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Massimo Lechi ha cominciato a studiare Antonio Tarantino per la sua tesi di laurea e ha poi continuato l'approfondimento accumulando una documentazione preziosa e variegata che ha consentito di approdare a questa che è la prima pubblicazione organica sull'opera teatrale del drammaturgo bolzanino di nascita e torinese d'adozione. Nelle intenzioni dell'autore il saggio vuole essere il tentativo d'introdurre il pubblico alla lettura del drammaturgo con le impressioni e le testimonianze di chi lo ha studiato ma soprattutto di chi ci ha lavorato fianco a fianco. La prima parte del volume analizza in ordine cronologico tutte le opere tarantiniane: Dalla cosiddetta trilogia della cura a Materiali per una tragedia tedesca, da Stranieri al dittico palestinese, dalla trilogia italiana a Cara Medea. Tutte opere classificabili in "periodi" creativi caratterizzati da stili, temi e motivi diversi. La seconda parte è una preziosa raccolta di interviste. La prima a Tarantino stesso, e le altre ai grandi registi che hanno "affrontato" la sua opera: Marco Isidori, Valter Malosti, Werner Waas, Marco Martinelli, Daniele Salvo, Cristina Pezzoli. Al di là del vezzo italiano di creare "i casi" letterari o teatrali che siano, Tarantino è indubbiamente un autore davvero originale. Lo si potrebbe definire un classico contemporaneo per come la sua scrittura viene portata in scena ed analizzata: lavori che hanno allo stesso tempo il "peso" della grande opera e la malleabilità e componibilità del "materiale". Pezzi che si prestano alle più varie interpretazioni registiche e che sconfinano nei più vari generi, che alimentano pensieri contrastanti sul come "si deve mettere in scena Tarantino". La pubblicazione riporta inoltre un'ampia teatrografia ed una bella raccolta di foto di scena.

L'eresia del dolore
Il teatro di Antonio Tarantino
di Massimo Lechi
Titivillus 2012
Pagg. 182 € 15,00
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