Evento di cui molti fortunatamente si ricordano, ma che i più giovani non conoscono assolutamente, il Giugno Popolare Vesuviano è una vera riscoperta. Grazie al lavoro di Rosaria De Angelis, il quaderno de Il Giugno Popolare Vesuviano. Contributo alla storia del teatro popolare meridionale, edito da Dante & Descartes, pubblicato grazie al fondamentale
contributo dell’Associazione Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo, e presentato il 6 aprile a S. Giuseppe Vesuviano, si ha la possibilità di rituffarsi negli eventi teatrali e culturali che segnarono il Giugno Vesuviano tra la metà degli anni ’70 e la prima metà degli anni ’80. I movimenti avanguardistici si mescolavano alle manifestazioni operaie. Il contesto storico- sociale in cui si sviluppò questa manifestazione era inconsueto e innovativo. La campagna e la periferia vesuviana diventavano calderone artistico in cui era possibile ritrovare i nomi di Leo De Berardinis e Perla Peragallo, Annibale Ruccello, Peppe e Concetta Barra, per citarne solo alcuni. All’interno del volume, corredato da materiali inediti, tra cui un testo teatrale di Gennaro Vitiello, Padrone e sotto, traduzione e adattamento da Il Signor Puntila e il suo servo Matti, di Bertolt Brecht, vengono riportati non solo i programmi delle manifestazioni del Giugno Vesuviano, ma anche numerose interviste e approfondimenti. La curiosità che nasce dalla lettura del lavoro, spinge il lettore a voler visionare video e filmati dell’epoca, per osservare le manifestazioni in atto nella campagna vesuviana tra gli anni ’70 e ’80. Non parliamo solo di esibizioni teatrali, ma anche di mostre, rassegne cinematografiche, poetiche e pittoriche, eventi musicali, il tutto in un contesto che oggi fa davvero gola agli antropologi, e non solo. Elementi fondamentali erano sicuramente il coinvolgimento della comunità locale e la teatralizzazione della piazza: coinvolgere contadini e abitanti del luogo nelle manifestazioni artistiche ( molti recitavano all’interno degli spettacoli), significava stimolare gli abitanti attraverso tematiche ed argomenti a loro vicini.
La lotta di classe, il contrasto tra operaio e servo, le mostre dell’artigianato, la rivalutazione del territorio e delle vecchie tradizioni, il cibo, l’agricoltura e i suoi meccanismi. Di certo un contesto artistico lontano dal teatro borghese delle città e dalle sperimentazioni delle cantine e dei garage. Ma nello stesso tempo una ricerca di luoghi e modi di esibizione inconsueti, che oggi rappresentano un’importante fetta di storia del teatro, per lo più ancora inedita. Promotore dell’evento fu nel 1974 il gruppo ARCI Villaggio Vesuvio, costituito da membri estranei al mondo dello spettacolo: il contributo politico era molto scarso, accompagnato da problemi insorti a causa della malavita, e nonostante la proposta, nel 2000, di un rifacimento del Giugno Vesuviano, oggi si rimane in attesa di nuove sollecitazioni. Il lavoro della De Angelis è un primo approccio alla riscoperta di un pezzo della storia del teatro italiano negli anni delle grandi sperimentazioni. Interessante riscoprire il lavoro del ventenne Ruccello all’interno delle manifestazioni, con il suo Rottami, ma presenti anche Avita Murì e Chianto ʼe risate e risate ʼe chianto di Leo De Berardinis e Perla Peragallo, ʼA mort dint’ ʼo lietto ʼe don Felice di Carlo Cecchi. Tra le pagine del volume ritroviamo i reportage delle messe in scena, i commenti degli stessi autori, le parole dei critici ed alcuni estratti dalle recensioni del tempo.
Non dimentichiamo la commistione di arti: grandissima la presenza musicale con i gruppi la Zabatta, la Nuova Compagnia di Canto popolare, fino al gruppo operaio E Zezi, nato nel 1974 e composto da operai dell’Alfasud, dell’Aeritalia, studenti e artigiani. L’intento era quello di recuperare canti popolari, tradizionali, tramandati solo oralmente ed eseguiti attraverso strumenti antichi. Anche la poesia e l’arte figurativa avevano, di certo, il loro ruolo fondamentale. Il movimento culturale messo in atto dal Giugno Popolare Vesuviano è un meccanismo socio-culturale che oggi è di difficile recupero. Nonostante ciò, esistono ancora studiosi che si occupano di questi particolari momenti del nostro teatro e della nostra cultura, e il quaderno qui descritto rappresenta un ottimo contributo, fondamentale per la ricerca tra vari ambiti di studio. Tra i promotori dell’iniziativa ricordiamo non solo il comitato di redazione, composto da Annunziata Acanfora, Annalisa Aruta Stampacchia, Paola Daniela Giovanelli, Antonia Lezza ed Enzo Moscato, ma anche l’Associazione “Giugno Popolare Vesuvio”, con il patrocinio del comune di S.Giuseppe Vesuviano, luogo dove si è svolta l’attesa presentazione.
Il giugno popolare vesuviano
- Scritto da Emanuela Ferrauto
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