sono Mirko Landi.

Panfili
Buongiorno!

Mirko
Buongiorno a lei… Mi dica?

Panfili tace per alcuni brevi attimi poi riprende a parlare.

Panfili
Lo scorso autunno vi abbiamo dato a noleggio svariate apparecchiature per un evento che avete organizzato per un vostro cliente. Bene, a tutt’oggi non ci risulta, nonostante i ripetuti solleciti, che abbiate effettuato il pagamento del noleggio… Ecco, vorrei sapere quando procederete in merito.

Mirko
Ho iniziato a lavorare alla Compass solo ieri mattina… Non sono al corrente di questa posizione.

Panfili
Allora mi faccia parlare con chi lo è.

Mirko
Un momento soltanto… Provo a passarle qualcun altro dell’Ufficio Amministrativo.

Mirko cerca di passare la telefonata prima a Scalombri, poi agli altri colleghi dell’Ufficio, ma nessuno di loro risponde. In quel preciso momento Marica si avvicina alla postazione di Mirko, senza però che quest’ultimo la veda.

Mirko
Mi dispiace, signor Panfili… I miei colleghi sono tutti occupati.

Panfili si innervosisce.

Panfili
Mio caro Landi, forse lei non ha capito bene: ci dovete pagare! E alla svelta! Sono stato chiaro?

Mirko
Come le ho detto prima, signor Panfili, non sono al corrente di questa posizione.

Panfili alza il tono della voce

Panfili
Cortesemente, può informarsi subito! Grazie!

Anche Mirko si innervosisce.



Mirko
Posso fare solo una cosa per aiutarla: verificare se, eventualmente, tra i documenti che sto visionando c’è anche la posizione di cui lei sta parlando.

Panfili
La faccia, allora!... E si muova, per Dio!

Anche Mirko alza il tono della voce.

Mirko
Un po’ di pazienza! Un po’ di pazienza, Cristo!... Ecco… Ho qui davanti a me la sua posizione… C’è una postilla, che ha messo sicuramente qualcuno dei miei colleghi... Gliela leggo testualmente: Bloccare il pagamento fino a nuova indicazione, perché le apparecchiature fornite non hanno funzionato bene, arrecando con ciò notevoli danni d’immagine e commerciali alla Compass.

Panfili si irrita, alzando ancora di più il tono della voce.

Panfili
Mi passi chi ha messo la postilla. E alla svelta!

Anche Mirko si irrita, alzando ancora di più il tono della voce.

Mirko
Glielo già detto: i miei colleghi sono tutti impegnati... Nessuno di loro, in questo momento, può risponderle… Comunque, per farla finita, mi lasci il suo recapito telefonico e la farò ricontattare quanto prima.

Panfili
Le nostre apparecchiature vi sono state date a noleggio perfettamente funzionanti e, di certo, siete stati voi a non essere stati capaci ad usarle adeguatamente.

Mirko si calma.

Mirko
Mi lasci il suo recapito telefonico… La farò richiamare prima possibile…

Anche Panfili si quieta.

Panfili
Voglio parlare con il suo collega che ha messo la postilla alla posizione.

Mirko
È… Impegnato…

Panfili urla.

Panfili
Questa scusa è vecchia come il mondo!... L’ho sentita tante altre volte!… E io non mi faccio prendere per il culo da nessuno, soprattutto da un pivello bugiardo come lei che si è fatto imbeccare dagli altri!

Anche Mirko urla.

Mirko
Nessuno mi ha imbeccato! E il pivello bugiardo se lo tenga per lei, villano!

Panfili
Sa che le dico: vada all’inferno!

Mirko
Ci vada prima lei!

Panfili si calma.

Panfili
Non me importa nulla di quello che dice… Sappia, però, che la Comunica Today farà causa alla Compass per mancato pagamento!... E vorrò proprio vedere che cosa farete quando vi arriverà la comunicazione del nostro legale!

Anche Mirko si quieta.

Mirko
Risponderemo a tono… Non dubiti!

Panfili
Invece dubito proprio che potrete farlo.

Mirko pone fine alla conversazione riattaccando la cornetta del telefono poi si mette le mani attorno alla testa.

Mirko
Oh, Dio!... Dio!... È… È la seconda volta!... La seconda volta che mi succede!... Prima con quel tipo della Tecnoplus, adesso con questo!... Oh, Dio!

Marica si accosta a Mirko.

Marica
Non ho potuto fare a meno di sentire.

Mirko ha un leggero sobbalzo.

Mirko
Marica!... Mi hai quasi spaventato…

Marica
Ti vedo sconvolto, Mirko!

Mirko
Anche tu mi dici la stessa cosa…

Marica
Oltre a me chi te l’ha detta?

Mirko
Stefano, poco fa… Dopo aver litigato al telefono con un cliente che non vuole pagare…

Marica fa un lungo respiro.

Marica
Le apparecchiature fornite dalla Comunica Today, effettivamente, non hanno funzionato bene e noi abbiamo fatto la cosiddetta figura del cavolo con un cliente abbastanza importante.

Mirko
Allora non è affatto vero che non abbiamo saputo usarle bene come ha detto Panfili….
Marica
Sì!… Non è vero!... Abbiamo ragione noi: sul serio le apparecchiature non hanno funzionato bene.

Mirko sbuffa piuttosto sonoramente.

Mirko
Meno male!

Marica si stizza.

Marica
Ah!... Non basta mica aver ragione!… Bisogna dimostrare anche di averla!… E non solo alla controparte, ma a tutto il resto del mondo che ci circonda.

Mirko
Lo dimostreremo quando sarà necessario…

Marica gesticola leggermente.

Marica
Senz’altro… La prossima volta, però, non occuparti di questioni di cui non sai nulla.

Anche Mirko gesticola leggermente.

Mirko
Ho cercato di passare la telefonata al dottor Scalombri, a Enzo, a Stefano, a Rosa e anche a te, ma nessuno di voi mi ha risposto…

Marica
Evidentemente eravamo tutti impegnati… Comunque, te lo ripeto, se in futuro ti dovesse capitare tra le mani una posizione che non conosci, non prendere nessuna iniziativa in proposito… Sono stata chiara?

Mirko
L’ho fatto a fin di bene…

Marica si innervosisce.

Marica
Sì, questo lo so, ma non farlo più… Mai più!... Intesi?... Già ce ne sono già abbastanza di casini qui dentro e non è necessario aggiungerne degli altri!

Mirko
Va bene, va bene!... Non ti arrabbiare, però…

Marica si innervosisce ancora di più.

Marica
Non ti arrabbiare un cazzo!

Anche Mirko si innervosisce.

Mirko
Dannazione!… Sono qui per lavorare, per risolvere i problemi dell’azienda, io…

Marica alza il tono della voce, lanciando uno sguardo profondo a Mirko.

Marica
Che ne sai tu dei problemi dell’azienda, visto che sei arrivato solo ieri, eh? Che ne sai, tu?

Anche Mirko alza il tono della voce, guardando Marica negli occhi.

Mirko
Ma che discorso è mai questo?… È scontato che prima devo conoscere l’azienda!…

Marica si irrita, alzando ancora di più il tono della voce e gesticolando.

Marica
E allora cerca di conoscerla alla svelta l’azienda!

Mirko fa un lungo respiro, ruotando gli occhi.

Mirko
Sto vedendo, un po’ alla volta, i problemi che ci sono…

Marica
Non hai visto niente ancora, caro mio!… Proprio un bel niente!

Marica si allontana dalla postazione di Mirko. Pochi istanti dopo arriva Rosa, che lancia un rapido sguardo al nuovo collega.

Rosa
Ciao Mirko!… Hai fatto conoscenza con Marica, non è vero?

Mirko
Ha un bel modo di parlare alla gente!… Aggredisce!…
Rosa sorride ironicamente.

Rosa
La conosciamo tutti, in azienda!… La conosciamo tutti!… Pensa a me che ci devo stare a contatto stretto tutti i giorni!

Mirko
Se non sbaglio avete avuto un paio di diverbi ieri e oggi.

Rosa
È così più o meno tutti i giorni…

Mirko
Perché non cercate di andare d’accordo?

Rosa fa un lungo respiro, socchiudendo gli occhi per poi riaprirli con un battito veloce.

Rosa
Credo che sia impossibile!… Comunque Marica non è molto diversa da tante altre persone… Ohh!… Il fatto è che siamo tutti scoppiati nella testa!… E i motivi sono tanti: lo stress generato dal lavoro, le infedeltà del proprio coniuge, marito o moglie che sia, i figli che crescono e per i quali il futuro è quanto mai incerto, i soldi, che sono sempre di meno, il mutuo della casa, le rate dell’automobile, le bollette da pagare…

Mirko
Forse… Forse bisognerebbe fermarsi un momento e riorganizzare la propria vita… Con calma, con fiducia in se stessi e negli altri…

Sul volto di Rosa si disegna un’espressione triste.
Rosa
Non voglio metterti di cattivo umore e neppure spaventarti, ma anche tu farai la fine di tutti noi… Immancabilmente!… E il fatto di lavorare qui dentro darà un grosso contributo al compiersi del tuo amaro destino.

Mirko abbassa lo sguardo.

Mirko
Spero di no… Spero che le cose mi vadano meglio.

Rosa si allontana dalla postazione di Mirko senza dire nulla.



Dodicesimo momento

In quello stesso giorno, a metà mattina, Mirko si reca nell’Ufficio del Personale, dal signor Pantella.

La segretaria
Può entrare nell’Ufficio del signor Pantella, dottor Landi… Si accomodi pure.

Mirko entra nell’Ufficio di Pantella, chiudendo delicatamente la porta. Non appena lo vede Pantella si alza dalla scrivania, allargando le braccia.

Pantella
Carissimo!... Venga!… E si accomodi!

Mirko si siede su una delle poltroncine che si allineano davanti alla scrivania di Pantella, il quale, subito dopo, si siede di nuovo anche lui.

Pantella
Allora?!... Mi dica il motivo della sua visita, che è sempre gradita.

Mirko fa un lungo respiro.

Mirko
Ieri mattina, quando ci siamo conosciuti, mi ha detto che per qualsiasi richiesta relativa al mio inquadramento come dipendente e per eventuali problemi connessi al lavoro non avrei dovuto avere alcun timore a bussare alla porta del suo Ufficio…

Sul volto di Pantella si disegna un’espressione sorniona.

Pantella
Sì!... Certo!

Mirko fa un altro lungo respiro.

Mirko
Ecco, signor Pantella… Io… Io…

Pantella
Io?... Che cosa c’è, caro Mirko?!
Mirko socchiude gli occhi per alcuni secondi in silenzio.

Pantella
Dottor Landi… Che cosa le è successo?

Mirko riapre gli occhi con un battito veloce.

Mirko
La Compass non fa per me… Quasi sicuramente me ne andrò via.

Pantella si appoggia sullo schienale della poltrona, serrando la bocca in una smorfia tra il sorpreso e l’irritato e guardando contemporaneamente Mirko negli occhi.

Pantella
Lei è libero di fare quello che vuole, dottor Landi… Perché questa scelta dopo solo una giornata e mezza di lavoro?... Che cos’è che non le piace della Compass?... Ammesso che lei abbia avuto modo di conoscerla nelle poche ore in cui è stato qui.

Mirko si guarda rapidamente intorno per alcuni attimi in silenzio.

Mirko
Non sono fatto per questa azienda… Il motivo è solo questo.

Pantella
Quello che lei chiama motivo, in realtà, è solo la cosiddetta summa delle cause che la inducono a lasciare la Compass… Avanti, Mirko… Mi dica che cosa c’è che non va.

Mirko deglutisce, guardando Pantella negli occhi.

Mirko
Non c’è collaborazione, ma solo attrito tra le persone che lavorano nell’Ufficio Amministrativo… Non c’è spirito costruttivo, ma esattamente il contrario… E poi mi sono scontrato duramente due volte con l’esterno.

Pantella sorride ironicamente.



Pantella
Il fatto che lei si sia scontrato duramente con l’esterno non è, di per sé, un evento negativo… Dipende soltanto da come si è comportato nelle due occasioni, nel senso se ha risolto o meno a favore dell’azienda le criticità… Per quanto concerne la mancanza di collaborazione, di spirito costruttivo, le posso garantire, conoscendo da tanti anni la Compass, che in questa azienda i rapporti tra il personale, a differenza di quanto accade altrove, sono buoni: ciò nonostante i problemi e le difficoltà quotidiani, un certo grigiore del lavoro, la fatica, lo stress… Qualcuno, ogni tanto fa il furbetto, questo è vero, ma si tratta di peccati veniali su cui l’azienda sorvola… Diverso è il discorso per quanto concerne i problemi personali: in azienda per quelli non c’è minimamente posto, anche se, è ovvio, che ognuno di noi li ha e, immancabilmente, se li porta con sé dovunque vada.

Mirko socchiude gli occhi leggermente.

Mirko
Non mi sembra proprio, signor Pantella, che qui dentro i rapporti tra le persone siano buoni…

Pantella
Sono buoni, dottor Landi!… Sono buoni... Glielo garantisco, anche se non le sembra che sia così… Vede, il problema di fondo è che lei non conosce minimamente il mondo dell’azienda e che quindi esso le appaia come una realtà strana, diversa dal mondo della famiglia, della scuola, dell’università, delle amicizie…

Mirko
Questo è vero… Indubbiamente…

Pantella si alza dalla scrivania e inizia a camminare avanti e indietro per l’Ufficio.

Pantella
Il mondo dell’azienda, parlo naturalmente delle aziende che funzionano bene come la Compass, è un mondo sostanzialmente duro, ma leale, dove il confronto, anche aspro, dentro e fuori di esso, è quotidiano, dove i problemi non si possono mai nascondere sotto il tappeto, ma si devono affrontare alla luce del sole e dove si dice sempre quello che si pensa veramente, pur nel rispetto delle persone: rispetto vero, che non si manifesta attraverso l’adulazione, ma attraverso la sincerità, la verità, la schiettezza, pur dure che siano… Mi creda, dottor Landi, l’azienda è una scuola di lavoro, ma anche una scuola di vita dove non si finisce mai di crescere e di formarsi oltre al fatto che la salute di un’economia, e quindi di una società, si misura proprio nel numero e nelle condizioni delle sue aziende… E poi, detto tra di noi e restringendo il discorso alle sue rimostranze, non pensi di trovare tanto di meglio altrove, ammesso che riesca ad inserirsi nuovamente nel mondo del lavoro.

Pantella si ferma davanti a Mirko.

Pantella
La lascio solo per cinque minuti, dottor Landi… Ho fatto così anche con Scalombri, Enzo, Stefano, Marica, Rosa e tutti gli altri dipendenti della Compass, che lei ancora neppure conosce, quando sono venuti nel mio Ufficio a dire, più o meno, le stesse, identiche cose che lei mi ha detto poco fa.

Mirko sorride, guardando Pantella negli occhi.

Mirko
Credo… Credo di aver capito, signor Pantella.

Pantella
Non avevo dubbi, dottor Landi… L’aspetto fuori, nel corridoio, per andare a prendere insieme un caffè… Aziendale, ovviamente.